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A Rivarolo del Re l’ingresso di don Giuseppe Allevi

L’ingresso di don Giuseppe Allevi, nel tardo pomeriggio di sabato 23 settembre a Rivarolo del Re, ha unito in festa più comunità: oltre a quelle di Rivarolo del Re anche Robecco d’Oglio (dove è stato parroco negli ultimi dieci anni) e Misano Gera d’Adda (suo paese di origine).

La Messa di insediamento del nuovo parroco di Rivarolo del Re e delle frazioni di Brugnolo e Villanova, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, si è svolta alle 18, preceduta dal saluto del sindaco di Rivarolo del Re. Marco Vezzoni. Nelle parole del primo cittadino un breve quadro su Rivarolo del Re: «I residenti sono 1960 in 800 nuclei familiari, 220 sono stranieri, 280 anziani. Si registrano 12 o 15 nascite all’anno. Molti giovani vanno all’estero per lavoro». Poi rivolto al nuovo parroco: «Entrambi siamo stati eletti per servire il popolo. Un augurio di collaborazione per scrivere nuove pagine di vita di paese che sia serena», ha detto portando anche i saluti del missionario don Luigi Brioni e di suor Maria Stefana, concittadini rivarolesi.

Quindi l’ingresso dei sacerdoti nella chiesa affollata. Insieme al Vescovo e a don Allevi anche padre Francesco Zambotti (il fondatore delle Tende di Cristo, che ha dato lettura del decreto di nomina) e don Gianfranco Castelli (da Misano); oltre ai ministri straordinari dell’Eucarestia Giampietro Favagrossa e Guglielmo Decò.

La celebrazione è stata animata con il canto dal coro diretto dal maestro Daniele Dall’Asta di Bozzolo ed all’organo del 1770 il maestro Ugo Boni di  Sabbioneta.

Sempre spiccato il sorriso di don Giuseppe Allevi, che è stato salutato, a nome delle tre comunità di Rivarolo, da Clotilde Federici: «Le nostre tre piccole comunità – ha detto – stanno facendo un cammino insieme nell’unione. Abbiamo tre chiese restaurate, un oratorio all’avanguardia per ogni iniziativa, strutture vive. Le confermiamo il nostro impegno. Tanti bambini di un tempo, oggi adulti, portano con sé i valori appresi all’oratorio». In dono al nuovo parroco come benvenuto una formella in ceramica.

Nell’omelia mons. Napolioni ha guardato al ministero del nuovo parroco, prendendo spunto in particolare dalla parabola evangelica della vigna.

Nel suo saluto al termine della Messa, don Allevi ha ricordato la felice concomitanza con la memoria liturgica di san Pio da Pietrelcina e l’emozione per avergli parlato. Quindi la citazione di una frase di santa madre Teresa di Calcutta, proseguendo: «A Rivarolo del Re avete avuto miracoli di amore e di affetto. Don Luigi Pisani mi ha inviato un augurio dicendomi quanto vi ha amato. Mi accogliete a scatola chiusa, fidandovi, già ben disposti».

Ad accompagnare il nuovo parroco anche i familiari, giunti per l’occasione da Misano: la sorella Maria Pia Allevi, emozionata anche dalla distanza di 102 km, il cognato Enrico Fenili, i nipoti Dario e Riccardo, alcuni cugini.  Nelle prime file le autorità rivarolesi: insieme al sindaco anche il comandante dei Carabinieri, Stefano Rossolini, i vertici del Consorzio Casalasco del Pomodoro (il presidente Paolo Voltini e il direttore Costantino Vaia).

Dopo la Messa la festa è proseguita con l’Apericena per tutti, cucinato impeccabilmente dalle cuoche dell’oratorio a base di antipasti, panini con salumi, risotto, frutta, una mega torta e dolci. I parrocchiani nuovi e vecchi e i familiari si sono uniti in scambi verbali ed in saluti. Qualche lacrima di congedo.

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Lunedì al via il corso per sacerdoti e operatori di unità pastorali

Al via lunedì 25 settembre il corso per sacerdoti e operatori pastorali impegnati in parrocchie che si stanno preparando a condividere la loro pastorale all’interno di unità pastorali. Aprirà i lavori don Dario Vivian con una relazione su “L’esercizio del ministero ordinato in una concreta responsabilità.

Gli incontri sono in programma al Centro pastorale diocesano di Cremona, dalle 10 alle 13, con la possibilità di pranzo presso la Casa dell’accoglienza al costo di 5 euro.

I successivi appuntamenti, con cadenza quindicinale, nei mesi di ottobre e novembre secondo il seguente programma:

  • Lunedi 2 ottobre:
    PROGETTARE E PROGRAMMARE LA PASTORALE
  • Lunedi 16 ottobre:
    DALLA COLLABORAZIONE ALLA CORRESPONSABILITA’. PER UNA PASTORALE D’INSIEME
  • Lunedi 6 novembre
    LA GESTIONE DEGLI ORGANISMI DI COMUNIONE DELLA PASTORALE
  • Lunedi 27 novembre:
    COME MOTIVARE E ESERCITARE LA LEADERSHIP IN UN CONTESTO PASTORALE: RUOLO DEL PRESBITERO NELL’UNITÀ PASTORALE O NELLA PARROCCHIA.

L’incontro, che si aprirà con una lezione introduttiva, proseguirà con l’esercitazione a gruppi (laboratorio), quindi ripresa in plenaria e sintesi finale a cura del relatore..

Due i principali relatori.

Luigi Regoliosi, psicologo e pedagogista, docente presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica di Brescia, consulente di enti pubblici e privati nel campo delle politiche giovanili, a autore di saggi e ricerche sul disagio giovanile, la prevenzione, il lavoro di strada, la consulenza socio-educativa. È stato Giudice onorario presso il Tribunale minorenni di Milano. È direttore della Scuola di Counselling Professionale Sintema.

Ettore Zambonardi, sociologo, consulente di organizzazioni e coordinatore di Uffici di Piano, esperto di progettazione e coordinamento di progetti L. 285 e consulente di sistema per le politiche sociali dei comuni. Specializzato in accompagnamento di processi, è stato consulente della Regione Lombardia. È vicedirettore della Scuola di counselling Sintema.

Brochure del corso




La Laudato si’ al centro del primo incontro di aggiornamento degli insegnanti di religione

Nel pomeriggio di sabato 23 settembre, presso il Centro pastorale diocesano di Cremona, ha avuto inizio il corso di formazione per l’aggiornamento dei docenti di Religione cattolica della diocesi, con il titolo “Coltivare e custodire il Creato”, improntato sull’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. L’incontro è stato presieduto da don Bruno Bignami, che ha affrontato le prospettive teologiche dell’Enciclica sviluppando alcuni punti principali.

Abitare il mondo, sottolineando l’importanza dell’abitare la Creazione, un abitare che è la questione fondamentale che fa da sottofondo a tutta l’enciclica.

Antropocentrismo nell’ambito di un’ecologia integrale, evidenziando che l’enciclica Laudato Si evita l’antropocentrismo dispotico, ma anche il biocentrismo, sposando invece un antropocentrismo moderato: cioè rendersi conto che all’uomo compete il prendersi cura della creazione, perché questo è il progetto biblico.

Creazione: problema o mistero? Vedere la creazione come problema, non aiuta a risolvere le questioni. Non basta la tecnologia per risolvere la questione ecologica. Occorre contemplare la creazione come mistero.

Cultura della cura o la cultura dello scarto? L’uomo deve essere capace di prendersi cura, ma questo è molto difficile in nella cultura dello scarto.  La cultura della cura riconosce il valore delle cose all’interno del progetto di Dio, quindi non parte dall’uomo, come invece la cultura attuale dello scarto.

L’incontro si è concluso con un ulteriore spunto di riflessione di don Bruno Bignami: san Bonaventura dice che ogni creatura porta in sé una struttura trinitaria. Quindi come ripensare il rapporto con la Creazione?

Il corso di aggiornamento per insegnanti di religione – strutturato quest’anno in modo itinerante per la diocesi – proseguirà nei pomeriggi (ore 17-19) di mercoledì 4 ottobre a Mozzanica, mercoledì 11 a Casalmaggiore e venerdì 13 a Cremona con l’intervento di don Maurizio Compiani che tratterà due tematiche: l’uso della scrittura nella Laudato si’ e la Creazione nei libri sapienziali.

Brochure del corso docenti 2017/2018

 




Domenica a S. Imerio l’ingresso di don Antonio Bandirali

A chiudere la serie degli ingressi dei nuovi parroci in programma nel fine settimana sarà quello di domenica 24 settembre, alle 10.30, a Cremona, nella chiesa di S. Imerio, dove si insedierà don Antonio Bandirali. La celebrazione, che sarà presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, è stata preparata nella preghiera con le Quarantore: da lunedì a venerdì adorazione quotidiana al mattino dalle 9 alle 12 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18.30, proseguendo il 22 settembre anche per l’intera notte (dalle 21) sino alle 7 del mattino di sabato 23 settembre, concludendo quindi con la preghiera delle Lodi e la benedizione solenne. 

 

 

Profilo del nuovo parroco

Don Antonio Bandirali, classe 1965, originario dei Castelleone, è stato ordinato presbitero il 9 giugno 1990. È stato vicario a Cremona, nella parrocchia di S. Bernardo (1990/1994) e a Pizzighettone nella parrocchia di S. Bassano (1994/2001). Nel 2001 è stato scelto per guidare le comunità di Pozzaglio e Castelnuovo Gherardi. Prima come amministratore parrocchiale e poi come parroci, sino ad assumere il ruolo di parroco moderatore dell’unità pastorale di Olmeneta, Pozzaglio, Casalsigone e Castelnuovo Gherardi nel 2010. dal 2011 era parroco di Casalmorano, Castelvisconti, Mirabello Ciria, Barzaniga e Azzanello, oltre che vicario zonale dell’allora Zona 3.

Ora mons. Napolioni l’ha nominato parroco di S. Imerio, in Cremona, al posto di don Giuseppe Nevi, trasferito a Soncino. Don Bandirali potrà contare sulla collaborazione del vicario don michele Rocchetti, recentemente nominato vicario anche della Cattedrale e di San Pietro al Po in vista della costituzione dell’unità pastorale tra le tre parrocchie.

 

Saluto di don Bandirali

Carissimi fratelli e sorelle di Sant’Imerio, eccomi!

Già le foto che allego possono rendervi conto di chi io sia: non tanto per l’aspetto fisico, quanto per alcune caratteristiche della mia persona e del mio essere prete.

Non solo un prete che celebra, ma che mette l’Eucaristia davvero al cento della propria vita e di una Comunità Cristiana. Perché, sapete, non è sempre una cosa così scontata: quante volte ho vissuto la tentazione di pensare che la Verità dipendesse dalla forza con la quale la si pronuncia, senza ritenere, invece, che dall’Eucaristia partisse tutto quello che, segnato dalla Grazie, diventa eterno.

Non solo un prete riconoscibile per la sua funzione ministeriale, ma perché cammina insieme alla sua gente. Non sono un condottiero che con voce e mestiere trascina cose e persone ad una meta sognata in solitaria e indicata agli altri: preferisco stare nel mezzo e faticare insieme a chi cerca di essere ogni giorno credente e testimone del Vangelo di Gesù.

Mi porto dietro alcune esperienze che hanno segnato fortemente la mia fede e la mia formazione (e che spero non finiscano mai…), sempre radicate nella convinzione che la gente, il territorio e la storia diventano luoghi nei quali la Grazie si manifesta per aiutare a cogliere il buono della tradizione e guardare con speranza (guardare attraverso ciò che si vive) ad un futuro che solo il Signore sa, ma che si manifesterà nell’incontro con Lui, come nel volto attuale delle persone e delle loro vicende personali. È il futuro che orienta la vita di ogni giorno come le scelte personali e comunitarie!

Desidero poter contare sulla collaborazione di tutti perché il cammino che il Signore ci darà da fare possa essere costruito dai passi di tutti.

Sapete: tra le cose più care che conservo c’è una statua del Buon Pastore. Mi è stata donata nell’occasione del 25° anniversario della mia ordinazione presbiterale avvenuta il 9 giugno 1990. Mentre medito la Parola di Dio la contemplo come la lente che mi permette di capire. Per tanto tempo ho creduto che per svolgere bene il mio ministero dovessi assomigliare a Gesù che porta sulle spalle, dopo averle cercate, le pecore smarrite o ammalate. Ma poi pian piano o scoperto che quella pecora che Lui porta sulle spalle sono io, e ogni mio fratello e la sua croce. Questo mi ha cambiato la prospettiva nel capire la sua volontà: Lui mi ha cercato, Lui mi ha caricato sulle sue spalle, perché fosse ancor più evidente che prima di tutto c’è Lui: e vi assicuro che non è poi così scontato non solo affermarlo, ma soprattutto viverlo.

Il Vescovo Antonio mi manda ad accompagnare questa nostra Parrocchia verso una meta che ci porterà ad avere una vita in abbondanza, nella ricerca di una Comunione ecclesiale articolata e allargata. Una modalità attraverso la quale spesso si affronta questo discorso è quella che ci porta a considerare solo ciò che sta al di qua o al di là dei confini per definire ciò che si è, ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è vero e ciò che è falso. Ho capito, invece, che trovarsi sul confine è un po’ come darsi una possibilità preziosa di scambio dei doni che ciascuno ha. Lì ci si conosce davvero e ci si scopre uguali, al di là dei pregiudizi e delle presunzioni. È quando si va verso il confine (ideale) di sé che ci si dà la possibilità di incontrare gli altri e la loro verità. Giovanni Paolo II, nel 1989, in visita ad una Parrocchia di Roma disse: “ho imparato che la parte migliore della parrocchia sono sempre i confini, quanti vivono più lontani dal centro, dalla chiesa parrocchiale”. Senza dimenticare ciò che siamo – e questo me lo dovrete far conoscere – siamo chiamati ad andare agli altri, che per noi sarà anche cominciare a camminare con le parrocchie vicine.

Su questo versante ho cercato di vivere la mia fede e il mio ministero per diversi anni. Mi dispongo a continuare su questa prospettiva, con l’aiuto di tutti. Questa sarà la vita che il Signore ci metterà davanti: attirati dal Sole che sorge, per dirigere i nostri passi sulla via della Pace!

Un abbraccio forte a ciascuno, a partire dai più giovani e dai più deboli.

A presto!

don Antonio




Sabato l’insediamento di don Giuseppe Allevi a Rivarolo del Re

Nel pomeriggio di sabato 23 settembre, dopo l’ingresso del nuovo parroco di Rivarolo Mantovano, il vescovo Napolioni si sposterà a Rivarolo del Re per presiedere la Messa di insediamento di don Giuseppe Allevi, nuovo parroco delle comunità S. Zeno vescovo in Rivarolo del Re, S. Maria Maddalena in Villanova e S. Maria Nascente a Brugnolo.

 

Programma dell’insediamento

La celebrazione di insediamento del nuovo parroco, in programma alle 18, sarà preceduta, sul piazzale della chiesa di S. Zeno vescovo, in piazza Dante Alighieri 7, dal saluto del sindaco Marco Vezzoni.

La Messa, che sarà presieduta dal vescovo Napolioni, sarà animata con il canto dalla Corale della parrocchia che, per l’occasione, sarà diretta dal maestro Daniele Dall’Asta di Bozzolo, mentre al prezioso ed incomparabile organo, che risale al 1770, suonerà il maestro Ugo Boni di Sabbioneta.

Per la solenne celebrazione Eucaristica di inizio del ministero di don Giuseppe Allevi è stato elaborato un libretto completo di letture, preghiere dei fedeli, offertorio e canti.

L’insediamento del nuovo parroco sarà salutato, al termine della Messa, anche con “apericena”, organizzato dal gruppo dell’oratorio rivarolese Don Bosco, sempre molto attento all’ospitalità, all’accoglienza e al fare festa comunitaria.

 

Profilo del nuovo parroco

Don Giuseppe Allevi, classe 1965, originario di Misano Gera d’Adda (Bg), è stato ordinato sacerdote il 9 giugno 1990. Ha iniziato il suo ministero sacerdotale come vicario prima a Mozzanica (1990/1995) e poi a Calvenzano (1995/2001). Quindi la nomina a parroco di Torricella del Pizzo, con il successivo trasferimento, nel 2007, a Robecco d’Oglio.

Ora mons. Napolioni l’ha chiamato a guidare le parrocchie di Rivarolo del Re, Brugnolo e Villanova al posto di don Luigi Pisani, nominato parroco di Bozzolo.

 




L’Arcivescovo Delpini nuovo presidente della Conferenza episcopale lombarda

Giovedì 21 settembre presso il Centro di Spiritualità del Santuario Santa Maria alla Fonte di Caravaggio si è riunita la Conferenza Episcopale Lombarda per la sessione di lavoro autunnale. I lavori si sono aperti in mattinata sotto la presidenza di monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo e vicepresidente CEL.

Monsignor Beschi ha anzitutto espresso a nome di tutti gli auguri a due vescovi già membri della CEL ma che da poco sono stati eletti nella loro nuova sede: monsignor Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia e monsignor Mario Delpini arcivescovo di Milano.  Il vescovo di Bergamo ha evidenziato come in pochi anni è radicalmente cambiata la composizione della CEL e di come si apra ora un periodo di stabilità, condizione ideale per un proficuo lavoro comune. Il vicepresidente CEL ha poi aggiornato l’assemblea sull’ordine del giorno del prossimo Consiglio permanente della CEI.

Monsignor Beschi ha poi spiegato come a seguito della conclusione del ministero episcopale a Milano del cardinale Angelo Scola si sia resa necessaria l’elezione del nuovo presidente CEL. I vescovi lombardi hanno quindi eletto per acclamazione nuovo presidente della CEL monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano. Il neo eletto ha ringraziato i confratelli vescovi per la fiducia.

L’assemblea ha poi affrontato alcuni temi.

Anzitutto la durata delle deleghe agli incaricati regionali. Le nomine dei responsabili delle commissioni regionali CEL dureranno tre anni con possibilità di rinnovo per un altro triennio.

A monsignor Daniele Gianotti, vescovo di Crema, è stata affidata la delega per l’ambito pastorale della catechesi.

Sono sati poi indicati i due nomi di spettanza CEL per il Consiglio di amministrazione di Villa Cagnola: monsignor Luigi Stucchi e monsignor Maurizio Gervasoni.

L’Assemblea ha poi fissato gli esercizi spirituali per i vescovi lombardi: dall’1 al 6 luglio 2018 presso l’Eremo di Montecastello, predicati dal vescovo emerito di Brescia monsignor Luciano Monari.

Monsignor Beschi ha poi illustrato il programma della peregrinazione delle spoglie mortali di San Giovanni XXIII a Bergamo e a Sotto il Monte tra fine maggio e inizio giugno 2018.

Ampio tempo è stato poi dedicato dai vescovi lombardi ad un confronto sulla situazione giovanile in preparazione al sinodo dei giovani.

Al termine dell’Assemblea i vescovi si sono uniti ai sacerdoti anziani della Lombardia presenti a Caravaggio per la loro giornata di ritrovo e preghiera, conclusa con la Messa concelebrata in Santuario, presieduta da mons. Delpini.

 

La Conferenza Episcopale Lombarda (CEL) è composta dai Vescovi ordinari e ausiliari delle dieci Diocesi lombarde (Milano, Bergamo, Brescia, Como, Crema, Cremona, Lodi, Mantova, Pavia e Vigevano) che si riuniscono per valutare e proporre alcune linee comuni di indirizzo pastorale per le Diocesi di cui sono responsabili.




Ai preti anziani e malati della Lombardia il regalo del Papa

Una giornata emozionante e toccante, quella di giovedì 21 settembre al Santuario Santa Maria del Fonte presso Caravaggio, dove anche quest’anno ha avuto luogo l’ormai tradizionale pellegrinaggio dei preti ammalati e anziani proposto dall’Unitalsi, di concerto con la Conferenza Episcopale Lombarda. Un appuntamento segnato da un regalo particolare: quello fatto direttamente dal Papa quale segno di gratitudine per il contributo offerto, nella sofferenza, al cammino pastorale della Chiesa. 

Dopo la mattinata nella quale i Vescovi lombardi si sono ritrovati presso il Centro di Spiritualità per la prima seduta autunnale della CEL presieduta dall’arcivescovo Delpini, tutti si sono uniti al folto gruppo di sacerdoti provenienti da ogni parte della regione per il pranzo, dopo la recita dell’Angelus e con il nuovo Arcivescovo di Milano che ha portato il proprio saluto uno ad uno a tutti i presenti, compreso lo staff dell’Unitalsi, anche in veste di camerieri e cuochi.

Intorno alle 15 ha avuto inizio la processione dal Centro di spiritualità alla basilica del santuario: nelle prime file i presbiteri in carrozzina e i più anziani. Tutti hanno pregato il Rosario con nelle mani la coroncina donata da Papa Francesco per l’occasione e consegnata a ciascuno da mons. Delpini.

Alle 16 la celebrazione della Messa introdotta dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, che nel suo saluto ha dato lettura del messaggio del Santo Padre che – dopo un ricordo affettuoso a mons. Roberto Busti, vescovo emerito di Mantova e assistente regionale dell’Unitalsi, assente a motivo di un incidente occorsogli nei giorni scorsi in Terra Santa – si è rivolto direttamente ai sacerdoti anziani e malati radunati a Caravaggio: «Voi, con la vostra sofferenza e le preghiere costanti che salgono a Cristo, contribuite in maniera peculiare al cammino pastorale della Chiesa lombarda e universale».

Circa 150 i sacerdoti presenti, oltre ai vescovi lombardi, tra i quali anche il vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi.

«Perché l’angelo dell’annunciazione non è entrato nelle nostre case?», la domanda dell’Arcivescovo nell’omelia: «Perché la porta è chiusa: ascoltiamo allora quel “rallegrati” che porta la gioia di Dio e dice che c’è motivo per fare festa». E ancora «qualsiasi sia la vostra condizione, non siete soli, il Signore è con voi». Rileggendo la preghiera del Magnificat mons. Delpini ha evidenziato che «Questo amore totale vuole dire che siamo autorizzati ad avere stima di noi stessi, nella certezza che così come siamo fatti, nella condizione in cui siamo adesso, siamo comunque adatti a compiere le opere di Dio, il suo progetto, non per nostro merito, ma perché l’amore di Dio e senza riserve»

Il pensiero del nuovo Arcivescovo di Milano è andato quindi a chi, anziano o malato, si sente inutile: «Il Signore è ancora con te. L’opera che ti è affidata è di offrire il tuo tempo sul letto di malattia: qualsiasi sia la condizione, non sei solo. Il Signore ti accompagna, Lui è la roccia su cui costruire la vita, la vite che rende fecondo il tralcio». Come a dire, non bisogna «far troppo conto delle risorse di cui possiamo vantarci, dei talenti di cui siamo ricchi (che pure vanno trafficati in ogni modo e in ogni tempo)», ma coltivare sempre il rapporto con Dio.

A conclusione della celebrazione il ringraziamento del presidente dell’Unitalsi lombarda, Vittore De Carli. «Grazie a tutti, ma soprattutto ai Vescovi e sacerdoti che sono stati un angelo per l’intera nostra vita, con il calore umano di una famiglia grande, nonostante le fatiche fisiche e morali che ogni giorno incontrate».

Non sono mancate anche alcune parole di mons. Delpini: «Grazie per quello che siete stati, siete e sarete. Preghiamo insieme la Madonna perché ci aiuti a camminare nella fede. Oggi, tra Vescovi lombardi, ci siamo guardati in faccia e abbiamo detto: impariamo a dire parole di Vangelo, camminando insieme, facendo il proposito di prendere in mano la situazione guardando alle sfide del presente e mirando al futuro, nella continuità con i predecessori Siamo una squadra che deve affrontare tante sfide: non siamo eroi solitari, ma servi del Vangelo per la gioia degli uomini».

L’intensa celebrazione si è conclusa con la preghiera dei Vescovi al Sacro Speco.

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Domenica 24 settembre il pellegrinaggio diocesano a Caravaggio con il vescovo Antonio

Continuando una tradizione ormai consolidata all’inizio dell’anno pastorale, la Chiesa cremonese si farà pellegrina insieme al proprio Vescovo a Caravaggio presso il Santuario di Santa Maria del Fonte, patrona della diocesi insieme a sant’Omobono. L’appuntamento è per il pomeriggio di domenica 24 settembre.

L’invito è rivolto a tutte le comunità della diocesi, con un’attenzione particolare quest’anno per le persone anziane e malate.

Tutto si svolgerà all’interno della basilica dove alle 15.30 inizierà la preghiera mariana, cui seguirà alle 16 la Messa presieduta dal vescovo Napolioni.  L’animazione liturgica sarà a cura del Santuario.

A coordinare la giornata l’Unitalsi cremonese che, come sempre, garantirà trasporto e assistenza agli anziani e malati che vorranno vivere questo atteso momento di spiritualità.

I sacerdoti e i diaconi sono invitati a segnalare la propria presenza alla Cancelleria del Santuario (tel. 0363-3571 int. 9): ciascuno dovrà portare il proprio camice.




Sabato alle 15.30 a Rivarolo Mantovano l’ingresso di don Ernesto Marciò

Sarà a Rivarolo Mantovano il primo dei tre ingressi dei nuovi parroci in programma nel fine settimana. Ad insediarsi nella parrocchia di S. Maria Annunciata sarà don Ernesto Marciò, che continuerà a guidare anche le parrocchie di Cividale Mantovano e Spineda.

 

Programma dell’insediamento

La Messa di ingresso di don Ernesto Marciò si svolgerà nel pomeriggio di sabato 23 settembre. Alle 15.30 dall’oratorio maschile partirà la processione dei celebranti. Quindi sul piazzale della chiesa parrocchiale, alla porta di ingresso, il sindaco Massimiliano Galli rivolgerà il saluto della comunità civile. Sarà presente anche Davide Caleffi, sindaco di Spineda, di cui don Ernesto è parroco assieme a Cividale.

All’interno del tempio dedicato a S. Maria Annunciata si svolgerà dapprima il rito di immissione con la lettura del decreto di nomina da parte del vicario zonale don Davide Barili. Il vescovo Antonio Napolioni, che presiderà l’Eucaristia, consegnerà quindi i segni del ministero, cui seguirà la lettura del saluto al nuovo parroco da parte di un membro del Consiglio pastorale parrocchiale. Al termine della celebrazione il saluto del nuovo parroco. Dopo la Messa è in programma un momento di convivialità al centro parrocchiale.

 

Profilo del nuovo parroco

Don Ernesto Marciò, classe 1969, originario della parrocchia di Cristo Re in Cremona, è stato ordinato sacerdote il 17 giugno 1995. Ha iniziato il suo ministro pastorale prima come vicario a Castelverde (1995/2002) e poi a Casirate d’Adda (2002/2010). Dal 2010 era parroco di Cividale Mantovano e Spineda. Ora mons. Napolioni gli ha affidato anche la comunità di Rivarolo Mantovano, prendendo il testimone da don Luigi Carrai che per motivi di età ha lasciato l’incarico di parroco diventando collaboratore parrocchiale nell’unità pastorale di Castelpon­zone, Motta Baluffi, Solarolo Monasterolo e Scandolara Ravara.

 

Saluto di don Marciò

Carissimi,

rendo con voi grazie a Dio per avermi fatto incontrare nel mio cammino di vita sacerdotale la vostra comunità di Rivarolo Mantovano. Mentre si avvicina il giorno del mio ingresso, colgo volentieri l’occasione che mi è stata offerta, di rivolgervi un emozionato saluto.

Sono consapevole di entrare in una comunità viva, ricca di storia e di tradizioni, che in questi anni ha sempre cercato di mantenersi fedele al dono della Parola, nella gioia condivisa della fraternità che sgorga dal mistero celebrato. Vengo con la mia storia personale, che mi ha portato fin da giovane ad abbracciare la scelta di consacrarmi al servizio della chiesa nel ministero sacerdotale. Porto il ricordo di esperienze pastorali grazie alle quali ho potuto conoscere diverse comunità parrocchiali, di cui conservo un ricordo riconoscente, ma soprattutto ho potuto più e più volte essere testimone della straordinaria potenza della misericordia gratuita del Signore che lavora nei cuori e nell’animo delle persone, anche servendosi del nostro umile ministero. Servi della Parola e testimoni della Grazia: questa, credo, è la storia di ogni sacerdote … e dunque anche la mia. Sono consapevole di accogliere il passaggio di testimone dalle mani di don Luigi, che in questi trent’anni ha servito senza mai risparmiarsi la vostra comunità. Mi auguro che il suo generoso servizio sia per me modello ed esempio a cui ispirare la mia azione pastorale, nella speranza di imitarne la stessa incondizionata dedizione. A lui auguriamo un proficuo e fecondo apostolato nelle nuove comunità alle quali il Vescovo lo ha destinato.

Vengo non da solo: porto con me due comunità, Cividale e Spineda, nelle quali ho vissuto i miei primi anni come parroco. A loro sono grato per la pazienza e l’affetto che non mi hanno mai fatto mancare. Assieme dovremo dare avvio al cammino che ci porterà nei prossimi anni alla costituzione di una nuova unità pastorale: questa è la consegna che ci ha affidato il nostro Vescovo Antonio. In molti, in questi mesi, mi hanno espresso paure, timori, preoccupazioni. Non vi nascondo che queste sono anche le mie paure e i miei timori. I motivi della scelta, credo, siano ormai noti a tutti. In questo momento mi sento semplicemente di incoraggiare tutti a mettersi in ascolto dello Spirito, per operare un sapiente e serio discernimento. Non mancheranno anche strumenti e indicazioni da parte del nostro Vescovo e della diocesi, che ci aiuteranno in questo cammino. Sicuramente è necessario cogliere la preziosità del nostro tempo, che ci incoraggia ad una profonda conversione dell’azione pastorale, affinché sia più adatta ai nostri giorni. Credo che, oltre ogni sterile campanilismo, il nostro sia il tempo dove edificare comunità che siano luoghi dove sperimentare e vivere l’esperienza del discepolato. Comunità – come ci ricorda il vangelo che stiamo ascoltando in queste domeniche del tempo ordinario –  dove, nella comunione attorno alla stessa mensa, si vive la disponibilità all’aiuto fraterno nel portare gli uni i pesi degli altri; dove ci si sente sorretti e rinfrancati nel proprio cammino, perché sostenuti da quella fraternità e sororità nella quale il peccato del fratello non è additato come scandalo, ma vissuto come occasione per ritrovare la comunione sofferente e insieme redenta. Comunità quindi che non si imbellettano per nascondere i segni delle proprie ferite, ma che si riconoscono purificate e continuamente salvate dalla grazia della Misericordia. Comunità belle non per i propri meriti, ma perché trasfigurate e rinnovate dalla Grazia. Allora, come facilmente si percepisce, pur nel mutare delle condizioni esteriori nelle quali si incarna il Vangelo, il messaggio di speranza e di gioia che esso ci consegna, non muta ma resta fedelmente lo stesso.

Il mio saluto possa giungere a voi tutti, perché tutti possano sentirsi attori e costruttori di comunione. In modo speciale, penso ai malati e alle persone sofferenti, primi edificatori della comunione: a loro chiediamo di offrire il loro dolore, silenzioso e discreto, perché sia germe fecondo di unità. Penso ai papà e alle mamme, dei quali la parrocchia ha bisogno non come fruitori fugaci degli ambienti dei nostri oratori, ma come preziosi e indispensabili interlocutori nell’azione educativa. Penso infine ai nostri giovani, immersi in un contesto sociale difficile, i più attenti ad intercettare il rinnovamento dello Spirito: a loro chiediamo di contagiarci con il loro entusiasmo e la loro voglia di novità.

In questi giorni vi esorto a affidarci vicendevolmente al Signore. Io pregherò per voi e voi ricordatevi di me. Facciamo risuonare nei nostri cuori le parole di questa antica benedizione:

Il Signore ti benedica
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace” (Num. 6, 24-26).

Con riconoscenza.

don Ernesto

 




Assemblea oratori con la presentazione del volume ODL “Assetati di domani? Gli adolescenti lombardi e la domanda di futuro”

Un vero e proprio pellegrinaggio che all’inizio di agosto del 2018 porterà i giovani di tutta Italia a Roma per un incontro con Papa Francesco alla vigilia della celebrazione del Sinodo dei vescovi che, due mesi dopo, nell’ottobre 2018, si terrà sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. L’iniziativa, che sta prendendo forma con la Pastorale giovanile della CEI, è stata anticipata anche a livello diocesano in occasione della Assemblea Oratori di giovedì 21 settembre.

Un incontro, quello organizzato presso il Centro pastorale diocesano di Cremona e che ha visto convenire sacerdoti e laici (soprattutto giovani) impegnati negli oratori, che è stato contrassegnato in modo particolare dalla presentazione del libro “Assetati di domani? Gli adolescenti lombardi e la domanda di futuro”, decimo volume di “Sguardi di Odl”, la collana di saggi sulle sfide educative e i giovani promossa dagli oratori delle diocesi lombarde.

Una pubblicazione che mira a ricostruire l’idea che del futuro hanno gli adolescenti nati nel mezzo della rivoluzione tecnologica e della lunga crisi economica.

Il lavoro si è avvalso del contributo puntuale e competente del gruppo di ricerca IPSOS Italia, supervisionato da Nando Pagnoncelli e composto da Cecilia Pennati, Chiara Ferrari, Chiara Berardi, Cecilia Pennati, Irene Monti e Alice Tontodonati. Il gruppo ha prodotto una analisi quali-quantitativa di indubbio valore ed interesse. I dati sono stati poi offerti alla riflessione qualificata di tre voci: quella di Matteo Lancini e Riccardo Calandra, di taglio più psicologico; quella di Giorgio Prada, dall’accento più pedagogico; ed infine quella del sacerdote cremonese don Marco D’Agostino, rettore del Seminario di Cremona, che ha riletto la ricerca alla luce dell’istanza vocazionale delle Chiese lombarde. Come ha ricordato don Arienti.

L’indagine, corredata dalla narrazione di alcune buone prassi di diverse diocesi lombarde, è stata illustrata da Chiara Berardi che ha anzitutto messo in evidenza la differenza tra il modo di vedersi degli adolescenti (ottimista) e l’idea che di loro ne hanno gli adulti (particolarmente stereotipata). E proprio guardando al rapporto generazionale è emerso il ruolo predominante della famiglia (e della madre in primo luogo) rispetto alle relazioni tra pari.

È toccato quindi a don Angelo Pedrini, del Centro diocesano vocazioni di Crema, rileggere la pubblicazione in chiave pastorale, partendo naturalmente dall’attenzione al fare scelte degli adolescenti e del loro guardare al futuro, solo a media lunghezza. Nella sua relazione, rivolgendosi a sacerdoti ed educatori, ha sottolineato l’esigenza di una maturità affettiva di quanti si approcciano con gli adolescenti e l’importanza di guadagnarsi la fiducia sul campo. Quindi la proposta di quattro esperienze: la preghiera e l’ascolto della Parola con la Lectio divina, la vita fraterna, un ascolto della Parola coniugato a servizio e carità, e l’accompagnamento personale fatto di ascolto ed empatia.

In apertura di incontro l’incaricato diocesano per la Pastorale giovanile, don Paolo Arienti, ha ricordato le linee fondati dell’anno oratoriano, evidenziando gli strumenti messi a disposizione dalla FOCr per l’accompagnamento (novità il sussidio per la Mistagogia). Stimolo per la riflessione è stato anche un articolo di Sequeri: “Giovane. E poi?”.

Nel corso dell’incontro Mattia Cabrini, della Federazione Oratori Cremonesi, ha anche aiutato a fare il punto sul Sinodo diocesano dei giovani, con un bilancio del cammino fatto sino ad ora con la fase di preparazione e di ascolto e le prospettive per i prossimi mesi.

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