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“Dire, fare, baciare”, il 21 aprile al Maristella l’incontro con i coniugi Oreglia

È in programma all’oratorio del Maristella, a Cremona, domenica 21 aprile, alle 16.30, “Dire, fare, baciare. Parole e gesti che avvicinano la coppia”, un incontro sulla vita di coppia e sulle bellezze della vita famigliare.

A guidare l’evento, organizzato dall’unità pastorale “Madre di Speranza”, i coniugi Nicoletta Musso e Davide Oreglia, formatori in tutta Italia, «una coppia di sposi – come loro stessi si definiscono – che ama aiutare le persone a far crescere le proprie capacità di relazione».

Il dialogo come tema principale dell’incontro, che da seguito a un percorso già avviato qualche mese fa, «come filo conduttore con il quale il Gruppo Famiglie dell’unità pastorale ha ripreso il suo cammino lo scorso ottobre – spiegano gli organizzatori –. Tanti sono i modi e le situazioni in cui una famiglia è in dialogo: dialogo nella coppia, dialogo con i figli, dialogo con la realtà sociale ed ecclesiale».

L’evento sarà aperto a tutti gratuitamente. Per consentire la partecipazione anche alle famiglie con figli piccoli, sarà attivo il servizio di babysitting per tutta la durata dell’evento.

 

Nicoletta Musso
Mediatrice famigliare – Consulente in sessuologia

Laureata in giurisprudenza, dopo aver conseguito il master presso la Pontificia Università Lateranense a Roma diventa mediatrice familiare. Inizia a lavorare con coppie e famiglie che vivono situazioni di crisi, accompagnandole nella gestione buona del conflitto e alla ridefinizione del loro equilibrio in una direzione di riconciliazione o di separazione. Contemporaneamente a questa attività inizia a costruire la sua avventura più impegnativa e stimolante: la famiglia. Con Davide Oreglia è mamma di 5 figli. Alla competenza di mediatrice affianca quella di consulente in sessuologia e di counselor per poter avere sempre più strumenti da mettere a disposizione dei suoi clienti. Con il marito tiene numerose relazioni in tutta Italia sui temi della famiglia, gestione del conflitto, della crescita ed educazione dei figli. Contemporaneamente crea un collegamento con il mondo della scuola attraverso percorsi per studenti e docenti. Diventa membro del coordinamento regionale del CNCP del Piemonte e Valle d’Aosta. Lavora e collabora con associazioni, con aziende che si occupano del benessere delle relazioni con una attenzione alla figura della donna. Entra in contatto con i social in modo più importante nel 2020. Con la collaborazione della sua famiglia e della piattaforma Briicks apre un canale youtube e inizia una formazione laboratoriale-relazionale online.

Davide Oreglia

Laureato con Laurea magistrale in Scienze politiche, Davide lavora nel mondo della Caritas dal 1999 e si è formato all’ascolto e all’accoglienza delle persone e dei nuclei familiari fragili. Insieme alla moglie, dopo aver conseguito il Master in Scienze del Matrimonio e della Famiglia nel 1999, sono attivi formatori in tutta Italia per scoprire insieme la bellezza possibile della relazione di coppia e di famiglia. Ha partecipato negli anni, per crescita e formazione sia personale che lavorativa, a numerosi corsi e convegni su vari temi del volontariato, della promozione umana, integrazione, soggettività della famiglia, aiuto in rete, progettazione pastorale.




A Soncino e Antegnate le reliquie di Santa Teresa di Lisieux e dei suoi genitori, testimoni di santità famigliare

 

Hanno lasciato Soncino nella serata di venerdì 12 aprile le reliquie di Santa Teresa di Lisieux e dei suoi genitori, i Santi Luigi e Zelia Martin. Le urne sono partita poco dopo le 20.30 alla volta della parrocchia di San Michele Arcangelo di Antegnate dove rimarrà sino a domenica 21 aprile. A benedirle, prima che fossero caricate sul furgone che l’ha trasportata in Bassa Bergamasca, è stato il vescovo Antonio Napolioni, sul sagrato della Pieve.

A seguire, la Messa solenne nella maestosa chiesa dedicata a Santa Maria Assunta presieduta dal vescovo e concelebrata dal parroco di Soncino don Giuseppe Nevi, il vicario parrocchiale don Gabriele Barbieri, il parroco di Gallignano don Paolo Tomasi, l’ex parroco di Antegnate, il gallignanese don Rinaldo Salerno e il segretario del vescovo don Matteo Bottesini.

«Vogliamo ringraziare il Signore – ha detto don Nevi prima della benedizione delle reliquie – perché ha portato un po’ di cielo sulla nostra parrocchia. Questi giorni sono stati una preziosa esperienza di ascolto della parola di Dio che si è incarnata nella vita di queste persone». «Le reliquie sono partite verso Antegnate e adesso tocca a noi essere reliquie dei santi», ha quindi introdotto la celebrazione il vescovo Antonio Napolioni che nell’omelia ha presentato un bellissimo ritratto di Teresa di Lisieux e dei suoi genitori, raccontando alcuni momenti della vita di questa famiglia Santa. Solo per citarne alcuni, la morte di Zelia, avvenuta quando la piccola Teresa (che il vescovo ha definito «il capolavoro educativo di questa coppia») aveva solo 4 anni, la fede in Dio, incrollabile fino alla commozione, di Luigi, ma anche le sofferenze fisiche derivanti dalla malattia che lo colpì nella parte finale della sua vita. E ancora l’ingresso di Teresa in monastero e le parole che Luigi Martin scrisse nella sua ultima lettera alle figlie, nella quale descriveva la loro come «una famiglia umilissima, ma che ha avuto l’onore di essere nel novero delle famiglie privilegiate dal nostro adorato Creatore».

«Allora – ha detto mons. Napolioni – questi giorni, questa Eucaristia, questo nostro trovarci ci facciano pregare così, per la nostra famiglia e per tutte le famiglie; non ci dobbiamo sentire giudicati e schiacciati da una famiglia così eccelsa, perché in realtà una famiglia santa è il primato della piccolezza, della fiducia, della confidenza infantile: questo miracolo si rinnovi, specie per le famiglie più provate e più divise, grazie alla nostra preghiera e all’intercessione dei Santi».

Ascolta l’omelia del vescovo Antonio Napolioni

Al termine della Messa don Nevi ha ripreso la parola per una considerazione e un auspicio finale: «Grazie al nostro vescovo per il bellissimo ed efficacissimo ritratto di questi tre santi. Nel ritratto che si fa di una persona è importante saperne cogliere qualcosa e noi, della figura di Teresa e dei suoi genitori, dobbiamo cogliere quegli aspetti che ci spingono ad andare avanti con un sempre maggior fervore».

Da parte del vescovo, che ha voluto rivolgere un pensiero alla giovane brignanese Debora Nisoli, morta in un incidente stradale avvenuto a Soncino nei giorni scorsi, l’esortazione ai presenti a fare l’abitudine non al male ma al bene.

 

 

Le urne intanto venivano accolte all’oratorio di Antegnate, da dove è partita la fiaccolata che le ha accompagnate in chiesa parrocchiale per la celebrazione solenne presieduta dell’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, l’agnadellese Gian Carlo Perego. Anche nel paese della Bassa Bergamasca le reliquie rimarranno una decina di giorni, densi di appuntamenti in chiesa parrocchiale animati anche dalle parrocchie di Covo (la celebrazione eucaristica di lunedì 15 alle 20.30), di Fontanella, Barbata e Isso (la celebrazione eucaristica di martedì 16, alle 20.30) e di Calcio (la celebrazione eucaristica di giovedì 18, alle 20.30). Da segnalare anche l’incontro di venerdì 19, alle 20.30, con i coniugi Schillirò, genitori di Pietro, il bambino guarito grazie all’intercessione dei santi Luigi e Zelia Martin. Domenica 21 aprile, alle 10.30, si celebra la messa di saluto alle reliquie che partiranno per la parrocchia di Santo Spirito in Pignolo, sempre nella Bergamasca.

Le reliquie faranno quindi ritorno in diocesi di Cremona a fine mese, il 28 aprile, presso l’unità pastorale “Mons. Antonio Barosi” di Casteldidone, San Giovanni in Croce, Voltido, San Lorenzo Aroldo e Solarolo Rainerio dove rimarranno sino al 1° maggio.




L’eroicità della santità, don Primo Mazzolari e padre Silvio Pasquali

Don Primo Mazzolari e padre Silvio Pasquali. Entrambi nati nella periferia della città di Cremona: uno al Boschetto, l’altro al Cambonino (allora sotto la parrocchia di Picenengo). Per entrambi una vita spesa nella risposta alla chiamata del Signore annunciando e testimoniando il Vangelo da presbiteri: uno come parroco in terra cremonese e mantovana, l’altro come missionario in India. Entrambi accomunati oggi da un processo di beatificazione in corso.

Due figure al centro della riflessione sulla santità che don Umberto Zanaboni, vicepostulatore della causa di beatificazione di Mazzolari, ha offerto nella serata di mercoledì 10 aprile nella chiesa del Cambonino, parrocchia in cui si trova la cascina natale di padre Pasquali e che, insieme alla parrocchia del Boschetto, dove si trova la cascina natale di Mazzolari, fa parte dell’unità pastorale «Don Primo Mazzolari».

«Il candidato alla santità è colui che si è aperto alla grazia di Dio, che piano piano lo ha trasformato per far vedere i tratti di Gesù nella sua vita, contemporaneamente ai suoi limiti e difetti – ha spiegato don Zanaboni – Questo perché il santo ha vissuto lo stesso Gesù, il Messia sconfitto, che è l’anti-eroe, un fallito umanamente: questa è l’eroicità evangelica, la sapienza della croce».

La santità, infatti, non è solo aderire a valori morali: «L’eroicità di un santo ribalta la vita normale perché una cosa sono i valori del mondo, mentre dall’altra parte c’è la Pasqua di Gesù: i valori della canonizzazione del mondo sono quelli ben spiegati da San Paolo: debolezza, nullità, il disprezzo che sono l’opposto della nobiltà, della sapienza e della potenza secondo la logica umana» ha quindi proseguito il sacerdote nella sua spiegazione.

Quindi don Umberto Zanaboni ha voluto ricordare come a volte si ha un’idea distorta della santità: «Le debolezze del santo vanno mostrate, perché dimostrano la sua grandezza nell’ affrontarle. Spesso i santi hanno caratteri duri, ma che convertono la gente; i santi sono tutti un po’ matti perché credono nell’impossibile di Dio, anche in questo momento della nostra Storia».

 

Ascolta la riflessione di don Zanaboni

Don Primo Mazzolari, uomo di fede che fa fermentare vita

Suore Catechiste di Sant’Anna, Messa a Picenengo nel ricordo del battesimo del fondatore padre Silvio Pasquali




Dal 6 aprile in diocesi le reliquie di santa Teresa di Gesù Bambino e dei suoi genitori

Il 6 aprile arrivano in diocesi le reliquie di santa Teresa di Gesù Bambino, conosciuta anche come santa Teresa di Lisieux, e dei suoi genitori, Luigi e Zelia Martin. La peregrinatio parte da Soncino, dove dalla sera del 3 aprile, con la Messa alle 20.30 e la novena delle rose presso la pieve di Santa Maria Assunta, inizia il triduo di preparazione all’accoglienza delle reliquie prevista per sabato 6 aprile alle 18 con la celebrazione della Messa, sempre nella Pieve.

Fino a venerdì 12 aprile, quando il vescovo Antonio Napolioni ed i sacerdoti soncinesi celebreranno alle 20.30, ancora nella pieve, la messa di chiusura, le reliquie rimarranno a Soncino. Diversi gli appuntamenti previsti in questi dieci giorni dalla parrocchia fra preghiera, meditazione e testimonianze.

«Lo scorso anno – commenta il parroco don Giuseppe Nevi –  abbiamo avuto a Soncino la statua della Madonna pellegrina di Fatima. Il desiderio era quello di continuare con un’esperienza spirituale che formi le coscienze incontrando le figure di Santa Teresa e dei suoi genitori e la missionarietà della fede».

Venerdì 12, in serata, la peregrinatio farà tappa ad Antegnate. Le urne con le reliquie saranno accolte all’oratorio, da dove partirà una fiaccolata che le scorterà sino alla chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo per la celebrazione della Messa solenne alla presenza dell’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, l’agnadellese Gian Carlo Perego. Anche nel paese della Bassa Bergamasca le reliquie rimarranno una decina di giorni, densi di appuntamenti in chiesa parrocchiale animati anche dalle parrocchie di Covo (la celebrazione eucaristica di lunedì 15 alle 20.30), di Fontanella, Barbata e Isso (la celebrazione eucaristica di martedì 16, alle 20.30) e di Calcio (la celebrazione eucaristica di giovedì 18, alle 20.30). Da segnalare anche l’incontro di venerdì 19, alle 20.30, con i coniugi Schillirò, genitori di Pietro, il bambino guarito grazie all’intercessione dei santi Luigi e Zelia Martin. Domenica 21 aprile, alle 10.30, si celebra la messa di saluto alle reliquie che partiranno per la parrocchia di Sant’Alessandro in Colonna, a Bergamo.

Le reliquie faranno quindi ritorno in diocesi di Cremona a fine mese, il 28 aprile, presso l’unità pastorale “Mons. Antonio Barosi” di Casteldidone, San Giovanni in Croce, Voltido, San Lorenzo Aroldo e Solarolo Rainerio dove rimarranno sino al 1° maggio. «Il programma è in fase di definizione – spiega il parroco don Luca Bosio – punteremo su una catechesi incentrata sull’infanzia spirituale di santa Teresa e sugli aspetti della vita famigliare visto che avremo con noi anche le reliquie dei suoi genitori». Gli eventi si terranno a San Giovanni in Croce.




Don Marco Pozza ha chiuso il ciclo di Quaresimali della parrocchia di Soresina

Tutto esaurito per l’ultimo appuntamento dei Quaresimali proposti dalla parrocchia di Soresina. A riempiere il Salone Parrocchiale Mons. Natale Mosconi è stato don Marco Pozza (Cappellano del carcere di Padova, commentatore del Vangelo festivo per Rai 1 e autore di numerose pubblicazioni) tornato ospite a Soresina proprio per gli appuntamenti in preparazione alla Pasqua.

“La pace nasce da un cuore nuovo… strategie di cambiamento da dietro le sbarre”: questo il tema affrontato da don Pozza con slancio e coinvolgimento. Testi biblici, esortazioni di Papa Francesco, riflessioni di don Primo Mazzolari, poesie di Alda Merini, pagine de I Promessi Sposi e storie vere vissute nel carcere di Padova o in seno alla propria famiglia d’origine: tutti esempi per sottolineare che il motore di tutto è sempre il cuore e che anche un cuore “nero” o “spento” può tornare ad amare e ripartire. Il male, come ha più volte sottolineato don Pozza, è affascinante ed è facile lasciarsi attrarre da questo fascino ed essere trascinati in un baratro che allontana da Dio e dal fare del bene. Ma ha anche aggiunto che «la vera tragedia del peccato è, dopo aver fatto il male, impedire a Dio di aiutarci a fare del bene». Ecco perché è importante vedere oltre il male e fare in modo di risvegliare anche il cuore più duro. E di questo percorso di recupero ha portato alcuni esempi incontrati in carcere e ha anche invitato a vivere gli appuntamenti della Settimana Santa pensando al sacrificio di Cristo che ha preferito la croce per pulire dal peccato e dal male il cuore degli uomini piuttosto di scegliere il male.

 

 

 

Ai Quaresimali di Soresina sotto la lente la figura dell’imperatore Carlo I d’Austria, uomo di pace in tempo di guerra




A Scandolara Ravara festa per il ritorno del “San Gregorio Magno” rubato nel 2000

Quella del 20 marzo è stata una giornata di particolare significato per la comunità di Scandolara Ravara che ha visto tornare a casa un’opera trafugata il 9 maggio 2000 proprio dalla chiesa parrocchiale. Il dipinto, olio su tela risalente al XVIII secolo, raffigurante San Gregorio Magno è stato riconsegnato al parroco don Ettore Conti dal tenente colonnello Giuseppe Marsiglia, comandante del Gruppo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Monza.

La riconsegna è avvenuta proprio davanti alla chiesa parrocchiale, in una piazza gremita dai bambini della scuola elementare del paese che hanno partecipato all’evento sventolando bandierine dell’Italia. Presente anche don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni culturali ecclesiastici, alla presenza anche del collaboratore parrocchiale don Luigi Carrai, dei militari che hanno reso possibile il ritrovamento dell’opera e i Carabinieri della locale stazione.

L’indagine condotta dal Nucleo Carabinieri TPC di Genova, coordinato dalla Procura della Repubblica di Bergamo, ha avuto origine nel luglio 2022 quando l’opera d’arte è stata localizzata su un catalogo di una casa d’asta del capoluogo ligure. L’individuazione del bene all’interno della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, gestita dal Comando TPC, la più grande banca dati di settore esistente al mondo per il volume di immagini e dati informatizzati in essa contenuti, ha dato avvio all’attività investigativa finalizzata al rintraccio della tela trafugata.

L’indagine ha portato al sequestro del significativo dipinto, rintracciato in provincia di Bergamo, e ha permesso di identificare, in tre soggetti del luogo, i responsabili della commercializzazione dello stesso.

Il dettagliato quadro probatorio fornito all’Autorità Giudiziaria Bergamasca ha determinato l’emissione del provvedimento di dissequestro e restituzione dell’opera d’arte alla sua comunità parrocchiale.

Il lavoro non è però finito. Ora sarà necessario analizzare l’opera per capirne la derivazione e le origini. A una prima analisi non sembrano essere stati fatti interventi di restauro moderni sulla tela.

«Gregorio Magno è uno dei quattro padri della Chiesa e sicuramente in passato questa opera era posta vicino alle altre tre oggi conservate nella sagrestia, e dove ora anche questa tela farà ritorno».




La visita pastorale a Malagnino ha aperto una strada lungo cui incontrarsi durante il cammino

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«L’importante non è camminare in mille direzioni diverse e disperdersi, bensì camminare per incontrarsi: con i piccoli, con i grandi, con le famiglie» verso quella meta da dove tutto è cominciato, «ovvero la grande festa della Pasqua e il desiderio di vedere Gesù».

Il vescovo Antonio Napolioni riassume con queste parole, durante la messa conclusiva, la sua Visita Pastorale nelle comunità di Malagnino avvenuta nell’ultimo fine settimana. Una serie di giornate «belle, intense ed emozionanti», ha commentato il parroco moderatore delle due parrocchie di San Michele Sette Pozzi e San Giacomo Lovara don Paolo Fusar Imperatore, nelle quali «c’è stata una serie di ottimi incontri e relazioni, sebbene “alla maniera di Malagnino”, coinvolgendo a poco a poco diversi gruppi di persone, che si sono lasciate attirare e coinvolgere». 

Filo conduttore della visita alle comunità, dunque, è stata l’esigenza di camminare insieme cercando di capire come discernere le azioni intraprese nel tentativo di allargare il proprio raggio di azione e trovare una direzione più funzionale alle proprie esigenze. «Un tema comune per le associazioni, per l’amministrazione e anche per i catechisti e volontari della parrocchia – ha ricordato don Paolo – e nello stesso tempo è emersa la ricerca di un sempre maggiore coinvolgimento delle famiglie giovani, tenendo conto di tutte le fatiche necessarie in questo impegno». 

I momenti più significativi di questi tre giorni in compagnia di monsignor Antonio sono stati l’incontro con i genitori e i bambini al sabato e l’appuntamento con le realtà sociali e di volontariato del territorio del venerdì sera. «Ogni associazione ha presentato il suo operato e ciò che ne è uscito è stata una maggior conoscenza anche da parte del vescovo dei numerosi legami territoriali; alcune di esse sono nate altrove o trovano energia altrove proprio nella necessità di allargarsi di tener vivo un loro progetto» ha spiegato il parroco. 

Circa ottanta persone, invece, tra adulti e bambini hanno poi partecipato «in modo molto sentito ed emozionato» alla serata con il vescovo, nel quale ha svolto un momento di riflessione animato da qualche attività e confronto. «Anche con i membri del consiglio pastorale e della parrocchia c’è stato l’ascolto della Parola in chiesa con contributi interessanti» sottolinea don Paolo. La scelta poi di lasciare molto tempo libero al vescovo tra un appuntamento e l’altro del programma si è rivelata vincente perché, secondo il parroco, «questo ha permesso a monsignor Napolioni di dialogare con tante persone; durante gli spostamenti a piedi in paese infatti molti che avevano voglia di parlare o salutare senza la fretta dell’orologio si sono fermati per scambiare qualche parola con lui». 

 

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Questo sentimento di unità nella quotidianità di una realtà “fresca” è stato ribadito dal vescovo come “appello” durante la Santa Messa conclusiva di domenica, concelebrata nella chiesa di San Giacomo Lovara da don Paolo Fusar Imperatore e dal parroco in solido don Eugenio Pagliari, autore dei volumi sulla storia di San Giacomo del Campo, strumenti preziosi per conoscere e conservare la memoria della comunità.

«Vi auguro di proseguire il cammino delle comunità e di amicizia con quelle vicine –  ha detto nell’omelia monsignor Napolioni – ci sono delle belle idee semplici, umili ma concrete, da portare avanti coi vostri sacerdoti, con le famiglie appassionate e giovani che avete la fortuna di avere in questo territorio. Facciamo davvero esperienza della vicinanza di Gesù, della Sua presenza viva». L’invito, dunque, è quello di creare legami più proficui in vista dell’orizzonte della gioia comune. «Il vescovo non dà certo una pagella o un giudizio alle parrocchie. Ho visto tante persone che servono la comunità cristiana, sociale e di paese; c’è quasi una gara a chi ne fa di più». Perciò «attenti che questa competizione non crei problemi: mettetevi d’accordo e fate sì che ci sia un guadagno per tutti» perché «si risvegli in me e in voi lo stupore per i segni nascosti, umili ma realissimi, della presenza di Gesù come il chicco di grano del Vangelo di oggi».

 

Il video integrale della Messa conclusiva




«Siamo piccoli, ma con tanta voglia di futuro». Le parrocchie di Malagnino si preparano ad accogliere il Vescovo

La presenza del Vescovo come punto di partenza per (ri)creare un senso di comunità ecclesiale e civile. Questo è l’auspicio con il quale don Paolo Fusar Imperatore, parroco dell’Unità Pastorale di Malagnino, presenta il programma della Visita Pastorale di monsignor Antonio Napolioni che dal 15 al 17 marzo incontrerà le parrocchie di San Michele Sette Pozzi e di San Giacomo Lovara. «La nostra è una realtà molto piccola, giovane sia come comune sia come parrocchia, eppure con possibilità da scoprire» racconta don Paolo.

Il sacerdote, arrivato nel settembre del 2022, ha sottolineato come questi tre giorni in compagnia del vescovo saranno utili per conoscere meglio la realtà e le sue potenzialità. «All’interno della parrocchia c’è tanta cultura ma anche tante isole; essendo paese da neanche 25 anni c’è uno sforzo comune di provare a renderlo vivo e abitabile e non un semplice “dormitorio”» spiega il parroco. La vicinanza di Cremona influisce sulle relazioni che ci sono tra gli abitanti e sulle loro scelte di vita, «perché comunque ci sono persone che escono la mattina e tornano la sera e non hanno tempo di vivere effettivamente la comunità». 

La sfida, dunque, è provare a far emergere quale potrebbe essere la direzione che il paese potrebbe prendere per il proprio futuro e dare risalto alle sue qualità e sondare le potenzialità di aggregazione. «L’incontro con tutte le associazioni del paese sarà appunto l’occasione di creare una rete di collegamento reciproco e cercare una spinta alla collaborazione anche grazie al vescovo» ha detto don Paolo. I segnali sembrano essere positivi. «La macchina organizzativa si sta muovendo in maniera frenetica; si vede la voglia e la gioia di questo momento negli sforzi che si stanno facendo per preparare tutto al meglio» afferma il parroco.

Un passaggio ripreso anche nella lettera di don Paolo nella presentazione della visita pastorale: «Così andremo avanti più speditamente, consapevoli dell’esperienza vissuta e dell’Altro che resta, diverso dalle solite cose che accompagnano la routine della nostra vita, da accogliere, da custodire, capace di cambiarci il cuore e non soltanto la superficie».

Il vescovo sarà a Malagnino venerdì 15 dalle 15.30, con la partecipazione alla Via Crucis e alla Santa Messa. A seguire, a San Michele, il vespro e condivisione della Parola insieme ai membri del Consiglio Pastorale, i catechisti e tutti i collaboratori parrocchiali. Alla sera, infine, al Centro Ricreativo, l’atteso incontro con le associazioni del territorio. Sabato 16, di nuovo a Malagnino, al mattino monsignor Napolioni incontrerà l’amministrazione comunale e poi tutti i ragazzi del catechismo. Nel pomeriggio farà visita agli ammalati e celebrerà la Messa al Centro Parrocchiale alle 18.30. In serata, invece, cena con adolescenti e giovani e il successivo incontro con i rispettivi genitori. Domenica 17, alle 11 a San Giacomo, la Santa Messa di Chiusura della Visita Pastorale presieduta dal vescovo nella chiesa di San Giacomo Lovara e trasmessa in streaming sui canali ufficiali diocesani (diocesidicremona.it, Youtube e Facebook) e in diretta televisiva su Cremona 1.




Ai Quaresimali di Soresina sotto la lente la figura dell’imperatore Carlo I d’Austria, uomo di pace in tempo di guerra

Si è svolto giovedì 14 marzo il quarto Quaresimale proposto dalla Parrocchia di Soresina. È intervenuto il giornalista cremonese Mauro Faverzani con un tema, se non inedito, poco conosciuto: “L’imperatore Carlo I d’Austria uomo di pace in tempo di guerra”. L’imperatore fautore di pace, che si oppose al primo conflitto mondiale e che, di fronte all’impossibilità di evitarlo, cercò di limitare le catastrofi, le stragi e l’uso di armi eccessivamente distruttive, è stato raccontato da Faverzani, co-autore del libro “Carlo I, un imperatore per l’Europa”.

Faverzani ha inquadrato l’uomo, il marito, il padre, il sodato, l’imperatore, il cristiano, il beato evidenziando il suo atteggiamento costante e coerente, al limite dell’insistente nel perseguire la pace. Carlo I fu un uomo che cercò sempre la pace, in famiglia e al potere, ma che non si sottrasse agli obblighi imperiali e che combatté una guerra decisa da altri. Amò però profondamente la pace, perché sapeva cos’era la guerra, per formazione e come soldato sul campo.

Di Carlo I d’Austria e di Ungheria si è sempre saputo e parlato poco: rare sono le sue autobiografie ufficiali e solo in lingua tedesca. La sua figura è stata approfondita solo dopo la sua beatificazione per quella sua ostinata ricerca e difesa della pace.

Faverzani ha offerto ai presenti una ricostruzione storica puntuale, ricca di approfondimenti sulla situazione politica e bellica dell’epoca, ma soprattutto ha fatto emergere il lato umano e cristiano di un imperatore, affiancato dall’inseparabile consorte Zita, che è stato prima di tutto servitore della famiglia, della vita e della pace. Valori che ha trasmesso agli otto figli (per l’ultima figlia, nata dopo la sua morte, è stato un esempio postumo) e che ha testimoniato senza vergogna a corte, al fronte, in esilio.

 

 

Il prossimo e ultimo appuntamento dei Quaresimali sarà giovedì 21 marzo. Interverrà don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova, commentatore del Vangelo festivo per Rai1 e autore di numerose pubblicazioni. Il suo intervento sarà una testimonianza derivante dal suo ruolo di cappellano. L’incontro è intitolato “La pace nasce da un cuore nuovo… strategie di cambiamento da dietro le sbarre” e si svolgerà presso il salone parrocchiale Mons. Natale Mosconi a partire dalle ore 20.45.

Inoltre, la Parrocchia di Soresina ospiterà, domenica 17 marzo, il ritiro spirituale zonale con la lectio divina proposta dal vescovo Antonio Napolioni presso la Chiesa del Buon Pastore dell’Oratorio Sirino a partire dalle 20.30.

 

 

Quaresimali di Soresina, sotto la lente il messaggio di pace di don Mazzolari e don Milani




Dopo la Visita pastorale a Soncino è tempo di “Missione Adolescenti”

Parte a Soncino la “Missione Adolescenti”, due settimane di incontri, testimonianze ed eventi pensati dalla Parrocchia per avvicinare il mondo adolescenziale. Non è un compito facile quello affidato dal parroco don Giuseppe Nevi e dai suoi collaboratori ai missionari Passionisti, che inizialmente saranno cinque per poi continuare in due.

«Questa Missione Adolescenti – spiega don Giuseppe Nevi – si divide in due momenti. Uno mirato a raggiungere i ragazzi e le loro famiglie, cui saranno proposti laboratori e incontri, incentrati sull’ascolto e con testimonianze di personaggi che provengono da settori quali la scuola, la musica e gli spettacoli o lo sport, più vicini all’universo adolescenziale. La conclusione è fissata per domenica 24, Domenica delle Palme, con la processione mattutina alla Pieve e la Messa, cui farà seguito un pranzo condiviso in oratorio».

Il programma è davvero nutrito. Tra gli appuntamenti la serata di festa con i Lucky Fella che sabato 23 marzo, alle 21, nell’ex filanda, porteranno in scena lo spettacolo Parlami d’amore, ma anche la Via Crucis di venerdì 22 marzo, con partenza dalla Rocca sforzesca alle 20.30, tappe di preghiera in via Manzoni e nelle piazze Fondulo e Garibaldi e conclusione nella chiesa di San Giacomo.

«Lo scopo – continua il parroco – è avvicinare gli adolescenti e le loro famiglie alla vita della parrocchia e porre loro il problema del rapporto con la religione. Quello adolescenziale non solo è un mondo sostanzialmente estraneo alla vita della parrocchia, ma è anche un mondo nel quale vi è opposizione alla figura stessa della parrocchia. Non a caso abbiamo già sperimentato dei rifiuti da parte di alcune famiglie». E aggiunge: «Saranno quindici giorni molto impegnativi. Comunque noi a instaurare un dialogo ci proviamo. Del resto anche questo è un tentativo di fare la cosiddetta “Chiesa in uscita”».

Nel calendario della Missione Adolescenti anche una giornata per ragazzi e genitori alla comunità Shalom di Palazzolo sull’Oglio domenica 17 marzo e l’incontro di lunedì 18, alle 20.30 in oratorio, con Pietro Calore, giovane docente di storia e filosofia che lo scorso anno ha debuttato come scrittore firmando il libro Fantascienza Cattolica & Metafisica. Racconti oltre i confini del Cielo e della Terra.