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Giornata mondiale delle famiglie: sabato 25 giugno eventi nelle cinque zone

Il 26 giugno si celebra la Giornata mondiale delle famiglie. Immediatamente viene da pensare a file di pullman, fiumi di persone, ma il decimo Incontro mondiale delle famiglie presenta una formula inedita. Assumerà una dimensione “multicentrica e diffusa”. In tal modo «tutti potranno partecipare – sottolinea il Papa nel suo videomessaggio –, anche coloro che non potranno venire a Roma». Quindi il Papa invita tutti ad aprire gli occhi verso tutte le famiglie reali che vivono nei nostri paesi e città, ad incontrarle, a festeggiare con loro la normalità delle nostre vite e per questo chiede «di essere vivaci, attivi, e creativi, per organizzarvi con le famiglie, in sintonia con quanto si svolgerà a Roma. Si tratta di un’occasione preziosa per dedicarci con entusiasmo alla pastorale familiare: sposi, famiglie e pastori insieme. Coraggio, dunque, cari Pastori e care famiglie, aiutatevi a vicenda per organizzare incontri nelle diocesi e nelle parrocchie di tutti i continenti. Buon cammino verso il prossimo Incontro mondiale delle Famiglie».

Raccogliendo l’invito di Papa Francesco, la Diocesi di Cremona ha deciso di promuovere, sabato 25 giugno, la Giornata mondiale delle famiglie nelle cinque zone pastorali, nelle modalità specificate nelle locandine allegate: una bella occasione per riflettere, pregare e soprattutto fare festa. Tante famiglie e sacerdoti si sono attivati per progettare ed accogliere.

Il titolo scelto a livello diocesano e che caratterizzerà gli appuntamenti zonali sarà: L’amore famigliare: meraviglioso e fragile. Ogni zona lo declinerà in modo differente a seconda della propria creatività e sensibilità.

Domenica 26 in ogni Messa sarà richiamata con modalità diverse (preghiere, canti, ecc.) l’attenzione alla vita concreta delle famiglie che con le loro ricchezze e fatiche aiutano a plasmare la Chiesa cremonese, come ricordato dal vescovo Napolioni in questo anno pastorale.

Le comunità parrocchiali sono poi invitate a collegarsi con la preghiera dell’Angelus in cui il Papa darà uno speciale mandato alle famiglie, segno di una costante e paterna attenzione alla loro vita in cui, tra tante fatiche, si cerca di vivere la gioia dell’amore. L’auspicio è quello di vivere la Giornata nello stile bello di famiglia con il desiderio di riscoprire e testimoniare che, pur tra tante fatiche, «l’annuncio cristiano che riguarda la famiglia è davvero una buona notizia» come ci ricorda Papa Francesco in Amoris Laetitia.

Scarica la locandina per la Zona 1 (alta risoluzione)

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Attività estive parrocchiali: modulistica e documenti

Vengono pubblicati i primi documenti riguardanti le attività estive parrocchiali.

In particolar modo, sono disponibili:

  • uno schema circa le diverse tipologie di contratti di lavoro utilizzabili per l’impiego di lavoratori per l’oratorio estivo o le attività residenziali;
  • le schede di iscrizione all’oratorio estivo e alle attività residenziali;
  • una prima bozza del Regolamento circa le misure anti-COVID, sia per l’oratorio estivo che per le attività residenziali, ancora provvisoria, in attesa di quella definitiva la cui pubblicazione è prevista per fine maggio.

 

Circa le misure contro il COVID, precisiamo che:

  • al momento non è ancora stato pubblicato alcun Protocollo specifico per le attività educative e ricreative per minori;
  • molto probabilmente non sarà necessario il Green Pass per iscriversi all’oratorio estivo e alle attività residenziali estive;
  • molto probabilmente non sarà necessario il Green Pass per i volontari e i lavoratori coinvolti nelle attività dell’oratorio estivo e in quelle residenziali nello stesso periodo;
  • molto probabilmente non sarà possibile partecipare alle attività estive per coloro che hanno sintomi influenzali o sono in isolamento;
  • probabilmente saranno raccomandate – ma non rese obbligatorie come negli ultimi due anni – attività divise per gruppi. È probabile, tuttavia, che tali squadre potranno affrontarsi durante i giochi (ad esempio, un torneo di calcio);
  • circa l’utilizzo delle mascherine si seguirà la normativa vigente al momento delle attività;
  • al momento è ancora raccomandata l’effettuazione di un tampone prima della partenza per le attività residenziali. Non sappiamo ancora se tale misura sarà raccomandata anche durante i mesi estivi, dipenderà dall’andamento della pandemia e dalle norme in vigore.

 

Il file denominato Iscrizione attività estive – Minorenni è utilizzabile per l’iscrizione di minori alle attività estive del 2022. Se si preferisce stampare e conservare moduli diversi e specifici per ciascuna attività (uno per il Grest, uno per i campi, uno per le gite…) basta cambiare la dicitura “Attività estive” con quella desiderata.

Se durante l’anno pastorale 2021/2022 (per esempio all’atto di iscrizione al catechismo) è già stato fatto firmare un modulo analogo di iscrizione, con la dicitura generica: “ISCRIZIONE ALLE ATTIVITÀ PARROCCHIALI 2021/2022”, il presente modulo non è necessario.

 

Descrizione dei diversi file:

  1. Iscrizione attività estive – Minorenni, scheda da restituire compilata e firmata da entrambi i genitori o da solo uno che si assume la responsabilità di aver ricevuto il consenso anche dall’altro. Firmando la scheda si accetta anche il regolamento sulle misure anti-COVID-19 (che deve essere consegnato prima della consegna della scheda stessa). La scheda di iscrizione contiene la possibilità di esprimere il consenso per il trattamento di foto e video. È necessario che esso sia sempre liberamente espresso: deve essere quindi possibile iscriversi alle attività estive anche negando il consenso al trattamento di foto e video;
  2. Informativa privacy che potrà essere semplicemente esposta nella bacheca dell’oratorio, nel luogo in cui vengono raccolte le iscrizioni e pubblicata sul sito internet parrocchiale nella sezione privacy oppure anche consegnata ai genitori in un foglio separato rispetto alla scheda di iscrizione (l’informativa privacy, se consegnata, resta alla famiglia). L’informativa privacy contiene riferimento sia all’utilizzo di eventuali software gestionali o di clouding, sia al trattamento di foto e video;
  3. Modulo notizie particolari riguardanti il minore (ad esempio, problemi di salute), da riconsegnare possibilmente in busta chiusa. Tali precauzioni (foglio separato in busta chiusa) servono a garantire la riservatezza dei dati particolarmente sensibili ivi contenuti.
  4. Regolamento-anti-COVID-Oratorio 2022, da adeguare in base alle esigenze e alle scelte.
  5. Regolamento-anti-COVID-Attivita-residenziali estive, da adeguare in base alle esigenze e alle scelte.

 

Se non si intendono trattare foto e video basterà eliminare dalla scheda di iscrizione la parte relativa al consenso e dall’informativa il paragrafo che inizia con le parole “Con il vostro consenso, potremo scattare delle fotografie” e finisce con “vengono acquisite le immagini”.

Se non si utilizzano particolari software non è necessaria alcuna modifica all’informativa.

 

Tra i materiali a disposizione anche uno schema sintetico delle diverse possibilità di inserimento lavorativo di operatori retribuiti dalla parrocchia per il servizio svolto nelle attività estive.

 

Per ogni chiarimento o precisazione la Federazione Oratori Cremonesi è come sempre disponibile.

 




La voce delle comunità, consegnato a Roma il documento di sintesi del Sinodo (video e download)

È stato inviato a Roma il documento di sintesi del cammino diocesano vissuto nei mesi scorsi nell’ambito del Sinodo sulla sinodalità, indetto da Papa Francesco per approfondire i lineamenti della Chiesa di oggi, in tutte le realtà, e leggerli nella cornice del cambiamento epocale in atto nella società. Un cammino di comunione, partecipazione e missione – come ricorda lo slogan del Sinodo 2021-2023 – che ha coinvolto l’intera Chiesa universale e dunque anche la diocesi di Cremona.

Il documento stilato dalla Diocesi di Cremona a fine aprile è stato inviato a Roma, dove nelle prime settimane di maggio sarà analizzato insieme alla documentazione giunta dalle altre parti d’Italia, con lo scopo di realizzare un ulteriore documento di sintesi di carattere nazionale da inviare alla Santa Sede.

Il documento di sintesi del cammino diocesano del Sinodo

 

Il documento diocesano si apre con una pagina introduttiva in cui viene sinteticamente ripercorso il cammino attuato e inaugurato ufficialmente nella veglia in Cattedrale del 16 ottobre 2021 nella quale, proprio valorizzando le parole chiave del Sinodo, è stato conferito anche il mandato missionario ai due laici in partenza per il Brasile come missionari “fidei donum”. In seguito nelle cinque zone pastorali una rappresentanza delle parrocchie il vescovo Napolioni ha introdotto il cammino sinodale prima di avviare un lavoro di confronto e analisi che successivamente ha coinvolto anche le parrocchie e altri gruppi ecclesiali.

«Le assemblee zonali che hanno avviato questa fase – spiega a tal proposito don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per il clero e il coordinamento pastorale – sono servite a chiarire le finalità di questo cammino, il senso di uno stile sinodale che si vuole imprimere sempre di più alla Chiesa. Successivamente all’incontro con il vescovo, la focalizzazione si è spostata infatti sul territorio, una sorta di proiezione del primo incontro dentro ogni consiglio pastorale, gruppo e associazione. Poi la condivisione è stata di nuovo riproposta a livello zonale coinvolgendo tutti gli operatori pastorali, impegnati sul territorio a diverso titolo. Tutti questi incontri sono stati guidati da uno schema con dieci punti, dieci temi da seguire: compagni di viaggio, ascoltare, prendere la parola, celebrare, corresponsabili nella missione, con le altre confessioni cristiane, autorità e partecipazione, discernere e decidere, formarsi alla sinodalità».

Gli incontri sono serviti a raccogliere pensieri e proposte, da cui si è partiti per stilare il documento di sintesi diocesana da inviare a Roma. Un lavoro articolato e complesso che è stato affidato all’équipe diocesana per il Sinodo, composta da Diana Afman e il diacono permanente Walter Cipolleschi, con il coordinamento di don Maccagni. A loro il compito di sintesi, attuato attraverso la predisposizione di una “griglia” che, partendo dalle richieste giunte dalla CEI, ha aiutato a suddividere argomenti, tematiche e il lavoro di riflessione e condivisione svolto sul territorio. Una prima scrematura dei 65 contributi raccolti a livello diocesano è stata affidata a dieci “lettori”, due per ciascuna zona pastorale. Da qui il lavoro di catalogazione e analisi, mettendo sul piatto della bilancia elementi qualitativi da un lato e quantitativi dall’altro: il tutto confluito in un sistema di catalogazione pensato per una consultazione e una rielaborazione che sappia andare anche al di là del cammino sinodale.

«Certamente, si poteva fare di più e meglio per cogliere un’occasione di ascolto dello Spirito, ma anche dei desideri e delle aspettative della gente. Ciò nonostante le realtà che si sono messe in gioco – e tra loro anche alcuni gruppi informali – hanno mostrato l’immagine di una Chiesa che desidera essere ascoltata, fatta di volti diversi, ma con l’entusiasmo di raccontare se stessa e di individuare sentieri e possibilità nuove per un annuncio del Vangelo rinnovato – prosegue Maccagni –. E questo non significa volere un Vangelo diverso, ma un Vangelo che risponda alle sfide che il mondo di oggi ci pone».

Dagli incontri sinodali è emersa frequentemente la necessità di promuovere e curare spazi veri di ascolto tra preti religiosi e laici, anche, in particolare, tra generazioni diverse. E non sono mancate voci che hanno “rivendicato” più attenzione ed ascolto all’interno della vita ecclesiale, chiedendo di liberarci da pregiudizi e stereotipi diffusi. «Ci sono realtà – evidenzia il vicario per la Pastorale – che chiedono maggior spazio. Come le donne, il riconoscimento della presenza femminile nella vita ecclesiale deve maturare maggiormente superando il semplice ruolo di generosa collaborazione. Non solo loro, ma anche l’attenzione agli ultimi, i poveri e gli emarginati, deve diventare una scelta della comunità cristiana sostenuta da prassi concrete».

In diverse occasioni è stata forte la richiesta di proposte formative che alimentino la fede, attingendo alle sorgenti della Parola e del Magistero. È sempre più forte anche l’esigenza di lasciarsi interrogare dai “segni dei tempi”.

Tra le richieste emerse, quella di promuovere alcune figure laicali come animatori di comunità e facilitatori di relazioni per uscire da una visione di chiesa troppo clericale. Un’ulteriore sottolineatura riguarda la promozione di una ministerialità diffusa nella comunità: non finalizzata unicamente a coprire posti per servizi ecclesiali, ma volta a rendere vivo il corpo ecclesiale, è una urgenza non più procrastinabile.

Nel cammino sinodale, più volte è stata sottolineata la centralità della famiglia, sottolineandone la fragilità, ma anche il valore e la dignità. Urgente per la famiglia, e per la Chiesa, è la necessità di ripensare alla vocazione educativa; che la fede venga proposta come vera risposta alla chiamata di una vita vera.

Tra le note dolenti quella di una scarsa partecipazione dei giovani al percorso sinodale, che ha messo sotto la lente anche un ripensamento degli itinerari di Iniziazione cristiana, la rilettura della proposta oratoriana e, più in generale, della pastorale giovanile come capacità della comunità di rivolgersi alle nuove generazioni, costituiscono ambiti che andranno riletti alla luce dei cambiamenti culturali ormai avvenuti e che obbligano ad un ripensamento della pastorale tradizionale.

«Un’esigenza da cui partire potrebbe essere la formazione, sia di sacerdoti che di laici, nel coinvolgere, nel riuscire a offrire occasioni di sincero ascolto», sottolinea ancora don Maccagni.

Tutto il materiale raccolto è stato digitalizzato, riuscendo così a mettere a disposizione anche le riflessioni e gli approfondimenti che, pur risultando non necessari per i criteri con cui stilare la sintesi diocesana, saranno comunque utili per future considerazioni pastorali a livello di Chiesa locale. In questo senso l’analisi del cammino sinodale nel suo complesso, – tra ricchezze, criticità e prospettive – e considerando anche il “di più” espresso negli incontri, sarà al centro dell’incontro che il 13 e 14 maggio al Santuario di Caravaggio i membri del Consiglio pastorale diocesano e i responsabili degli Uffici pastorali della Curia vivranno insieme al Vescovo per gettare le basi del prossimo anno pastorale.

Proprio negli stessi giorni l’équipe diocesana parteciperà a Roma a un incontro con tutti i referenti diocesani: sarà l’occasione per un primo confronto sulla sintesi italiana che a fine maggio finirà sul tavolo dei vescovi italiani, riuniti in assemblea, prima che la Chiesa italiana – come quelle di tutti gli altri Paesi – invii alla Santa Sede le proprie osservazioni.

 

 

L’argomento “Sinodo” – proprio con don Gianpaolo Maccagni e Walter Cipolleschi, è stato approfondito anche nell’ultima puntata di Chiesa di Casa, il talk di approfondimento della Diocesi di Cremona.

 

 

 

Sinodo, i Consigli Pastorale e Presbiterale in seduta straordinaria congiunta per la bozza del documento di sintesi




Mutua del Clero, ecco il nuovo Consiglio: riconfermato presidente don Piazzi

Giovedì 28 aprile si è tenuta in Seminario l’assemblea ordinaria della Società di mutuo soccorso fra i sacerdoti della diocesi di Cremona per l’approvazione del bilancio 2021, illustrato dal consulente, dr. Marco Manini. A chiusura della attività del Consiglio Direttivo 2019 – 2021, il presidente ha riassunto l’attività svolta. Il testo è qui disponibile.

A norma dello Statuto l’assemblea ha deliberato in 9 il numero dei consiglieri per il prossimo triennio 2022 – 2025.

Il nuovo Consiglio, riunitosi subito dopo l’assemblea,

PRESIDENTE           don Daniele Piazzi
VICEPRESIDENTE    don Luigi Mantia
SEGRETARIO           don Claudio Rasoli
CONSIGLIERI
don Gianni Cavagnoli
don Marco D’Agostino
don Giansante Fusar Imperatore
don Marco Genzini
don Giampaolo Maccagni
don Carlo Rodolfi



Cammino in preparazione alla Pasqua per bambini e le persone con bisogni comunicativi complessi: scarica il sussidio

Un cammino di preparazione al tempo di Pasqua per aiutare nella partecipazione attiva i bambini e le persone con bisogni comunicativi complessi attraverso il linguaggio della comunicazione aumentativa alternativa (CAA). È il sussidio messo a disposizione delle parrocchie dal Servizio nazionale della CEI per la Pastorale delle persone con disabilità, riprendendo l’iniziativa degli uffici diocesani di pastorale alle persone con disabilità e catechistici dell’arcidiocesi di Rossano-Cariati e della diocesi di Cassano all’Jonio al fine di proporre.

Tale percorso tratta gli ultimi giorni della vita di Gesù ed è suddiviso in tre tappe, caratterizzate dall’alternanza di preghiere, letture e semplici attività pratiche da realizzarsi preferibilmente nel corso del Triduo Pasquale. Quest’attività catechetica può essere vissuta sia in famiglia che in parrocchia ed è sviluppata e raccolta in un sussidio che può essere stampato o fruito online.

La versione completa online del sussidio è consultabile anche attraverso questo Codice QR

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Quest’opera, dal carattere assolutamente gratuito, nasce dal confronto degli uffici delle due diocesi che hanno costituito un’unica equipe articolata in differenti attori al fine di semplificare e rendere accessibile, nella modalità più adeguata possibile, i testi scritturistici e le attività di cui la stessa si compone. In particolare, in una fase preliminare si è effettuata una ricerca dei significati e delle forme linguistiche più semplici e aderenti al senso ultimo della Parola di Dio; per questo lavoro un ringraziamento speciale va a Fiorenza Pestelli, don Annunziato Laitano, don Agostino Stasi, Antonella Marzella e Vincenzo Stivala. In un secondo momento si è passati ad una traduzione in CAA che ha viste interessate in modo eminente Maria Grazia Fiore, Fiorenza Pestelli, Mirella Basile e Anna Maria Cassano.

Il lavoro ha uno scopo partecipativo dal momento che crediamo che non sia ad esclusivo uso di una “categoria” di persone ma è pensato per tutti. Facile, veloce, interattivo, ricco di immagini e corredato da attività, veramente inclusivo, per tutti.

Un grazie speciale a nome delle due Diocesi va a Suor Veronica Donatello, Maria Grazia Fiore e Fiorenza Pestelli.




Via Crucis al Colosseo, dalle famiglie una preghiera di pace per Russia e Ucraina. Il testo della preghiera

Ci sono le famiglie nella loro quotidianità, le gioie dell’amore condiviso, i problemi di coppia, le preoccupazioni per i figli, la sofferenza delle malattie, il dolore per la perdita del coniuge nelle meditazioni della Via Crucis. E c’è chi vive la guerra, come i popoli ucraino e russo da oltre un mese protagonisti di un conflitto che continua a registrare morti atroci, o chi ha dovuto affrontare il distacco dal proprio Paese per cercare un futuro altrove e soffre d’esser chiamato solo migrante. Storie vere, concrete. La Passione che sarà raccontata al Colosseo, nel Venerdì Santo, è quella di Cristo, ma incarnata nella vita di ogni giorno di tanti focolari domestici. E vibrano di vissuto i testi scritti da una coppia di giovani sposi (I stazione), una famiglia in missione (II), da sposi anziani senza figli (III), una famiglia numerosa (IV), una famiglia con un figlio con disabilità (V), una famiglia che gestisce una casa famiglia (VI), una famiglia con un genitore malato (VII), una coppia di nonni (VIII), una famiglia adottiva (IX), una vedova con figli (X), una famiglia con un figlio consacrato (XI), una famiglia che ha perso una figlia (XII), una famiglia ucraina e una famiglia russa (XIII) e una famiglia di migranti (XIV).

Scarica il testo della Via Crucis

 

Le famiglie protagoniste nell’Anno famiglia “Amoris laetitia”
Papa Francesco ha voluto le famiglie protagoniste delle 14 stazioni, nell’anno a loro dedicato con il quale la Chiesa sta celebrando i 5 anni dell’esortazione apostolica Amoris laetitia; anno che si concluderà con il decimo Incontro mondiale delle famiglie in programma a Roma dal 22 al 26 giugno. Le testimonianze, affiancate al percorso di Gesù verso il Calvario, descrivono spaccati di vita in cui tante famiglie si possono ritrovare. E saranno, perlopiù, proprio le stesse famiglie che si sono raccontate nelle meditazioni a portare anche la Croce nell’Anfiteatro Flavio, dove, in mondovisione, la cristianità si raccoglierà nella notte del silenzio, a ricordo della crocifissione e morte di Gesù che sembrò spegnere nei discepoli la speranza accesa dalla Buona Novella.

Un matrimonio agli albori e una coppia in missione

Con Gesù, quello delle famiglie è un vero percorso nelle stagioni della vita, anche se le 14 stazioni non rispecchiano del tutto l’elenco più usato dalla Tradizione. Ma è noto che, nella storia della devozione, i nomi, e talvolta il numero, delle stazioni hanno avuto schemi diversi. Ad aprire la Via Dolorosa è una coppia il cui matrimonio ha appena due anni. Nelle loro riflessioni c’è la felicità per il cammino intrapreso, ma ci sono anche sono i timori e le incertezze verso il futuro: la paura di una separazione, perché a tanti coniugi è accaduto, le incomprensioni nel dialogo, la fatica di arrivare a fine mese. Nella successiva meditazione ci sono le giornate di una famiglia in missione che ha voluto portare l’amore di Cristo lì dove ancora non lo si conosce, ma che convive con l’angoscia di condurre una vita precaria, lontana dalle proprie origini. “Non è semplice vivere solo di fede e di carità, perché spesso non riusciamo ad affidarci pienamente alla Provvidenza. E a volte, davanti al dolore e alla sofferenza di una madre che muore di parto e per di più sotto le bombe – si legge nella II stazione – o di una famiglia distrutta dalla guerra o dalla carestia e dai soprusi, viene la tentazione di rispondere con la spada, di fuggire (…) Ma sarebbe tradire i nostri fratelli più poveri, che sono la tua carne nel mondo e che ci ricordano che Tu sei il Vivente”.

I figli

E ci sono le coppie che non riescono ad avere figli, che continuano a camminare ogni giorno tenendosi per mano, prendendosi cura degli altri, divenuti nel tempo casa e famiglia. Così come quei coniugi che, invece, per i figli hanno modificato i loro sogni professionali, con il timore di rinnegare tutto, come Pietro; con “l’angoscia e la tentazione del rimpianto di fronte all’ennesima spesa imprevista”. Ma se non è stato facile sacrificare i vecchi desideri per la famiglia, “è infinitamente più bello così”. Per chi ha un figlio disabile la croce è, purtroppo, l’opinione della gente che definisce un peso quella prole diversa. Ma ciò che si apprende è che “la disabilità non è un vanto né un’etichetta, piuttosto la veste di un’anima che spesso preferisce tacere di fronte ai giudizi ingiusti, non per vergogna ma per misericordia verso chi giudica”. “Gesù è flagellato e coronato di spine”, ricorda la VI stazione meditata da due sposi con 42 anni di matrimonio, 3 figli naturali, 9 nipoti e 5 figli adottivi non autosufficienti e con problemi psichici. “Non meritiamo tanta benedizione di vita – scrivono -. Per chi crede che non sia umano lasciare solo chi soffre, lo Spirito Santo muove nell’intimo la volontà ad agire e a non rimanere indifferenti, estranei” spiegano, aggiungendo che “il dolore riporta all’essenziale, ordina le priorità della vita e restituisce la semplicità della dignità umana”. E chi è protagonista di un’adozione rivela, invece, che il caricarsi, “genitori e figli”, di quella croce che è la storia di una vita segnata dall’abbandono, guarita da un’accoglienza, nasconde un segreto di felicità. Nell’XI stazione, “Gesù promette il Regno al buon ladrone”, si definiscono malfattori, due genitori che non hanno inizialmente accettato la scelta del sacerdozio del loro figlio. Poi la consapevolezza di aver sbagliato, contrastando in vari modi quella vocazione, e la confessione a Dio: “Noi siamo un vaso e Tu sei il mare. Noi siamo una scintilla e Tu sei il fuoco. E allora, come il buon ladrone, anche noi ti chiediamo di ricordarti di noi quando entrerai nel tuo Regno”.

I pesi dei nonni e le famiglie spezzate

Nella via verso il Golgota, si racconta anche un marito che affronta la malattia della moglie, una croce inaspettata, come quella di cui è caricato Gesù, che ha stravolto gli equilibri familiari ma che ha fatto sbocciare tanti aiuti. E si descrivono pure due nonni in pensione, che sognavano una terza età serena, ma che devono sostenere le famiglie delle loro figlie in difficoltà ed occuparsi dei nipoti. “Caricati di una croce”, pure loro, riconoscono un dono, tuttavia, quell’“essere ‘ossigeno’ per le famiglie” dei figli, perché “non si finisce mai di essere mamma e papà”. Una madre sola con 2 figli, osserva, poi, che “sotto la croce ogni famiglia, anche la più sbilenca, la più dolente, la più strana, la più monca, trova il suo senso profondo”, scoprendo l’amore del Creatore, quello dei fratelli e “una Chiesa che, con tutti i suoi difetti, tende la mano”. E una donna che ha perso il marito e una figlia, pur fra gli interrogativi scaturiti dal dolore, percepisce la sua croce “abitata dal Signore” e si vede ancora famiglia, immedesimandosi in Maria ai piedi di Gesù.

 

La guerra in Ucraina

Le ultime due stazioni sono narrazioni di questi giorni. Una famiglia ucraina e una famiglia russa specificano tutto ciò che la guerra cambia, “l’esistenza, le giornate, la spensieratezza della neve d’inverno, l’andare a prendere i bambini a scuola, il lavoro, gli abbracci, le amicizie”. Chiedono a Dio perché, fra le lacrime finite e la rabbia che “ha lasciato il passo alla rassegnazione”, e si disperano nel non riuscire più a sentire l’amore dell’Onnipotente. E consapevoli della difficoltà di una riconciliazione fra i loro Paesi invocano il Signore perché parli “nel silenzio della morte e della divisione”, insegnando “a fare pace, ad essere fratelli e sorelle, a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare”.

 

Le speranze dei migranti
Infine, una famiglia di migranti si confida, dopo duri viaggi, percepita come un peso nel Paese che la ospita. “Qui siamo numeri, categorie, semplificazioni. Eppure siamo molto di più che immigrati. Siamo persone”, si legge fra le righe della XIV stazione – “Il corpo di Gesù è deposto nel sepolcro” – insieme ai loro sacrifici e al loro passato. Ma non c’è rassegnazione nelle loro parole, bensì speranza. “Sappiamo che la grande pietra sulla porta del sepolcro un giorno verrà rotolata via” concludono guardando alla Pasqua e alla vita nuova di Cristo.

 

Tiziana Campisi




No a lavoro nero, morti bianche, caporalato e sfruttamento degli immigrati nel messaggio della Cei per il 1° maggio

“Un Paese che cerca di risalire positivamente la china della crisi non può fondare la propria crescita economica sul quotidiano sacrificio di vite umane”. È il monito contenuto nel Messaggio della Cei per il 1° maggio, in cui si fa presente che “lo scenario che abbiamo davanti è drammatico: nel 2021 sono stati 1.221 i morti (dati Inail), cui si aggiungono quelli ignoti perché avvenuti nelle pieghe del lavoro in nero, un ambito sommerso in cui si moltiplicano inaccettabili tragedie”.

“Siamo di fronte a un moderno idolo che continua a pretendere un intollerabile tributo di lacrime”, la denuncia dei vescovi italiani, che fanno notare come “tra i settori più colpiti ci sono l’industria, i servizi, l’edilizia e l’agricoltura”. “Ogni evento che si verifica è una sconfitta per la società nel suo complesso, ogni incidente mortale segna una lacerazione profonda sia in chi ne subisce gli effetti diretti, come la famiglia e i colleghi di lavoro, sia nell’opinione pubblica”, la tesi della Cei: “Non ci sono solo le morti: gli infortuni di diverse gravità esigono un’attenzione adeguata, così come le malattie professionali domandano tutela della salute e sicurezza. Ci sono interventi urgenti da attuare, agendo su vari fronti”.

“La nostra coscienza è interpellata anche da quanti sono impegnati in lavori irregolari o svolti in condizioni non dignitose, a causa di sfruttamento, discriminazioni, caporalato, mancati diritti, ineguaglianze”, si legge ancora nel messaggio: “Il grido di questi nuovi poveri sale da un ampio scenario di umanità dove sussiste una violenza di natura economica, psicologica e fisica in cui le vittime sono soprattutto gli immigrati, lavoratori invisibili e privi di tutele, e le donne, ostaggi di un sistema che disincentiva la maternità e punisce la gravidanza col licenziamento”. “È ancora insufficiente e inadeguata la promozione della donna nell’ambito professionale”, l’appello: “A questa attenzione ci sollecita anche la figura di Armida Barelli, beatificata il 30 aprile a Milano: promosse numerose iniziative per la valorizzazione della donna. In tutte queste situazioni non solo il lavoro non è libero, né creativo, partecipativo e solidale, ma la persona vive nel costante rischio di vedere minata irrimediabilmente la sua salute e messa in pericolo la sua stessa esistenza”.

“Anche il mercato del lavoro presenta falle consistenti che sono tra le cause delle cosiddette morti bianche”, il grido d’allarme della Cei: “La crescente precarizzazione costringe molti lavoratori a cambiare spesso mansione, contesto lavorativo e procedure, esponendoli a maggiori rischi. Spesso, inoltre, le mansioni più pericolose sono affidate a cooperative di servizi, con personale mal retribuito, poco formato, assunto con contratti di breve durata, costretto ad operare con ritmi e carichi di lavoro inadeguati, in una combinazione rovinosa che potenzia il rischio di errori fatali”.

Scarica il testo integrale del Messaggio dei Vescovi




Cei, proposta di celebrazione per la pace in occasione delle Palme

La Conferenza episcopale italiana ha presentato una sussidio di preghiera per la pace, invitando tutti i giovani e le comunità a sfruttare questo strumento nella circostanza della Domenica delle Palme.

Una proposta di celebrazione che dunque, potrebbe essere vissuta nella sera di sabato 9 o domenica 10 aprile, ma anche durante la settimana, comunque fuori della celebrazione eucaristica e della Commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme.

Scarica lo schema della celebrazione




Dialogo: Sinodo e guerra nell’ultima edizione, disponibile anche online

Il numero di Dialogo di gennaio/febbraio 2022 potrebbe intitolarsi “pace e guerra”. Due infatti sono i temi dominanti: da un lato la sinodalità, di cui si mettono a fuoco la natura e le forme concrete di attuazione, dall’altro la guerra, sia come dramma storicamente già vissuto sia come ambiguo strumento a garanzia dell’equilibrio geopolitico mondiale.

Nell’editoriale Dal Sinodo evento al Sinodo stile, Paola Bignardi sottolinea la necessità di fare della sinodalità uno stile, cioè “un modo di essere permanente della Chiesa”, così come ha voluto il Concilio Vaticano II e come fortemente vuole papa Francesco. L’Ac in particolare è sollecitata a diventare “palestra di sinodalità” realizzando al proprio interno una viva esperienza comunitaria. Nell’editoriale vengono suggerite alcune possibili piste di realizzazione.

In questo spirito si iscrivono i percorsi formativi di Ac per giovanissimi e giovani, Una scommessa vinta: il campo invernale giovanissimi di Giovanni Mazzolari e Parola all’Arte di Marco Dasti, illustrati nelle pagine di Vita associativa, due modi diversi per fare spazio ad un cammino di autocoscienza in stile comunitario e fraterno.

Un’esperienza sinodale richiede la conoscenza reciproca. Dialogo inaugura perciò con questo numero la rubrica Camminare insieme…nel nostro tempo nella quale avranno voce le associazioni e i movimenti ecclesiali e civili del territorio cremonese, ciascuno dei quali portatore di una specifica originalità a beneficio del bene comune. In questo numero la Conferenza di S. Vincenzo e il Gruppo Agesci Cremona 3.

Il confronto tra convinzioni e scelte diverse richiede talvolta il coraggio di parole forti, dette sempre con franchezza cristiana e con lucidità di analisi. La lettera aperta di don Angelo Piccinelli Questione di libertà o che altro? ne costituisce un valido esempio.

Sul tragico tema della guerra si pongono invece l’intervento di Gianluca Pasini Benedetto XV. Un papa contro la guerra. Ma non solo e Il nostro Paese “in armi”: «Italia, ripensaci!» di Daniela Negri .

Apparentemente lontano da noi nel tempo, in realtà attualissimo, papa Benedetto XV fu uomo di grande levatura spirituale, colto e fine diplomatico che si batté instancabilmente per la pace, anche a prezzo di ostilità e denigrazioni della sua persona. Profeta inascoltato, oggi, a cent’anni dalla sua morte, è un testimone a cui guardare con riconoscenza.

L’articolo di Daniela Negri ci incalza con una documentata esposizione sulla equivoca corsa mondiale al riarmo in cui appare coinvolto anche il governo italiano.

A conclusione, ma in realtà a fondamento della riflessione di questo numero, si pone nella rubrica Spiritualità la meditazione “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” (Lc 24,5) di don Giampaolo Maccagni. Sia nei giorni dischiusi alla speranza (come quelli in cui è stato redatto il testo), sia in quelli della paura, che di nuovo stiamo vivendo, la Quaresima si pone come il tempo del deserto, della lontananza, del silenzio, che è necessario attraversare per approdare ad un nuovo inizio. È la notte di Dio per tornare nella luce, il morire per risorgere in una più radicale comunione con Dio. Un percorso impervio, che ci conduce alla gioia della Pasqua.

E della gioia parla anche il libro da poco dato alle stampe di Isabella Guanzini Filosofia della gioia, recensito da Luisa Tinelli. Per reggere la visione del dolore del mondo, per rispondere al desiderio di felicità, per rigenerare la speranza occorre educare alla cura, alla responsabilità verso gli altri, alla fiducia che il bene è possibile.

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Amoris Laetitia, “Accompagnare, discernere e integrare la fragilità”

È stata pubblicata la video testimonianza di Papa Francesco che, insieme ai coniugi Lykesia, di Mbandaka (Congo), propone una riflessione sul capitolo ottavo dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia: “Accompagnare, discernere e integrare la fragilità”.

In particolare, il Santo Padre ricorda che «oggi la fragilità delle famiglie è messa duramente alla prova. Tutti siamo fragili, e separazioni, divorzi, convivenze sono ormai una realtà che riguarda tante famiglie nel mondo. La Chiesa ha il compito di andare incontro a coloro che desiderano rimanere vicini a Dio, per aiutarli a trasformare i fallimenti e le sofferenze in opportunità di cammino verso la pienezza del Vangelo».

Il Papa ricorda che una Pastorale famigliare attenta sa accogliere, ascoltare, accompagnare e discernere non con semplici e banali ricette, ma con uno sguardo che sa comprendere davvero le situazioni. In ogni situazione è importante usare il balsamo della misericordia per lenire le ferite e far sentire la persona accolta, bisogna insegnare a perdonare, a comprendere a sperare. «Il Vangelo stesso ci richiede di non giudicare e di non condannare […] Siamo chiamati a vivere di misericordia, perché a noi per primi è stata usata misericordia» (cf. AL 308; AL 310).

Ripensando a quanto ascoltato dobbiamo chiederci quale attenzione e capacità di ascolto abbiamo come credenti e come comunità nei confronti delle famiglie in crisi. «La Chiesa deve accompagnare con attenzione e premura i suoi figli più fragili, segnati dall’amore ferito e smarrito, ridonando fiducia e speranza, come la luce del faro di un porto o di una fiaccola portata in mezzo alla gente per illuminare coloro che hanno smarrito la rotta o si trovano in mezzo alla tempesta» (AL 291).

Come comunità diocesana è stato avviato da alcuni anni un cammino di ascolto e accompagnamento rivolto alle persone separate, divorziate e in nuova unione, ma come ci ricordano i coniugi Lykesia «è impellente integrare le famiglie in difficoltà affinché ritrovino il dialogo, il perdono reciproco e la gioia dell’amore».

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Estratto dal sussidio a cura dell’Ufficio famiglia diocesano