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Il Papa ai giovani italiani: “Non lasciatevi rubare i vostri sogni”

“Non lasciatevi rubare i vostri sogni”, “non abbiate paura di pansare all’amore”, “non state lontani dalla sofferenza”, “una Chiesa senza testimonianza è solo fumo”. Così Papa Francesco nel pomeriggio di sabato 11 agosto al Circo Massimo in Roma si è rivolto alle migliaia di giovani convenuti nella Capitale da 200 diocesi italiane “per mille strade”, come recita il logo dell’iniziativa, organizzata dal Servizio nazionale della Cei per la pastorale giovanile in vista del Sinodo dei Vescovi del prossimo ottobre sul tema dei giovani.

Papa Francesco, come da programma, ha fatto il suo ingresso poco prima delle 18.30 e ha percorso tutta l’area sulla jeep bianca scoperta immortalato dagli immancabili selfie dei ragazzi, che nel pomeriggio avevano iniziato a riempire il Circo Massimo.

 

La presenza dei pellegrini cremonesi

Tra loro anche il folto gruppo cremonese con 140 ragazzi che, insieme al vescovo Napolioni, hanno vissuto nei giorni precedenti un intenso cammino di avvicinamento, fatto di incontri, spunti di riflessioni e testimonianze capaci di lasciare il segno. Insieme a loro anche alcuni altri gruppi parrocchiali che si sono aggiunti solo per la due giorni romana dopo alcune altre esperienze estive.

Guidati dall’incaricato diocesano per la pastorale giovanile, don Paolo Arienti, i cremonesi – che si erano dati appuntamenti al Colosseo – alle 14.30 si sono incamminati verso il luogo dell’incontro con il Papa, raggiunto intorno alle 16.

È così cominciata ufficialmente, in una Roma baciata dal solleone di agosto, la “due giorni” di incontro dei giovani italiani con Francesco, in preparazione alla XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

Anticipata da un momento musicale a cura dei The Sun, la veglia è stata caratterizzata dal dialogo del Papa con alcuni ragazzi.

Photogallery dei cremonesi al Circo Massimo

 

Non lasciatevi rubare i vostri sogni

“I sogni sono importanti”, perché “un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato, non potrà capire la vita, la forza della vita”. Lo ha detto il Papa, nel dialogo “botta e risposta” con i giovani al Circo Massimo, in cui ha esortato i presenti a “trasformare i sogni di oggi nella realtà del futuro” e a sognare in grande, stando alla larga dai “sogni della comodità e del benessere, che addormentano i giovani e che fanno di un giovane coraggioso un giovane da divano”. E ancora: “I sogni grandi hanno bisogno di una sorgente inesauribile di speranza, hanno bisogno di Dio per non diventare miraggi o delirio di onnipotenza”. “I sogni dei giovani fanno un po’ paura agli adulti”, ha proseguito Francesco: “Non lasciatevi rubare i vostri sogni”.

“C’è un ragazzo, qui in Italia, che cominciò a sognare alla grande”, l’esempio scelto dal Papa guardando a San Francesco d’Assisi.  “Dicevano che era pazzo perché sognava così, e tanto bene ha fatto perché sognava continuamente”. “Un giovane che è capace di sognare diventa maestro, con la testimonianza, perché la testimonianza smuove i cuori”, ha detto Francesco: “Non si comprano i sogni, i sogni sono un dono, un dono che Dio semina nei vostri cuori. Ci sono dati gratuitamente, perché siano offerti gratuitamente agli altri”. No, allora, alla paura.

“Siate voi pellegrini sulla strada dei vostri sogni, rischiate su quella strada. Perché la vita non è una lotteria, la vita si fa”. “Non ho mai conosciuto un pessimista che abbia compiuto qualcosa di bene”, ha affermato il Papa citando Giovanni XXIII ed esortando il “popolo” del Circo Massimo a ripeterlo: “Il pessimismo ti getta giù, non ti fa fare niente. E la paura ti fa pessimista”.

 

Non abbiate paura di pensare all’amore

“Rischiate nell’amore, ma nell’amore vero, non nell’entusiasmo amoroso truccato da amore”. E’ uno dei compiti affidati dal Papa ai giovani, che ha precisato: “Non abbiate paura di pensare all’amore, ma all’amore fedele, che rischia, che fa crescere l’altro, che è fecondo. Ho visto, facendo il giro della piazza, alcuni bambini nelle braccia dei genitori: questo è il frutto dell’amore, del vero amore. Rischiate sull’amore”. “La libertà non ammette mezze misure”, “La libertà più grande è la libertà dell’amore”.

Se l’amore viene oggi, perché devo aspettare tre, quattro, cinque anni per farlo crescere, per farlo stabile? Chiedo ai genitori di aiutare i giovani a maturare quando c’è l’amore: che l’a maturi, non spostarlo in avanti. Nella vita sempre prima l’amore, ma l’amore vero. Dovete imparare a discernere quando c’è l’amore vero e quando c’è l’entusiasmo”. “Il nemico più grande dell’amore è la doppia vita”, ha ammonito il Papa: “Se tu incominci ad amare la doppia vita, l’amore si perde, l’amore se ne va. L’amore non tollera mezze misure: o tutto, o niente. Per farlo crescere non vanno le scappatoie: deve essere sincero, aperto, coraggioso. Nell’amore devi mettere tutta la carne sulla grigliata, così diciamo noi in Argentina”. Nel matrimonio, ha ribadito Francesco, “il compito dell’uomo è fare più donna la moglie, o la fidanzata, e il compito della donna è fare più oumo il marito o la fidanzata. Questa è l’unità, questo è l’ideale dell’amore e del matrimonio”.

 

La non testimonianza è lo scandalo della Chiesa

I giovani ci chiedono “di accompagnare, di ascoltare, di dare testimonianza”. “Dove non c’è testimonianza, non c’è lo Spirito Santo”, ha ammonito il Papa: “Tra i primi cristiani si diceva: guardate come si amano. Sapevano ascoltare e poi vivevano come dice il Vangelo”. “Essere cristiano non è uno status nella vita”. È ha suggerito: “Incomincia a vivere come cristiano, sarà l’altro a domandarti perché vivi così”. “Lo scandalo è una Chiesa formale, non testimoniale”, ha detto Francesco: “È una Chiesa chiusa, che non esce. Gesù ci insegna questo cammino di uscita da se stessi, il cammino della testimonianza. Lo scandalo è questo. Gesù bussa alla porta, ma da dentro, perché lo lasciamo uscire. Senza testimonianza lo teniamo prigioniero delle nostre formalità, delle nostre chiusure, del nostro egoismo, del clericalismo”. “Il clericalismo è una perversione della Chiesa, che non è solo dei preti ma di tutti noi”, il monito del Papa: “La Chiesa senza testimonianza è soltanto fumo”.

 

 

Il congedo di Francesco

“Grazie per questo incontro di preghiera, in vista del prossimo Sinodo dei Vescovi”.  È cominciato con queste parole il congedo del Papa dal Circo Massimo, dopo il bagno di folla delle decine di migliaia di giovani che hanno passato due ore intense dialogando con lui. “Vi ringrazio anche perché questo appuntamento è stato preceduto da un intreccio di tanti cammini sui quali vi siete fatti pellegrini, insieme ai vostri vescovi e sacerdoti, percorrendo strade e sentieri d’Italia, in mezzo ai tesori di cultura e di fede che i vostri padri hanno lasciato in eredità”, il riferimento ai pellegrinaggi delle 200 diocesi che si sono date appuntamento a Roma per la “due giorni” col successore di Pietro. “Avete attraversato i luoghi dove la gente vive e lavora, ricchi di vitalità e segnati da fatiche, nelle città come nei paesi e nelle borgate sperdute”, ha ricordato Francesco: “Spero che abbiate respirato a fondo le gioie e le difficoltà, la vita e la fede del popolo italiano”.

Poi il riferimento al branco del Vangelo di Giovanni che racconta la corsa di Maria Maddalena, Pietro e Giovanni al sepolcro vuoto di Gesù. “Da quella mattina, cari giovani, la storia non è più la stessa”.,

“Poiché siete giovani, io, come Pietro, sono felice di vedervi correre più veloci, come Giovanni, spinti dall’impulso del vostro cuore, sensibile alla voce dello Spirito che anima i vostri sogni”. Lo ha confessato il Papa, che ha chiesto ai giovani un impegno esigente: “Non accontentatevi del passo prudente di chi si accoda in fondo alla fila. Ci vuole il coraggio di rischiare un salto in avanti, un balzo audace e temerario per sognare e realizzare come Gesù il Regno di Dio, e impegnarvi per un’umanità più fraterna”. “La Chiesa ha bisogno di fratellanza rischiate, andate avanti!”, ha aggiunto a braccio: “Sarò felice di vedervi correre più forte di chi nella Chiesa è un po’ lento e timoroso, attratti da quel Volto tanto amato, che adoriamo nella santa Eucaristia e riconosciamo nella carne del fratello sofferente”, ha proseguito Francesco: “Lo Spirito Santo vi spinga in questa corsa in avanti. La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede. E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci, come Giovanni aspettò Pietro davanti al sepolcro vuoto”.

“Camminando insieme, in questi giorni, avete sperimentato quanto costa fatica accogliere il fratello o la sorella che mi sta accanto, ma anche quanta gioia può darmi la sua presenza se la ricevo nella mia vita senza pregiudizi e chiusure”, ha affermato il Papa a proposito del senso del pellegrinaggio: “Camminare soli permette di essere svincolati da tutto, ma camminare insieme ci fa diventare un popolo, il popolo di Dio. E questo dà sicurezza: la sicurezza dell’appartenenza al popolo di Dio… E col popolo di Dio ti senti sicuro, hai identità”. Poi la citazione di proverbio africano: “Se vuoi andare veloce, corri da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcuno”.

“Non abbiamo paura!”. E’ l’invito della parte finale del saluto del Papa al Circo Massimo. “Non stiamo alla larga dai luoghi di sofferenza, di sconfitta, di morte”, ha proseguito Francesco: “Dio ci ha dato una potenza più grande di tutte le ingiustizie e le fragilità della storia, più grande dei nostri peccati. Gesù ha vinto la morte dando la sua vita per noi. Quella mattina è cambiata la storia, abbiamo coraggio! Quanti sepolcri oggi attendono la nostra visita! E’ stato bello e faticoso il cammino per venire a Roma; ma altrettanto bello e impegnativo sarà il cammino del ritorno alle vostre case, ai vostri paesi e alle vostre comunità”. “Il signore mi ama! Sono amato, sono amata!”, la frase che il Papa ha esortato i giovani a ripetersi tornando a casa: “Allora la vita diventa una corsa buona, senza ansia, senza paura, quella parola che ci distrugge. Una corsa verso Gesù e verso i fratelli, col cuore pieno di amore, di fede e di gioia. Andate così”.

Il video integrale della veglia

 

Il concerto e la notte bianca

La serata al Circo Massimo è continuata in un clima di festa, tra musica e testimonianze, per poi trasferirsi nel cuore della notte verso San Pietro, sostando in varie chiese di Roma per la Notte bianca, con diversi appuntamenti di spiritualità, di arte e cultura, di spettacolo e animazione.




Francesco all’Angelus: il cristiano non può essere ipocrita

Oggi vi esorto ad essere protagonisti nel bene! Non sentitevi a posto quando non fate il male; ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto. Dal sagrato di Piazza San Pietro e davanti ai 70 mila giovani arrivati a Roma per incontrarlo, il Papa ha lanciato il suo invito e la sua speranza perché proprio da loro nasca un mondo capace di “aderire al bene”:

Non basta non odiare, bisogna perdonare; non basta non avere rancore, bisogna pregare per i nemici; non basta non essere causa di divisione, bisogna portare pace.

 

Cristiani audaci 

È necessario intervenire dove il male si diffonde; perché il male si diffonde dove mancano cristiani audaci che si oppongono con il bene, “camminando nella carità”, secondo il monito di San Paolo. Il mandato del Papa fa appello al coraggio nonostante i timori, al sogno nonostante le tentazioni di una vita più comoda perché Francesco ha fiducia nella forza di questi ragazzi “per natura” “dinamici, appassionati e coraggiosi”, arrivati a piedi da lontano e nell’intercessione della Beata Vergine Maria:

Cari giovani, in questi giorni avete camminato molto! Perciò siete allenati e posso dirvi: camminate nella carità! Camminate nell’amore e camminiamo insieme verso il prossimo Sinodo dei Vescovi.

 

Testimoniate la gioia della fraternità 

Nel dopo Angelus, il saluto del Papa e il ringraziamento ai sacerdoti e alle suore per il lavoro quotidiano con i giovani. Personale gratitudine espressa anche alla Conferenza Episcopale Italiana, al cardinale Bassetti promotore dell’incontro e, riprendendo poi le fila del discorso con i giovani, ha così concluso:

Facendo ritorno nella vostre comunità, testimoniate ai vostri coetanei, e a quanti incontrerete, la gioia della fraternità e della comunione che avete sperimentato in queste giornate di pellegrinaggio e di preghiera. A tutti auguro un buon rientro a casa.

(Vatican News)

 




Un gruppo di danzatori cremonesi sul palco con Papa Francesco

Sul treno che viaggia verso Roma sei ragazzi stanno preparando il biglietto da consegnare a Papa Francesco insieme al loro dono: un saap, lo strumento dei danzatori bhangra. Loro sono i Bhangra Vibes, un gruppo di danzatori cremonesi che portano in scena la danza tradizionale della loro terra d’origine, in Punjab, regione nel nord dell’India.

https://www.facebook.com/DiocesiCremona/videos/1700417846752491/

T-shirt di rappresentanza, barbe lunghe e turbanti colorati, con un accento marcato della bassa cremonese. In tutto il gruppo conta nove membri, Ajay e Nirbhay di Rivarolo del Re,  Ajaypal e Maninder di Casalmaggiore, Davinder di Solarolo Rainerio, Harvinder di Motta Baluffi, Mandeep di Ca’ d’Andrea, Azur e Satnaam di  Sabbioneta e Jatinder di Pontevico, ma stasera saranno in sei.

”Balleremo al Circo Massimo” spiegano “davanti a 70 mila giovani e al Papa”. Un’emozione unica anche per chi raccoglie milioni di like su YouTube.

 




Il card. Bassetti ai giovani italiani: “Non stancatevi” di cercare Gesù per essere “lievito di speranza per la Chiesa e la società

Dopo una serata di festa al Circo Massimo – con musica e testimonianze che hanno in un certo senso fatto eco alle parole che Papa Francesco, poco prima, aveva rivolto ai giovani italiani – il tempo per un po’ di riposo sotto le stelle prima di rimettersi in cammino, verso S. Pietro, per l’appuntamento conclusivo di questa due giorni romana promossa dal Servizio di Pastorale giovanile della CEI in vista del Sinodo dei vescovi del prossimo ottobre, proprio sul tema dei giovani.

Quello notturno è stato un vero e proprio pellegrinaggio per le vie dell’Urbe, pacificamente invasa da giovani provenienti da tutta Italia. Non per lo sballo del sabato sera, ma per un incontro speciale: quello con Cristo, insieme a tanti altri fratelli incamminati sulla strada dei discepoli.

A gruppetti, con grandi bandieroni, sulle spalle grandi zaini. Sul volto la stanchezza di questi giorni, ma negli occhi l’entusiasmo tipico dei ragazzi che guardano al futuro con speranza.

Guarda il webdoc della notte bianca di Roma (CeiNews)

Tutti coinvolti in una notte bianca che ha saputo emozionare e far riflettere ancora nel cammino verso piazza S. Pietro. È qui che nella mattinata di domenica 12 agosto tutti si sono dati nuovamente appuntamento per la Messa e un’ulteriore incontro con Papa Francesco.

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Già all’alba consistente l’afflusso dei pellegrini attorno a S. Pietro. Tra loro i cremonesi guidati dall’incaricato diocesano per la Pastorale giovanile, don Paolo Arienti. Solo i più fortunati, dopo ore di attesa in fila, sono riusciti a guadagnarsi i primi posti in piazza. Il grosso del gruppo cremonese, invece, ha preso posto nel secondo settore di sinistra.

Di nuovo sotto il sole romano, ma con temperature più miti, anche se di poco, rispetto al caldo record della serata precedente. Con teli e sacchi a pelo che arrivavano fino a piazza Pio XII e all’inizio di Via della Conciliazione: un nutrito gruppo di giovani ha stazionato anche davanti all’ingresso della sala stampa vaticana. I posti più ambiti della piazza naturalmente vicini alle fontane, per garantire un po’ di refrigerio supplementare.

Alla 9.30 in piazza San Pietro la Messa presieduta dal card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei. Tra i concelebranti i 120 vescovi che hanno accompagnato i loro giovani durante i pellegrinaggi che si sono snodati su tutto il territorio.

“Questa Messa – ha ricordato il Cardinale aprendo l’omelia – rappresenta non solo il culmine di un cammino, al quale vi siete preparati da tempo, ma è anche il modo più bello con cui ringraziare il Signore per la vita e per quella speciale condizione in cui vi trovate, quella dell’età giovanile”. E ancora:

L’esperienza di questi giorni di cammino ha contribuito a farvi capire che nessuna difficoltà e nessuna paura sono insormontabili, purché non le affrontiamo da soli. Il Signore non smette di mandare il suo angelo a portare, al momento giusto, ciò che serve per riprendere le forze e ravvivare il coraggio”.

Nelle parole del Presidente della CEI la vicinanza rispetto alla precarietà lavorativa che vi impedisce a molti giovani di fare programmi per il futuro.

Bassetti ha invitato i giovani a non stancarsi di cercare Gesù:

“Lui vi capisce fino in fondo, perché lui – e lui solo! – sa cosa c’è davvero nel cuore dell’uomo, nel cuore di ciascuno di noi”.

Ricordando quindi: “Il vero pellegrinaggio ha Gesù come compagno di viaggio e come meta che non delude”.

Infine ha concluso: “Cari giovani, nutritevi della sua Parola e del Pane eucaristico. Lasciatevi interpellare e incontrare da lui. La vostra giovinezza non sfiorirà. E sarete lievito di speranza per la nostra Chiesa e per la nostra stessa società”.

Scarica qui l’omelia del cardinal Bassetti

Dopo la Messa tutti in attesa dell’arrivo del Papa.




StepByStep, il Vescovo in cammino con i giovani verso Roma (VIDEO)

Una esperienza di Chiesa, vissuta con lo stile del pellegrinaggio e sperimentando l’accoglienza e l’incontro di altre comunità che condividono, magari in modi differenti, la sequela di Cristo. Il vescovo Antonio Napolioni riassume così l’esperienza che nelle Marche sta vivendo insieme a 140 giovani della Diocesi di Cremona e che nel fine settimana si concluderà a Roma incontrando Papa Francesco in vista del prossimo Sinodo dei vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

La giornata di giovedì 9 agosto è stata ancora contrassegnata dal cammino. Il gruppo cremonese ha lasciato San Severino Marche per Camerino, passando dal convento di Renacavata, prima dimora cappuccina, venerata come un sacrario delle memorie delle difficili origini dell’ordine. Nel corso dei secoli il Convento si arricchì di ulteriori edifici che però non hanno fatto dimenticare la rustica e semplice atmosfera religiosa di un tempo.

In questo clima i ragazzi, dopo cinque ore di cammino, hanno potuto pranzare e avere un momento di relax, in un clima di forte spiritualità, nel quale è stata celebrata l’Eucaristia.

https://www.facebook.com/DiocesiCremona/videos/1699098096884466/

Photogallery di giovedì 9 agosto

Poi la discesa verso Camerino, dove ancora sono evidenti i segni del terremoto del 2016. Una ferita che i giovani hanno potuto conoscere più da vicino nella giornata di venerdì 10 agosto, avvicinandosi alla zona rossa. A due anni dal sisma la parte alta di Camerino è una sorta di città fantasma, presidiata dai blindati che consentono l’accesso solo alle maestranze e a chi, con il caschetto protettivo, ottiene di rientrare per recuperare qualcosa. Il terremoto ha fatto partire il 20% degli abitanti, nonostante le iniziative per il rilancio dell’Università, che ha ospitato il pernottamento dei pellegrini cremonesi presso il CUS.

Ma questa ultima giornata di pellegrinaggio – con tappa al Castello di Lanciano – è stata vissuta anche come una sorta di ritiro spirituale, in cui guardarsi dentro. Il momento è stato anche occasione per vivere il sacramento della Riconciliazione.

Non è mancato neppure un incontro con l’arcivescovo di Camerino-San Severino Marche monsignor Francesco Giovanni Brugnaro che ha voluto salutare personalmente il gruppo dei Pellegrini cremonesi.

Photogallery di venerdì 10 agosto

https://www.facebook.com/DiocesiCremona/videos/1698680140259595/

 

Le giornate romane e le dirette sul nostro portale

Sabato 11 agosto il gruppo cremonese riprenderà i pullman per il trasferimento a Roma, al Circo Massimo, dove nel pomeriggio si svolgerà la veglia con Papa Francesco. La celebrazione sarà trasmessa in diretta sul nostro portale a partire dalle 18.30. Seguirà, alle 21.30, lo spettacolo “Vado al Massimo”, con le ripresa a cura di Tv2000.

I giovani pellegrini giunti da tutta Italia sono quindi invitati a partecipare a una notte bianca con eventi di animazione e spiritualità nel centro di Roma, secondo un percorso che condurrà in piazza San Pietro, dove l’esperienza si concluderà nella mattinata di domenica 12 agosto. Dalle 9.30 il nostro portale, attraverso le immagini di VaticanMedia, proporrà la diretta della Messa presieduta dal presidente della CEI, card. Gualtiero Bassetti, cui seguirà l’incontro con Papa Francesco e la preghiera dell’Angelus.




StepByStep, i giovani Cremonesi a San Severino, “casa” del vescovo Antonio

Continua il percorso di avvicinamento dei giovani pellegrini cremonesi che, guidati dal vescovo Antonio Napolioni stanno camminando verso Roma, dove incontreranno Papa Francesco insieme ai coetanei di tutte le diocesi italiane. Mercoledì 8 agosto il gruppo ha fatto tappa a San Severino Marche, dove per 5 anni il vescovo Antonio è stato parroco.

Durante gli ultimi tratti del cammino i giovani hanno osservato i segni del terremoto che ha colpito la zona, passando dalle casette provvisorie che stanno ospitando le famiglie rimaste senza casa a seguito del sisma.

All’arrivo in città l’accoglienza degli ex parrocchiani è stata calorosa, con un aperitivo di benvenuto e il pranzo comunitario. Nel pomeriggio l’accoglienza ufficiale da parte dell’amministrazione comunale avvenuta nel piccolo teatro 700esco con un gruppo di pellegrini padovani.

Il sindaco Rosa Piermattei ci ha dato il benvenuto, sottolineando come il terremoto ha colpito duramente questa terra, ma anche l’impegno e la volontà per ricostruire e ringraziando i giovani, segno di speranza e stimolo per guardare al futuro.

Nella tappa successiva l’incontro con le suore di clausura, momento molto suggestivo dove è stata data la possibilità a noi ragazzi di fare domande sulla vita monastica a cui le suore hanno risposto con entusiasmo e cordialità. 

Guarda la photogallery della giornata




StepByStep, i giovani cremonesi incontrano la chiesa di Macerata

Prosegue il cammino di avvicinamento del gruppo dei giovani cremonesi in vista dell’incontro con il Papa dell’11 e 12 agosto. Nella giornata di martedì 7 agosto il gruppo guidato dal vescovo Napolioni ha fatto tappa a Macerata, dove ha incontrato il vescovo Nazzareno Marconi.

Ecco il video dell’incontro:

Ed ecco il video diario di due giovani in cammino verso Roma:

Guarda la photogallery del pellegrinaggio

Aspettando l’incontro con il Papa. Le parole del card. Bassetti

“Siamo qui per evocare un fatto che sta riguardando tutta la Penisola, invasa da un esercito pacifico”. Con questa immagine il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha descritto le decine di migliaia i giovani che, da tutte le diocesi italiane (195 su 226), stanno convergendo a Roma per la “due giorni” di incontro con il Papa, in vista del Sinodo, al Circo Massimo e in piazza San Pietro. Il presidente della Cei ha definito la scelta della Chiesa italiana una “grande pedagogia”. “Il camminare insieme – ha spiegato a proposito dei pellegrinaggi che i giovani stanno compiendo in questi giorni dal Nord al Sud della Penisola – è formativo per i ragazzi: lo stare gli uni accanto agli altri, il silenzio per rientrare in sé lontano dalla frenesia della vita quotidiana…

Molti di loro sono figli unici, si abituano a condividere il cammino con gli altri”. Pedagogica è anche la modalità dei pellegrinaggi, che “non soltanto sono la visita ai luoghi, ma anche alle persone, ai santi del territorio, ai luoghi della sofferenza”, ha fatto notare Bassetti.

“Anche tanti vescovi camminano con i giovani, in maglietta”, ha aggiunto a proposito della presenza all’incontro di 120 vescovi.

“E’ il modo migliore per prepararsi al Sinodo” ha garantito il cardinale, sottolineando che l’età dei ragazzi va dai 16 ai 29 anni. “I giovani non sono un oggetto di cui la Chiesa si interessa, ma un soggetto vivo”, ha puntualizzato sulla scia di quanto ha chiesto ai giovani Papa Francesco in vista dell’importante appuntamento di ottobre: “La Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, persino dei vostri dubbi e delle vostre critiche”. “Saranno loro a dirci cosa vogliono dalla Chiesa”, ha proseguito Bassetti:

“Paolo VI diceva che i giovani e la Chiesa hanno un’affinità, perché la Chiesa è sempre giovane e si rinnova continuamente con la forza dello Spirito Santo. Giovani e Chiesa devono sempre più sentirsi alleati”. “

Ci aspettiamo molto da questo incontro”, ha concluso il presidente della Cei elogiando la “accurata” preparazione di questo evento in tutte le diocesi: “Non perché abbiamo voglia di contarci”, ha precisato, “ma perché abbiamo voglia di ascoltare un messaggio fresco, dal Papa e dai giovani, che vanno verso una primavera della storia e dell’umanità. E noi ci andiamo con loro”.

Alla conferenza stampa, moderata da don Ivan Maffeis, sottosegretario e portavoce della Conferenza Episcopale Italiana, sono intervenuti:

  • il Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve e Presidente della CEI;
  • don Michele Falabretti, responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della CEI.

Nel corso della conferenza stampa è stato presentato un primo bilancio dei pellegrinaggi in corso nelle 190 diocesi italiane e il programma dell’evento: sabato pomeriggio al Circo Massimo con il Papa, la festa serale dei giovani, la Notte bianca in una ventina di chiese romane, la mattinata di domenica in piazza San Pietro.




Step by step: iniziato il pellegrinaggio verso Roma

Affidando il proprio cammino verso Roma alla Madonna Nera, nella mattinata di lunedì 6 agosto è entrato nel vivo “Step by step” (passo dopo passo), il pellegrinaggio dei giovani da Loreto a Roma organizzato dalla Pastorale giovanile diocesana in vista del Sinodo dei vescovi che a ottobre rifletteranno sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

Un gruppo variegato di 140 giovani dai 17 ai 33 anni, di 21 parrocchie della diocesi, che insieme al vescovo Antonio Napolioni cammineranno verso la Capitale, dove sabato 11 e domenica 12 agosto è in programma l’incontro nazionale di giovani di tutta Italia con il Papa: attese 70mila persone.

 

Lo stile della proposta

La partenza del gruppo cremonese è stata nel pomeriggio di domenica 5 agosto con tre pullman.

In serata l’arrivo a Loreto dove, dopo la sistemazione presso il Centro di spiritualità Giovanni Paolo II e la cena, i giovani hanno avuto un primo momento di riflessione e confronto con il Vescovo su questa esperienza.

Un vero e proprio «pellegrinaggio», ha da subito precisato mons. Napolioni. «Noi cammineremo da pellegrini – ha affermato – portandoci nel cuore anche tutti i nostri coetanei che non sono qui». Un cammino – comune a tanti altri giovani italiani – in compagnia di Gesù e che intende farsi guidare dallo Spirito. «Stiamo camminando verso un Sinodo – ha infatti sottolineato il Vescovo –. Perciò dobbiamo vivere questa esperienza come tappa fondamentale della Chiesa di Cremona. Questa non è una gmg o un camposcola». Ma un vero e proprio pellegrinaggio, dunque, che intende anche essere occasione favorevole per fare silenzio, ritrovare se stessi e suscitare domande di senso.

Mons. Napolioni ha anche voluto rimarcare la «grazia» del «camminare insieme», richiamando anche tema del nuovo anno: essere «parabole viventi».

Photogallery dell’incontro con il Vescovo

 

L’affidamento a Maria e l’inizio del pellegrinaggio

La giornata di lunedì 6 agosto è iniziata con la visita ai luoghi mariani di Loreto. E proprio volgendo lo sguardo alla Madonna Nera i giovani cremonesi hanno affidato alla Vergine il proprio pellegrinaggio.

Quindi tutti in cammino, diretti verso Recanati (circa 8 chilometri per due ore e mezzo di cammino). Qui una sosta guardando a Giacomo Leopardi e al tema dell’infinito.

Photogallery del cammino verso Recanati

Nel pomeriggio di nuovo in cammino, con 10 chilometri di strada per raggiungere Sambucheto.

Le aspettative di Barbara Guarneri (S. Agata – Cremona) e Ivana Concari (Sospiro)




Papa Francesco e i giovani italiani: “Camminare insieme per non smarrire l’idea di essere chiamati”

A pochi giorni dall’incontro dei giovani italiani con Papa Francesco a Roma, l’11 e il 12 agosto, in una intervista al Sir il responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, don Michele Falabretti, parla del significato dell’incontro e degli scopi che si prefigge. “Siamo qui” è il titolo dell’evento che preveda la presenza di almeno 50mila giovani da quasi 200 diocesi nella Capitale dopo una settimana di cammino sulle vie dei pellegrini.

Don Falabretti, qual è il significato di questa due giorni e che obiettivo si pone? «Lo scopo è quello di ritrovarsi a pregare in vista del Sinodo sui giovani, che si terrà ad ottobre e che è un evento epocale. A tale riguardo il mondo della pastorale giovanile, e più in generale quello ecclesiale, non può che partire dalla preghiera. Siccome il Sinodo è un cammino, abbiamo voluto pensare a questo incontro come un cammino condiviso, proposto in prima persona ai giovani perché sentissero che la Chiesa vuole camminare con loro e accompagnarli. E soprattutto perché sentissero che possono – se vogliono – camminare dentro una comunità, dentro la Chiesa».

Quasi una “chiamata alle armi” per i giovani, insomma…

«Non possiamo smarrire l’idea di essere chiamati. A me pare che come cristiani stiamo perdendo l’idea che “io credo perché Qualcuno mi chiama”. Dobbiamo riscoprire la nostra chiamata che viene dalla Parola di Dio e che fa la Chiesa. Il fatto di camminare insieme ci ricorda questo».

L’incontro può essere visto come segno di particolare vicinanza del Papa alla gioventù italiana? «Non parliamo di preferenze. Diciamo che in questo caso la fisica ha un suo peso (ride). È chiaro che non appena Papa Francesco volge lo sguardo intorno a sé incontri l’Italia e gli italiani che con facilità arrivano ad incrociare i loro occhi con quelli del Papa. Detto ciò ricordo che questo di Roma è il primo incontro nazionale di Papa Francesco con i giovani italiani. Abbiamo avuto il precedente nel settembre del 2007 di Benedetto XVI a Montorso (Loreto), con l’Agorà dei giovani italiani».

I giovani arriveranno a Roma dopo aver raggiunto a piedi santuari cari alla loro tradizione spirituale e dopo aver visitato luoghi significativi (ospedali, carceri…) della sofferenza umana… «L’idea del cammino contiene spunti importanti per questo tempo: innanzitutto il cammino vuole essere un’estensione dell’attività sinodale. Il Sinodo è l’assemblea del Papa e dei vescovi che si ritrovano per confrontarsi. Cosa che faranno i nostri giovani in marcia. Essi ci ricordano che la fede è cammino, movimento, non è stare fermi. In secondo luogo il cammino è una cifra pastorale interessante. Ci diciamo sempre che oggi è più difficile di ieri, che ci sentiamo smarriti. Abbiamo bisogno di ricordare a noi stessi che mettersi in cammino è già una risposta alle nostre mille domande. Mettersi in cammino è l’atteggiamento che questo tempo chiede ai cristiani perché ci viene chiesto di farci compagni di viaggio. Da ultimo vale la pena sottolineare che è nel cammino che incontriamo le storie degli uomini, le loro fatiche di credere e di vivere. Nell’incontro con le storie dei santi, dei testimoni, i giovani incontrano il Vangelo vissuto e così facendo lo apprendono. Il Vangelo lo conosci quando lo incontri e non solo quando ne senti parlare».

“Siamo qui” è il tema dell’incontro. Due parole con cui i giovani sembrano voler richiamare non solo l’attenzione del Papa, ma anche quella della Chiesa e della società. È così? «Spero che sia così. I giovani che arriveranno saranno anche davanti al mondo degli adulti che spesso nega quasi la loro presenza. In realtà i giovani ci sono e non solo nella dimensione del raduno. La cosa più antipatica di questi eventi è la domanda “quanti sono?”, come se i giovani potessero essere ridotti a un numero. Invece saremo di fronte a decine di migliaia di storie, di vite, amate singolarmente da Dio.

L’appello di questi giovani alla Chiesa è quello di essere considerati e ritenuti stimolo e provocazione per la fede degli adulti. Spero anche che la loro presenza sia un richiamo alla società civile perché come ci sono tanti modi, in questo mondo, di essere adulti ce ne sono altrettanti di essere giovani. Non si tratta di fare classifiche o esprimere giudizi, ma ci sono giovani che hanno il coraggio di mettersi in cammino.

Per ciò che riguarda il programma, cosa prevede la veglia di sabato sera? «La veglia sarà divisa in due parti: la prima prevede un dialogo, un colloquio tra il Papa e alcuni giovani che proveranno a portare alcune istanze del loro mondo. Sarà un dialogo aperto e franco. La seconda parte prevede una preghiera che raccoglierà il tema del cammino della Chiesa nel Sinodo e quello percorso dai giovani per giungere a Roma, un pezzo di strada della loro vita».

E dopo la veglia? «Ci sarà una pausa per la cena e poi un paio d’ore di festa e di divertimento con un concerto di artisti italiani. Nel pomeriggio a portare la loro testimonianza sul palco ci saranno, tra gli altri, anche i componenti della band ‘The Sun’. E da mezzanotte, al via la Notte Bianca…».

Vale a dire? «Verranno aperte le chiese di Roma tra il Circo Massimo e San Pietro dove ci si potrà fermare per la preghiera, le confessioni, per ascoltare testimonianze. La notte aiuta ad andare verso l’essenziale: per questo sarà una esperienza di spiritualità. Ci sono molte chiese che propongono il sacramento della Riconciliazione che si lega in modo molto stretto al pellegrinaggio e al cammino che rappresenta un momento di verifica. La mia speranza è sentir dire che molti giovani si sono accostati a questo sacramento e tanti quelli che vi hanno fatto ritorno. In questa notte le chiese si faranno casa per tutti coloro che vorranno entrare, non solo i giovani iscritti».

Domenica, poi, la messa finale in piazza san Pietro… «La messa sarà celebrata dal presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti, insieme a più di 100 vescovi e 1.200 sacerdoti. Il Papa arriverà alla fine della messa, farà il giro della piazza e di via della Conciliazione, passerà in mezzo ai giovani. Poi salirà sull’altare per il saluto del card. Bassetti e qui conferirà il mandato ai giovani e benedirà la Madonna di Loreto e la Croce di san Damiano, che sono i doni che manderemo alla Gmg di Panama. La recita dell’Angelus chiuderà il tutto. Da quel momento in poi ci concentreremo sul Sinodo di ottobre e sulla Gmg di Panama, due importanti appuntamenti che vedranno ancora una volta i giovani protagonisti».




“Step by step”, ecco il timbro per il pellegrinaggio verso Roma

Il Servizio nazionale per la Pastorale giovanile ha preparato un timbro da apporre sulle “credenziali” dei giovani pellegrini che, con un cammino di avvicinamento, l’11 agosto giungeranno a Roma per l’incontro con il Papa in vista del Sinodo dei Vescovi. Una proposta che a livello diocesano prevede il pellegrinaggio a piedi da Loreto al castello di Lanciano guidato dal vescovo Antonio Napolioni.

Seguendo l’antica tradizione sviluppata sui percorsi storicamente più attestati, anche la Federazione oratori cremonesi ha preparato la “credenziale” per il pellegrinaggio diocesano. All’interno del vademecum che sarà consegnato a tutti i partecipanti vi sarà, infatti, un apposito spazio in cui ognuno potrà segnare il cammino verso la Capitale riempiendo gli spazi vuoti con i timbri che attesteranno il passaggio nelle varie tappe.

Il timbro riporta il logo dei cammini che accomuna l’esperienza di tutti i giovani italiani, con il titolo dell’esperienza “Per mille strade” e una “mezza” data: viene riportato, infatti, “agosto 2018”, lasciando lo spazio per aggiungere a penna la data di ogni tappa che sarà scritta a mano giorno per giorno.

Intanto sono in distribuzione i kit dei pellegrini: la maglia e il sussidio “Step by step” realizzati dalle Federazione Oratori Cremonesi insieme ai materiali predisposti dal servizio nazionale di pastorale giovanile.

 

Il pellegrinaggio da Cremona

Sono circa un centinaio i giovani cremonesi iscritti al al cammino dalle Marche a Roma, insieme al vescovo Antonio Napolioni, per partecipare al grande evento con papa Francesco programmato a Roma l’11 e 12 agosto in preparazione ai lavori del Sinodo dei vescovi che si svolgerà da ottobre.

Il pellegrinaggio proposto dalla Pastorale giovanile cremonese, inserito tra i momenti che daranno continuità ai lavori del Sinodo diocesano, avrà inizio il 5 agosto facendo tappa a Loreto e proseguendo per Recanati, la terra di Leopardi. Martedì 7 agosto i giovani arriveranno a Macerata, dove è previsto l’incontro con la Chiesa locale e il suo vescovo. Dopo una sosta a Tolentino, i giovani cremonesi giungeranno nella diocesi di Camerino–S. Severino Marche, terra d’origine del vescovo Napolioni, con cui la diocesi ha stretto un gemellaggio di solidarietà dopo il sisma. Qui è previsto l’incontro con le Clarisse e i Cappuccini di Renacavata.

Sabato 11 agosto il trasferimento a Roma, per prendere parte, nel pomeriggio, al Circo Massimo, alla veglia con Papa Francesco; a seguire una «notte bianca». Alcune chiese saranno “animate” grazie all’aiuto di associazioni, diocesi e movimenti: un modo per fermarsi a riflettere partendo da alcune testimonianze, da una performance teatrale, da un incontro tematico, da un percorso artistico. Disponibile la mappa delle chiese aperte da mezzanotte alle 4 del mattino. Le chiese saranno anche a tratti un rifugio per i viandanti stanchi, in cammino verso San Pietro per la Messa finale. Questo il programma nelle varie chiese.

Percorso penitenziale in preparazione al Sacramento della Riconciliazione

L’esperienza si concluderà la mattina con la Messa in piazza S. Pietro e, a seguire, un nuovo incontro con Papa Francesco.

 

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