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Presentata la mostra fotografica e documentaria sulla chiesa di S. Omobono (audio e video)

La mostra fotografica sulla chiesa dei SS. Egidio ed Omobono di Cremona è stata inaugurata nella mattinata di sabato 9 novembre presso la sala Puerari del Museo di Cremona.

Alla presentazione della mostra oltre che al fotografo Giuliano Regis e alla curatrice del corredo esplicativo e narrativo della mostra Sonia Tassini, erano presenti anche l’assessore ai sistemi culturali del Comune di Cremona Luca Burgazzi, il presidente dell’A.D.A.F.A. gruppo fotografico cremonese Giovanni Fasani insieme a don Gianluca Gaiardi incaricato diocesano dell’ufficio diocesano dei beni culturali della diocesi e Raffaella Barbierato direttrice della Biblioteca Statale di Cremona.

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Il cuore della mostra sono le fotografie scattate dall’occhio di Giulano Regis che ha scelto di fotografare vari elementi dell’edificio religioso sotto la sola luce naturale in diversi momenti della giornata e dell’anno per meglio cogliere la spazialità e forme architettoniche: «non ho dato un’idea monumentale agli elementi fotografati ma li ho contestualizzati nello spazio con il pavimento, gli ingressi e gli altri elementi presenti sfruttando la luce che illumina di riflesso le parti della chiesa in ombra» ha voluto spiegare il fotografo Regis.

Raffaella Barbierato ha voluto spiegare che: «come curatori di beni culturali noi siamo interessati anche a queste occasioni per tutelare i beni e per favorire la ricerca come avviene in questa mostra come noi ci preoccupiamo solitamente di libri».

Le fotografie sono affiancate da alcuni oggetti liturgici e da documenti storici riguardanti la chiesa e sono accompagnate da un video introduttivo e da didascalie che vanno oltre la spiegazione tecnica. Infatti il lavoro di Sonia Tassini è stato quello di riprendere i testi di Carlo Visconti, che nel 1730 divenne preposito della chiesa, per accompagnare il visitatore anche con le informazioni per contestualizzare funzionalmente con la liturgia e le tradizioni dell’epoca ciò che è stato colto dall’occhio del fotografo.

La mostra inaugurata in occasione della prossima solennità di Sant’Omobono, patrono della città e della diocesi, rimarrà aperta fino al 5 gennaio 2020 dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 17 presso i locali del Museo Civico di Storia Naturale in via Ugolani Dati, 4 a Cremona.

Ascolta gli interventi:

Luca Burgazzi

Giovanni Fasani

don Gianluca Gaiardi

Raffaella Barbierato

Giuliano Regis

Sonia Tassini




«Nella mani del Sarto divino ogni vita diventata un capolavoro» (Video, audio e foto)

Imbastire, rammendare e ricamare. Questi tre gesti, specifici della professione sartoriale, sono stati gli stimoli che il vescovo Antonio Napolioni ha voluto rivolgere alla città e alla diocesi di Cremona in occasione della solennità patronale di sant’Omobono, nella Messa pontificale presieduta in Cattedrale la mattina di mercoledì 13 novembre. Tre verbi idealmente suggeriti proprio dal sarto cremonese, diventato “padre dei poveri”, per rileggere e contemplare l’opera di Dio, il «Sarto divino», nelle cui mani ogni vita «diventata un capolavoro». Perché «quello che io e gli operai facevamo sulle stoffe – sembra dire oggi sant’Omobono – il Signore lo fa nella vita dei suoi figli, nella mia e nella vostra».

 

L’omaggio dei ceri in cripta

La giornata del 13 novembre è iniziata già di primo mattino con il pellegrinaggio di tanti all’urna del Santo, nella cripta della Cattedrale, dove alle 10.15 il vescovo Napolioni, secondo una antica tradizione, ha ricevuto “l’omaggio dei ceri” da parte dell’Amministrazione comunale di Cremona. Accanto al sindaco Gianluca Galimberti, in rappresentanza della Provincia di Cremona Rosolino Azzali e il prefetto Vito Danilo Gagliardi.

«Siamo qui silenziosi e festosi, grati e consapevoli di aver ricevuto un dono così grande nel concittadino Omobono Tucenghi», ha detto il Vescovo prima di ringraziare le autorità presenti per l’offerta dei ceri, «segno di un dialogo ininterrotto tra le varie componenti della comunità cittadina, ispirate alla testimonianza di sant’Omobono».

Dopo l’accensione dei tre ceri votivi, la preghiera al Patrono. Attorno all’urna del Santo anche il vescovo emerito Dante Lafranconi e i canonici del Capitolo della Cattedrale.

 

La Messa pontificale delle 10.30

Subito dopo, alle 10.30, in Cattedrale, la solenne Messa pontificale presieduta dal Vescovo e concelebrata da molti sacerdoti della diocesi. Nell’omelia il vescovo Napolioni ha voluto idealmente dare voce al Patrono, soffermandosi su tre gesti caratteristici di un sarto.

«Per imbastire – ha detto – ci vuole un filo umile e povero, che serve a tracciare il disegno, a guidare le forbici, a dar forma al vestito, su misura di ogni persona, del suo corpo reale. Un filo che sa scomparire, terminata la sua missione. Il Padre sa bene qual è il suo disegno, di salvezza e di vita, lo attua e lo rinnova guardando a Gesù, modello di carne e non di carta, sempre presente nella sua mente e all’orizzonte dell’umanità». Queste le parole del Patrono, che ha proseguito: «Sin dall’inizio, la mia vita fu imbastita di semplice bontà». E ancora: «Ora vedo invece quanto voi siete costretti a correre, cambiare, sperimentare, con il rischio di vivere senza radici e senza identità. Non vi servirà uno sterile lamento, non cedete alla tentazione della nostalgia, mentre il Sarto divino punge col filo del presente per preparare comunque una trama di amore, un tempo di grazia. Se Egli non è stanco di voi, fate attenzione a non dimenticarvi di Lui». Non manca un suggerimento: «Fermatevi, personalmente e in comunità, ad ascoltare la Sua Parola». «Il mondo che abitate – ha continuato – si fa sempre più piccolo, affollato, ma non altrettanto fraterno. Dovete imbastire una visione alta e universale del vostro futuro, per non soccombere soffocati dagli stessi scarti del vostro irrazionale consumare beni, quelli della natura, come quelli degli affetti. La Chiesa non tema di proporre la sua visione integrale e liberante della vita umana, la sua dottrina sociale profonda e attuale, e convochi gli uomini di buona volontà ai crocevia della pace».

«Per rammendare – ha quindi idealmente ricordato Omobomo – ci vuole un filo forte, ma non troppo, che riprenda trame e armonizzi colori, che ricucia gli strappi, come il chirurgo sutura le ferite. Il tessuto della vita, infatti, non è indenne da traumi e dolori, da crisi e prove». E guardando dal Cielo la sua Cremona, Omobono vede i suoi concittadini di oggi «a volte tentati di cedere all’indifferenza, o alla rabbia distruttiva, come pure a una certa smania rivoluzionaria». Da qui l’invito «a un rinnovamento radicale, ad una vera conversione». La sa bene Omobono, che ha attraversato tempi non certo più facili di quelli attuali, come egli stesso ha voluto ricordare: «Mentre la nostra città si allargava, e le sue periferie si popolavano di poveri, mentre eravamo spesso in guerra con le città vicine, mentre i cremonesi osavano persino darsi un vescovo scismatico (…) io scelsi di rammendare prima la mia anima (con la penitenza e la confessione costante dei miei peccati) e poi quella della mia gente, come umile ma convinto operatore di pace tra le diverse fazioni. E non ero prete o monaco, ma laico, sposo, sarto e mercante… cristiano!». E anche qui una parola da padre: «Voglio incoraggiarvi a non buttare i panni, e soprattutto chi ci sta dentro, appena sono un po’ logori. Reagite con determinazione al senso di declino che serpeggia, parlate tra voi del bene che cresce silenziosamente e dissociatevi dal male che reclama attenzione, per generare altro male. Non nascondete la vostra vulnerabilità, perché quella è la stoffa con cui si fanno vere relazioni umane, quella la ferita da tenere aperta e pulita, perché ne sgorghi – come dal Crocifisso – l’acqua della vita e il sangue dell’amore».

Ma per ricamare ci vuole un «filo finissimo e nobile». «La terra è ricamata da Dio e dall’intelligenza creativa dei suoi figli, tutti apprendisti artigiani e artisti della vita. E anche tra i più poveri, la bellezza è possibile e necessaria, attira, parla e disarma». «Vedo che oggi  – afferma ancora sant’Omobono – siete bravissimi nel confezionare vetrine e nel rivestire manichini, quando la plastica non finisce con l’invadere il corpo e il cuore. Sembrate tutti tanto belli, belle, quasi perfetti, così belli da non sembrare veri». E ancora: «Mentre costringete ai margini chi non risulta all’altezza della spietata “società dell’immagine”, Dio va a cercare gli umili e li esalta come sa fare Lui. Un inganno del genere è possibile anche tra i cristiani, come accadde ai miei tempi». Ecco perché «Quando la vostra lingua “taglia e cuce”, soffro e prego perché il Verbo di Dio vi trafigga il cuore e vi ricami nella coscienza il giusto turbamento e un sincero desiderio di verità e di carità».

Tre verbi che Omobono, al termine del suo messaggio, chiede di applicare agli scenari di vita familiare, sociale e politica, ecclesiale e spirituale. «Sappiate però – conclude nel messaggio alla sua città – che non sono soltanto i verbi del mio antico lavoro. Sono le meraviglie che vedo operare dalle mani di ogni madre, e specialmente da Lei, Maria, che ha imbastito la carne del Figlio nel grembo della sua obbedienza a Dio, che ha rammendato il mondo col suo ascolto premuroso di ogni grido e di ogni supplica, che ricama fino all’ultima ora la veste nuziale per ciascuno di noi».

Il testo integrale dell’omelia

 

Tra l’assemblea, nelle prime file, la rappresentanza di amministratori, politici, forze dell’ordine e categorie economiche cittadine, tra cui l’Associazione dei sarti di Cremona e provincia che, come ogni anno, nel giorno del santo patrono della categoria artigianale, al momento dell’offertorio ha portato all’altare alcune stoffe.

La solenne celebrazione, animata con il canto dal Coro della Cattedrale e servita all’altare dai seminaristi diocesani, si è conclusa con la benedizione e l’indulgenza plenaria.

 

Photogallery della celebrazione

 

 

Appuntamenti del pomeriggio

Nel pomeriggio la Cattedrale resterà aperta dalle 15 alle 19, con possibilità di accedere ancora alla cripta dove sono conservate le spoglie del Patrono. A garantire il regolare afflusso dei pellegrini l’Associazione Nazionale Carabinieri di Cremona.

Nel pomeriggio, alle 17, il vescovo Napolioni presiederà i Secondi Vespri.

Alle 18 l’ultima Messa della giornata, presieduta dal parroco della Cattedrale, mons. Alberto Franzini.




Dopo il pranzo di Sant’Omobono alla Casa dell’Accoglienza, la visita del Vescovo ai locali rinnovati del Rifugio notturno

Si è rinnovata, nel segno di sant’Omobono, padre dei poveri, la bella tradizione del pranzo del Vescovo alla Casa dell’accoglienza di Cremona con gli ospiti delle opere segno della Caritas cremonese e gli utenti delle Cucine benefiche gestite dalla San Vincenzo diocesana. Al termine del pranzo monsignor Antonio Napolioni ha fatto visita ai locali del rifugio notturno, rimessi da poco a nuovo.

Insieme al sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, all’assessore alle Politiche sociali e della fragilità Rosita Viola e al vicepresidente della Provincia di Cremona Rosolino Azzali, il Vescovo è stato accompagnato nei locali rinnovati dal direttore della Caritas don Pierluigi Codazzi e dall’operatore Alessio Antonini del Centro d’ascolto.

Il Rifugio notturno, situato in viale Trento Trieste 37, è pensato per accogliere ospiti durante la notte garantendo dei locali al chiuso dove poter dormire durante le rigide serate d’’inverno. A disposizione diciotto posti letto e i bagni con sanitari, lavandini e docce.

Il servizio è gestito dalla Caritas diocesana in convenzione con il Comune nell’ambito del piano regionale di contrasto alla povertà e sarà operativo per tutto il periodo invernale.

Il Rifugio notturno presso la Casa dell’Accoglienza è riservato agli uomini, mentre alle donne è riservato uno spazio di pronta emergenza presso Casa di Nostra Signora, la struttura “in rosa” della Caritas diocesana in via Ettore Sacchi.

Photogallery




Il 14 novembre concerto nella chiesa di Sant’Omobono

“La musica cremonese dal Rinascimento ad oggi” è il titolo del concerto d’organo che il maestro Paolo Bottini terrà nel pomeriggio di giovedì 14 novembre, alle 18.15, a Cremona, nella chiesa dei Ss. Egidio e Omobono. Un evento collaterale della mostra “Immagini e voci del XVIII secolo. La chiesa dei SS.Egidio ed Omobono” che sino al 5 gennaio sarà visitabile presso il Museo civico di Storia naturale (leggi per saperne di più).

Il concerto proporrà musiche contenute nel cd di Paolo Bottini “Il settecentesco organo della chiesa di S. Omobono in Cremona e la musica cremonese dal 2014 al Cinquecento” pubblicato nel 2014 per l’etichetta cremonese “MVCremona” di Marcello Villa con il patrocinio del Touring Club Italiano. L’intento e stato quello di far conoscere un repertorio di musica cremonese che metta in risalto le deliziose qualità foniche del settecentesco organo della chiesa dei Ss. Egidio ed Omobono (restaurato nel 2004 dalla ditta “Inzoli Cav. Pacifico e Figli” dei Fratelli Bonizzi di Crema), strumento poco conosciuto dagli stessi cremonesi stessi.

L’evento è promosso in sinergia con Adafa, Gruppo fotografico cremonese, Associazione nazionale insegnanti storia dell’arte e Lyceum Club Internazionale.

Locandina dell’evento       Programma del concerto




La Settimana della carità si fa rete sul territorio

Per la Settimana della carità è proposta una serie di incontri nelle cinque zone pastorali rivolta a operatori e volontari del settore caritativo. Tra gli obiettivi c’è quello di far conoscere meglio le voci del territorio al nuovo incaricato diocesano, don Pierluigi Codazzi, e proseguire nel lavoro di tessitura delle reti di solidarietà nelle comunità parrocchiali.

A tale proposito giova ricordare quanto emerso anche per la diocesi di Cremona nel rapporto “La comunità di cura nella metamorfosi del sociale”, promosso dalla Delegazione Caritas lombarda con il consorzio Aaster. Nel dossier, attraverso interviste a operatori e volontari dei centri d’ascolto, si riflette sulle modalità con cui le Caritas, a partire dall’incontro con i poveri, riescono ancora a incidere sulla vita delle comunità cristiane.

La lettura delle dinamiche macro-economiche del territorio cremonese presenta molte affinità con gli altri territori della bassa padana.

Lavoro (come fragilità strutturale di individui e nuclei familiari) e solitudine (come risultato della frammentazione sociale) sono indicati nel dossier come le principali problematiche con cui i centri d’ascolto territoriali si trovano ad avere a che fare nel loro rapporto con l’utenza.

La dinamica più preoccupante sottolineata dal focus group cremonese è che sia la povertà economica (fragilità) che quella relazionale (solitudine) non vengono risolte nemmeno quando si riesce a inserire l’individuo in un percorso lavorativo più o meno stabile.

Ragionando di questi temi è emersa una forte consapevolezza del corpo volontari cremonesi di come a volte sia proprio la carità che scade in assistenzialismo (seppur fatto in buona volontà) a creare e ricreare le situazioni di povertà negli individui e nelle famiglie. Ed è proprio per non diventare dei meri distributori di pacchi che i centri di ascolto del cremonese già da qualche tempo hanno iniziato un percorso che mette al centro del discorso la pedagogia, ovvero, l’insegnamento di una serie di strumenti cognitivi e materiali affinché le persone non ricadano in situazioni di fragilità.

Fra gli strumenti che emergono per realizzare questi obiettivi si trova la prossimità delle persone come concetto cardine. Una prossimità fisica che aiuti reciprocamente le persone a trovare un proprio percorso di autonomia anche attraverso il mutuo appoggio. Ma anche, e soprattutto, una prossimità relazionale che permetta d’inserire gli individui marginali in una rete da cui possano attingere risorse utili per il proprio percorso.

Dai centri di ascolto del Cremonese arriva una richiesta esplicita per un lavoro di inchiesta e ricognizione territoriale che dovrebbe svolgere la Caritas diocesana in quanto soggetto responsabile della detenzione della rete di relazioni e contatti da poter poi trasferire ai vari centri d’ascolto, che a loro volta la trasferiranno all’utenza. Un simile servizio va supportato con opportune reti, lunghe e corte, che sappiano informarlo delle dinamiche presenti nei territori di riferimento e supportarlo in tutte le iniziative che si vorranno intraprendere.

Incontri zonali

Nel mese di novembre, durante la Settimana della carità, si svolgono quest’anno gli incontri con gli operatori della carità, organizzati a livello zonale secondo il seguente calendario:

  • sabato 9 (ore 9.30-11.30) all’oratorio Maristella di Cremona per la Zona 3

locandina Zona 3

  • domenica 10 (ore 9-11) a Sospiro per la zona 4

locandina Zona 4

  • lunedì 11 (ore 20.45-22.30) a Bozzolo per la zona 5

locandina Zona 5

  • sabato 16 (ore 9.30-11.30) a Mozzanica per la Zona 1

locandina Zona 1

  • domenica 17 (ore 9-11) a Castelleone per la zona 2

locandina Zona 2

 

S. Omobono

Nell’ambito della festa patronale di sant’Omobono, il padre dei poveri, la Diocesi di Cremona vive la tradizionale Settimana della carità

Giornata dei poveri

Domenica 17 novembre 2019 la Settimana della carità si chiude nell’occasione della Giornata mondiale dei poveri, voluta da papa Francesco