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Giornata delle comunicazioni: domenica alle 19.30 speciale di Riflessi Tv

In occasione della 55esima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, domenica 16 maggio alle 19.30 sui canali web e social di Riflessi Magazine e della Diocesi di Cremona, così come in tv su Cremona1, andrà in onda una trasmissione speciale dedicata al tema della comunicazione, dal titolo “Vieni e vedi”, richiamando il titolo del messaggio del Papa per la Giornata.

La trasmissione, realizzata da Riflessi in collaborazione con l’Ufficio diocesano delle Comunicazioni sociali, sarà condotta da Filippo Gilardi. Ospiti in studio tre giornalisti: Francesco Ognibene, caporedattore del quotidiano Avvenire, Stefania Mattioli, capo ufficio stampa dell’Ospedale di Cremona, e Riccardo Mancabelli, incaricato diocesano per le Comunicazioni sociali. Insieme dialogheranno sul ruolo del giornalismo e della comunicazione oggi, a partire dagli stimoli offerti dal Papa, rispetto a una comunicazione fatta “incontrando le persone dove e come sono”. Un invito cioè a consumare le suole delle scarpe, per non correre il rischio di fare un’informazione appiattita, preconfezionata, autoreferenziale e incapace di intercettare la verità delle cose o la vita concreta delle persone.

Anche per questo la puntata di Riflessi Tv presenterà diversi contributi di realtà che si muovono in questa direzione. È il caso di un progetto di alternanza scuola-lavoro elaborato dal liceo Vida di Cremona, dove i ragazzi si confrontano con il giornalismo televisivo, ma anche della realizzazione, nella stessa scuola, di un blog realizzato interamente dagli studenti. E ancora della radio che sta nascendo in una realtà oratoriana del territorio, Radio del Rey. Spazio anche al racconto in presa diretta di cosa abbia voluto dire per l’Ospedale di Cremona “narrare” la pandemia essendo nell’occhio del ciclone.

Tutti esempi che ben si inseriscono nel messaggio di Papa Francesco: giornalismo e informazione richiedono infatti il coraggio e la capacità di muoversi, il desiderio di vedere. «Da più di duemila anni – scrive il Papa – è una catena di incontri a comunicare il fascino dell’avventura cristiana». D’altronde «nella comunicazione nulla può mai completamente sostituire il vedere di persona». Per ogni «espressione comunicativa» che voglia essere onesta, il Santo Padre suggerisce dunque l’invito a «venire e vedere» alla galassia comunicativa di oggi, dai giornali al web, ma anche nella «predicazione ordinaria della Chiesa» come nella «comunicazione politica o sociale». «Se non ci apriamo all’incontro, rimaniamo spettatori esterni, nonostante le innovazioni tecnologiche. Ogni strumento è utile e prezioso solo se ci spinge ad andare e vedere cose che altrimenti non sapremmo, se mette in rete conoscenze che altrimenti non circolerebbero, se permette incontri che altrimenti non avverrebbero», chiosa il Papa.

 

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“Andare laddove nessuno va”, l’invito del Papa nel messaggio per la 55ª Giornata mondiale comunicazioni sociali




Vieni e vedi: per un giornalismo che si fa incontro. Il talk di Riflessi nella Giornata della Comunicazione (VIDEO)

“Vieni e vedi”, l’esortazione tratta dal  messaggio del Papa per la 55esima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali (celebrata domenica 16 maggio), ha fornito titolo e argomenti per la nuova puntata di “Riflessi Magazine On air”, condotta da Filippo Gilardi. Ospiti in studio e in collegamento il caporedattore della redazione centrale di Avvenire, Francesco Ognibene, la responsabile delle comunicazioni dell’ASST Cremona Stefania Mattioli e l’incaricato dell’Ufficio comunicazioni della Diocesi di Cremona Riccardo Mancabelli.

In un anno tanto insolito e drammatico quale quello contrassegnato dalla pandemia, tra angosce, paure e confusioni, si innalza l’invito di Papa Francesco: comunicare incontrando le persone, come e dove sono. Lo spunto di questa esortazione è nato durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria, rendendo evidente per ciascun operatore della comunicazione la necessità di “ritrovare la realtà lì dove è; – come ha spiegato Ognibene – una realtà imprevedibile si è imposta e ci ha spiazzato, fungendo da invito a trarre una lezione per la nostra professione. Il Papa vuole chiederci di tornare a rispettare la verità, farci incontrare le persone, essere interessati a loro e alle loro storie, di non raccontare solamente quanto ho capito ma quanto emerge dalla relazione immediata”.

Tra le immagini più significative di un anno estremamente complesso spiccano quelle della Settimana Santa del 2020: “Il vescovo Antonio solo, senza fedeli, in una Cattedrale deserta: un impatto terribile – ha ricordato Riccardo Mancabelli – così come le immagini provenienti dall’Ospedale di Cremona” finite anche sulla ribalta nazionale. “Il nostro ufficio stampa si è trovato improvvisamente in prima linea, – ha ricordato Stefania Mattioli – ci siamo trovati dentro l’emergenza che ha colpito il mondo” con il compito di testimoniare quanto stava accadendo “con notizie vere, costruttive e positive”.

Un periodo emergenziale, insomma, dal quale è emersa la necessità di responsabilità nel raccontare, non solo da parte dei professionisti del settore, ma anche di tutti coloro che, quotidianamente, affollano i canali social del web. “La responsabilità deve esserci in tutti. La verifica e la responsabilità dovere di ogni professionista, va richiesta anche da tutti”.

Proprio in questa linea di responsabilità ed educazione alla comunicazione, si innestano le positive esperienze dei ragazzi del Liceo Vida di Cremona, – impegnati in un laboratorio giornalistico che ha portato alla nascita del periodico “Terza pagina” – e dei giovani parrocchiani di Rivarolo del Re che hanno dato vita alla web “Radio del rey”: due strumenti per introdurre al giornalismo e alla comunicazione le più giovani generazioni e che sono stati  presentati nel corso della puntata.

“Si  sottovaluta la fame di informazione dei ragazzi – ha precisato Ognibene, riferendosi al mondo giovanile –. Hanno un desiderio genuino di capire e – nonostante la pioggia di “fake news” -,sono meno incantabili dall’apparenza e non risultano ancora sopraffatti da altre logiche”.

Cosa resterà di quest’anno tanto particolare? “Innanzitutto un auspicio – è la risposta di Ognibene – abbiamo visto una serie di cose buone che inevitabilmente rimarranno dentro di noi, resteranno le relazioni risanate: abbiamo capito che si sono delle fonti degne di fiducia e dalla relazione personale nasce sempre qualcosa di buono”.

“Andate e vedete – ha concluso Mancabelli – va ricostruita una comunicazione fatta di incontri, perché interessa la persona, interessano le sue relazioni”.




Con giovani e donne pietre vive di Terra Santa




Dove “clicca” la generazione Z




Perché in fondo non basta un «Clic». Online la nuova edizione di Riflessi (VIDEO)

È online la nuova edizione di Riflessi Magazine, il mensile digitale diocesano che propone come titolo della sua ventesima uscita “Clic”.

«È un po’ come se fosse la colonna sonora del nostro tempo» – si legge nell’introduzione ad un numero che si muove tutto proprio sul filo del tempo. «Un clic: un attimo che non dura nulla ma che resta per sempre; il presente assoluto che diventa – nell’istante stesso in cui nasce – il primo ricordo del passato; un movimento impercettibile che lascia una traccia ineliminabile».

E allora cos’è il clic? Ci si chiede iniziando a sfogliare le storie, le interviste e le riflessioni di Riflessi. E la risposta, pagina dopo pagina, assume forma diverse e persino inattese: «Il ritmo ossessivo della rivoluzione digitale, velocità che diventa frenesia, congestione di informazioni superflue… il ticchettio del meccanismo di un orologio analogico, un cinturino che si chiude, uno zaino che si apre.
Non è solo il suono del digitale (o non lo è più), ma è rimasto il simbolo del cambiamento. Di qualcosa che scatta: c’è solo un prima da conoscere e qualche volta da salvare, e un dopo da scoprire, immaginare, costruire.
Ecco perché  è il suono del nostro tempo. Non dell’età postmoderna. È proprio il suono del nostro oggi: di questo maggio 2021. Di adesso. Del tempo delle zone a colori e dei coprifuoco, della campagna vaccinale e delle tabelle dei dati epidemiologici che ormai accompagnano le nostre colazioni come fossero le previsioni del tempo…».

I clic della rivoluzione digitale che ha cambiato le vite di tutti, dunque, i clic della macchina fotografica e delle tecnologie che salvano la vita permettendo a mani e occhi esperti di esplorare il nostro corpo. Ma i, suono di un clic è anche più profondo e avvolgente: «È un clic quello che cerchiamo. Una chiave che gira, un tappo che salta, un attimo che è trascorso e – così piccolo, rapido, disattento – ha già cambiato il mondo in cui viviamo.
L’otturatore della macchina fotografica che cattura un bacio o la stanchezza di un’infermiera piegata dalla fatica, un’opera d’arte senza materia, i codici binari che avvolgono i nostri figli e quelli che daranno loro lavoro, la macchina che ci legge nel corpo per salvarci la vita, il ritorno in campo, un film tutto in un frame…
Clic… e ci ritroviamo così, uno di fronte all’altro a guardarci negli occhi come non pensavamo più di saper fare. Il tempo si ferma. E qualcosa scatta. Ma è dentro. Finché una lacrima bagna l’occhio. Non fa rumore, non ha misura. Ha già cambiato tutto».

 




«Clic», tutti i titoli della nuova edizione di Riflessi




Casa d’oro, un luogo dove brilla l’essenziale




Al papà, il solo avventuriero nel mondo




Speciale Università Cattolica: un secolo di storia per guardare al futuro

“Innovazione” è una delle parole chiave del nostro tempo, con tutte le sue declinazioni. È il motore del cambiamento e della crescita. L’Università Cattolica del Sacro Cuore ne ha sempre riconosciuto il valore. Ed è per questo che celebrarne i primi cento anni – come ricordato dallo slogan del centenario: “Un secolo di storia davanti a noi” – è guardare al futuro.

Proprio in quest’ottica si inserisce l’apertura del nuovo campus della Cattolica nell’ex monastero di Santa Monica, a Cremona, che potrà accogliere più di mille giovani studenti del polo Cremona-Piacenza.

Riflessi Magazine, in collaborazione con l’Ufficio delle Comunicazioni Sociale della Diocesi di Cremona, ha voluto cogliere l’occasione della Giornata dell’Universitá Cattolica, realizzando una trasmissione dedicata all’Ateneo fondato nel 1921, andata in onda nella serata di domenica 18 aprile.

«Il campus di S. Monica – ha esordito il vescovo di Cremona, mons. Napolioni – è un dono per il nostro territorio, perché invita all’apertura in un’ottica di formazione olistica, tipica dell’Università voluta da padre Gemelli».

Ed è proprio sulla stessa lunghezza d’onda che si è mosso anche il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, anch’egli ospite della trasmissione di Riflessi Magazine.

«La nostra città vuole dare spazio e fiducia ai giovani, e per farlo ha deciso di investire in progetti e collaborazioni con le università e le imprese», ha spiegato Galimberti, che ha poi ringraziato la fondazione Arvedi-Buschini per la realizzazione del nuovo campus «il quale darà un respiro ancora più ampio alla nostra comunità». 

Oltre alla realizzazione del campus, infatti, partiranno due nuovi corsi di laurea magistrale: “Innovazione e imprenditorialità digitale” e “Livestock and agro-green innovation”. Secondo i coordinatori che ne hanno curato lo sviluppo – il prof. Fabio Antoldi ed il prof. Paolo Ajmone Arsan – gli studenti avranno la possibilità di crescere e formarsi in modo ancor più diretto rispetto a prima, accorciando quel passo che separa il mondo universitario da quello lavorativo e che, da sempre, genera incertezza ed incute timore.

«Questa è una delle missioni della Cattolica – ha spiegato il prof. Marco Trevisan, preside della facoltà di Scienze Agrarie – ed è il motivo per cui abbiamo deciso di investire in questo senso. Promuovere le relazioni con il territorio e con le aziende è fondamentale per poter guardare al futuro».

Alle parole di Trevisan hanno fatto eco quelle di Carolina Cortellini, presidente del CRIT, secondo cui la presenza di progetti per i giovani «darà nuova linfa anche al settore imprenditoriale», e di Francesca Pisaneschi, studentessa della Cattolica, entusiasta dell’innovazione proposta dal proprio Ateneo.

Il volto di Francesca diventa quindi quello di tutti i giovani, che non sono necessariamente sfiduciati, come spesso si sente dire, ma desiderosi di partecipare alla costruzione del futuro. È stata proprio questa una delle sottolineature fatte dalla professoressa Paola Bignardi, coordinatrice dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo. «Dall’ultimo report annuale è emerso il bisogno, da parte dei giovani, di sentirsi coinvolti in prima persona nella costruzione del proprio futuro». 

Un futuro che si potrà costruire grazie ad investimenti innovativi, fatti su strutture, collaborazioni, progetti, ma soprattutto sulle persone. È questo lo stile dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che l’ha portato, nel corso di un secolo di storia, a poter guardare al domani con entusiasmo e desiderio di costante innovazione.

 

Domenica 18 la Giornata dell’Università Cattolica: a Cremona un ateneo dal respiro internazionale

Università Cattolica, inagurato l’anno accademico (VIDEO)

Giornata dell’Università Cattolica, Cei: “In questi cento anni si sono realizzate opere meravigliose”




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