1

A Stagno Lombardo l’ingresso di don Vei (AUDIO e FOTO)

Nel pomeriggio di domenica 11 ottobre don Pierluigi Vei ha fatto il suo ingresso come nuovo parroco di Stagno Lombardo e Brancere. L’insediamento è avvenuto durante l’Eucarestia presieduta dal vescovo Antonio Napolioni nella chiesa parrocchiale dei Ss. Nazario e Celso, a Stagno.

Photogallery

Nonostante la giornata piovosa l’accoglienza dei parrocchiani è stata molto calorosa. Accompagnato dal vescovo Napolioni e dal vicario zonale don Antonio Pezzetti, don Vei ha fatto il suo ingresso in chiesa fermandosi davanti all’altare per ricevere, prima dell’inizio della celebrazione, il saluto del sindaco Roberto Mariani, che gli ha rivolto il benvenuto a nome della comunità civile e dell’Amministrazione comunale, di cui ha assicurato la vicinanza e la collaborazione nella condivisione del servizio alla comunità.

Saluto del sindaco di Stagno Lombardo

La celebrazione eucaristica si è aperta con la lettura del decreto di nomina di don Pierluigi Vei a nuovo parroco delle parrocchie “Ss. Nazario e Celso” in Stagno Lombardo e “Ascensione di Nostro Signore” di Brancere, dove succede a don Giuseppe Galbignani, nominato parroco di Acquanegra Cremonese e Fengo.

A caratterizzare la prima parte della solenne Eucaristia sono stati i riti propri dell’insediamento: l’aspersione dell’assemblea e l’incensazione della mensa eucaristica.

È stata poi una rappresentante della parrocchia a dare voce alla comunità: «Le chiediamo di aiutarci ad aumentare la nostra fede, di guidarci nell’ascolto della Parola, di favorire il dialogo tra fratelli e di insegnarci a vedere il bisogno nel volto del nostro prossimo», ha detto rivolgendosi al nuovo parroco, prima del «Benvenuto tra noi don Pedro, la nostra comunità possa essere per lei fonte di gioia e di speranza».

Saluto del rappresentante della comunità parrocchiale

Il saluto è stato accompagnato da alcuni doni: una casula mariana unita al servizio per la mensa, un’offerta in denaro per i bisogni della parrocchia e un quadro con scorci del paesaggio locale. Inoltre non è mancato un gesto di solidarietà con i più bisognosi, attraverso un’offerta per la Borsa di sant’Omobono.

Dopo la liturgia della Parola è stato il Vescovo, nell’omelia, a proporre una riflessione alla comunità in festa, partendo dal racconto evangelico: «Se le nozze sono le nostre, noi possiamo anche non avere il vestito ma il cuore deve essere pronto, dobbiamo essere felici e lasciarci coinvolgere dall’incontro con lo Sposo perché la festa è la vita insieme a Lui», ha esordito monsignor Napolioni. E ancora: «Questa è la storia dell’umanità, della Chiesa, di tutti noi. Accanto a questa storia arriva il parroco, vecchio o nuovo. Loro fanno diverse cose, alcune belle alcune meno: la prima cosa che fanno è andare a chiamare gli ospiti per le nozze». Da qui quindi l’augurio per don Pedro, come è amichevolmente chiamato don Pierluigi: «Non fermarti ai buoni parrocchiani e vai avanti perché l’abito nuziale è nascosto nell’animo di ciascuno».

Per concludere il Vescovo ha affidato a don Pedro un invito preso dal Vangelo: «Nel Vangelo c’è un messaggio un po’ nascosto che voglio affidarti: stai vicino a ciascuno perché abbia l’abito su misura, aiuta ciascuno a scoprire il suo posto nella comunità, la sua vocazione, a sentire che Gesù ha dato la vita per tutti e per ciascuno».

Omelia del vescovo Napolioni

Prima della benedizione finale è stato lo stesso don Vei a prendere la parola per il saluto alle nuove comunità: «Sono a vostra disposizione per questo incarico senza riserve e non abbiate scrupolo di disturbarmi: spero che in poco tempo voi possiate sentirvi di casa nella mia e io nelle vostre – ha detto il nuovo parroco –. Chiamatemi per cercare insieme risposte di fede nei momenti di burrasca». E ha concluso poi: «A tutti e ciascuno il mio più cordiale e fraterno abbraccio, che purtroppo non possiamo darci fisicamente, e con quale rammarico. E domani si incomincia, subito!».

Saluto del nuovo parroco

Al termine della celebrazione i fedeli si sono ritrovati insieme a don Pedro per un rinfresco organizzato dalla comunità parrocchiale.

 

Scheda biografica di don Pierluigi Vei

Don Pierluigi Vei, classe 1954, nato a Castelnuovo Bocca d’Adda (Lo) e cresciuto a Bordolano, è stato ordinato sacerdote il 7 aprile 1980.

Nominato vicario della parrocchia della Cattedrale, nel 1985 ha iniziato la sua esperienza come “fidei donum”. Anzitutto in Brasile, per dieci anni parroco nella diocesi di Tocantinopolis e poi per altri quattro in quella di Mogi das Cruzes. Dal 1999 al 2002 ha frequentato a Madrid un Master in Scienze delle Religioni, partendo quindi per un’esperienza di studio e convivenza in Paesi islamici, prima a Il Cairo (Egitto) con i Comboniani, poi in Siria con i Francescani della Custodia di Terra Santa. Nel 2012 il ritorno in Brasile a servizio di una parrocchia vacante nella diocesi di Sao Luis de Montes Belos, allora guidata dal vescovo cremonese mons. Carmelo Scampa.

Nel 2015 il rientro in diocesi con l’incarico di collaboratore parrocchiale dell’unità pastorale di Scandolara Ripa d’Oglio, Grontardo e Levata. Dal 2018 era parroco in solido dell’unità pastorale Cafarnao comprendente le comunità di Vescovato, Ca’ de’ Stefani, Pescarolo, Pieve Terzagni, Gabbioneta e Binanuova. Ora il Vescovo gli ha affidato le parrocchie di Stagno Lombardo e Brancere.

 

Messaggio del nuovo parroco sul sito parrocchiale 

Cari parrocchiani di Stagno Lombardo e Brancere,

stiamo iniziando insieme un tratto di strada ed è per me motivo di gioia percorrerlo con voi e al vostro servizio per questi anni a venire.
Voglio esprimere la mia gratitudine al Vescovo, per avermi fraternamente costretto/convinto a non cercare missioni lontane destinandomi a voi; e a don Giuseppe per l’eredità di lavoro e di buoni rapporti che mi lascia. Non si comincia mai da zero nella “vigna del Signore”, si lavora in sequenza e si mettono in gioco “i talenti” che ognuno di noi ha ricevuto, diversi l’uno dall’altro ma complementari nelle sapienti mani di Dio che ad ognuno di noi assegna l’ora più propria per metter mano all’opera.

Ci conosceremo cammin facendo e, pur con tutte le restrizioni imposte dalle misure sanitarie, è mia intenzione iniziare da subito.
Non ho altri “programmi” in testa per il momento. Li penseremo e li realizzeremo insieme.

La parrocchia è una famiglia che insieme cammina e cresce, coinvolgendo tutte le sue forze vive nell’unico intento di servire e diffondere il vangelo, senza etichette, senza ostentazioni, evitando, come la peggiore delle disgrazie, divisioni e contrapposizioni.

Ci è chiesto di essere lievito, luce e sale in una società sempre più distante dai valori del vangelo e sempre più refrattaria alla dimensione spirituale.

Un ambiente “inquinato” i cui  tossici effetti si ripercuotono sulla famiglia, sull’educazione dei figli, sulle scelte di vita dei giovani, sulle nostre stesse comunità parrocchiali.

Sono queste le sfide che dobbiamo affrontare insieme, uniti nel collaborare, entusiasti nel testimoniare, motivati nel proporre.
Sappiatemi a vostra disposizione e non fatevi scrupolo di venire a trovarmi; chiamatemi quando riterrete che la “parola del sacerdote” possa esservi di qualche aiuto, chiedetemi aiuto per leggere (o imparare a leggere) insieme la Parola di Dio o per cercare insieme risposte di fede nei momenti di burrasca.

Sarà per me un motivo di vanto (l’unico vanto che ambisco!) e un privilegio poter essere guida di “cammini spirituali” personalizzati che aiutino ognuno a realizzare al meglio la sua “vocazione” cristiana.

A presto, dunque, e un grazie anticipato per la vostra cordiale accoglienza,

don Pedro




A Dosimo l’ingresso di don Livio Lodigiani, parroco dopo vent’anni di missione in Kazachistan (AUDIO e FOTO)

Dopo oltre vent’anni di servizio in Kazakistan, nel pomeriggio di domenica 4 ottobre don Livio Lodigiani ha iniziato una nuova missione a pochi chilometri dalla sua Cremona, dove è nato 69 anni fa. Un nuovo inizio per lui, così come per le sei comunità che il Vescovo gli ha affidato, da tempo sulla strada dell’unità pastorale di cui don Lodigiani ha assunto il ruolo di parroco moderatore prendendo il testimone da don Andrea Aldovini che, per motivi familiari, ha dovuto fare un passo indietro, pur rimanendo attualmente in servizio, come pure don Massimo Macalli, in qualità di parroco in solido delle sei parrocchie di Dosimo, Quistro, Persico, Pieve Delmona, Gadesco e San Marino.

Photogallery

Primi a dare il benvenuto al nuovo parroco sono stati i due sindaci dell’Unione di Comuni Lombarda Unione del Delmona, che unisce il comune di Gadesco Pieve Delmona e quello di Persico Dosimo facendo coincidere il territorio amministrativo con quello dell’unità pastorale, come ha sottolineato il sindaco di Gadesco Pieve Delmona, Achille Marelli, garantendo disponibilità al dialogo e sostegno ai sacerdoti. Parole cui hanno fatto seguito quelle del neo eletto a Persico Dosimo, Giuseppe Bignardi, che ha augurato a don Livio «di sentirsi a casa», «tra buona gente», prima di accennare ai principi espressi da papa Francesco nella nuova enciclica “Fratelli tutti”, auspicando proprio in questo senso un’unione di intenti tra Chiesa e Istituzioni per un «paese più solidale e più unito».

Saluto del sindaci di Gadesco Pieve Delmona e Persico Dosimo

Il saluto dei primi cittadini ha avuto luogo sul sagrato, sferzato da un forte vento. Quindi in chiesa la Messa, iniziata con la lettura del decreto di nomina seguita dai riti propri dell’insediamento, con il nuovo parroco moderatore che ha asperso l’assemblea e incensato la mensa eucaristica.

È seguito il saluto di una rappresentante dell’unità pastorale, che non ha tralasciato di ricordare le difficoltà riscontrate in questi anni, con «diversi momenti di “nuovo inizio” che ci fanno sentire smarriti, perché sembra di non comprendere davvero il ruolo ultimo». Ecco allora che il benvenuto a don Livio ha assunto il sapore di «una ripartenza di tutti e per tutti, chiedendo allo Spirito Santo che illumini questo nostro cammino verso una vera condivisione pastorale, all’interno della quale tutti trovino ascolto e carità». «Nella convinzione – ha detto ancora – che ogni cammino è fatto di partenze, soste e ripartenze; di tentativi, di traguardi raggiunti, di delusioni, ma anche di soddisfazioni. Ciò che chiediamo a don Livio, con don Andrea e don Massimo, è di accompagnarci, di camminare al nostro fianco, di guidarci e di sostenerci in salita, di frenarci in discesa, e aiutarci a vivere in comunione con Dio e in comunione tra di noi». Parole che hanno sottolineato anche l’importanza di essere comunità proprio in un tempo così delicato come quello segnato dall’emergenza Covid.

Non sono mancati due regali: una valigetta con il necessario per la Messa da campo (a significare i tanti luoghi all’aperto di questa comunità) e un cesto offerto dall’Unione dei Comuni con prodotti locali, in particolare formaggi della latteria Plac e verdure dell’azienda agricola Rigenera, due realtà presenti sul territorio.

Saluto del rappresentante della comunità parrocchiale

La Messa, animata con il canto dalla corale di Dosimo, ha visto la presenza di molti fedeli, familiari e amici di don Livio. In particolare, oltre ai numerosi confratelli, era rappresentata anche Comunione e Liberazione, di cui don Lodigiani, prima della sua partenza per l’estero, è stato per una decina d’anni assistente diocesano.

Nella sua omelia il Vescovo si è soffermato in particolare sull’immagine, proposta nelle letture, della vigna e dei suoi frutti. Il cantico d’amore della prima lettura è stato in particolare lo spunto per guardare al ministero del nuovo parroco. «Questo – ha detto monsignor Napolioni – viene a fare un prete tra la gente: a cantare l’amore di Dio. Ci saranno momenti in cui questo canto sarà sommesso, come ci saranno momenti in cui la vigna assomiglia a un pascolo o a un deserto, ma il Signore Gesù è venuto a far ripartire la speranza».

«Buon lavoro!», è stato quindi l’augurio rivolto a don Livio e insieme a lui a tutta la comunità. «Gareggiamo a chi ama di più la vigna, a chi desidera di più gustarne i frutti, rifuggiamo dalla tentazione di impossessarci della vigna».

Da ultimo l’invito a un rinnovamento della comunità cristiana in chiave missionaria, proprio a partire dall’esperienza che don Lodigiani ha fatto in questi anni all’estero.

Omelia del vescovo Antonio Napolioni

Al termine della Messa don Lodigiani ha preso la parola per un breve saluto, fatto anzitutto di grazie per l’accoglienza dimostrata in questi primi giorni, fatta di premure e attenzioni nei suoi confronti. «La pandemia – ha quindi affermato – ha scoperto lo stacco della fede dalla vita: io vorrei che lavorassimo insieme per fare in modo che nella nostra vita questa spaccatura possa saldarsi». Parole che sono risuonate come un primo programma da attuare. «Speriamo che il Signore – ha concluso – ci aiuti a stimarci e a lavorare insieme».

Saluto del nuovo parroco

Il pomeriggio si è concluso con l’arrivo delle prime gocce di pioggia e il saluto informale al nuovo parroco moderatore dell’unità pastorale, che risiederà proprio nella casa parrocchiale di Dosimo.

 

Scheda biografica di don Livio Lodigiani

Classe 1951, don Livio Lodigiani è stato ordinato sacerdote il 23 giugno 1979. Originario della parrocchia di S. Ilario in Cremona, proprio qui ha iniziato il proprio ministero pastorale come vicario, sino al 1985 quando ha assunto l’incarico di assistente diocesano della Fraternità di Comunione e Liberazione, ricoperto sino alla sua partenza per l’estero nel 1996.

Nei 23 anni come sacerdote “fidei donum” ha svolto il proprio ministero in Kazakistan.

Rientrato in Italia all’inizio dell’anno, nell’ultimo periodo si era messo a disposizione delle comunità di Grontardo, Levata e Scandolara Ravara per far fronte all’assenza del parroco durante il ricovero in ospedale.

Ora il vescovo Napolioni l’ha nominato parroco e moderatore dell’unità pastorale composta dalle parrocchie “San Giovanni Battista” in Dosimo, “Santi Cosma e Damiano” in Persico, “San Lorenzo martire” in Quistro, “San Marino” in San Marino, “Santi Gervasio e Protasio martiri” in Gadesco e “Santi Pietro e Paolo” in Pieve Delmona, dove attualmente si avvarrà della collaborazione dei due sacerdoti sino ad oggi in servizio nell’unità pastorale: don Andrea Aldovini e don Massimo Macalli, entrambi ora con il ruolo di parroci in solido.




Ad Acquanegra Cremonese l’ingresso di don Giuseppe Galbignani (AUDIO e FOTO)

Nella soleggiata mattina di domenica 4 ottobre si è celebrato l’ingresso di don Giuseppe Galbignani come nuovo parroco di Acquanegra Cremonese e Fengo con l’Eucarestia presieduta dal vescovo di Cremona nella chiesa parrocchiale dei Ss. Cosma e Damiano.

Photogallery

Il nuovo parroco ha fatto il suo arrivo sul sagrato della chiesa parrocchiale di Acquanegra Cremonese accompagnato da mons. Napolioni, da don Marco Leggio e il compagno di Messa don Antonio Facchinetti, alla presenza dei familiari e diversi parrocchiani della comunità di Stagno Lombardo, che ha servito come parroco per sedici anni.

Ad accoglierlo, prima dell’ingresso in chiesa, il sindaco di Acquanegra, Oreste Bricchi, che gli ha rivolto il benvenuto a nome della comunità civile e dell’Amministrazione comunale, di cui ha assicurato la vicinanza e la collaborazione nella condivisione del servizio alla comunità.

Saluto del sindaco di Acquanegra Cremonese

Dopo l’ingresso, accompagnato dalla corale parrocchiale, la celebrazione eucaristica si è aperta con la lettura del decreto di nomina di don Giuseppe Galbignani a nuovo parroco delle parrocchie dei “Ss. Cosma e Damiano” in Acquanegra Cremonese e “S. Alessandro martire” in Fengo, dove succede a don Giovanni Nava, nominato assistente religioso presso l’Azienda Cremona Solidale.

È stata poi una rappresentante della parrocchia a dare voce alla comunità in un «caloroso benvenuto nel giorno in cui la Chiesa ricorda san Francesco d’Assisi, possa il santo proteggerla e aiutarla nella missione pastorale». Nel messaggio letto davanti all’assemblea è stata espressa la gratitudine al vescovo per la nomina e a don Giuseppe per aver accettato l’incarico: «sappiamo della sua attenzione alle persone, alla cultura e a tutto quello che è necessario alla comunità – ha detto rivolgendosi al nuovo parroco –. Ci auguriamo un cammino ricco e fecondo insieme».

Saluto del rappresentante della comunità parrocchiale

Il saluto si è accompagnato ad alcuni doni: una casula e un servizio da Messa affinché la missione di pastore possa accompagnare il nuovo cammino.

La solenne Eucaristia presieduta dal Vescovo è proseguita quindi con i riti propri dell’insediamento: l’aspersione dell’assemblea e l’incensazione della mensa eucaristica.

Dopo la liturgia della Parola, il Vescovo nell’omelia ha proposto una riflessione alle comunità in festa: «Diciamo subito che non esiste la comunità perfetta e non esiste il prete perfetto – ha esordito monsignor Napolioni – l’incontro vero tra uomini e donne sulla terra è l’incontro tra persone imperfette: se aspettiamo di essere perfetti ci facciamo del male, se invece accogliamo i limiti nostri anche la vigna che sembra più sterile porterà frutto».

E poi ancora: «in questo periodo ci sentiamo un po’ nel deserto, un luogo minaccioso ma anche dell’incontro intimo e del perdono. Ma chi ha l’ultima parola? Con tutto quello che è successo è necessario ripartire dal cuore».

L’invito che il vescovo ha rivolto a don Giuseppe e alla comunità – con un richiamo alla lettura del Vangelo proposta dalla liturgia domenicale – è che «tutti noi siamo un riflesso di Gesù, genitori e figli, laici e parroci e al nuovo parroco voglio dire che è necessario un atto di volontà: cantare non noi stessi ma il nostro rapporto con Gesù, lo sguardo che ha sul nostro popolo perché noi siamo solo portavoci, servi inutili».

Omelia del vescovo Napolioni

Prima della benedizione finale è stato poi lo stesso don Galbignani a prendere la parola per il saluto alle nuove comunità. «Oggi è un giorno diverso da tutti gli altri – ha detto il nuovo parroco – oggi la mia vita non cambia ma prosegue, e inizia una nuova tappa della mia vita sacerdotale: mi rendo conto che non c’è nulla di ciò che noi possiamo fare che aggiunga alla provvidente attività salvifica che viene da Dio, dalla quale non manca niente ma per la quale ci impegniamo». . E ha concluso: «Mi rivolgo a san Francesco in questo anno così travagliato. Gli chiedo di proteggerci e di sostenere chi porta nel cuore le stimmate della sofferenza».

Saluto del nuovo parroco

Al termine della celebrazione, dopo la benedizione finale del vescovo Antonio, sotto il sole della limpida mattinata don Giuseppe si è intrattenuto sul sagrato della chiesa parrocchiale con gli amici e i parrocchiani, prima del rinfresco organizzato dalla comunità parrocchiale.

 

Scheda biografica di don Giuseppe Galbignani

Don Giuseppe Galbignani, classe 1958, originario di San Martino in Beliseto, è stato ordinato sacerdote 18 giugno 1988. Dopo essere stato vicario a Vailate (1988-1995) e Bozzolo (1995-1997), è stato nominato parroco di Cignone e, contemporaneamente, ricoprendo l’incarico di segretario dell’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici. Dal 2004 era parroco di Stagno Lombardo e dal 2017 amministratore parrocchiale di Brancere.

 

Messaggio del nuovo parroco sul bollettino parrocchiale 

Carissimi parrocchiani di Acquanegra e di Fengo.

Il cammino del mio sacerdozio ministeriale continua con voi. Nell’obbedienza alla volontà del Vescovo, ma soprattutto al servizio alla Chiesa per la quale ho scelto di seguire questa vocazione. Mi accingo ad essere al vostro fianco per un altro tratto della mia vita da prete. Cammineremo insieme, come cristiani, sulle tracce che il Vangelo imprime nel nostro cuore, e sulle parole a volte silenziose e misteriose che Dio pronuncia alla nostra anima e alla nostra volontà, e cercheremo di essere insieme discepoli di un Maestro che ha sempre qualcosa in più da insegnarci, rispetto a quanto possa passare attraverso le parole di noi suoi ministri e discepoli, così terreni e così umani.

Lascio la Parrocchia di Stagno Lombardo dopo 16 anni, e non posso nascondervi che mi costa, sia per il tessuto di rapporti umani che si crea con gli anni, sia per le gioie e i dolori condivisi con la comunità e con le persone, che hanno contribuito a far crescere e talora a mettere alla prova me stesso e la mia fede. Provvidenza e grazia che ci seguono e ci fanno sentire accuditi. Ora insieme continueremo a godere dei doni del Signore, ad ascoltare insieme la Parola del Padre e ad ascoltarci reciprocamente. Non voglio partire con grandi progetti o iniziative travolgenti, non vi prometto grandi imprese né sconvolgimenti della vita pastorale. Tanto più che stiamo ancora vivendo un periodo in cui il distanziamento e le regole da rispettare potrebbero condizionare la nostra libertà di azione. Quello che invece spero di mettere in pratica e ottenere da voi è imparare a conoscerci, a stimarci a vicenda, a mettere a frutto le doti e i carismi di ogni persona e di ogni età. Ci impegneremo, nel modo più naturale e spontaneo, a volerci bene. Mi propongo, piano piano, di sentirvi parte della mia vita, come io desidero essere parte della vostra, nel comune sguardo verso Chi dà un senso a tutto il nostro vivere.

La Grazia dei Sacramenti, innanzitutto dell’Eucaristia, che passa attraverso le povere mani del prete, sia la forza e la gioia di tutti noi. Il Signore Gesù ci guidi, Maria Santissima ci protegga.

don Giuseppe




Don Leoni nuovo assistente spirituale alla Fondazione Anni Sereni Onlus di Treviglio

Don Giuseppe Leoni ha iniziato il suo ministero di assistente spirituale della Fondazione Anni Sereni Onlus di Treviglio (che dal 1971 Sereni accoglie ed assiste nella rsa anziani provenienti principalmente dai territori di Treviglio, Caravaggio e Fara Gera d’Adda).

Nella struttura che accoglie circa 180 persone il sacerdote, già assistente spirituale dell’Ospedale di Cremona, presta il suo servizio a fianco di operatori sanitari e ospiti tra casa di riposo, nucleo Alzheimer e hospice.

Oltre all’incarico di assistente spirituale della Casa albergo “Fondazione Anni Sereni Onlus”, con l’inizio di settembre don Leoni, classe 1959, originario di Brignano Gera d’Adda, ha assunto anche il ruolo di sacerdote cooperatore presso il Santuario S. Maria del Fonte di Caravaggio oltre che collaboratore della Cappellania dell’Ospedale di Treviglio-Caravaggio (guidata dal caravaggino don Angelo Rossi), dove don Leoni era già stato cappellano dal 1993 al 2000 e poi assistente spirituale aggiunto dal 2003 al 2005.

Per don Leoni, ordinato sacerdote il 18 giugno 1983 e che ha iniziato il proprio ministero come vicario ad Annicco, è un ritorno nella zona di Caravaggio, essendo stato amministratore parrocchiale (dal 2000 al 2001) e poi parroco (dal 2001 al 2005) di Masano. Nel 2005 il trasferimento nell’unità pastorale di Casalbellotto, Fossa Caprara, Quattrocase e Vicomoscano come parroco in solido. Dal 2008 era assistente spirituale presso l’Ospedale di Cremona, per il quale dal 2011 ricopriva anche l’incarico di amministratore parrocchiale di S. Maria della Pietà, la parrocchia cittadina che coincide con l’istituto ospedaliero di viale Concordia.




Parrocchia dell’Ospedale, insediato don Marco Genzini

In foto da sinistra: Samarini, Genzini, Lucini, Vespertini

Intitolata a “S. Maria della pietà”, è la parrocchia più particolare della città: il suo territorio di competenza, infatti, coincide con l’Ospedale di Cremona. Con il mese di settembre l’amministratore parrocchiale è don Marco Genzini, cremonese classe 1962, che ha iniziato il proprio ministero nella struttura di viale Concordia anche con l’incarico di assistente spirituale, insieme a don Maurizio Lucini e don Riccardo Vespertini, già in servizio da anni.

Dopo aver iniziato a conoscere reparti e personale, il suo insediamento è avvenuto in modo formale con la Messa celebrata nel pomeriggio di domenica 6 settembre nella cappella dell’Ospedale. Un momento vissuto con partenti e amici, insieme anche ai membri della Cappellania dell’Ospedale, un gruppetto di laici che collabora con i sacerdoti soprattutto per quanto riguarda l’assistenza spirituale dei degenti. Aspetto peculiare di questa realtà che don Vespertini ha illustrato al nuovo sacerdote citando Viktor Frankl e la mission della pastorale della salute, nella consapevolezza che ogni persona, anche durante la crisi, può essere aiutato a trovare il senso dell’esistenza. Un’attenzione che non deve essere riservata solo ai pazienti, ma diventa preziosa per tutti coloro che, a diverso titolo, passano da un ospedale.

Pensieri ripresi anche da don Genzini nell’omelia, che insieme a tanti grazie personali ha voluto esprimere anche la sua riconoscenza per il lavoro già consolidato della Cappellania, così come la stima e la collaborazione garantita a tutto il personale, conscio dell’importanza di ogni ruolo – amministrativo, sanitario e di supporto – per il migliore funzionamento della macchina ospedaliera.

Non è mancato neppure un riferimento tutto personale al momento di malattia vissuto al rientro dall’esperienza in Ecuador, con un particolare ringraziamento ai familiari che, accogliendolo in casa durante le terapie, «mi hanno insegnato a voler bene a quelli che sono ammalati». Un’esperienza dall’altra parte della barricata che ora diventerà preziosa per il suo nuovo ministero.

Alla Messa, concelebrata dal vicario zonale don Pietro Samarini, ha preso parte anche il consigliere comunale Enrico Manfredini, in fascia tricolore, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale.

Don Marco Genzini prende il testimone da don Giuseppe Leoni che, dopo quasi dieci anni di servizio in Ospedale, si trasferisce nella Bergamasca con gli incarichi di assistente spirituale della Casa albergo “Fondazione Anni Sereni Onlus” di Treviglio, collaboratore della Cappellania “SS. Redentore” dell’Ospedale di Treviglio-Caravaggio e sacerdote cooperatore presso il Santuario S. Maria del Fonte di Caravaggio.

«Esprimiamo la nostra gratitudine al don Giuseppe Leoni per l’opera di ascolto e accompagnamento svolta in questi anni con profonda dedizione verso pazienti e operatori. Al contempo saremo lieti di accogliere don Marco Genzini, certi di dare inizio a una collaborazione fondata sulla concordia di intenti», ha dichiarato il direttore generale dell’ASST di Cremona Giuseppe Rossi.

 

Don Marco Genzini, cremonese classe 1962, originario della parrocchia cittadina di San Pietro al Po, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1986. Dopo essere stato vicario a Soresina (1986-1992), Calcio (1992-1999) e Casirate d’Adda (1999-2000), ha assunto l’incarico di parroco di Salina e Buzzoletto, diventando nel 2004 moderatore dell’unità pastorale di Bellaguarda, Buzzoletto, Casaletto e Salina. Trasferito nel 2010 a Pieve San Giacomo come parroco, nel 2013 ha lasciato l’Italia per un’esperienza come “fidei donum” in Ecuador nella diocesi di Ibarra, retta dal vescovo Valter Maggi, originario di Brignano Gera d’Adda. Rientrato in diocesi, dal 2014 era collaboratore parrocchiale a Castelponzone, Motta Baluffi, Scandolara Ravara e Solarolo Monasterolo. Dal 2019 è assistente ecclesiastico diocesano del movimento di Comunione e Liberazione.

Ora il Vescovo l’ha scelto come amministratore parrocchiale di S. Maria della Pietà, la parrocchia cittadina che coincide con l’Ospedale di Cremona. Succedendo a don Giuseppe Leoni, don Genzini nella struttura sanitaria svolgerà anche l’incarico di assistente spirituale, insieme a don Maurizio Lucini e don Riccardo Vespertini.




Monsignor Angelo Staffieri accolto tra i canonici del Capitolo

Più che un onore un servizio. È con questo atteggiamento che monsignor Angelo Staffieri intende il suo nuovo incarico di canonico del Capitolo della Cattedrale, cui è entrato a far parte a tutti gli effetti nel pomeriggio di martedì 8 settembre, nella festa della Natività della Beata Vergine Maria. Una ricorrenza di particolare significato – come ha ricordato nel suo saluto – nel segno della devozione alla «Vergine Santa», con un affettuoso pensiero alla sua infanzia, con i pellegrinaggi al Madonnino della Manna e l’ordinazione avvenuta in questo tempio dedicato all’Assunta.

L’insediamento di mons. Angelo Staffieri tra i membri del Capitolo della Cattedrale ha avuto luogo alle 17.30 nel transetto meridionale della Cattedrale di Cremona, scelto per permettere di svolgere, garantendo il distanziamento, il rito che solitamente si svolge nella sagrestia del Capitolo.

Accompagnato dai canonici mons. Libero Salini e mons. Pietro Bonometti, dopo la lettura del decreto di nomina da parte del cancelliere vescovile mons. Marino Reduzzi e la vestizione con gli abiti propri del Capitolo, il nuovo canonico ha recitato la Professione di fede prestando giuramento di fedeltà allo statuto e al regolamento del Capitolo davanti al presidente mons. Ruggero Zucchelli, suo compagno di Messa.

Dopo la foto di gruppo, i canonici hanno celebrato l’Eucaristia delle 18, presieduta da monsignor Zucchelli, al termine della quale il neo canonico ha rivolto un saluto a tutti i presenti, tra i quali i familiari e gli ex parrocchiani di Sesto, con il sindaco Francesco Maria Viccardi, presenti al suo insediamento.

Il pomeriggio si è concluso, pur nel distanziamento, con un momento di festa nel cortile dell’Oratorio Silvio Pellico, residenza del nuovo canonico.

Photogallery dell’insediamento

 

Profilo del nuovo canonico

Classe 1946, originario di Formigara, mons. Staffieri è stato ordinato sacerdote il 24 giugno 1972, iniziando il proprio ministero come vicario a Cremona nella parrocchia di S. Sebastiano. Nel 1985 è stato nominato parroco di Fengo. Nel 1997 il trasferimento, sempre come parroco, a Sesto Cremonese assumendo anche gli incarichi di amministratore parrocchiale di Luignano (dal 1998 al 2000) e Crotta d’Adda (nel 2008).

Avendo accettato la sua rinuncia a parroco di Sesto (effettiva dal 1° settembre) mons. Napolioni l’ha nominato canonico effettivo del Capitolo della Cattedrale di Cremona.




Le comunità di Sesto e Luignano accolgono il nuovo parroco don Enrico Maggi: “Apro per voi il libro della mia vita di prete”

Come un libro aperto, pronto ad accogliere e condividere le storie e le vite che compongono la comunità. Così si è presentato, con un’immagine efficace e significativa, don Enrico Maggi come nuovo parroco di Sesto Cremonese e Luignano.

Partito dalla piccola cappella della Madonna di Lourdes a fianco della sua nuova canonica, il nuovo parroco ha fatto il suo arrivo sul sagrato della chiesa parrocchiale di Sesto Cremonese accompagnato dal vescovo Napolioni, dal vicario zonale don Giambattista Piacentini e da un gruppo di altri sacerdoti della zona seconda, da don Federico Celini e don Paolo Fusar Imperatore, del tavolo pastorale di cui don Maggi ha fatto parte come incaricato diocesano di pastorale delle Comunicazioni sociali, da monsignor Attilio Cibolini, rettore della Cattedrale e direttore responsabile di TeleRadio Cremona Cittanova, e dai famigliari.

Ad accoglierlo, prima dell’ingresso in chiesa, il sindaco di Sesto, Francesca Viccardi, che gli ha rivolto il benvenuto a nome della comunità civile e della Amministrazione comunale, di cui ha assicurato la vicinanza e la collaborazione nella condivisione del servizio alla comunità.

A breve l’audio del saluto del Sindaco

Dopo l’ingresso accompagnato dalla corale parrocchiale, la celebrazione eucaristica si è aperta con la lettura del decreto di nomina di don Enrico Maggi a nuovo parroco delle parrocchie di Ss.Nazario e Celso Martiri in Sesto Cremonese, dove succede a don Angelo Staffieri, entrato a far parte del Capitolo della Cattedrale, e dei Ss. Pietro e Paolo in Luignano, dopo le dimissioni di don Giovanni Nava dal ruolo di amministratore parrocchiale.

Guarda la photogallery

È stata poi la voce di una giovane della parrocchia a dare voce al benvenuto della comunità in una «giornata speciale che segna l’inizio di un nuovo percorso». Nel messaggio letto davanti all’assemblea il messaggio ha espresso la gratitudine al vescovo per la nomina e a don Enrico per aver accettato con entusiasmo l’incarico. Un entusiasmo che i fedeli di Sesto e Luignano condividono, «felici e curiosi – hanno detto rivolgendosi al nuovo parroco – di sperimentare con lei nuovi esperienze, di conoscerci, di farla sentire in una nuova casa. Augurandoci che lei non sia soltanto una guida, ma un amico in grado ci comprendere gli errori, sostenerci nelle difficoltà, darci consigli. La accogliamo – hanno aggiunto – come un fratello nella fede ma anche come un padre che ci accompagni e ci sproni e c confermi nel seguire Cristo».

Il saluto si è accompagnato a due doni semplici ma significativi: un kit tascabile per la benedizione e una fotocamera, scelta dal gruppo dei giovani «per immortalare le tappe del nostro percorso, che ci permetterà di conservare il tempo e i ricordi che condivideremo».

Il saluto della comunità

Dopo la liturgia della Parola è il vescovo nell’omelia a proporre una riflessione alle comunità in festa: «Ringraziamo il Signore – ha esordito monsignor Napolioni – concretizzando questo grazie nei volti, nelle storie, nelle esperienze del cammino che desideriamo vivere insieme».

Il ringraziamento va poi a don Enrico, «perché in questi anni hai dato testimonianza di onestà spirituale e di fedeltà alla volontà del signore. All’Ufficio comunicazioni – ha aggiunto -hai raggiunto in breve tempo gli obiettivi che ci eravamo prefissati, e hai maturato la decisione di iniziare un nuovo ministero pastorale». E poi ancora «grazie perché hai affrontato le sfide del cambiamento, grazie perché hai valorizzato giovani e laici che possono assumere responsabilità che erano tue, grazie perché hai mantenuto acceso il primato di Dio e della gente, non sei diventato un tecnico ma sei rimasto un pastore e con il cuore di pastore inizi oggi questa nuova esperienza».

L’invito che il vescovo ha rivolto a don Enrico e alla comunità – con un richiamo alla lettura del Vangelo proposta dalla liturgia domenicale – è alla pazienza e al perdono reciproco: «Abbi pazienza con ciascuno di loro e voi abbiate pazienza con il parroco. Questa Chiesa: questa sia la casa del perdono, per riaprire il cuore alla fiducia, alla tenerezza. Per questo il prete è essenziale: se è uomo della preghiera, del sacramento e del perdono la comunità ci guadagna. E se la gente non viene qui, vai tu, e voi con lui. Portate il perdono nelle case. è tempo di ripartire dall’annuncio del Vangelo cuore a cuore, persona per persona, con grande semplicità e spirito di amicizia. Sapendo che così potrete cantare non solo nella liturgia, ma nei momenti più impensati: “Benedici Signore, anima mia”».

L’omelia del Vescovo

Durante la preghiera dei fedeli è stato poi di nuovo il Vescovo a offrire uno spunto di riflessione e un invito: «Enrico – ha chiesto – che effetto fa sentire queste preghiere proclamate dai ragazzi?». «È commovente» ha risposto il nuovo parroco. Così monsignor Napolioni ha colto l’occasione per chiamare i ragazzi ad essere protagonisti, sempre, della liturgia, in un momento di preghiera spontaneo e paterno.

Prima della benedizione finale è stato poi lo stesso don Maggi a prendere la parola per il saluto alle nuove comunità: «Sono trent’anni che sono prete e pensavo: come si fa a spiegare la vita di un prete? – ha detto il nuovo parroco – È come un libro: su una pagina scrive solo Dio con la sua Parola e le occasioni che mette sul cammino della vita, ma se volti la pagina l’altra è bianca. E’ la pagina dei volti e le storie delle persone che un prete incontra nella sua vita. Sono migliaia. In quella pagina siete autorizzati a scrivere voi. Un prete non ce la fa se è da solo, ha bisogno delle vostre firme, delle vostre firme anche per capire se stesso. Più passa il tempo – ha concluso – e più mi accorgo che ho capito poco, e quel poco che ho capito è stato grazie alle persone che ho incontrato. Il mio libro è aperto. E io spero che mi aprirete anche i vostri».

Parole brevi ma profonde, sottolineate da un applauso spontaneo, che toccano anche il vescovo Antonio, che non nasconde la commozione prima di impartire la benedizione

Il saluto del nuovo parroco

In settimana don Maggi celebrerà l’Eucaristia nella locale casa di riposo; mentre nel pomeriggio di sabato 19 settembre sarà nella frazione di Luignano per la prima Messa nella parrocchia intitolata ai santi Pietro e Paolo.

 


Scheda biografica di don Enrico Maggi

Don Enrico Maggi è nato a Sabbioneta, in provincia di Mantova, il 29 ottobre 1963. Ordinato sacerdote nel 1990 ha iniziato il suo ministero come vicario parrocchiale a Viadana nella parrocchia di San Pietro, dove aveva trascorso anche l’anno di servizio come diacono.

Inviato a Roma per perfezionare gli studi, dal 1995 al 2000 ha frequentato la Pontificia Università Gregoriana per la Licenza in Teologia Fondamentale e la Pontificia Università Salesiana per la Licenza in Scienze della Comunicazione Sociale.

Rientrato in diocesi, per cinque anni ha insegnato nel Seminario diocesano di Cremona e diretto l’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali.  Successivamente per otto anni ha guidato la comunità parrocchiale di San Giuseppe, nel Quartiere Cambonino di Cremona, e per tre anni l’unità pastorale formata dalle cinque parrocchie del comune di Pizzighettone.

Nel 2016 il Vescovo Napolioni gli aveva affidato per la seconda volta l’incarico di responsabile pastorale della comunicazione diocesana con il  coordinamento dei diversi media diocesani. Dal 2019 svolgeva anche l’incarico di cappellano del monastero domenicano di Cremona. Ora monsignor Napolioni l’ha scelto come nuovo parroco di Sesto Cremonese e Luignano, parrocchie che erano guidate rispettivamente da don Angelo Staffieri e don Giovanni Nava.

 




San Sigismondo, insediato il nuovo cappellano don Daniele Piazzi

Domenica 30 agosto la Messa festiva delle 11 nella chiesa di San Sigismondo, a Cremona, ha segnato ufficialmente il passaggio di testimone tra don Enrico Maggi e don Daniele Piazzi nell’incarico di cappellano della comunità monastica domenicana. Svolto un anno di servizio, don Maggi lascia per diventare parroco delle Parrocchie di Sesto Cremonese e Luignano, dopo gli anni alla guida della comunicazione diocesana. Nuovo cappellano diventa don Daniele Piazzi: per l’incaricato diocesano dell’Ufficio liturgico e insegnate di religione al liceo classico Manin si tratta di un ritorno, visto che già aveva svolto due mandati dal 2010 al 2016.

«Esprimiamo unanimi il nostro grazie a Dio Padre – il commento delle religiose, letto all’inizio della celebrazione da una delle monache – per aver posto sulla nostra via questi due sacerdoti e i cappellani che li hanno preceduti che, come il profeta Geremia, di cui parla la liturgia odierna, si sono lasciati sedurre dal Signore fino a donargli tutta la loro vita per il servizio pastorale».

«Il nostro grazie cordiale – aggiungono ancora le Domenicane a margine della liturgia – è rinnovato per don Enrico e per don Daniele: attraverso il loro ministero sacerdotale ci hanno aiutato e ci aiuteranno a vivere il nostro modo particolare di essere presenti nella Chiesa, dimorando nel suo cuore missionario e partecipando all’opera della Redenzione di Cristo. Accompagniamo entrambi con la preghiera affinché possano seguire fedelmente Cristo Gesù sulla via della santità».

A salutare e ringraziare don Enrico, dando il bentornato a don Daniele, insieme alle monache domenicane c’erano anche i fedeli che frequentano la chiesa di largo Bianca Maria Visconti, e tra loro in particolare i membri dell’associazione “Amici di San Sigismondo”, presieduta da Mario Nolli.

«La nostra giornata in Monastero – ci spiegano le Monache dell’Ordine dei Frati Predicatori riguardo alla figura del cappellano – ruota attorno al Sacramento dell’Eucaristia, da cui prendono linfa e vigore la fede, la vita fraterna e la fedeltà alla nostra missione di “essere” per la salvezza di molti. Il cappellano quindi è prima di tutto colui che, in persona Christi, nella S. Messa quotidiana porta la reale presenza di Gesù Cristo in corpo, sangue, anima e divinità nella nostra comunità. Da questo nostro piccolo cenacolo orante sgorga, in modo misterioso ma reale, il fiume della Grazia sulla nostra città e nel mondo intero».

La centralità dell’Eucaristia nella vita del Monastero domenicano di Cremona è sottolineata non solo dalla Messa celebrata alle 7 nei giorni feriali e alle 11 in quelli festivi, ma anche dall’adorazione eucaristica che le monache fanno ogni giovedì. «Nel mese di settembre – anticipano al riguardo – dedicheremo un’attenzione particolare all’adorazione del Santissimo Sacramento esposto solennemente sull’altare per alcuni giorni. Prossimamente daremo comunicazione delle date e degli orari in cui anche i fedeli potranno unirsi a noi nella nostra chiesa, e sostare in preghiera silenziosa davanti a Gesù Eucaristia».

Nell’occasione sono anche tornati a prestare servizio liturgico, dopo lo stop dettato dall’emergenza sanitaria, i ministranti adulti che si rendono disponibili per le celebrazioni nella chiesa monastica.

 

Profilo del nuovo cappellano

Don Daniele Piazzi, classe 1958, originario di Azzanello, è stato ordinato sacerdote il 19 giugno 1982. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Cremona, prima a Cristo Re (1982-1987) e poi a S. Ilario (1987-1998), dove si è occupato in particolar modo della chiesa sussidiaria di S. Bassano. Successivamente è stato collaboratore parrocchiale a Cavatigozzi (1998-2004); Gadesco, Pieve Delmona e San Marino (2004-2010); Torre de’ Picenardi, San Lorenzo de’ Picenardi, Pozzo Baronzio e Ca’ d’Andrea (2017-2019).
Dottore in Teologia, con specializzazione in Liturgia pastorale, dal 1998 è stato segretario dell’Ufficio liturgico, di cui è responsabile dal 2005, collaborando anche con diverse riviste liturgiche di diffusione nazionale.
Insegnante di religione presso il liceo classico Manin di Cremona, dal 2010 al 2016 è stato cappellano del Monastero domenicano di Cremona, incarico che da settembre tornerà a ricoprire.

 

Nuovi parroci, ecco le date degli insediamenti