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“Dov’è il sapiente? Le IA tra algoritmi e libertà”. Padre Benanti a Santa Monica il 10 maggio per l’evento promosso da Diocesi, Riflessi e Università Cattolica

 

Le Intelligenze Artificiali, il loro impatto evidente (e anche quello silenzioso) sulle nostre abitudini e sulle nostre relazioni, e la questione etica che scaturisce dalla loro sempre maggiore presenza in tutti gli ambiti della vita, dal lavoro all’istruzione, dalla cura all’informazione, dalla cultura all’industria dello spettacolo, sono uno dei temi più dibattuti e rilevanti della nostra epoca.

E proprio questo tema sarà affrontato e approfondito nell’incontro dal titolo “Dov’è il sapiente?” Le Intelligenze Artificiali tra algoritmi e libertà in programma il 10 maggio, alle ore 18.00, presso il Campus Santa Monica dell’Università Cattolica a Cremona.

L’evento è organizzato dall’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Cremona con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il mensile Riflessi Magazine (www.riflessimag.it) in occasione del 5° anniversario del periodico digitale diocesano e della 58ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali che Papa Francesco ha dedicato proprio al tema Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana.

Cuore dell’evento sarà l’intervento di padre Paolo Benanti, francescano del Terzo Ordine Regolare, professore di Teologia morale presso la Pontificia Università Gregoriana e autore di pubblicazioni di alto valore scientifico in materia di etica, bioetica ed etica delle tecnologie, tra cui il più recente Human in the loop. Decisioni umane e intelligenze artificiali.

Tra i massimi esperti a livello mondiale in materia di algoretica (l’etica applicata allo sviluppo degli algoritmi), padre Benanti è presidente della Commissione AI per l’informazione del Governo italiano e unico italiano membro del Comitato sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite.

Cosa la macchina può fare senza il controllo umano? Che decisioni può prendere? Come gestire gli eventuali esiti nefasti di questa delega? Ma soprattutto come far sì che la persona rimanga sempre al centro di quei processi vitali per la sopravvivenza della nostra specie e per una pacifica convivenza sociale? Queste alcune delle domande cruciali che orienteranno l’intervento di padre Benanti al Campus Santa Monica, al termine del quale risponderà anche alle domande che gli saranno poste da alcuni studenti degli atenei universitari presenti a Cremona: la facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica sull’impatto delle nuove tecnologie sull’economia e il mondo del lavoro; il Politecnico di Milano sullo sviluppo tecnologico delle IA generative; Musicologia (Università di Pavia) sul rapporto tra gli algoritmi e la produzione creativa con le ricadute sul mercato e sulla fruizione dei prodotti culturali; il corso di Fisioterapia dell’Università di Brescia sui cambiamenti tecnici apportati alla pratica delle professioni di cura e assistenza e ai riflessi che questi potranno avere sul rapporto operatore-paziente all’interno dei percorsi di cura.

L’evento del 10 maggio si pone a conclusione di un ciclo di incontri dal titolo Intelligenza Artificiale chi sei? promosso dal Centro Pastorale del Campus di Cremona in sinergia con la Direzione di Sede di Piacenza-Cremona dell’Università Cattolica e il Corso di Laurea magistrale in Innovazione e imprenditorialità digitale della Facoltà di Economia e Giurisprudenza che ha già proposto quattro incontri nei mesi di febbraio e marzo, nei quali i docenti dell’Ateneo hanno affrontato il grande tema secondo prospettive molteplici (psicologica, educativa, sociologica, religiosa) in un’Aula Magna sempre gremita, a dimostrazione del grande interesse suscitato da una delle più grandi sfide che interroga la contemporaneità.

Un interesse condiviso anche dal territorio attraverso la partecipazione di molteplici realtà istituzionali, associative e produttive che sostengono la realizzazione dell’evento, a partire dal Comune di Cremona che ha concesso il patrocinio all’iniziativa e la Fondazione Comunitaria della Città di Cremona che la sostiene con un proprio contributo.

Accanto agli organizzatori un gruppo di main sponsor: Credito Padano, Coldiretti Cremona, Fondazione Elisabetta Germani, Libera Associazione Agricoltori Cremonesi e Padania Acque; tra gli sponsor anche Arsac Cremona, Associazione degli Industriali di Cremona, Cattolica Assicurazioni, Cisl Asse del Po, Confcooperative Cremona, Microdata Group e Movimento Cristiano Lavoratori. Datitech e Polografico offrono supporto tecnico alla realizzazione dell’evento che sarà presentato e raccontato anche grazie alle media partnership con Cremona1, Cremona Oggi e con il quotidiano La Provincia.

Nell’occasione Riflessi Magazine presenterà il secondo volume cartaceo che raccoglie una selezione delle sue “Pagine scelte” pubblicate nel 2023 e in questa prima parte del 2004 sull’edizione digitale www.riflessimag.it, con reportage, interviste e storie, sempre arricchite da un prezioso apparato fotografico, che offrono un ritratto unico del territorio, attraverso i riflessi di meraviglia racchiusi tra le pieghe della nostra quotidianità. Il volume potrà essere acquistato a margine dell’evento del 10 maggio.

 

Locandina dell’evento del 10 maggio in Cattolica




Riflessi si affida ai… «Sensi». ​​​​​​​È online la nuova edizione 

È dedicata ai «Sensi» la nuova edizione di Riflessi Magazine, online da venerdì su riflessimag.it. «Toccare o colpire. Vedere o guardare. Sentire o ascoltare. Mangiare o gustare. Fiutare o annusare. Saranno anche cinque i sensi – si legge nell’introduzione – ma (come per le lettere dell’alfabeto, i colori primari o le note del pentagramma) sono infiniti i mondi che descrivono».

Così il mensile diocesano sviluppa il tema attraverso il racconto di incontri e dialoghi con persone, gruppi e associazioni, di esperienze e luoghi in cui l’esperienza dei sensi si apre a nuovi significati: «Percezioni, più che combinazioni. Sensazioni che intingono il dato reale in uno spazio che sfugge a recettori e meccanismi. E lo cambiano. Raccontando la musica, il profumo di un bicchiere di vino, la frittata della nonna, le mani che danno forma alla terra e all’amore, l’assenza di luce e perfino il dolore che li stravolge, i sensi», tra i testi e le immagini di Riflessi, «torna spesso, la categoria dell’anima».

Perché i sensi «sono le “porte dell’anima”, bussola dell’esperienza. Eppure, là dove non arrivano i sensi, non è detto che sia smarrito il senso. Anzi…».

SFOGLIA QUI L’EDIZIONE




Il vescovo risponde a “Chiesa di Casa”: «Nelle vostre domande una strada da percorrere con tutta la comunità»

Nella sua definizione, la parola «dialogo» indica un discorso, un colloquio fra due o più persone che abbia come finalità la ricerca di un punto di intesa, di un incontro anche partendo da visioni o posizioni differenti. Così inteso, ingrediente essenziale delle relazioni, il dialogo è indicato come una componente fondamentale anche per il percorso del nuovo anno pastorale nella diocesi di Cremona.

E con questa intenzione si apre la stagione 2023/24 di «Chiesa di Casa», il talk di approfondimento della diocesi di Cremona, inaugurata proprio in questo fine settimana con una puntata speciale in cui il vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni si è posto in dialogo con tre ospiti che hanno portato in studio le domande del mondo giovanile, delle famiglie e delle comunità, del mondo del lavoro e del volontariato: Lorenzo Mascaretti, giovane di Caravaggio che ha partecipato all’ultima Giornata mondiale della Gioventù, Cristina Paternazzi, mamma e catechista della parrocchia di San Daniele Po, e Federica Zignani, operatrice di rsa presso l’Opera Pia SS. Redentore di Castelverde.

Domande, provocazioni, curiosità. Spunti di riflessione posti dai tre ospiti laici, in cerca di una risposta dal loro vescovo. Domande – come evidenzia monsignor Napolioni – poste «non solo per rispondere in questo momento, ma per rifletterci e “camminarci dentro” con tutta la comunità».

«Come si può essere testimoni gioiosi del Vangelo, pur nelle fatiche e nelle fragilità della vita?», chiede Cristina. «Senza le fragilità non c’è bisogno di avere il Vangelo, che è buona notizia della salvezza – ribatte il vescovo –. E solo chi è in mezzo al mare, solo chi è nella solitudine, chi non conta solo sulle sue forze ha bisogno di salvezza».

 

 

E «cosa si intende per “villaggio” nella società di oggi, così urbanizzata, che vive così tanto di città?», chiede invece Lorenzo, che nel suo percorso di studi letterari ha spesso a che fare con questo concetto. Come dice Papa Francesco, è una parola che deriva da un detto africano: «Per mettere al mondo un figlio basta una mamma, per farlo crescere ci vuole un villaggio». «E la memoria dei nostri paesi custodisce questa esperienza», aggiunge Napolioni. «È senso di appartenenza, di partecipazione, di socialità in cui non prevale il conflitto, ma la solidarietà». Si può, si deve, dunque, parlare di «villaggio globale, che è così faticoso da tenere insieme, ma che si è fatto più piccolo, perché ci costringe a salvarci insieme, come sperimentato con la pandemia».

Uno sguardo al villaggio, alla società, al territorio che naturalmente diventa uno sguardo all’altro, alla carità. Il volontariato, nei paesi, è spesso legato alle realtà laiche e non alle comunità ecclesiali, fa notare Federica: «Le comunità cristiane saranno in grado, e come, di interagire e accostarsi a questi volontari, non solo per evangelizzare, ma anche per imparare?». La risposta sembra suonare facile, ma è tutt’altro banale: «Bisogna volerlo!». In una società storicamente spaccata da ideologie, suggerisce il vescovo, «oggi dobbiamo assolutamente vedere il bene e riconoscerlo da qualunque parte venga». Ben vengano, dunque, le alleanze nei paesi e nei quartieri.

Così, nel dialogo che scaturisce dall’incontro, vive la carità. Carità che significa vicinanza. E questa vicinanza si concretizza grazie alle forze di molti, impegnati in quelli che il vescovo chiama «i ministeri della consolazione». Ma cosa sono?

«I ministri della consolazione sono quelle persone, laici o religiosi, che affiancano i sacerdoti nella visita alle persone malate e sole, non solo portando la grazia dell’Eucarestia o della Confessione, ma proprio affiancando quella persona o quella famiglia, imparando soprattutto l’atteggiamento dell’ascolto, della comprensione, lo stile dell’amicizia». «In un senso più vasto – prosegue Napolioni – questo servizio è oggi attualissimo. Alla Giornata mondiale della Gioventù correvano parecchie lacrime, non solo nei ragazzi, ma anche in noi adulti, perché l’esperienza di una fonte che disseta fa sentire le nostre aridità, permette di esprimere le nostre difficoltà esistenziali». «Questo è quello che dice Papa Francesco, definendo la Chiesa un ospedale da campo».

È questa la dimensione della comunità, capace di aprirsi e generare bene per se stessa e per il mondo in cui vive. Per farlo – conclude il Vescovo – «bisogna ​​​​​​​uscire da se stessi, andare incontro agli altri, e vincere la paura con l’apertura alla vita».

Giorno del Signore e Chiesa di Casa, al via le nuove stagioni




Come tessere di un Mosaico. Un nuovo trimestrale per raccontare la Chiesa cremonese

 

È in distribuzione in tutte le 95 parrocchie e unità pastorali della Diocesi di Cremona la prima edizione de Il Mosaico, il nuovo trimestrale diocesano che con questo anno pastorale, su tutto il territorio, accompagnerà l’uscita dei bollettini parrocchiali o comunque potrà essere messo a disposizione di tutti nelle chiese.

Presentato nella sua nuova veste nella mattinata di venerdì 8 settembre in una conferenza stampa in Curia, con gli interventi del vescovo Antonio Napolioni e del direttore responsabile don Federico Celini, Il Mosaico raccoglie e prosegue la trentennale tradizione (e il nome) del periodico della Pastorale giovanile diocesana, ponendosi oggi come strumento di comunicazione e comunione per tutte le comunità della Chiesa cremonese. «Mi fa piacere – ha detto il Vescovo – ereditare il nome del periodico della Federazione oratori cremonesi, perché questa dimensione giovanile dovrà essere ancora caratterizzante, nell’ottica di quella alleanza tra generazioni che il Papa chiede di coltivare».

Una continuità sottolineata anche da Mattia Cabrini, collaboratore della Federazione oratori cremonesi, che per molti anni si è occupato della redazione del giornale: «È con una certa emozione che lo vedo evolvere. Quando le cose crescono è sempre un bene. Il Mosaico oggi diventa grande, ma sono certo che non smetterà di stare sui tavolini dei bar negli oratori».

Con questo rinnovamento, curato dall’Ufficio Comunicazioni sociali con lo staff di TRC-TeleRadio Cremona Cittanova, editrice della pubblicazione, rappresentati rispettivamente dal direttore Riccardo Mancabelli e dal coordinatore redazionale Filippo Gilardi, la Diocesi di Cremona propone un nuovo strumento di comunicazione che integra un sistema informativo che, secondo i principi della multimedialità e della crossmedialità, utilizza supporti e canali diversi per essere accessibile a diverse fasce di popolazione, dal web ai social, dalle produzioni televisive di approfondimento alle dirette delle celebrazioni e degli eventi diocesani, dal mensile digitale Riflessi Magazine alla collaborazione con il quotidiano Avvenire con l’inserto Cremona7 in edicola ogni domenica.

 

UNA COMUNICAZIONE INTEGRATA, ISTITUZIONALE E DI PROSSIMITÀ

Il Mosaico si propone come strumento diocesano di approfondimento e di collegamento pastorale, come inteso dal vescovo Antonio Napolioni. L’obiettivo è quello di generare una forma originale di comunicazione che integra la voce istituzionale della Diocesi con l’informazione di prossimità che ancora oggi è rappresentata dalla vasta e capillare distribuzione dei bollettini che ogni parrocchia produce per la propria comunità.

Una rete territoriale preziosa, costituita dalle parrocchie e dalle unità pastorali su una zona geografica che si estende ben oltre i confini della provincia di Cremona (comprende infatti anche parti di quelle di Mantova, Bergamo e Milano) e in cui risiedono oltre 360mila abitanti. Un territorio geograficamente complesso, disomogeneo per tessuto sociale, conformazione geografica, tradizioni e organismi amministrativi, che è tuttavia sempre percorso dai fili delle comunità cristiane. I bollettini parrocchiali, grazie all’impegno dei parroci e di gruppi di volontari che si dedicano con impegno alla stesura degli articoli, alla composizione delle pagine e alla distribuzione, ancora nella gran parte dei casi porta a porta, dà voce a questa grande rete di comunità.

È monsignor Napolioni a indicare il tratto essenziale del progetto: «La parola chiave – ha detto – è integrazione. Per noi la comunicazione è a servizio della comunione, non della divisione. La chiave di lettura di questa iniziativa è far si che la comunicazione crei rete, legami, semini speranza. Si è voluto creare un sistema integrato da un punto di vista delle tecnologie ma anche tra gli ambiti di vita ecclesiale».

L’esempio portato dal Vescovo fa osservare il parallelismo con l’ormai solida collaborazione con Avvenire: «Come la nostra Diocesi partecipa alla comunicazione regionale e nazionale grazie all’inserto domenicale Cremona7, così con Il Mosaico ci facciamo presenti come Diocesi nelle parrocchie. Sono come cerniere delle porte che si spalancano e permettono di far sentire l’esperienza di un popolo, di far circolare la Buona Notizia attraverso le buone notizie».

Uno strumento – lo ha presentato il direttore responsabile de Il Mosaico don Federico Celini – «di approfondimento e di collegamento pastorale attraverso cui la voce istituzionale della Diocesi, che si unisce all’informazione di prossimità che ancora oggi è rappresentata dalla vasta e capillare distribuzione dei bollettini che ogni parrocchia produce per la propria comunità»

 

 

LA STRUTTURA E I CONTENUTI

Quattro uscite all’anno (settembre, Natale, Pasqua e giugno) di 24 pagine che saranno distribuite sul territorio, con una tiratura che varia dalle 60 alle 100 mila copie. La prima edizione, con un approfondimento dedicato proprio ai temi della comunicazione, un’ampia intervista al cardinale Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, per una riflessione sul rapporto tra Chiesa e società in questo delicato periodo storico, e molti altri contenuti, è in distribuzione nelle parrocchie in queste settimane.

«Si tratta di uno strumento che – come ha evidenziato don Celini – intende unire fruibilità e qualità informativa, offrendo occasioni di riflessione sia su tematiche di interesse generale, lette e interpretate con un taglio tipicamente cristiano, sia di approfondimento di temi e questioni più di carattere pastorale e strettamente legati alla vita della Chiesa locale».

 

UN SERVIZIO PER I BOLLETTINI PARROCCHIALI

Con Il Mosaico si uniscono ai bollettini pagine di respiro diocesano e di approfondimento. L’integrazione tra strutture diocesane e Parrocchie si realizza anche tramite un supporto tecnico che l’Ufficio Comunicazioni sociali e TRC offrono alle Parrocchie. Si tratta di un servizio di impaginazione che consente a parroci e redazioni parrocchiali di utilizzare modelli di pagine concepiti e messi a disposizione dallo studio grafico di TRC. Un aiuto concreto per realizzare in pochi clic un’edizione del bollettino secondo standard grafici professionali, senza tuttavia rinunciare all’identità, in alcuni casi storica, delle Testate locali. Che insieme a tutte le altre continua a rappresentare un patrimonio prezioso di legami e impegno per tutte le comunità.




La nuova app Bibbia della Cei. Corrado: «Tecnologia a servizio dell’annuncio»

“Ogni nostra iniziativa, legata alla comunicazione, è sempre attraversata dalla linfa vitale dell’annuncio e dell’evangelizzazione. In caso contrario perderebbe la sua specificità. La tecnologia, dunque, può essere a servizio dell’annuncio”. Così Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, presenta la nuova app Bibbia Cei: uno strumento di consultazione dei testi biblici adatto ai dispositivi di ultima generazione disponibile su Apple Store e Google Play.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

La tecnologia a servizio dell’annuncio?
Nel ventaglio delle possibilità, che certamente hanno a che fare con l’uso sapiente dell’evoluzione tecnica, va annoverato l’impegno per la diffusione della Parola nel digitale. Un’esperienza che risale ormai al 2000 è quella del sito BibbiaEdu.it, che permette di “incontrare e navigare” la versione Cei della Bibbia del 2008 e da cui ha preso forma la App Bibbia Cei, ora completamente rinnovata.

Quali sono le principali novità?
L’app offre tutti i servizi del sito www.bibbiaedu.it consentendo così di accedere e mettere a confronto la traduzione della versione della Bibbia Cei del 2008 con tutti gli altri testi ufficiali in italiano, ebraico e greco.

A differenza del passato, può essere utilizzata anche in modalità offline.

È accessibile dai dispositivi di ultima generazione, permettendo di personalizzare il contrasto e le dimensioni del carattere per le persone con difficoltà visive. App e sito BibbiaEdu.it contengono i testi della Bibbia Cei (2008 e 1974), della Bibbia Interconfessionale, dell’Antico Testamento in ebraico e greco, del Nuovo Testamento in greco e della Nova Vulgata.

La Chiesa italiana prosegue nella presenza digitale?
In poche settimane abbiamo avuto migliaia di riscontri; complessivamente, tra vecchi e nuovi download, siamo a oltre 106.000 per la versione Apple e quasi 30.000 per la versione Android. Questa nuova app ha infatti aggiornato la precedente. E i numeri confermano la bontà del progetto e sono anche stimolo ad andare avanti con altre novità. Non dimenticando peraltro che il sito BibbiaEdu.it mette a disposizione anche alcuni audio dei testi: è un progetto in via di sviluppo che vorremmo integrare sulle piattaforme podcast.

La presenza digitale continua con quella motivazione all’origine del sito e dell’app: strumenti per “visionare, scomporre, richiamare, studiare la Parola che sta a fondamento della fede e della vita della comunità cristiana, patrimonio culturale e spirituale dell’umanità intera”.

(Foto Siciliani – Gennari/SIR)

Al progetto della nuova app ha partecipato anche l’Ufficio catechistico nazionale. Don Dionisio Candido, responsabile del Settore dell’apostolato biblico: perché una Bibbia digitale?
La Bibbia nasce come raccolta di libri che contengono la Parola di Dio. In altri termini, il Dio della Bibbia è un Dio che desidera comunicare, entrare in dialogo, relazionarsi con l’uomo. Nell’era digitale non si può non pensare ad un approdo della Parola orale e scritta anche nella sfera del digitale.

È un grande servizio per rendere ancora più accessibile la fonte della fede cristiana e per apprezzare con facilità i testi e le traduzioni che nel tempo sono stati prodotti.

Cosa rappresenta questa iniziativa per la catechesi e l’apostolato?
Se la catechesi è “l’eco della Parola di Dio” mettere questi testi gratuitamente a disposizione del pubblico più ampio significa favorire il ritorno alle radici. Non esiste catechesi e apostolato biblico appunto senza Bibbia. Le grandi narrazioni bibliche come quelle di Abramo, di Mosè, di Pietro, di Maria sono state le prime catechesi: erano i racconti delle esperienze di fede dei primi credenti, che illuminano e sostengono i credenti di ogni tempo.

 Per chi è pensata l’app Bibbia Cei?
Questa app è una risposta concreta all’invito del Concilio di rendere la Sacra Scrittura accessibile e familiare a tutti. Per far questo non basta “caricare” dei testi su una piattaforma digitale. Bisogna vigilare che i testi siano corretti, che le corrispondenze siano effettive, che ogni elemento (dal testo alle note) sia in ordine.

E poi è necessario trovare le soluzioni migliori per le persone ad esempio con disabilità visiva, attraverso accorgimenti nel settaggio delle lettere. Anche i non vedenti hanno a disposizione adesso una serie di libri, sempre più nutrita, letti da professionisti.

Ed infine non vanno trascurati gli esperti, che adesso possono consultare sul palmo di una mano anche i testi ebraico, greco e latino della Bibbia.




Per un avvento di pace: sui social diocesani in cammino verso il Natale con cinque testimoni di pace

«Per un Avvento di pace» è il titolo dell’iniziativa social promossa sui canali social della Diocesi (Facebook e Instagram) in preparazione al Natale. Un itinerario che sarà accompagnato da alcune figure significative per la Chiesa cremonese e che nella propria vita sono state a fianco degli ultimi, a contatto con povertà e violenze, nel contesti anche da conflitti e guerre.

Ogni giorno, dal lunedì al venerdì, sarà proposta una loro frase che sarà approfondita nelle brevi riflessioni proposte in voce da alcuni sacerdoti cremonesi.

QUI LA PAGINA FACEBBOK DIOCESANA

QUI IL PROFILO INSTAGRAM DIOCESANO

 

Tra i costruttori di pace c’è anzitutto il patrono della città e della diocesi di Cremona, Omobono Tucenghi, padre dei poveri e pacificatore nelle turbolente vicende della Cremona comunale del XII secolo, divisa anche religiosamente dalle correnti ereticali. Ad aiutare la riflessione sarà il liturgista don Daniele Piazzi.

Altro protagonista sarà l’arcivescovo Giovanni Cazzani, di cui quest’anno si è ricordato il 70° della morte e per il quale è in corso il processo di beatificazione. Fu vescovo di Cremona dal 1914 al 1952, nel difficile contesto delle due guerre mondiali. A sviluppare il suo pensiero sarà il vicerettore del Seminario di Cremona, don Francesco Cortellini.

Altro testimone di pace sarà don Primo Mazzolari che, dopo l’esperienza di cappellano militare nella prima guerra mondiale, per le proprie idee dovette vivere nella clandestinità durante il regime fascista. Ad aiutare ad approfondire il pensiero del parroco di Bozzolo sarà don Umberto Zanaboni, vicepostulatore della sua causa di beatificazione.

Il percorso proporrà anche le figure di mons. Antonio Barosi, amministratore apostolico di Kaifeng e originario di Solarolo Rainerio, e del soncinese padre Mario Zanardi (missionario del Pontificio istituto missioni estere), che con altri due religiosi nel 1941, negli anni dell’invasione giapponese della Cina, furono uccisi a Dingcun, nella provincia di Henan. Di loro parlerà don Mario Binotto, sacerdote cremonese che nel 2011 si è recato sul luogo del martirio recuperandone le reliquie.

Ulteriori spunti di riflessioni arriveranno da oltreoceano grazie alla figura di Irmã Dulce (suor Dulce) religiosa di Salvador de Bahia che tanto si spese nell’assistenza ai poveri e ai bisognosi. A presentare la figura di questa santa (innalzata alla gloria degli altari da Papa Francesco nel 2019) sarà don Davide Ferretti, sacerdote cremonese fidei donum in Brasile, dove è parroco proprio a Salvador de Bahia.




Pronta la nuova stagione di “Chiesa di Casa” e “Giorno del Signore” sul web e in tv

Con il mese di ottobre torna come sempre l’appuntamento settimanale le produzioni informative della diocesi di Cremona: il notiziario settimanale “Giorno del Signore” e il talk di approfondimento pastorale “Chiesa di Casa”, entrambi prodotti dalla redazione giornalistica di TeleRadio Cremona Cittanova in collaborazione con l’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali.

A inaugurare la nuova stagione sarà “Chiesa di Casa”, momento di dialogo e approfondimento sugli ambiti della pastorale diocesana con i referenti degli Uffici di Curia e quanti sul territorio sono impegnati in prima persona, nelle parrocchie e nelle associazioni. Il format si presenta con un studio rinnovato, la conduzione affidata quest’anno ad Andrea Bassani e una nuova rubrica che aprirà una “finestra” sulle domande che i giovani rivolgono ai rappresentanti della Chiesa locale. Una trasmissione che, nello stile del talk, intende offrire, in modo semplice e familiare uno spazio di conoscenza e di approfondimento dei temi, degli indirizzi e delle esperienze che sostengono la vita della Chiesa cremonese, seguendo il calendario pastorale diocesano e quello proposto dalla Chiesa italiana e universale.

“Chiesa di Casa” andrà in onda (a partire dal 29 settembre) ogni giovedì sera alle 20.30 sui canali web e social della diocesi (Facebook, Youtube, Instagram e diocesidicremona.it) e la domenica su Cremona1 alle 12.15.

Nuova stagione all’insegna delle conferme anche per il “Giorno del Signore“, condotto ancora da Andrea Bergonzi e Margherita Santini. Mezz’ora in cui si racconterà la vita della Chiesa cremonese attraverso il resoconto delle iniziative promosse in Diocesi e le attività portate avanti da parrocchie e associazioni. Celebrazioni, eventi, ma anche la vita ordinaria della comunità. Tra gli appuntamenti fissi la rubrica “La Parola”, con il commento al Vangelo della domenica che quest’anno lascerà la parola ai giovani.

Il notiziario settimanale della Diocesi di Cremona andrà in onda, , a partire dal 1 ottobre,  alle 20.30 sui canali web e social della Diocesi di Cremona (Facebook, Youtube, e diocesidicremona.it). Su Cremona1 (canale 19) la rubrica diocesana sarà proposta il sabato sera (nel mese di ottobre alle ore 20.00 e da novembre alle 20.30) e la domenica alle 12.30.

Inoltre, continua ogni domenica l’appuntamento con la S. Messa delle ore 11: ancora nelle prossime settimane in diretta dalla chiesa di Sant’Abbondio, a Cremona, e dal 13 novembre di nuovo dalla Cattedrale, lasciando poi spazio durante la Visita Pastorale alle celebrazioni presiedute dal Vescovo nelle parrocchie interessate alla visita.

 


CHIESA DI CASA

DAL GIOVEDÌ (PRIMA VISIONE ORE 20.30)
diocesidicremona.it – facebook @diocesidicremona – Canale Youtube “Diocesi di Cremona”

DOMENICA ORE 12.15
Cremona1 (canale 19)


GIORNO DEL SIGNORE

DAL SABATO (PRIMA VISIONE ORE 20.30)
diocesidicremona.it
facebook @diocesidicremona
Canale Youtube “Diocesi di Cremona”

SABATO ORE 20.30 (ore 20 nel mese di ottobre) – DOMENICA 12.30
Cremona1 (canale 19)


 




Ultima puntata della 33ª stagione del “Giorno del Signore”: un servizio speciale racconta un anno di Chiesa locale

Con l’arrivo dell’estate si conclude la stagione televisiva del “Giorno del Signore” il notiziario sulla vita della Chiesa cremonese andato in onda per il 33esimo anno consecutivo. Anche quest’anno le trentanove puntate condotte da Andrea Bergonzi e Margherita Santini con il supporto redazionale di TeleRadio Cremona Cittanova e la cura dell’ufficio diocesano delle Comunicazioni sociali, sono state trasmesse in tv sulle emittenti Cremona1 e Telepace, e in streaming sui canali web ufficiali della diocesi: il canale Youtube e le pagine social Facebook e Instagram. In uno studio rinnovato e con un format pensato per seguire eventi e iniziative diocesane, ma anche la vita delle comunità sul territorio, la stagione 2021/22 ha visto il coinvolgimento di decine di famiglie che hanno aperto la loro casa per condividere il commento settimanale al Vangelo della domenica proprio in chiave famigliare, la collaborazione della redazione di Terza Pagina, il sito di informazione nato all’interno del Lice Vida, che durante la stagione ha incontrato e raccontato le esperienze di impegno giovanile presenti e attive sul territorio. Novità significativa anche le partnership con aziende del territorio (Sabbatini, Ars Nova, Keropetrol in particolare) e non solo che hanno sostenuto la produzione con una collaborazione preziosa

Tanti i volti, tante le voci raccolte e portate nelle case degli affezionati spettatori del Giorno del Signore durante i mesi della produzione che tornerà ad ottobre con il suo 34° anno di trasmissioni. Riprenderà ad ottobre anche Chiesa di Casa, il talk di approfondimento pastorale settimanale sempre prodotto negli studi TeleRadio Cremona Cittanova, che nella sua prima stagione ha fatto conoscere attraverso una serie di talk tematici tutti gli ambiti delle attività pastorali della Diocesi, grazie agli interventi degli Uffici di Curia e di tanti operatori che quotidianamente si impegnano nelle comunità

Tornerà invece il 4 settembre la pubblicazione di Cremona7, l’inserto delle due pagine diocesane inserite ogni domenica nel quotidiano Avvenire, che si interrompe per la pausa estiva nei mesi di luglio e agosto.

Durante l’estate l’informazione diocesana continuerà a essere quotidianamente garantita attraverso il portale internet ufficiale www.diocesidicremona.it e i canali social (Facebook e Instagram)




“Chiesa di casa”: per una comunicazione “in uscita” ​​​​​​​oltre il metro dei “like”

«Noi abbiamo l’idea che il giornalista sia colui che ci racconta al telegiornale cosa è successo nella giornata» spiega Gamba. Si tratta, invece, di «ricostruire attraverso l’ascolto degli altri quella che i giornalisti solitamente chiamano la “sostanziale verità dei fatti”». Questo uno degli spunti proposti da Maria Chiara Gamba, corrispondente da Cremona per Avvenire, ospite della puntata di questa settimana di «Chiesa di casa». Con lei, in dialogo con l’incaricato diocesano per le comunicazioni sociali Riccardo Mancabelli, il collega Filippo Gilardi, giornalista coordinatore redazionale di Tele radio Cremona Cittanova, editrice che gestisce e cura i media diocesani che richiama la «capacità di incontrare gli altri e di non essere autoreferenziali – e aggiunge – Credo che questo sia un rischio da scongiurare. Viviamo un tempo, l’epoca della comunicazione, in cui è essenziale mettersi nei panni di chi riceve il messaggio, capire il linguaggio di chi ascolta per potersi proporre in modo efficace e significativo».

Dunque, occorre un adeguamento, anche perché, come spiega la corrispondente di Avvenire: «Siamo immersi in un fiume di comunicazione». I ragazzi, oggi, intendono la comunicazione «come un mettere in comune senza filtri le loro esperienze all’istante». In questo senso, continua il collega: «Un rischio della comunicazione “adulta” è quello di voler costringere dentro sistemi o linguaggi che ci sembra siano tipici del mondo giovanile i nostri soliti contenuti. È molto importante, per questa velocità di adattamento, che i giovani abbiano spazio creativo per imprimere il loro stile alla comunicazione». Ed è forse proprio perché il nostro tempo esige notizie sempre meno superficiali e accumulate, che bisogna ricordare, come dice Maria Chiara, che «fare il giornalista vuol dire cercare più fonti, più punti di vista per completare il fatto».

A tal proposito, risultano evidenti dei punti di lavoro, due in particolare, secondo Filippo Gilardi: «Il primo è quello di uscire dalla logica dello “scoop”: non conta più tanto arrivare prima, ma arrivare bene sulla notizia; l’altro aspetto è quello di uscire dalla logica del consenso, che è la logica tipica della nostra società, quella del “like”, che ci imprigiona in questa necessità di avere approvazione». Piuttosto, riflette Maria Chiara Gamba riprendendo alcuni passaggi del Messaggio del papa per la Giornata, si tratta di «partire dall’idea di considerare l’altro come portatore di bellezza e mistero». Per accorgersi di ciò, «bisogna predisporsi in quell’atteggiamento di ricerca di novità, bellezza, mistero che tutte le persone che incontriamo, ci possono offrire».

La posizione del giornalista, ma anche dell’educatore, quindi, è quella di chi si mette in discussione, per capire che l’altro è «un mondo da scoprire». Quindi, la comunicazione, in particolar modo quella cristiana, deve ambire a un percorso di conoscenza, conoscenza di quel Mistero che sta alla radice dei fatti, delle persone incontrate.

Chiesa di Casa si è infine conclusa con le parole di Filippo Gilardi, che rimarcano la grande sfida di «misurarsi con la società, con la cultura, con le persone». La proposta, però, interpella non solo i giornalisti, ma anzitutto la Chiesa e i cristiani di oggi.




Giorno del Signore, il 2021 della Chiesa cremonese

È una puntata speciale ad aprire il 2022 del Giorno del Signore. La rubrica televisiva settimanale sulla vita della Chiesa cremonese, infatti, ha proposto nell’edizione di domenica 2 gennaio, una puntata speciale in cui – attraverso le parole e le immagini dei servizi realizzati negli ultimi 12 mesi – ripercorre l’anno appena trascorso attraverso i momento più significativi vissuti dalla Diocesi di Cremona.

Dai grandi eventi della Settimana Liturgica Nazionale e dell’inaugurazione del Nuovo Museo Diocesano, alle occasioni di preghiera e spiritualità che hanno segnato un anno particolare, caratterizzato dalla ripartenza con il ritorno in presenza di momenti molto sentiti come la Veglia della Giornata Mondiale della Gioventù al palazzetto di Cremona, e dal cammino tracciato dalla Chiesa universale. Particolarmente suggestivo il ricordo delle vittime del Covid con la Messa celebrata da tutti i vescovi della Lombardia al Santuario di Caravaggio, così come l’apertura del Sinodo con la veglia di preghiera in Cattedrale e il mandato missionario ai primi due missionari laici diocesani per la loro chiamata al servizio nella parrocchia di Gesù Cristo Risorto nella favela di Salvador de Bahia in Brasile.