1

Laboratori della fede per alunni e insegnanti

«Dar tempo ai giovani. Pensare e presentare il Cristianesimo nella scuola»: è questo il tema scelto per il progetto di formazione annuale per gli insegnanti di Religione Cattolica in diocesi. «Prima di iniziare un percorso – commenta don Giovanni Tonani, incaricato per la Pastorale Scolastica – è necessario fare un primo avvicinamento al “fatto cristiano della salvezza”, che si concretizza nella vita di ogni ragazzo». L’invito è dunque quello di tornare a Cristo per scoprire l’origine dell’impegno di essere “dentro la scuola” con il messaggio e lo stile della fede cattolica attraverso una formazione sempre più qualificata. Perciò gli incontri per tutti gli insegnanti affronteranno temi significativi in questo senso: don Massimo Epis, Preside della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, rifletterà sulla domanda essenziale “È ancora possibile credere oggi?”, mentre don Daniele Piazzi, incaricato diocesano di pastorale Liturgica, interverrà in un altro incontro assembleare su “La ragionevolezza della fede: fede pensata e fede celebrata”. «Questi incontri – spiega don Tonani – saranno poi accompagnati da percorsi specifici sul rapporto tra la fede annunciata e le forme d’arte (musica e letteratura in particolare) pensati per fasce d’età». Percorsi che si affiancano agli incontri di formazione per educatori sui linguaggi emotivi condivisi con gli altri uffici dell’Area Giovani, e agli approfondimenti di carattere teologico dedicati alla costituzione conciliare “Dei Verbum”.

«Quest’anno vorremmo porre in primo piano – spiega ancora l’incaricato diocesano – una nuova pastorale scolastica con gli studenti: per questo proporremo durante l’anno alcune iniziative culturali mirate per i vari livelli scolastici». Alle scuole primarie sarà proposta la mostra “Con gli occhi di Marcellino”, ispirata dal libro e dal film “Marcellino pane e vino”; in occasione del Salone dello Studente sarà poi riproposto il progetto “Maninarte”, in cui alcuni istituti superiori metteranno a disposizione le proprie competenze per avvicinare i ragazzi delle scuole medie ad opere del patrimonio artistico diocesano; infine in Quaresima la mostra “C’è qualcuno che ascolta il mio grido”, già presentata al Meeting di Rimini, ispirata al libro di Giobbe.

Un percorso dunque che vuole coinvolgere più da vicino gli studenti, ma che chiama in causa la scelta di vita degli insegnanti: «Il docente di religione – osserva don Tonani – è ancora visto come una figura attenta e vicina ai bisogni dei ragazzi, ma nella pastorale scolastica i protagonisti devono essere tutti gli insegnanti cattolici, non solo quelli dell’Irc. Il rischio di scollegare la vita professionale dalle scelte di fede esiste. Le associazioni cattoliche di settore aiutano, ma è uno sforzo che dobbiamo fare insieme». Ecco perché sono rivolte a tutti le proposte diocesane di spiritualità che scandiscono l’anno scolastico: dalla Giornata diocesana della scuola con il vescovo (15 settembre) al pellegrinaggio mariano al Santuario della Fontana di Casalmaggiore (30 maggio).

Ci sono poi i momenti dedicati alle scuole paritarie (come la via Crucis in Cattedrale durante la Quaresima): «Gli istituti di ispirazione cattolica sono disseminati sul territorio – spiega don Tonani – e il tentativo che vorremmo avviare è quello di armonizzare il loro lavoro attraverso un dialogo proficuo. Il livello raggiunto negli istituti paritari cattolici è molto alto e la nostra offerta formativa vuole essere davvero per tutti, pur nella conferma della ispirazione cristiana che li distingue inserendoli a tutti gli effetti dentro la vita ecclesiale della nostra diocesi».

 

In Quaresima

Tradizionale Via Crucis organizzata dalle scuole paritarie della città in Cattedrale con il Vescovo

Dirigenti scolastici

Venerdì 3 aprile 2020 il vescovo Napolioni parteciperà all’annuale incontro con i Dirigenti scolastici

Pellegrinaggio

Si terrà sabato 30 maggio 2020 il pellegrinaggio promosso dall’ufficio di Pastorale scolastica al Santuario della Fontana di Casalmaggiore




Un’ecologia della relazione per una società più giusta

L’attuale contesto storico richiede alla Chiesa di riproporre con forza una missione anche di tipo culturale, che aiuti a ragionare con la testa più che con la pancia. Ne è convinto Sante Mussetola, incaricato diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, che individua anche la strada da seguire: la Dottrina sociale della Chiesa. «Sono queste – afferma – le “armi” che abbiamo a disposizione per combattere il populismo fatto di luoghi comuni che troppo spesso rischiano di dipingere una realtà assai differente da quella riscontrabile nei fatti».

Quasi parafrasando la Laudato si’, Musstola parla di «ecologia della relazione» come prospettiva che anche a livello diocesano deve trovare concretezza. Alla base di ogni relazione deve esserci una reciproca considerazione, evitando che ogni confronto sia motivo di lite. «In questo senso un primo passo – auspica Mussetola – dovrebbero farlo anzitutto gli organi di stampa e la tv, rivedendo in questa ottica i propri palinsesti».

Ma tocca sicuramente a ciascuno – e soprattutto a ogni cristiano – fare la sua, a cominciare dal proprio piccolo. Con questa consapevolezza, l’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, anche per l’anno pastorale 2019/2020, si mette a disposizione di zone pastorali e parrocchie per occasioni di formazione in cui scuotere le coscienze e spingere a vivere la propria partecipazione al bene comune. «Punto di partenza – chiarisce Mussetola – è sicuramente la lettera enciclica Laudato si’ di papa Francesco sulla cura della casa comune. Ma non può essere dimenticato neppure un secolo abbondante di storia, nel quale i cattolici hanno offerto un notevole contributo alla società italiana: un esempio di convivenza che stride rispetto ai contrasti che viviamo oggi».

La Laudato si’, insieme anche a Evangelii gaudium e Caritas in veritate, senza tralasciare neppure la Centesimus annus di Giovanni Paolo II, sono i punti di partenza di un processo di confronto e dialogo che vuole far diventare le associazioni ecclesiali sempre più protagoniste, con un coinvolgimento che deve riguardare anche imprese e lavoratori.

E la speranza, anche motivo dell’imminente nascita a Cremona del nuovo campus dell’Università Cattolica del S. Cuore, è poter riattivare quel percorso di alta formazione per l’impegno socio-politico – promosso dall’Ufficio diocesano in sinergia con l’ateneo fondato da padre Gemelli – che in passato ha coinvolto numerosi giovani oggi impegnati nell’ambito amministrativo.

Nel calendario dell’anno ci sono poi le scadenze ormai consolidate.

Giornata del Creato

Nel contesto della Giornata per la custodia del Creato, dal 1° al 15 settembre ogni zona pastorale è invitata a promuovere un evento con il sostegno del gruppo Laudato sì’, afferente all’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale

Incontro politici

La prima domenica di Avvento torna l’annuale incontro del Vescovo con i rappresentanti del mondo della politica, del sociale, dell’economia e dell’associazionismo. Proseguendo nell’idea di un evento itinerante per la diocesi, l’evento si terrà il 1° dicembre alle 9.30 a Pizzighettone, nella cerchia muraria

Messa per il lavoro

Venerdì 1 maggio 2020 il vescovo Antonio Napolioni presiede la Messa per il mondo del lavoro, presso un’attività produttiva del territorio diocesano: l’azienda agricola “Corte Granda” di Pessina Cremonese




Apertura dell’anno pastorale: «Il dono e la responsabilità di fare comunità oggi» (VIDEO e FOTO)

«Cosa significa fare comunità oggi?». Con questa domanda cruciale la teologa cremonese Isabella Guanzini, ha iniziato ieri l’intervento che ha introdotto il Convegno diocesano di apertura dell’anno pastorale. Nella sua riflessione la studiosa, docente di Teologia fondamentale all’Università di Graz (Austria), autrice di libri di successo come il saggio “Tenerezza. La rivoluzione del potere gentile”, ha approfondito il tema proposto da Vescovo Napolioni, tratto da un passaggio del “discorso comunitario” (Matteo 18): «Dove sono due o tre…».

Il video integrale della relazione della prof. Guanzini

 

«La comunità come dono e come compito – ha spiegato Isabella Guanzini -, ecco il tema di oggi». Un tema sviluppato nella ricerca della risorsa che la comunità cristiana può rappresentare per la società di oggi. «Il mio punto di partenza – ha aggiunto – è la considerazione del Cristianesimo come qualcosa che non è proprietà di nessuno, ma che è a disposizione di tutti».

Con questa prospettiva la comunità diventa il luogo e la forma in cui l’esperienza cristiana può farsi significativa nel tempo della digitalizzazione, della performance e della frenesia del fare, se conduce «a un’esperienza di riconciliazione con se stessi e con gli altri».

Così mentre – ha proseguito nella sua riflessione la teologa cremonese – «la risorsa insostituibile delle Chiese è in primo luogo quella di aprire in continuazione la domanda sul senso, sul significato ultimo della nostra esistenza», la comunità è chiamata a «farsi carico dell’orientamento della società senza trasformarsi in un’agenzia moralistica di mera imposizione del tempo».

«Ecco allora una responsabilità e un compito per la comunità che viene – ha sottolineato in un altro passaggio significativo –

essere fonte di esperienze capaci di risvegliare una sensibilità per il senso, anche attraverso l’intensità di legami umani reali che nascono e crescono intorno a una tavola, attraverso conversazioni fra amici o nella lettura comune della Parola».

Legami e relazioni che aprono alla relazione con l’altro e dunque alla vocazione universale della Chiesa, chiamata alla sfida di trovare e custodire un equilibrio «tra i suoi carismi interni, la sequela del Vangelo che nel’identità, e lo spazio pubblico».

«La comunità cristiana – ha aggiunto – resterà una risorsa se sarà capace di offrire qualcosa di comprensibile a tutti».

Per questo l’invito di Isabella Guanzini è quello a non guardare “l’esterno” come a qualcosa da cui difendersi o contro cui avviare una «guerra culturale», ma a opporre una «resistenza nei confronti di chi tende a fare dell’annuncio di salvezza per tutti, qualcosa di proprio, persino da usare contro gli altri».

Da qui verso la conclusione in cui la teologa propone una vera e propria «apologia della differenza», come elemento costitutivo della comunità che trova la sua «risorsa imperdibile oggi nell’accoglienza dell’altro».

«Grazie a questa fondamentale apertura – ha concluso – la comunità cristiana può essere una grande risorsa: perché diviene lo spazio in cui cala ogni maschera – questo è il momento assoluto della croce – e, nell’accoglienza reciproca, per quello che si è, la vita può risuonare ogni volta nella sua sovrabbondanza».

Il testo completo della relazione di Isabella Guanzini (.pdf)

 

Gruppi di lavoro

Dopo la relazione di Isabella Guanzini, il pomeriggio del convegno pastorale diocesano è proseguito con la suddivisione dei partecipanti in quattro laboratori di gruppo caratterizzati da alcune testimonianze significative rispetto al fare comunità. Il primo gruppo, affidato all’area «In ascolto dei giovani», ha riflettuto sul tema del rapporto tra diverse generazioni. Ad aprire il laboratorio le testimonianze di don Franco Sudati, parroco di Calvenzano, ed Emanuele Bergami, educatore professionale impegnato nell’oratorio, che si sono confrontati sulla relazione con il mondo giovanile, portando esempi concreti. Dopo gli interventi è stato il responsabile dell’area don Paolo Arienti a porre le domande che hanno provocato il dibattito.
Suor Luisa Ciceri delle Adoratrici di Rivolta d’Adda e Gabriele Panena hanno animato invece la proposta del gruppo dell’area «Comunità educante famiglia di famiglie» coordinata da don Enrico Trevisi, sul significato di fare comunità «tra diverse vocazioni e ministeri». «Facciamo esperienza di comunione – osserva suor Luisa – partendo dalla dignità di figli che ci accomuna tutti e che si esprime nella vocazione di ciascuno: i sacerdoti che offrono la vita, i laici che testimoniano la presenza del Signore nella quotidianità, i consacrati che indicano con la loro vita l’oltre che dà significato a tutto». Un «noi», ha sottolineato anche Giusy Biaggi della Cooperativa Nazareth, relatrice nel gruppo affidato all’area pastorale «Nel mondo con lo stile del servizio», che si è confrontata sul rapporto «tra Chiesa e società, nel territorio». L’operatrice ha riflettuto sull’esperienza dell’impegno civico attraverso alcuni passaggi chiave: «L’accorgersi dei bisogni, il farsene carico attraverso azioni concrete da ricercare come una comunità che risponde in senso civico, laicale, raccogliendo anche le vocazioni personali». Nel laboratorio sul fare comunità «tra diverse parrocchie e gruppi» l’intervento del vescovo Napolioni che ha portato la propria testimonianza.

Dopo i lavori di gruppo la conclusione della giornata di convegno diocesano con la preghiera dei Vespri nella chiesa del Seminario. Domenica 22 settembre, il pellegrinaggio diocesano al Santuario di Caravaggio. La locandina del pellegrinaggio

 

Photogallery completa




Il sogno dell’oratorio continua

Torna il 25 e 26 agosto l’appuntamento con la “Scuola animatori di Oratorio” per i ragazzi delle superiori desiderosi di approfondire le competenze e la passione del servizio in Oratorio. Un momento importante che guarda già ad un anno speciale per i nostri oratori, chiamati a guardarsi e ripensarsi con il progetto del “Cortile dei Sogni”, uno dei passaggi più significativi dell’anno pastorale che inizia (leggi QUI il Messaggio del Vescovo per l’anno oratoriano).

La questione non è tanto quella di immaginare un nuovo modello di oratorio che possa soppiantare quello che ha cresciuto generazioni di ragazzi nelle parrocchie della nostra diocesi. Semmai si tratta di ripartire da quella grande eredità per adattarla a un tempo che cambia: nella società e nella cultura, ma anche nelle forme di aggregazione sociale, nelle articolazioni territoriali, nel rapporto con la fede cristiana.

Così nasce su iniziativa dell’Ufficio diocesano per la Pastorale giovanile l’idea del Cortile dei sogni. A spiegare di cosa si tratta è l’incaricato don Paolo Arienti: «Un percorso di revisione, ripensamento e alleanza sugli oratori della nostra diocesi, che vogliamo affrontare insieme per aiutarci a custodire e far crescere il sogno dell’oratorio».

Un sogno che ha radici profonde, ma che attraversa anche un periodo di travaglio da prendere sul serio, grazie a quella che don Paolo definisce «una verifica sincera» della situazione in diocesi.

Una verifica da condividere e da declinare nelle diverse esperienze delle zone e delle parrocchie di un territorio ricco e complesso, ma che trova un punto fermo da cui partire: «Noi desideriamo educare. La diocesi non arretra sulla volontà di accompagnare la crescita delle nuove generazioni in termini sempre più efficaci, sereni ed evangelici».

Il percorso del Cortile dei sogni si articolerà durante l’anno pastorale in tre tappe: la prima, locale, chiederà alle parrocchie e alle unità pastorali in almeno due incontri (tra novembre e dicembre 2019) pensati come occasione per immaginare percorsi condivisi che possano sostenere esigenze, potenzialità e fragilità dei singoli oratori; la seconda tappa sarà quella zonale (prevista per gennaio-febbraio 2020) in cui saranno convocate assemblee nelle cinque zone pastorali per dare la possibilità agli oratori di incontrarsi e raccontarsi, riconoscendo alleanze significative sul territorio e interrogandosi sul futuro insieme; infine un appuntamento diocesano di confronto e sintesi sugli strumenti della Pastorale giovanile.

«Quello che desideriamo – spiega ancora don Paolo – è affrontare le fragilità del modello oratoriano: fragilità interne legate alla mancanza di risorse educative, alla nascita di nuove unità pastorali e alla diminuzione del numero di preti giovani dedicati alla pastorale giovanile; ma anche fragilità esterne che arrivano dai cambiamenti culturali e dalla crisi di un’alleanza che anni fa era data per scontata tra i canali di socialità e i percorsi di iniziazione cristiana».

Oggi l’oratorio non ha più il monopolio educativo, ma diventa sempre più una scelta educativa. Il Cortile dei sogni si propone di affrontare questa nuova sfida: «Dobbiamo prima di tutto – riflette l’incaricato diocesano – disinnescare un certo senso di colpa, o la paura di fallire, che ci blocca di fronte alle esigenze del cambiamento, a fronte di un panorama mutato. Mi spiego: è inutile continuare ad aprire l’oratorio alle 14.30 se so che ormai i ragazzi sono a scuola tutti fino alle 16… Vorremmo proporre non una teoria, ma un’esperienza di resilienza». Che prova ad aprire nuove prospettive tutte da scoprire, ma che guardano in una direzione precisa: «Quella delle alleanze: pensiamo che quelle cose che sembra non siamo più capaci di fare, le possiamo fare insieme».

 

Esercizi spirituali

Presso l’eremo di Montecastello a Tignale (BS), dal 6 all’8 marzo 2020 l’appuntamento per gli esercizi spirituali quaresimali rivolti ai giovani

Grest 2020

Saranno due i momenti di presentazione del progetto estivo: ai responsabili (il 23, 25 e 26 marzo 2020) e agli animatori (il 25 e 26 aprile 2020)

Veglia delle Palme

Il consueto appuntamento per i giovani con il vescovo Antonio presso il Palasport di Cremona è in programma sabato 4 aprile 2020

Adolescenti

Dal 13 al 15 aprile 2020 torna la proposta di pellegrinaggio diocesano per gli adolescenti, quest’anno la meta scelta è Assisi

Cresimandi-cresimati

Sabato 16 maggio 2020 il vescovo Antonio incontrerà i cresimandi e i cresimati dell’anno per un momento di riflessione e preghiera




“Dove sono due o tre…”, disponibile la nuova pubblicazione dei “Percorsi pastorali”

Come sempre, l’inizio del nuovo anno pastorale è accompagnato dalla pubblicazione dei Percorsi Pastorali, quest’anno dal titolo “Dove sono due o tre…”. Si tratta di uno strumento prezioso per la comunità diocesana: il Vescovo presenta la quarta tappa dell’itinerario scandito dai discorsi di Gesù secondo l’evangelista Matteo, condivide una sua riflessione per orientare la pastorale delle comunità della diocesi partendo dal discorso comunitario, nel capitolo 18: “Dove sono due o tre…”, con cui la Chiesa cremonese è chiamata a confrontarsi, sostenuta anche dalle pagine di commento biblico affidato a don Marco D’Agostino.

È un invito a ritornare alla scuola del Vangelo, che trova concretezza nell’azione coordinata delle Aree pastorali che, attraverso gli Uffici pastorali, accompagnano le comunità parrocchiali nel cammino del nuovo anno, scandito dall’anno liturgico, dai momenti diocesani, dagli itinerari formativi indicati nel calendario allegato.

Non cambia la funzione pratica di queste pagine che, tuttavia, escono quest’anno dalla tipografia con un formato rinnovato e un’edizione aggiornata, più moderna nella grafica e fruibile nella struttura dei contenuti. Non un “libretto di istruzioni”, ma uno strumento di accompagnamento e di condivisione rivolto agli operatori pastorali, ma anche a tutto il popolo di Dio, che può trovare anche in queste pagine un piccolo segno di unità.

Emergono, così, le linee pastorali indicate dal Vescovo, sviluppate in proposte, percorsi, persone e luoghi che fanno la vita della comunità. Per questo nella sezione dedicata alle Aree pastorali le prospettive per il nuovo anno si intrecciano con il racconto di esperienze di Chiesa che riguardano da vicino la vita delle comunità della diocesi in un momento storico di profondi cambiamenti e dunque di occasioni per ritrovarsi, riconoscersi e affrontare insieme un nuovo tratto di strada.

La pubblicazione è a disposizione di parrocchie e singoli che potranno ritirarne copie gratuite presso il Centro pastorale diocesano di Cremona, che dal 19 agosto riapre, dopo la pausa estiva, con i consueti orari: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Ulteriori informazioni contattando lo 0372-495077. I Percorsi Pastorali saranno disponibili anche in occasione dell’apertura dall’anno pastorale, il 21 settembre in Seminario.

 

L’apertura del nuovo anno pastorale
con il convegno diocesano e il pellegrinaggio a Caravaggio

 




Nuove prospettive per la pastorale universitaria

L’apertura ormai prossima della nuova sede dell’Università Cattolica presso l’ex monastero di Santa Monica, arricchisce notevolmente la vocazione universitaria della città di Cremona. Si tratta di una prospettiva che apre per la nostra diocesi sfide pastorali inattese. Il nuovo polo di eccellenza per la formazione nel settore agroalimentare, costituirà un richiamo internazionale che porterà all’ombra del Torrazzo tra gli 800 e i 1000 studenti provenienti da varie parti del mondo. Essi si aggiungeranno a quelli già presenti in città per frequentare gli studi al Politecnico di Milano, alla facoltà di Musicologia dell’Università di Pavia, e presso il corso in Infermieristica dell’Università di Brescia. Si tratta di un impatto e una opportunità notevoli che porterà Cremona a dover ridefinire, almeno in parte, i propri assetti urbanistici, sociali e culturali.

Sollecitata da una tale prospettiva, in questi mesi l’Area “In ascolto dei giovani” ha aperto un tavolo di lavoro con l’intento di elaborare suggerimenti per le future scelte diocesane. Nascerà così una più strutturata proposta di pastorale universitaria per una città e una diocesi che sinora hanno vissuto per certi versi ai margini dell’esperienza universitaria. Si tratta di coniugare progetti articolati e risorse concrete, luoghi e persone di riferimento, in una ridefinizione della pastorale universitaria a più ampio raggio. Oltre ai responsabili degli uffici pastorali dell’Area Giovani, il gruppo di lavoro vede anche rappresentanti degli oratori della Zona III, dei padri Barnabiti, della Caritas, di Azione Cattolica e Comunione e Liberazione, nonché alcuni giovani e docenti universitari. Finora si è ragionato lungo tre direttrici: l’abitare, l’incontrare e l’evangelizzare.

Sul piano dell’accoglienza abitativa in città sono già presenti alcune strutture riservate agli studenti: si va dagli appartamenti di privati, al collegio gestito dall’EDiSU Pavia che ospita prioritariamente studenti iscritti al Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali, alle residenze offerte per esempio dai Padri Barnabiti. L’aumento di studenti atteso nel prossimo futuro apre tuttavia nuove progettualità. Tra le varie idee, sembra emergere quella di una “rete residenziale” che coinvolga edifici diocesani e/o parrocchiali attualmente sottoutilizzati, da offrire secondo standard appropriati ed entro approcci non meramente speculativi.

L’attenzione all’ospitalità implica anche attivare occasioni di incontro, di crescita e di nuove relazioni. L’intento infatti è di aiutare gli universitari residenti in città (stranieri e no) a valorizzare la loro esperienza universitaria, attraverso proposte, espressione della comunità cristiana locale. È allo studio l’allestimento di un luogo di ritrovo per universitari che risponda ad alcuni bisogni (uno spazio studio, un’area ristoro, un’opportunità per praticare sport…), a partire dagli orari specifici della popolazione universitaria.

Infine, va considerato che molti dei giovani che giungeranno in città, non saranno di tradizione cristiana o cattolica. Si apre perciò il vasto orizzonte dell’evangelizzazione, con tutte le sue ampie sfumature (dai percorsi spirituali e biblici, a quelli ecumenici e all’occorrenza anche d’iniziazione).

Nel quadro generale che va delineandosi è evidente quanto sarà prezioso il contributo di tutti e quanto decisiva la sinergia anche con gli Atenei, le Parrocchie, l’Amministrazione comunale.




Iniziazione cristiana “a misura di famiglia”

«È la nostra prima frontiera di missione». Così don Luigi Donati Fogliazza, incaricato diocesano di Pastorale catechistica, introduce il tema dei percorsi di iniziazione cristiana. «Non si può pensare di iniziare alla fede senza stringere un’alleanza con le famiglie».

E questa alleanza diventa occasione di incontro, non soltanto con i bambini, ma anche con i genitori che decidono di affrontare con loro questo percorso di avvicinamento alla vita di fede. «Un’occasione unica – osserva don Luigi – per incontrare persone che vivono “altrove”: vicini alle nostre case, ma anche lontani dai ritmi, dalle abitudini e dai sistemi di valori delle comunità cristiane».

E a farsi incontro a queste famiglie sono in prima battuta le coppie che – al fianco dei parroci – hanno dato la disponibilità all’accompagnamento dei gruppi di adulti dell’iniziazione cristiana. Da loro è arrivata l’idea di una verifica del lavoro svolto in questi anni: «Non si tratta di ribadire contenuti o di informare su un metodo specifico: piuttosto le coppie hanno espresso il bisogno di mettere a confronto le proprie esperienze, condividendo la bellezza e la profondità del loro ministero che – secondo l’invito del vescovo Napolioni – pone la famiglia al centro della pastorale comunitaria».

«La difficoltà – fa notare l’incaricato diocesano – è quella di coniugare la verità dell’annuncio con uno sguardo che non giudica, e che mostri l’apertura e la stima verso persone che faticano a intraprendere un percorso di fede». E proprio su questo equilibrio si gioca il ruolo delle coppie-guida per i gruppi di adulti che mettono a disposizione il proprio tempo, la propria esperienza e la propria sensibilità coniugale all’interno di un lavoro di équipe che affianca carismi diversi e complementari: quello di un sacerdote, quello dei laici e quello degli sposi.

Quello dell’iniziazione cristiana è dunque un cammino «a misura di famiglia, pensato con lo stile dell’ascolto e dell’accoglienza che dovrebbe caratterizzare ogni comunità cristiana».

Le serate di formazione proposte dall’Ufficio catechistico nelle zone pastorali durante il mese di gennaio e il weekend residenziale condiviso con l’Ufficio di Pastorale famigliare saranno dunque i due momenti di incontro, condivisione e verifica per le coppie di accompagnamento. E saranno anche occasione per affrontare e superare dubbi e fragilità che il nuovo modello di iniziazione cristiana può manifestare lungo la strada: «Se ci chiediamo se questo modo di affrontare l’iniziazione sia migliore rispetto a quelli utilizzati in passato – assicura don Luigi Donati Fogliazza – io rispondo di sì. Non è una questione di numeri. Molti genitori ringraziano per l’opportunità di tornare a vivere anche se per pochi momenti la parrocchia; ci sono coppie che tornano a frequentare la Messa della domenica accompagnando i figli; in qualche caso conviventi che maturano la scelta del matrimonio. Mi è capitato – racconta concludendo – di incontrare durante il percorso una mamma dichiaratamente atea, che mi ha confidato di non essere ancora riuscita a trovare la fede, ma ha ringraziato per le domande che questo percorso ha suscitato in lei». Piccoli semi che possono crescere, e cambiare la vita.

 

Weekend formativo

Dal 17 al 19 gennaio a Folgaria

“Guariti dal perdono”:

incontro per famiglie e coppie che accompagnano gli adulti nei cammini di Iniziazione cristiana

 

Incontri zonali

Nei mesi di gennaio e febbraio

(su richiesta della Zona),

per gli accompagnatori degli adulti nell’Iniziazione cristiana, condivisione e verifica della loro esperienza




Il 21 settembre in Seminario il convegno di apertura dell’anno pastorale, domenica 22 pellegrinaggio a Caravaggio

Anche quest’anno il nuovo anno pastorale prenderà ufficialmente avvio a fine settembre con due importante eventi cui l’intera comunità diocesana è invitata a partecipare. Nel pomeriggio di sabato 21 settembre, in Seminario, si terrà il convegno diocesano, con la relazione di Isabella Guanzini; il pomeriggio successivo, domenica 22 settembre, il pellegrinaggio diocesano al Santuario di Caravaggio.

 

 

21 settembre: convegno in Seminario

Il convegno diocesano di apertura dell’anno pastorale si svolgerà nel pomeriggio di sabato 21 settembre presso il Seminario di Cremona, in via Milano 5. Si tratta di un appuntamento aperto a tutti, ma rivolto in particolare a sacerdoti e diaconi, religiosi, membri degli organismi di partecipazione ecclesiale e responsabili di associazioni e aggregazioni ecclesiali, insieme agli operatori dei vari settori pastorali.

L’appuntamento è per le ore 16. Dopo un momento introduttivo con la preghiera guidata dal vescovo Antonio Napolioni, a caratterizzare la prima parte dell’incontro sarà l’intervento della professoressa Isabella Guanzini, filosofa e teologa cremonese, sposa e mamma, che insegna Teologia fondamentale al’Università di Graz, in Austria.

Il pomeriggio continuerà quindi con la suddivisione dei partecipanti secondo le quattro aree pastorali per le condivisioni, a partire anche da altrettante testimonianze rispetto al fare comunità” … “tra diverse età e generazioni”, “tra diverse vocazioni e ministeri”, “tra diverse parrocchie e gruppi”, “tra Chiesa e società, nel territorio”.

In occasione del convegno saranno a disposizione copie gratuite dei Percorsi pastorali 2019/20, dal titolo “Dove sono due o tre…”. La nuova pubblicazione, in un formato completamente rinnovato, contiene all’interno il messaggio del vescovo Napolioni per l’anno pastorale, una riflessione di Isabella Guanzini, il commento biblico di don Marco D’Agostino. E ancora interviste, riflessioni e iniziative da tutte le Aree e gli uffici pastorali, insieme a immagini significative della vita della Chiesa locale. Per saperne di più

La conclusione del convegno diocesano è prevista per le 18.45 con la preghiera del Vespro.

La locandina del convegno

 

22 settembre: pellegrinaggio a Caravaggio

Al momento di riflessione e orientamento di sabato pomeriggio seguirà l’indomani, domenica 22 settembre, al Santuario di Caravaggio, il consueto pellegrinaggio diocesano per affidare a Maria il nuovo cammino pastorale, crescendo, attorno alla “Madre della Chiesa”, nella comunione fraterna. Appuntamento a partire dalle 15.30 con la preghiera mariana e la Messa presieduta dal vescovo Napolioni.

La locandina del pellegrinaggio




Martedì 8 ottobre al via la nuova edizione del corso biblico di don Romeo Cavedo

Torna anche nell’anno pastorale 2019/2020 il Corso biblico tenuto settimanalmente al Centro pastorale diocesano di Cremona dal teologo e scritturista cremonese don Romeo Cavedo. Nel corso di quest’anno ci si continuerà a chiedere quali dogmi, quali riti, quali parole, quali tradizioni possono ancora aver senso nella vita di oggi.

Il Gesù del Nuovo Testamento pensava che fosse il sole che il 21 giugno tornava verso sud e si sarebbe spaventato all’idea che, invece, è la terra che gira su se stessa. In Palestina la velocità dev’essere attorno ai 1.200 chilometri all’ora e – oltre a ciò – gira anche con velocità varie (ma enormi) attorno al sole.

La fede deve dialogare con la natura e imparare a ridire le cose con misure e immagini della vita di oggi.

L’inizio del corso biblico è in programma per martedì 8 ottobre al Centro pastorale diocesano. Le lezioni proseguiranno con cadenza settimanale, ogni martedì, alle ore 18, sino a fine aprile. Partecipazione previa iscrizione sino all’8 ottobre presso il Centro pastorale diocesano.

L’audio di tutte le lezioni sarà successivamente disponibile nella sezione dedicata del portale diocesano.




Settimane insieme per riconoscere la chiamata

Nella diocesi di Como le chiamano settimane “Sicomoro”. A raccontarle è stato anche il film “Qui è ora”, prodotto da Oratori della Lombardia e Fondazione Ente Spettacolo, e anche a Cremona il Centro Diocesano Vocazioni ha deciso di adottarle come modello. Di che cosa si tratta? «È una proposta di settimane residenziali rivolta agli adolescenti» spiega l’incaricato di pastorale vocazionale don Davide Schiavon.

«Da ottobre a febbraio alcuni ragazzi delle scuole superiori segnalati dai parroci per una particolare sensibilità spirituale, in gruppi di 6 o 7 persone, trascorreranno quattro giorni al mese, dal lunedì al giovedì, in uno dei due centri individuati per questo scopo: la parrocchia del Migliaro e quella di Dosimo».

In quei quattro giorni continueranno ad andare a scuola, ma anziché tornare a casa, rientreranno nella piccola comunità dove ad accoglierli ci saranno alcune coppie di coniugi che hanno dato la disponibilità ad accompagnarli in questo cammino e alcuni consacrati, sacerdoti o suore, che staranno con loro e guideranno le attività quotidiane. «Ci sarà spazio per lo studio, ma anche per attività come l’ascolto della Parola, il confronto e la condivisione della proprie esperienze di fede, la celebrazione della Messa e l’ascolto di testimonianze significative».

La proposta si rivolge a ragazzi e ragazze e – spiega ancora don Davide – «non si propone di dare risultati immediati, ma guarda al lungo periodo. Si tratta di adolescenti, e i frutti di queste esperienze si vedranno più avanti». Dunque non si tratta di una proposta orientata a chiamate particolari, ma una proposta di «vivere la propria esperienza cristiana in modo più intenso» per leggere la propria crescita e la propria vita in un’ottica di vocazione. Anche quella matrimoniale, non necessariamente quella che porta in seminario o ad una consacrazione.

Anche se la crisi delle vocazioni che anche nella diocesi di Cremona si manifesta è una delle urgenze su cui questo periodo storico richiama l’attenzione della Chiesa: «Io credo – riflette don Schiavon – che il buon Dio chiami sempre: il problema sta nella risposta. In questo momento di generale aridità spirituale la chiamata che si sente rischia di far percepire in chi la riconosce un senso di solitudine. È quello che impedisce di dire sì».

Per questo il modello delle settimane “Sicomoro” diventa un’occasione per uno sguardo più libero e sincero sulla propria vita spirituale: «Incontrandosi in un luogo diverso dalla propria casa, persone che sentono questa presenza di Dio nella loro vita, possono parlarne tra loro. Così non si sentono “casi isolati”, ma sperimentano che si tratta di uno sbocco naturale per una vita di preghiera e appartenenza alla Chiesa. Per questo – conclude don Schiavon – senza indirizzare verso scelte precise, e con uno stile adatto all’età, vorremmo far cadere il dubbio in loro che Dio chieda troppo o tenda dei tranelli, e aiutarli a riconoscere che, anzi, è proprio la sua voce a indicare a ciascuno la propria strada».

Da segnare in agenda Nelle due sedi presso le parrocchie del Migliaro e di Dosimo, per 4 giorni al mese secondo questo programma: 3-7 novembre, 1-5 dicembre, 6-10 gennaio, 2-6 febbraio, 1-5 marzo

 

Altre iniziative di pastorale vocazionale

Per la zona 5 Dal 5 al 13 ottobre si svolgerà nelle unità pastorali di Dosolo, Cicognara, Rivarolo del Re e nella parrocchia di Calvatone la missione vocazionale dal titolo “Dimmi dove vorresti andare”, a cura dei seminaristi e delle novizie delle suore Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta d’Adda.

In Seminario Il 25 aprile in Seminario l’annuale incontro diocesano per Rosarianti e Fortes in Fide, un momento di riflessione e preghiera vocazionale con la comunità del Seminario.

Giornata mondiale Si celebra domenica 3 maggio la 57ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni: il tema proposto è “Datevi al meglio della vita”.

Incontri e sussidi Il centro diocesano è a disposizione delle parrocchie per incontri vocazionali con ragazzi, adolescenti e giovani. Sul sito www.vocazionicremona.it sono scaricabili i sussidi e i materiali.