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Allarghiamo il nostro orizzonte di Chiesa!

Mercoledì 14 novembre, il giorno seguente la solennità del nostro patrono, ci siamo recati al seminario dei missionari Saveriani a Parma.

Il motivo di questa visita? È molto semplice, ma non banale.

Personalmente ho conosciuto alcuni missionari quando è stata celebrata la giornata missionaria a Pizzighettone: Padre Matteo Rebecchi, originario del paese, che era a casa di passaggio da una missione, Padre Mauro e Padre Filippo, formatori del seminario, insieme a qualche giovane in formazione. Parlando con Padre Mauro mi è sembrata una bella idea quella di provare a creare un’occasione per conoscerci meglio. La ciliegina sulla torta è stata la scoperta che ho fatto poco dopo: avendo lui studiato qualche anno nel seminario di Cremona, conosceva già Don Marco, nostro rettore. Dall’idea alla realtà, dunque, il passo è stato breve.

Dopo aver consultato gli altri seminaristi è stata formulata e strutturata la proposta: una giornata insieme ai giovani del seminario saveriano per ascoltare la loro testimonianza e conoscere le esperienze formative che li vedono coinvolti.

Appena arrivati abbiamo avuto modo di presentarci e “raccontarci” brevemente. Poi abbiamo visitato la casa madre di questo ordine religioso e il museo cinese, che raccoglie i ricordi e i cimeli portati in Italia dai vari missionari.

Successivamente ci è stata presentata la storia del loro santo fondatore, Guido Maria Conforti. Poi è stata celebrata l’Eucarestia insieme, e la cena ha concluso la nostra giornata “saveriana”.

 

È stata una bella opportunità, che ci ha fatto per un attimo allargare lo sguardo verso il mondo, verso una Chiesa più grande di quella di Cremona e dell’Italia, visto che i giovani in cammino provengono da paesi e continenti diversi (Camerun, Congo, Indonesia, Filippine, Italia).

Speriamo di poter imitare anche noi questa apertura verso l’altro e il diverso che loro vivono ogni giorno.

Andrea Bani




Amici, continuate a starci vicini!

“E’ bene che voi, amici dei seminaristi, continuiate a star loro vicini: potete aiutarli molto nel loro cammino di crescita”.

Con queste parole don Marco ha voluto esortare i giovani presenti ai vespri di lunedì 5 novembre per festeggiare s. Carlo Borromeo insieme alla nostra comunità.

La festa di S. Carlo è diventata, ormai da qualche anno, l’occasione per invitare in seminario alcuni dei nostri amici, per condividere con loro un momento di preghiera, la cena e la serata.

“E’ bello che siate qua perchè qualcuno vi ha invitati”, ha esordito don Marco nella sua breve riflessione, “ed è bello che abbiate accettato questo invito: significa che i seminaristi vi vogliono bene e che voi ne volete a loro”.

Effettivamente la loro è stata una presenza rilevante: non sono molti i momenti dell’anno in cui la nostra chiesa si riempie di giovani.

“Attenzione però che il volto dell’amico non si veda solo nel momento della festa. Voi avete anche il compito di rimetterli in riga, di discutere con loro quando vi sembra che stiano seguendo una via che non è quella del Vangelo”. E’ questo l’invito più significativo che il rettore ha rivolto ai nostri amici, ricordando l’importanza della loro presenza accanto a noi, “una presenza che sia vera, significativa e formativa”.

Al vespro ha fatto seguito la cena, perchè si sa che, da sempre, la tavola è uno dei migliori luoghi attorno ai quali si festeggia.

Infine la serata si è conclusa nelle zone più “domestiche” del seminario: cucina dei seminaristi e salottino, per bere un caffè, un amaro e scambiare quattro chiacchiere insieme.

Serate come questa sono molto sentite all’interno della vita di seminario perchè, oltre a permetterci di trascorrere qualche ora insieme agli amici, fanno sì che emerga il volto più accogliente e casalingo del seminario, che vuole essere davvero una casa aperta a chiunque voglia condividere con noi una parte del proprio cammino.




E’ tempo di ministeri!

Sabato 24 novembre, alle ore 11.00, presso la chiesa del Seminario Vescovile di Cremona, durante la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Antonio Napolioni, verranno conferiti i ministeri ad alcuni dei nostri seminaristi.

Francesco Tassi, Alberto Bigatti e Andrea Bassani

I ragazzi di quarta teologia, Alberto, Andrea e Francesco, riceveranno il ministero del lettorato, mentre William, di quinta, quello dell’accolitato.

I ministeri sono essenzialmente dei servizi che i nostri seminaristi saranno chiamati a svolgere.

Il primo, il lettorato, è strettamente legato alla vicinanza e all’annuncio della Parola. All’interno del cammino di seminario rappresenta un momento privilegiato di riflessione e contatto stretto con la Scrittura.

William Dalè

 

Il secondo, l’accolitato, è invece il ministero legato all’Eucarestia. Distribuire la comunione e portare l’Eucarestia agli ammalati sono i servizi principali di cui l’accolito è chiamato a farsi carico.

Come comunità ci impegniamo, già da ora, ad accompagnare Alberto, Andrea, Francesco e William con la preghiera, e chiediamo anche a voi di fare lo stesso.

 

Ci stiamo preparando ad un momento di festa, per noi e per la Chiesa cremonese, consapevoli che non stiamo per celebrare degli eroi, ma camminando insieme a giovani che hanno deciso di mettersi al servizio dei fratelli.

 

Profili dei candidati

William Dalé è originario della parrocchia S. Maria assunta e S. Giacomo apostolo in Soncino. Nato il 16 gennaio 1994 a Orzinuovi (Bs), dopo il diploma presso il liceo classico Racchetti di Crema, nel settembre 2013 è entrato nel Seminario vescovile di Cremona. Durante gli anni della formazione ha prestato servizio presso il Centro diocesano vocazioni e nella parrocchia di S. Sebastiano in Cremona; ha inoltre collaborato con l’Acr per le esperienze estive. Nel 2016/2017 è stato a disposizione delle parrocchie cittadine di S. Francesco, S. Bernardo e Immacolata Concezione. Da due anni è a servizio della parrocchia di Spinadesco. È stato ammesso tra i candidati al diaconato e al presbiterato il 12 novembre 2016 dal vescovo Antonio.

Andrea Bassani  è nato a Cremona il 6 dicembre 1994. È originario della parrocchia cittadina di S. Abbondio, all’interno della quale è cresciuto e, successivamente, ha prestato servizio come educatore. Dopo il diploma al liceo scientifico “M. G. Vida” di Cremona, ha frequentato il primo anno della facoltà di Ingegneria aerospaziale presso il Politecnico di Milano. Nel settembre del 2014 ha iniziato il proprio percorso di seminario, entrando in Propedeutica. Nei due anni successivi (ottobre 2015/giugno 2017) ha prestato il proprio servizio pastorale nella parrocchia di Spinadesco. Nello stesso periodo ha collaborato anche con l’equipe diocesana di A.C.R. Da due anni presta servizio nell’unità pastorale di Pomponesco, Salina, Casaletto e Bellaguarda.

Alberto Bigatti è nato a Treviglio (Bg) il 2 settembre 1988 ed è originario della parrocchia di Casirate d’Adda. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, è entrato in Seminario il 15 Settembre 2014. Durante i primi anni di formazione ha prestato servizio, oltre che nella sua parrocchia di origine durante l’anno di propedeutica, presso la parrocchia di Soresina. Da due anni collabora con la parrocchia di Caravaggio.

Francesco Tassi , nato a Cremona il 3 a 1995, è originario della parrocchia di S. Agata in Cremona. Dopo il diploma presso l’istituto tecnico geometri “P. Vacchelli” di Cremona, nel settembre 2014 è entrato nel Seminario Vescovile di Cremona. Durante gli anni della formazione ha svolto il suo servizio pastorale presso la parrocchia di Castelverde, ha inoltre collaborato con l’ACR per le esperienze estive. Da due anni presta servizio presso l’unità pastorale di Rivarolo Mantovano, Cividale e Spineda.




Un servizio che diventa missione. La testimonianza di Chiara Gallarini

“Tecnicamente io non sono una missionaria. Sono semplicemente una persona che ha deciso di mettersi al servizio di chi ne ha bisogno”.

Con queste parole Chiara Gallarini ha aperto l’incontro, organizzato dal circolo missionario del seminario, che si è tenuto nella serata di martedì 16 ottobre.

Chiara, 28 anni, originaria di Castelleone, dopo aver vissuto la dinamica del servizio in oratorio, “come tanti altri giovani della nostra dicesi”, ha deciso di “provare ad incarnare davvero questa disponibilità di fondo”.

Il suo è stato un percorso graduale, ma totalizzante.

“L’idea che ho maturato”, spiagava Chiara, “è stata proprio questa: servire significa mettersi a disposizione di chi ha bisogno. Quindi ho deciso di sperimentarmi nel servizio civile con Caritas ambrosiana”.

Da questa decisione sono iniziati i primi esperimenti missionari. Africa, Haiti, Serbia sono le mete che l’hanno vista impegnata negli ultimi anni, sempre per un mese, sempre nel periodo estivo.

Poi il grande passo. “Mi è stata offerta la possibilità di vivere un’esperienza all’estero per la durata di un anno”, ci ha raccontato, “un anno di servizio, sia chiaro. Non ci ho pensato più di tanto: sono partita perché sentivo di essere chiamata a questo. Così mi sono trovata a Mombasa, in Kenya”.

La collaborazione tra Caritas ambrosiana e Caritas locale le ha permesso di mettersi in gioco su più fronti: relazione con le chiese locali, assistenza a bambini che vivono situazioni di disagio, pastorale giovanile…

Non sono mancate le difficoltà: “All’inizio faticavo ad adeguare il mio modo di pensare e di vivere la realtà al loro. Non li capivo. Poi mi sono accorta che, forse, avrei dovuto lasciar perdere i miei paradigmi ed affidarmi. Lì le cose sono cambiate!”.

Probabilmente è stato questo uno dei messaggi più belli che ci ha lasciato, che vale anche per i nostri piccoli impegni quotidiani.

In generale è stato molto significativo vedere con quale entusiasmo e trasporto abbia raccontato la propria esperienza di servizio, definendola una “scelta in risposta ad una chiamata che ho sentito in me”.

E per noi seminaristi ascoltare parole simili da un giovane non può che fare bene.

 




Padre Franesco Spinelli proclamato santo. E noi c’eravamo…

“Dai, dai, che tra non molto si torna a Roma per Spinelli”.

L’avevamo buttata lì, coma battuta tra seminaristi, dopo essere tornati dalla capitale dopo la canonizzazione di Vincenzo Grossi.

Invece è successo per davvero!

Anzi, è stato sorprendentemente facile.

Le suore adoratrici ci hanno invitato (grazie!) e noi abbiamo accettato l’invito.

Semplice e lineare.

Però, c’è stato un però.

Perché qualche tempo prima di partire abbiamo scoperto che avremmo ricevuto un secondo grande regalo: in occasione della canonizzazione di Paolo VI, proclamato santo insieme al nostro don Francesco Spinelli, il Papa avrebbe incontrato i seminaristi della Lombardia.

Viaggio a Roma, canonizzazione di un prete cremonese e incontro con Papa francesco.

Non male come programma!

Effettivamente il nostro è stato un viaggio intenso, ricco di spunti e suggestioni, con una sana iniezione di allegria.

Nel pomeriggio del primo giorno, venerdì 12, dopo il viaggio in treno ci siamo dedicata alla cultura: visita alla galleria Doria Pamphilj e passeggiata nel centro della capitale.

In serata, invece, abbiamo dedicato la nostra attenzione ai veri capolavori di Roma: amatriciana e carbonara, per chiudere in bellezza il “day one”.

La mattina seguente si è aperta con la Santa Messa, celebrata presso l’altare della cattedra in S. Pietro dal cardinale Parolin, insieme ai seminaristi di tutta la Lombardia.

Un momento di condivisione e fraternità che ci ha permesso di respirare ancor di più lo spirito ecclesiale.

Dopo la celebrazione ci siamo spostati nell’aula Clementina, dove il Papa ci ha incontrati, ha risposto alle nostre domande intrattenendosi con noi per quasi due ore, e ha salutato ciascuno di noi.

Per la nostra comunità questo è stato il momento centrale della giornata: sentire Papa Francesco rivolgersi direttamente a noi è stato davvero bello ed emozionante, così come lo sono stati gli inviti che ci ha rivolto (trovate la sintesi di quanto emerso dall’udienza a questo indirizzo).

Nel pomeriggio, poi, abbiamo avuto modo di iniziare a dedicare la nostra attenzione e la nostra preghiera all’evento clou del nostro viaggio: la canonizzazione di padre Francesco Spinelli.

Una veglia di preghiera e la Messa, presieduta dal Vescovo Antonio in S. Maria Maggiore, hanno aiutato tutti i presenti a rivivere i punti cardine della vita del nostro sacerdote, cogliendone il carisma e le peculiarità che lo hanno reso santo.

Il tutto è culminato con la solenne celebrazione di piazza S. Pietro.

Insieme a Francesco Spinelli, altri sei fedeli sono stati riconosciuti santi, tra i quali il già citato Paolo VI ed il vescovo Oscar Romero.

Durante l’omelia Papa Francesco ha invitato a “mettersi alla sequela del Signore, proprio come hanno fatto questi nostri fratelli”, sottolineando il valore del discepolato “che si fa testimonianza di santità attraverso le nostre azioni di vita quotidiana”.

Dopo la celebrazione eucaristica il Santo Padre, come suo solito, ha attraversato la piazza passando in mezzo alla folla.

Infine, è stato il momento di tornare a casa, ma non per tutti: i ragazzi di propedeutica, Diego, Daniel, Fabrice e Godfroy, si sono fermati a Roma, insieme a don Francesco, per visitare la città e vivere un momento di fraternità.

Per tutti gli altri, capitanati da don Marco e don Maurizio, le attività sono ormai riprese a pieno regime, ma con la consapeolezza di aver vissuto una tre-giorni che resterà nel cuore.

E vediamo se, magari a breve, ci sarà l’occasione per tornare a Roma…

Mazzolari, Cazzani, abbiamo fede in voi!

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Il Vescovo Antonio dà il via al cammino di seminario: “Buon anno con Gesù”.

Ha preso finalmente il via, in modo ufficiale, il nuovo anno di seminario.

Giovedì 27 settembre, infatti, il vescovo Antonio ha presieduto la celebrazione del Vespro comunitario, dando il benvenuto ai giovani che frequenteranno la propedeutica: Diego, di Pozzaglio, Fabrice, Daniel e Godfroy, religiosi provenienti dal Togo.

Il vescovo ha così avuto modo di incontrare sia la comunità di teologia, che aveva già ripreso le attività nella giornata di sabato, sia i nuovi membri del seminario, in una serata fatta di preghiera, condivisione e divertimento.

Durante la preghiera del Vespro il vescovo Antonio ha richiamato l’importanza di riconoscersi come discepoli, qualsiasi sia la nostra condizione: seminaristi, diaconi o preti. Per questo ha invitato tutti i membri della comunità a “stare vicino a Gesù, per essere testimoni credenti e credibili”. L’augurio che ha rivolto ai seminaristi è stato proprio questo: “impegnamoci a diventare capaci di portare Cristo nel nostro tempo, riconoscendolo nei fratelli e rendendolo visibile con la nostra vita”.

La serata è proseguita con la cena ed un momento di festa, preparato dalla comunità di teologia per i “nuovi entrati”.

Momenti come questo rendono ancor più unita e fraterna la comunità di seminario, sperando che anche questo contribuisca a percorrere con maggior grinta ed entusiasmo la strada tracciata dal vescovo Antonio, perché quello che sta iniziando sia effettivamente un “anno con Gesù”.




Tutto pronto per l’ordinazione di Arrigo Duranti

Mancano ormai pochi giorni all’ordinazione diaconale di Arrigo Duranti, seminarista cremonese, giunto al sesto anno degli studi teologici, originiario di Soncino.

Sul sito della diocesi potete trovare tutte le informazioni che riguardano la celbrazione eucaristica, che avrà luogo sabato 29 settembre alle ore 20.30 presso la cattedrale di Cremona.

Sabato sera in Cattedrale l’ordinazione diaconale di Arrigo Duranti




XVI Torneo dei Seminari Lombardi

Anche quest’anno, come da tradizione, il nostro Seminario ha partecipato al torneo calcistico contro i seminaristi delle altre diocesi lombarde svoltosi a Lugano nel pomeriggio di Giovedì 26 Aprile. Una decina le squadre che si sono date appuntamento sui campi di gioco per le ore 14:00, armate da tanta voglia di mettersi in gioco e, senza dubbio, anche dalla gioia di potersi rincontrare tra “colleghi” almeno una volta l’anno.

La squadra, capitanata da Andrea Bani, dopo un primo pareggio contro il Brescia, è riuscita a sconfiggere Milano1 con una rete di vantaggio. La determinazione infine non è bastata nello scontro con il Milano2, così da rinunciare, almeno per quest’anno, al podio.

Terminate le partite, dopo una doverosa pausa di ristoro, ci si è ritrovati presso la Cattedrale di Lugano per la recita dei Vespri presieduti dal vescovo Valerio Lazzeri; molte sono state le voci che fuse tra loro hanno dato vita ad un’armonia di canti e preghiere, così da far salire al Signore il ringraziamento per la piacevole giornata trascorsa. Il tutto è stato condito infine con le premiazioni e la cena fraterna a base di risotto per tutti quanti!

I seminaristi sono rincasati in tarda serata, con la promessa di ritrovarsi ancora tutti insieme l’anno prossimo a Brescia!




La sinfonia della preghiera riconoscente

Anche quest’anno, come da tradizione, la comunità del Seminario ha voluto aprire le porte di casa ai gruppi parrocchiali del “Rosario Perpetuo” e “Fortes in Fide”, ovvero le persone che pregano per i seminaristi, il Seminario e per tutti i giovani che avvertono la chiamata del Signore.

Nella giornata di giovedì 25 aprile sono state circa 300 le persone che hanno accolto l’invito e che fin dal primo pomeriggio hanno affollato il grande cortile dove erano allestiti alcuni stand: quello della vendita di piante e fiori, quello della tradizionale lotteria (il cui ricavato sarà devoluto per le Missioni in Togo) e quello per il rinnovo del periodico del Seminario “Chiesa in Cammino”.

Dopo l’accoglienza, la giornata è proseguita con il Rosario e la Messa presieduta dal vescovo Antonio Napolioni. Accanto a lui anche i due diaconi togolesi prossimi al presbiterato: padre Richard Aglah e padre Justin Messanvi.

Introducendo la celebrazione, il Vescovo ha sottolineato la bellezza del ritrovarsi in Seminario per pregare per le vocazioni. Nell’omelia mons. Napolioni ha esortato i fedeli a pregare per chiedere la grazia di avere preti “intonati” secondo il Cuore di Dio, così da inserirsi nel grande coro della Chiesa, così variegato di timbri e tonalità diverse, per cantare in eterno l’amore del Signore con la propria vita. Chiedendo infine preti che sappiano trasmettere il Vangelo da tutti i pori, perché innamorati di Gesù Cristo.

Terminata la Messa, concelebrata dai superiori del Seminario, è seguito un piccolo momento di rinfresco, quindi nel salone Bolognini, dopo l’estrazione dei numeri vincenti della lotteria, è stato presentato il recital “Don Bosco il musical” (spettacolo replicato poi anche la sera stessa) messo in scena dai seminaristi e da alcuni studenti del liceo Vida.

Uno spettacolo che, frutto di due anni di preparazione, è stato reso possibile grazie al grande impegno di tutti. Una grande opportunità di crescita non solo per i liceali, i quali hanno potuto condividere buona parte del loro tempo con i seminaristi, ma anche per gli studenti di teologia, che hanno potuto lavorare fianco a fianco con ragazzi delle superiori. Non è stato facile, ma è il risultato è stato soddisfacente. A dirlo non solo gli attori, i collaboratori e il regista, ma anche i tanti applausi ricevuti persino durante lo spettacolo.




Il 4 novembre alle 11 in Seminario Messa del Vescovo con l’ammissione agli Ordini di tre seminaristi

Da sinistra: Francesco Tassi (S. Agata – Cremona), Alberto Bigatti (Casirate d’Adda) e Andrea Bassani (S. Abbondio – Cremona)

Sabato 4 novembre, alle 11, nella cappella superiore del Seminario di Cremona, il vescovo Antonio Napolioni presiederà l’Eucaristia nella quale saranno ammessi tra i candidati al Diaconato e al Presbiterale tre seminaristi di terza Teologia. Due di loro sono di Cremona: Andrea Bassani (classe 1994 di S. Abbondio) e Francesco Tassi (classe 1995, di S. Agata); il terzo, Alberto Bigatti, classe 1988, laureato in Giurisprudenza, è di Casirate d’Adda. Diverse le novità per questo rito, in passato in programma il giorno di sant’Omobono. Ne abbiamo parlato con il rettore del Seminario, don Marco d’Agostino.

Che cos’è il rito di ammissione fra i candidati al Diaconato e al Presbiterato?

«È il primo momento solenne e pubblico nel quale – davanti al vescovo, al presbiterio e alla comunità diocesana – i seminaristi, arrivati ad una tappa significativa del loro cammino (sono circa a metà) dicono il loro primo “Eccomi”. E lo dicono nella libertà e nella gratuità, nello stile che dovrà caratterizzare la loro disponibilità a Dio e alla sua Chiesa. Lo dicono in un contesto di celebrazione perché imparino che ciò che riusciranno a essere e a fare, oltre alla loro disponibilità, dipende esclusivamente da Dio e dalla sua Chiesa».

Come mai questa novità del 4 novembre e non più il 13, ai Secondi Vespri di sant’Omobono?

«Lo scorso anno il vescovo Antonio ha chiesto agli educatori del Seminario di dare valore sia al rito di ammissione fra i candidati agli ordini sia alle ordinazioni. Ha chiesto che diventassero un momento di presbiterio. Come ha scritto nella lettera inviata a tutti i sacerdoti, il Seminario ha bisogno di specchiarsi nel presbiterio, cioè nella comunione e collaborazione vitale tra il vescovo e i suoi preti vede il futuro del proprio ministero. Ma è anche bello che il presbiterio torni alla sorgente del suo sacerdozio e veda in questi giovani le domande “fresche” e limpide che avevano guidato gli inizi di ciascun prete. Spostarlo al 4 novembre, in occasione della festa di san Carlo Borromeo, non è per “cambiare santo”, ma perché il sabato mattina può essere, per un prete che vuole partecipare, un momento più comodo del pomeriggio di un giorno feriale».

Che cosa pensa di questo cambio?

«L’elasticità, come il Papa spesso richiama, credo passi anche attraverso la motivazione di scelte contingenti che esprimono l’idea educativa che ci sta dietro. Sul calendario diocesano non ci sono le date né delle ammissioni, né dei ministeri, né delle ordinazioni. Questo non per vivere in un oblio costante, ma per evidenziare che il Seminario è una comunità in cammino. E il cammino è fatto di tappe che si decidono e si verificano insieme, con il Vescovo, con gli educatori del Seminario, con il presbiterio (i parroci di provenienza, i preti che sono a contatto con i seminaristi al sabato e alla domenica…). Credo che sia la decisione corretta, che aiuta tutti quanti a vivere nella serenità e senza aspettative inadeguate su un cammino che va vissuto giorno per giorno, nella gioia e nell’affidamento al Signore».

Come si svolgerà il rito?

«Sabato 4 novembre, alle 11, i tre giovani che saranno ammessi tra i candidati agli Ordini, saranno nel banco con la propria famiglia, vestiti non con la veste e la cotta, come di solito si vedono i seminaristi servire all’altare durante le celebrazioni. Saranno nel banco con la propria famiglia, testimoniando che provengono da lì e ne sono riconoscenti. Quando saranno chiamati risponderanno il loro “Eccomi” e si presenteranno davanti al Vescovo, al presbiterio e alla comunità diocesana. Su di loro sarà invocata la benedizione del Signore e tutti pregheranno perché il tempo di formazione che seguirà sia proficuo e impegnato. È bello che l’assemblea sia composta anche dai giovani: il sabato mattina è stato scelto anche per dare la possibilità di esserci agli studenti universitari – loro coetanei – e dalle comunità di provenienza o dove hanno svolto il servizio pastorale. Seguirà un momento di festa e di pranzo per chi vorrà. Chiedo di segnalare la presenza all’indirizzo mail amministrazioneseminario@diocesidicremona.it».

La comunità del seminario è in festa, dunque?

«Sì, ma non da sola. Credo sia importante che i riti, i gesti, le risposte non vadano “consumate” tra noi. Non è qualcosa di privato che viene cucinato e mangiato “in casa”. Quel rito, nel quale i protagonisti non sono i tre giovani, ma il Signore che li chiama ad essere testimoni gioiosi del vangelo nella sua Chiesa, può essere un momento bello di comunione tra il vescovo, i preti, il Seminario, la comunità diocesana e può assumere anche il tono della proposta vocazionale. E io ne sono certo che sarà così perché i seminaristi, con la freschezza e la collaborazione reciproca che connotano il loro star insieme, si sono trovati per cercare le forme più adatte perché la celebrazione parli e dica che quella liturgia è espressione di più comunità che pensano, progettano, si esprimono attraverso la ministerialità, nel canto, nel servizio, nella preparazione. Credo siano segni semplici, ma belli di un fermento che chiediamo si radichi e produca il suo frutto».

 

Biografie dei tre seminaristi

Andrea Bassani (primo a destra in foto) è nato a Cremona il 6 dicembre 1994. È originario della parrocchia cittadina di S. Abbondio, all’interno della quale è cresciuto e, successivamente, ha prestato servizio come educatore. Dopo il diploma al liceo scientifico “M. G. Vida” di Cremona, ha frequentato il primo anno della facoltà di Ingegneria aerospaziale presso il Politecnico di Milano. Nel settembre del 2014 ha iniziato il proprio percorso di seminario, entrando in Propedeutica. Nei due anni successivi (ottobre 2015/giugno 2017) ha prestato il proprio servizio pastorale nella parrocchia di Spinadesco. Nello stesso periodo ha collaborato anche con l’equipe diocesana di A.C.R. Durante quest’anno presterà servizio nell’unità pastorale di Pomponesco, Salina, Casaletto e Bellaguarda.

Alberto Bigatti (in foto al centro) è nato a Treviglio (Bg) il 2 Settembre 1988 ed è originario della parrocchia di Casirate d’Adda. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, è entrato in Seminario il 15 Settembre 2014. Durante i primi anni di formazione ha prestato servizio, oltre che nella sua parrocchia di origine durante l’anno di propedeutica, presso la parrocchia di Soresina. Quest’anno collabora con la parrocchia di Caravaggio.

Francesco Tassi (primo a sinistra in foto), classe 1995, è originario della parrocchia di S. Agata in Cremona. Dopo il diploma presso l’istituto tecnico geometri “P. Vacchelli” di Cremona, nel settembre 2014 è entrato nel Seminario Vescovile di Cremona. Durante gli anni della formazione ha svolto il suo servizio pastorale presso la parrocchia di Castelverde, ha inoltre collaborato con l’ACR per le esperienze estive. Quest’anno è a servizio presso l’unità pastorale di Rivarolo Mantovano, Cividale e Spineda.