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Un anno santo per il monastero della Visitazione di Soresina!

Un anno santo per il monastero della Visitazione di Soresina nel centesimo anniversario della canonizzazione di santa Margherita Maria Alacoque, apostola del Sacro Cuore.

A tutti coloro che varcheranno la porta delle chiese dei monasteri visitandini, tra cui quello soresinese, è accordata la grazia di una indulgenza plenaria

Santa Margherita Maria Alacoque fu colei che, con la parola e soprattutto con le numerose lettere che contengono l’essenza della sua dottrina mistico-teologica sul sacro Cuore di Gesù, ne propagò la devozione.

Nata a Lautecour (Autun) il 22 luglio 1647, ancora giovanissima si consacrò a Dio con il voto di perpetua castità.

Venne educata fra le Clarisse urbaniste di Charolles e da allora mostrò spiccata tendenza per la cita contemplativa.

A ventitré anni entrò nel monastero della Visitazione di Paray-le-Monial, emettendo la professione religiosa il 6 novembre 1672. Fu modello fra le consorelle di umiltà e obbedienza. Coprì successivamente le cariche di assistente e maestra delle novizie.

Dal 1673 al 1689 ebbe le rivelazioni particolarmente sulla devozione al Sacro Cuore di Gesù.

Un giorno Egli le mostrò il suo Cuore acceso di fiamme e circondato di spine e le disse: «Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e dai quali non riceve che ingratitudine». E ancora: «Cerco una vittima per il mio Cuore». Ella risponde, scrivendo con il proprio sangue, un atto di completa dedizione.

In una delle quattro rivelazioni più importanti, Gesù le affida la nuova missione di «Apostola del Sacro Cuore», e le indica le due principali devozioni: la Comunione riparatrice al primo venerdì di ogni mese e l’ora santa nella notte tra il giovedì e il venerdì.

Nel 1675, insistendo sugli oltraggi e ingratitudini degli uomini, particolarmente delle anime consacrate, Gesù le chiese la celebrazione di una festa annuale in onore del suo Sacro Cuore, nel venerdì che segue l’ottava del Corpus Domini.

La Santa lavorò molto per introdurre il culto, aiutata dal suo direttore spirituale il beato Claudio de la Colombière, gesuita.

Dopo molte sofferenze, dal 1686 in poi, ebbe la gioia di vedere i primi trionfi del Sacro Cuore.

Santa Margherita Maria morì serenamente, pronunciando il nome di Gesù il 17 ottobre 1690. Fu canonizzata il 13 maggio 1920 da Benedetto XV e nel 1929 Pio XI estese la sua memoria alla Chiesa universale.

Nostro Signore stesso la fece erede di tutti i tesori del suo Cuore con queste memorandi parole:

«Ti costituisco erede del mio Cuore e di tutti i suoi tesori nel tempo e per l’eternità, permettendoti di disporne secondo i tuoi desideri; ti prometto che non mancherai di soccorso se non quando il mio Cuore mancherà di potenza.»

Al Monastero di Soresina aperto dal vescovo emerito Lafranconi l’Anno giubilare visitandino   (articolo apertura Anno Giubilare)