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La bellezza dell’arte che rivela il sacro: presentati i restauri della Cupola di Caravaggio

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La più imponente e sontuosa fra le basiliche bergamasche può tornare ad essere ammirata in tutto il suo splendore. Questo grazie ai restauri dei preziosi affreschi ottocenteschi dei pittori caravaggini Giovanni Moriggia e Luigi Cavenaghi, presentati nella serata di venerdì 24 marzo dal responsabile diocesano per i beni culturali, don Gianluca Gaiardi, nel corso della veglia dell’Annunciazione presieduta dal vescovo Antonio Napolioni e accompagnata dai canti della corale Don Domenico Vecchi diretta da Roberto Grazioli e accompagnata all’organo da Marco Bianchi.

«I restauri – ha spiegato don Gianluca aprendo la serata con il primo dei suoi tre interventi, intervallati da canti e preghiere e dalla meditazione del vescovo – ci hanno permesso di riscoprire l’arte e la sua capacità di spiegare il sacro. Fino al 1846 questa basilica era spoglia ed essenziale. Mancava dell’apparato decorativo, ma a un certo punto emerse il bisogno di spiegare chi era apparso a chi non aveva visto. Allora ci si rivolse ad artisti importanti, caravaggini ma noti a livello nazionale ed internazionale, come il Moriggia e il Cavenaghi». Pittori (il secondo ancor più che grande decoratore fu un grande restauratore) che con la loro arte hanno regalato bellezza a Santa Maria del Fonte.

 

Ascolta gli interventi di don Gaiardi

 

Una bellezza, quella di questo santuario che, come ha detto il vescovo Napolioni all’inizio della sua omelia, «serve la bellezza della vita». «Veniamo al santuario – ha spiegato in un passaggio – per poter diventare noi stessi quel santuario che sa di paradiso, affinché il nostro cuore sia guarito da ciò che lo indurisce. Da Caravaggio si riparte sempre migliori, sempre più forti, più umili, più fiduciosi, più uniti. Nostro compito è allora quello di costruire tanti santuari: nelle case, nella storia, fra le nazioni».

 

Ascolta l’omelia del vescovo Napolioni

 

Al termine, prima della benedizione finale, il saluto del rettore di Santa Maria del Fonte, monsignor Amedeo Ferrari, che ha ricordato fra gli altri tutti coloro che hanno lavorato ai restauri: lo studio degli architetti Castelli-Mariani, la ditta Valente con i suoi pontisti, la ditta Frigé, la ditta Fontanini, i dipendenti ed i volontari del Santuario e i benefattori, enti e anche privati cittadini. «Grazie anche – ha concluso – ai tanti amici del Santuario. Che Maria suggerisca alla nostra Chiesa la strada per la valorizzazione di questo grande patrimonio di fede e di devozione».

 

Ascolta il saluto del rettore mons. Ferrari

 

Prima di impartire la benedizione finale, il vescovo Napolioni ha ricordato come Santa Maria del Fonte sia stato scelto dalla Conferenza Episcopale Lombarda come santuario regionale della Lombardia. Il 26 maggio prossimo l’anniversario dell’Apparizione della Vergine a Giannetta sarà quindi celebrato in forma ancor più solenne. Per l’occasione arriveranno a Santa Maria del Fonte i vescovi lombardi per concelebrare la Messa presieduta dall’arcivescovo metropolita di Milano Mario Delpini.

 

 

Santuario di Caravaggio, la cupola della basilica ritrova il suo splendore