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Inaugurato il nuovo Museo Diocesano di Cremona

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«L’apertura di un museo per aiutare la Chiesa a non essere un museo, offrendo alle comunità cristiane la possibilità di diventare esse stesse opere d’arte a partire proprio dall’esperienza contemplativa delle meraviglie esposte, per far sì che anche oggi l’intuizione cristiana generi linguaggi e forme espressive capaci di parlare a tutti». Da questo pensiero di mons. Napolioni, Vescovo di Cremona, prende le mosse e indirizza il proprio percorso il nuovo Museo Diocesano di Cremona, inaugurato significativamente nel pomeriggio di venerdì 12 novembre, alla vigilia della solennità di sant’Omobono, il patrono della città e della diocesi di Cremona.

La benedizione ha avuto luogo proprio davanti porta nel museo, in piazza S. Antonio Maria Zaccaria. Erano da poco scoccate le 17.30 quando l’arcivescovo Delpini, con accanto i vescovi di Cremona, ha preso la parola, soffermandosi sul significato di una benedizione. Quindi la visita delle autorità.

Il nuovo Museo è realizzato all’interno del Palazzo episcopale, la casa del vescovo, che vuole diventare sempre più casa di tutto il popolo di Dio, luogo di annuncio e racconto della fede.

Armonizzando il rispetto per la storia e le forme originarie degli ambienti del piano seminterrato del palazzo progettato da Faustino Rodi, rimasti a lungo inutilizzati, l’architetto cremonese Giorgio Palù, dello studio Arkpabi, ha saputo recuperare e riadattare gli antichi spazi alla funzione di sale espositive con elementi di design e tecnologie all’avanguardia per conservare al meglio le preziose opere.
Il Museo Diocesano di Cremona schiude così oggi un prezioso scrigno d’arte e di fede capace di unire architettura storica e design contemporaneo negli oltre 1.400 metri quadrati di superficie che accolgono più di 120 opere, suddivise in 12 sale, organizzate secondo un percorso non cronologico ma tematico:
• le origini della Chiesa cremonese, dalla pietra di fondazione della Cattedrale a testimonianze degli insediamenti più antichi sul territorio;
• l’iconografia della Vergine Maria che coinvolge l’Assunta, titolare della Cattedrale, e santuari del territorio, a partire da quello di Caravaggio, dedicato a Santa Maria del Fonte, patrona della diocesi insieme a sant’Omobono;
• i crocifissi, con una collocazione speciale per la Grande Croce della Cattedrale;
• i santi intercessori, locali e universali;
• la sala del Tesoro dei Visconti di Pizzighettone;
• la sala della Tavola di Sant’Agata.

Capolavori dell’arte sacra che giungono dalla Cattedrale e da numerose parrocchie della diocesi e che raccontano un territorio dalle profonde radici, dal ricco talento artistico e da una spiritualità che nei secoli ha costruito la comunità.

Impreziosisce l’offerta del Museo Diocesano la collezione di arte sacra del cavalier Giovanni Arvedi e della moglie Luciana Buschini, convinti e appassionati sostenitori del progetto. Proprio grazie al finanziamento della Fondazione Arvedi Buschini ciò che si era iniziato a pensare in passato oggi è stato concretizzato, sotto la supervisione dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici diretto da don Gianluca Gaiardi, che ha preso il testimone da monsignor Achille Bonazzi. Un percorso articolato seguito passo dopo passo della Soprintendenza dei beni culturali di Mantova, guidata dal dottor Gabriele Barucca.

Molte le aziende e gli artigiani impegnati nel cantiere, affidato all’impresa Immobiliare Raffaella e che solo la pandemia ha rallentato.

Ma nel corso della giornata i ringraziamenti sono stati rivolti anche ai benefattori, ai donatori delle opere e ai tanti collaboratori che si sono adoperati dall’ambito creativo, tecnico, artistico, ma anche nel nascondimento dei lavori più umili. Tra questi anche gli uffici della Curia diocesana, in particolare quelli dell’Area pastorale “Capaci di comunicazione e cultura” e l’Ufficio Catechesi per far sì che le visite al Museo possano avere anche un taglio catechistico, adatto a gruppi parrocchiali, giovanili o scolaresche. Da segnalare anche la collaborazione con l’agenzia turistica Profilotours e la società editoriale TeleRadio Cremona Cittanova cui è stata affidata la realizzazione del logo e del progetto grafico, oltre che la campagna di comunicazione che ha accompagnato verso l’apertura del nuovo Museo, in collaborazione con la Direzione relazioni esterne di Finarvedi.

In cantiere intanto c’è già un ampliamento dello spazio espositivo. Il prossimo passo, infatti, sarà il restauro dei saloni di rappresentanza, della cappella privata del vescovo e dell’antico studio episcopale per ospitare la collezione degli arazzi e i corali miniati della Cattedrale. Un ulteriore tassello che potrà essere realizzato grazie al contributo di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo.

Il nuovo Museo Diocesano va così a completare il grande progetto di un vero e proprio Parco Culturale Ecclesiale con il Battistero e il Museo Verticale del Torrazzo (che dall’inaugurazione del novembre 2018 ha già fatto registrare un significativo aumento delle visite e un crescente interesse dei visitatori) e, al suo centro, la magnifica Cattedrale di Santa Maria Assunta.

Un polo culturale, dunque, che con ambizione intende diventare punto di riferimento capace di aiutare tutti i cremonesi, i turisti e in particolar modo i giovani, a recuperare la memoria del passato da cui veniamo, mostrando in questo luogo, “meraviglia dell’anima” (come recita il claim che invita alla scoperta del Museo e dei suoi capolavori), l’umanità della fede e la gratitudine per una bellezza capace di salvare e di unire.

Sabato 13 e domenica 14 novembre il Museo diocesano apre le porte ai visitatori che hanno approfittato dei due giorni di ingresso gratuito: circa 1500 saranno i visitatori nel weekend. La possibilità di visitare il museo, comunque, proseguiranno poi in modo ordinario da martedì 16 novembre. Il Museo Diocesano, infatti, sarà aperto ogni settimana dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18. Il biglietto d’ingresso è acquistabile al costo di 5 euro, ma c’è anche la possibilità di formule integrate per unire anche l’accesso al Torrazzo e al Battistero. Tre realtà che, insieme alla Cattedrale, formano oggi un vero e proprio Parco Culturale Ecclesiale. Possibile anche prenotare, su richiesta, visite guidate, anche per gruppi (info a breve su www.museidiocesicremona.it).

 

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