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Il Vescovo: «O il lavoro dà dignità o non è lavoro» (VIDEO e FOTO)

Lo scenario appare decisamente originale: alle spalle della mensa da cui il vescovo Napolioni presiede la Messa corrono in due alte file centinaia di forme di formaggio. La celebrazione eucaristica per il mondo del lavoro (che in questo Primo Maggio torna sul territorio dopo lo stop forzato del 2020) è stata ospitata dalla Plac – Fattorie Cremona, nello stabilimento di Dosimo, uno dei quattro dell’azienda lattiero casearia che con i suoi 83 soci, 175 dipendenti e un volume annuo di oltre 164 milioni di litri di latte, è oggi una delle più importanti cooperative lattiero-casearie italiane.

Photogallery della celebrazione

Accanto al Vescovo hanno concelebrato il coordinatore dell’area pastorale “Nel mondo con lo stile del servizio” don Maurizio Lucini, il cerimoniere don Flavio Meani e i sacerdoti dell’Unità pastorale che comprende la Parrocchia di Dosimo: don Livio Lodigiani, don Andrea Aldovini e don Massimo Macalli. Ad animare la celebrazione alcuni cantori della parrocchia.

Presenti, insieme alle autorità civili e militari del territorio – tra cui i sindaci di Cremona, Persico Dosimo e Gadesco-Pieve Delmona, il vice presidente della Provincia di Cremona Rosolino Azzali – il presidente di Plac-Fattorie Cremona Cesare Baldrighi, con i consiglieri, i dirigenti e una rappresentanza dei dipendenti. Proprio il presidente Baldrighi ha portato il suo saluto iniziale al Vescovo e a tutti i presenti, richiamando l’importanza significativa della celebrazione nella festa dei lavoratori in questo particolare momento storico. «Un tempo e un luogo – ha sottolineato monsignor Napolioni a sua volta ringraziando per l’accoglienza e salutando i presenti – particolarmente denso di sfide e di slanci» che trovano linfa nella preghiera.

         

Nella sua omelia il vescovo ha invitato a lasciarsi guidare, nella lettura individuale e comunitaria della festa dei lavoratori e «in un contesto mondiale provato in ogni parte del mondo» alla luce della speranza: «C’è una globalizzazione non voluta, ma che Dio sa volgere a provvidenza, perché davvero ne usciremo solo se uniti».

Difronte alcuni modelli, a cominciare dal «Salvatore Gesù Cristo che riassume in sé l’amore del Padre e dona lo Spirito perché i cristiani diventino lievito di fraternità nella storia». Ma monsignor Napolioni ha voluto anche guardare a «suo padre Giuseppe, che lo ha accolto in maniera quasi impensabile, chiamato a rinunciare alla sua paternità biologica per farsi del Figlio di Dio, dunque padre di una nuova umanità».

Il riferimento è stato quindi alla lettera apostolica, “Patris corde”, cuore di padre, scritta da Papa Francesco nell’anno che ha voluto dedicare proprio alla figura di san Giuseppe lavoratore, padre di Gesù. Un testo – ha detto il Vecovo – che getta «luce sulle madri e sui padri che lavorano».

Proponendo così la lettura di alcuni passaggi della lettera apostolica, monsignor Napolioni ha evidenziato tre aspetti significativi che san Giuseppe mostra come modello di quella unità che pone in armonia le differenze che ci definiscono, anche al nostro tempo: Giuseppe padre capace di «accogliere la realtà onestamente» anche quando non la comprende, vincendo la tentazione della delusione e della rassegnazione con un «coraggioso protagonismo che riconosce il dono della fortezza che viene dallo Spirito Santo»; Giuseppe – è il secondo tema – uomo «del coraggio creativo», che permette alle migliori qualità di emergere nel momento della prova di cui «mai quanto oggi abbiamo bisogno».

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Il terzo insegnamento, poi, è quello che arriva da Giuseppe «padre lavoratore»: «È necessario comprendere il significato del lavoro che dà dignità. O il lavoro dà dignità o non è lavoro. La normalità che aspettiamo non potrà tornare se non c’è lavoro, se non ci sono e sostentamento per tutti…».

«Affido questi pensieri – ha concluso la sua riflessione monsignor Napolioni – la nostra comunità perché nell’armonia e non nella contrapposizione tra categorie, tra territori, tra generazioni, riesca in questa impresa»

Prima della benedizione finale il saluto di Eugenio Bignardi, incaricato diocesano per la Pastorale sociale e il lavoro che ha promosso la celebrazione alla Plac, con il ringraziamento all’azienda per l’ospitalità e ai presenti e con la proposta di proseguire l’impegno e la riflessione sui temi proposti anche attraverso la puntata speciale della rubrica diocesana “Giorno del Signore” in onda sui canali web e social della Diocesi e in tv su Cremona1 e TelePace nella serata del 1° maggio, alle 20.30: “Il lavoro che cambia” sarà l’oggetto dell’approfondimento, con interventi di esperti in studio e di realtà territoriali che vivono quotidianamente le sfide del lavoro, anche in questo tempo così complesso.

Il video integrale della celebrazione

 

 

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