1

Il Vescovo: «Agricoltori, uomini e donne dell’attesa, del futuro e del discernimento»

Quello dell’agricoltore è il lavoro più nobile. Gli agricoltori sono gli uomini e le donne dell’avvento, dello sguardo rivolto al futuro, all’attesa del frutto del proprio lavoro, che verrà. Sono le donne e gli uomini del discernimento, della capacità di leggere le stagioni e i segni del tempo. Con queste parole d’incoraggiamento e stima, e con l’invito «a rivestirci dell’umiltà e a fare dell’amore il nostro distintivo e il nostro linguaggio», il vescovo Antonio Napolioni ha aperto l’omelia nella 66esima Giornata provinciale del Ringraziamento, promossa da Coldiretti, nella chiesa di San Sigismondo, a Cremona.

Davvero gremita la chiesa monastica. Numerosissimi agricoltori, con le loro famiglie, hanno preso parte alla festa, che ha visto la presenza delle più alte autorità del territorio. Nei primi banchi, infatti, accanto al presidente di Coldiretti Cremona, Paolo Voltini, e al direttore Tino Arosio e al Consiglio c’erano il prefetto Paola Picciafuochi, con il questore Gaetano Bonaccorso e il comandante provinciale dei Carabinieri Cesare Lenti, il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti e il presidente della Provincia Davide Viola. Presenti anche il sottosegretario alle Riforme, Luciano Pizzetti, l’europarlamentare Massimiliano Salini, il consigliere regionale Carlo Malvezzi e diversi sindaci del territorio.

Rappresentato anche il tessuto economico e produttivo cremonese con il presidente della Camera di Commercio Gian Domenico Auricchio, il presidente del Gruppo Arvedi, cav. Giovanni Arvedi, il presidente di Confcooperative Tiziano Fusar Poli, il presidente della Libera Agricoltori Renzo Nolli, il direttore del Consorzio Agrario Pietro Pagliuca, il direttore del Consorzio Casalasco del Pomodoro Costantino Vaia. E con loro il dott. Maurilio Giorgi, direttore del Dipartimento di prevenzione veterinaria dell’Ats Valpadana, nonché numerosi rappresentanti degli istituti di credito, dei consorzi di bonifica e irrigazione.

La celebrazione è stata aperta dal saluto del presidente di Coldiretti, Paolo Voltini, che ha evidenziato il significato della Giornata del Ringraziamento, così attesa e sentita da chi vive del lavoro dei campi, ricordando l’impegno di Coldiretti “nell’ispirare la propria azione alla storia e ai principi della scuola cristiano sociale”, come ribadito fin dal primo articolo dello statuto dell’Organizzazione.

L’Eucaristia, animata con il canto dalle monache domenicane che hanno ospitato questa Giornata, è stata concelebrata da don Emilio Garattini, assistente ecclesiastico di Coldiretetti, da don Gianpaolo Maccagni, cappellano delle suore di clausura, insieme al cerimoniere episcopale don Flavio Meani.

“Tu fai crescere l’erba per il bestiame e le piante che l’uomo coltiva per trarre cibo dalla terra” (Sal 104, 14) è il tema indicato dalla Conferenza Episcopale Italiana, nel richiamare il valore di “una sana nutrizione che recupera la sobrietà delle tradizioni alimentari, apre spazi di diversificazione a favore delle produzioni tipiche e locali, risponde alle domande della società civile sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, del ciclo dei prodotti, con particolare riguardo al cambiamento climatico”.

«Gli uomini e le donne che si dedicano all’agricoltura, il mestiere più importante e più nobile, sono uomini e donne dell’avvento, del futuro». Così il vescovo Napolioni ha iniziato la propria omelia, ricordando tra le peculiarità degli agricoltori quella di un «contatto quotidiano con il creato e la vita». Il lavoro della terra, inoltre, come vera e propria «parabola della vita» e che ben si rispecchia nell’Avvento, iniziato proprio il 27 novembre: «tempo liturgico che ci riconduce all’essenziale – ha ricordato mons. Napolioni –, che ci fa scoprire che il futuro è nelle mani di Dio e di collabora con Lui».

In questo senso ha richiamato l’importanza del «discernimento». Proprio come l’uomo che lavora la terra che «legge le stagioni, i segni del tempo e le piccole cose che accadono nel microcosmo, nella natura che è affidata».

Il Vescovo, prendendo spunto ancora dalla Parola di Dio, ha focalizzato l’attenzione su tre spunti. Primo fra tutti l’ “orario” dell’uomo dell’Avvento, con i tempi della natura da conoscere e rispettare, è stato l’occasione per chiedere proprio al mondo agricolo di aiutare a educare al ritmo della vita.

Quindi la sua “attrezzatura” con l’invito a costruire un’economia più giusta e pacifica per tutti. «Essere coltivatori diretti cristiani – ha affermato il Vescovo – significa osare, dire dei no. Rifuggire le tentazioni del guadagno facile e continuare a lottare per il bene difficile».

Infine il suo “vestito”. Non quello ricco delle feste, ma quello dell’umiltà, guardando al patrono sant’Omobono e, prima di tutto, a Cristo, seminatore e buon pastore, che diventa Agnello immolato e redento. «Rivestiti di Cristo – ha concluso il Vescovo – nulla ci scalfirà. Non avremo paura, non avremo nulla da difendere, perché l’amore sarà il nostro distintivo e il nostro linguaggio, il vero punto di incontro e di soluzione dei conflitti e delle prove, che non mancano a nessuno».

Tutti i momenti della celebrazione hanno sottolineato il “grazie” espresso dall’agricoltura, rivolto al Signore, per i frutti della terra, nel confermare l’impegno di custodire il suolo e produrre cibo buono e sano, nell’interesse di tutta la comunità. Questo il significato che i giovani di Coldiretti Giovani Impresa hanno voluto sottolineare nella lunga processione che li ha visti portare all’altare, insieme al pane e al vino per l’Eucaristia, anche numerosi prodotti dell’agricoltura “Made in Cremona”.

Dopo le Comunioni è stata proclamata la preghiera dell’agricoltore, letta da Oreste Casorati, presidente dell’Associazione provinciale pensionati Coldiretti.

Infine, dopo la benedizione, l’intervento del sindaco Galimberti, che ha evidenziato il valore del lavoro degli agricoltori, il ruolo vitale di Coldiretti Cremona per l’agricoltura e per tutto il territorio, «come sempre più cittadini hanno modo di vedere e riconoscere» ha detto il sindaco, citando le giornate-evento, nel segno di Campagna Amica, la domenica in piazza Stradivari. E un pensiero il primo cittadino l’ha rivolta alle monache domenicane, «polmone di spiritualità» per l’intera città, cui ricorda il profondo significato del silenzio.

La chiusura della festa si è tenuta sul sagrato, in una cornice di bandiere gialle, con una interminabile parata di trattori – da quelli “storici” raccolti in prima linea a quelli più moderni e potenti – tutti benedetti dal Vescovo quali preziosi strumenti del lavoro nei campi.

Una mattinata conclusa all’insegna della solidarietà con tutti i presenti che hanno potuto assaggiare il “piatto della solidarietà” che riuniva i sapori dell’agricoltura cremonese alle eccellenze consegnate dagli agricoltori di Umbria, Marche e Lazio, i territori recentemente messi in ginocchio dal sisma. Un’occasione per sottolineare, anche con la raccolta delle offerte, che l’impegno in aiuto dell’agricoltura colpita dal terremoto prosegue. Non è mancato naturalmente il brindisi, alla presenza di tutte le autorità presenti, e tra loro anche il Vescovo.

Photogallery

 

Il messaggio dei vescovi per la 66esima Giornata del Ringraziamento