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Giornata per Congo e Sud Sudan, a Cremona associazioni in preghiera con il Vescovo

La sera di venerdì 23 febbraio, Giornata che il Papa ha voluto di preghiera e digiuno per la pace, in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan, il vescovo Antonio Napolioni ha presieduto una veglia di preghiera a Cremona, nella chiesa di S. Ilario.

A promuoverla le associazioni e i movimenti laicali:  Acli, Azione Cattolica, Cammino Neocatecumenale, Comunione e Liberazione, Federazione Oratori Cremonesi, Gruppo Carismatico Piccolo Cenacolo, Pax Christi, Rinnovamento nello Spirito.

Una celebrazione che ha aiutato a vivere il venerdì della prima settimana di Quaresima ricalcando lo schema della Via crucis, con cinque stazioni che, dopo la proclamazione del Vangelo, hanno lasciato spazio a stralci del “Tu non uccidere” di don Mazzolari alternati a passaggi del messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace del 2017.

Particolare la riflessione del Vescovo che, al momento del proprio intervento, ha voluto lasciare la parola ai testimoni diretti della drammatica situazione in questi paesi. Lo ha fatto leggendo alcuni passaggi della cruenta pagina pubblicata da Avvenire in occasione di questa speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace voluta dal Papa. Storie come quella di Jane, che dopo aver subito uno stupro, è stata abbandonata dal marito, che non ha voluto avere più alcun rapporto con lei, ed è stata emarginata dalla sua gente, quasi come una portatrice di malattia contagiosa: ha dovuto lasciare il Sud Sudan per l’Uganda, insieme al bambino che aveva nel grembo, senza la possibilità di far ritorno a casa. Oppure la vicenda di Mira, costretta a fuggire per la guerra dall’ospedale dove stava partorendo e che, nonostante tutto, continua a sperare in un futuro migliore per i suoi figli.

  La pagina di Avvenire del 23 febbraio

La preghiera, accompagnata con il canto dal coro di Comunione e Liberazione diretto da Giovanni Grandi, si è conclusa con la preghiera del Padre nostro, recitato mano nella mano. Un gesto che lo stesso Vescovo ha chiesto a tutti i partecipanti come segno concreto di comunione, ancor più di uno scambio di pace.

Sussidio di preghiera della veglia

 

Photogallery della celebrazione

 

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