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Gianna Beretta Molla: ogni vita è sacra

Nella serata di giovedì 22 marzo è intervenuta a Soresina, nel salone Mosconi del centro parrocchiale, Emanuela Molla, figlia ultimogenita per la quale santa Gianna Beretta Molla diede la vita. L’evento ha chiuso la serie dei Qaresimali promossi dalla parrocchia di S. Siro.

Si assomigliano molto, madre e figlia. Davanti al podio del salone, dal quale prende la parola Emanuela Molla, è esposta una gigantografia della sua mamma, santa Gianna Beretta Molla. I loro volti sono quasi identici. Ma non è solo una questione di immagine! La figlia della Santa, che Giovanni Paolo II canonizzò il 16 maggio 2004 come “modello di sposa, madre e medico”, interviene davanti ad una assemblea composita, nella quale spiccano diverse famiglie e alcune giovani coppie.

Emanuela, con una voce un po’ stridula ed un portamento piuttosto dimesso, si introduce parlando dell’amore coniugale e dell’amore di Dio: nell’esperienza dei suoi genitori – spiega – i due amori erano in perfetta sintonia e del tutto interdipendenti.

Emanuela, infatti, vive per l’immolazione della madre, che ha voluto portare a termine, con una risolutezza senza ripensamenti, la sua quarta gravidanza nonostante la minaccia mortale di un voluminoso fibroma uterino; ma anche per il sacrificio del padre, l’ing. Pietro Molla, che rispettò senza discutere la volontà della sua sposa, nulla anteponendo alla vita della nascitura.

Parla della sua “santa mamma” – l’espressione ricorre continuamente sulle sue labbra – con un trasporto quasi infantile: la sua è una testimonianza di una semplicità disarmante, ma che tocca le corde più profonde dell’anima. Le sue parole hanno una forza di persuasione che commuove e il suo discorrere si sviluppa con una spontaneità assolutamente coinvolgente. Sorride spesso e si muove in maniera un po’ goffa: non riesce a nascondere il suo imbarazzo. Non si è ancora abituata a parlare in pubblico, nonostante le centinaia conferenze in tutto il mondo, anche in seno a convegni di livello internazionale e ad importanti congressi medico-scientifici.

Quando ride i suoi occhi brillano di luce: assomiglia proprio a sua madre. Ma non è solo questione di immagine! Emanuela compone tra loro episodi biografici, citazioni di scritti materni e paterni, in particolare le lettere del fidanzamento, le gioie e le croci della sua famiglia… recuperando ogni tessera del mosaico nel “provvidenziale e amorevole” disegno di Dio. Racconta della straordinaria devozione con cui la sua “santa mamma” è onorata e invocata in ogni parte del globo: si schermisce mentre elenca le numerosissime richieste di testimonianza che riceve non solo dall’Italia ma anche dagli Stati Uniti, dalla Polonia, dalla Nuova Zelanda, dall’Australia… Accenna ai miracoli d’amore che santa Gianna ottiene da Dio soprattutto per le donne con difficoltà nella gravidanza, per le coppie che non riescono ad avere figli, per i neonati con gravi patologie.

Al termine della serata tutti la vogliono salutare personalmente. Qualcuno le affida un biglietto, una lettera, una intenzione di preghiera: è la figlia di una santa e “deve avere una corsia preferenziale” al cospetto della madre! Emanuela accoglie tutti con grande disponibilità e cordialità.

Gli interventi della relatrice

Il parroco di Soresina, don Angelo Piccinelli, prima di concludere l’appuntamento – l’ultimo dei quaresimali dedicati alla declinazione esistenziale del “Padre nostro” – la ringrazia a nome di tutti: «Questa sua visita e la sua testimonianza sono stati per noi un grande dono ed il migliore augurio di buona Pasqua. Grazie. E preghi per noi la sua “santa mamma”!».

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