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Festa al Santuario della Fontana, «palestra» dove crescere nella fede, nella carità e nella speranza

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Un santuario come una «palestra» dove crescere nella fede, nella carità e nella speranza, e nel quale Maria «ci traccia la strada». Così il vescovo Antonio Napolioni nella Messa celebrata lunedì 8 aprile al Santuario della Madonna della Fontana di Casalmaggiore, nella solennità dell’Annunciazione del Signore, nella quale ha voluto ricordare come questi luoghi siano «un rifornimento continuo, una fontana zampillante di queste virtù».

In tanti hanno preso parte alla festa patronale del santuario maggiorino – celebrata “in ritardo” rispetto alla data del 25 marzo a motivo della coincidenza con la Quaresima – unendosi alla festa della comunità dei frati Cappuccini che vi presta servizio. Accanto al vescovo Antonio Napolioni anche monsignor Giampiero Palmieri, arcivescovo di Ascoli Piceno e vicepresidente per l’Italia centrale della Conferenza Episcopale Italiana, presente con una piccola delegazione di giovani preti della sua diocesi presenti da qualche giorno in terra cremonese per un’occasione di spiritualità fraterna. Tra i concelebranti anche diversi sacerdoti della zona, con il parroco di Casalmaggiore don Claudio Rubagotti e il diacono permanente Luigi Lena che ha prestato servizio all’altare.

«Non si può non celebrare l’annunciazione, perché questo annuncio è la notizia, è la svolta dell’umanità», ha esordito il vescovo nell’omelia davanti ad un santuario gremito di fedeli, cogliendo quindi tre aspetti dalle letture liturgiche. L’episodio della prima lettura del re Acaz, il quale per orgoglio rifiuta l’aiuto del Signore, ha aiutato a riflettere sull’affidamento a Dio. «Questo – ha detto il vescovo – è un santuario nel quale tante persone vengono a chiedere un segno, un miracolo, una carezza di Dio. Non sempre si ottiene quello che si chiede; qualche volta si ottiene molto di più, cioè la pace del cuore». E ha proseguito: «L’importante non è pretendere, ma fidarsi! Acaz non si fidava. Tanti potenti, e tanti di noi quando pensiamo di avere grosse responsabilità, decidono di far da soli e si fanno solo i pasticci». Per questo «è importante imparare dai piccoli, dai bambini, dai malati: affidarsi a quelle mani senza le quali io non potrei fare nulla». E allora il primo passo è quello «di non fermarci ai segni che vorremmo, non rifiutare i segni che Dio ci manda, ma metterci nella disposizione della fiducia, dell’accoglienza, dell’abbandono», ha sottolineato monsignor Napolioni.

Un atto di fiducia, quello dell’abbandonarsi a Dio, come «quello d’amore di una ragazza che si fida del suo sposo, come la terra si fida della pioggia che scende dal cielo e del seminatore che sparge il grano e genera vita». Proprio come il gesto di Maria, che accoglie «questa rivoluzione introdotta da un “rallegrati”» pur avendo in conto di diventare un giorno madre. Eppure, si è interrogato il vescovo, «quanta gente viene a chiedere un figlio? È forse una preghiera passata di moda». Secondo monsignor Napolioni la contemporaneità è sinonimo di sterilità: «Sempre meno figli, sempre meno giovani, sempre meno fiducia nella vita, perché c’è meno giustizia a favore di chi ha il coraggio di mettersi dalla parte della vita stessa».

Il mistero della Creazione, pur esigendo «estrema delicatezza e rispetto nei confronti della paternità e della maternità», è tuttavia il dono di Dio: «Lui, che ha suo figlio in comunione con sé dall’eternità, lo dona all’umanità perché essa ne faccia ciò che vuole», ha detto Napolioni. L’ incarnazione di Gesù è allora «la fiducia del Figlio di Dio che, attraverso quella della madre Maria, diventa la fiducia del mondo, la fiducia dell’universo, che riceve da Dio il corpo di Gesù, ma anche il corpo di me stesso e di ogni fratello e sorella» per «fare la volontà del Padre», ha aggiunto il vescovo. Un’obbedienza, insomma, «da figli liberi animati dall’amore di Dio», così che ognuno «si senta membro di un unico corpo di questa umanità rigenerata dall’amore di Dio, che ci ha dato suo figlio per la salvezza del mondo», ha concluso il vescovo.

Al termine della celebrazione, il superiore dalla comunità cappuccina, padre Francesco Serra, ha ringraziato tutti i presenti e quanti hanno animato la liturgia; i concelebranti si sono recati poi nella cripta, davanti all’antica effigie della Madonna della Fontana, dove il vescovo ha recitato la preghiera di affidamento prima della benedizione. Infine, un breve momento conviviale negli spazi esterni del convento.

 

Omelia del vescovo Napolioni




«ViaVai», il Grest 2024 è un cammino da fare tutti insieme

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ViaVai: è questo il titolo scelto dagli Oratori Diocesi Lombarde per il Grest 2024, che accompagnerà le settimane estive anche nelle parrocchie cremonesi. Uno slogan che rappresenta perfettamente il tema – e la grande sfida educativa – del mettersi in cammino in strade e luoghi della contemporaneità.

«Il camminare era il gesto tipico di Gesù fin dal principio, ed è ciò che propone anche a noi che siamo suoi discepoli» ha così introdotto l’intera proposta don Francesco Fontana, presidente Federazione Oratori Cremonesi e incaricato diocesano per la Pastorale giovanile. Insieme ai collaboratori e volontari della Focr, don Fontana ha spiegato il processo creativo e pedagogico alla base dell’offerta estiva, nel corso di tre serate di presentazione a responsabili e coordinatori.

«Il tema di quest’anno fotografa bene la situazione tipica degli oratori nel corso dell’anno: frenetici e caotici – ha introdotto don Fontana –. In alcuni di essi si corre tanto ma con il rischio di andare a caso e nel caos». Proprio quel viavai di persone e sentieri umani e spirituali in grado di creare confusione. Servono perciò indicazioni chiare, o qualcuno, in grado di «prenderci per mano nelle strade della vita e guidare i nostri passi come Gesù»: ecco dunque il sottotitolo, Mi indicherai il sentiero della vita, tratto dal salmo 16, a chiarire il senso del messaggio educativo di questa edizione del Grest. «Il nostro camminare è innanzitutto espressione umana non solo di un gesto fisico ma nell’incontro con e dentro il mondo» ha ribadito don Fontana.

 

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Ed è in questa immagine dell’homo viator, come hanno ricordato gli organizzatori, che emerge la dimensione riflessiva del cammino. «Le domande scandiscono il nostro percorso di vita, scopriamo anche mete che possono non essere definitive» hanno detto i giovani presentatori della Focr. Da qui l’intuizione di organizzare l’intero progetto formativo di ViaVai attorno a dieci domande-guida, declinate nelle sezioni delle attività, storie e preghiere di una giornata tipo del Grest. «In questo modo è possibile costruire un percorso personalizzato sulle singole realtà di comunità e le rispettive esigenze». Un modo di rendere “concreto” il concetto su quale sia la strada da percorrere «per essere testimoni migliori della fede» nelle proprie parrocchie.

Non mancano poi le novità. Tra queste il logo, che esprime in modo astratto «il senso di smarrimento, le domande e il volto di un pellegrino in marcia»; il manuale formativo degli educatori rinnovato nella grafica e nella fruizione in libretti e mappe, «utile a creare una “verifica” sulla preparazione e sulle attività svolte»; e la sigla dedicata al momento della storia nel corso della giornata. E sarà la Divina Commedia di Dante Alighieri, in versione ridotta e adattata per bambini, la proposta narrativa di questa edizione del Grest. Non manca poi l’attenzione del progetto estivo all’inclusività, «con il racconto di figure e del loro impegno nel sociale» anche per i bambini o ragazzi di altre religioni.

Infine, la Pastorale Giovanile offre un pacchetto di proposte artistiche ed espressive tra danza, movimento creativo, teatro e musica a cura di realtà professionali quali Compagnia dei piccoli, Il laboratorio, Il nido dei cuccioli e MagicoBeru. Queste iniziative e il materiale dedicato agli animatori è possibile approfondirle sul sito già attivo www.cregrest.it. Il prossimo appuntamento sarà la giornata dedicata agli animatori il prossimo 20 aprile in Seminario.

 

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La visita pastorale a Malagnino ha aperto una strada lungo cui incontrarsi durante il cammino

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«L’importante non è camminare in mille direzioni diverse e disperdersi, bensì camminare per incontrarsi: con i piccoli, con i grandi, con le famiglie» verso quella meta da dove tutto è cominciato, «ovvero la grande festa della Pasqua e il desiderio di vedere Gesù».

Il vescovo Antonio Napolioni riassume con queste parole, durante la messa conclusiva, la sua Visita Pastorale nelle comunità di Malagnino avvenuta nell’ultimo fine settimana. Una serie di giornate «belle, intense ed emozionanti», ha commentato il parroco moderatore delle due parrocchie di San Michele Sette Pozzi e San Giacomo Lovara don Paolo Fusar Imperatore, nelle quali «c’è stata una serie di ottimi incontri e relazioni, sebbene “alla maniera di Malagnino”, coinvolgendo a poco a poco diversi gruppi di persone, che si sono lasciate attirare e coinvolgere». 

Filo conduttore della visita alle comunità, dunque, è stata l’esigenza di camminare insieme cercando di capire come discernere le azioni intraprese nel tentativo di allargare il proprio raggio di azione e trovare una direzione più funzionale alle proprie esigenze. «Un tema comune per le associazioni, per l’amministrazione e anche per i catechisti e volontari della parrocchia – ha ricordato don Paolo – e nello stesso tempo è emersa la ricerca di un sempre maggiore coinvolgimento delle famiglie giovani, tenendo conto di tutte le fatiche necessarie in questo impegno». 

I momenti più significativi di questi tre giorni in compagnia di monsignor Antonio sono stati l’incontro con i genitori e i bambini al sabato e l’appuntamento con le realtà sociali e di volontariato del territorio del venerdì sera. «Ogni associazione ha presentato il suo operato e ciò che ne è uscito è stata una maggior conoscenza anche da parte del vescovo dei numerosi legami territoriali; alcune di esse sono nate altrove o trovano energia altrove proprio nella necessità di allargarsi di tener vivo un loro progetto» ha spiegato il parroco. 

Circa ottanta persone, invece, tra adulti e bambini hanno poi partecipato «in modo molto sentito ed emozionato» alla serata con il vescovo, nel quale ha svolto un momento di riflessione animato da qualche attività e confronto. «Anche con i membri del consiglio pastorale e della parrocchia c’è stato l’ascolto della Parola in chiesa con contributi interessanti» sottolinea don Paolo. La scelta poi di lasciare molto tempo libero al vescovo tra un appuntamento e l’altro del programma si è rivelata vincente perché, secondo il parroco, «questo ha permesso a monsignor Napolioni di dialogare con tante persone; durante gli spostamenti a piedi in paese infatti molti che avevano voglia di parlare o salutare senza la fretta dell’orologio si sono fermati per scambiare qualche parola con lui». 

 

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Questo sentimento di unità nella quotidianità di una realtà “fresca” è stato ribadito dal vescovo come “appello” durante la Santa Messa conclusiva di domenica, concelebrata nella chiesa di San Giacomo Lovara da don Paolo Fusar Imperatore e dal parroco in solido don Eugenio Pagliari, autore dei volumi sulla storia di San Giacomo del Campo, strumenti preziosi per conoscere e conservare la memoria della comunità.

«Vi auguro di proseguire il cammino delle comunità e di amicizia con quelle vicine –  ha detto nell’omelia monsignor Napolioni – ci sono delle belle idee semplici, umili ma concrete, da portare avanti coi vostri sacerdoti, con le famiglie appassionate e giovani che avete la fortuna di avere in questo territorio. Facciamo davvero esperienza della vicinanza di Gesù, della Sua presenza viva». L’invito, dunque, è quello di creare legami più proficui in vista dell’orizzonte della gioia comune. «Il vescovo non dà certo una pagella o un giudizio alle parrocchie. Ho visto tante persone che servono la comunità cristiana, sociale e di paese; c’è quasi una gara a chi ne fa di più». Perciò «attenti che questa competizione non crei problemi: mettetevi d’accordo e fate sì che ci sia un guadagno per tutti» perché «si risvegli in me e in voi lo stupore per i segni nascosti, umili ma realissimi, della presenza di Gesù come il chicco di grano del Vangelo di oggi».

 

Il video integrale della Messa conclusiva




«Siamo piccoli, ma con tanta voglia di futuro». Le parrocchie di Malagnino si preparano ad accogliere il Vescovo

La presenza del Vescovo come punto di partenza per (ri)creare un senso di comunità ecclesiale e civile. Questo è l’auspicio con il quale don Paolo Fusar Imperatore, parroco dell’Unità Pastorale di Malagnino, presenta il programma della Visita Pastorale di monsignor Antonio Napolioni che dal 15 al 17 marzo incontrerà le parrocchie di San Michele Sette Pozzi e di San Giacomo Lovara. «La nostra è una realtà molto piccola, giovane sia come comune sia come parrocchia, eppure con possibilità da scoprire» racconta don Paolo.

Il sacerdote, arrivato nel settembre del 2022, ha sottolineato come questi tre giorni in compagnia del vescovo saranno utili per conoscere meglio la realtà e le sue potenzialità. «All’interno della parrocchia c’è tanta cultura ma anche tante isole; essendo paese da neanche 25 anni c’è uno sforzo comune di provare a renderlo vivo e abitabile e non un semplice “dormitorio”» spiega il parroco. La vicinanza di Cremona influisce sulle relazioni che ci sono tra gli abitanti e sulle loro scelte di vita, «perché comunque ci sono persone che escono la mattina e tornano la sera e non hanno tempo di vivere effettivamente la comunità». 

La sfida, dunque, è provare a far emergere quale potrebbe essere la direzione che il paese potrebbe prendere per il proprio futuro e dare risalto alle sue qualità e sondare le potenzialità di aggregazione. «L’incontro con tutte le associazioni del paese sarà appunto l’occasione di creare una rete di collegamento reciproco e cercare una spinta alla collaborazione anche grazie al vescovo» ha detto don Paolo. I segnali sembrano essere positivi. «La macchina organizzativa si sta muovendo in maniera frenetica; si vede la voglia e la gioia di questo momento negli sforzi che si stanno facendo per preparare tutto al meglio» afferma il parroco.

Un passaggio ripreso anche nella lettera di don Paolo nella presentazione della visita pastorale: «Così andremo avanti più speditamente, consapevoli dell’esperienza vissuta e dell’Altro che resta, diverso dalle solite cose che accompagnano la routine della nostra vita, da accogliere, da custodire, capace di cambiarci il cuore e non soltanto la superficie».

Il vescovo sarà a Malagnino venerdì 15 dalle 15.30, con la partecipazione alla Via Crucis e alla Santa Messa. A seguire, a San Michele, il vespro e condivisione della Parola insieme ai membri del Consiglio Pastorale, i catechisti e tutti i collaboratori parrocchiali. Alla sera, infine, al Centro Ricreativo, l’atteso incontro con le associazioni del territorio. Sabato 16, di nuovo a Malagnino, al mattino monsignor Napolioni incontrerà l’amministrazione comunale e poi tutti i ragazzi del catechismo. Nel pomeriggio farà visita agli ammalati e celebrerà la Messa al Centro Parrocchiale alle 18.30. In serata, invece, cena con adolescenti e giovani e il successivo incontro con i rispettivi genitori. Domenica 17, alle 11 a San Giacomo, la Santa Messa di Chiusura della Visita Pastorale presieduta dal vescovo nella chiesa di San Giacomo Lovara e trasmessa in streaming sui canali ufficiali diocesani (diocesidicremona.it, Youtube e Facebook) e in diretta televisiva su Cremona 1.




#cosebelle, da Caritas Cremonese tante proposte per valorizzare l’estate

La Caritas diocesana di Cremona organizza e coordina diverse iniziative estive per ragazzi e ragazze all’insegna del progetto #cosebelle, l’insieme delle offerte di volontariato proposte da diversi realtà della Diocesi nell’ottica di una crescita personale e spirituale. Un elenco di numerose esperienze significative per destinatari e preferenze personali, per le quali è stato richiesto un contributo alla Caritas italiana tramite i progetti CEI 8xMille, e trovare così l’opportunità più adatta nel mettersi al servizio di realtà di sostegno o cura delle persone. Dopo Pasqua usciranno poi ulteriori proposte per quanti desiderano fare servizio individualmente nelle opere segno di Caritas Cremonese. 

Nel mese di luglio, dal 13 al 21, c’è l’opportunità di svolgere servizio di supporto agli operatori professionali dell’ostello di Termini a Roma: la proposta è rivolta a quanti hanno già compiuto i 16 anni. I posti sono limitati e le iscrizioni chiuderanno il 10 marzo. «La struttura ha tantissimi accessi e richiede parecchio lavoro di assistenza», spiega Andrea Cariani, referente Caritas per le proposte estive. I partecipanti si dedicheranno alla sistemazione e pulizia del refettorio, all’accoglienza e anche all’organizzazione e alla distribuzione dei pasti. «L’alloggio sarebbe da recuperare in autonomia; come Caritas abbiamo trovato la sistemazione a mezz’oretta di distanza. Se c’è qualche gruppo parrocchiale di adolescenti interessato, come Caritas Cremonese accompagniamo anche nel cammino formativo e di preparazione prima della partenza», precisa Cariani.

Il secondo pacchetto di proposte della Caritas per l’estate si sviluppa invece sulla rotta dei Balcani, tra Trieste e la Serbia, per porre l’attenzione su un argomento delicato quale è la migrazione di persone verso l’Europa e sperimentare il volontariato in case d’accoglienza. Una serie di proposte organizzate insieme all’associazione Drum Bun, che da circa vent’anni ha esperienza di servizio, ascolto e animazione delle comunità locali in Romania e Albania, continuata nel tempo con importanti risultati e di ricambio generazionale nei territori. «Nonostante le partenze mancate durante il Covid si è cercato di valorizzare e dare uno spazio di crescita per i giovani – racconta Cariani – e di promozione delle realtà locali e dei loro diritti. La collaborazione con noi è forte per l’intensità delle finalità reciproche».

Dal 20 al 27 luglio, insieme a Caritas Trieste, si offre per le famiglie la possibilità di aiutare i professionisti a gestire in lodo la casa di accoglienza per donne fragili con figli. Non solo. «A Trieste si è sviluppato l’interesse sulle strutture di ricezione di migranti e senza fissa dimora, alcune sul confine altre in città, perciò abbiamo declinato l’esperienza di servizio a livello personale dal 27 luglio al 7 agosto» spiega ancora il referente Caritas. Le iscrizioni scadono entro il 10 marzo e possono parteciparvi i giovani dai 18 anni. «L’esperienza che proporremo sarà la conoscenza di questi luoghi e le azioni di relazione, cura del guardaroba e mensa degli ospiti; sarà prevista anche una breve formazione itinerante insieme agli operatori della struttura». 

Dal 2 al 10 agosto, invece, è previsto il viaggio all’estero in Serbia, nell’esperienza di incontro, relazione, servizio e animazione della comunità locale. La proposta, organizzata insieme a Drum Bun con Caritas Bergamo, si tratta di una novità. «Vorremmo costruire un’esperienza che veda sia l’incontro con i migranti – perché interessata dalle rotte balcaniche dei profughi in cammino – e su una delle comunità locali che lavorano sul territorio», afferma Cariani.

C’è infine anche uno sguardo alternativo su Cremona: dal 19 al 25 agosto, per i gruppi parrocchiali giovanili, si trascorrerà un breve periodo residenziale da progettare insieme e si andrà alla scoperta dei servizi caritativi quali associazioni o cooperative sociali. Una prospettiva unica di vedere Cremona e le sue realtà più a contatto con le esigenze della popolazione più bisognose ed entrare in relazione con esse. «L’invito è aperto anche a gruppi di persone fuori dalla città o anche fuori dalla diocesi di Cremona desiderose, comunque, di vivere giornate insolite e in un territorio nuovo» conclude il referente. Le adesioni scadono entro il 17 maggio. 

Al termine di ognuna di queste esperienze sarà poi previsto un percorso di rielaborazione delle giornate vissute, dal quale ogni partecipante potrà ritrovare ulteriori significati di riflessione per capire la distinzione volontariato, servizio e carità, oltre a mettersi in relazione e ascolto con coloro che frequentano questi ambienti.

 

#Cosebelle, tante proposte per vivere al meglio l’estate 2024




#Cosebelle, tante proposte per vivere al meglio l’estate 2024

Una parola chiave per raccogliere il ricco ventaglio di stimolanti esperienze per adolescenti e giovani da vivere nel corso dell’estate, rendendole più visibili e parti di un unico percorso condiviso. La Diocesi di Cremona presenta il programma #cosebelle, ovvero la serie di iniziative rivolte a ragazzi e ragazze e organizzate, come un’unica rete, dalle diverse realtà associative e comunitarie diocesane. «Attraverso un lavoro di coordinamento guidato dalla Caritas diocesana si è arrivati a un elenco di proposte diverse per destinatari, soggetti organizzatori, periodo, stile e finalità, perché ciascuno possa trovare l’opportunità più adatta per sé o per il proprio gruppo di amici», ha spiegato don Francesco Fontana, incaricato diocesano per la Pastorale giovanile e presidente della Federazione oratori cremonesi.

Quattro sono le grandi «aree» dell’idea #cosebelle nel quale sono raggruppate le iniziative: servizio, viaggio o pellegrinaggio, esperienze missionarie e campi estivi. Alcune di queste proposte hanno ancora posti liberi e le iscrizioni sono aperte; altre sono ormai prossime ad avviarsi con i corsi di preparazione. La Caritas diocesana, ad esempio, propone il servizio alla mensa serale e all’ostello di Termini, a Roma. Grazie all’esperienza dell’associazione DrumBrun, invece, ci si può indirizzare verso i Balcani: per le famiglie, a Trieste, c’è l’impegno in strutture dedite all’accoglienza di donne fragili con figli; o in Serbia si possono svolgere attività di servizio e animazione di una comunità locale. L’Unitalsi propone il tradizionale progetto di accompagnamento e assistenza dei malati al santuario di Lourdes. E c’è anche l’opportunità, per chi non è della città del Torrazzo, di trascorrere insieme un breve periodo residenziale a Cremona.

La Federazione oratori, inoltre, sull’onda del successo delle scorse Gmg, organizza un viaggio in Polonia, già sede del recente raduno internazionale nel 2016. Tra momenti di condivisione di fede e vacanza, il gruppo farà visita alle città di Cracovia, Czestochowa e Varsavia. L’Azione Cattolica propone, invece, il campo estivo a Sauze d’Oulx, in Val di Susa, per sperimentare in modo coinvolgente e nella fraternità la vita associativa.

Per chi poi desidera mettersi in gioco con qualcosa di «forte», non mancano le proposte del servizio in alcuni luoghi del mondo grazie alla Pastorale missionaria. Un gruppo di giovani si recherà alla missione di Salvador de Bahia guidata dal prete “fidei donum” cremonese don Davide Ferretti; per le ragazze anche la proposta in uno dei centri gestiti dalle Suore Adoratrici di Rivolta d’Adda in Camerun o in Argentina.

Per chi parteciperà a una o più di queste proposte, è previsto un incontro generale con il vescovo Antonio Napolioni, che conferirà il mandato a tutti colore che saranno impegnati nelle diverse opportunità, per un’estate all’insegna della crescita personale e spirituale.

 

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Unità pastorale San Vincenzo Grossi: la visita del Vescovo per «essere più cristiani»

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Essere più cristiani. È questo il concetto chiave che ha accompagnato la Visita pastorale del vescovo Antonio Napolioni, nel fine settimana dal 16 al 18 febbraio, nelle comunità dell’unità pastorale “San Vincenzo Grossi” (Vicomoscano, Casalbellotto, Quattrocase e Fossacaprara). Un programma nel quale il vescovo «si è messo all’ascolto in modo delicato entrando in contatto con le persone – commenta il parroco don Anton Jicmon – trovando le parole giuste per incoraggiarci nelle diverse realtà che ha incontrato».

Nei colloqui avuti con i volontari dei vari ambiti parrocchiali è emerso l’interesse del vescovo nei confronti dei vari gruppi, sottolineando comunque l’importanza di essere cristiani giorno per giorno con la propria testimonianza e senza perdere di vista la Parola di Dio. «Come nel caso della lectio divina sul Vangelo della I domenica di Quaresima, nell’incontro con gli operatori pastorali, con l’esposizione dell’Eucarestia dopo una meditazione personale e di confronto reciproco», racconta ancora il parroco. O ancora, «l’importanza di vivere esperienze condivise in oratorio, nell’affrontare le sfide e difficoltà della fede e della Chiesa con i ragazzi delle superiori». Con i ragazzi delle medie il vescovo si è prestato alle numerose domande sulla vita del “capo” della Diocesi e sulla sua storia personale. Mentre con i bambini delle elementari e le rispettive famiglie Napolioni ha voluto ribadire il tema dell’affetto reciproco. Ai catechisti, infine, ha ricordato come trasmettere alle giovani generazioni e alle rispettive famiglie la fede cristiana: «contagiarli e trascinarli con l’esperienza personale e quotidiana». In sostanza, come ha detto lo stesso vescovo, «abbiamo vissuto momenti di dialogo e con bambini e adulti arrivando a sfiorare il mistero grande di Dio presente in mezzo a noi».

Oltre agli incontri con i collaboratori parrocchiali e i fedeli delle rispettive comunità, tra i momenti più significativi della visita pastorale ci sono stati anche gli appuntamenti con alcune realtà dell’imprenditoria e del volontariato presenti sul territorio casalasco. Negli appuntamenti con le ditte Emiliana Parati e della La Briantina, ad esempio, il vescovo ha affrontato il tema della dignità del lavoro, ricordando agli operai o ai dipendenti come è possibile ricercare l’esperienza religiosa anche nelle attività di ogni giorno. Importanti anche le visite alle realtà dell’associazionismo come il Gruppo Emergenti di Quattrocase, i membri di Oltrefossa di Fossacaprara e i volontari della Caritas di Casalbellotto, nei quali il vescovo ha ascoltato le motivazioni alla base del loro impegno e il tentativo di creare un luogo di ritrovo o iniziative come feste o strutture dove creare un senso di appartenenza in un territorio sempre più povero di abitanti. Senza dimenticare la visita agli alunni della scuola di Vicomoscano, agli ammalati e a don Piergiorgio Poli (sacerdote originario di Casalbellotto); con quest’ultimo ha voluto ascoltare la sua particolare storia «e ringraziarlo per il servizio di collaborazione nelle nostre parrocchie», ricorda don Jicmon.

 

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A conclusione della Visita pastorale il vescovo ha presieduto domenica mattina la Messa delle 11 nella chiesa di S. Pietro Apostolo, a Vicomoscano, trasmessa in diretta tv su Cremona1 e in streaming sui canali web diocesani. Nell’occasione ha ringraziato le parrocchie per l’accoglienza e le esperienze vissute nel fine settimana. «Abbiamo sperimentato in questi giorni il desiderio di bene che ha prevalso sulla paura – ha detto Napolioni durante l’omelia –. Ho sentito più entusiasmo che terrore: cerchiamo di far crescere ancora di più questo seme buono, unendoci a Cristo nel deserto; non solo come luogo della prova ma dell’intimità, del silenzio, del fidanzamento». L’invito del vescovo, dunque, al termine della visita pastorale dev’essere quello di «essere più cristiani, più di Gesù, conoscerlo e stringerci di più a lui. Fare le tante cose belle tra oratorio, famiglie e feste, ma sapendo riconoscere il vero protagonista, il perché di questo nostro radunarsi: e il Suo essere presente nella relazione reciproca».   

 

Il video integrale della celebrazione 

 




Visita pastorale, da venerdì il Vescovo nell’unità pastorale San Vincenzo Grossi

Le giornate del fine settimana saranno importanti per l’unità pastorale “S. Vincenzo Grossi”, composta dalle parrocchie di Vicomoscano, Casalbellotto, Fossa Caprara e Quattrocase, nella zona pastorale 5. Da venerdì 16 a domenica 18 febbraio, infatti, sarà presente il vescovo Antonio Napolioni in visita pastorale in queste comunità. Una nuova “tappa” del percorso di incontro delle diverse parrocchie della diocesi iniziata nel 2020 e che riprende quest’anno dopo la pausa di alcune settimana a motivo della Visita ad limina e della Giornata mondiale del malato. Lo scopo, come indicato nella Lettera di indizione della Visita pastorale, sarà l’ascolto dei sacerdoti e dei collaboratori parrocchiali, l’incontro con le diverse realtà della società civile e del territorio nell’annuncio del Vangelo, e l’accompagnamento e il discernimento dei processi di rinnovamento pastorale.

«Siamo molto emozionati e felici di avere la presenza del Vescovo qui con noi», afferma il parroco don Anton Jicmon nell’introdurre le finalità e le realtà delle parrocchie che monsignor Napolioni visiterà nel fine settimana. Un’unità pastorale contraddistinta dal nuovo percorso di evangelizzazione, tra le prime in diocesi a promuoverlo, e alle prese con il ricambio generazionale. «Vicomoscano è un centro importante e vivo, così come i gruppi di volontari che alimentano le iniziative realizzabili a Casalbellotto, Fossacaprara e Quattrocase» spiega don Jicmon. Sono infatti le collaborazioni con queste associazioni che, seppur limitate in numero, riescono a consentire l’apertura degli oratori, l’animazione delle celebrazioni e l’organizzazione di eventi e feste ampiamente riconosciute nel Casalasco.

«Tuttavia  – aggiunge il parroco – ci troviamo a fare i conti con un territorio in calo con le nascite, e questo fenomeno si riflette anche nelle sfide impegnative che devono affrontare le famiglie accompagnatrici del cammino di iniziazione cristiana», che rimane comunque il punto di riferimento dell’unità pastorale «grazie ai catechisti, a tutti i collaboratori e ai volontari delle comunità».

Nei giorni di visita pastorale il Vescovo incontrerà le comunità parrocchiali e alcune significative realtà del territorio. Nella giornata di venerdì 16 febbraio, dopo la preghiera delle Lodi a Vicomoscano, monsignor Napolioni andrà in visita alla ditta Emiliana Parati, a La Briantina e ad altre realtà lavorative. In giornata farà anche visita ad alcuni anziani e malati nelle loro case. Nel pomeriggio il Vescovo sarà anche alla scuola di Vicomoscano chiudendo la giornata, dopo la Messa delle 18 a Casalbellotto, incontrando gli operatori pastorali a Casalbellotto.

Sabato 17 febbraio, dopo le Lodi alle 9.30 a Vicomoscano, ci sarà spazio per alcuni incontri personali con il Vescovo prima della visita al Gruppo Emergenti di Quattrocase e alla Caritas di Casalbellotto. Il pomeriggio sarà dedicato ai ragazzi, con momenti dedicati alle diverse fasce d’età, inframezzati dalle Messa delle 17 a Fossacaprara.

Domenica 18 febbraio il vescovo presiederà l’Eucaristia alle 9 a Quattrocase e alle 11 a Vicomoscano, quest’ultima trasmessa in diretta tv su Cremona1 (canale 19) e in streaming sui canali web e social della Diocesi. Al termine il saluto nel momento di festa organizzato in oratorio con l’aperitivo cui sono invitate tutte le comunità.




Giornata del malato, il Vescovo: “Il Signore non ci lascia soli”

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La 32ª Giornata mondiale del malato, come accade per alcune ricorrenze nella quotidianità, è un promemoria utile a ricordare la fragilità del corpo umano e l’importanza di prendersi cura delle persone più deboli. A partire dalle relazioni, «perché il Signore abita il nostro corpo personale e comunitario, lotta contro di noi contro il male per attraversarlo con fiducia»: così ha introdotto questa particolare giornata il vescovo Antonio Napolioni.

A livello diocesano la Giornata mondiale del malato si è celebrata domenica 11 febbraio a Piadena. Prima dell’Eucaristia in chiesa parrocchiale il Vescovo ha incontrato i residenti e gli operatori della Rsa “San Vincenzo” per condividere con loro qualche minuto di convivialità e preghiera.

Durante la visita di monsignor Napolioni alla casa di riposo gestita dalla cooperativa sociale “Il Gabbiano”, erano presenti il presidente Giacomo Bazzoni e la coordinatrice e responsabile di struttura Roberta Broglia. Con loro anche il sindaco Matteo Priori e il parroco don Antonio Pezzetti, oltre ad alcuni dei circa 80 dipendenti, coordinati dalla direttrice sanitaria Annalisa Boldini.

«Cerchiamo di mantenere un livello di attenzione nelle cure molto alto», ha raccontato Broglia. Sono 106 infatti i posti letto disponibili ad accogliere le persone richiedenti grazie al servizio di consulenza personalizzato. «Il nostro punto di forza è infatti la presa in carico delle esigenze da parte della nostra equipe multidisciplinare», ha aggiunto la coordinatrice.

Nel corso dei saluti e degli incontri tra i corridoi e nelle stanze degli ospiti, il vescovo ha regalato una piccola immagine con una breve preghiera per questa giornata: «Tutti prima o poi ci ammaliamo, ma il Signore non ci lascia soli: condivide con noi anche questo». Sottolineando l’importanza di queste «strutture preziose» nelle quali «le famiglie non “scaricano” i parenti, ma vivono con coraggio e pazienza la stagione della debolezza».

Il passaggio viene anche ripreso durante l’omelia nella Messa presieduta alle 11 nella chiesa parrocchiale di Piadena, concelebrata dal parroco don Antonio Pezzetti, dall’incaricato diocesano per la Pastorale della salute don Maurizio Lucini, dal collaboratore parrocchiale don Cristino Cazzulani e servita all’altare dal diacono don Giuseppe Valerio.

«Le malattie – ha detto il Vescovo nell’omelia – nel nostro linguaggio corrente cerchiamo di evitarle perché ne abbiamo paura. Se qualcuno ha un male lo emarginiamo e non ci avviciniamo». «Con il Covid abbiamo fatto un’esperienza simile – ha ricordato Napolioni –. Eppure, l’isolamento ci guarisce? Le parole del Papa per questa Giornata ci ricordano il senso dell’uomo: solo insieme ci si salva».

Qual è dunque la medicina? L’immagine del lebbroso del Vangelo guarito da Cristo va proprio in questa direzione: «Questo malato intuisce che in quell’uomo c’è Dio». E infatti Gesù rispose alla sua preghiera in silenzio, ne ebbe compassione e a quel punto lo salvò. «La forza straordinaria è la compassione di Gesù: non quella che noi pensiamo di evitare negli altri o il pietismo ma la tenerezza, la vicinanza, una mano che si tende quando si è in difficoltà. Prendersi cura non fa bene solo a chi riceve ma anche a chi la offre», ha detto il vescovo. Dio, in conclusione, è presente nella sofferenza delle persone, «ci restituisce una famigliarità che guarisce le nostre solitudini, anche laddove ci sentiamo spacciati». Da qui l’invito a seguire l’esempio di Cristo: «Mettiamoci a servizio della comunità e dei più deboli, anche come mestiere o vocazione. Portare l’Eucarestia ai malati significa portare Gesù nella loro carne. Perciò date una mano a qualcuno e non rifiutiamo la mano. È difficile ma è bella. Solo così siamo degni della nostra umanità fatta a immagine di Dio»

Al termine dell’Eucarestia sono stati affidati i malati alla Madonna di Lourdes, per la cui ricorrenza dell’11 febbraio è stato istituito questo anniversario per le persone più fragili. Diversi di loro erano presenti a Piadena accompagnati dai barellieri e dalle dame dell’Unitalsi (che prima della Messa hanno animato la preghiera del Rosario). Altri, invece, hanno potuto viverla in comunione da casa il momento di preghiera grazie alla diretta trasmessa in TV su Cremona1 e sui canali web e social della diocesi.

Guarda il video integrale della celebrazione

 

 

Papa Francesco: “Prendersi cura del malato significa anzitutto prendersi cura delle sue relazioni”




San Marino, nella parrocchiale un’immagine del beato Carlo Acutis

L’unità pastorale di San Marino, Gadesco, Pieve Delmona, Persico, Dosimo e Quistro si prepara a un momento di particolare significato: domenica 18 febbraio, infatti, durante la Messa delle 17.30 presieduta dal vescovo Antonio Napolioni nella chiesa parrocchiale di San Marino sarà benedetta l’immagine del beato Carlo Acutis realizzata dall’artista Michela Vicini, pittrice, street artist e maestra madonnara cremonese. 

Un ragazzo di 15 anni intento a vivere la sua vita quotidiana di adolescente, ma caratterizzata dalla costante presenza dell’Eucarestia giornaliera, dalla preghiera del rosario e atti di carità. Spensieratezza e fede cristiana, insomma, ad accompagnare gli inizi delle prime grandi scelte di vita del futuro beato.

«Acutis era un ragazzo che viveva una vita ordinaria resa tuttavia stra-ordinaria per la capacità di riempirla con piccoli ma grandi gesti di fede – spiega don Andrea Aldovini, parroco in solido dell’unità pastirale –. Ed è questo che vorrei trasmettere ai giovani di oggi: anche in tempi come questi è possibile vivere la stessa vita in un altro modo». 

La celebrazione con il Vescovo chiuderà una serie di appuntamenti organizzati in parrocchia. Giovedì 17 febbraio, alle 21, nella parrocchiale adorazione eucaristica animata dalle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento di Rivolta d’Adda. La sera successiva, venerdì 16, sempre alle 21, ci sarà la video-testimonianza della madre del beato. Sabato 17, invece, alle 21 serata di meditazione in musica con il coro Effatà di Calcio (Bg). 

«La figura di questo ragazzo mi ha sempre impressionato e interrogato per la sua testimonianza di vita cristiana e per il suo volto nel quale ho visto quello di Cristo», confida ancora don Aldovini, nella cui vita la figura di questo beato è tornato spesso per una serie di particolari coincidenze che hanno spinto così «a non far finta di niente e perciò organizzare questi incontri per far conoscere ai miei ragazzi questo loro coetaneo e la sua fede».

 

Locandina degli eventi a San Marino