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L’ingresso di don Marco Leggio ad Agnadello: facciamo una comunità con il Vangelo nel cuore

La processione dalla chiesetta di San Bernardino alla chiesa parrocchiale, il saluto del sindaco, la Messa solenne celebrata dal vescovo Antonio Napolioni e, infine, la festa all’oratorio Don Bosco. Sono i momenti che nel pomeriggio di domenica 19 settembre hanno caratterizzato l’ingresso ufficiale come parroco di Agnadello di don Marco Leggio, vicario della zona pastorale I della diocesi.

Giunto davanti alla parrocchiale di San Vittore martire poco prima delle 18, il 59enne sacerdote originario di Cremona è stato accolto sul sagrato dal sindaco Stefano Samarati, per il saluto di rito. «Agnadello – ha affermato il primo cittadino – ha diversi punti di forza: le tante associazioni di volontariato, i giovani, la risorsa più preziosa per il nostro futuro, che se aiutati e incoraggiati dimostrano di essere attivi e collaborativi, la storia e l’arte e come dimenticare le nostre attività di vicinato che durante il periodo di pandemia hanno mostrato grande disponibilità per aiutare i concittadini? Questa è la comunità di Agnadello. Don Marco, per conoscere e ammirare tutti i nostri punti di forza ci sarà tempo; ora non resta che prenderci per mano e iniziare il nuovo cammino».

Subito dopo il Vescovo ha presieduto la Messa solenne, animata dai canti della corale parrocchiale. Chiesa gremita, nel rispetto delle norme anti-Covid. Fra i presenti, numerosi parroci della zona, gli amministratori comunali, i carabinieri della stazione di Rivolta d’Adda competenti per territorio, i rappresentanti del volontariato locale e una delegazione di Antegnate guidata dal sindaco Mariangela Riva. Quella del paese della bassa bergamasca è la parrocchia in cui don Marco ha prestato servizio negli ultimi nove anni.

A proposito di arte e di storia, a inizio celebrazione, il Comune di Agnadello, nella persona dello stesso primo cittadino, ha donato al nuovo parroco una cesta piena di libri che raccontano cultura e tradizioni del paese.

A nome del Consiglio pastorale parrocchiale è stato invece Luca Tiraboschi a leggere il messaggio di saluto al nuovo parroco della comunità agnadellese che ha ricevuto in regalo una stola con ricamata sopra l’effigie di san Giuseppe.

Nell’omelia il Vescovo ha proposto una riflessione che ha richiamato il cuore della vita cristiana: «La proposta della Chiesa – ha detto monsignor Napolioni – mira alla riscoperta della gioia del Vangelo. Un Vangelo che scava nel nostro cuore e lo libera dalle incrostazioni negative. È Gesù la misura della vita di una comunità. A Lui consegno questa comunità sapendo che Dio non vede l’ora di sperimentare assieme a noi, a voi tutti, la gioia del Vangelo, non un semplice libro ma la grande notizia. E Maria Madre della Chiesa abbia sempre in serbo per noi la gioia di poter scoprire le meraviglie di suo Figlio».

Al termine della Messa il saluto ai presenti da parte di don Leggio. «Ciò che mi preme – ha dichiarato – è quanta comunità saremo in grado di fare, quanti ponti riusciremo a gettare, quanti muri riusciremo ad abbattere e quanto il Vangelo sarà nel nostro cuore. Mi piacerebbe riuscire ad avere, in questo mio nuovo mandato, quello sguardo che mi lanci oltre. Uno sguardo che per essere tale necessita dell’aiuto di Gesù. Vi abbraccio e auguro a tutti voi, assieme a me, un buon cammino».

Fuori da chiesa, le note della banda musicale di Agnadello hanno salutato don Marco. Poi, un momento di festa in oratorio.

 

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Biografia del nuovo parroco

Don Marco Leggio, classe 1962, originario di Acquanegra Cremonese, è stato ordinato il 20 giugno 1987. È stato vicario parrocchiale a Rivarolo Mantovano (1987-1993), a Casirate d’Adda (1993-1999) e a Caravaggio (1999-2005). Nel 2005 è stato nominato parroco di Masano. Dal 2012 era parroco di Antegnate e recentemente aveva assunto l’incarico di moderatore dell’erigenda unità pastorale tra le parrocchie di Antegnate, Barbata, Covo, Fontanella. Ora monsignor Napolioni l’ha destinato come nuovo parroco alla parrocchia “San Vittore martire” in Agnadello. Dal 2017 è vicario zonale della Zona pastorale 1.

 

Il saluto di don Leggio

Ci sono momenti nella vita in cui ti rendi conto che sta accadendo qualcosa di importante ma al momento non ne percepisci i contorni. È quello che ci sta accadendo in questi giorni: voi con il cambio di parroco e vicario, io con il cambio di comunità. Ti sembra che alcuni punti fermi, alcuni pilastri della vita inizino a barcollare e non sai più dove ancorarti. Come sarà il domani? Le nostre tradizioni, i momenti ordinari…che cosa cambierà? Un po’ di apprensione e incertezza ci avvolge in questi momenti, incertezza comprensibile, soprattutto per chi è appassionato a una attività, una comunità, una tradizione. Cerchiamo insieme di vivere questo tempo con la fede che ci hanno trasmesso i testimoni che ci hanno preceduto e che lo Spirito ha seminato in noi. Vorrei che alcune parole ci guidassero in questo momento della nostra vita.

Radici. Le radici di un albero non le vedi ma sono la parte più importante che garantisce solidità e nutrimento. Le nostre radici sono in cielo, siamo alberi al contrario. Anche se alcune radici vengono meno, però siamo certi che quelle più forti sono ancorate saldamente in Dio. In Lui la nostra solidità e il nostro nutrimento.
La nostra casa è costruita sulla roccia del Vangelo.

Partenza. Di solito quando facciamo un viaggio ci informiamo sul luogo di arrivo, di permanenza nella meta raggiunta. Ma per apprezzare quel viaggio dobbiamo ricordare da dove siamo partiti, quanta strada abbiamo fatto, quanta fatica, quanti ostacoli ma anche quanti paesaggi affascinanti abbiamo visto, quanti compagni di viaggio abbiamo incontrato. In fondo anche l’arrivo è un’altra partenza verso un ‘altra meta. Gesù nel Vangelo invita i suoi a partire, a due a due, li invita a gettare ancora le reti, senza paura. Ripartiamo insieme forti di tanti amici accanto ma soprattutto forti della promessa di un Dio che scommette sempre su di noi.

Ascolto. Il nostro Vescovo ci ha proposto nell’anno pastorale trascorso ‘il giorno dell’ascolto’. E’ stata l’occasione per rimettere al centro la Parola di Dio, farla entrare nelle nostre case , imparare a fermarci e gustare una parola diversa che ci fa affrontare in modo nuovo ogni giornata. Soprattutto abbiamo cercato di lasciarci emozionare, toccare nel vivo come discepoli di oggi chiamati ad essere segno di un Dio sempre all’opera. Ma ascolto significa anche interpretare ciò che gli altri ci stanno dicendo, ci stanno comunicando : un orecchio teso alla Parola e uno al mondo, per cogliere tutti i segnali.

Infine un grazie riconoscente a don Mario e don Daniele per quello che hanno seminato in questi anni, al Vescovo Antonio che mi affida questo nuovo mandato e un grazie alle comunità che mi hanno accolto nella mia vita e un abbraccio a voi che sarete la mia nuova famiglia. Sentiamoci uniti già da ora in un nuovo cammino, una nuova avventura.
Un caro saluto a tutti voi in particolare agli ammalati, agli anziani, alle nuove famiglie, a chi ha perso un familiare durante la pandemia, ai ragazzi e ai giovani ….nell’attesa di incontrarci.

don Marco




«Camminiamo insieme, certi che Dio ci accompagna». Don Matteo Pini e don Luigi Nozza nuovi parroco di Arzago e Casirate

Nel pomeriggio di domenica 19 settembre ad Arzago d’Adda si sono insediate ufficialmente i nuovi parroci in solido di “San Lorenzo” in Arzago d’Adda e “Santa Maria Immacolata” in Casirate d’Adda, don Matteo Pini (moderatore) e don Luigi Nozza. La Messa d’ingresso è stata presieduta alle 16, nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo, dal vescovo Antonio Napolioni.

La celebrazione è stata preceduta dal saluto dei sindaci di Arzago Gabriele Riva e di quello di Casirate Manuel Calvi sul sagrato del luogo di culto dedicato a San Lorenzo, presente anche Claudio Bolandrini, sindaco di Caravaggio, dove don Matteo ha prestato servizio negli ultimi anni.

«Non ti descriverò gli arzaghesi – ha detto Riva in un passaggio del suo discorso – perché sono convinto che ci metterai poco a conoscerci, e non c’è bisogno che ti confermi la totale disponibilità dell’amministrazione comunale a collaborare nella costruzione del bene comune. Ti chiedo solo di ricordarti delle ragazze e dei ragazzi, dei più giovani, perché gli anni che speriamo di esserci lasciati alle spalle sono stati pesanti soprattutto per loro. La ricostruzione di una comunità e la ricucitura di quei legami sociali messi a dura prova dall’isolamento dovuto alla pandemia passa soprattutto dalla nostra capacità di ridare entusiasmo e speranza alle giovani generazioni».

Iniziata con la lettura del decreto vescovile di nomina di don Matteo da parte del parroco di Vailate don Natalino Tibaldini, la celebrazione è proseguita con il saluto a don Matteo da parte del consiglio parrocchiale, affidato alle parole di Pasquale Soldati: «La accogliamo – ha detto – come un amico, come una guida, come il simbolo di Gesù Buon Pastore. La sua presenza fra noi ci aiuti a fare esperienza della misericordia di Dio».

Nell’omelia il vescovo Antonio ha esortato i fedeli a farsi aiutare dai loro parroci a capire in che modo la bellezza della vita possa rifiorire in un tempo in cui tutto sembra smarrito, in un momento in cui le paure dei fallimenti possono prendere il sopravvento: «Chiedete questo ai vostri parroci – ha detto – e ve lo daranno. Loro sono qui per testimoniare che per noi il Vangelo è la sapienza che viene da Dio, è ciò che riapre un discorso che sembrava chiuso». Ma i sacerdoti non vanno lasciati soli, bisogna lavorare tutti uniti («Non per ridurre ma per moltiplicare le energie»). «Abbiamo bisogno – ha proseguito il Vescovo – gli uni degli altri. Facciamo di questi paesi una parrocchia non solo per giovani; facciamone una parrocchia per tutti».

Al termine della Messa il saluto di don Matteo: «In questi giorni – ha raccontato il neo parroco di Arzago e Casirate – molti mi hanno chiesto come stessi. Ho risposto che il Signore mi sostiene, come sostiene la vita di tutti noi. Cominciamo quindi questo cammino insieme con la certezza che Dio è con noi e ci accompagna».

Al termine della celebrazione, animata dalle voci dei cantori della corale parrocchiale e dalla presenza di numerosi sacerdoti, tutta la comunità si è ritrovata con don Matteo per un momento di festa in oratorio, presenti anche diversi giovani della parrocchia di Caravaggio, dove don Pini era vicario sino al trasferimento.

 

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Biografie dei nuovi parroci

Don Matteo Pini (in foto a sinistra), è originario della parrocchia di Regona di Pizzighettone. Classe 1974, , è stato ordinato il 14 giugno 2008. Laureato in Giurisprudenza, ha iniziato il proprio ministero come vicario parrocchiale a Pandino. Dal 2016 era vicario parrocchiale a Caravaggio. Ora il vescovo Napolioni l’ha scelto come parroco in solido e moderatore delle parrocchie di Arzago d’Adda e Casirate.

Don Luigi Nozza (in foto a destra), classe 1948, originario di Cassano d’Adda, è stato ordinato il 22 giugno 1974. È stato vicario a Mozzanica (1974-1983) e Castelleone (1983-1988). Nel 1988 è stato nominato parroco di Agoiolo. Nel 1993 il trasferimento a Pizzighettone, come parroco di San Bassano e dal 2001 anche di San Rocco, nella frazione di Gera. Dal 2004 era parroco di Casirate d’Adda, di cui ora sarà parroco in solido, così come per la parrocchia di Arzago.

 

Saluto di don Pini

Insieme –  dice il vocabolario – è un avverbio che indica compagnia e unione, unità e compattezza, contemporaneità, simultaneità e reciprocità. Nel linguaggio matematico, con le sue sfumature a volte un po’ difficili da afferrare, l’insieme è composto da più elementi che hanno una caratteristica comune che li rende omogenei, e dunque capaci di stare, appunto, insieme. 

Parto da qui, dal concetto di unione, di insieme, per pensare al cammino nuovo che sto per affrontare, alla strada che mi sta davanti.

Insieme con voi… perché mi inserisco, come vostro nuovo parroco, in un percorso che la vostra Comunità parrocchiale ha già iniziato: sarebbe sbagliato non tenere conto del cammino che avete già intrapreso, del solco che è già stato tracciato. Saremo insieme non per cambiare ciò che di buono è  già stato fatto, ma per aggiungere qualche tessera a quel mosaico che ciascuno di noi è chiamato a comporre.

Insieme per voi… perché la presenza del prete in mezzo alla comunità ha senso solo se dettata dalla logica del servizio: agli anziani e agli ammalati, alle famiglie e ai giovani, senza dimenticare i più piccoli e i più fragili che il Vangelo predilige. 

Insieme tra noi… dovremo cercare di essere un’unica comunità, favorendo l’unione di due realtà distinte, ma chiamate ad avere in comune un unico obiettivo: stare insieme per consolidare quei valori che ci identificano come Cristiani. Come raccontano gli Atti degli Apostoli: i Cristiani veri stanno insieme, condividono beni, idee, prospettive, e soprattutto il dono più grande, quel Pane spezzato che è vita per il mondo. Così sarà bello, e contagioso nel bene, se saremo insieme, tra preti che si stimano, tra credenti che sanno superare le differenze, tra uomini e donne che vogliono testimoniare con forza la gioia dell’unità. 

Don Matteo 




Rivolta d’Adda e Agnadello sul podio del torneo animatori

La squadra dell’oratorio Sant’Alberto di Rivolta d’Adda (in foto qui in alto) e una delle due squadre dell’oratorio San Giovanni Bosco di Agnadello (in foto sotto) sono risultate vincitrici rispettivamente dei tornei di calcio e di pallavolo riservati ad animatori dei Grest degli oratori della zona pastorale 1. Un momento di gioco, di festa e di socializzazione per ragazzi dai 14 ai 19 anni che stanno svolgendo l’importante ruolo di spina dorsale nelle attività estive oratoriane.

Le sfide si sono giocate sul campo in sintetico “Emiliano Mondonico” dell’oratorio di Rivolta, all’oratorio di Agnadello e all’oratorio San Luigi Gonzaga di Pandino con quest’ultimo che ha ospitato le finali.

Al torneo di calcio hanno partecipato l’oratorio di Agnadello e quello di San Luigi e Sant’Agnese di Mozzanica con due squadre e quelli degli oratori di Casirate, di Pandino e di Rivolta con una squadra a testa. Per gli animatori rivoltani si è trattato del terzo successo consecutivo. Secondo e terzo posto per le due squadre dell’oratorio di Mozzanica. Al torneo di pallavolo hanno partecipato sei squadre: due dell’oratorio di Agnadello ed una ciascuno degli oratori di Casirate d’Adda, Mozzanica, Pandino e Rivolta d’Adda. Il titolo è andato ad una delle due squadre agnadellesi. Secondo posto per il team di Rivolta d’Adda e terzo per quello di Mozzanica.

 




Vailate, nell’anno di San Giuseppe torna a risplendere la pala della Sacra Famiglia

Torna a splendere la pala ottocentesca dell’altare della chiesetta di San Giuseppe a Vailate che raffigura la Sacra Famiglia. Il quadro – olio su tela, 1,60 metri di larghezza per 2,30 di altezza – è tornato nelle scorse settimane al suo posto dopo il restauro eseguito da Orietta Bardini, Anna Maria Furlotti e Letizia Balestrieri dello studio “Mantegna” di Acquanegra sul Chiese, in provincia di Mantova. L’opera mancava dalla chiesa da oltre un anno, da quando la parrocchia ne aveva commissionato il restauro.

Restauro che non è stato per nulla semplice dal punto di vista tecnico e che ha avuto tempi più lunghi del normale per via della pandemia da coronavirus, scoppiata qualche settimana dopo che l’opera d’arte, firmata dal caravaggino Angelo Brigatti e datata 1883, era giunta nel laboratorio dello studio Mantegna.

«Il dipinto aveva diversi problemi – racconta Orietta Bardini -. La vernice era ossidata e l’ingiallimento ne aveva alterato i colori. Ad esempio, non si vedeva più il cielo azzurro mentre i visi dei personaggi erano ingialliti. Abbiamo realizzato una bordatura di tela che è servita per tensionare il quadro sul suo telaio applicando una barra centrale in modo che non si fletta. Inoltre, abbiamo effettuato dei ritocchi, anche se non molti perché il dipinto non presentava lacerazioni». Bardini ha poi voluto aggiungere un commento sulla fase di pulitura: «La fase della pulitura è stata la più complicata: per scrupolo, abbiamo consultato un chimico, Corrado Borgioli di Firenze, che ci ha dato dei consigli su come operare, anche per rispettare nei dettagli le prescrizioni della Soprintendenza».

Grande soddisfazione per il ritorno della pala all’antico splendore è stata espressa dal parroco don Natalino Tibaldini: «Nell’anno di San Giuseppe la Provvidenza ci ha permesso di completare il restauro di questa pala: un motivo in più per aumentare la nostra devozione nei confronti del Santo».

«Un momento importante per la parrocchia ma anche per tutta la comunità», afferma Cecilia Leoni, assessore comunale all’Istruzione che, a titolo di volontariato, proprio come fece per tanto tempo sua mamma Carolina Negri, svolge il ruolo di custode della chiesetta di via Ferrari. «Questa pala – ricorda la Leone – sostituì la precedente, brucata da un fulmine che colpì la chiesa di San Giuseppe. Un episodio che troviamo riportato nel libro di don Vittorio Tanzi Montebello sulla storia di Vailate, che il Comune andrà a ristampare».

La pala sarà inaugurata con una Messa solenne in San Giuseppe nella serata di giovedì 24 giugno.




Debuttano i giovani dell’oratorio di Agnadello con il musical “Sette spose per sette fratelli”

L’oratorio San Giovanni Bosco torna ad ospitare uno spettacolo dal vivo alle ore 21 di sabato 12 giugno con il musical “Sette Spose per Sette Fratelli”. In scena una ventina di ragazzi agnadellesi di età compresa fra i 12 ed i 17 anni: si tratta del gruppo dei più giovani del laboratorio teatrale dell’oratorio stesso, che aveva debuttato ad inizio 2020, poco prima dello scoppio della pandemia, con “High School Musical”.

«Nella preparazione di questo spettacolo, iniziata nell’ottobre scorso e proseguita a fasi alterne in base all’andamento dell’emergenza da coronavirus – precisa il vicario parrocchiale don Daniele Rossi – il gruppo è stato seguito da sei studenti universitari: Lorenzo Galbiati per la regia, Davide De Gradi e Diego Palmas per le parti recitate, Matteo Ferrari ed Elena Galbiati per le parti ballate ed Eleonora Paolino per il canto. Le scenografie sono state realizzate con la collaborazione di alcuni genitori (Angelo Talenti, Erminio Pavesi, Alberto Solari, Mario Beneggi e Donato Stella) mentre per le luci in spettacoli del genere l’oratorio si appoggia ad un service».

Il gruppo teatrale dei più grandi, “I Talenti di via Gemona”, tornerà invece in scena a settembre con il musical “Aladdin”. Lo spettacolo di sabato sera, assieme alla messa prevista alle 18:30 con il mandato agli animatori, darà il via al grest 2021 dell’oratorio agnadellese che parte lunedì 14 giugno per concludersi dopo cinque settimane. Successivamente l’oratorio ha in programma vacanze in montagna, dal 24 al 31 luglio coi ragazzi delle medie, e al mare, in Sicilia, dal 13 al 22 agosto coi giovani nei luoghi di Falcone e Borsellino e di don Puglisi.

I giovani attori che andranno in scena sabato sera sono: Matteo Assandri, Gabriele Talenti, Stefano Sabbion, Manuel Pergola, Nicolas Pergola, Matteo Calzi, Benedetta Torraco, Sara Beneggi, Charlene Rechichi, Elisabetta Gobetti, Sofia Sabbion, Alessia Granata, Ginevra Braga, Elena Chiti, Mirko Carelli, Giorgia Rocca, Daniele Scolari, Valentino Ferrari, Luca Vismara, Tommaso Pavesi e Jacopo Pavesi.




Caravaggio, al via i lavori per la cupola della basilica

È giunto il momento di ultimare i lavori di restauro conservativo degli affreschi della basilica iniziati circa dieci anni fa. L’intervento riguarda l’ultimo lotto della cupola, decorato dall’artista Giovanni Moriggia negli anni 1851/1854, dei pennacchi (1846) e delle colonne. L’installazione dei ponteggi, che riguarderà proprio tutta la parte del presbiterio – dal pavimento al punto più alto del santuario (circa 54 metri) – sarà avviato già nelle prossime settimane.

“Per il montaggio dei ponteggi – spiega monsignor Amedeo Ferrari, rettore di Santa Maria del Fonte – ci vorrà almeno un mese perché si tratta di un’operazione complessa che deve tenere conto del peso che il pavimento deve sopportare. Sotto la zona interessata dal ponteggio c’è infatti il Sacro Fonte per cui sopra verranno montati dei pilastri d’acciaio per dar modo ai restauratori di salire sopra il tempietto del santuario e lavorare da una piattaforma. Cominciamo quanto prima poiché dobbiamo terminare i lavori nel tempo-limite (entro l’anno) stabilito dalla Regione Lombardia quando ci ha concesso il contributo di 150.000 euro con un bando del 2020”. Il resto della somma necessaria a coprire la spesa (250.000 euro circa), è a carico del santuario. I lavoro di restauro in basilica hanno già interessato, nell’ordine, la navata ovest, la navata est, il transetto sud ed il transetto nord l’anno passato. “Dagli affreschi –prosegue monsignor Ferrari-, principalmente va rimosso lo sporco accumulatosi nel corso degli anni. Alcuni hanno però subìto anche dei danni causati dalle infiltrazioni d’acqua dovute alle trombe d’aria che hanno colpito ripetutamente, negli ultimi tempi, Caravaggio e la Bassa Bergamasca. A breve annunceremo la ditta che ha ottenuto l’appalto”.

Qualche disagio ci sarà, ma la direzione del santuario garantisce che la struttura del ponteggio permetterà comunque di praticare la zona di intervento in tutta sicurezza.

 

Nella puntata del Giorno del Signore del 21 marzo l’intervista al prorettore don Cesare Nisoli




Veglie missionarie/2 – A Caravaggio nel ricordo di don Francesco Nisoli

In preghiera nel ricordo di don Francesco Nisoli, il sacerdote brignanese, a lungo “fidei donum” in Brasile, morto nel marzo scorso all’età di 71 anni a causa del Covid-19. L’occasione è stata la veglia missionaria che la zona pastorale 1 ha vissuto nella serata di sabato 17 ottobre nella basilica del Santuario di Santa Maria del Fonte, a Caravaggio.

Il momento di preghiera è stato animato dalla parrocchia di Caravaggio, che ha adattato la bozza di veglia proposta (intitolata “Eccomi, manda a me”) inserendo due brani del diario spirituale di don Francesco, in riferimento il primo alla sua vocazione, il secondo a un altro passaggio fondamentale della sua vita, vale a dire l’essersi consegnato totalmente al mistero trinitario.

Nato a Brignano Gera d’Adda l’11 febbraio 1949 e ordinato prete il 22 giugno 1974, don Nisoli è stato sacerdote “fidei donum” in Brasile dal 1989 sino alla fine di marzo del 2017, quando è tornato definitivamente in diocesi ed è stato assegnato alla parrocchia di Caravaggio, dove curava in particolare l’area del sociale (Caritas, Gruppo missionario, Acli).

Quanto letto durante la serata da Federica Cavalli e Giambattista Mezzanotte, due attori scelti appositamente per valorizzare i testi scelti per l’occasione, non è che una parte degli scritti del presbitero bergamasco che don Pierluigi Vei (anch’egli sacerdote “fidei donum” in Brasile fino al 2015) e il parroco di Caravaggio mons. Angelo Lanzeni hanno deciso nei mesi scorsi di trasformare in un libro intitolato “La vita, un dono infinito. Un cammino a spirale”.

Il brano proposto da Giambattista Mezzanotte

Il brano proposto da Federica Cavalli

Un volume di quasi duecento pagine, corredato anche da fotografie, che è stato presentato nel corso della serata dallo stesso don Vei. «Don Francesco – ha raccontato il sacerdote – ha realizzato la parte più consistente del manoscritto nel 2014, a 65 anni d’età, a 40 anni dalla sua ordinazione sacerdotale e a 25 dal suo arrivo in Brasile, direttamente in portoghese, pensando quindi a destinatari brasiliani. Non è un diario vero e proprio, un libro autobiografico o una storia di vita missionaria farcita di aneddoti impressioni e commenti. Anche se vi si ritrova un po’ di tutto questo, si tratta di una riflessione a ritroso, di una rilettura della sua storia personale alla luce di un evento che la riempie di senso: un’estasi trinitaria che ha come trampolino materiale l’affresco della parete di fondo della cappella dove lui si ritirava a pregare».

Presentazione del libro da parte di don Pierluigi Vei

Il libro è edito dalla parrocchia di Caravaggio in collaborazione con la fondazione “Don Pidrì e Don Pierino” (emanazione della parrocchia stessa) e la Bcc-Cassa Rurale di Caravaggio, Adda e Cremasco). Don Lanzeni, Angelo Agazzi ed Ezio Zibetti hanno curato la redazione, Antonio Solivari si è occupato della realizzazione grafica e don Vei della traduzione in italiano mentre la stampa è stata affidata al Laboratorio Grafico di Pagazzano.

“Il suo diario spirituale – scrive monsignor Lanzenzi nella prefazione del libro – ci rivela e ci descrive don Francesco, uomo e prete, in tutta la sua inaspettata e sorprendente verità. Una testimonianza senza tempo che lo consegna alla nostra memoria, oltre la morte che lo ha raggiunto silenziosa e nascosta come la sua vita. Un ultimo dono, il più prezioso, come seme fecondo di vita pronto a mettere nuove radici. Sono contento che la nostra comunità parrocchiale di Caravaggio, sua ultima destinazione, con questa nuova pubblicazione, renda il giusto omaggio ad un sacerdote che ha fatto della sua vita un dono per tutti, con lo stile sereno e gioioso di un fratello e di un amico”.

Del libro sono state stampate 2mila copie. Sarà donato a tutti i sacerdoti e chi vorrà potrà averlo con offerta libera: il ricavato sarà destinato alle missioni.

La veglia di Caravaggio è stata presieduta da don Maurizio Ghilardi, incaricato diocesano per la Pastorale missionaria.

Riflessione di don Maurizio Ghilardi




A Caravaggio il pellegrinaggio regionale dei sacerdoti anziani e ammalati (Audio e Foto)

È stato un appuntamento dedicato a tutti i presbiteri anziani ed ammalati quello che si è tenuto giovedì 17 settembre al Santuario Santa Maria del Fonte di Caravaggio dove la Conferenza Episcopale Lombarda insieme all’Unitalsi regionale ha organizzato la sesta “Giornata della fraternità sacerdotale”. Perché non si smette mai di essere prete anche se si è in là con gli anni ed il fisico non è più quello di una volta e perché, come ha detto l’arcivescovo di Milano. monsignor Mario Delpini, che ha presieduto alle 11.45 la solenne Messa in basilica. «Se si è capaci ancora di commuoversi alla presenza di Gesù allora si è sempre graditi a Dio».

La liturgia è stata concelebrata dagli altri vescovi lombardi, riuniti da mercoledì a Caravaggio per una riunione della CEL (tra loro il vescovo di Cremona Antonio Napolioni e il vescovo emerito Dante Lafranconi), e circa centocinquanta sacerdoti, accompagnati dalle dame e i barellieri dell’Unitalsi guidati dal presidente regionale Vittore De Carli.

Ad inizio Messa monsignor Roberto Busti, vescovo emerito di Mantova ed assistente regionale dell’Unitalsi, ha letto un messaggio che papa Francesco ha inviato a Caravaggio per questa giornata. «Grazie cari confratelli che vivete il tempo della vecchiaia o l’ora amara della malattia – ha scritto il Pontefice –, grazie per la testimonianza di amore fedele a Dio e alla Chiesa, per l’annuncio silenzioso del vangelo della vita, per essere memoria viva cui attingere per costruire il domani della Chiesa. Negli ultimi mesi, tutti noi abbiamo sperimentato delle restrizioni. Spero tanto che questo periodo ci aiuti a capire che, molto più dell’occupare spazi, è necessario non sciupare il tempo che ci viene donato; che ci aiuti a gustare la bellezza dell’incontro con l’altro, a guarire dal virus dell’autosufficienza».

Ascolta il messaggio del Papa letto dal vescovo Busti

Leggi il messaggio integrale di Papa Francesco

Nell’omelia l’arcivescovo Delpini ha raccomandato ai sacerdoti anziani e ammalati di non farsi prendere dallo sconforto dovuto all’avanzare degli anni e al venir meno delle forze. «Talvolta – ha detto – si diffonde fra gli anziani la convinzione di essere un peso e di non saper più fare nulla unitamente ad un senso di tristezza e d’impotenza ma mi viene da dire che se ancora si è capaci di commuoversi alla presenza di Gesù, se ancora si hanno lacrime da versare, se ancora si possiede quell’olio che è balsamo per alleviare le ferite del dolore, allora si è ancora graditi al Signore. I preti anziani – ha proseguito – spesso sono presenze molto preziose, molto ricercate per il conforto nella preghiera che possono offrire».

L’omelia dell’arcivescovo di Milano

Nella preghiera dei fedeli sono stati ricordati il missionario cremasco padre Gigi Maccalli, a due anni dal suo rapimento in Niger, ed il comasco don Roberto Malgesini, “prete degli ultimi”, ucciso mercoledì a Como.

Il sacerdote lariano è stato ricordato anche dal presidente regionale dell’Unitalsi, Vittore De Carli, nel saluto che ha rivolto ai presenti al termine della Messa: «Con cuore e con amore – ha spiegato il presidente regionale – abbiamo portato avanti l’organizzazione di questa giornata e voi ci ricompensate con la vostra partecipazione. Oggi ripartiamo anche noi, con il coraggio di essere una casa, una Chiesa unica di tutta la Lombardia. Andremo a Loreto dal 6 al 9 ottobre. Poi torneremo a Lourdes in dicembre, ma oggi abbiamo fatto il passo più importante». E anora: «Sta anche a noi laici molte volte stare più vicini ai sacerdoti, specialmente quelli più in difficoltà».

Saluto del presidente regionale Unitalsi

La mattinata si è conclusa presso il Centro di spiritualità del Santuario con un momento di fraternità.

Photogallery della celebrazione




Il vescovo ad Agnadello per i 70 anni della polisportiva: “ Per i cristiani il campionato non finisce mai”

Settantesimo compleanno con un ospite d’eccezione per la Polisportiva Oratorio San Giovanni Bosco: il vescovo Antonio Napolioni che sabato pomeriggio, alle 18, ha presieduto la messa nel cortile dell’oratorio, primo evento di un weekend di festeggiamenti inserito nella festa dell’oratorio 2020.

La celebrazione è stata allietata dalle voci dei cantori della corale parrocchiale diretta da Luigi Roppo e dalle note della banda musicale del paese diretta da Angelo Pertusi. A concelebrare don Mario Martinengo e don Daniele Rossi, rispettivamente parroco e vicario di Agnadello, e l’ex vicario don Andrea Piana, oggi vicario della parrocchia di Soresina. Fra i presenti, gli esponenti delle associazioni di volontariato locali e gli amministratori comunali.

A don Mario il compito dei saluti iniziali, seguiti da quelli di Giulio Uberti in qualità di vicepresidente della Polisportiva, società che conta attualmente un’ottantina di atleti che si dividono fra calcio a sette, pallavolo e basket. “Sono giorni nei quali sembra che lo sport si usi per fare violenza – ha detto don Mario – ma qui da noi lo si vive con gioia, per aiutare il prossimo a ritrovare il senso della vita fatto di amore per gli altri e di accoglienza”.

Nell’omelia monsignor Napolioni ha esordito regalando alla parrocchia l’ultimo libro di don Marco D’Agostino, rettore del seminario di Cremona, dal titolo “Se aveste fede come un calciatore” sottolineando come in queste pagine vi sia “Tanta parola di Dio così come vi sono tante storie di gente che vive lo sport come una fede e la fede come uno sport, una fede cioè che entusiasma, che impegna, che ha le sue regole ed il suo stile”.

Diversi i concetti toccati dal Vescovo, fra i quali un riferimento alle letture, in particolare alla parabola del servo, ma anche un richiamo al dramma del giovane Willy Monteiro Duarte. Infine, il paragone fra l’essere atleti di uno sport di squadra e l’essere cristiani: “Il campionato – ha detto- non finisce mai. Si può sempre fare meglio, facendo gioco di squadra e così è la nostra vita di cristiani. Anche quando fra di voi, ragazzi, qualcuno inizia a prendere una discesa, che qualcuno se ne accorga. Non si dica non mi impiccio. È tempo di una nuova corresponsabilità in cui la pandemia ci sta costringendo ad avere più cura gli uni degli altri, persino di quello che esce dalla nostra bocca”.

Al termine della celebrazione i saluti di don Daniele con il grazie al Vescovo per aver condiviso con gli agnadellesi questo momento, ed un premio agli ex presidenti della Polisportiva: nell’ordine, Gilio Bianchi, Gianvincenzo Fontana, Rocco Antolini e don Andrea Piana. Ai primi tre è stata consegnata una targa, al sacerdote di origini mozzanichesi un libro.

Photogallery della celebrazione

 

Agnadello, nel contesto del 70° di fondazione della polisportiva dell’oratorio serata con don Emanuele Poletti, assistente regionale CSI




Agnadello, nel contesto del 70° di fondazione della polisportiva dell’oratorio serata con don Emanuele Poletti, assistente regionale CSI

Papa Giovanni Paolo II disse che lo sport è gioia di vivere, è festa; papa Francesco ha ricordato come lo sport sappia aggregare e generare una cultura dell’incontro. Questi ed altri concetti sono stati sviluppati da don Emanuele Poletti, assistente regionale del CSI e responsabile della pastorale giovanile di Bergamo, nel corso dell’incontro pubblico da lui tenuto lunedì 7 settembre all’oratorio di Agnadello. Ad ascoltarlo erano presenti allenatori, dirigenti e atleti della Polisportiva Oratorio San Giovanni Bosco e anche una delegazione delle altre due realtà sportive presenti in paese, la Gerundo Volley e l’Agnadellese Calcio, oltre che una rappresentanza dell’Amministrazione comunale.

Don Emanuele inizialmente ha ricostruito la storia dello sport negli oratori, ricordando come nel dopoguerra molti sacerdoti abbiano riconosciuto l’attività sportiva come “Uno strumento per educare e far crescere i ragazzi a volte abbandonati, poveri o trascurati dalle famiglie”. Nacquero così le società sportive, come la Polisportiva Oratorio Agnadello, che attraverso le figure educative degli allenatori e dei dirigenti cercavano, e cercano tutt’oggi, di insegnare ai ragazzi quei valori utili per una crescita umana e spirituale.

La chiesa dopo il Concilio Vaticano II trova in Giovanni Paolo II un papa fortemente appassionato e attento al mondo sportivo, tanto da celebrare nel Giubileo una Messa per gli sportivi allo stadio olimpico di Roma. Citando questo evento don Poletti ha ricordato le parole del Papa, secondo cui “Lo sport è gioia di vivere, gioco, festa e come tale va valorizzato e forse riscattato mediante il recupero della sua gratuità”.

La chiesa italiana nel 2018 ha realizzato il documento “Dare il meglio di sé” con una prefazione di papa Francesco dove il pontefice afferma che “Lo sport crea empatia e aggrega le persone provenienti da qualsiasi percorso di vita, generando una cultura dell’incontro” e ancora “Esso deve fuggire dalla cultura dello scarto e essere accessibile, accogliente e inclusivo”.

“Lo sport – ha detto don Emanuele – è per tutti, senza fare distinzioni e senza privilegi; lo sport è risorsa educativa dove i ragazzi devono divertirsi, stare insieme, sentirsi bene, migliorarsi e competere. Diventa quindi importante la realtà dell’oratorio come luogo di riferimento educativo e istituzionale, che con l’aiuto delle famiglie e delle altre realtà presenti sul territorio, programma le strategie da perseguire per la crescita dei ragazzi”.

Il relatore ha inoltre sottolineato l’importanza di costruire alleanze, di collaborare insieme sia all’interno della comunità cristiana tra catechisti, allenatori ed educatori, sia con le istituzioni civili e le realtà extra ecclesiali. “L’educazione dei ragazzi –ha concluso- è il punto centrale che deve stare a cuore alla comunità soprattutto in questo tempo di grande cambiamento”.

L’incontro di lunedì è stato organizzato nell’ambito della festa dell’oratorio che comprende anche le celebrazioni per il 70° di fondazione della Polisportiva Oratorio San Giovani Bosco Agnadello. Per celebrare degnamente questo traguardo, sabato 12 settembre, arriverà il vescovo Antonio Antonio che alle 18 celebrerà la Messa in oratorio. A seguire, “pizzata” e serata proposta dai giovani. Domenica, dalle 15, tornei di basket e beach volley, una partita di calcio ed una cena.