1

Oltre 300 ragazzi dopo Pasqua a Roma per il pellegrinaggio diocesano a conclusione della Mistagogia

Sono oltre 300 i ragazzi e le ragazze che il prossimo 1° aprile partiranno alla volta di Roma, per l’ormai tradizionale pellegrinaggio organizzato dalla Federazione oratori cremonesi e dedicato ai gruppi di terza media a conclusione della Mistagogia. Un viaggio di tre giorni, dal 1° al 3 aprile, tra la spiritualità e le bellezze della Capitale e che si concluderà partecipando all’udienza generale in Piazza San Pietro.

«L’obiettivo pastorale è quello di una proposta coinvolgente per ragazzi e ragazze che terminano il loro percorso di Mistagogia – spiega don Francesco Fontana, presidente della Federazione oratori cremonesi –, che non è una conclusione, ma segna l’introduzione in un nuovo percorso, quello dedicato agli adolescenti».

La scelta di Roma, anche quest’anno, a motivo della significativa testimonianza di questi luoghi, per la presenza dei primi apostoli e di tanti martiri cristiani.

Una significativa occasione, dunque, per i giovanissimi della Diocesi, che saranno coinvolti tra tappe, visite culturali, momenti di preghiera e naturalmente l’incontro con Papa Francesco

Considerato l’elevato numero di adesioni, le iscrizioni alla proposta sono già chiuse.

 

I dettagli del viaggio

Per il viaggio dei vari gruppi avverrà in treno, scegliendo tra alcune stazioni più comode rispetto alla varie zone pastorali.

Lunedì 1 aprile: partenza al mattino per Roma, con arrivo previsto per le 13.30 circa, pranzo al sacco. Accoglienza e visita alla città, cena libera e rientro agli alloggi.

Martedì 2 aprile: visita della città con itinerario culturale e spirituale.

Mercoledì 3 aprile: udienza papale in Piazza San Pietro. Pranzo libero e partenza nel pomeriggio per la Diocesi. Arrivo previsto per le 22/23.




“Dare speranza alla giustizia” per una Quaresima di carità

Anche quest’anno, come tutti gli anni, la Diocesi di Cremona propone di vivere la Quaresima facendosi solidali con chi sul territorio vive situazioni di fragilità. È la “Quaresima di carità”, che nell’edizione 2024 volge l’attenzione a chi vive lontano dai propri cari e privato dalla libertà personale. Lo sguardo va allora alla casa circondariale di Cremona, a quanti vi operano, tendendo una mano a chi vi è detenuto.

La Quaresima diventa così occasione concreta per “Dare speranza alla giustizia”, come sottolinea il titolo della proposta caritativa con la quale la Chiesa cremonese, attraverso l’impegno di Caritas Cremonese, intende sensibilizzare e approfondire nelle comunità il delicato tema della giustizia, sia per cercare di dare una prospettiva di speranza a chi si trova in carcere, sia per andare incontro alle esigenze concrete che emergono nella quotidianità.

«Non spetta alla Chiesa sostituirsi a chi deve amministrare la giustizia e accompagnare la riabilitazione e il reinserimento nella società di quanti hanno colpevolmente fatto del male agli altri, alla società e anche a se stessi, ma spetta a noi cristiani essere strumenti di evangelizzazione, di cura e di liberazione», scrive il vescovo Antonio Napolioni nel messaggio per Quaresima [leggi tutto].

Per approfondire la situazione della casa circondariale di Cremona i cappellani e gli operatori Caritas sono a disposizione delle parrocchie per occasioni di incontro, testimonianza e riflessione, che potranno essere affiancati anche da momenti di preghiera e spiritualità, per animare i quali Caritas Cremonese ha messo a disposizione alcuni sussidi liturgici [scarica qui tutto il materiale disponibile]

A ciascuno, inoltre, è chiesto di non far mancare il proprio contributo di solidarietà. In particolare attraverso due iniziative:

  • l’acquisto di kit di abbigliamento (al costo di 60 euro ciascuno) da donare alle persone detenute: ogni pacco conterrà un giaccone pesante, abbigliamento intimo, magliette, pantaloni, tuta, felpa/maglione, salviettone, ciabatte e scarpe da ginnastica (il confezionamento di ogni kit è affidato alla cooperativa sociale “Gruppo Gamma” di Cremona)
  • il dono di “Una colomba pasquale per il carcere”. La raccolta delle colombe potrà avvenire nelle parrocchie (magari in occasione di incontri di catechismo, della raccolta mensile di alimenti o di altre specifiche iniziative), ma chiunque potrà comunque offrire il proprio personale contributo. Il tutto sarà raccolto nella giornata di sabato 23 marzo dagli operatori di Caritas cremonese presso l’oratorio della Beata Vergine, a Cremona. Il momento di raccolta (dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17) sarà anche occasione per poter ascoltare una testimonianza di chi opera come volontario a Ca’ del Ferro.

Gesti concreti di vicinanza. Ma la Diocesi e Caritas Cremonese guardano anche oltre, con un progetto a lungo termine, teso a consolidare ulteriormente l’impegno portato avanti con costanza in tutti questi anni. «Nel 2024 la nostra Caritas – spiega il direttore don Pierluigi Codazzi – vorrebbe promuovere sul territorio percorsi di integrazione di persone in carcere che hanno possibilità di svolgere all’esterno attività di lavoro, studio e volontariato. E vorremmo farlo con l’aiuto di tutti».

«Non tutti sanno – prosegue don Codazzi – che la legge italiana prevede anche pene alternative al carcere, percorsi di messa alla prova e di volontariato. L’impegno in questo ambito dimostra un’attenzione diversa: non solo all’interno, ma anche all’esterno del carcere». E conclude: «La speranza è quella di poter mettere a disposizione qualche posto letto per chi, terminato il proprio percorso, avrà bisogno di un graduale reinserimento nella società».

Il tema della carità si allarga, dunque, a persone che sì hanno commesso errori, ma che vivono oggi l’urgenza di ricominciare, con l’aiuto di tutti.

Il tempo di Quaresima diventa così occasione per mettere sotto la lente la struttura di Ca’ del Ferro: «Dal punto di vista strutturale, la mancanza di personale risulta essere un problema serio – aveva evidenziato don Graziano Ghisolfi, cappellano insieme a don Roberto Musa presso la casa circondariale di Cremona, in occasione della visita del Vescovo la mattina di Natale –: agenti, amministrativi ed educatori si trovano a fare sempre più lavoro, rinunciando anche a turni di riposo. Questo provoca naturalmente un a situazione più stressante. Anche dal punto di vista della popolazione detenuta riscontriamo diverse difficoltà: ad esempio, la maggior parte degli stranieri (che rappresentano circa il 70% del totale) fuori da qui non hanno niente e nessuno, perciò la loro situazione è davvero disperata».

Per maggiori informazioni, per scaricare i link utili e per approfondire le modalità di sostegno del progetto, visitare la pagina dedicata al progetto della Quaresima di carità 2024, che può essere sostenuto anche una donazione nelle parrocchie o presso gli uffici della Caritas diocesana, in via Stenico 2/b a Cremona. È possibile anche effettuare un versamento sui conti correnti di Fondazione San Facio e/o Caritas (indicando nella causale “Progetto carcere”)

  • C/C postale n. 68 411 503
  • C/C bancario Banca di Piacenza – Iban IT57H0515611400CC0540005161 intestato a Fondazione San Facio Onlus

La donazione effettuata a Fondazione San Facio è deducibile se fatta con bonifico, assegno o versamento postale.




Dal 23 al 25 febbraio prosegue la visita pastorale nel Casalasco

Dopo la tappa nell’unità pastorale “San Vincenzo Grossi”, dal 23 al 25 febbraio la visita pastorale del vescovo continua ancora in territorio casalasco, nelle parrocchie di Agoiolo e Vicobellignano, guidate da don Gabriele Bonoldi, e in quelle di Camminata, Cappella e Vicoboneghisio, di cui è parroco don Alfredo Assandri.

L’arrivo del vescovo Antonio Napolioni è previsto per venerdì, a metà mattinata. Alle 10.30, infatti, visiterà la scuola primaria di Vicobellignano, prima dell’incontro con anziani e malati. Nel pomeriggio, alle 14.30, avrà luogo la visita alla cooperativa sociale “Storti Maria” di Vicoboneghisio. A seguire, alle 16, sarà celebrata la Via Crucis a Cappella e, alle 17.30, il vescovo presiederà la Messa a Vicobellignano. Dopo la celebrazione ci sarà spazio per un’ulteriore visita a malati e anziani del territorio. In serata, alle 20.30, il vescovo Napolioni incontrerà, a Vicoboneghisio, tutti gli operatori delle due unità pastorali (Consigli pastorali, catechisti e volontari dei vari ambiti parrocchiali).

La mattinata di sabato 24 febbraio sarà caratterizzata dalla Messa delle 10.30 a Camminata. Alle 11, il vescovo farà quindi una speciale visita a una signora di Vicoboneghisio che ha recentemente compiuto cento anni. Alle 14.30 mons. Napolioni andrà a conoscere la comunità educativa per minori “Senghor” di Vicoboneghisio. Alle 15.30 avrà luogo l’incontro con i genitori e i ragazzi dell’iniziazione cristiana a Vicobellignano. Alle 17 la Messa ad Agoiolo e, alle 18.30, l’incontro con gli adolescenti in oratorio a Vicobellignano. Con loro anche il momento conviviale della pizzata e la conclusione della giornata.

La visita pastorale si concluderà domenica 25 febbraio con un doppio appuntamento: la Messa alle 9 a Vicoboneghisio e alle 11 a Vicobellignano, quest’ultima trasmessa in diretta televisiva su Cremona1 (canale 19) e sui canali web e social della Diocesi.

Agoiolo e Vicobellignano, entrambe frazioni di Casalmaggiore, fin dagli anni ’70 hanno visto nascere nuovi insediamenti abitativi. «Ma questa realtà non è andata di pari passo con il coinvolgimento nella vita comunitaria delle parrocchie – evidenzia don Bonoldi –. L’obiettivo, da sempre, è l’integrazione dei vecchi residenti con le loro tradizioni consolidate e le nuove famiglie giunte in questi decenni». «La continuità territoriale con Casalmaggiore e i suoi servizi non ha favorito questo intendimento – prosegue il sacerdote –. Qualcosa si riesce a realizzare nell’ambito del catechismo con l’incontro tra le giovani famiglie e figli, e la presenza della scuola elementare può facilitare questo dialogo».

Due frazioni, quelle di Agoiolo e Vicobellignano, in cui non esistono realtà associative legate direttamente alla parrocchia. Ciò nonostante – sottolinea ancora don Bonoldi – «non mancano invece le persone che collaborano per il funzionamento delle strutture e dell’oratorio. Nota positiva è il piccolo gruppo di adolescenti perseveranti negli incontri formativi e nell’animare l’attività estiva del Grest. Nota dolente è, invece, la partecipazione alle celebrazioni liturgiche che dopo la pandemia ha visto quasi dimezzare il numero dei presenti». E conclude: «La visita del Vescovo potrà dare nuovo impulso a ciò che già si muove, ma anche aprire nuovi percorsi che possano essere la risposta alle tante situazioni che con il tempo sono cambiate».

Un pensiero a cui si aggiungono le parole del parroco dell’altra unità pastorale coinvolta: «La visita pastorale dà la possibilità ai parrocchiani di poter incontrare e dialogare con il Vescovo – spiega don Alfredo Assandri –. Come era già successo, ma in contesti diversi e senza la possibilità di fermarsi a lungo».




La Quaresima «tempo di ritorno, di riconciliazione e di ricompensa»

Sfoglia la fotogallery completa della celebrazione

 

“Gloria e lode a te, Cristo Gesù!”. Un’acclamazione al Signore che per quaranta giorni prende il posto al gioioso canto dell’Alleluja. Così, con spirito di attesa, la Cattedrale di Cremona ha accolto i fedeli per la Messa del Mercoledì delle Ceneri, celebrata nel pomeriggio del 14 febbraio. L’Eucaristia, che ha sancito l’inizio della Quaresima, è stata presieduta dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni. Hanno concelebrato il il vescovo emerito Dante Lafranconi, i canonici del Capitolo della Cattedrale, i sacerdoti dell’unità pastorale Sant’Omobono e la comunità del Seminario.

«La Quaresima è il garnde tempo in cui la Chiesa è chiamata a cambiare, dalla testa ai piedi», ha detto il vescovo nell’omelia, citando un passo del libro scritto da François-Xavier Bustillo, vescovo di Ajaccio. «Proprio in un tempo in cui i cambiamenti velocissimi ci impressionano – ha aggiunto –, la Chiesa attinge alla Pasqua di Gesù la forza di un cambiamento ancor più profondo e sostanziale. Questo significa “conversione”».

Tempo di penitenza, di digiuno, di silenzio, ma anche tempo «di ritorno, di riconciliazione e di ricompensa». «Il Signore sa che ci allontaniamo facilmente da lui e non si scandalizza, ma non si arrende a questo limite», ha spiegato mons. Napolioni. «Il ritorno non è un ritorno indietro, ma un ritorno a casa». La Quaresima allora come tempo di vita spirituale, di vita riconciliata «di cui dobbiamo essere ambasciatori con la testimonianza verso tutti» e che è «fascino e nostalgia di un abbraccio che rende possibile l’incontro con una grazia sovrabbondante».

«E infine il Vangelo ci invita a scoprire che, nel segreto, il Signore ci ricompensa al di là di ogni nostra aspettativa – ha evidenziato Napolioni –. Altro che il successo mondano, altro che gli applausi: l’intimità con il Padre, perché semplicemente viviamo con lui e di lui, e perciò sappiamo mettere in ordine tutte le altre cose, e sappiamo donare ciò che abbiamo ricevuto perché solo mettendolo in circolazione dà vita agli altri e dà vera gioia anche a noi».

Sobrietà, giustizia, condivisione, apertura a Dio, fraternità umana: «Questo sogno non è superato, anzi, è quanto mai attuale e necessario per il futuro dell’umanità – ha concluso –. E la ricompensa sarà vita in abbondanza, vita per le generazioni che verranno, testimonianza reale che il Signore non si stanca di passare nelle nostre vite per dare resurrezione a tutte le nostre speranze».

La celebrazione è stata caratterizzata dall’imposizione della cenere sul capo dei fedeli in processione. “Polvere eri e polvere ritornerai”: queste le parole che il celebrante pronuncia, ma è una polvere che «ha ricevuto l’alito di vita del Creatore – ha evidenziato il vescovo –, è destinata alla gloria immortale, è amata al punto di dare il Figlio sulla croce». Una polvere che «può essere d’oro, di diamanti, se ci accorgiamo di quanto il Signore abita i nostri giorni e ci prepara gradualmente ad abitare con lui e in lui per sempre».

La Messa si è conclusa con la benedizione finale, preceduta dal ringraziamento personale del vescovo a mons. Ruggero Zucchelli, presidente del Capitolo della Cattedrale negli ultimi cinque anni, che ha passato ufficialmente il testimone a mons. Antonio Trabucchi. A lui mons. Napolioni ha rivolto il proprio augurio per l’inizio del suo «servizio di preghiera ai tanti fedeli che fanno della Cattedrale un santuario cittadino».

 

Il video integrale della celebrazione




A Chiesa di Casa la famiglia in tutte le sue sfumature

Casa, fragilità, speranza, calore. Tante sfaccettature che richiamano a un concetto essenziale, che è quello di famiglia. E proprio questo tema è stato approfondito nell’ultima puntata di Chiesa di Casa, il talk di approfondimento della vita diocesana, condotto da Andrea Bassani. Ospiti della puntata Maria Grazia Antonioli, direttrice del consultorio Ucipem di Cremona, Arianna Bellandi, consigliere dell’associazione di famiglie affidatarie “Il Girasole”, e Mariateresa Pagliari, rappresentante legale dell’associazione “Bi.Genitori”.

«La casa è sempre sinonimo di famiglia, dove ci sono porte che offrono protezione e finestre che si aprono sul modo – racconta Maria Grazia Antonioli –. A volte ci sono delle asprità o delle fatiche, ma rimane sempre casa, dove ci sono tante risorse». Come raccontato dalla direttrice, il primo consultorio Ucipem in Italia, a Milano, si chiamava proprio “La Casa”: «Un’invito alla società – aggiunge Antonioli – ad essere luogo in cui sostenere, accogliere e proteggere».

Una casa che rappresenta dunque il centro della famiglia, ma che talvolta, come spiega l’avvocatessa Pagliari, «diventa anche luogo di tristezza». Vale soprattutto per i figli di divorziati, che «si trovano a vivere alternandosi tra la casa materna e quella paterna e che non hanno più una loro casa, ma due case diverse in cui dividersi».

Nascono così situazioni di fragilità, che possono però contare sul supporto di associazioni che si impegnano per la tutela e il sostegno delle famiglie. È il caso de “Il Girasole”, attiva a Cremona per quanto riguarda la questione affido familiare. E la casa delle famiglie affidatarie «è una casa sempre aperta, sempre in pronta emergenza – sottolinea Bellandi –. Questo presuppone la capacità di cambiare la propria famiglia, per mettersi a disposizione per condividere i propri spazi e la propria quotidianità con bambini in difficoltà».

Ma anche dalle fragilità può nascere la speranza, testimoniata proprio dall’operato di queste associazioni. Una speranza a migliorare e persino risolvere determinate situazioni. Una speranza che, come sottolinea la rappresentante legale di “Bi.Genitori”, «esiste anche laddove ci sono fragilità pesanti, dove si può lavorare, ci si può impegnare, affinché queste fragilità possano essere risolte brillantemente per poter ritornare alla “normalità”».

«A volte viene da dire “nonostante le difficoltà c’è calore nella famiglia” – evidenzia Maria Grazia Antonioli –. Ma è proprio perché nella famiglia c’è calore e ci sono legami che allora c’è possibilità di un sostegno». E questo calore risulta essenziale per chi, in questa scena, funge da mediatore: «l’avvocato che si occupa di famiglia deve acquisire una sensibilità particolare, perché deve maneggiare materiale umano fragilissimo», sottolinea Mariateresa Pagliari. «Empatia, approccio psicologico, accoglienza e accompagnamento», tratti caratteristici di chi la famiglia la tutela ogni giorno.




“Cremona Contemporanea Art Week”, protagonisti anche il Foppone, San Luca e il Campus di Santa Monica

Figurano anche il chiostro dell’ex chiesa del Foppone, il campus di Santa Monica dell’Università Cattolica e gli spazi di San Luca tra i venti luoghi che, dal prossimo 18 maggio, ospiteranno la seconda edizione della “Cremona Contemporanea Art Week”, rassegna dedicata alle arti visive che trasforma Cremona in luogo di conoscenza e scoperta, attraverso mostre, incontri ed eventi volti a stimolare il dialogo tra l’arte del presente e l’ampio patrimonio storico-artistico che la città conserva.

L’iniziativa, realizzata con la direzione artistica di Rossella Farinotti e il coordinamento di CFAgency, promossa dall’Assessorato alla Cultura di Cremona con la collaborazione della Provincia di Cremona, della Camera di Commercio di Cremona e di Confcommercio provincia di Cremona, è stata presentata nella mattinata di lunedì 19 febbraio presso la sala della Consulta del palazzo comunale di Cremona. Presenti alla conferenza stampa il sindaco Gianluca Galimberti, la curatrice Rossella Farinotti, l’assessore alla Cultura del Comune di Cremona Luca Burgazzi, Stefano Pirovano, membro del consiglio di Art Week, il presidente della Camera di Commercio di Cremona Giandomenico Auricchio e Roberto Codazzi, di ConfCommercio, e direttore artistico del Museo del Violino.

«“Cremona Contemporanea Art week” è entrata a pieno titolo all’interno delle proposte culturali della nostra città. Una proposta che fino a qualche tempo fa poteva sembrare impossibile e che invece oggi vede tutta la città coinvolta. Un chiaro segnale che ha dimostrato che Cremona può continuare ad aprirsi a nuove sfide anche culturali – dichiara l’assessore Burgazzi –. Questa edizione si preannuncia ancora più ricca, con artisti nuovi, nuovi luoghi da scoprire e riscoprire, nuovi linguaggi e quindi sarà capace di darci nuovi stimoli anche di discussione e dibattito. La cultura che non fa questo non è cultura». E conclude: «Un grazie quindi a tutti gli organizzatori, alla curatrice, ai privati che hanno sostenuto e sostengono questa manifestazione e a tutte le istituzioni che hanno saputo riconoscere il valore di questa esperienza. Cremona e il mondo dell’arte contemporanea hanno trovato una sintesi speciale che dovrà continuare anche nel futuro».

Parole a cui fanno seguito quelle di Rossella Farinotti, che racconta: «La prima edizione di “Cremona Contemporanea Art Week”, che mi piace definire come una grande “puntata pilota”, è stata un’avventura straordinaria. Un progetto iniziato grazie al lavoro di una piccola squadra che, in poco tempo, ma con grandi energie, cura e passione, è riuscita ad attivare delle narrazioni specifiche e significative in ogni luogo scelto della città». «La qualità del progetto è stata determinata dal profondo dialogo tra gli artisti e i luoghi ospitanti – prosegue –. Le opere hanno infatti raccontato, evidenziato, puntualizzato aspetti di Cremona con rispetto e in relazione ai simboli e le storie di questa città speciale. Anche quest’anno gli artisti invitati a partecipare, fuori e dentro luoghi istituzionali o privati, tra cui alcuni che non venivano aperti al pubblico da decenni, provengono da generazioni e ambiti diversi. Cremona Contemporanea Art Week 2024 emerge con ancora più energia e nuovi progetti, diventando un incubatore sperimentale che rende Cremona, per una settimana, crocevia e comunità di artisti e opere d’arte che tracceranno un percorso ricco e puntellato da diversi immaginari».

Tra palazzi storici, piazze, musei, gallerie, chiese, laboratori d’antiquariato, teatri, istituti, università e luoghi in disuso, l’edizione del 2024 si pone di confermare l’intento di continua valorizzazione del patrimonio culturale di Cremona. In particolare, tra le novità dell’edizione 2024: il Teatro di San Luca, che, per l’occasione, viene ripristinato e riaperto al pubblico dopo oltre quarant’anni, l’edicola di San Luca, il chiostro dell’ex chiesa del Foppone, Palazzo Vidoni Pagliari, Palazzo Stanga Trecco, la Scuola di Liuteria. A questi si aggiungono luoghi che hanno caratterizzato il percorso della prima edizione, come Palazzo del Comune, San Carlo Cremona, divenuto punto di riferimento culturale dell’Art Week e della città, insieme al Museo archeologico San Lorenzo, Palazzo Affaitati, RobolottiSei, Triangolo, Fasa Architetti e molti altri.

Una settimana in cui l’arte contemporanea adornerà una città intera, nei suoi spazi decisamente più antichi. Una scelta, come sottolinea il sindaco Gianluca Galimberti, «davvero geniale, perché l’arte richiama l’arte, e diventa un canto alla creatività, che attraversa i secoli e risveglia le coscienze delle persone». Conclude così: «Se c’è un modo per guardare con speranza al futuro, questo è proprio attraverso la strada dell’arte».




Fondazione Sospiro, quasi ultimati i lavori di costruzione del Centro nazionale autismo

Meno di un anno e mezzo fa, il 14 ottobre 2022, il vescovo Antonio Napolioni benediceva, a Sospiro, la prima pietra del nascente Centro nazionale autismo. Proprio il progetto di Fondazione Sospiro è stato al centro dell’attenzione nella mattinata di martedì 20 febbraio, presso la Sala Consiglio della Provincia di Cremona, durante la conferenza stampa di aggiornamento sullo stato di realizzazione del Centro.

Al tavolo dei relatori, il presidente della Fondazione Giovanni Scotti, il direttore del dipartimento disabilità della Fondazione Serafino Corti, l’architetto Davide Andrea Nolli, il direttore generale di Fondazione Sospiro Fabio Bertusi e Giovanni Fasani, dell’associazione Giorgio Conti, partner dell’iniziativa.

Un complesso che sarà ultimato nelle prossime settimane e che, come ha detto il presidente Scotti, «sarà inaugurato e operativo nelle prime settimane d’autunno». Un centro innovativo e unico nel suo genere in Italia, che «permetterà – ha aggiunto il presidente – allo staff clinico di svolgere al meglio il lavoro che già fanno da tempo».

«Vicino a noi non c’è nessuna struttura specifica focalizzata sul trattamento delle psicopatologie nell’autismo e delle disabilità intellettive – ha spiegato Serafino Corti –. Esiste in America (il Kennedy Krieger Institute), ma se uno non ha la possibilità di andare, come può fare?». Da questa domanda e da questo bisogno è duinque nata l’idea di Fondazione Sospiro di contruire un centro che proponga trattamenti innovativi per i pazienti, in un ambiente meno clinico e più famigliare, una residenzialità temporanea e un progetto che ridisegni i servizi per l’abitare.

Dopo l’intervento del professor Corti, ha preso la parola l’architetto Nolli, che ha mostrato, attraverso le slide, la situazione attuale del cantiere, con il lavoro che risulta quasi completamente ultimato. Fabio Bertusi ha poi illustrato gli aspetti economici del progetto, ringraziando tutti coloro – enti o privati – che hanno dato il proprio contributo. Infine Giovanni Fasani ha spiegato il ruolo dell’associazione che rappresenta, ovvero il contributo per la costruzione della foresteria per le famiglie, adiacente al Centro.

A chiudere l’evento il saluto del presidente Scotti, che ha espresso la propria gratitudine a tutti i finanziatori del progetto. «Vi sentiamo come cofondatori di questo centro – ha sottolineato –, che sarà fiore all’occhiello di Cremona e della cremonesità». A loro e alle autorità presenti, il presidente ha consegnato una copia della pergamena firmata in occasione della posa della prima pietra.

Centro nazionale autismo, il Vescovo benedice la prima pietra




“I bisogni educativi dell’infanzia”, il 17 febbraio evento per festeggiare i 50 anni di Fism

Compie quest’anno 50 anni la Fism (Federazione italiana scuole materne), fondata nel 1974 accorpando a sé gli enti diocesani, come Adasm (associazione diocesana asili scuole materne), accomunati dalla medesima identità educativa. Mezzo secolo anni di storia, dagli anni ’70 ai giorni nostri. Oggi la Fism vede affiliati oltre 9mila istituti, tra scuole materne, sezioni Primavera e nidi, con oltre 500mila bambini, di cui il 50% in Lombardia.

Questo speciale compleanno sarà festeggiato a Cremona sabato 17 febbraio con il convegno “I bisogni educativi dell’infanzia nella realtà cremonese” che si terrà, dalle ore 9, nel salone Bonomelli del Centro pastorale diocesano (via S. Antonio del Fuoco 9A). Ad aprire l’evento l’introduzione di Sergio Canevari, presidente provinciale di Fism, e della responsabile nazionale Cinzia Parimbelli, sul tema “La Fism compie 50 anni: attività e servizio alle Scuole dell’Infanzia”.

Il programma dell’iniziativa sarà costruito su un excursus storico riguardante i bisogni dell’educazione, già dall’epoca del cremonese Ferrante Aporti, fondatore del primo asilo d’Italia. Infatti, come sottolinea il presidente Canevari, «i bisogni educativi hanno avuto risposte diverse nel corso della storia: dai bisogni di un tempo, magari più materiali, fino a quelli di oggi, sempre più formativi».

A tal proposito, alle 10, interverrà Franco Verdi, a lungo insegnante di Lettere e preside, membro dell’Unione cattolica italiana insegnanti, che approfondirà “Le origini dell’associazione e il contesto educativo del periodo storico”. Dopo una pausa, alle 11.10 avrà luogo l’intervento di Angela Biscaldi, docente del dipartimento di Scienze sociali e politiche dell’Università statale di Milano, dal titolo “Bisogni educativi dell’inafnzia oggi”. Alle 11.40 il dibattito in aula, con la conclusione dei lavori.

Una giornata, dunque, con lo sguardo e l’attenzione rivolti all’educazione. Una mattina «per guardare alle origini, per riflettere sul presente e per porre le basi per il futuro», come evidenzia Canevari.

L’evento è organizzato dall’Ufficio di Pastorale scolastica della Diocesi di Cremona, in collaborazione con Fism, Adasm e con la Fondazione comunitaria della Provincia di Cremona.

Sarà rilasciato su richiesta un attestato di partecipazione a studenti e insegnanti che parteciperanno al convegno. Per la partecipazione è necessaria l’adesione, da segnalare tramite e-mail agli indirizzi fism@diocesidicremona.it o scuola@diocesidicremona.it.

 

Scarica la locandina dell’evento




Estate di missione in Brasile e Camerun, al via il corso di formazione

Da sempre l’estate è tempo prezioso di gratuità, servizio e crescita. Lo può essere anche in terra di missione. È la proposta che la Diocesi di Cremona, attraverso la Pastorale missionaria e l’Istituto delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta d’Adda, offre ai giovani con due possibili destinazioni: in Brasile, a Salvador de Bahia, nella parrocchia di Jesus Cristo Ressuscitado, guidata dal sacerdote cremonese don Davide Ferretti, e in Camerun, dove sono presenti le Suore Adoratrici. Una significativa occasione di conoscenza e di condivisione nelle realtà del sud del mondo, da vivere in gruppo e con l’aiuto dei missionari, per cercare di relazionarsi con le persone del luogo, comprenderne lo stile di vita, i problemi e i motivi di gioia.

«Nel cuore dei giovani abitano insieme domande profonde, ferite, ribellioni, voglia di far del bene – spiega don Umberto Zanaboni, incaricato diocesano per la Pastorale missionaria –. In tanti di loro è ancora forte il desiderio di cambiare un pezzettino di mondo. Per poter realizzare questo sogno bisogna partire da se stessi, cambiare se stessi, mettersi in gioco». E aggiunge: «Un’esperienza di uscita e di missione, come quelle che stiamo proponendo, può aiutare a capire il proprio posto nel mondo e a realizzare qualcosa di concreto. Attraverso l’incontro con gli altri, soprattutto con chi è più povero o vive in una situazione di fragilità, si torna cambiati e desiderosi di testimoniare il Vangelo».

Parole a cui fa eco il pensiero delle Suore Adoratrici, che sottolineano come «non andiamo in missione per salvare qualcosa o qualcuno, ma per riscoprire come il Signore salva noi ogni volta. Non andiamo in missione per fare la differenza, ma per ritrovarci, al nostro ritorno, differenti. Questa è l’occasione che vorremmo offrire a tanti giovani desiderosi di condividere la vita e la fede con le persone che si faranno casa per loro durante l’esperienza missionaria».

In questo contesto, da febbraio a giugno, è proposto un percorso di incontri di preparazione a cadenza mensile, con l’intento di aiutare i giovani che in estate partiranno per l’esperienza missionaria (ma anche a coloro che pur non in partenza intendono approfondire questi temi) ad approfondire le motivazioni di fondo che spingono a partire e cercare di creare un gruppo compatto, per poter vivere al meglio l’esperienza missionaria. Attraverso attività, momenti di confronto e riflessione, si toccheranno i temi dell’apertura alla diversità, dell’incontro tra culture, dei rapporti tra nord e sud del mondo, della povertà e della missione.

Primo appuntamento in programma il prossimo 18 febbraio, presso l’oratorio di Antegnate, con la Cassetta degli attrezzi della missione. Motivazioni e aspettative, in cui interverrà Michele Ferrari, responsabile della Formazione missionaria giovani della Diocesi di Bergamo. Seguiranno, nei mesi successivi, altri appuntamenti: Li mandò a due a due. Bibbia e missione, con don Andrea Lamperti Tornaghi a Pandino il 17 marzo; Fare Missione. Un’esperienza dal Kenia, il 28 aprile a Castelleone in collegamento con Chiara Gallarini, volontaria missionaria; Abitare la favela. Informazioni utili per vivere l’esperienza con frutto, il 19 maggio ca Misano Gera d’Adda in collegamento con don Davide Ferretti e Gloria Manfredini da Salvador de Bahia. Un ulteriore incontro “pratico” riguarderà l’appuntamento di formazione specifica sul Camerun, le cui informazioni su programma e modalità saranno fornite durante i precedenti incontri.

“Occhi aperti, cuori ardenti, piedi in cammino” sarà quindi il tema della veglia di preghiera del 21 giugno, a Rivolta D’Adda, presso la Casa madre della Suore Adoratrici, durante la quale il vescovo Antonio Napolioni conferirà il mandato ai giovani in partenza.

Il percorso, che sarà arricchito anche da corsi online per l’apprendimento della lingua portoghese e della lingua francese, è aperto a chiunque lo desideri, anche a chi la prossima estate non vivrà l’esperienza missionaria all’estero.

Coloro che desiderano vivere una di queste esperienze missionarie estive sono invitati a concordare la propria partecipazione con don Umberto Zanaboni (331-8363752 – umbertozanaboni.75@gmail.com) e suor Daniela (389-6996199), referenti rispettivamente della Pastorale missionaria diocesana e dell’istituto delle Suore Adoratrici.




Il podcast “Lungo la via” e i sussidi per famiglie e preadolescenti: le proposte FOCr per la Quaresima

Il mercoledì delle Ceneri (quest’anno il 14 febbraio) segna l’inizio del cammino di Quaresima. Un tempo prezioso che, come da tradizione, la Federazione Oratori Cremonesi aiuta a sfruttare attraverso alcuni strumenti di preghiera e riflessione differenziati per fasce d’età.

È già disponibile presso la Federazione oratori cremonesi il libretto della preghiera – Passione per la vita – per famiglie, che potranno ripercorrere, giorno per giorno, il cammino della Passione raccontata dall’evangelista Marco. Ad accompagnare il testo una croce da utilizzare al momento della preghiera valorizzando il ritrovarsi attorno alla Parola, sia spiritualmente che fisicamente. Il sussidio è prenotabile sul sito www.focr.it.

Seguimi è, invece, il titolo dello strumento pensato per il cammino di quaresima dei preadolescenti della Mistagogia, un semplice metodo di preghiera quotidiana pensato anche per i giorni dopo la Pasqua. Anche questo strumento è prenotabile da singoli o parrocchie sul sito www.focr.it o presso gli uffici della Pastorale giovanile diocesana.

I materiali cartacei, insieme al salvadanaio per la raccolta quaresimale di carità, poster e banner, sono visionabili al link: www.focr.it/categoria-prodotto/sussidi-di-quaresima/.

Per adolescenti e giovani la proposta di accompagnamento quaresimale è online. Ogni giorno di Quaresima sarà disponibile in streaming su Spotify una puntata del podcast Lungo la via, che torna in questo tempo dopo la prima edizione proposta in Avvento. Tante voci, uno spunto al giorno, per riflettere e prepararsi alla Pasqua. Come spiega il presidente della Federazione oratori cremonesi, don Francesco Fontana, «una manciata di minuti al giorno, a partire dal Vangelo della domenica, per offrire riflessioni che faranno riferimento a tanti mondi diversi». Dall’arte all’attualità, passando per la letteratura e il teatro, dai racconti inediti a quelli di oratorio e dalle storie di missione dal Brasile. Le voci saranno quelle di Mattia Cabrini, suor Valentina Campana, don Francesco Fontana, don Gianluca Gaiardi, don Valerio Lazzari, Pasquale Losapio, Gloria Manfredini, Francesca Poli e don Piergiorgio Tizzi. «Il Vangelo farà da filo conduttore – conclude Fontana –, ma da esso emergerà come la Quaresima riguarda tutto l’uomo, in tutto il suo corpo». Per questo le puntate approfondiranno, come tema, proprio alcune parti del corpo: la testa, la pancia, gli occhi, le mani, il grembo, le orecchie, le gambe, i piedi e il sangue; immagini che compongono il corpo glorioso, la Pasqua. Il podcast, prodotto proprio dall’ufficio diocesano di pastorale giovanile, sarà disponibile sulla piattaforma Spotify.