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Grest, dal 18 marzo le presentazioni ai responsabili scoprendo lo slogan del 2024

L’estate è ancora lontana, ma in Diocesi cominciano a scaldarsi i motori in vista del Grest 2024. Sono infatti in programma, organizzati dalla Federazione oratori cremonesi, i tre eventi di presentazione delle attività estive oratoriane di quest’anno ai sacerdoti, ai responsabili e ai coordinatori dei Grest. Appuntamento serale, alle 20.45, lunedì 18 marzo all’oratorio di Mozzanica, martedì 19 all’oratorio Maffei di Casalmaggiore e mercoledì 20 marzo al Centro pastorale diocesano di Cremona.

«Vogliamo presentare il tema, ma anche gli strumenti del prossimo Grest – spiega don Francesco Fontana, presidente FOCr e incaricato diocesano per la Pastorale giovanile – e condividere insieme l’opportunità di questa esperienza pastorale». E aggiunge: «Un’occasione che le comunità cristiane scelgono per incontrare, lungo il cammino, bambini, ragazzi, adolescenti e giovani, e per incontrarsi davvero come comunità, per stare tutti dietro al Signore».

Così, l’incaricato diocesano per la Pastorale giovanile accenna al fil rouge del Grest di quest’anno. «Il tema sarà appunto quello del cammino, in consonanza e continuità con l’anno pastorale che ha avuto come sfondo l’icona biblica dei discepoli di Emmaus». Il cammino, dunque, come «esperienza umana, come metafora della vita: il cammino che rappresenta la crescita di ogni uomo e ogni donna, ma che è anche il gesto tipico dei discepoli di Gesù». E sottolinea: «Gesù, nel Vangelo, non fa quasi altro che camminare e spostarsi da un luogo all’altro, per incontrare il mondo e l’uomo. Noi in questo cammino incontriamo il Signore».

Il Grest rappresenta una significativa esperienza di comunità negli oratori. E lo fa grazie a ogni singolo protagonista: non solo bambini e ragazzi, ma anche grazie alla preziosa figura dell’animatore. E proprio agli adolescenti che la prossima estate dedicheranno il proprio tempo alla cura dei bambini più piccoli in oratorio, la FOCr ha deciso di dedicare una giornata di presentazione ad hoc. Il prossimo 20 aprile, presso il Seminario vescovile di Cremona, ragazzi e ragazze di ogni parrocchia avranno modo di incontrarsi, divisi in due turni, alle 17 e alle 21. Per loro una presentazione dal palco, messa in scena dai collaboratori della Federazione oratori, volta a coinvolgere gli adolescenti attraverso la storia, i balli e i giochi che caratterizzeranno la prossima estate oratoriana.

Già attivo intanto il sito internet www.cregrest.it. In esso è possibile iniziare ad approfondire il tema del Grest di quest’anno e scaricare, nella sezione “Formazione”, gli strumenti dedicati agli animatori, oltre che la scheda da compilare per l’iscrizione alla giornata a loro dedicata. Disponibili anche le sezioni “Approfondimenti” e “Attenzioni”, da consultare per vivere al meglio il cammino del Grest. Proprio dal 18 marzo sarà reso noto il titolo del Grest 2024, che resta per ora ancora top secret. «Si gioca in qualche modo a creare un po’ di attesa e di curiosità – specifica don Francesco Fontana –. Proprio dal 18 marzo nelle serata per i responsabili presenteremo titolo e slogan, ma anche il logo e le magliette che, in qualche modo, diventeranno il trend e la moda della prossima estate».

 

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Nei venerdì di Quaresima in Cattedrale torna la “Pausa… digiuno”

Sarà proposta anche quest’anno la “Pausa… digiuno”, iniziativa promossa dalla Zona pastorale 3 nei venerdì di Quaresima in Cattedrale dove, durante la pausa pranzo, vi sarà la possibilità di vivere un momento preghiera e riflessione. Dalle 12.30 alle 14, tempo dedicato all’iniziativa, sarà esposto il Santissimo Sacramento per l’adorazione personale.

«Si tratta di un momento offerto perché la preghiera, il digiuno e la carità vengano praticate insieme – spiega don Antonio Bandirali, parroco dell’unità pastorale Sant’Omobono, di cui fa parte la Cattedrale, e coordinatore dell’iniziativa promossa a livello zonale–. Uno spazio libero per accompagnare la Quaresima, affinché sia tempo di conversione».

Ogni venerdì ad aiutare la preghiera vi sarà offerta una meditazione a partire da un brano della Passione secondo l’evangelista Marco. Il primo appuntamento, venerdì 23 febbraio, dal titolo “Perché questo spreco?”, sarà guidato da don Umberto Zanaboni, vicepostulatore della causa di beatificazione di don Primo Mazzolari e incaricato diocesano per la Pastorale missionaria. “Rabbì!” sarà invece lo slogan del 1° marzo con la riflessione affidata a don Stefano Montagna, vicario dell’unità pastorale Sant’Omobono. La Pausa digiuno dell’8 marzo sarà invece guidata da suor Chiara Rossi, dell’Istituto delle Adoratrici, educatrice presso a Marzalengo presso la comunità di recupero di Caritas Cremonese, che svilupperà il tema “Non so e non capisco cosa dici”. Sarà Emanuele Bellani, presidente diocesano di Azione Cattolica, ad accompagnare la riflessione “Salve, re dei giudei” in programma il 15 marzo. L’ultimo incontro, presentato con il titolo “Davvero quest’uomo era il figlio di Dio”, sarà quello di venerdì 22 marzo e vedrà offire la meditazione il vescovo Antonio Napolioni.

L’iniziativa sarà anche occasione di condivisione e solidarietà: ai partecipanti, infatti, sarà chiesto di devolvere il corrispettivo del pasto non consumato per sostenere il progetto della Quaresima di Carità, quest’anno indirizzato al sostegno delle persone detenute nella casa circondariale di Cremona, per promuovere percorsi di integrazione sul territorio e offrire un gesto concreto di vicinanza attraverso il dono di kit di vestiario e colombe pasquali.

Tutta la comunità cremonese, e non solo, potrà quindi ritagliare parte del proprio tempo per dedicarla a Dio e al prossimo, perché, come suggerisce il Vescovo nel suo messaggio per la Quaresima, «a tutti noi la Quaresima con la Parola e la Penitenza propone un cammino di liberazione e purificazione interiore, fino a sperimentare che davvero “la Verità ci farà liberi”».

 

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A Cristo Re i funerali di don Pierluigi Pizzamiglio, il Vescovo: «È partito dall’universo, studiandolo e amandolo, per scorgere la centralità misteriosa e onnipotente del Signore Gesù»

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Sono stati celebrati la mattina di venerdì 15 marzo nella chiesa di Cristo Re, a Cremona, i funerali di don Pierluigi Pizzamiglio, deceduto a 79 anni nella mattinata del 13 marzo presso l’hospice della casa di cura “Ancelle della Carità” dove era ricoverato da qualche tempo. Le esequie sono state presiedute dal vescovo Antonio Napolioni e concelebrate dal vescovo emerito Dante Lafranconi, dal vicario generale don Massimo Calvi e dal parroco di Cristo Re don Giulio Brambilla insieme anche a numerosi altri sacerdoti.

«Oggi celebriamo la Pasqua di don Pierluigi, qui nella chiesa di Cristo Re dell’universo che ha ritmato la sua esistenza, la sua fede e la sua vocazione», ha detto il vescovo nell’omelia. «E don Pierluigi è partito dall’universo, esplorandolo, studiandolo e amandolo – ha proseguito – per poi scorgere la centralità delicata, misteriosa e onnipotente del Signore Gesù, Figlio di Dio, Creatore e Padre».

Un uomo di scienza, insegnante in Italia e nel mondo, un uomo – come lui stesso si definiva – “eccentrico (etimologicamente)”, perché lontano dal centro. «La vita di un prete si può spendere in tanti modi, anche con eccentricità – ha sottolineato mons. Napolioni –, quando è vissuta con uno spirito infantile, curioso, docile, amabile, creativo». «Un prete può servire Dio in mille modi – ha aggiunto –. È stato anche parroco, ma lui ha capito, e la Chiesa ha capito, che aveva altri doni, altre potenzialità».

Il ricordo di un sacerdote la cui vita è stata uno stimolo continuo: «E anche noi abbiamo bisogno di essere risvegliati – ha sottolineato il vescovo Napolioni –, non tanto dal torpore di un corpo che si indebolisce, ma dal torpore dell’anima, che invece rinasce in Cristo e vive la sua pienezza». Ha quindi concluso: «Tutti avremo Dio per padre, Gesù per fratello, tutti avremo la compagnia dell’universo, non più da manipolare con le nostre povere facoltà, ma da abitare con gli angeli e i santi».

Dopo la celebrazione, la salma di don Pierluigi Pizzamiglio è stata trasportata al cimitero di Cremona per la sepoltura.

 

Biografia di don Pierluigi Pizzamiglio

Don Pizzamiglio nasce a Cremona il 26 maggio del 1945. Originario della parrocchia di San Sigismondo, con la famiglia si trasferisce presto nella parrocchia di Cristo Re, dove celebra la sua Prima Messa all’indomani dell’ordinazione sacerdotale del 28 giugno 1969: è il primo sacerdote della giovane comunità sorta nel quartiere Po.

Prete novello, desideroso di iniziare la sua attività pastorale in parrocchia, viene invece inviato dal vescovo Danio Bolognini a Bologna per proseguire gli studi presso la Facoltà di Fisica. Inizia così il proprio ministero sacerdotale a Bologna, e poi a Parma, dove ha modo di frequentare preti e laici di notevole levatura, sia nel Collegio Missionario Internazionale Giovanni XXIII sia nelle parrocchie urbane di S. Croce e di S. Leonardo, soprattutto in località Case Nuove.

Rientrato in diocesi nel 1974, è scelto come vicario proprio della sua Cristo Re, sotto la guida del parroco don Aldo Cozzani.

Insegnante di Matematica per una decina d’anni nel Seminario diocesano, dal 1981 al 1989 è docente di Storia delle Matematiche e Introduzione alla Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. Anni di insegnamento nei quali tanto si spende per dimostrare, anche a studenti e colleghi, che scienza e fede non sono antitetiche. Oltre 300 le sue pubblicazioni e una quindicina i libri.

In questi anni è anche cappellano del Collegio della Beata Vergine e del Movimento Apostolico Ciechi, seguendo poi il Gruppo Missionario a livello diocesano. Qui nasce il lui il desiderio di partire come “Fidei donum”. Su suggerimento del vescovo Enrico Assi, anche a fronte delle partenze di altri confratelli per l’America Latina, la sua attenzione si rivolge all’Asia, favorita anche dalla sua conoscenza della lingua inglese. Così dal 1989 al 1993 è in Bangladesh, con l’incarico di insegnante di Filosofia e Teologia presso il Seminario Nazionale Maggiore e svolgendo nello stesso tempo il suo servizio pastorale a Dhaka, nella parrocchia urbana di S. Cristina dove operava i padri del Pime, il Pontificio Italiano Missioni Estere.

Richiamato in diocesi dal vescovo Giulio Nicolini, riprende l’insegnamento all’Università di Brescia (dal 1994 al 2013), dove dirige la Biblioteca di Storia delle Scienze “C. Viganò” e il Museo scientifico storico-didattico “A. Zammarchi”. Inoltre, per “La Scuola Editrice” è per cinque anni direttore della rivista “Didattica delle Scienze e Informatica nella Scuola”.

Nel frattempo ricopre anche l’incarico di direttore della Sezione Asia-Oceania del CUM (Centro Unitario Missionario) di Verona, che si occupa della preparazione dei “fidei donum” per quei continenti. Per alcuni anni, inoltre, nel periodo di vacanza dell’Università, si reca all’estero per tenere corsi teologici nei Seminari di alcuni Paesi asiatici, come la Cambogia e la Birmania.

Lasciato l’insegnamento si ritira presso la sua parrocchia d’origine, Cristo Re, dove collabora per le necessità pastorali della comunità. Successivamente il trasferimento presso la Fondazione La Pace di via Massarotti, fino al peggiorarsi delle sue condizione che l’hanno costretto a un ricovero in ospedale e al trasferimento in altre strutture.




Il vescovo alla Via Crucis delle scuole paritarie: «Solo voi ci fate fare Pasqua in maniera nuova»

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Quattro stazioni – “Gesù nell’orto degli ulivi”, “Gesù condannato a morte”, “Gesù sale al Calvario e viene crocifisso” e “Gesù muore in croce” – hanno caratterizzato, la sera di giovedì 14 marzo, la Via Crucis per le vie del centro di Cremona, organizzata dalla scuola “Sacra Famiglia”, in sinergia con le altre scuole paritarie della città. Quattro tappe – in piazza del Comune, in largo Boccaccino, poi, passando per piazza S. A. M. Zaccaria, di nuovo davanti alla Cattedrale, e infine all’interno di essa – in cui bambini e bambine, ragazzi e ragazze, accompagnati da genitori e insegnanti, hanno popolato le strade per la processione, che si è poi conclusa proprio all’interno del Duomo.

La Via Crucis è stata animata dai canti intonati dal coro delle medie ed eseguiti dai musicisti della Sacra Famiglia, dalle letture e dalle preghiere in cui i protagonisti sono stati gli alunni della “Sacra”, della scuola “Beata Vergine” e della scuola “Canossa”. La processione, guidata dalla croce e da don Stefano Montagna, vicario della Cattedrale e insegnante di religione alla “Sacra Famiglia”, è stata impreziosita dalla presenza del vescovo Antonio Napolioni, che al termine della serata ha voluto fare il suo saluto ai presenti.

«Quando arriva la sera della vostra Via Crucis, anche per il vescovo è il segnale che è proprio Pasqua – ha detto mons. Napolioni –. C’è ancora tempo, ma quando i bambini tirano fuori da casa le famiglie, la piazza si riempie e giriamo intorno alla Cattedrale, in questo canto un po’ dolente ma pieno di amore, con questo Vangelo sempre giovane, letto da bambini e ragazzi, con i genitori e gli insegnanti quasi presi per mano da voi, è proprio Pasqua, perché solo voi ci fate fare Pasqua in maniera nuova». E aggiunge: «Noi rischiamo di averci fatto l’abitudine, di essere pessimisti, di guardare solo a noi stessi. Voi invece guardate agli amici, guardate il mondo e avete diritto a non avere paura. E guadare Gesù che va a morire per noi è davvero una vittoria sulla paura». Il vescovo si è poi fermato a riflettere sul significato delle parole “Eloi, Eloi, lemà sabactani!” (“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato!): «Se lo chiedono in molti, soprattutto coloro che vivono situazioni di fragilità e sofferenza», ha sottolineato il vescovo. «Ma scopriamo che Dio non ci ha abbandonato, ma si è abbandonato, si è messo nelle mani e nel cuore di bambino, di ogni amicizia, di ogni famiglia, di ogni comunità». E ha concluso: «E allora grazie perché così ti sei abbandonato a noi affinché noi non ci sentiamo mai abbandonati da te».

Si è così conclusa, tra il silenzio e la meditazione, la Via Crucis delle scuole di ispirazione cattolica della città, con un’apertura a Dio e ai lontani, per compiere insieme il passo definitivo verso la Pasqua.




L’incontro del Vescovo con i dirigenti scolastici all’insegna di una alleanza educativa che vuole fare cultura

Ha avuto luogo nella mattina di giovedì 21 marzo presso la Curia diocesana l’incontro del vescovo Antonio Napolioni con i dirigenti e i rappresentanti delle scuole del territorio. Un’occasione durante la quale è stata illustrata la proposta culturale della Diocesi di Cremona. «Un incontro che – come ha sottolineato il vescovo – non vuole essere una bancarella in cui esponiamo i nostri prodotti, ma perché possano nascere idee, esperienze e collaborazioni, perché tutto questo ci supera e va consegnato alle nuove generazioni».

L’evento si è aperto con il saluto introduttivo del vescovo Napolioni, che ha ringraziato chi da sempre si impegna per l’educazione dei bambini e dei ragazzi. Da qui la disponibilità della Diocesi a essere complice e corresponsabile di questa educazione: «Vogliamo moltiplicare attenzioni e energie alla scuola in quanto tale», ha detto mons. Napolioni. E ha aggiunto: «Oggi siamo qui per mettere a fuoco la dimensione culturale, perché vorremmo condividere con voi non solo la passione spirituale della comunità ecclesiale, ma anche il patrimonio culturale, che non è costituito solo da oggetti ma anche da persone che animano le comunità».

L’incontro è stato moderato da don Giovanni Tonani, incaricato diocesano per la Pastorale scolastica, e ha visto gli interventi di don Federico Celini, coordinatore dell’area pastorale “Capaci di comunicazione e cultura”, e don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni culturali.

«Voi siete i primi promotori di cultura», ha riflettuto don Celini rivolto ai presenti. Ma che cos’è la cultura oggi? Come deve essere trasmessa? Il sacerdote ha raccontato quelle che sono le occasioni in diocesi per la promozione culturale e la trasmissione, al giorno d’oggi, dell’informazione e delle conoscenze. «I criteri su cui vogliamo fondare la nostra proposta – ha spiegato don Federico Celini – sono l’apertura a ciò che non è necessariamente intraecclesiale all’interno dei nostri contesti, guardando a quanto bene c’è anche al di fuori; la freschezza e la fruibilità, di cui la comunicazione oggi si nutre per una sua maggiore efficacia; la scoperta e la valorizzazione di tutto quel che c’è di bene nella vita e nelle vite».

Don Gianluca Gaiardi, in riferimento al polo culturale formato dal Museo diocesano insieme alla Cattedrale, il Battistero e il Torrazzo, ha evidenziato come «tutto questo comparto del centro città è sì una proposta religiosa, ma che vuole anche intercettare e coinvolgere tanti altri aspetti della cultura». Così, l’incontro del 21 marzo è servito «per far vedere che il polo culturale diocesano parla sì ai professori di religione, ma anche a tutte le realtà educative, di ogni ordine e grado».

Nella seconda parte dell’incontro il vescovo Napolioni e don Gaiardi hanno guidato e accompagnato i presenti tra le bellezze del Museo Diocesano, passando anche per le nuove aule didattiche che saranno a disposizione delle realtà educative, e per il nuovo Planetario.

Una mattinata ricca di spunti, con un’apertura verso una sempre maggiore collaborazione tra le diverse realtà, pensando a un migliore futuro dei bambini di oggi, uomini e donne del domani. Con una mano tesa alla scuola perché, come ha detto il vescovo, «è sempre bello incontrare i più piccoli, ma anche condividere con gli insegnanti il bene, ma anche le fatiche, dell’educazione».

 

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Inaugurato il nuovo Planetario, dal Torrazzo una “finestra” aperta sulla meraviglia della volta celeste

È stato inaugurato la sera di mercoledì 20 marzo il nuovo Planetario cremonese, che da ora avrà il Torrazzo come sua nuova casa. Il Planetario, progettato dall’architetto Fabio Bosio, è stato realizzato grazie all’impegno e all’idea del Gruppo Astrofili cremonesi, in collaborazione con la Diocesi, che ha deciso di ospitarlo presso il proprio polo museale.

La serata inaugurale è stata introdotta dai saluti di Stefano Macconi, curatore dei Musei Diocesani di Cremona, che, portando anche i saluti di don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni culturali e l’edilizia di culto, e ringraziando Alessandro Maianti, già presidente del Gruppo Astrofili e primo promotore del progetto, ha voluto sottolineare come questa nuova realizzazione vada a completare l’offerta del polo che, oltre al Museo Diocesano comprende anche la Cattedrale, il Battistero e il Museo Verticale del Torrazzo . «Questa iniziativa – ha aggiunto Macconi – si inserisce in un percorso di rivalorizzazione del Torrazzo che ha in questo nuovo Planetario un altro tassello utile a completare l’offerta artistica e culturale».

«Un’idea nata anni fa, perché non esiste, a Cremona e in tutta la sua provincia, una struttura di questo tipo», ha spiegato Cristian Gambarotti, presidente del Gruppo Astrofili cremonesi. «Una realizzazione molto importante, perché permette di capire come funziona il cielo e i meccanismi che lo governano, visualizzandolo dall’interno del Museo Verticale come se fossimo in aperta campagna».

Durante la serata è intervenuto anche l’architetto Fabio Bosio, che ha voluto ringraziare la committenza per la possibilità di continuare il lavoro di arricchimento del Museo Verticale del Torrazzo. «Ma l’idea è nulla senza la realizzazione – ha evidenziato –. Per questo mi sento in dovere di ringraziare tutte le maestranze che hanno collaborato alla realizzazione di questo lavoro».

L’evento di inaugurazione è stato occasione per effettuare una prima proiezione, narrata dal presidente Gambarotti e alla quale i presenti hanno potuto assistere, divisi in tre turni. Nel frattempo, negli spazi esterni, davanti all’ingresso, è stata offerta la possibilità di osservare la “superluna”, eccezionalmente vicina alla Terra proprio nella notte tra il 20 e il 21 marzo, attraverso alcuni telescopi messi a disposizione dal Gruppo Astrofili cremonesi.

La realizzazione del nuovo Planetario è stata possibile anche grazie al contributo di Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, che si è definita «molto lieta di aver contribuito all’iniziativa». «La presenza di tutta questa gente stasera – ha detto Renzo Rebecchi, in rappresentanza dalla Fondazione – è la dimostrazione di una scelta giusta».




Visita pastorale nel Casalasco, «Tre giorni di fraternità, di fede, di preghiera, di gioia e di speranza»

«Abbiamo vissuto giorni di fraternità, di fede, di preghiera, ma anche giorni di gioia e di speranza». Così, il vescovo Antonio Napolioni ha salutato e ringraziato le comunità di Agoiolo e Vicobellignano, di Camminata, Cappella e Vicoboneghisio, nella Messa conclusiva della visita pastorale alle due unità pastorali guidate da don Gabriele Bonoldi e don Alfredo Assandri. «Lo scopo della visita pastorale è renderci conto che la vera Chiesa non è solo la Chiesa della trasfigurazione – ha sottolineato nell’omelia –, ma la Chiesa della Pasqua, che continua a camminare, che torna nella realtà». E allora: «Per capire meglio quello che abbiamo vissuto, ripensiamoci, ripensiamo ai semi che abbiamo raccolto e seminato, agli incontri che abbiamo avuto e alle strade che ci si aprono davanti».

Una visita cominciata già nella mattina di venerdì 23 febbraio, in cui i bambini della scuola primaria di Vicobellignano, con gli insegnanti e la dirigente Cinzia Dall’’Asta, hanno accolto il vescovo, preparati per l’occasione dall’insegnante di religione. A seguire, mons. Napolioni ha fatto visita ad alcuni anziani e malati del territorio. Il pomeriggio è stato caratterizzato dalla visita alla cooperativa sociale “Storti Maria” di Vicoboneghisio, realtà che da oltre vent’anni svolge attività di confezionamento e imballaggio con inserimento lavorativo di persone fragili, come percorso di autonomia al lavoro. Ad accogliere il vescovo, insieme a educatori e volontari, il consiglio di amministratore della cooperativa con il presidente Giordano Riva e il fondatore Francesco Ferron. Presente anche il sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni, che ha seguito da vicino la visita pastorale del vescovo Napolioni in tutte le frazioni casalasche in queste settimane.

A seguire la Via Crucis a Cappella e la Messa a Vicobellignano. Dopo la celebrazione un’ulteriore occasione di vicinanza a malati e anziani. In serata il vescovo Napolioni ha quindi incontrato, a Vicoboneghisio, tutti gli operatori delle due unità pastorali: circa 50 persone presenti all’incontro per il “Giorno dell’Ascolto”, che ha coinvolto anche i membri dei consigli pastorali, i catechisti e i volontari dei vari ambiti parrocchiali.

La giornata di sabato 24 febbraio è stata caratterizzata dalla Messa delle 10.30 a Camminata. In tarda mattinata il Vescovo ha fatto una speciale visita a una signora di Vicoboneghisio che ha recentemente compiuto cento anni. Nel pomeriggio, invece, c’è stata l’occasione di conoscere la comunità educativa per minori “Senghor” di Vicoboneghisio, che, negli spazi di Cascina Segalli, ha accolto il vescovo per un momento di dialogo e di rinfresco.

Il vescovo ha quindi avuto modo di confrontarsi, a Vicobellignano, con i genitori e i ragazzi dell’iniziazione cristiana. Dopo la Messa ad Agoiolo, celebrata alle 17, l’attenzione si è spostata nell’oratorio di Vicobellignano, in cui gli adolescenti delle comunità sono stati protagonisti. Con loro un incontro profondo, in cui il vescovo li ha spronati a perseverare e ad “allargarsi”, e convivale, con la pizzata che ha segnato conclusione della giornata. «Un momento davvero speciale. E lo dico da parroco dell’altra unità pastorale – ha sottolineato don Assandri –. Il vescovo ha fatto sentire i ragazzi a proprio agio, coinvolgendoli e stimolandoli a porre domande che partissero dalle loro inquietudini. Tanti di loro, finito l’incontro, non avevano la percezione che fosse davvero passata un’ora e mezza».

La visita del vescovo Napolioni si è dunque conclusa con la doppia celebrazione di domenica 25 febbraio. Prima a Vicoboneghisio, poi a Vicobellignano, con la Messa delle 11 che ha siglato la conclusione definitiva di questa visita pastorale. Accanto al Vescovo, oltre ai due parroci anche don Franco Vecchini, residente in paese. Al termine della celebrazione il momento dei saluti presso l’oratorio parrocchiale.

«Sono stati tre giorni molto belli, considerando soprattutto l’indole di una zona che solitamente non è caratterizzata dall’entusiasmo e dall’attesa – ha spiegato don Gabriele Bonoldi –. Ma l’iincontro con la realtà del vescovo ha scaturito una reazione positiva». «Le nostre comunità hanno vissuto bene e risposto bene a questa visita pastorale – ha quindi aggiunto don Alfredo Assandri –. Sono stati davvero giorni di grazia, in cui non tutti hanno partecipato, ma chi lo ha fatto lo ha fatto davvero bene». Due comunità che ripartono con «uno spirito nuovo, e con la volontà di camminare sotto la guida dello Spirito Santo, che ci mette in comunione».

 

Il video della celebrazione a Vicobelliganano




Oltre 300 ragazzi dopo Pasqua a Roma per il pellegrinaggio diocesano a conclusione della Mistagogia

Sono oltre 300 i ragazzi e le ragazze che il prossimo 1° aprile partiranno alla volta di Roma, per l’ormai tradizionale pellegrinaggio organizzato dalla Federazione oratori cremonesi e dedicato ai gruppi di terza media a conclusione della Mistagogia. Un viaggio di tre giorni, dal 1° al 3 aprile, tra la spiritualità e le bellezze della Capitale e che si concluderà partecipando all’udienza generale in Piazza San Pietro.

«L’obiettivo pastorale è quello di una proposta coinvolgente per ragazzi e ragazze che terminano il loro percorso di Mistagogia – spiega don Francesco Fontana, presidente della Federazione oratori cremonesi –, che non è una conclusione, ma segna l’introduzione in un nuovo percorso, quello dedicato agli adolescenti».

La scelta di Roma, anche quest’anno, a motivo della significativa testimonianza di questi luoghi, per la presenza dei primi apostoli e di tanti martiri cristiani.

Una significativa occasione, dunque, per i giovanissimi della Diocesi, che saranno coinvolti tra tappe, visite culturali, momenti di preghiera e naturalmente l’incontro con Papa Francesco

Considerato l’elevato numero di adesioni, le iscrizioni alla proposta sono già chiuse.

 

I dettagli del viaggio

Per il viaggio dei vari gruppi avverrà in treno, scegliendo tra alcune stazioni più comode rispetto alla varie zone pastorali.

Lunedì 1 aprile: partenza al mattino per Roma, con arrivo previsto per le 13.30 circa, pranzo al sacco. Accoglienza e visita alla città, cena libera e rientro agli alloggi.

Martedì 2 aprile: visita della città con itinerario culturale e spirituale.

Mercoledì 3 aprile: udienza papale in Piazza San Pietro. Pranzo libero e partenza nel pomeriggio per la Diocesi. Arrivo previsto per le 22/23.




“Dare speranza alla giustizia” per una Quaresima di carità

Anche quest’anno, come tutti gli anni, la Diocesi di Cremona propone di vivere la Quaresima facendosi solidali con chi sul territorio vive situazioni di fragilità. È la “Quaresima di carità”, che nell’edizione 2024 volge l’attenzione a chi vive lontano dai propri cari e privato dalla libertà personale. Lo sguardo va allora alla casa circondariale di Cremona, a quanti vi operano, tendendo una mano a chi vi è detenuto.

La Quaresima diventa così occasione concreta per “Dare speranza alla giustizia”, come sottolinea il titolo della proposta caritativa con la quale la Chiesa cremonese, attraverso l’impegno di Caritas Cremonese, intende sensibilizzare e approfondire nelle comunità il delicato tema della giustizia, sia per cercare di dare una prospettiva di speranza a chi si trova in carcere, sia per andare incontro alle esigenze concrete che emergono nella quotidianità.

«Non spetta alla Chiesa sostituirsi a chi deve amministrare la giustizia e accompagnare la riabilitazione e il reinserimento nella società di quanti hanno colpevolmente fatto del male agli altri, alla società e anche a se stessi, ma spetta a noi cristiani essere strumenti di evangelizzazione, di cura e di liberazione», scrive il vescovo Antonio Napolioni nel messaggio per Quaresima [leggi tutto].

Per approfondire la situazione della casa circondariale di Cremona i cappellani e gli operatori Caritas sono a disposizione delle parrocchie per occasioni di incontro, testimonianza e riflessione, che potranno essere affiancati anche da momenti di preghiera e spiritualità, per animare i quali Caritas Cremonese ha messo a disposizione alcuni sussidi liturgici [scarica qui tutto il materiale disponibile]

A ciascuno, inoltre, è chiesto di non far mancare il proprio contributo di solidarietà. In particolare attraverso due iniziative:

  • l’acquisto di kit di abbigliamento (al costo di 60 euro ciascuno) da donare alle persone detenute: ogni pacco conterrà un giaccone pesante, abbigliamento intimo, magliette, pantaloni, tuta, felpa/maglione, salviettone, ciabatte e scarpe da ginnastica (il confezionamento di ogni kit è affidato alla cooperativa sociale “Gruppo Gamma” di Cremona)
  • il dono di “Una colomba pasquale per il carcere”. La raccolta delle colombe potrà avvenire nelle parrocchie (magari in occasione di incontri di catechismo, della raccolta mensile di alimenti o di altre specifiche iniziative), ma chiunque potrà comunque offrire il proprio personale contributo. Il tutto sarà raccolto nella giornata di sabato 23 marzo dagli operatori di Caritas cremonese presso l’oratorio della Beata Vergine, a Cremona. Il momento di raccolta (dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17) sarà anche occasione per poter ascoltare una testimonianza di chi opera come volontario a Ca’ del Ferro.

Gesti concreti di vicinanza. Ma la Diocesi e Caritas Cremonese guardano anche oltre, con un progetto a lungo termine, teso a consolidare ulteriormente l’impegno portato avanti con costanza in tutti questi anni. «Nel 2024 la nostra Caritas – spiega il direttore don Pierluigi Codazzi – vorrebbe promuovere sul territorio percorsi di integrazione di persone in carcere che hanno possibilità di svolgere all’esterno attività di lavoro, studio e volontariato. E vorremmo farlo con l’aiuto di tutti».

«Non tutti sanno – prosegue don Codazzi – che la legge italiana prevede anche pene alternative al carcere, percorsi di messa alla prova e di volontariato. L’impegno in questo ambito dimostra un’attenzione diversa: non solo all’interno, ma anche all’esterno del carcere». E conclude: «La speranza è quella di poter mettere a disposizione qualche posto letto per chi, terminato il proprio percorso, avrà bisogno di un graduale reinserimento nella società».

Il tema della carità si allarga, dunque, a persone che sì hanno commesso errori, ma che vivono oggi l’urgenza di ricominciare, con l’aiuto di tutti.

Il tempo di Quaresima diventa così occasione per mettere sotto la lente la struttura di Ca’ del Ferro: «Dal punto di vista strutturale, la mancanza di personale risulta essere un problema serio – aveva evidenziato don Graziano Ghisolfi, cappellano insieme a don Roberto Musa presso la casa circondariale di Cremona, in occasione della visita del Vescovo la mattina di Natale –: agenti, amministrativi ed educatori si trovano a fare sempre più lavoro, rinunciando anche a turni di riposo. Questo provoca naturalmente un a situazione più stressante. Anche dal punto di vista della popolazione detenuta riscontriamo diverse difficoltà: ad esempio, la maggior parte degli stranieri (che rappresentano circa il 70% del totale) fuori da qui non hanno niente e nessuno, perciò la loro situazione è davvero disperata».

Per maggiori informazioni, per scaricare i link utili e per approfondire le modalità di sostegno del progetto, visitare la pagina dedicata al progetto della Quaresima di carità 2024, che può essere sostenuto anche una donazione nelle parrocchie o presso gli uffici della Caritas diocesana, in via Stenico 2/b a Cremona. È possibile anche effettuare un versamento sui conti correnti di Fondazione San Facio e/o Caritas (indicando nella causale “Progetto carcere”)

  • C/C postale n. 68 411 503
  • C/C bancario Banca di Piacenza – Iban IT57H0515611400CC0540005161 intestato a Fondazione San Facio Onlus

La donazione effettuata a Fondazione San Facio è deducibile se fatta con bonifico, assegno o versamento postale.




Dal 23 al 25 febbraio prosegue la visita pastorale nel Casalasco

Dopo la tappa nell’unità pastorale “San Vincenzo Grossi”, dal 23 al 25 febbraio la visita pastorale del vescovo continua ancora in territorio casalasco, nelle parrocchie di Agoiolo e Vicobellignano, guidate da don Gabriele Bonoldi, e in quelle di Camminata, Cappella e Vicoboneghisio, di cui è parroco don Alfredo Assandri.

L’arrivo del vescovo Antonio Napolioni è previsto per venerdì, a metà mattinata. Alle 10.30, infatti, visiterà la scuola primaria di Vicobellignano, prima dell’incontro con anziani e malati. Nel pomeriggio, alle 14.30, avrà luogo la visita alla cooperativa sociale “Storti Maria” di Vicoboneghisio. A seguire, alle 16, sarà celebrata la Via Crucis a Cappella e, alle 17.30, il vescovo presiederà la Messa a Vicobellignano. Dopo la celebrazione ci sarà spazio per un’ulteriore visita a malati e anziani del territorio. In serata, alle 20.30, il vescovo Napolioni incontrerà, a Vicoboneghisio, tutti gli operatori delle due unità pastorali (Consigli pastorali, catechisti e volontari dei vari ambiti parrocchiali).

La mattinata di sabato 24 febbraio sarà caratterizzata dalla Messa delle 10.30 a Camminata. Alle 11, il vescovo farà quindi una speciale visita a una signora di Vicoboneghisio che ha recentemente compiuto cento anni. Alle 14.30 mons. Napolioni andrà a conoscere la comunità educativa per minori “Senghor” di Vicoboneghisio. Alle 15.30 avrà luogo l’incontro con i genitori e i ragazzi dell’iniziazione cristiana a Vicobellignano. Alle 17 la Messa ad Agoiolo e, alle 18.30, l’incontro con gli adolescenti in oratorio a Vicobellignano. Con loro anche il momento conviviale della pizzata e la conclusione della giornata.

La visita pastorale si concluderà domenica 25 febbraio con un doppio appuntamento: la Messa alle 9 a Vicoboneghisio e alle 11 a Vicobellignano, quest’ultima trasmessa in diretta televisiva su Cremona1 (canale 19) e sui canali web e social della Diocesi.

Agoiolo e Vicobellignano, entrambe frazioni di Casalmaggiore, fin dagli anni ’70 hanno visto nascere nuovi insediamenti abitativi. «Ma questa realtà non è andata di pari passo con il coinvolgimento nella vita comunitaria delle parrocchie – evidenzia don Bonoldi –. L’obiettivo, da sempre, è l’integrazione dei vecchi residenti con le loro tradizioni consolidate e le nuove famiglie giunte in questi decenni». «La continuità territoriale con Casalmaggiore e i suoi servizi non ha favorito questo intendimento – prosegue il sacerdote –. Qualcosa si riesce a realizzare nell’ambito del catechismo con l’incontro tra le giovani famiglie e figli, e la presenza della scuola elementare può facilitare questo dialogo».

Due frazioni, quelle di Agoiolo e Vicobellignano, in cui non esistono realtà associative legate direttamente alla parrocchia. Ciò nonostante – sottolinea ancora don Bonoldi – «non mancano invece le persone che collaborano per il funzionamento delle strutture e dell’oratorio. Nota positiva è il piccolo gruppo di adolescenti perseveranti negli incontri formativi e nell’animare l’attività estiva del Grest. Nota dolente è, invece, la partecipazione alle celebrazioni liturgiche che dopo la pandemia ha visto quasi dimezzare il numero dei presenti». E conclude: «La visita del Vescovo potrà dare nuovo impulso a ciò che già si muove, ma anche aprire nuovi percorsi che possano essere la risposta alle tante situazioni che con il tempo sono cambiate».

Un pensiero a cui si aggiungono le parole del parroco dell’altra unità pastorale coinvolta: «La visita pastorale dà la possibilità ai parrocchiani di poter incontrare e dialogare con il Vescovo – spiega don Alfredo Assandri –. Come era già successo, ma in contesti diversi e senza la possibilità di fermarsi a lungo».