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Dalle cause della crisi alle ragioni della speranza: il prof. Antoldi stimola i giovani – VIDEO

Venerdì 5 giugno alle 21 si è concluso il percorso “Futuro presente”, proposto dalla pastorale giovanile della diocesi di Cremona con lo scopo di suscitare riflessioni, confronto e dibattito a partire dalla situazione di crisi che stiamo vivendo.


Ospite di quest’ultimo appuntamento è stato il professor Fabio Antoldi, professore di Strategia Aziendale e di Imprenditorialità, e direttore del Cersi, il Centro di Ricerca per lo Sviluppo imprenditoriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Antoldi ha risposto alle domande dei presenti affrontando tre questioni cruciali: i motivi della crisi economica, i cambiamenti possibili ed auspicabili e il ruolo che i giovani possono avere in questo processo.

«Siamo di fronte ad una crisi che porterà ad una riduzione del pil mondiale trenta volte superiore rispetto al 2008. Questo significa che l’emergenza sanitaria ci ha messi di fronte a dei problemi che già erano radicati nel nostro sistema economico, il quale si regge su fiducia e certezze. Quando la fiducia nell’altro viene a mancare, perché lo si teme, il sistema crolla. Stesso discorso vale per l’altro pilastro: il futuro incerto mina alle fondamenta l’economia globale».

Questa riflessione, secondo il professor Antoldi, dovrebbe spingere ciascuno a mettere in discussione ciò che era dato per assodato in vista del futuro: «Il nostro sistema sanitario, economico, scolastico, burocratico, hanno dimostrato di non essere adeguati ai tempi che viviamo. Abbiamo bisogno di rilancio, che deve certamente essere istituzionale, con politiche nazionali ed europee che aiutino la ripresa, ma anche personale: ogni cittadino si deve sentire chiamato in causa».

In particolare Antoldi si è poi rivolto ai giovani, auditorium particolare di questa conferenza: «Voi siete coloro che più di tutti hanno interesse a costruire un futuro differente. Ponetevi la domanda: “che mondo sogno?” In base alla risposta che troverete, impegnatevi per realizzarlo. A maggior ragione se, nella vostra vita, l’esperienza di fede non è indifferente. Nella Parola, nel confronto, nel discernimento troviamo le motivazioni del nostro agire. Ed è qui che possiamo fare la differenza».

Quello del professor Fabio Antoldi è stato dunque un intervento di spessore, con riferimenti al mondo economico e lavorativo, senza tralasciare alcuni affondi e provocazioni per suscitare una riflessione da parte degli ascoltatori.

Riflessioni che sono state poi condivise nelle chat zonali, a cui i giovani presenti hanno potuto accedere per confrontarsi e vivere un piccolo momento di “comunità”.

Il percorso “Futuro presente” è quindi giunto alla conclusione, ma il desiderio di portare avanti un discernimento comunitario, da parte dei giovani, resta e, in futuro, potrebbe concretizzarsi in altre proposte formative.

 




Futuro e libertà, il filosofo Silvano Petrosino a confronto con i giovani

Nella serata di martedì 26 maggio si è svolto il secondo incontro web del progetto “Futuro presente”, la proposta della pastorale giovanile della diocesi di Cremona volta a suscitare riflessioni e confronto prendendo spunto dalla situazione di crisi che si sta attraversando. Il percorso è proseguito con il coinvolgimento di Silvano Petrosino, filosofo e docente di Teorie della comunicazione e Antropologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il docente, intervistato dalla giovane Melania Fava, ha articolato la propria riflessione intorno ad alcuni punti focali: futuro e libertà.

«L’uomo ha sempre cercato di interpretare il presente per prevedere il futuro. Oggi la scienza ci aiuta, ma ci illude di possedere il domani. In realtà, la situazione attuale smentisce in modo evidente questa pretesa. Ecco qual è il nostro problema: non abbiamo un totale controllo».

L’incertezza del futuro, però, non deve far pensare, secondo il filosofo, che progettare sia inutile: «Il progetto, di per sé è qualcosa di buono, ma non deve diventare un assoluto. L’avvenire, che è l’ambito dell’accadere, del nuovo, supera i nostri piani. Questo deve stimolare la nostra libertà e, allo stesso tempo, aiutarci a rispettare il limite: se anche ciò che progettiamo non dovesse realizzarsi, siamo invitati a liberarci del progetto, perché la nostra vita lo supera».

Non è mancato, nella riflessione di Petrosino, un riferimento alle modalità con cui abitare il presente: «Nel tempo dell’urgenza, quello a cui eravamo abituati, la presa di coscienza che quasi nulla è urgente ci può aiutare a crescere. La storia stessa va in questa direzione: ciò che nell’ora è visto come un limite, in un discorso più ampio può portare frutto. Anche una eventuale diminuzione della libertà, anche la morte. Questo evento è di per sé sempre violento e inspiegabile, ma spinge ad una maggior responsabilità nei confronti di chi incontreremo in futuro, soprattutto in virtù della memoria del bene ricevuto».

Al termine dell’interevnto di Petrosino è stata data l’opportunità, ai giovani connessi, di rivolgere al filosofo le proprie domande. Successivamente è stato aperto un dibattito, a livello zonale, che ha dato modo ai presenti di confrontarsi.

L’appuntamento è stato poi fissato per venerdì 5 giugno con il terzo incontro del percorso: l’ospite sarà Fabio Antoldi, professore di Strategia Aziendale e di Imprenditorialità, e direttore del CERSI, il Centro di Ricerca per lo Sviluppo imprenditoriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Antoldi proporrà una propria lettura a stampo economico e con prospettive sul mondo del lavoro, di nuovo focalizzata sul momento attuale e sul futuro che ci attende. La diretta dell’incontro sarà disponibile a partire dalle ore 21 sempre sul canale YouTube della Federazione Oratori Cremonesi.

 

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Frère John di Taizé risponde ai giovani: «Nella prova ritroviamo l’essenziale» – VIDEO

Futuro e speranza sono termini che, da sempre, chiamano in causa il mondo giovanile. Parlarne oggi, nel momento che stiamo vivendo, appare particolarmente difficile. La proposta della pastorale giovanile della diocesi di Cremona, supportata dalla presenza e dalla condivisione con un gruppo di giovani, va proprio in questa direzione: suscitare riflessioni e confronto, con lo sguardo rivolto al futuro, a partire dalla situazione di crisi che stiamo attraversando.


Si tratta di un ciclo di tre incontri che tentano di declinare, nel concreto, le fatiche e le speranze che si aprono sul domani.

L’ospite del primo incontro, che si è tenuto un diretta YouTube sulla pagina della Federazione Oratori Cremonesi nella serata di mercoledì 20 maggio, è stato Fr. John della comunità di Taizè.

Intervistato da un giovane, Filippo Formica, il monaco di origini americane ha tentato di dare una lettura spirituale della situazione contemporanea: «In questo periodo possiamo chiederci quale sia l’invito bello e profondo che il Signore rivolge alla nostra vita: abbiamo più tempo per pregare, per riflettere e tornare all’essenziale».

Con queste parole Fr. John ha aperto la propria riflessione, che è proseguita attorno ad una parola chiave: «La fiducia ci può guidare anche nelle situazioni più complicate: nella Bibbia la troviamo espressa come fede e siamo invitati anche noi a viverla come tale. Fidarsi, affidarsi per permettere a Dio di guidarci anche quando la strada si fa oscura».

La crisi è stata dunque letta come occasione per ritornare alla radice, per «riscoprire ciò che di più profondo ci lega a Dio. Anche l’attivismo, pericolo in cui spesso rischiamo di cadere, è da mettere in discussione chiedendosi se ciò che impegna le nostre giornate sia davvero essenziale oppure no».

L’intervento di Fr. John ha quindi tentato di veicolare un messaggio chiaro: l’imprevisto, anche quello che mette in ginocchio, può essere vissuto, sebbene nella sofferenza, come luogo di incontro con il Signore. «È il tema biblico della prova, che emerge bene dal libro dell’Esodo: prima della terra promessa ci sono quaranta anni di deserto, che sono davvero probanti. La vera domanda che ci dobbiamo porre è: “Come vogliamo abitare questa condizione?”. Ciascuno di noi può scegliere quale via percorrere, se quella della solidarietà o quella della chiusura».

Al termine della riflessione proposta da Fr. John è stato dato spazio ad alcune domande proposte dai giovani presenti alla diretta.

Successivamente è stato aperto un dibattito, a livello zonale, che ha dato modo ai presenti di confrontarsi a partire dalle parole del monaco di Taizè.

L’appuntamento è stato poi fissato per martedì 26 maggio con il secondo incontro del percorso: l’ospite sarà Silvano Petrosino, docente di Teorie della Comunicazione e Antropologia all’università Cattolica del Sacro Cuore.

Petrosino proporrà un riflessione a stampo filosofico e sociale, di nuovo incentrata sulla tematica del dubbio e della speranza. La diretta dell’incontro sarà disponibile a partire dalle ore 21 sempre sul canale YouTube della Federazione Oratori Cremonesi.




Al Boschetto e Migliaro la “Canzone della Speranza” può aiutare a risollevarsi

In un momento difficile e sofferto come quello che stiamo vivendo una “Canzone della Speranza” può aiutare a risollevarsi, ad innestare un pizzico di fiducia nelle persone. Con questa idea il coro delle parrocchie del Migliaro e del Boschetto, nella periferia di Cremona, si è messo in gioco realizzando un video poi pubblicato sui social media.

«L’iniziativa è partita da alcuni elementi del coro – spiega il parroco, don Maurizio Ghilardi – e una persona in particolare ha chiesto di poter realizzare la Canzone della Speranza per recuperare una certa unità e mandare un messaggio di condivisione».

L’idea è subito piaciuta a tutti i membri del coro, ma non solo: «Sono stati chiamati in causa anche alcuni ex residenti del Boschetto e del Migliaro che, negli anni passati, hanno sempre partecipato alle iniziative della parrocchia».

Il desiderio di rimettersi tutti in contatto e generare un momento di gioia è stato dunque il vero motore che ha portato alla realizzazione del video.

https://www.facebook.com/ParrocchiaBoschetto/videos/2591845287757284/

 

«Le parrocchie del Boschetto e del Migliaro – racconta don Ghilardi – hanno avuto un numero piuttosto elevato di decessi. Serviva quindi una spinta positiva, ed è arrivata proprio dai laici, che hanno manifestato questa volontà di spendersi per il bene della comunità. A breve, invece, uscirà un secondo video, nel quale si canterà Sei fuoco e vento, canto che abbiamo scelto per la sua attinenza al Tempo di Pasqua, ma che, con il suo riferimento allo Spirito, vuole comunque essere invocazione e affidamento per tutti coloro che stanno soffrendo».

Quello dei canti liturgici non è l’unico ambito in cui i parrocchiani di Boschetto e Migliaro si sono attivato: un’altra iniziativa è stata portata avanti da Marco Mauro e Martino Moruzzi, che hanno suonato sotto i campanili delle chiese di Boschetto e Migliaro come omaggio alle vittime, a coloro che si prendono cura degli ammalati, a chi soffre e a quanti sono chiamati ad osservare la quarantena.

Il periodo che stiamo vivendo chiede di ripensare alcune modalità per vivere la dimensione comunitaria della Chiesa. Le parrocchie del Boschetto e del Migliaro hanno tentato di formulare una loro risposta che ridonasse slancio e speranza all’intera comunità.




Davanti alla Vergine lauretana invocando la sua intercessione per la città e la diocesi (VIDEO)

«Ritrovarsi qui, nella Santa Casa, per celebrare l’Eucarestia, significa raggiungere il cuore della nostra città per riscoprirci uniti e fiduciosi». Con queste parole il vescovo Antonio Napolioni ha aperto la celebrazione che si è tenuta nel Santuario Lauretano della chiesa di S. Abbondio, a Cremona, nella mattinata di lunedì 13 aprile.

Dopo le grandi solennità pasquali, la Messa celebrata ai piedi dell’altare della Vergine ha avuto un sapore molto particolare ed intimo. «Fin dal principio dei racconti evangelici, Maria viene descritta come una donna che matura la propria fede interiormente – ha spiegato il Vescovo nella sua omelia – e anche oggi la sua presenza è discreta nelle nostre famiglie, nelle nostre case. Siamo noi ad essere invitati a riscoprirla vicina, come una madre premurosa che si prende cura dei propri figli».

Il Lunedì dell’Angelo, tradizionalmente, prosegue le celebrazioni della Resurrezione anche a livello liturgico: le letture invitano all’incontro con il Cristo vincitore della morte.

«San Giovanni Paolo II ha legittimato il pensiero secondo cui  – ha proseguito il Vescovo Antonio nella propria riflessione – la Madonna sia stata la prima a cui il Risorto si è mostrato, ma, come sempre, ha preferito custodire nella propria intimità questa consapevolezza. Allo stesso modo noi, oggi, nelle nostre case, siamo spronati a riflettere e a prepararci a ciò che verrà dopo».

Lo sguardo di Mons. Napolioni si è infatti spinto oltre la condizione attuale. Non è ovviamente mancata una preghiera di affidamento per tutti coloro che soffrono e che stanno attraversando momenti difficili – senza dimenticare i defunti – ma l’invito che è stato rivolto a tutti i fedeli è stato profondo e radicale, rivolto al domani.

«Quando usciremo dalle nostre case – così si è conclusa l’omelia – ritorneremo ad abitare la nostra casa comune, il mondo. Lo stile che dovremo avere, però, non è quello di Giuda, o dei soldati del racconto evangelico, che fanno un uso distorto del denaro e della parola. La vera sfida sarà quella di accorgerci di non essere soli, provando quindi a vivere nel mondo da fratelli, desiderosi di lasciare un eredità degna dei figli di Dio a chi verrà dopo di noi».

La celebrazione, dunque, ha avuto come cuore pulsante il rapporto tra il Risorto, la Vergine Maria ed i credenti, la cui fede, in questo momento, è messa a dura prova, ma a cui non può mancare la fiducia e la speranza che vengono dalla Pasqua.

Per questo motivo la Messa, animata da don Andrea Foglia e don Francesco Gandioli, parroco e vicario di S. Abbondio, si è conclusa con la preghiera alla Vergine Lauretana: alla sua intercessione è stata affidata la città di Cremona, la diocesi ed il mondo intero, perché ognuno possa riscoprirsi come figlio amato e mai abbandonato alla solitudine, anche nella sofferenza.

 

 

Lunedì dell’Angelo, alle 11 in diretta la Messa del Vescovo dalla Santa Casa lauretana presso S. Abbondio




Lunedì dell’Angelo, alle 11 in diretta la Messa del Vescovo dalla Santa Casa lauretana presso S. Abbondio

La città di Cremona è, ormai da settimane, uno dei centri maggiormente colpiti dall’emergenza sanitaria che il nostro Paese sta affrontando. Da qui nasce il desiderio di affidarsi all’intercessione della Madonna Lauretana, custodita nel santuario ad essa dedicato presso la parrocchia di Sant’Abbondio.

«La Vergine – spiega don Andrea Foglia, parroco di Sant’Abbondio – è stata invocata, nel corso dei secoli, nelle varie traversie di città e diocesi. L’esempio più celebre è quello del 1630, quando la Madonna è stata invocata per sconfiggere la peste».

Il vescovo Antonio Napolioni ha dunque deciso di presiedere l’Eucarestia presso il Santuario lauretano nella mattinata del Lunedì dell’Angelo, alle 11, proseguendo così le celebrazioni Pasquali in un giorno che, nella tradizione, ha sempre avuto una particolare devozione popolare.

«In un momento così complesso – prosegue don Foglia – credo sia bello ricordare che la città ha un luogo sacro che alcuni, nonostante le difficoltà, continuano a frequentare. La celebrazione di lunedì sarà certamente un modo per invocare la Madonna affinché accompagni ciascuno a vivere con coraggio, e con maggior conforto, questo periodo così particolare, faticoso. Avremo però anche modo di ringraziare il Signore per la vicinanza e il sostegno che molti hanno ricevuto in questi giorni difficili».

La prima celebrazione del tempo di Pasqua al di fuori della Cattedrale per il vescovo Napolioni sarà quindi affidata all’intercessione della Vergine lauretana perché, ancora una volta, i cremonesi possano trovare in essa la forza per affrontare le avversità della vita senza perdere la speranza

La Messa sarà celebrata naturalmente a porte chiuse all’interno della Santa Casa, il Santuario lauretano presente a Cremona all’interno della chiesa parrocchiale di Sant’Abbondio, fedele riproduzione di quella di Loreto, voluta dal giureconsulto Gian Pietro Ala. Era il 1625 quando il Consiglio generale di Cremona decretò che la città fosse posta sotto la
protezione della Vergine Lauretana di Sant’Abbondio.

Dalle 11 la celebrazione potrà essere seguita in diretta sul nostro portale, i canali social della Diocesi e in tv su Cremona1 (canale 80)




Con Sansebasket, Liceo Vida e MEDeA lo sport non vince solo sul campo

Non si vince solo sul campo. È una battuta banale, scontata se vogliamo, ma vera. È un motto che sta al centro delle intenzioni di tre realtà forti del territorio cremonese, le quali hanno deciso di dar vita ad una collaborazione.

Sansebasket, Liceo Vida e MEDeA Onlus, nella serata di venerdì 24 gennaio, hanno stipulato un accordo per provare a «camminare insieme, a condividere una parte di strada», come ha ricordato la preside del liceo, Roberta Balzarini.

È stata la festa di San Tommaso, evento ormai tradizionale del Vida, a fare da cornice per la firma di questa convenzione. Sul palco del salone Bolognini del Seminario, dopo i Vespri ai quali hanno partecipato studenti e alunni ed un semplice momenti conviviale, sono saliti Fabio Tambani, presidente di Sansebasket A.S.D., la dottoressa Federica Negri, di MEDeA Onlus, e i professori Patrizio Pavesi e Caterina Piva, responsabili del progetto “redazione” del Liceo Vida.

«La Sansebasket – ha esordito Tambani – è una società che conta ben centosessanta iscritti, la maggior parte dei quali giovani e giovanissimi, e da sempre ha cercato di investire in vista del futuro. Per questo stipulare un’alleanza con un’altra agenzia educativa che lavora con gli adolescenti è per noi un grande successo».

L’accordo firmato nella serata del 24 gennaio prevede infatti una collaborazione in campo mediatico: gli studenti del Vida che hanno scelto di impegnarsi, durante quest’anno, nel progetto di redazione si affiancheranno ai dirigenti Sansebasket nella promozione del Sanse Day, evento benefico organizzato da Sansebasket in favore di MEDeA Onlus.

«Nel nostro piccolo laboratorio di giornalismo – ha spiegato Pavesi – tentiamo di fornire ai ragazzi le competenze di base per approcciarsi al mondo della comunicazione. Ora, grazie alla collaborazione con la Sanse, abbiamo una finalità precisa e marcata, e questo non può farci che bene. Inoltre avremo modo di approfondire alcune dinamiche, legate soprattutto al mondo dei social, che oggi sono imprescindibili».

Sansebaskete e Liceo Vida proveranno dunque a collaborare per crescere insieme, ma anche per dare visibilità a MEDeA Onlus, associazione impegnata nell’assistenza ai malati oncologici – e alle loro famiglie –  e nella ricerca medica.

La dottoressa Negri si è detta «molto felice per questa ennesima vittoria che, insieme a Sansebasket, nostro testimonial storico, riusciamo a conquistare. Parlare di malattia non è mai facile. Riuscire però a farlo insieme a dei giovani, ai quali, generalmente, non piace sentire certi argomenti, è veramente un ottimo risultato. Sconfiggere un male non è solo una questione medica: ci sono tanti aspetti, non solo quello fisico, che la malattia rovina. Sentirsi accompagnati da atleti, da ragazzi del Liceo, può aiutare anche chi soffre a sentire che c’è ci si preoccupa per lui».

Al termine degli interventi è stata dunque firmata la convenzione, che prevede diversi momenti di interscambio e che avrà il proprio momento saliente nel pomeriggio di sabato 25 aprile, con il Sanse Day per MEDeA. In quella giornata gli atleti della Sansebasket si sfideranno sul campo, tra agonismo e goliardia, per dare spettacolo, mentre gli studenti della redazione si metteranno in gioco per provare a raccontare l’evento come una vera e propria redazione giornalistica.

Quello stipulato tra Sansebasket, Liceo Vida e MEDeA è, dunque, un accordo in cui tutti mettono al servizio le proprie competenze per sostenere l’altro: una grande vittoria per la nostra città.

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Notte del liceo classico Vida: la bellezza che guarda al contemporaneo

Il Classico va sempre di moda. Può essere sintetizzata con questa semplice e superficiale battuta l’idea che sostiene la Notte bianca del liceo classico, andata in scena presso il Liceo Vida di Cremona, in contemporanea con gli oltre 250 licei classici d’Italia, nella serata di venerdì 17 gennaio.

La preside, Roberta Balzarini, insieme al professor Gianluca Mete, organizzatore della manifestazione, hanno dato il via agli eventi che hanno animato la notte bianca.

«La serata di oggi si presenta oltre che come saluto – ha spiegato il prof. Mete – ma anche, e soprattutto, come frutto del grande lavoro svolto da docenti e insegnanti. È la grande occasione che abbiamo voluto dare ai nostri studenti per poter spendere sul campo le conoscenze acquisite in questi anni di studio».

E, di fatto, gli eventi che hanno fatto seguito alla breve introduzione della dirigenza, hanno confermato le parole di chi li ha preceduti: i ragazzi sono stati protagonisti dal primo all’ultimo evento.

Alcuni studenti del quinto anno si sono spesi, come ideatore e moderatori, di una conferenza sul tema della legalità, durante la quale sono intervenuti don Graziano Ghisolfi, cappellano della casa circondariale di Cremona, Simona Saletti, educatrice della Cooperativa Nazareth, e Davide Longhi, di Mestieri Lombardia.

La tematica è stata affrontata in modo profondo e serio, con l’intento di invitare i numerosi presenti a riflettere sul valore della persona e sul ruolo che chi ne segue il percorso di detenzione e reinserimento deve avere: accompagnare uomini che hanno sbagliato a riconoscere il proprio errore ed a cambiare vita.

Successivamente altri eventi hanno preso vita: alcuni studenti di terza liceo hanno proposto una lettura interpretata di alcuni brani di Odissea ed Eneide, mettendo al centro la tematica del viaggio, comune all’uomo di ieri come a quello di oggi; altri hanno intrattenuto gli ospiti invitandoli a mettersi di fronte al mitico oracolo e praticando su di loro l’arte divinatoria per leggerne il futuro.

Un gruppo di alunni ha poi proposto una propria rilettura del legame tra astronomia e mitologia: inscenando una semplice pièce teatrale costruita da loro hanno riflettuto sui riferimenti mitologici che un’osservazione attenta del cielo porta con sé.

La serata, poi, è proseguita con una conferenza sul tema della bellezza. Insieme alle professoresse Annamaria Cecchini e Melania Fava – docenti di storia dell’arte e matematica – sul palco del salone Bolognini è salito l’artista Gianmaria Potenza, artista veneziano noto in tutto il mondo e fondatore della vetreria La Murrina.

I tre relatori hanno proposto un riflessione sul tema della bellezza a partire dalle proprie aree di competenza: la prof. Cecchini, dopo aver ripercorso la storia della bellezza nell’arte, è arrivata a sostenere che la bellezza sia frutto dell’interiorità ed intimità; il maestro Potenza ha condiviso la propria esperienza, mettendo in risalto l’idea di bellezza che cerca di comunicare con le proprie opere; la professoressa Fava, infine, ha evidenziato come, anche in campo matematico e scientifico, si possa di parlare di bellezza e di contemplazione.

Eventi, rappresentazioni e conferenze sono state occasione per «vedere alunni e docenti all’opera nella riscoperta dei classici – ha raccontato la preside Balzarini – e provare a recuperare, tutti insieme, le nostre radici, che possono aiutarci nel guardare all’oggi e nel progettare il nostro futuro».

A concludere la serata è stata la lettura di un passo dell’Agamennone di Eschilo che ha sigillato la notte del liceo classico in modo solenne ed autorevole.

Il sigillo, però, chiede di essere rotto per far sì che la classicità possa ancora mettersi in dialogo con la contemporaneità.

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“Cortile dei sogni”: gli oratori della città a confronto per condividere il rilancio (VIDEO E FOTO)

Si è svolta presso l’oratorio della Beata Vergine di Caravaggio nel pomeriggio di domenica 12 gennaio 2020 la tappa zonale del percorso di ripensamento e riprogettazione del modello di oratorio, promosso da Ufficio diocesano di Pastorale Giovanile con la Federazione Oratori cremonesi, titolato Cortile dei sogni.

L’incontro, rivolto ai sacerdoti e ai collaboratori d’oratorio della Zona 3, si è aperto con un momento di preghiera a cui ha fatto seguito una breve introduzione di don Paolo Arienti, responsabile dell’ufficio diocesano di pastorale giovanile.

«Ripensare l’oratorio – ha esordito don Arienti – non significa rivedere il calendario degli eventi, ma ricentrare il nostro agire attorno a Colui che dovrebbe ricoprire un ruolo centrale».

Il momento successivo, introdotto da don Pierluigi Fontana, responsabile zonale della pastorale giovanile, ha visto i presenti dividersi in due gruppi per confrontarsi e dialogare circa le questioni focali della vita dell’oratorio: catechesi, ferialità, legame con il territorio ed accoglienza.

Il dibattito ha dato modo a tutti di condividere le ricchezze presenti nelle proprie parrocchie e, allo stesso modo, le fatiche che ciascuno si trova ad affrontare.

«È questa la motivazione che ci ha spinto a proporre un incontro zonale – ha poi spiegato don Arienti – perché crediamo che dal confronto, dalla condivisione possa nascere qualcosa di buono. Nessuno è chiamato ad affrontare da solo le situazioni che gli si presentano, ma tutti noi siamo invitati a collaborare, a stringere delle alleanze che ci aiutino a camminare insieme».

Tra le questioni più urgenti è emersa quella della scarsa presenza alla vita “feriale” dell’oratorio, per alcune parrocchie; dall’altra parte sono stati messi in luce quei percorsi di mistagogia e catechesi giovanile che, ancora oggi, vedono un’ottima presenza da parte di adolescenti e giovani.

«Vivere le dinamiche ecclesiali – ha concluso don Paolo Arienti – significa proprio questo: dirsi le cose per come stanno realmente ed avere la capacità, ed il coraggio, di parlarne con intelligenza. Se vogliamo ripensare l’oratorio, che è la nostra passione, dobbiamo porci in un’ottica di condivisione».

Il ripensamento della ferialità, il potenziamento del protocollo di intesa con il Comune di Cremona e l’attenzione da dedicare al percorso di formazione giovanile “Traiettorie di sguardi” sono solo alcune delle proposte lanciate dal responsabile diocesano della pastorale giovanile per rivedere le linee guida della vita degli oratori cremonesi.

L’invito che ha concluso l’incontro è stato quello di non lasciar cadere le domande e le considerazioni emerse dal dibattito comune, di riprenderle nei contesti parrocchiali, anche in vista dell’incontro diocesano che concluderà, almeno formalmente, il Cortile dei sogni: venerdì 17 aprile, alle 18.30 presso il seminario vescovile di Cremona, si terrà l’assemblea diocesana degli oratori insieme al Vescovo Antonio Napolioni.

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«L’eredità non si lascia. Si trova!». Il vescovo Antonio a Cremona Solidale (AUDIO E FOTO)

È stata una celebrazione partecipata e sentita quella che mons. Antonio Napolioni ha presieduto, insieme ai concelebranti Don Goffredo Crema e don Franco Morandi, presso la struttura di Cremona Solidale: la numerosa assemblea ha cantato, pregato e fatto sentire la propria vicinanza al Vescovo, anche attraverso alcuni gesti concreti.

Prima della Messa, infatti, mons. Napolioni ha ricevuto alcuni doni da parte dei presenti che, a loro volto, lo hanno invitato a ricordarsi di tutti, a partire dai collaboratori e dai dipendenti. Non sono dunque mancati sorrisi, abbracci e strette di mano, con i quali ciascuno ha voluto testimoniare la propria gratitudine ed il proprio affidamento.

Il Vescovo ha poi raccolto in preghiera le richieste degli ospiti e, durante la celebrazione eucaristica, ha rivolto loro più di un pensiero.

Ascolta l’omelia del vescovo Antonio

«Tante volte, quando si parla di anziani – ha esordito mons. Napolioni – si pensa all’eredità che lasceranno. Le letture di oggi, invece, ci rivelano che un’eredità è già pronta per noi: il paradiso! E’ una grande speranza quella che il Signore ci lascia: ci ricorda che, nonostante le fatiche, la solitudine, il dolore che spesso attraversano la nostra vita, c’è una casa, preparata per noi dal Padre, in cui un giorno ci ritroveremo tutti, e lì sarà festa senza fine».

Il Vescovo ha anche voluto lasciare un messaggio di incoraggiamento per tutti: «Abbiamo celebrato il Natale da pochissimo tempo: è questa la festa in cui ci ricordiamo che Dio viene a vivacizzare le nostre vite. La nascita di un bambino porta sempre gioia, anche se siamo anziani e stanchi. Il Signore non ci abbandona, perché ci ama. Ecco il motivo per cui questo luogo è così importante per la nostra città: qui vediamo in modo chiaro e consistente l’amore di Dio».

Speranza, affidamento e amore sono dunque le parole chiave attorno alle quali ha ruotato questo “incontro”. La celebrazione della Messa insieme al Vescovo ha avuto proprio questo significato: ricordare a ciascuno che non si vive soli, ma che il Padre ha un tesoro in serbo per tutti.

Sulla stessa lunghezza d’onda si è articolata anche la brevissima riflessione del presidente del Cda di Cremona Solidale, Emilio Arcaini: «La presenza del Vescovo Napolioni è un bellissimo segno di vicinanza della Chiesa e del territorio cremonese. A lui, e alla sua preghiera, affidiamo il nostro cammino, il nostro lavoro e tutte le persone che incontriamo ogni giorno».

La benedizione impartita da mons. Napolioni ha poi chiuso la celebrazione, precedendo il consueto scambio di saluti e di auguri tra il Vescovo e tutti i presenti.

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