1

Da 30 anni a Cremona una casa per l’accoglienza

Un particolare anniversario caratterizza la Settimana della Carità 2018: i 30 anni della Casa dell’Accoglienza di Cremona. Di questo si parlerà nella serata di venerdì 9 novembre (ore 20.30) presso il Centro pastorale diocesano di Cremona. Interverranno don Giosuè Regonesi, che ne fu il primo direttore, e mons. Gian Carlo Perego, oggi arcivescovo di Ferrara-Comacchio e già direttore della Caritas diocesana. Presente anche il vescovo di Cremona Antonio Napolioni e don Antonio Pezzetti, arrivato alla Casa dell’Accoglienza nel 1994 e dal 1997 direttore di Caritas Cremonese.

Tutti gli appuntamenti della Settimana della Carità:

  • 3 novembre, ore 16.30 a Cascina Moreni (Cremona): incontro di confronto e ascolto tra giovani in merito a esperienze di servizio, mondialità e missione, nell’anniversario di morte di Fabio Moreni Leggi per saperne di più
  • 6 novembre, ore 18 ex chiesa del Foppone (Cremona): firma del protocollo d’intesa tra Comune e Associazione No Spreco Leggi per saperne di più
  • 9 novembre, ore 20.30 Centro pastorale (Cremona): i 30 anni della Casa dell’Accoglienza
  • 10, 11, 17, 18 novembre, ore 9.30 nelle 5 Zone pastorali: le Giornata della carità Leggi per saperne di più
  • 13 novembre, ore 10: in Cattedrale l’omaggio dei Ceri e, a seguire, la solenne Messa pontificale nella festa patronale

 

L’origine della struttura

Era il 12 novembre 1988 quando il vescovo Enrico Assi inaugurava a Cremona la «Casa dell’Accoglienza», quale «segno di comunione e luogo di crescita sulle strade della santità». Una struttura che ancora oggi è considerata il simbolo dell’impegno caritativo della Chiesa cremonese. «Il vescovo Assi – ricorda don Pezzetti – ebbe l’idea di creare un segno concreto di accoglienza. Non per demandare il problema a una sola realtà, quanto piuttosto per fare in modo che questo valore fosse sempre tenuto presente nelle nostre comunità. Una esigenza che è sicuramente ancora attuale!». «Per la collocazione – spiega ancora il sacerdote – fu scelta la grande struttura che ospitava il collegio Sfondrati che, dopo una aver vissuto una prestigiosa storia, a metà degli anni Ottanta iniziava ad avere numeri molto esigui. Nacque così la Casa dell’Accoglienza di Cremona, allora gestita in modo autonomo rispetto all’Ufficio Caritas».

 

Una Casa per tutti

Una casa con le porte sempre aperte ai diversi tipi di accoglienza. Tante le forme di ospitalità garantite, anche se certamente la maggiore visibilità è per l’accoglienza offerta di fronte a grandi fenomeni migratori: inizialmente dall’Africa, poi da Albania, Romania e Kosovo; negli anni 2000 i minori non accompagnati e attualmente i migranti dal Nord Africa (780 le persone passate dalle varie strutture). Così da sempre ci sono posti disponibili per fronteggiare situazioni di pronta emergenza, il «rifugio notturno» per dare ospitalità ai senza tetto nei periodi più freddi dell’inverno. C’è un letto per singoli e famiglie sfrattati, ma anche per i lavoratori o gli studenti provenienti da altre zone d’Italia, o persone costrette a risiedere in città per seguire i propri cari ricoverati in ospedale. Nella casa non manca la mensa (aperta anche agli esterni) e uno spazio dedicato agli anziani, che da 30 anni qui si ritrovano tre giorni a settimana per vivere un pomeriggio di «normalità» insieme. Da segnalare anche la presenza di alcuni sacerdoti residenti e di alcune religiose: dopo le Adoratrici oggi collaborano le Suore Catechiste di S. Anna. Una struttura che è quasi un «condominio» della carità. Qui trovano spazio gli uffici Caritas, il centro d’ascolto, l’ambulatorio infermieristico e le Cucine benefiche della S. Vincenzo de’ Paoli.

 

Tra professionalità e volontariato

Casa dell’Accoglienza può vantare tanti volontari che operano in sinergia con il centinaio di dipendenti della Cooperativa Servizi per l’accoglienza che, coordinati da Cristiano Beltrami – da sempre braccio destro di don Pezzetti –, lavorano nelle diverse “opere segno” della Caritas: dalla Casa dell’Accoglienza di Casalmaggiore alle comunità di Marzalengo, Cortetano, San Savino. Ve n’è una anche a Cremona, insieme alla «Casa della speranza» per malati di Aids: la recente «Casa di Nostra Signora» tutta declinata al femminile, che ha permesso di risolvere il problema della convivenza promiscua a Casa Accoglienza.