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Continua la peregrinazione dei segni della Gmg

Dopo l’accoglienza a Caravaggio e Rivolta d’Adda, martedì 20 ottobre sono giunti a Cremona i segni del Crocifisso di San Damiano e della Madonna di Loreto, che verranno donati alla Chiesa di Cracovia in occasione della prossima Giornata Mondiale della Gioventù. Le copie delle due opere d’arte, che stanno peregrinando nelle diocesi italiane, nel pomeriggio hanno fatto tappa in carcere e in ospedale, per giungere in serata nella chiesa di Sant’Abbondio, dove il vescovo Lafranconi ha presieduta una veglia di preghiera.

Di particolare significato le prime due tappe cremonesi: trattandosi di icone della misericordia, dell’intercessione e della cura, le prime soste in città sono state in alcuni luoghi simbolo, come appunto la casa circondariale e l’ospedale.

In serata altro luogo scelto non in modo casuale: la chiesa di S. Abbondio, che ospita il santuario Lauretano. Dopo una breve introduzione di don Paolo Arienti, responsabile della Pastorale giovanile, Elena Poli, una giovane esperta d’arte ha delineato il quadro storico-artistico in cui si collocano le opere scelte per rappresentare la Chiesa italiana nel mondo. Il crocifisso di San Damiano, datato intorno al 1100 e conservato nella chiesa di Santa Chiara in Assisi, rimanda alla vicenda di san Francesco d’Assisi, che proprio dinnanzi a quest’icona venne chiamato da Dio a ricostruire la sua Chiesa. La statua della Madonna di Loreto, la cosiddetta Madonna Nera, presenta richiami anche con le sculture che ritraggono la Vergine Maria di Częstochowa in Polonia, la Vergine di Tenerife e la Santa Maria di Costantinopoli. La stessa chiesa di Sant’Abbondio conserva, nel piccolo santuario, la statua della Madonna Nera.

Alle figure del crocifisso e della madonna è stata poi prestata la voce, grazie a due monologhi che hanno permesso di riflettere sull’esperienza terrena della Madre, pronta ad accogliere il Figlio di Dio per farlo crescere e consegnarlo al mondo, e di Gesù crocifisso, inerme e all’apparenza sconfitto, dal quale, per fede, può nascere la speranza di una vita nuova.

Dopo la lettura del Vangelo con l’episodio del Padre misericordioso, il Vescovo, rivolgendosi ai giovani presenti, ha suggerito qualche spunto sulla parabola. Ha innanzi tutto posto l’attenzione sull’amore incondizionato del Padre, fuori dagli schemi e dalle misure umane. Proprio in preparazione alla GMG 2016 e all’apertura dell’Anno della Misericordia, è indispensabile – ha affermato il mons. Lafranconi – lasciarsi interrogare da questa misericordia, che non dev’essere tanto compresa quanto accolta, anche quando non pare giusta, persino quando non se ne capiscono i motivi. Come richiesto al fratello che nella parabola rimane accanto al padre, come l’esempio della Vergine continua a ricordare: ad ognuno è richiesto di ri-donare quella stessa misericordia che continua in ogni tempo a scaturire dal Padre.

Alcuni giovani, portando delle lampade all’altare, hanno poi innalzato preghiere. Quindi a due ragazze è stato chiesto di raccontare la loro esperienza nelle GMG passate, durante le quali hanno potuto sperimentare la bellezza di una Chiesa dai tanti colori, unita però da una sola fede. Fondamentale, per il giovane che parte a incontrare la Chiesa riunita, è tornare testimoniando alla sua comunità ciò che ha vissuto nell’incontro con Gesù e con gli altri.

Insieme al Vescovo i giovani hanno recitato la preghiera in preparazione alla GMG del prossimo luglio in Polonia e, dopo la benedizione, a tutti i presenti mons. Lafranconi ha consegnato il “gancio” che i giovani d’Italia stanno ricevendo in vista dell’appuntamento a Cracovia.

Nella giornata di mercoledì 21 ottobre ultime tappe diocesane, con il Crocifisso e la Vergine lauretana nella zona casalasco/mantovana, per poi essere accolti nella diocesi di Pavia.

Photogallery:  Tappe in carcere e in ospedale   Veglia con il Vescovo

Contributi audio della veglia:

 




Con le tappe a Casa Paola e a Viadana si è conclusa la peregrinazione in diocesi dei segni della GMG

Suggestiva e ricca di partecipazione e significati anche il terzo e ultimo giorno di peregrinazione dei segni Gmg in Diocesi di Cremona. L’itinerario di mercoledì 21 ottobre si è aperto a Rivarolo del Re, nella bella e accogliente chiesa di “Casa Paola” (in foto), struttura della Tenda di Cristo. Conclusione quindi in serata all’oratorio di Viadana Castello.

A Rivarolo del Re il crocifisso e la madonna lauretana hanno sostato per far sentire ancora  una volta la loro voce di dono e di cura. La celebrazione, presieduta da fratel Francesco Zambotti, instancabile animatore di progetti di accoglienza, recupero e speranza, è stata partecipata da collaboratori e ospiti della struttura, provenienti da diverse nazionalità, accumunati dall’esperienza della “casa” che li accoglie per percorsi di vita rinnovata.

A Viadana l’appuntamento è stato dall’Oratorio Castello per un aperitivo, cui è seguito il lancio della serata con le parole di Giovanni Paolo II e due testimonianze di giovani viadanesi che hanno partecipato ad alcune Gmg. Quindi si è entrati nel vivo del percorso che ha fisicamente portato i giovani dall’oratorio alla chiesa di S. Martino, attraverso un cammino sull’argine.

 

Oltre la metà del percorso l’incontro con il primo segno, la raffigurazione della Vergine Lauretana, che ha idealmente concluso l’esame di coscienza itinerante, articolato sui comandamenti, e ha dato avvio al secondo momento del tragitto, giocato sulla preghiera litanica di intercessione.

Giunti in chiesa, l’incontro con l’icona del dono, il crocifisso di S. Damiano, e la riflessione di don Paolo Arienti, responsabile dell’ufficio diocesano per la pastorale giovanile. «Siamo opportunamente passati dalla notte alla luce – ha sottolineato il sacerdote –, dalla coscienza di quanto spesso non siamo desiderosi di fare e essere alla proposta di esserci, con coraggio nuovo; di cogliere la forza e la novità della beatitudine della misericordia».

I giovani hanno pregato le parole di preparazione alla Gmg di Cracovia dove si legge proprio l’invocazione perché ciascun giovane possa portare con la sua concreta esistenza luce, conforto e vita laddove le periferie dell’indifferenza chiudono e bloccano.

Anche a Viadana, come in tutte le tappe della peregrinazione in terra cremonese, la consegna del primo “gancio” con il mandato a sperimentare la forza delle parole ascoltate e pregate e l’arrivederci agli incontri formativi dedicati agli aspetti più decisivi della prossima giornata mondiale.

Nella mattinata di giovedì 22 i segni sono stati consegnati alla diocesi di Pavia, con la peregrinazione che continuerà sino alle Palme 2016.

Al termine della peregrinazione cremonese don Arienti ha espresso la soddisfazione per un percorso certo non facile (giorni feriali, congestione delle iniziative parrocchiali, ecc.), ma ricco di momenti preziosi. «Abbiamo cominciato con il passo giusto – ha affermato – andando al cuore del senso della Gmg: non un evento, ma un percorso; di più: uno stile da cogliere anche oltre e dopo il viaggio fisico, perché la concretezza cui Francesco ci richiama, sia segno visibile, affidato innanzitutto ai più giovani e alle loro energie. Un grazie davvero grande a tutti coloro che hanno dato un po’ del loro tempo e della loro intelligenza per costruire anche questo piccolo, significativo segno».

Nei giorni precedenti:




Gmg 2016: già 500.000 gli iscritti. Le proposte della pastorale giovanile

Gli iscritti hanno superato quota 500.000, suddivisi in 2.346 gruppi provenienti da 144 Paesi, oltre 20mila volontari, 6500 giornalisti. Già 100mila i giovani pronti ai gemellaggi con le 42 diocesi polacche. Nel segno della figura di Giovanni Paolo II, prende forma la Gmg di Cracovia (25-31 luglio 2016) alla quale sono attesi almeno 100mila italiani. Tra questi anche i cremonesi che, grazie all’ufficio di pastorale giovanile, diretto da don Paolo Arienti, potranno scegliere tra diversi pacchetti di viaggio.

Come sempre sarà possibile vivere il gemellaggio con i giovani della nazione ospitante: è accaduto in Spagna con Benicarló e in Brasile con le comunità di Piranhas e Doverlandia in diocesi di São Luís de Montes Belos guidata dal cremonese dom Carmelo Scampa. Il pacchetto “Gmg lunga” prevede il gemellaggio con la diocesi di Katowice, nella Slesia, a un’ora di pullman da Cracovia dove si svolgerà l’incontro con Papa Francesco. La partenza è prevista per martedì 19 luglio: in serata sosta a Graz, capoluogo del Land della Stiria in Austria, per il pernottamento in hotel. Mercoledì 20 l’arrivo a Katowice dove i pellegrini cremonesi saranno sistemati nelle famiglie. Giovedì 21 giornata dedicata alla conoscenza della Chiesa locale, mentre venerdì 22 la comitiva farà tappa nel campo di concentramento di Auschwitz dove morirono, per la follia dell’ideologia nazista, centinaia di migliaia di persone, soprattutto ebree. Sabato 23 si terrà un pellegrinaggio suoi luoghi di Giovanni Paolo II che si concluderà in serata con una veglia di preghiera e un concerto. Domenica 24 ci sarà la celebrazione eucaristica con la comunità ospitante e un ultimo incontro di saluto, mentre lunedì 25 ci terrà un raduno di tutte le diocesi lombarde con la Messa concelebrata dai vescovi della regione che affideranno il mandato ai giovani, quindi la partenza per Cracovia per l’incontro con il Pontefice. Martedì 26 l’arrivo a Cracovia e la sistemazione nei luoghi indicati dal comitato organizzatore: proprio quel giorno si terrà la messa di apertura celebrata dal card. Dziwisz, arcivescovo della diocesi e storico segretario di Giovanni Paolo II.  Giovedì 28 luglio ci sarà l’accoglienza di Papa Francesco mentre venerdì 29 luglio la Via Crucis guidata dal Pontefice. A precedere questi eventi le catechesi, nei luoghi di accoglienza dei pellegrini, e un pellegrinaggio al Santuario della Divina Misericordia. Previsto come tradizione il Festival dei giovani: non solo arte e cultura ma per la prima volta anche tornei sportivi, calcio, rugby e breakdance. Il clou della Gmg sarà naturalemente sabato 30 con la veglia col Santo Padre al campus della misericordia e domenica 31 con la Messa conclusiva nel medesimo campus con il mandato. Nel viaggio di ritorno si pernotterà in pullman: l’arrivo è previsto a Cremona il 1° agosto.

Il pacchetto “Gmg lunga” costa 595 euro e comprende: il viaggio in pullman, pernottamento in hotel a Graz con mezza pensione, assicurazione bagaglio, assistenza sanitaria, spese di gemellaggio, quota di solidarietà e kit del pellegrino.

Il pacchetto “Gmg corta” che prevede la partecipazione solo alla fase celebrativa dal 24 al 1 agosto, sempre con pernottamento nelle strutture indicate dalla diocesi di Cracovia, costa 460 euro e comprende il viaggio in pullman (andata e ritorno si pernotterà in pullman), assicurazione bagaglio, assistenza sanitaria, quota di solidarietà e kit del pellegrino.

Sono anche disponibili pacchetti di viaggio per il suo fine settimana (30-31 luglio): per maggiori informazioni contattare l’ufficio di pastorale giovanile.

Scarica la scheda tecnica predisposta dall’ufficio di pastorale giovanile

Scarica il paginone del Mosaico dedicato alla Gmg

Inno della GMG 2016

http://www.chiesacattolica.it/giovani/materialigmg216/Inno_GMG2016_ITA.mp3

LA MOBILITAZIONE A CRACOVIA

Secondo il comitato promotore per gli alloggi il 60% dei pellegrini sarà ospitato dalle famiglie di Cracovia e della regione, mentre il restante 40% alloggerà in scuole, palestre, tendopoli. I pellegrini avranno buoni pasto utilizzabili in locali convenzionati o nei chioschi mobili. Chi ha problemi alimentari avrà una dieta apposita. Per quanto riguarda i trasporti, il pass del pellegrino permetterà l’utilizzo gratuito di autobus, tram e ferrovie. Sarà rafforzata la struttura sanitaria con 4mila volontari specializzati. Un punto delicato appare il rilascio dei visti di ingresso per i Paesi non appartenenti all’area Schengen. Il ministero degli Esteri polacco farà di tutto per favorire la più ampia partecipazione senza rinunciare alla sicurezza.




On line la relazione di don Tullio Proserpio sulla cura della dimensione spirituale nei malati oncologici

Giovedì 10 dicembre si è tenuto il terzo incontro di formazione per cappellani, volontari e operatori sanitari, presso l’aula magna dell’Ospedale di Cremona. Il tema affrontato è stato la cura della dimensione spirituale nei malati oncologici. La relazione è stata condotta da don Tullio Proserpio sacerdote della diocesi di Milano e cappellano dell’Istituto Tumori di Milano.

Il sacerdote ha tenuto una relazione intensa e approfondita sull’accompagnamento spirituale dei malati di tumore presentando, infine, una ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Tumori Journal (TJ) riscuotendo in ambito scientifico un grande interesse. Lo studio “Hope in cancer patients: the relational domain as a crucial factor” ha coinvolto 320 pazienti dell’Istituto Nazionale dei Tumori ed è stato condotto da un’équipe di lavoro multidisciplinare composta da oncologi, statistici, psicologi clinici coordinati dallo stesso sacerdote.

L’accompagnamento spirituale nella cura dei malati oncologic (ppt)

 

I contributi dei due precedenti incontri




Il grido di don Mazzolari «Misericordia per Giuda»

Pochi giorni prima dell’avvio Giubileo straordinario è uscito nelle librerie, per i tipi dell’Edizioni Dehoniane di Bologna, un piccolo volumetto dal titolo «Misericordia per Giuda» che raccoglie alcuni interventi di don Primo Mazzolari proprio sul tema della misericordia da parte di Dio, ma anche da parte degli uomini . L’opera è stata curata da don Bruno Bignami, presidente della Fondazione Mazzolari di Bozzolo e dal prof. Giorgio Vecchio presidente del comitato scientifico della medesima fondazione. Pubblichiamo integralmente l’introduzione di questo sussidio che certamente potrà aiutare a vivere ancora con più intensità l’Anno Santo. Sono parole profetiche che nonostante siano state pronunciate decine di anni fa sono ancora attualissime e provocatorie

Misericordia anche per Giuda?

Come spesso capita, nei testi di don Primo Mazzolari la provocazione aiuta a entrare nel mistero cristiano. Il tema della misericordia attraversa tutta l’esperienza pastorale e la riflessione del sacerdote cremonese. Da La più bella avventura del 1934 alle omelie degli ultimi anni, la misericordia è la cifra sintetica del messaggio evangelico nella spiritualità mazzolariana.
La misericordia è innanzi tutto caratteristica di Dio. E’ il volto del Padre rivelato da Gesù mentre percorre la strada verso Gerusalemme, beneficando e offrendo salvezza. Dio sovrabbonda in misericordia, la riversa sull’umanità senza misura: non ha altro modo per presentarsi se non amando gratuitamente. Egli, infatti, «fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (Mt 5,45). Si fa conoscere per misericordia, con misericordia e in misericordia.

Se Dio è amore, la risposta dell’uomo più coerente sta nel comandamento evangelico: «Siate misericordiosi» (Lc 6,36). Le opere di misericordia sono l’invito più credibile alla conversione dell’uomo. Mazzolari ne è convinto: «C’è più cielo nella stalla di Betlemme che nelle Somme dei teologi: c’è più speranza in una parola indulgente che in un decreto del S. Uffizio: più Natale nel bacio di un malato o di un prigioniero sulla mano di Giovanni XXIII che in certe genuflessioni rituali» (Adesso, 15 gennaio 1959). Il cristianesimo è annuncio della misericordia di Dio attraverso la misericordia umana. La «misera e la misericordia» di agostiniana memoria, ossia il divario tra il peccato umano e la gratuità del dono di Dio, non bastano più per il parroco di Bozzolo. Le nostre scelte umane, fondate sulla benevolenza, annunciano il volto di Dio. La sua misericordia si fa strada nel cuore dell’uomo anche grazie alla misericordia umana. E’ un annuncio fatto di gesti e di parole (DV 2)!

Il punto culminante della riflessione mazzolariana si trova nella celeberrima omelia del 3 aprile 1958: «Ma io voglio bene anche a Giuda». Un lettore dovrebbe usare la pazienza di ascoltarne la registrazione. Il parroco di Bozzolo tuona la misericordia con una voce incalzante e, insieme, invitante. Giuda è il traditore per eccellenza. L’uomo perduto per il quale non c’è più nulla da fare. Eppure sorge la domanda del credente: davvero la condanna è l’ultima parola? Il Mazzolari pastore intuisce nella tenerezza di Cristo, che si rivolge a Giuda chiamandolo «amico», la strada che la misericordia si è aperta innanzi a sé. E’ un abbraccio di carità che ha tormentato l’animo di Giuda. Un traditore inquieto, verrebbe da pensare con gli occhi di don Primo!
La misericordia di Dio disarma il cuore, scava in profondità, non lascia nulla d’intentato. Anche davanti al commercio di trenta denari che equivalgono al prezzo del Cristo, la risposta del Figlio di Dio sta in quel sussurro all’orecchio: «amico».

I testi qui raccolti risultano un felice leitmotiv del pensiero di don Mazzolari. Rivelano l’anelito pastorale del parroco dei lontani.
La vita in parrocchia a Cicognara e a Bozzolo è stata all’altezza di così elevato messaggio? Difficile dirlo. Nell’esperienza di don Primo non sono mancati episodi d’incomprensione, soprattutto negli anni Cinquanta. Delazioni, processi, ricorsi a tribunali, accuse… lo hanno segnato. Sono stati momenti che possono far pensare a un abisso tra il dire e il fare. In realtà questi eventi attestano che vivere all’altezza della misericordia di Dio è dono.

Don Primo ha testimoniato senza dubbio una pastorale della misericordia: nell’attenzione ai lontani, nella preferenza dei poveri, nella ricerca di un dialogo con tutti, nell’aprire nuove frontiere all’apostolato cristiano… Come non ricordare gli episodi di perdono di cui si è reso protagonista? L’indomani del gesto intimidatorio dei fascisti di Cicognara che attentarono alla sua vita (2 agosto 1931), la sua risposta fu di rinunciare alla denuncia. E dopo il 25 aprile 1945, restò a lungo nel cuore di molti bozzolesi la visita al carcere con la celebrazione dell’Eucaristia per i detenuti che avevano militato con la RSI, ovvero per quelli che fino a pochi mesi prima gli avevano dato la caccia disposti a eliminarlo. Non la vendetta, ma la misericordia cristiana genera una novità di atteggiamenti. Nulla è mai scontato!

Per questo don Mazzolari può scrivere opportunamente: «L’uomo ha più bisogno di misericordia che di giustizia» (p. 23). Per essere misericordiosi occorre aver incontrato la misericordia, aver fatto l’esperienza del proprio limite per vivere l’affidamento pieno a Dio. Sono parole che possono lasciare il segno anche oggi. Soprattutto laddove si è tentati di invocare una giustizia senza misericordia. Pretendere la giustizia indicando i limiti altrui, è comodo. L’uomo troppo giusto può giungere a uccidere in nome di una presunta superiorità. Mazzolari lo ricorda ad esempio pensando ai carcerati, nel discorso a Cremona alla Lega di preghiera e carità pro carcerati (27 giugno 1949). Solo la fragile misericordia può salvare. Seminare gesti di misericordia richiama alla profezia di un mondo nuovo. Non appartiene alla debolezza di chi si arrende a tutto. Rimanda, invece, al modo di amare di Dio, al di fuori della cui paternità nulla esiste.

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In Cattedrale il concerto di Natale della Banda di Cremona

Domenica 13 dicembre, alle 21, nella magnifica cornice della Cattedrale di Santa Maria Assunta, si terrà il concerto “Aspettando Natale”, promosso dalla Presidenza del Consiglio Comunale di Cremona e dal Complesso Bandistico “Città di Cremona”. Si rinnova così un appuntamento che, da diversi anni, la Presidenza del Consiglio Comunale, grazie ad una consolidata collaborazione con il sodalizio musicale, promuove nell’imminenza delle festività natalizie quale momento di incontro con la cittadinanza per uno scambio di auguri in musica. Dopo Palazzo Cittanova, il Teatro Ponchielli, l’Auditorium del Museo Violino, quest’anno il concerto si svolge in un contesto ancora diverso ed altrettanto affascinante qual è appunto la Cattedrale. Il programma sarà di alta qualità con brani che spazieranno dalla grande tradizione della musica colta a brani originali per banda, ad arrangiamenti di musiche natalizie. L’ingresso è libero.




L’8 dicembre a S. Sigismondo l’anniversario dell’ingresso in diocesi delle monache domenicane nel giorno d’avvio dell’Anno della Misercordia

L’8 dicembre, solennità dell’Immacolata, mentre Papa Francesco aprirà l’anno giubilare della misericordia, la comunità monastica domenicana presso San Sigismondo ricorderà l’8° anniversario del suo ingresso nella chiesa di Dio che è in Cremona.

Alle ore 11 nella suggestiva chiesa di largo Bianca Maria Visconti  sarà celebrata l’Eucaristia, presieduta dal cappellano don Daniele Piazzi, offerta con spirito di gratitudine per tutti coloro che aiutano spiritualmente e materialmente la comunità domenicana. Nel pomeriggio, alle 17, ci sarà il solenne canto dei Vespri, presieduti dal domenicano padre Marco Salvioli, del convento di Santa Maria delle Grazie di Milano.

“È un anniversario – precisano le monache domenicane – che si inserisce in un tempo di guerra mondiale, una guerra che – secondo le parole dell’economista Luigino Bruni – non si sa bene quando e dove sia iniziata, quando, dove e come finirà. C’è chi la vuole, chi ci guadagna, chi non vuole che finisca. È un anniversario che ci ripropone il dramma di famiglie che stanno vivendo ore di dolore per la malattia, la perdita del lavoro, l’allontanamento dei figli dalla fede. È un anniversario che insieme alle sofferenze dell’umanità ci offre anche un’opportuna possibilità di bene e di amore, poiché ci fa sentire in silenziosa consonanza con tutta la Diocesi, con il vescovo Dante, con mons. Antonio nostro futuro pastore, con i sacerdoti e le suore che operano nelle varie attività caritative. È un anniversario che rinsalda i legami con i cari Cremonesi, sempre modesti nel loro porsi, ma attenti, operosi e generosi secondo il Vangelo: La sinistra non sappia quello che fa la destra!”.

“Offriamo al Signore ogni giorno – continuano le domenicane – tutte le intenzioni, le necessità, le fatiche di coloro che in un modo o nell’altro vengono a contatto con la nostra Comunita perché le promesse di bene del Verbo fatto uomo per la nostra salvezza, si realizzino nella nostra Città, nella nostra Nazione e in tutto il mondo”.

Da qui l’invito a tutti i fedeli ad unirsi al rendimento di grazie della comunità monastica di S. Sigismondo “per l’abbondanza di doni spirituali e temporali che Dio ha riversato sulla nostra Comunità in questi otto anni di presenza a Cremona”.




L’8 dicembre nella capitale della Costa Rica l’ordinazione sacerdotale del cremonese don Luigi Vettone

Martedì 8 dicembre, nella solennità dell’Immacolata e nel giorno in cui Papa Francesco aprirà l’Anno della Misericordia, nella Cattedrale di San José, nella capitale della Costa Rica, sarà ordinato sacerdote il cremonese don Luigi Vettone, 46enne originario di Longardore, che ha maturato la propria vocazione nella seconda comunità del Cammino neocatecumenale delle parrocchie cittadine di S. Agata e S. Ilario.

Alla solenne celebrazione, che sarà presieduta dall’arcivescovo José Rafael Quirós Quirós, saranno presenti anche alcuni cremonesi. Non mancherà, in particolare, una delegazione neocatecumenale cremonese, alla presenza del parroco di Cascine S. Pietro (Cassano d’Adda) don Silvio Aboletti.

Don Luigi, ordinato diacono lo scorso 13 giugno, è originario della frazione di Sospiro, dove ha vissuto con i genitori e il fratello prima della decisione di entrare in Seminario. Una scelta maturata dopo la GMG di Colonia del 2005, mentre già lavorava come odontotecnico.

Durante gli anni di formazione ha alternato l’impegno di studio teologico presso il Seminario Redemptoris Mater di San José con il servizio pastorale in diverse parrocchie della Costa Rica.

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                   Immagini dell’ordinazione diaconale di don Luigi Vettone il 13 giugno 2015 nella Cattedrale di San José




Giornata dell’adesione dell’AC, la presidente Corbari: «Corresponsabili nella Chiesa»

L’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concenzione, l’Azione Cattolica celebra la “Giornata dell’Adesione”, occasione fondamentale per ciascun aderenti di rinnovare il proprio impegno associativo. In ogni comunità parrocchiale dove è presente l’Ac si terranno momenti di preghiera e riflessione con la benedizione e la consegna delle tessere. Alla dottoressa Silvia Corbari, presidente diocesana, abbiamo rivolto alcune domande.


Anzitutto qual è la consistenza dell’Ac cremonese?
«L’Azione Cattolica continua ad essere presente in numerose parrocchie della Diocesi. Siamo attivi in 65 gruppi territoriali, di cui 9 esperienze sono interparrocchiali. Complessivamente, gli aderenti sono circa 2.200, di cui il gruppo più numeroso è quello degli adulti, seguito dall’ACR per circa 500 aderenti e i giovani e giovanissimi con circa 400 presenze. In particolare, negli ultimi anni, abbiamo assistito alla nascita di gruppi interparrocchiali che, seguendo il rinnovo della struttura pastorale, hanno accompagnato queste fasi di passaggio, a volte anche precedendo la ristrutturazione organizzativa, scegliendo di unire le risorse per creare associazioni trasversali, alcune delle quali hanno preso anche nuovi nomi e hanno avviato percorsi rinnovati, segno di un’aderenza sempre presente ai cambiamenti sociali ed ecclesiali».

Come si concretizza la presenza dell’AC nelle zone e nelle parrocchie?
«Le varie esperienze sono abbastanza diverse tra loro. Per questo la presenza associativa si gioca su più livelli: quello parrocchiale o interparrocchiale, quello zonale e quello diocesano. In particolare negli ultimi anni abbiamo sviluppato maggiormente il livello zonale, attraverso la proposta di esperienze spirituali come quelle della Lectio divina, solitamente organizzate in collaborazione con gli organismi di pastorale, o attraverso esperienze di tipo culturale e formativo (convegni, micro-percorsi…). Il livello diocesano, invece, cura particolarmente la formazione dei singoli, attraverso proposte come i campiscuola, le feste di inizio anno e di conclusione, i convegni e le iniziative formative per i responsabili. Si cerca in questo modo di proporre un cammino organico, che tenga insieme le diverse dimensioni formative (spirituale, culturale, relazionale, associativa, ecclesiale) con i diversi modi, tempi e luoghi con cui l’Associazione può svilupparsi. Tra le diverse opportunità, un associato può scegliere».

Quali sono i contenuti principali della vostra esperienza quest’anno? Quali le linee di programma?
«Ogni anno associativo ha un tema e un programma, che comprende iniziative e percorsi, alcuni tradizionali, altri nuovi di anno in anno. In questo anno 2015-2016, abbiamo come riferimento il passo evangelico del Magnificat, che si inserisce nella dimensione del viaggio come dimensione simbolica della vita, anche di quella di fede, attorno a cui abbiamo costruito alcuni momenti formativi. L’ACR e i giovani, poi, hanno tematiche specifiche e percorsi ad hoc. A queste fasce di età si rivolge la nostra attenzione particolare in questo triennio, cercando di promuovere, con l’entusiasmo che questo richiede, nuove esperienze rivolte a ragazzi e giovani, il futuro della Chiesa e dell’Associazione. Il confronto e lo scambio tra fasce di età rappresenta anche una risorsa per tutta l’Associazione».

In questa fase di cambiamento nella vita della Chiesa cremonese, cosa si augura l’Azione Cattolica?
«Affrontiamo i cambiamenti con la fedeltà di sempre alla Chiesa, che si esprime nel servizio umile e quotidiano e nella testimonianza nei luoghi della vita. Come ogni volta che cambia un responsabile pastorale, l’AC rinnova, nelle parrocchie il proprio impegno e il proprio servizio, così oggi l’AC conferma la propria vocazione alla corresponsabilità nella Chiesa, attraverso l’impegno della formazione e della relazione con chi ci sta accanto».

E cosa augura al nuovo Vescovo Antonio?
Al nuovo Vescovo auguriamo di scoprire tutto il bene possibile per questa Chiesa cremonese, sapendone valorizzare i tanti carismi e talenti, nella gioia e nella certezza della nostra vicinanza e del nostro affetto di figli.




“La Confessione. Sacramento della Misericordia”: il libro di don Maurizio Compiani per il Giubileo. On-line audio e foto della presentazione

È stato presentato nel pomeriggio di venerdì 4 dicembre, presso la sala Mercanti della Camera di Commercio di Cremona, il libro “La Confessione. Sacramento della Misericordia”, uno degli otto sussidi editi (in otto lingue) dalla San Paolo per conto del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, come strumenti pastorali del Giubileo della Misericordia. Presente l’autore, il biblista cremonese don Maurizio Compiani.

Alla presentazione del volume avrebbe dovuto essere presente la deputata cremonese Cinzia Fontana, per una riflessione su “Il Giubileo, invito universale alla Misericordia”. Bloccata a Roma per i lavori parlamentari riguardo alla Legge di stabilità, è toccato proprio a don Compiani introdurre l’incontro con un sintetico excursus che ha portato a chiarire l’origine del Giubileo, a cominciare dall’aspetto semantico: un termine che non deriva da “giubilare”, ma da dall’ebraico “Jobel”, il corno di caprone il cui suono annunciava l’inizio di questo tempo che, ogni 50 anni, prevedeva il riposo della terra e la liberazione degli schiavi. Un evento che, pur non vedendone applicate le norme, portava a pensare al controbilanciamento delle ingiustizie, guardando alla vita sociale nel suo complesso.

Quindi il rapido passo verso il Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco con un chiaro riferimento al Concilio Vaticano II. Diversi i richiami di don Compiani alla Bolla di indizione. Tra le sottolineature l’attenzione ai detenuti, per i quali la porta della cella rappresenta idealmente la porta della misericordia. E non è mancato neppure un riferimento al mondo ebraico e musulmano, che guardano entrambi, come i cristiani, a un Dio che è misericordioso.

http://archivio.diocesidicremona.it/main/file/DOWNLOAD/2015-12-01-misericordia1.mp3

L’introduzione di don Maurizio Compiani

È quindi toccato all’on. Walter Montini presentare nel dettaglio il volume, secondo testo della collana predisposta dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione (ente incaricato da Papa Francesco di organizzare l’anno del Giubileo della Misericordia). Uno strumento “ufficiale” che intende favorire la comprensione di un evento di portata mondiale e delle linee guide che lo animano. Per questo ogni volume è introdotto da mons. Rino Fisichella, presidente di questo Pontificio Consiglio. Inoltre, il fatto che i testi siano editi in otto lingue (italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo, portoghese, croato e polacco) sottolinea il carattere internazionale di tale iniziativa e il carattere universale degli scopi che persegue.

L’intera collana intende presentare la “misericordia” in un’ottica cristiana, spaziando in diversi ambiti: dal liturgico al biblico, dallo storico al teologico. Ogni volume è il contributo di uno specialista che in modo sintetico, agile e dunque a tutti accessibile, offre un valido strumento per comprendere questo anno giubilare, oltre che un ottimo sussidio alla predicazione, alla catechesi, ai pellegrinaggi e a tutte le variegate iniziative che sul tema animeranno le diocesi, le parrocchie e i gruppi.

“La Confessione. Sacramento della Misericordia” è il testo curato da don Compiani che, articolato in sei capitoli, traccia un percorso suggestivo alla (ri)scoperta della Confessione quale sacramento di coloro che, in Cristo, vivono dell’amore misericordioso di Dio.

Il taglio dei primi quattro capitoli è squisitamente biblico e prende in esame quattro brani, uno per ogni Vangelo, in cui i temi della misericordia di Dio, del perdono dei peccati e della conversione sono posti da Gesù al centro del suo insegnamento e del suo operare (Mc 2,1-12: “Chi può perdonare i peccati?”; Lc 15,11-32: la parabola del padre e dei due figli; Mt 6,12 la domanda sulla remissione dei debiti contenuta nel Padre Nostro; Gv 20,19-23: il potere dato ai discepoli di perdonare e ritenere i peccati, il cosiddetto “potere delle chiavi”). Ne emerge un quadro complessivo ricco di sollecitazioni, di cui Montini ha offerto qualche spunto.

A partire da questo materiale biblico e attraverso l’analisi della formula di assoluzione che il sacerdote pronuncia sul penitente, il quinto capitolo presenta il Sacramento della Penitenza, nei suoi aspetti teologici fondamentali.

Infine, nel sesto e ultimo capitolo sono offerti alcuni punti nodali per una pastorale che intenda valorizzare il Sacramento della Penitenza.

http://archivio.diocesidicremona.it/main/file/DOWNLOAD/2015-12-01-misericordia2.mp3

La presentazione di Walter Montini

 

Dalla teoria alla pratica: a chiudere la presentazione del libro è stato padre Costanzo Natali, frate francescano confessore presso il convento Cappuccino di via Brescia, a Cremona, che ha idealmente portato tutti i presenti in confessionale. L’occasione per guardare a questo sacramento da una prospettiva alquanto inusuale: quella del confessore, chiamato a essere tramite della misericordia di Dio, ma anche con la capacità di comprendere le difficoltà di chi si sta affidando a Dio per aiutarlo a trovare la strada migliore; e, quando è necessario, non concedere l’assoluzione.

Diversi i casi concreti presentati: da quello di un imprenditore in difficoltà economiche tentato di prendere la scorciatoia dell’evasione per non dover licenziare; o la mamma che ha abortito o la donna che ha aiutato la figlia a farlo, o l’omosessuale che vive con sofferenza la sua situazione sentendosi emarginato. Casi di estremo dolore nei quali, però, attraverso la croce è stato visibile il Dio misericordioso e provvidente. Così, dopo il sorriso apparso sui volti dei penitenti, non solo per un motivo psicologico di alleggerimento di coscienza, ecco che il taglio delle spese personali ha portato l’imprenditore a risollevarsi dopo un periodo di forte ristrettezza economica, ma vissuto con onestà e continuando a dare un lavoro a tanti padri di famiglia. La madre che aveva rifiutato il figlio si è aperta alla vita e la donna che aveva aiutato la figlia ad abortire ora è attiva in una associazione a difesa della vita.

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La testimonianza di padre Costanzo Natali

 

Proprio ai frati e al loro prezioso servizio di confessori in città si è rivolto al termine dell’incontro don Compiani, esprimendo il grazie: “Io ho scritto un libro sulla confessione – ha affermato –, ma loro scrivono ogni giorno il perdono di Dio nelle coscienze di tanti cremonesi”. Infine un auspicio: quello che questo volume, scritto volutamente in modo semplice, ma non certo banale, possa essere davvero uno strumento utile a vivere nel migliore dei modi il Giubileo della Misericordia.

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