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Iniziato a Lourdes il pellegrinaggio regionale dell’Unitalsi

L’acqua torrenziale, alla partenza da Cremona e all’arrivo a Lourdes, non ha spento la gioia e l’entusiasmo dei pellegrini unitalsiani cremonesi diretti al Santuario mariano, partiti domenica 10 settembre verso l’ora di cena e giunti nella cittadina francese nella mattina di lunedì 11 settembre. Con tre pullman (di cui uno attrezzato per disabili) e una ventina di persone in aereo da Malpensa. Insieme a loro anche il vescovo Antonio Napolioni, che guida questo pellegrinaggio regionale.

Importanti i numeri cremonesi. In tutto 151 persone: 29 barallieri, 25 dame, 4 medici, 4 sacerdoti, 28 malati e 61 pellegrini. Tra il personale anche 27 giovani da diverse zone della diocesi: i gruppi più numerosi da Vicomoscano e dalla città. Presenti anche tutti gli ospiti di Casa della Speranza con le suore, gli operatori, il direttore e il diacono permanente Mario Mantovani.

Dopo la sistemazione nei vari alloggi – i malati al Salus Infirmorum, volontari e pellegrini nei vari alberghi – il pranzo e il primo appuntamento spirituale con il Rosario nella chiesa di S. Bernadette con un ricordo delle diverse apparizioni della Vergine alla giovanissima Bernadette Subirous.

La prima giornata si è conclusa, dopo cena, con la Messa di apertura del Pellegrinaggio regionale lombardo, presieduta dal vescovo Napolioni e concelebrata dai sacerdoti presenti. Il Vescovo nell’omelia ha attualizzato il brano del Vangelo sulle nozze di Cana con un riferimento agli sposi di oggi e all’importanza della famiglia.

Oltre alla diocesi di Cremona partecipano al pellegrinaggio regionale a Lourdes promosso dall’Unitalsi le Sottosezioni di Legnano, Merate, Milano Nord-Est, Monza, Saronno, Seveso e Sondrio per un totale di 820 persone. “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente. Il Magnificat della Speranza” è il tema pastorale scelto dall’Unitalsi per il 2017.

Il programma completo del pellegrinaggio

 

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Nuovo anno scolastico alla Scuola diocesana di musica sacra “Dante Caifa” con alcune novità

Prenderà l’avvio il giorno 2 ottobre il nuovo anno di formazione musicale alla Scuola diocesana di musica sacra “Dante Caifa”.  I corsi per l’anno scolastico 2017/2018 comprendono la formazione strumentale (pianoforte, organo), la formazione vocale (teoria e solfeggio, canto, direzione di coro) e le competenze specifiche per la musica sacra (armonia, composizione, cultura organaria).

La segreteria della Scuola sarà aperta per ricevere le iscrizioni dal 15 settembre fino al 30 settembre, dal giovedì al sabato, dalle ore 15.30 alle 18.30 nella sede di via Milano 5/B presso il Seminario Vescovile.

Per favorire la partecipazione da parte di giovani e adulti interessati alla musica, la Scuola propone importanti novità a incominciare dai costi di frequenza che prevedono rette annuali estremamente contenute: 210 euro per il corso propedeutico, 360 euro per i corsi di pianoforte, 300 euro per i corsi di organo. Tutti i corsi prevedono lezioni individuali con frequenza settimanale e orario personalizzabili.

Quest’anno il piano di studi risulta ampliato con una serie di corsi con frequenza gratuita che mirano a completare le conoscenze richieste agli operatori impegnati nella musica sacra e liturgica. Saranno attivati i corsi denominati Musicologia Liturgica, Canto Gregoriano e Armonia.

Prenderà avvio anche il corso sperimentale di Flauto Dritto Rinascimentale e Musica d’insieme che affronta la tecnica e la prassi esecutiva d’insieme del flauto dritto secondo i metodi d’insegnamento del Rinascimento.

Ulteriore proposta di formazione musicale, gratuita e rivolta ai ragazzi dai 7 ai 13 anni, è il corso Corale Voci Bianche con lo scopo di costituire un gruppo vocale in grado di fare musica nel contesto delle liturgie della Cattedrale ma anche di partecipare ad eventi e concerti.

Ulteriori informazioni sono reperibile sul sito www.scuolamusicascara.cremona.it e ai numeri telefonici 0372-29785 e 391-3074718.




Unitalsi, pomeriggio di formazione in vista del pellegrinaggio a Lourdes

Nel pomeriggio di sabato 2 settembre, presso il Centro pastorale diocesano a Cremona, si è svolto il corso di formazione per tutti i volontari unitalsiani che dal 10 al 15 settembre parteciperanno al pellegrinaggio regionale a Lourdes, guidato dal vescovo Antonio che, a sorpresa, ha partecipato al corso di formazione.

L’incontro è stato aperto da una breve introduzione della presidente sella sottosezione cremonese, Maria Enrica Lambri, che ha salutato il Vescovo, ringraziandolo per la sua presenza ed invitandolo ad aprire la meditazione con un breve preghiera. Mons. Napolioni ha sottolineato l’importanza di iniziare il pellegrinaggio, nel proprio cuore, già da casa, fin dal momento in cui lo si desidera.

La parola è poi passata all’assistente diocesano dell’Unitalsi, don Maurizio Lucini, che ha introdotto una riflessione riguardante il percorso di crescita che anche Gesù, come uomo, compie riguardo la malattia e la sofferenza. La meditazione si è snodata attorno a tre brani di Vangelo: la giornata a Cafarnao e la guarigione di molti malati (Mc 1, 32-segg.), l’episodio della donna Cananea (Mt 15, 21-segg.) e la guarigione dei dieci lebbrosi (17, 1-segg.).

Nel primo brano di Vangelo, don Maurizio ha focalizzato l’attenzione sulla malattia e sul bisogno urgente di guarigione. Spesso la malattia, quando compare, occupa tutta l’attenzione e getta in un abisso nel quale tutto diventa negativo e l’unico e fondamentale bisogno è il recupero della salute. Gesù mostra che la guarigione fisica non deve essere l’orizzonte del proprio sguardo, ma deve esserlo la salvezza. Egli è venuto non per guarire tutti, ma per salvare ogni uomo. Ecco allora che il volontario, colui che sta accanto al malato, deve essere capace di stargli accanto nel suo dolore, annunciando allo stesso tempo una salvezza “non a basso costo”.

Il secondo brano evidenzia la presa di coscienza che Gesù ha della propria missione: non più solamente circoscritta al popolo d’Israele, ma aperta a tutte le genti, compresi i pagani. Questo perché riconosce nella donna cananea una grande fede, ancora più forte di quella di Pietro, che qualche capitolo prima aveva dubitato di Gesù ed era affondato camminando sulle acque. Allo stesso modo, ciascuno è invitato a scoprire e sperimentare la fede del malato, che tante volte evangelizza. “Vedere il Vangelo dove pensavamo non ci fosse – ha affermato don Lucini – è un dono di grazia”.

Nel terzo ed ultimo brano la guarigione dei dieci lebbrosi. Qui Gesù capisce che la gratitudine è merce rara e che spesso l’uomo non riconosce i doni che gli vengono fatti. Ecco allora che anche l’uomo è chiamato, come quell’unico lebbroso risanato che torna da Gesù, a ringraziare il Signore per i doni che ci fa, attraverso due semplici parole: “Signore, pietà!” e “Signore, grazie!”.

In conclusione, don Maurizio ha invitato ciascuno a farsi accompagnare dall’icona del Buon Samaritano, che si china sulle ferite del più debole senza desiderare nulla in cambio. “Si può dire che in questo pellegrinaggio Cristo andrà incontro a Cristo: come Gesù, ciascun volontario si chinerà sui malati donando il proprio tempo e il proprio amore, lasciandosi a propria volta evangelizzare dalla fede che nasce dalla malattia”, ha concluso, lasciando la parola a Maria Enrica per alcune note tecniche riguardanti il viaggio e la permanenza a Lourdes.

Tra i prossimi impegni per l’Unitalsi anche l’annuale pellegrinaggio diocesano al Santuario di Caravaggio, domenica 24 settembre: fin dal mattino con un momento proprio della Sottosezione e nel pomeriggio affiancandosi alla celebrazione presieduta dal Vescovo.

Impegno cui si abbina da qualche anno, qualche giorno prima (giovedì 21 settembre) sempre nel Santuario, l’accoglienza a livello regionale dei sacerdoti anziani e/o malati per un momento molto intenso di ringraziamento per la loro opera spirituale promosso della Sezione lombarda dell’Unitalsi.

In calendario anche la Giornata nazionale dell’Adesione, domenica 26 novembre, e il ritiro d’Avvento, domenica 10 dicembre.

 




Solidarietà e cultura per san Ginesio

Vicini nel nome di un santo, della cultura e della solidarietà. È stato questo il filo conduttore dell’incontro che si è tenuto domenica 10 settembre nella chiesa di Santa Maria Maddalena, a Cremona. Protagonisti i consoli e i volontari per il patrimonio culturale del Touring Club Italiano da una parte e il comune marchigiano di San Ginesio dall’altra, con il tramite della Caritas diocesana.

A unire le due realtà – ha detto Carla Bertinelli Spotti, console del Touring – è proprio la figura del santo, la cui immagine è raffigurata due volte negli affreschi della chiesa di Santa Maria Maddalena, dove tiene fra le mani uno strumento musicale a corde (è protettore degli artisti e dei musicisti), e che dà il nome al paese marchigiano colpito dal terremoto.

La difficile realtà marchigiana di oggi è stata illustrata da don Antonio Pezzetti, che ha anche letto il messaggio di saluto del sindaco di San Ginesio, assente all’incontro perché il paese è ancora in piena emergenza terremoto,  e da Nicoletta D’Oria Colonna che ha illustrato l’impegno della Caritas cremonese per i terremotati.

Il consigliere comunale Enrico Manfredini ha portato il saluto del sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti. L’incaricato diocesano per i Beni culturali ecclesiastici, don Gianluca Gaiardi, quello del vescovo Napolioni. E Gian Domenico Auricchio quello del Consiglio nazionale del Tci. Tutti concordi nel  sottolineare il valore della cultura come mezzo per non perdere la propria identità anche in situazioni drammatiche  e per trovare la forza di ricostruire quanto distrutto dal terremoto.

È stata poi la volta delle relazioni con Mariella Morandi, storica dell’arte e console del Tci, che ha illustrato l’affresco recentemente restaurato in Santa Maria Maddalena in cui è tornata alla luce l’immagine della Madonna di Loreto, ulteriore legame fra la nostra città e le Marche, a cui Cremona è devota fin dal Quattrocento.

La studiosa Rita Bertolti si è invece concentrata sulla figura di san Ginesio evidenziando il suo ruolo di protettore proprio dal pericolo dei terremoti.

Infine Alessandro Voltini, liutaio esperto di manutenzione degli strumenti ad arco, introdotto dal  professor Daniele Pitturelli, dirigente del Liceo Musicale Stradivari, ha illustrato le condizioni della viola da braccio proveniente dal museo di S. Ginesio che sarà restaurata a Cremona.

Hanno allietato la manifestazione gli intermezzi musicali di Angela Alessi al violino e Fausto Solci al violoncello.

 

L’affresco con san Ginesio

Nella chiesa di S. Maria Maddalena si trova un affresco raffigurante la Madonna con il Bambino tra san Francesco e san Ginesio, dipinto del primo Cinquecento, riportato alla luce alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso durante i lavori di consolidamento della chiesa. Un affresco che propone la scena sacra come se si trattasse di una finestra aperta nella parete o, meglio, di una quinta teatrale. Sul proscenio, i due santi Francesco e Ginesio (martire protettore degli attori e degli artisti) invitano il fedele ad assistere con devozione alla miracolosa apparizione a un eremita, frate Paolo della Selva, della Madonna con il Bambino nel cielo sopra il Santuario di Loreto. Si tratta probabilmente della più antica testimonianza pittorica giunta fino a noi della devozione dei cremonesi verso la Madonna di Loreto.

 

Il gemellaggio post-terremoto




Entro il 15 settembre le iscrizioni al secondo modulo del percorso “La tutela dell’ecosistema del Po” promosso dalle ACLI

Con l’aiuto di esperti di altissimo livello le Acli di Cremona propongono il secondo modulo del percorso “La tutela dell’ecosistema del Po” per riflettere sui paradigmi culturali che stanno alla base di una gestione innovativa delle risorse territorio e che dovrebbe tradursi in programmi politici innovativi, improntati alla sostenibilità economica sociale e ambientale.

Cambiamenti climatici, siccità, eventi naturali estremi, migrazioni forzate… sono la conseguenza del collasso ecologico a cui è arrivato il pianeta. Non basta prenderne atto con rassegnazione e poi continuare a vivere come se niente fosse. L’enciclica di Papa Francesco Laudato si’ sollecita a prendersi seriamente cura della casa comune, a cambiare il modo di pensare, ad un impegno per la riconversione ecologica del territorio. Non esiste settore dell’economia, della cultura, del governo del territorio che non venga coinvolto nello sforzo di pensare, progettare, abitare questo cambiamento che le sfide globali ci impongono. L’ecologia integrale è l’obiettivo da perseguire.

In questo contesto si pone la proposta formativa delle Acli, che affronterà quest’anno i seguenti temi: il valore del paesaggio, del clima, dei rifiuti, della partecipazione, senza dimenticare il valore della storia che fornisce consapevolezza rispetto alle responsabilità individuali e collettive per la tutela dei beni comuni naturali e ambientali.

Il primo incontro si terrà venerdì 29 settembre alle ore 17 presso le Acli in via card. Massaia 22 a Cremona.

Il percorso è organizzato da Acli provinciali, in collaborazione con i Comuni di Cremona e Piacenza, ISREC Piacenza e Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona ed è condiviso da varie realtà territoriali: Legambiente Cremona e Piacenza, Consorzio Agrituristico mantovano, Ufficio scolastico territoriale, Arci, Salviamo il paesaggio, Persona Ambiente, Creafuturo, Filiera corta solidale, Git Banca Etica Cremona, Ambientescienze, Museo paleoantropologico di San Daniele Po, Acquario del Po di Motta Baluffi.

Il percorso è rivolto a insegnanti, amministratori, associazioni e a tutti i cittadini interessati. Iscrizioni entro il 15 settembre inviando una mail a ecopoaclicremona@gmail.com precisando nome, cognome, scuola o ente di appartenenza, materia insegnata e numero di telefono. Ulteriori informazioni contattando la Segreteria delle Acli (tel. 0372-800422. e-mail cremona@acli.it).

Come per il precedente modulo, agli insegnanti che partecipano sarà consegnato l’attestato di percorso formativo.

 

Brochure del percorso formativo




Brignano Gera d’Adda: don Giuseppe Ferri nuovo parroco come un pilota aereo

Campane a festa hanno accolto, nel pomeriggio di domenica 10 settembre, nella Parrocchia di Brignano Gera d’Adda don Giuseppe Ferri, di ritorno nella terra bergamasca dopo il suo servizio a Cremona. Gli applausi dell’assemblea hanno accompagnato fin da subito i saluti delle Istituzioni e delle Associazioni brignanesi.

Nel suo saluto il Sindaco Beatrice Bolandrini, auspicando un profondo rapporto di collaborazione, ha fatto dono al nuovo parroco di una stampa di Palazzo Visconti, attuale sede del Comune nonché simbolo per eccellenza della borgata. Non solo, medaglie del Comune di Brignano sono state donate sia a Don Ferri, in qualità di nuovo concittadino, sia al vescovo Napolioni  come segno di riconoscenza  per la presenza e attenzione dimostrata verso la comunità.

Dalla Parrocchia don Giuseppe ha ricevuto in dono una’icona ritraente la Madonna dei Campi, la vergine a cui affiderà, nella serata di lunedì 11 settembre, il nuovo incarico.

I rappresentanti dell’AVIS, Gruppo Alpini, Protezione Civile, Bersaglieri, Associazione nazionale Fanti e dell’O.F.T.A.L. hanno preso parte alla celebrazione, animata dalla corale Santa Cecilia di Brignano diretta da Fabiana Nisoli.

Accanto al Vescovo un numeroso gruppo di sacerdoti brignanesi che ha concelebrato la Messa: un «santo allevamento», come lo ha definito il Vescovo rammentando il passato glorioso delle vocazioni brignanesi.

La lettura del decreto di nomina da parte del vicario zonale, don Marco Leggio, è stata accompagnata dalle parole di incoraggiamento del Vescovo che ha posto come fondamento del futuro cammino la Parola: «Ascoltate oggi la voce del Signore! recita il salmo. La partenza e l’arrivo di un percorso sono sempre tappe semplici, ma è il cammino stesso di cui dovete preoccuparvi. Ripeto. Ascoltate oggi la voce del Signore!».

Un augurio che don Giuseppe, nel suo saluto alla comunità, al termine della celebrazione, ha colto fin da subito.  «Vi chiedo di accogliermi come un pilota aereo. Partiremo tutti insieme ed arriveremo tutti insieme, senza tappe. Voleremo alto».

Napolioni ha consigliato: «Sarà utile per voi allora affidarsi anche alla Vergine di Loreto, Patrona dell’Aeronautica!».  Ricomposta, l’assemblea ha assicurato al nuovo Parroco la propria disponibilità a seguirlo con un assenso risuonato nella parrocchiale e con il quale si sono aperti i festeggiamenti.

Don Ferri giunto all’oratorio Don Bosco è stato accolto dal Corpo musicale Santa Cecilia e dal rinfresco organizzato dai ragazzi della Festa dell’Oratorio 2017, #chiAmati.

Photogallery

 

Profilo del nuovo parroco

Don Giuseppe Ferri è nato a Calvenzano (Bg) il 20 settembre 1953 ed è stato ordinato sacerdote il 24 giugno 1978. È stato vicerettore del collegio Gregorio XIV a Cremona (1978/1980), vicario della comunità S. Maria Immacolata e S. Zeno a Cassano d’Adda (1980/1995) e parroco di Trigolo (1995/2014).

Laureato in Scienze religiose presso l’Istituto superiore di scienze religiose delle diocesi di Cremona-Crema-Lodi, don Ferri dal 2002 è direttore nazionale del Segretariato Scholae cantorum. È stato anche presidente dell’associazione Marc’Antonio Ingegneri e direttore della Scuola diocesana di musica sacra “D. Caifa”.

Da tre anni era collaboratore parrocchiale nelle Parrocchie dei Ss. Giacomo e Agostino e di S. Pietro al Po in Cremona.

Ora mons. Napolioni l’ha chiamato a guidare la comnità di Brignano Gera d’Adda sostituendo don don Luciano Manenti che, per motivi d’età, ha lasciato l’incarico diventano collaboratore parrocchiale a Vailate.

 

Saluto di don Ferri

L’avvicendamento dei preti, si sa, è un evento naturale e fisiologico, un cambio generazionale, ma è anche un evento di fede e di vita ecclesiale che coinvolge sacerdoti e parrocchiani. Cambiano i parroci, ma le comunità cristiane restano; un prete va e un prete viene, ma il Signore rimane ed è sempre lo stesso. Cambia solo il palcoscenico dove il vero regista resta il Signore che prosegue la sua opera di salvezza e che mantiene la sua promessa:”Io sarò sempre con voi”.

Così pure ogni cambiamento costringe tutti ad una riflessione, sia chi parte, chi resta e chi arriva e se gli anni, le abitudini, la quotidianità sembrano pretendere dei diritti acquisiti, nella vita ecclesiale le cose non stanno così: un prete oggi non può mai dirsi “sistemato”, ma sa che deve restare aperto alle tante esigenze della Chiesa e del Vescovo che, responsabile di tutta la Diocesi, deve provvedere ai bisogni pastorali di tutte le parrocchie.

La sostituzione degli uomini è quindi per sua natura garanzia di continuità di guida e di crescita. Anzi, l’avvicendamento spesso fa bene ad un parroco e fa bene ai parrocchiani ed è una delle espressioni più interessanti della vita che si rinnova. Ciascun sacerdote, poi, lascia la sua impronta nella Chiesa, con le sue caratteristiche personali e con i doni che gli sono propri. C’è il prete più preparato nella predicazione, quello più attento al confessionale, chi più sensibile ai malati e agli anziani, chi più in ascolto dei giovani, chi più capace di contemplazione e di preghiera, chi più appassionato di studio e di ricerca, chi più capace amministrativamente. Tutti comunque dicono la molteplicità e la varietà della presenza del Signore. Dietro i tanti volti dell’uomo occorre saper vedere il volto di Cristo, misteriosamente presente a continuare la proposta della Verità e della Grazia.

È con questo spirito che ho accolto la proposta del Vescovo di diventare vostro parroco e mentre lo ringrazio per il bene che mi vuole, per la stima e la fiducia, voglio assicurarvi da subito che vengo a Brignano molto volentieri e con entusiasmo, con il desiderio sincero di spendermi generosamente a servizio di questa comunità. Certo, ogni cambiamento richiede le sue fatiche: è un ricominciare da capo, è sempre una incognita, si riparte tutti da zero, ci si deve rimettere in gioco, far conoscere, riallacciare relazioni, amicizie, bisogna guadagnarsi nuovamente la fiducia e la stima. Insomma, si arriva a volte in parrocchia come  extracomunitari, bisognosi di accoglienza e comprensione, ma faccio conto sulla vostra bontà e sulla vostra collaborazione, mentre io metto a disposizione i miei quasi quarant’anni di esperienza sacerdotale.

In altre parole vorrei far passare il messaggio “io per voi e voi per me”, in una reciproca espressione di dono, nonostante i limiti e le povertà.

Vorrei salutare prima di tutto don Luciano che vi è stato parroco per quasi vent’anni; per me è stato amico e insegnante in seminario. Lo ringrazio per tutto quello che mi fa trovare già pronto e per i consigli che vorrà darmi. Saluto con affetto e stima il vicario don Francesco che so dotato di creatività e di ottimismo. Sarà il primo diretto collaboratore. Affronteremo insieme con pazienza reciproca le fatiche pastorali, i progetti e le numerose sfide di oggi, sulle quali sappiamo tutti non si può più né fingere né soprassedere.

Desidero poi estendere un saluto a tutti i sacerdoti brignanesi  e ai loro familiari, perché so che questa è sempre stata una terra feconda di vocazioni, generosa e buona. Uno sguardo preferenziale anche alla giovanissima comunità delle suore del Focolare della Madre, bella testimonianza di fede e di slancio evangelico.

Un rispettoso saluto e un augurio a quanti sono impegnati nelle realtà civili per la promozione del bene di tutti i cittadini, ai volontari, ai giovani e agli animatori dell’oratorio, ai catechisti, agli insegnanti e agli alunni, agli ospiti e agli operatori sanitari della casa di riposo, ai malati nelle case o in ospedale, ai membri dei consigli pastorale e amministrativo, alle diverse associazioni. Insomma, il mio sguardo vuole estendersi ovunque scorre la vita, fin negli ambienti che ancora non conosco e che mi scuso di non citare, ma che sarà mia premura avvicinare.

Infine un caro saluto a tutti indistintamente. Con i tempi che cambiano anche i laici devono ritornare al centro della comunità cristiana. Anche qui, non soltanto per una banale ragione di necessità “i laici servono”, ma semplicemente perché sono la parrocchia.

Sicuramente dovrete concedermi il tempo di  mettermi in ascolto delle tante voci per farne una sinfonia, perché siamo tutti testimoni che oggi viviamo un momento difficile per la fede e la morale, nell’era galoppante delle grandi trasformazioni, non più delle attese ma delle pretese, nello stesso tempo del facile disimpegno. E’ il tempo del consumismo e della crisi, dei nuovi lineamenti familiari, dell’appannarsi dei valori cristiani, delle frammentazioni sociali, della scarsa tenuta educativa, della fede fragile, della carità pigra, dei rimodellamenti culturali, delle increspature inquietanti e confuse. E’ aumentato si il lavoro pastorale, mentre è diminuita la quantità e la qualità dei cristiani, ma oggi dobbiamo convincerci che occorre puntare più sul profondo che sul vasto e come ci insegna Papa Francesco dobbiamo mettere al primo posto  l’amore di Dio con il compito di aprire le porte non di sprangarle, di accogliere e non di respingere, di infondere fiducia non di rinfacciare gli sbagli, di rendere testimonianza della nostra fede, accogliendo anche coloro che la fede l’ hanno abbandonata. Mi sono ormai fatto l’idea che per fare il parroco occorre sì l’intelligenza, ma soprattutto il cuore.

Nei prossimi giorni, mesi, anni, a Dio piacendo,  ci sarà tempo per altre parole e soprattutto per i fatti.

Per ora vi chiedo di camminare insieme come si fa in una famiglia e di pregare anche per me, perché la Madonna Assunta, venerata qui come patrona di questa Comunità, accompagni il  nuovo tratto di strada che insieme stiamo per iniziare.

Vi abbraccio uno ad uno e vi benedico nel Signore.

Don Giuseppe

 

 




Don Claudio Anselmi parroco di Dosimo, Persico, Quistro, Gadesco, Pieve Delmona e San Marino: uno per tutti, tutti per uno

Domenica 10 settembre alle 10.30 nella chiesa parrocchiale dei Ss. Cosma e Damiano in Persico (nel comune di Persico Dosimo), si è tenuto l’atteso ingresso di don Claudio Anselmi come neo parroco delle sei parrocchie di Dosimo, Persico, Quistro, Gadesco, Pieve Delmona e San Marino, chiamate ad iniziare un cammino comune verso l’unità pastorale.

Il clima di attesa e di festa è stato anche contraddistinto dagli addobbi di colore bianco e giallo che hanno abbellito il percorso da Persichello a Persico con bandierine e festoni, segno di calore e accoglienza verso il nuovo pastore.

Prima dell’inizio della celebrazione, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni Vescovo di Cremona, il neo parroco è stato accolto sul sagrato della chiesa parrocchiale di Persico dal sindaco di Persico Dosimo, Fabrizio Superti, alla presenza anche del sindaco di Gadesco Pieve Delmona, Davide Viola, e degli assessori e dei consiglieri comunali di entrambe le Amministrazioni. Il sindaco Superti ha salutato il neo parroco chiedendogli di essere una “vigile sentinella”, un “pastore di una comunità”, attento ai bisogni di tutte queste realtà, anche se differenti tra loro. Si è rivolto a don Claudio avvisandolo che ci saranno ancora campanilismi, nonostante le unioni amministrative e pastorali. Le Amministrazioni comunali saranno al suo fianco – ha detto – confermando la collaborazione già avviata con i suoi predecessori. Il sindaco ha terminato con la lettura di un brano di mons. Avosani e con l’augurio di un buon lavoro.

Sugli edifici della piazza antistante la chiesa dominava uno striscione con la frase “concordi itinere in humilitate” (con un cammino condiviso nell’umiltà) che, come scritto nel saluto ai parrocchiani pubblicato sul giornalino parrocchiale, è il motto che don Claudio Anselmi intende adottare per questo nuovo tratto di strada insieme.

Alle 10.30 è iniziata la solenne celebrazione, con la processione dei presbiteri e dei ministranti che hanno percorso la navata della chiesa, per l’occasione “vestita a festa” con i paramenti solenni, ricolma di fedeli.

È stata una celebrazione “interparrocchiale”, preparata nei dettagli dal collaboratore don Massimo Macalli e dalla commissione liturgia dei due Consigli pastorali ed è stata accompagnata dal coro, composto da elementi delle varie parrocchie, guidato da Gianpiero Piccioni e dall’organista Diego Maianti.

Presenti alla celebrazione, oltre ai familiari di don Claudio, anche don Andrea Foglia (parroco di Sant’Abbondio), don Giuseppe Soldi e don Andrea Aldovini (che aiuta in queste comunità per le celebrazioni festive). Presente inoltre una numerosa rappresentanza di parrocchiani di Sant’Abbondio e dei colleghi insegnanti di religione.

Dopo il saluto liturgico da parte di mons. Napolioni, è stata data lettura del decreto di nomina del nuovo parroco. L’incarico è stato affidato a don Andrea Foglia.

È quindi toccato a Giuseppe Bignardi, in rappresentanza delle sei comunità parrocchiali, porgere il saluto al Vescovo e al nuovo parroco. Nelle sue parole alcune richieste a don Claudio e alcune promesse da parte di tutti, con la consapevolezza che il cammino intrapreso e volto alla formazione dell’unità pastorale non sarà facile, ma con la certezza che con il nuovo pastore “si faranno cose grandi”. Al termine del saluto, un bambino ha consegnato il regalo di benvenuto: un’icona raffigurante la Trinità, perché – come scrive don Tonino Bello – “la Chiesa è icona della Trinità, e qui la volontà ferma di essere – ogni giorno di più e ogni giorno meglio – Chiesa unita intorno al suo pastore”.

Durante l’omelia il Vescovo, come dice il profeta Ezechiele nella prima lettura, ha definito il parroco “una sentinella” che dà la buona notizia e, se necessario, corregge e richiama perché ha a cuore la vita del popolo di Dio che gli è affidato. Il secondo invito forte del Vescovo al nuovo parroco è stato di ascoltare la voce del Signore nel silenzio della preghiera, nella liturgia celebrativa e nella vita dei fratelli, perché Dio Padre parla attraverso le storie delle famiglie, storie di gioia ma anche di dolore. Il terzo e ultimo invito è stato tratto invece dalla seconda lettura: “non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole”. Il parroco è chiamato a testimoniare l’amore di Dio, generando familiarità.

Al termine della celebrazione ha preso la parola il neo parroco che, forte delle parole che il papa gli ha rivolto durante la sua visita a Bozzolo il 20 Giugno scorso – “Devi conoscere il nome di tutte le famiglie” – si è rivolto ai tanti fedeli presenti con le seguenti parole: “Ecco il vostro Parroco! Una figura di parroco dal profilo un po’ nuovo ma sempre in mezzo alla gente, per la gente! Uno per tutti …. e tutti per uno! Con il desiderio di instaurare quella complicità per cercare tutti insieme l’arte del buon governo secondo Dio per il bene di tutti”. Dopo il ringraziamento al Vescovo e ai consigli pastorali parrocchiali, ha voluto ricordare il motto che intende adottare – “concordi itinere in humilitate” nella consapevolezza che l’umiltà non è la rassegnazione ai potenti, ma la fortezza dei miti. Ha poi proseguito “rompendo il protocollo” e compiendo alcuni gesti che nella loro semplicità hanno voluto essere simboli evocativi delle priorità pastorali che intende adottare, sullo sfondo dell’annunciare, celebrare, servire.

Prima priorità l’attenzione alle vocazioni. E nel ringraziare il collaboratore parrocchiale don Massimo Macalli gli ha donato un’icona dell’amicizia. Poi focalizzando l’attenzione su educazione, scuola e cittadinanza ha chiamato due ragazzi della scuola media (l’età in cui va in crisi la motivazione alla scuola) donando loro il dvd dal titolo “Vado a Scuola”. Guardando al tema giovani e Chiesa ha chiamato due giovani cui ha consegnato i materiali del Sinodo dei Giovani, che vuole i ragazzi protagonisti, cercatori di verità, testimoni di vita cristiana, annunciatori tra coetanei della bellezza del Vangelo. Quindi l’attenzione ai temi della gioia dell’amore e della famiglia consegnando ad una coppia l’esortazione “Amoris Laetitia” con l’invito a pregare, a studiare, a confrontarsi e a vivere l’amore dentro e fuori la famiglia. Riferendosi poi alla comunità civile e al territorio ha chiamato i sindaci delle due amministrazioni presenti affidando loro l’enciclica “Laudato sii”, sulla custodia del creato, e il libro “Scuola migrazioni e pluralismo religioso”, per richiamare l’attenzione sull’integrazione e la collaborazione tra presenze culturali diverse. Infine, un’ultima attenzione particolare per la donna, la madre, la vita: ha chiamato sull’altare la sua adorata mamma, Maria, alla quale ha consegnato il Rosario ringraziandola per avergli donato la vita e insegnato l’amore, per averlo custodito nel pericolo, educato alla fede, incoraggiato nelle difficoltà, condividendo le tappe del suo sacerdozio.

Dopo la benedizione solenne, impartita dal Vescovo, un lungo applauso ha accolto don Claudio come parroco delle comunità a lui affidate e due testimoni hanno firmato gli atti dell’insediamento: Laura Garini, per il Consiglio pastorale parrocchiale di Dosimo, Persico e Quistro, e Giuseppe Massuzzi, per quello di Gadesco, Pieve Delmona e San Marino.

Infine, nel cortile dell’oratorio è stato offerto un rinfresco per festeggiare don Claudio e iniziare a conoscerlo meglio in mezzo alla sua nuova famiglia.

Primo atto ufficiale da nuovo parroco, nel pomeriggio stesso, alle ore 17.30, la Messa a Gadesco per la sagra di San Luigi Gonzaga.

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Profilo del nuovo parroco

Don Claudio Anselmi è nato a Derovere il 4 novembre 1958. Conseguita la laurea in Economia e Commercio all’Università di Parma, è entrato in Seminario e il 21 giugno 1986 è stato ordinato sacerdote.

Ha iniziato il suo ministero come vicario nella parrocchia Ss. Fabiano e Sebastiano a Cremona (1986/1988). È stato poi assistente ACR (1988/1991), vicario a S. Abbondio (1991/1997) e collaboratore parrocchiale al Cambonino (1997/1999).

Insegnante di religione al liceo scientifico “Aselli” di Cremona dal 1991, nel 2002 ha ricoperto l’incarico di vicedirettore dell’Ufficio di Pastorale scolastica, di cui l’anno successivo ha preso la guida (dirigendolo sino allo scorso anno). Negli stessi anni ha ricoperto l’incarico di responsabile dell’Ufficio per l’Insegnamento della religione cattolica (sino al 2017).

Coordinatore della coop. Cittanova per le scuole cattoliche della Diocesi dal 1996 al 2007, è stato assistente di varie associazioni legate al mondo della sucola: a livello diocesano per ADASM-FISM – Associazione Diocesana Asili e Scuole Materne (dal 2003) e UCIIM – Unione Cattolica Italiana Insegnanti Scuola Secondaria (dal 2005); a livello regionale per A.I.M.C. – Associazione Italiana Maestri Cattolici (dal 2007).

Docente incaricato presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Crema-Cremona-Lodi, dal 1999 era collaboratore parrocchiale a S. Abbondio.

Ora mons. Napolioni l’ha nominato parroco delle comunità di Persico, Dosimo, Quistro, Gadesco, Pieve Delmona e San Marino, affiancandogli come collaboratore parrocchiale don Massimo Macalli.

 

Saluto di don Anselmi

Forte della benedizione di Papa Francesco, pellegrino a Bozzolo sulla tomba di don Primo Mazzolari, Parroco d’Italia, del 20 giugno scorso, consolato dai suoi occhi di Padre e Pastore incrociati in uno sguardo carico di affetto e di incoraggiamento, vengo a Voi, cari fratelli in Cristo, come Parroco.

Nel mio saluto al Papa – “Santità, neo parroco di sei parrocchie” – ho cercato conferme; nella sua risposta – Devi conoscere il nome di tutte le famiglie” – ho trovato il mandato: tra la gente, per le strade, con le famiglie!

Subito la nomina a Parroco di sei parrocchie, del Vescovo Antonio, mi è apparsa meno pesante e ardita, quasi illuminata! Oltre i sei campanili e le sette chiese che mi sono affidate, ho visto le Persone della comunità cristiana e civile: volti, storie, tristezze, angosce, gioie, speranze … desiderio di verità, bontà, bellezza. La stretta di mano del Papa, inattesa di fronte al mio timido braccio teso, si è rivelata squisita attenzione, gratuita e intelligente, di Chi è chiamato a guidare la Chiesa con fermezza e tenerezza.

In questa personale esperienza di vita umana e sacerdotale, che supera l’accidentalità e rivela Provvidenza, mi è caro fondare il mio nuovo ministero di servizio sacerdotale: Parroco di Persico, Dosimo, Quistro, Gadesco, Pieve Delmona, San Marino.

Per Voi sono parroco, con Voi sono cristiano. Vengo cristiano tra cristiani.

Nella vita umana ho spesso sperimentato la Presenza di Dio, nella vita cristiana la forza della sua Grazia, nella vita sacerdotale la Provvidenza del suo Amore.

Citando Sant’Agostino, chiedo: “Sorreggetemi però anche voi in modo che, portiamo l’un l’altro i nostri pesi e così adempiere la legge di Cristo. Se egli non condivide il nostro peso, ne restiamo schiacciati, se egli non porta noi, finiamo per morire! Se mi dà tremore l’essere per voi, mi consola il fatto di essere con voi”.

Per Voi sono parroco, con Voi sono cristiano; quel nome è segno di incarico ricevuto, questo della grazia; parroco è occasione di pericolo, cristiano di salvezza!

Quasi trovandomi in alto mare, sballottato dalla tempesta dell’attività pastorale che mi spetta, Vi ricordo che siamo stati redenti dal sangue di Cristo e con la serenità di questo pensiero iniziamo, all’insegna del motto che intendo adottare, concordi itinere in humilitate con un cammino condiviso nell’umiltà questo nuovo tratto di strada insieme, trovando riposo alla fatica del servizio al Vangelo, nella Misericordia di Dio che ci è comune: dono di Dio a tutti.

Sento di riuscire a servire meglio la nostra Comunità più per il fatto di essere cristiano che di essere parroco!

Così, cari Parrocchiani, già esortandovi, indico non accogliete invano la grazia di Dio che è Tenerezza. Rendete fecondo il mio ministero. Voi siete il campo di Dio!

All’esterno accogliete chi pianta e chi irriga: il Prete; all’interno, colui che dà il crescere: Gesù Cristo.

Il vostro parroco
don Claudio Anselmi

 




La solidarietà dopo il nubifragio che ha colpito Livorno

La Chiesa italiana è vicina alla gente di Livorno e delle zone limitrofe, dove domenica 10 settembre un violento nubifragio ha causato sei vittime, due dispersi e danni ingentissimi, mettendo in grave difficoltà centinaia di famiglie, travolte dall’acqua e dal fango. La Presidenza della CEI, d’intesa con il Vescovo Simone Giusti, ha stabilito immediatamente lo stanziamento di un milione di euro, dai fondi dell’8xmille, per far fronte alla prima emergenza.

Caritas Italiana, in costante collegamento con la Chiesa locale, si è prontamente messa a disposizione per un pieno supporto e ha destinato un primo contributo per gli interventi in favore della popolazione colpita. Solidarietà anche da parte di molte singole diocesi e di numerosi volontari che si sono resi disponibili.




Bella la vita gratis, il sussidio FOCr per adolescenti

Dopo i sussidi di mediazione dell’anno oratoriano per preadolescenti/Mistagogia (Let’s go) e giovani (Oltre il confine), la Federazione Oratori Cremonesi ha pubblicato anche quello per adolescenti, dal titolo “Bella la vita gratis”. Questo nuovo testo intende essere uno strumento utile per orientare le scelte dei catechisti di un gruppo adolescenti. Nella consapevolezza che accompagnare dei ragazzi adolescenti non è un compito facile, ma è certamente un servizio estremamente prezioso per una comunità, perché ha la possibilità di affiancare adulti nella fede a giovanissimi che stanno crescendo e in cui comincia a formarsi una coscienza critica sulle cose e sul mondo. Si tratta di un’esperienza preziosa anche per gli stessi catechisti che con i ragazzi avranno modo di ripensare e riprogettarsi nella loro vita di fede attraverso un confronto sincero con gli adolescenti che non accettano stili “scontati”.

Questo sussidio concepisce la catechesi adolescenti come la possibilità di un dialogo tra un adulto e un giovanissimo all’interno di un gruppo che si trova in cammino per le strade del mondo, alla luce della parola del Vangelo.

Il tema scelto si pone in continuità con il biennio precedente, che ha visto prima la scelta del discorso della montagna e, nell’anno appena passato, il tema intitolato “Come luce nel mondo”. Quest’anno, seguendo il brano di Matteo, ci concentriamo sull’invio degli apostoli da parte di Gesù. Il tema della missione vuole essere qui declinato, però, non solo e non tanto sotto l’aspetto dell’annuncio che vuole convertire “le genti”, quanto piuttosto si vuole entrare in profondità nell’aspetto della gratuità che permea e dovrebbe definire in modo unico la missionarietà dei discepoli. In quest’ottica il dono richiesto ai discepoli non deve essere una “risposta” automatica e provocata dall’aver ricevuto qualcosa: non si dona perché si ha ricevuto qualcosa, poiché in tal caso il dono non sarebbe più gratuito, non sarebbe più dono.

Le parole di Gesù vogliono suggerire che la capacità del donare gratuitamente si apprende in primo luogo se si riconosce che l’essenziale è stato gratuitamente ricevuto, ovvero che l’essenziale di cui c’è bisogno è Grazia. Partendo dalla consapevolezza di vivere nella Grazia, allora si è chiamati a scegliere di vivere imitando, seguendo il cammino di Gesù, cercando di mettersi sui suoi passi. Una vera chiamata alla gratuità: così si è pensato di declinare questo tema dando voce ad alcuni dei primi discepoli di Gesù destinati ad incarnare diversi aspetti della “gratuità missionaria”.

Il sussidio ha una struttura flessibile che può essere rivista e riprogettata sulla base delle varie esigenze. Il testo si compone di cinque moduli, suddivisi in diversi incontri, secondo la scansione dei tempi liturgici dell’anno, partendo da quello ordinario fino a concludersi col tempo di Pasqua. Ogni incontro avrà un obiettivo, un riferimento a un passo di Vangelo, un’attività e alcuni link (materiali multimediali come film, canzoni, video, ma anche proposte e suggerimenti su uscite o momenti che intrecciano il calendario diocesano).

Il sussidio “Bella la vita gratis”




Festa del volontariato: il 24 settembre a Cremona 137 associazioni in piazza

Da sinistra: Daniela Polenghi, Giorgio Reali, Rosita Viola e Francesco Monterosso

Sono 137 le associazioni di volontariato che prenderanno parte alla nuova edizione della Festa del Volontariato di Cremona, quest’anno fissata per domenica 24 settembre, dalle 10 alle 19 in piazza del Comune e Stradivari. La XXVI edizione della Festa del Volontariato si apre con l’invito a costruire la “città del noi”: uno spazio in cui il volontariato è chiamato a contagiare la comunità con i valori di solidarietà e reciprocità per favorire la crescita di un benessere più diffuso.

«Un territorio si può definire accogliente quando è attento alle minoranze e alle fragilità, è animato da diversità (di persone, di idee) che considera ricchezza, favorisce unione fra diversi, creando connessioni generative. Promuove spazi di elaborazione condivisa e di partecipazione della cittadinanza e della società civile», hanno spiegato gli organizzatori dell’evento nel corso della conferenza stampa di giovedì 14 settembre alla quale hanno partecipato Giorgio Reali, presidente di CSV Cremona – Cisvol, Daniela Polenghi, Portavoce Forum Provinciale Terzo Settore e Rosita Viola, assessore alla Trasparenza e Vivibilità Sociale – Rapporto con il Volontariato e le Associazioni del Terzo Settore.

La Festa quest’anno raccoglie progettazioni in cui le pratiche del volontariato vedono l’incontro delle organizzazioni con l’impegno civile dei singoli, uniti nella cura per i beni comuni per renderli accessibili in un’ottica di sostenibilità. Dall’incontro di singole esperienze, attraverso la costruzione di relazioni fiduciarie, nascono nuove visioni della città che si trasforma con il contributo di ogni suo abitante.

I temi che “attraverseranno” le piazze del volontariato saranno: beni comuni, quartieri e comunità, carcere e territorio, le nuove forme del volontariato, città accogliente e inclusiva, giovani nella città, sostenibilità e stili di vita.

Ambiti e temi che si incontrano per esempio nei progetti Re-Start, Fare Legami, ExSportAbile, nelle attività dei Comitati di quartiere e nelle varie forme di volontariato e la campagna Ero Straniero. Per incontrare tutto questo vi aspettiamo nelle piazze del centro il 24 settembre.

Importante e significativa anche la presenza di Istituzioni del territorio, che allestiranno uno stand in piazza per presentare attività e progetti a cittadini e volontari: ASST Cremona, ATS Val Padana, Azienda Sociale Cremonese, Cremona Solidale, Ordine Psicologi della Lombardia e Casa Circondariale di Cremona. L’evento è realizzato anche grazie al sostegno di Padania Acque, che in piazza distribuirà “la buona acqua di casa mia”, e Cassa Padana che da anni è partner della manifestazione.

Sul fronte giovanile è da segnalare la presenza in piazza durante la giornata di un gruppo di volontari del Servizio Civile Nazionale e di giovani provenienti da diversi paesi europei e attualmente a Cremona per un’esperienza di volontariato europeo (SVE) che collaboreranno per gli aspetti logistici e la gestione degli eventi.

In avvicinamento alla Festa del Volontariato sabato 23 settembre in piazza Roma dalle ore 16 alle 24 si terrà la prima edizione del Mosaico Festival, evento a cura del Coordinamento CR.AS.I, realtà che si pone l’obiettivo di creare un dialogo fra le diverse realtà giovanili e ha come scopo principale quello di fornire alla cittadinanza e al turismo una vetrina delle singole proposte musicali di Cremona.

Il programma completo della Festa

Elenco stand in piazza

www.festavolontariato.org – #fvcr2017