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#Cosebelle, tante proposte per vivere al meglio l’estate 2024

Una parola chiave per raccogliere il ricco ventaglio di stimolanti esperienze per adolescenti e giovani da vivere nel corso dell’estate, rendendole più visibili e parti di un unico percorso condiviso. La Diocesi di Cremona presenta il programma #cosebelle, ovvero la serie di iniziative rivolte a ragazzi e ragazze e organizzate, come un’unica rete, dalle diverse realtà associative e comunitarie diocesane. «Attraverso un lavoro di coordinamento guidato dalla Caritas diocesana si è arrivati a un elenco di proposte diverse per destinatari, soggetti organizzatori, periodo, stile e finalità, perché ciascuno possa trovare l’opportunità più adatta per sé o per il proprio gruppo di amici», ha spiegato don Francesco Fontana, incaricato diocesano per la Pastorale giovanile e presidente della Federazione oratori cremonesi.

Quattro sono le grandi «aree» dell’idea #cosebelle nel quale sono raggruppate le iniziative: servizio, viaggio o pellegrinaggio, esperienze missionarie e campi estivi. Alcune di queste proposte hanno ancora posti liberi e le iscrizioni sono aperte; altre sono ormai prossime ad avviarsi con i corsi di preparazione. La Caritas diocesana, ad esempio, propone il servizio alla mensa serale e all’ostello di Termini, a Roma. Grazie all’esperienza dell’associazione DrumBrun, invece, ci si può indirizzare verso i Balcani: per le famiglie, a Trieste, c’è l’impegno in strutture dedite all’accoglienza di donne fragili con figli; o in Serbia si possono svolgere attività di servizio e animazione di una comunità locale. L’Unitalsi propone il tradizionale progetto di accompagnamento e assistenza dei malati al santuario di Lourdes. E c’è anche l’opportunità, per chi non è della città del Torrazzo, di trascorrere insieme un breve periodo residenziale a Cremona.

La Federazione oratori, inoltre, sull’onda del successo delle scorse Gmg, organizza un viaggio in Polonia, già sede del recente raduno internazionale nel 2016. Tra momenti di condivisione di fede e vacanza, il gruppo farà visita alle città di Cracovia, Czestochowa e Varsavia. L’Azione Cattolica propone, invece, il campo estivo a Sauze d’Oulx, in Val di Susa, per sperimentare in modo coinvolgente e nella fraternità la vita associativa.

Per chi poi desidera mettersi in gioco con qualcosa di «forte», non mancano le proposte del servizio in alcuni luoghi del mondo grazie alla Pastorale missionaria. Un gruppo di giovani si recherà alla missione di Salvador de Bahia guidata dal prete “fidei donum” cremonese don Davide Ferretti; per le ragazze anche la proposta in uno dei centri gestiti dalle Suore Adoratrici di Rivolta d’Adda in Camerun o in Argentina.

Per chi parteciperà a una o più di queste proposte, è previsto un incontro generale con il vescovo Antonio Napolioni, che conferirà il mandato a tutti colore che saranno impegnati nelle diverse opportunità, per un’estate all’insegna della crescita personale e spirituale.

 

Scarica la scheda sintetica di tutte le proposte




Dedicazione della Cattadrale, lunedì 3 giugno alle 10 la Messa presieduta dal Vescovo

Ricorre il 2 giugno l’anniversario della Dedicazione della Cattedrale di Cremona. Il Duomo che si può ammirare oggi è infatti l’ampliamento della costruzione iniziata nel 1107, edificata sull’area di un edificio più antico, che il vescovo Cesare Speciano dedicò, nel 1592, sotto il titolo di Santa Maria Assunta e di Sant’Omobono.

Quest’anno, però, la solennità liturgica della Dedicazione della Cattedrale (festa nelle altre chiese della diocesi) slitta al giorno successivo, lunedì 3 giugno, per la concomitanza il 2 giugno con la solennità del Corpus Domini.

Proprio lunedì 3 giugno, alle 10, il vescovo Antonio Napolioni presiederà in Cattedrale l’Eucaristia. La Messa sarà concelebrata dai canonici del Capitolo della Cattedrale. Lo stesso giorno, oltre alle Messa delle 10, le altre celebrazioni eucaristiche della solennità in Cattedrale saranno alle ore 8 e alle 18.

A completare il programma di questa festa in Cattedrale, nella serata di giovedì 6 giugno alle 21, nell’ambito della rassegna “Primavera organistica cremonese”, si terrà il concerto d’organo eseguito dall’organista olandese Pieter van Dijk.




L’Università Cattolica sale di oltre 60 posizioni nel QS World University Rankings

L’Università Cattolica del Sacro Cuore è tra i 450 migliori atenei al mondo. Nell’edizione 2025 del QS World University Rankings, l’Ateneo si classifica al 442° posto, scalando ben 63 posizioni rispetto all’anno precedente: è il più alto punteggio degli ultimi dieci anni. In Italia, è seconda per quanto riguarda il rapporto studenti e docenti. Secondo gli analisti di Quacquarelli Symonds, un miglioramento si registra anche nell’Employer Reputation, dove l’Università Cattolica è 267esima al mondo.

«Siamo soddisfatti di questo sensibile avanzamento nel ranking delle migliori università al mondo», afferma Pier Sandro Cocconcelli, pro rettore vicario e delegato per il Coordinamento dei progetti di internazionalizzazione dell’Ateneo. «Un risultato che conferma la qualità del sistema educativo del nostro Ateneo, testimoniato dal punteggio ottenuto nel Faculty-Student Ratio. Anche altri indicatori hanno contribuito al miglioramento della nostra performance: l’attenzione riservata alla sostenibilità e la reputazione di cui gode la nostra Università tra i datori di lavoro; si consideri un dato per noi rilevante per i nostri studenti che il tasso di occupazione a un anno dalla laurea è del 91%».

Il QS World University Rankings 2025 per la realizzazione della classifica ha valutato 5.663 istituzioni al mondo, di cui 1.503 entrate quest’anno. Nel nostro paese sono 42 gli atenei valutati.

QS utilizza sei indicatori per compilare il ranking che elenca i migliori atenei al mondo: reputazione accademica (Academic Reputation); reputazione secondo i datori di lavoro (Employer Reputation); rapporto docenti/studenti (Faculty Student Ratio); citazioni per ricercatore/docente (Citation per Faculty); proporzione docenti internazionali (International Faculty); proporzione studenti internazionali (International Students); esiti occupazionali (Employment Outcomes); la rete internazionale di ricerca (International Research Network); l’attenzione alla componente sostenibile (Sustainability).




Unitalsi, in attesa di Lourdes il gruppo cremonese in pellegrinaggio nei luoghi di madre Speranza di Gesù

Dal 10 al 13 maggio una novantina di pellegrini provenienti da diverse zone lombarde e guidati dai vari presidenti delle sottosezioni Unitalsi e dall’assistente cremonese don Maurizio Lucini, sono partiti per Collevalenza (PG), piccola frazione di Todi celebre soprattutto per il Santuario dell’Amore Misericordioso di Gesù, una tra le più moderne costruzioni sacre al mondo, luogo di ritrovo e di riferimento spirituale per i fedeli di tutto il mondo voluto e realizzato dalla beata madre Speranza di Gesù (al secolo María Josefa Alhama Valera). Al progetto, che per lei rappresentava la volontà stessa di Dio, dedicò con impegno e amore la sua intera vita. Essa affermava infatti di voler “far conoscere a tutti che Dio è un Padre che ama, perdona, dimentica e non tiene in conto i peccati dei suoi figli quando li vede pentiti”.

Sabato 11 maggio il pellegrinaggio ha poi fatto tappa ad Assisi: una giornata scandita dalle visite alla Basilica inferiore e superiore di San Francesco, alla Tomba del Poverello e, nel pomeriggio, a Santa Maria degli Angeli, alla Porziuncola e al Museo. Cuore della giornata la Messa del mattino nella Basilica inferiore, celebrata da don Lucini e, una volta rientrati a Collevalenza, la recita del Rosario nel raccoglimento e nella penombra della Cripta seminterrata, dedicata a Maria Mediatrice, dietro il cui altare è posta la tomba di madre Speranza di Gesù. Semplice e originale. Come un chicco di grano seminato nel terreno solleva la terra e annuncia una nuova spiga, così la Chiesa rinnovata dall’Amore Misericordioso della quale la Madre è una semplice testimone.

Domenica 12 maggio, Ascensione del Signore e festa della mamma, i pellegrini hanno vissuto una giornata interamente dedicata a madre Speranza, ai luoghi in cui ha vissuto, e dove ha creato un ritrovo di preghiera importante, che richiama fedeli di ogni età e nazionalità per gran parte dell’anno. Il gruppo ha partecipato all’Eucaristia presieduta dal vescovo emerito di Gubbio, Mario Ceccobelli, seguita dalla liturgia dell’acqua e dalla Via Crucis nel bosco attorno alla Casa del pellegrino. Per gli unitalsiani è stato un po’ come rivivere una piccola Lourdes.

Infine lunedì 13 maggio, festa della Madonna di Fatima, sulla strada del ritorno, i pellegrini hanno fatto sosta a Loreto dopo due anni di assenza. L’accoglienza della piazza Lauretana con la Basilica è stata particolarmente toccante, così come la visita alla Santa Casa e la celebrazione della Santa Messa nella Basilica inferiore, presieduta da don Maurizio Lucini.

Ora si sta preparando il consueto e irrinunciabile pellegrinaggio a Lourdes, con partenza da Cremona lunedì 5 agosto in pullman (attrezzato anche per disabili) e rientro nella mattinata di domenica 11 agosto. Ad accompagnare i pellegrini sarà il tema pastorale «Andate a dire ai sacerdoti che si venga qui in processione», che riprende una parte del messaggio che la Vergine affidò a Bernadette nel corso dell’apparizione del 2 marzo 1858. I giorni a Lourdes saranno condivisi anche con il gruppo della Diocesi di Cremona, che guidato dal vescovo Napolioni, farà tappa anche a Saragozza, Barcellona e Montserrat. Informazioni e iscrizioni al pellegrinaggio Unitalsi a Lourdes entro il 18 giugno e sino ad esaurimento posti contattando la sottosezione di Cremona (mail cremona@unitalsilombarda.it, telefono 348-8124577).

In attesa di Lourdes, gli unitalsini cremonesi hanno già avuto modo di ritrovarsi e di vivere insieme il pellegrinaggio nelle località di Collevalenza, Assisi e Loreto. Un percorso inedito, diverso dal solito, che permesso di visitare e “vivere” una spiritualità particolare.

 

Guarda le foto del pellegrinaggio 




Nel giorno del Sacro Cuore l’incontro diocesano dei Gruppi di preghiera con il Vescovo

 

Nel tardo pomeriggio di venerdì 7 giugno presso il Seminario vescovile di Cremona si sono radunati i gruppi di preghiera presenti sul territorio per l’incontro diocesano con il Vescovo Antonio Napolioni. Una occasione di formazione e spiritualità in una data non casuale: quella del Sacro Cuore di Gesù. Ma anche nel contesto dell’Anno della Preghiera voluto da Papa Francesco.

Gruppi diversificati nell’organizzazione e nel carisma, ma accomunati dall’impegno nella preghiera. Una vera e propria “Rete mondiale di preghiera del Papa” (così come 2021 si chiama quello che un tempo era conosciuto come “Apostolato della preghiera”) attraverso la quale vengono raccolte mensilmente intenzioni di preghiera da tutto il mondo che il Papa affida alla preghiera comune.

L’incontro è iniziato con la preghiera del Vespro nella chiesa superiore. A seguire, nel salone Cristo Re del Seminario, la meditazione guidata offerta dal Vescovo a partire dalla lettura del vangelo di Marco: “Il cieco all’uscita di Gerico” (10,46).

«Spesso l’avventura della fede e della vocazione hanno come punto di partenza una sofferenza muta, la ricerca disperata di una luce che calmi la sete dell’anima e prima o poi esplode – ha affermato mons. Napolioni –. Dunque c’è un cuore che custodisce, che attende, che ascolta. E a un certo punto c’è un cuore che grida»

«Noi preghiamo in tanti modi – ha detto ancora –. La liturgia certamente è il dono più grande, ma anche la preghiera di ogni tipo». In ogni caso c’è bisogno «dell’apertura di cuore, del nostro coinvolgimento interiore. Non come un generico sentimento, ma come ascolto profondo della voce di Dio nel tempio della mia persona (corpo, mente e spirito)».

«La fede diventi così – è stato l’auspicio – incontro effettivo e cordiale tra la verità rivelata e la persona tutta intera, pregando la Parola, lasciando che la Parola ci purifichi la mente».

 

La meditazione del vescovo Napolioni

 

La suddivisione in gruppi ha poi dato la possibilità ai partecipanti di riflettere e confrontarsi secondo il metodo sinodale della conversazione nello Spirito. A conclusione della serata un momento di fraternità condivisa con la cena a buffet.

L’incontro diocesano ha voluto essere un segno concreto di accompagnamento e sostegno ai gruppi di preghiera, riuniti nella Rete mondiale di preghiera del Papa, aiutandoli a rafforzare il senso di Chiesa nell’impegno comune della preghiera.

A questo primo appuntamento più di tipo formativo ne seguirà un secondo di preghiera in programma il prossimo 22 settembre al Santuario di Caravaggio in occasione del pellegrinaggio diocesano all’inizio del prossimo anno pastorale.




CEI, lettera all’Europa: pace e prosperità non sono scontate

La “lettera aperta” all’Ue firmata dal card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, e da mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina e presidente della Comece, alla vigilia della Giornata dell’Europa, che si celebra il 9 maggio a ricordo della Dichiarazione Schuman che in quella data del 1950 diede avvio al processo di integrazione europea.

Un genere letterario inedito, per lanciare con garbo e linguaggio semplice un messaggio chiaro, che intercetta anche l’imminente scadenza elettorale. Bisogna essere grati e consapevoli del cammino percorso, del bilancio largamente positivo, degli ideali che hanno permesso questa straordinaria e inedita realtà, l’Unione. Tendiamo a dimenticarlo, a dare per scontato quello che scontato non è, cioè pace e prosperità. Non si può non partire da qui, dalla storia e dall’imprinting iniziale, frutto di uomini che avevano vissuto una storia di conflitti e seppero guardare oltre, ma con realismo, senza fronzoli ideologici.

E proprio per questo, a partire da questo deposito, che non si deve né dimenticare né sottovalutare, hanno titolo per rilanciare “gli interrogativi del Papa”, di fronte alla grande e festosa marea dei giovani a Lisbona, l’estate scorsa, alla Gmg. Due spiccano in concreto e esprimono quello che arrovella anche tutti noi: “Europa, dove sei? Che direzione vuoi prendere?”

Sì, perché il motore sembra imballato.  La lettera non ci dà, non ci po’ dare soluzioni operative. Ma suggerisce un metodo: porre le giuste domande, con il giusto senso della realtà e un atteggiamento culturale e morale, dunque politico, fiducioso.

Di fronte ad un europeismo di maniera, cortocircuitato in burocrazia, e ad un euroscetticismo crescente ed ideologico il cardinale Zuppi e monsignor Crociata ci indicano insomma una strada per guardare con creatività ad una situazione certamente inedita e delicata, che non è solo il tempo delle guerre, ma anche quello di un disorientamento culturale e morale che ci svuota.

Confida giustamente, la lettera, in un “rilancio”. E sono consapevoli, gli autori e tutti noi, che non va da sé, comporta un propellente. È, citando il Papa, “un nuovo umanesimo”. Che poi è riproporre quello di sempre, cioè partire ed arrivare alla persona concreta, nelle sue relazioni naturali. Il classico realismo cristiano, al servizio di tutti. Che fra l’altro rappresenta anche una vaccinazione efficace contro ogni forma di violenza, “aperta oppure subdola”, da chiunque e in qualunque modo veicolata.

Francesco Bonini (AgenSir)

 

Il testo integrale della lettera all’Unione Europea




“Una grande sinfonia di preghiera”, il 1° giugno anche a Caravaggio “La notte dei Santuari”

Sabato 1° giugno ci sarà “La notte dei Santuari”. L’iniziativa, promossa nell’Anno della Preghiera, vedrà protagonista anche il Santuario di Caravaggio. Per l’occasione, infatti, il Santuario di S. Maria del Fonte resterà aperto fino alle ore 22. Dalle 19 si potrà sostare in preghiera davanti al Santissimo Sacramento con l’adorazione eucaristica che in basilica proseguirà sino alle 22.

“Una grande sinfonia di preghiera” è il titolo dell’edizione di quest’anno per “La notte dei Santuari”, collegata alla volontà del Santo Padre di dedicare il 2024 alla Preghiera in preparazione al Giubileo del 2025 e proponendo un segno di vicinanza di tutte le comunità territoriali nei confronti dei Santuari che costituiscono sempre un riferimento costante nelle diocesi.

L’iniziativa è proposta ogni anno, dal 2019, attraverso il Collegamento nazionale dei Santuari italiani, unitamente all’Ufficio nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della CEI e all’Ufficio nazionale per la Pastorale delle vocazioni.

 

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Il card. Ernest Simoni ad Arzago: testimone di speranza nel nome di Gesù e di Maria

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Una chiesa parrocchiale di Arzago d’Adda gremita ha accolto con affetto ed emozione il cardinale albanese Ernest Simoni, testimone di speranza, sopravvissuto a oltre 25 anni carcere e di lavori forzati durante la dittatura comunista e atea di Enver Hoxha. Il cardinale ha presieduto la Messa nella sera di venerdì 31 maggio, seguita da un breve momento caratterizzato dal racconto della sua storia. Per l’unità pastorale formata dalle parrocchie di Arzago d’Adda e Casirate d’Adda e guidata dal parroco don Matteo Pini, la serata ha chiuso il percorso iniziato in Quaresima e incentrato proprio sul tema della speranza.

Una serata con lo sguardo rivolto al Figlio e alla Madre, perché «Gesù – ha sottolineato il cardinale – vuole abbracciare tutti noi. E Maria, mamma di tutti e regina del cielo e della terra, ci guarda attraverso la luce dei suoi occhi». Una devozione speciale, imperterrita anche di fronte a molteplici anni di estrema sofferenza. La sua storia, raccontata durante la serata da un collaboratore della diocesi di Firenze, dove oggi risiede il cardinale, è segno di una tenacia incommensurabile, testimonianza preziosa di una speranza che non deve mai “spegnersi”.

Classe 1928, originario dell’Arcidiocesi di Shkodrë-Pult (Scutari – Albania), il cardinal Simoni fu infatti considerato un “nemico del popolo” ai tempi della dittatura di Enver Hoxha e per questo arrestato nella notte di Natale del 1963 mentre celebrava la messa a Barbullush. Confinato in una cella d’isolamento con una condanna a diciotto anni, ai suoi compagni di prigionia gli aguzzini ordinarono di registrare la sua “prevedibile rabbia” contro il regime, ma dalla bocca del sacerdote uscirono sempre e solo parole di perdono e di preghiera. Condannato a morte, la sua pena fu commutata in venticinque anni di lavori forzati nelle gallerie buie delle miniere di Spac e poi nelle fogne di Scutari. Anche in questa drammatica situazione non perse la fede e neppure interruppe il suo ministero sacerdotale: riuscì ogni giorno, di nascosto, a celebrare la Messa e confessare gli altri carcerati, divenendo padre spirituale di alcuni di loro e distribuendo anche la comunione, con un’ostia cotta di nascosto su piccoli fornelli, mentre per il vino fece ricorso al succo dei chicchi d’uva. Liberato il 5 settembre 1990, appena fuori dal carcere confermò il perdono ai suoi aguzzini, invocando per loro la misericordia del Padre.

Al termine dell’evento, al quale ha partecipato un corposo numero di fedeli albanesi, alcuni battezzati dallo stesso cardinale, monsignor Simoni ha salutato uno a uno tutti i presenti, dando loro la benedizione.

Come segno di ringraziamento e di riconoscenza, la comunità dell’unità pastorale ha consegnato al cardinale un dono: una lampada di sale a forma di cuore, simbolo che rimanda al suo motto, “Il mio cuore trionferà”.




Beata Vergine di Caravaggio, a Cremona festa per il 50° di dedicazione della chiesa

Ricorre venerdì 31 maggio il 50° anniversario della dedicazione dell’altare della chiesa della Beata Vergine di Caravaggio, la parrocchia di viale Concordia a Cremona, avvenuta nel 1974 per mano del vescovo Giuseppe Amari.

Sono tre gli appuntamenti che vedranno impegnata la comunità parrocchiale della “Beata”, creata il 26 maggio 1967 e guidata dallo scorso settembre da don Andrea Spreafico.

Il primo riguarda “L’annuncio che risveglia”: la sera di venerdì 31 maggio, alle 21, il Vespro e la condivisione della Parola.

Sabato 1° giugno, invece, sarà protagonista “Il perdono che redime”, con la testimonianza, dalle 18 in oratorio, di una coppia di coniugi che ha superato la crisi matrimoniale grazie alla vicinanza e al supporto di fratelli e sorelle credenti.

Domenica 2 giugno, invece, gli impegni occuperanno tutta la giornata, dedicata alla “Carità che rimane”: al mattino, alle 9, la recita delle Lodi, e, nel tardo pomeriggio, alle 18.30, la Messa (unica della giornata), presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, in ricordo dei benefattori e dei parroci deceduti. La giornata, che sarà caratterizzata dalle confessioni e dall’Adorazione Eucaristica continuata, si chiuderà con l’aperitivo comunitario in oratorio.

Tre giorni di preghiera e di festa, per celebrare un importante traguardo, ai quali sono invitati tutti i parrocchiani, ma anche tutti i sacerdoti che nell’ultimo mezzo secolo hanno prestato servizio alla Beata.




Giornata del Ringraziamento, dalla Cei l’invito a rinnovare gli stili di vita per supportare le politiche ambientali

Servono “impegno, progettualità, azioni concrete se vogliamo evitare che i paesaggi diventino un lontano ricordo di quello che sono stati e i territori dei frammenti, residuo dello scarto e dell’abbandono”. È il monito dei vescovi italiani, nel Messaggio della Cei per la 74ª Giornata del ringraziamento, in programma il 10 novembre sul tema “La speranza per il domani: verso un’agricoltura più sostenibile”. “Solo salvaguardando il terreno e, insieme, le attività agricole e gli agricoltori, può essere perseguito un uso dinamico ma sostenibile che limiti il consumo e lo spreco di territorio e, allo stesso tempo, tuteli le produzioni alimentari e la biodiversità”, si legge nel testo: “Il rinnovamento degli stili di vita è una via possibile e percorribile per supportare le politiche ambientali e ri-orientare l’economia nel segno della sostenibilità e della giustizia”.

“L’agricoltura deve mantenere le sue basi ecologiche, che non ha mai dimenticato, ma che rischia di smarrire se insegue il paradigma tecnocratico, che porta alla ricerca di un modello di produzione volto solo alla massimizzazione del profitto”, il monito della Cei: “E, di conseguenza, all’abbandono dei campi, alla dismissione di alcune coltivazioni e, in molti casi, della stessa attività agricola a cui, a causa delle difficoltà strutturali dell’agricoltura nazionale, viene preferita la rendita derivante dal consumo del suolo o dal ritorno del bosco non curato”.

“È tempo di fermare il consumo del suolo, in particolare quello agricolo, che va destinato alla produzione di cibo”, l’appello della Cei. Nella cultura agricola, la terra è sempre stata considerata preziosa, tanto che veniva utilizzata con cura, senza mai essere impoverita pregiudicandone l’uso futuro”, si ricorda nel messaggio: “I suoi frutti sono sempre stati destinati a tutti, favorendo la giustizia sociale, con un regime inclusivo delle pratiche agronomiche autoproduttive e forme di scambio improntate a criteri di reciprocità e solidarietà”.

“Questo patrimonio di attenzioni e di tradizione non può essere dissipato, in quanto rappresenta uno stimolo per guardare al futuro e affrontare in modo costruttivo le sfide odierne, dando soluzione a quelle problematiche che, in varie occasioni, sono state portate alla luce da quanti sono impegnati nel mondo agricolo, che chiedono un confronto e un dialogo a più voci sul rapporto tra uso della terra, agricoltura, sostenibilità e tutela del lavoro delle nuove generazioni”, l’appello dei vescovi italiani: “Anche la progettualità sostenibile, come l’istallazione di impianti fotovoltaici, deve vigilare affinché ci sia sempre compatibilità con la produzione agricola. Sono questioni centrali per il futuro della nostra Europa”.

“Le innovazioni, culturali e sociali, possono aiutarci a ricostruire legami con un’identità rurale che può favorire una maggiore consapevolezza dell’importanza dell’ecologia integrale”, la proposta della Cei: “Solo così sarà possibile dimorare sulla terra, trovando l’equilibrio tra uomo e natura e rilanciando la centralità dell’essere custodi del Creato e dei fratelli”. “È tempo di coinvolgere le nuove generazioni nella cura della terra indirizzando a un diverso modello economico, riducendo sprechi e consumi, riscoprendo le potenzialità delle comunità locali e salvaguardando le conoscenze tradizionali, riconoscendo il giusto compenso ai produttori e raddrizzando le distorsioni dei sussidi”, l’indicazione di rotta.

No ad “agrobusiness”, sì a “politiche nazionali ed europee che ripropongano corrette riforme agrarie, adeguato riconoscimento economico del lavoro agricolo e del valore dei prodotti agricoli, riduzione degli sprechi dal campo alla tavola, valorizzazione dell’agricoltura familiare”. È quanto scrivono ancora i vescovi nel messaggio per la 74ª Giornata del ringraziamento del 10 novembre. “La polarizzazione tra agricoltura convenzionale e biologica o altro non serve”, il monito della Chiesa italiana: “Occorre fare rete e integrare, per combattere la dispersione delle comunità, soprattutto di quelle interne del nostro Paese, e dell’ambiente da cui proviene sostentamento e salute per tutti”.

“Il nostro Paese è un laboratorio ideale, per diversità di ambienti e condizioni socioeconomiche, per sperimentare vie nuove nelle tante forme di agricoltura”, si legge nel messaggio: “Vanno sostenuti i molti giovani – anche immigrati – che hanno deciso di intraprendere questa strada tornando alla terra, pure nelle situazioni più difficili della collina interna e della montagna”. Di qui l’appello “ai giovani agricoltori e ai centri di formazione che li preparano a un lavoro qualificato, perché si sentano protagonisti con la loro attività, di questo momento cruciale della storia, nel quale il loro contributo è fondamentale”.

“Troppo spesso gli imprenditori agricoli non sono stati percepiti come una risorsa indispensabile per la produzione di cibo sano, disponibile per tutti e di qualità”, la denuncia della Cei: “Mentre non possiamo non riconoscere gli elementi di verità esistenti nelle denunce di insostenibilità ambientale e sociale di tanta agricoltura industriale (non per nulla definita agrobusiness), auspichiamo che si promuovano politiche nazionali ed europee che ripropongano corrette riforme agrarie, adeguato riconoscimento economico del lavoro agricolo e del valore dei prodotti agricoli, riduzione degli sprechi dal campo alla tavola, valorizzazione dell’agricoltura familiare”.

M. Michela Nicolais (AgenSir)

 

Il testo integrale del messaggio