1

E’ mancato don Giovanni Romanini

Un altro lutto nel clero cremonese. Don Giovanni Romanini, classe 1926, è mancato in seguito ad improvvisa emorragia cerebrale accusata sabato 26 agosto durante la celebrazione della Messa nella Parrocchia di Acquanegra Cremonese, ove dimorava come prete residente dal 2004.

Nato a Vicoboneghisio, è stato ordinato sacerdote nel 1950. Per due anni vicario parrocchiale a Pozzo Baronzio, ha svolto il suo ministero sempre come vicario a Misano Gera d’Adda, dal 1951 al 1956, e successivamente a Sesto Cremonese fino al 1963.

Il suo lungo servizio ecclesiale come parroco lo ha visto legare la sua vita alla comunità dei Ss. Cosma e Damiano in Acquanegra Cremonese, dal 1963 al 2004.

Ricoverato sabato 26 agosto presso l’Unità di Terapia Intensiva dell’Ospedale Maggiore di Cremona in seguito al malore, è spirato nel pomeriggio di domenica 27 agosto.

La camera ardente sarà allestita dal mattino di lunedì 28 agosto presso la casa di riposo di Fengo.

Nella chiesa parrocchiale di Acquanegra Cremonese, alle 20.30, si terrà la veglia di preghiera della comunità cristiana che don Giovanni ha servito per tanti anni. E nella stessa chiesa, martedì 29 agosto alle 10, il vescovo Napolioni presiederà la celebrazione delle esequie.




A scuola con un diario missionario

È ormai alle porte il primo giorno dell’anno scolastico e molti genitori si stanno accingendo ad acquistare zainetto, astuccio, libri e, naturalmente, il diario. Il Centro missionario diocesano propone ai genitori più attenti e sensibili alla mondialità l’acquisto di un diario che sia chiama appunto “Mondiario all right”. È il frutto di un progetto portato avanti dalla redazione de “Il piccolo missionario” e di “Fondazione Nigrizia” dei Padri Comboniani.

Anche se viviamo un vita sempre connessa e quindi con la possibilità, anche per i più giovani, di trovare on-line informazioni riguardanti popoli lontani, Mindiario è non solo un diario scolastico, ma è anche un’agenda per conoscere un po’ più da vicino le feste, le tradizioni, le date importanti anche per quanti magari sono diventati compagni di classe.

Inoltre l’edizione di quest’anno si concentra sul binomio diritto-dovere: “Se chiami un diritto risponde un dovere. Chi ha sete beva, ma lavi il bicchiere così chi vien dopo ha il bicchiere pulito. Diritto e dovere, non so se hai capito!”

Nelle pagine del diario sono contenute notizie riguardanti il diritto allo studio, all’alimentazione, il dovere del rispetto, della legalità e sono riportate tutte le giornate mondiali che meritano attenzione. Ad esempio: la giornata dell’alfabetizzazione (8 settembre), quella della pace (21 settembre) o dei bambini di strada (30 settembre)…

Si può acquistare il diario presso il Centro missionario diocesano, in via S. Antonio del fuoco 9/a (presso il Centro pastorale diocesano di Cremona) al costo di soli 8 euro. Il ricavato della vendita andrà a favore dei progetti della Fondazione Nigrizia.

Il tema scelto per il diario 2017/18

Una pagina tipo del diario

Una pagina di approfondimento




Il congedo cristiano di don Giovanni Romanini

Nella mattinata di martedì 29 agosto la comunità cristiana di Acquanegra Cremonese si è stretta in un  ultimo abbraccio per affidare a Dio  don Giovanni Romanini, 90 anni, che per lungo tempo le ha annunciato il Vangelo condividendone la vita.

È il vescovo Antonio che nella liturgia delle esequie ha benedetto il Signore per il suo fedele servizio, attorniato da un gruppo di confratelli sacerdoti tra cui il vicario episcopale per la pastorale d il clero don Giampaolo Maccagni. Non è mancato anche il ricordo e la preghiera di suffragio che il vescovo emerito, mons. Lafranconi, ha voluto trasmettere alla comunità parrocchiale e ai congiunti.

Nella chiesa parrocchiale, che proprio don Giovanni ha costruito e abbellito con passione, si sono raccolti i familiari, i rappresentanti dell’Amministrazione comunale e delle associazioni del territorio e tanti amici che hanno “custodito” con affetto gli ultimi anni della vita del loro ex parroco – dal 2004 qui sacerdote residente – e che mons. Napolioni non ha mancato di ringraziare.

L’improvviso ed inatteso ritorno al Signore di don Romanini, dopo il malore che l’ha colto all’altare qualche giorno fa, ha richiamato tutta la comunità alla consapevolezza del rapido volgere della vita, e alla necessità di viverla come testimonianza credibile della speranza che sostiene i credenti.

Nella sua riflessione dopo l’ascolto della Parola – nella memoria del martirio di Giovanni Battista che la liturgia ha celebrato il 29 agosto – il Vescovo ha inserito alcuni brevi cenni al testamento spirituale di don Giovanni: un saluto “leggero” – così l’aveva pensato don Giovanni – pieno di affetto alla sua gente, un richiamo all’essenziale nel ministero di un prete.

Dopo il commiato ed il canto in latino dei confratelli, il parroco don Giovanni Nava ha accompagnato la salma al cimitero di Acquanegra Cremonese, ove riposerà.

E dove la comunità cristiana potrà ricordare il suo anziano parroco, come ci si ritrova con gli amici di famiglia.

Photogallery

 

Profilo di don Romanini

Nato a Vicoboneghisio, è stato ordinato sacerdote nel 1950. Per due anni vicario parrocchiale a Pozzo Baronzio, ha svolto il suo ministero sempre come vicario a Misano Gera d’Adda, dal 1951 al 1956, e successivamente a Sesto Cremonese fino al 1963.

Il suo lungo servizio ecclesiale come parroco lo ha visto legare la sua vita alla comunità dei Ss. Cosma e Damiano in Acquanegra Cremonese, dal 1963 al 2004.




Ad Annicco l’ultimo saluto a don Franco Zangrandi

Un clero unito, capace di condividere, volersi bene e perdonarsi. Questi gli aneliti che il vescovo Napolioni ha affidato alla preghiera eterna di don Franco Zangrandi, spentosi il 23 agosto presso la casa di cura S. Camillo di Cremona all’età di 77 anni. L’occasione sono stati i funerali presieduti, nella mattinata di venerdì 25 agosto, ad Annicco, dove don Zangrandi è stato parroco per 26 anni dopo aver vissuto in gioventù 10 anni da vicario.

Una figura che profondamente ha segnato la vita di questa comunità. Per questo in tanti hanno gremito la chiesa del paese, giovani e meno giovani. Il gregge a lui affidato sino a due anni fa, quando ha lasciato l’incarico a motivo dell’età e della salute, passando il testimone a don Antonio Bislenghi.

In prima fila i familiari e accanto al feretro una cinquantina di confratelli, tra cui i compagni di Messa. Non mancava neppure il diacono permanente Raffaele Ferri, a lungo suo stretto collaboratore.

Mons. Napolioni ha ricordato l’ultimo incontro con don Franco, pochi giorni prima della morte, che nessuno credeva arrivasse così repentina. Quindi, ricordando la vicinanza forte di qualcuno dei sui confratelli durante i difficili momenti della malattia, ha preso lo spunto per invitare l’intero clero diocesano a un sincero stile di fraternità. Amore, condivisione e fedeltà le parole d’ordine su cui il Vescovo ha voluto focalizzato l’attenzione nell’omelia.

Il vescovo Antonio, che era affiancato dal vicario generale don Massimo Calvi e dal vicario episcopale per il Clero don Gianpaolo Maccagni, ha espresso anche la vicinanza del vescovo emerito Dante Lafranconi, in questi giorni fuori diocesi.

La liturgia, accompagnata dal coro parrocchiale, ha visto la presenza del sindaco di Annicco, Maurizio Fornasari, oltre che delle rappresentanze delle Associazioni del paese.

Al termine delle Messa il feretro è stato portato nel cimitero di S. Vito di Casalbuttano, luogo d’origine di don Franco.

Photogallery

 

Biografia di don Zangrandi

Don Franco Zangrandi è nato a Cremona il 28 maggio 1940. Originario di Casalbuttano, è stato ordinato sacerdote il 27 giugno 1964 insieme ad altri 17 confratelli.

Il suo primo incarico pastorale è stato ad Annicco, dove è stato vicario parrocchiale per 10 anni.

Nel 1974 è stato nominato parroco di Zanengo; nel 1982 il trasferimento ad Olmeneta, sempre come parroco.

Nell 1989 è tornato ad Annicco come parroco: incarico che ha ricoperto sino all’estate del 2015 quando sono state accettate le sue dimissioni.

Dal 2003 al 2015 don Zangrandi è stato anche amministratore parrocchiale di Grontorto. Dal 1990 al 2003 di Farfengo.

Negli ultimi anni ha risieduto a Cremona, presso la casa del clero di Villa Flaminia.




Sinodo, il 19 settembre l’incontro con le categorie lavorative cremonesi

Mentre si chiude la fase degli ascolti, che ha coinvolto oratori e associazioni, il Sinodo diocesano dei giovani si muove anche verso ambienti non strettamente ecclesiali, con un pensiero rivolto anche al mondo del lavoro.

Nella scorsa primavera il vescovo Antonio e la Segreteria del Sinodo hanno incontrato circa 200 lavoratori, per lo più 20/30enni, presso il Consorzio Casalasco del Pomodoro, in una serata di reciproco e fruttuoso ascolto. Una occasione simile sarà riproposta anche sul territorio cremonese, perché i giovani lavoratori si sentano interpellati su quanto sta loro a cuore.

L’appuntamento è per il pomeriggio di martedì 19 settembre, dalle 18.30, presso la Sala Borsa della Camera di Commercio di Cremona, in via Baldesio.

Lo schema dell’incontro sarà molto semplice: ad una breve introduzione sul tema del Sinodo e delle sue motivazioni farà seguito una proposta di lettura del Vescovo; quindi il dibattito con i presenti.

 

Altri appuntamenti del Sinodo:

 

Il sinodo va avanti…

https://www.facebook.com/234763276623260/videos/1129596807139898/

https://www.facebook.com/234763276623260/videos/1121192937980285/




Deceduto don Franco Zangrandi, venerdì alle 10 i funerali ad Annicco

All’alba di mercoledì 23 agosto è deceduto don Franco Zangrandi, parroco emerito di Annicco. Da qualche giorno, per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, era ricoverato presso la casa di cura S. Camillo di via Mantova, a Cremona. Qui, dal pomeriggio del 23 agosto e per l’intera giornata di giovedì 24, sarà allestita la camera ardente. I funerali, presieduti dal vescovo Napolioni, venerdì 25 agosto alle 10 nella chiesa parrocchiale di Annicco, dove il feretro arriverà alle ore 9.

Don Franco Zangrandi è nato a Cremona il 28 maggio 1940. Originario di Casalbuttano, è stato ordinato sacerdote il 27 giugno 1964 insieme ad altri 17 confratelli. Tra loro don Giusppe Perri, recentemente scomparso.

Il suo primo incarico pastorale è stato ad Annicco, dove è stato vicario parrocchiale per 10 anni.

Nel 1974 è stato nominato parroco di Zanengo; nel 1982 il trasferimento ad Olmeneta, sempre come parroco.

Nell 1989 è tornato ad Annicco come parroco: incarico che ha ricoperto sino all’estate del 2015 quando sono state accettate le sue dimissioni.

Dal 2003 al 2015 don Zangrandi è stato anche amministratore parrocchiale di Grontorto. Dal 1990 al 2003 di Farfengo.

Negli ultimi anni ha risieduto a Cremona, presso la casa del clero di Villa Flaminia.




Gemellaggio terremoto/53. L’esperienza dell’Oratorio di Castelverde tra le ferite del sisma

Castelverde, 27 agosto 2017

Dal 6 al 13 agosto una quarantina di ragazzi dell’Oratorio “Sacro Cuore” di Castelverde, accompagnati dal vicario don Enrico Ghisolfi, hanno vissuto un’esperienza di volontariato nelle zone del Centro Italia colpite dal terremoto dello scorso anno, nel contesto del gemellaggio tra la Diocesi di Cremona e l’Arcidiocesi di Camerino-S. Severino Marche. Nello specifico, all’interno del progetto “Diamoci una mano” coordinato da Caritas Cremonese e Federazione Oratori Cremonesi, sono stati impegnati in attività di animazione nelle parrocchie di Pian della Pieca e di San Severino.

Più che redigere un rendiconto, è giusto lasciare la parola a chi in primo piano ha vissuto una possibilità concreta di carità. Ciascuno con la propria sensibilità ha riletto gli eventi del terremoto dello scorso agosto alla luce della relazione che si è potuta instaurare con altri fratelli d’Italia.

Forse l’intera esperienza ha questo valore umano e spirituale: rendere ciascuno più degno di essere uomo, più sensibile, cioè capace di commuoversi nel profondo, non in un semplice moto di indignazione o vittimismo, ma in una presa di coscienza del bene ricevuto e delle potenzialità da offrire, in un moto di coraggio e di responsabilità verso la vita e le sue sfide che trova nella forza di ricominciare un segno e un alba di Resurrezione.

«Mi sono resa conto di quanto diamo tutto per scontato, di quanto non ci accontentiamo e pretendiamo sempre di più. Confrontando con chi ha perso tutto, vedere con i nostri occhi i disastri che sono stati causati dalla terra, ci aiuta a renderci conto di quanto la vita sia importante di cui rendere grazie e la cosa più preziosa da servire». Ilaria

«Sono stata colpita dalla capacità dei bambini di superare con il sorriso quegli avvenimenti che hanno modificato il loro modo di vivere. Chi ha dovuto lasciare molto, se non tutto, non ha perso la gioia di vivere condividendo la bellezza dell’amicizia». Elena

«Coinvolte in un gesto di volontariato portiamo a casa qualcosa in più: la soddisfazione di aver dato il nostro seppur piccolo contributo ad un cammino di rinascita per quelle comunità servite, soprattutto nei confronti dei più piccoli, capaci di reagire con energia e voglia di vivere ad una situazione molto instabile. E’ questo il grande valore che ci ha toccato nel profondo, un mattone in più per la nostra crescita come singoli e come gruppo di oratorio. Tutto questo rafforza e arricchisce». Silvia e Ramita

«Come un’avventura in mare aperto, non sai mai cosa potresti aspettarti. Così, se chiunque penserebbe ad una realtà dove prevale preoccupazione, invece questa esperienza ci ha messo a contatto con persone e in particolar modo con ragazzi e bambini tutt’altro che angosciati. Ci hanno donato serenità e collaborazione, disponibilità alle nostre proposte. Condividendo una piccola parte della loro vita con noi, abbiamo potuto stupirci del coraggio di guardare e di andare avanti». Riccardo

«Con un po’ di fatica e impegno, portiamo a casa il messaggio di guardare oltre le nostre piccole realtà. Il servizio del Grest svolto, toccare con mano case e quartieri feriti, rallegrarsi di un sorriso donato da un bambino, … tutto ciò ci interroga su quali siano davvero le cose importanti per la nostra vita». Margherita e Rossana

«Siamo arrivati con un po’ di apprensione, con tante domande e incertezze, sul da farsi, sulle modalità con cui inserirsi in una situazione così, ecc… le persone e i ragazzi incontrati ci sono venuti incontro davvero con entusiasmo, trascinandoci nelle varie attività e nei racconti della loro vita. Possiamo dire di essere stati noi a tornare a casa più ricchi di relazioni e di fiducia nelle persone e nelle possibilità di bene. Questo ci aiuta a guardare diversamente anche le nostre realtà». Chiara e Chiara

«L’esperienza è stata caratterizzata da uno spirito di comunione e condivisione. Le giornate passate assieme, i momenti di animazione presso le parrocchie di Pian di Pieca e San Severino, i momenti di lavoro e le visite serali nelle città vicine, (Assisi, Spoleto, il mare…) hanno accresciuto la nostra amicizia e la coesione del gruppo. I momenti più piacevoli sono però indubbiamente stati quelli passati con i bambini. Infatti abbiamo avuto la possibilità di conoscere, parlare, giocare e divertirci con bambini e ragazzi con cui si è stretto un saldo legame che è stato doloroso sciogliere». Luigi

«Lascia impresso la forza che dai più piccoli arriva a noi e alle loro famiglie, ancora spaventate. La voglia di vivere e dare un senso a tutto ciò è il più bel messaggio di speranza». Giulia

«Aspetto importante di questa esperienza è stato l’incontro con le persone e la visita in alcuni luoghi colpiti dal terremoto. Ci sono ancora paesi “fantasma” (un esempio Caldarola, transitabile sono in una via principale ma completamente disabitato e puntellato) ed altri solo parzialmente vivibili. Ho avuto la possibilità di andare a San Ginesio: un paese bellissimo (bandiera Arancione Touring e inserito nei Borghi più belli d’Italia). Anche qui tutto transennato, compresa la Maestosa Chiesa Collegiata. Un tuffo al cuore ed una profonda commozione passando a piedi nelle vie (quelle percorribili). Qui solo un bar aperto, un fruttivendolo e la Banca (tutta transennata) sono i soli segni di vita percepibili. Ti freni anche nel fare fotografie perché ti sembra quasi di mancare di rispetto alla gente. Le poche persone incontrate però ti salutano con sguardo sorridente, quasi a ringraziarti per essere passato da loro. Ho parlato con alcuni genitori che mi hanno raccontato della notte del terremoto, delle paure ma anche del desiderio di non farsi sopraffare da questo nemico invisibile. Quanta dignità nelle loro parole e nel loro modo di essere». Renato (accompagnatore)




Gemellaggio terremoto/52. A un anno dal sisma senza dimenticare

Il 24 agosto 2017 ricorre il primo anniversario della triste scia di eventi sismici che ha seminato morte e distruzione in intere aree dell’Appennino e dell’Italia centrale. Una data che assume un particolare significato per la Diocesi di Cremona che dal novembre scorso si è fatta accanto alle popolazioni dell’arcidiocesi di Camerino-S. Severino Marche, terra d’origine del vescovo Napolioni.

Il gemellaggio tra le due Chiese ha visto la presenza stabile di Caritas Cremonese, sotto il coordinamento di Nicoletta d’Oria Colonna, supportata da Fermano Nobile e altri colleghi che per alcuni periodi sono stati distaccati nelle Marche.

Molto è stato fatto, anche grazie all’aiuto generoso di tanti cremonesi che non hanno voluto fare mancare il proprio sostegno ai terremotati sin dai primi momenti e che, ancora oggi, in vario modo, cercano di sostenere la rinascita di questa terra.

Come i gruppi di giovani volontari che all’inizio di agosto si sono resi disponibili per animare l’estate dei più piccoli a S. Severino Marche e a Pian di Pieca (basa operativa della Caritas), o quanti hanno aiutato l’economia locale attraverso acquisti dalle aziende del posto che, rimosse le macerie, si sono presto rimesse al lavoro.

Un altro modo di sostenere le popolazioni locali è stata la scelta di passare proprio lì le vacanze estive. È stato così per alcune famiglie cremonesi, quelle della cosiddetta “Drum Bun Family”, gruppo nato come naturale evoluzione dell’esperienza di volontariato “Drum Bun”, sorto vent’anni fa su stimolo del Servizio diocesano per il Disagio dell’età evolutiva. Un progetto che, coinvolgendo più di 200 tra giovani ed adulti, continua a portare l’esperienza dell’animazione oratoriana in Romania, Albania e Calabria.

Davide Longhi, giovane papà della “Drum Bun Family”, sintetizza bene il punto di partenza del capitolo “Family”: «Dalla nascita di nostro figlio non ci è stato più possibile partire, ma il desiderio di riprendere questo tipo di esperienza con gli amici che in passato l’hanno fatta con noi, e che sono diventati anche loro famiglia, era forte».

Per due anni un gruppo di cinque nuclei si è recato in Calabria, grazie alla collaborazione tra la cooperativa “Nazareth” di Cremona e “Il Segno” di Fuscaldo. Con l’aiuto di Green Hub, per le famiglie è stato possibile incontrare persone che “vivono, lavorano, sudano, soffrono e gioiscono” in Calabria, unendo la vacanza con la conoscenza di un territorio ricco ma sofferente.

Per l’estate 2017, a seguito di alcuni stimoli e considerazioni, queste giovani famiglie hanno deciso di cambiare meta e recarsi nelle zone colpite dal terremoto. Quelle di un anno fa e anche quelle di vent’anni fa. Per una decina di giorni l’alloggio delle sei famiglie – con tanti bambini al seguito – è stata, infatti, a Scopoli, proprio nelle casette di legno utilizzate da chi allora aveva avuto la casa inagibile a causa del sisma. Un luogo già fortemente legato a Cremona per il gemellaggio post-terremoto instauratori allora e che oggi ha consolidato nuovamente il proprio rapporto diventano la base operativa dei gruppi di volontariato che quest’estate hanno prestato servizio nelle Marche, aderendo al progetto ideato da Caritas Cremonese e Federazione Oratori Cremonesi.

Un contesto che ha permesso a queste giovani famiglie di riflettere in profondità su quanto è accaduto, nel tentativo di comprendere e, nello stesso tempo riscoprire e rilanciare, la bellezza di luoghi in parte abbandonati dal turismo.

Oltre a brevi gite, in località poco note ma straordinarie dal punto di vista paesaggistico e naturale, è stato riservato uno spazio per approfondire la conoscenza dei luoghi francescani. San Francesco ha conquistato immediatamente i bambini, incuriositi da un santo che “parlava agli uccelli” e lodava la bellezza del creato.

Molto apprezzata anche la possibilità di vivere fianco a fianco ai ragazzi della parrocchia di Castelverde e di Pandino, impegnati nei Grest a Pian della Pieca e a San Severino Marche, nel contesto del progetto “Diamoci una mano”.

L’interazione è stata particolarmente stretta con il gruppo di Pandino, grazie allo spirito di iniziativa del vicario, don Andrea Lamperti Tornaghi, e dei suoi animatori. Oltre a momenti di preghiera, gioco e riflessione, è stata creata l’occasione di un breve ma intenso incontro con le famiglie della pastorale famigliare di San Severino Marche.

Dopo il rientro rimangono nella mente la bellezza dei luoghi visitati, le immagini delle ferite ancora visibili sugli edifici e la richiesta delle famiglie locali: «Non abbandonateci: c’è ancora tanto che possiamo fare insieme». Un appello che sicuramente non cadrà nel vuoto.

 

Un anno dal sisma: bilancio degli interventi Caritas

 

 

Tutti i diari del gemellaggio cremonese

 

 




Dal 29 al 31 agosto torna la scuola animatori

Anche questa estate la Federazione Oratori Cremonesi propone l’ormai consueta scuola animatori di oratorio, dal titolo “Giochiamoci i talenti”, per quei ragazzi delle scuole superiori che intendono approfondire le competenze e la passione del servizio in oratorio, oltre il Grest nelle dinamiche dell’anno.

L’appuntamento è a fine agosto con una nuova location: il Seminario vescovile di via Milano 5, a Cremona.

La scuola, giunta quest’anno alla sua quinta edizione, si articolerà secondo un doppio modulo:

  • corso “principianti”, per chi è alla prima esperienza;
  • corso “avanzato”, per quanti hanno già vissuto l’esperienza l’anno scorso.

Per i “senior” la scuola inizierà dalla serata di martedì 29 agosto (ore 19), mentre le “new entry” incominceranno dalla mattina seguente. Per tutti conclusione nel pomeriggio di
giovedì 31 agosto, alle 16.

L’iniziativa, aperta ai giovani dai 16 anni, intende far crescere nei ragazzi alcune competenze di metodo e verificare le motivazioni alla presenza in Oratorio.

In particolare le sessioni di lavoro comprenderanno:

  • un focus sull’oratorio;
  • lo stile educativo e l’anima dell’animazione oratoriana;
  • l’animazione di serate e gruppi;
  • la competenza dei linguaggi e degli strumenti;
  • l’animazione in contesti particolari: la piscina.

Centrale sarà anche il confronto sul capitolo “vocazionale” dell’animazione in oratorio, con il contributo di don Davide Schiavon, incaricato diocesano per le Vocazioni.

Quota di adesione 10 euro a partecipante. Le iscrizioni presso la Federazione Oratori Cremonese, cui occorre far pervenire il modulo di iscrizione debitamente compilato (fax 0372-25336, e-mail segreteria@focr.it).

La locandina




Anche Cremona al Meeting di Rimini

Come ogni anno per la fraternità cremonese di Comunione e Liberazione l’estate, iniziata in città con l’Happening e proseguita nelle varie attività formative vissute dalle varie fasce d’età nel tempo della vacanza, volge al termine con l’atteso appuntamento del “Meeting per l’amicizia fra i popoli”, in programma alla Fiera di Rimini. “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo” è il tema di questa 38ª edizione, inaugurata domenica 20 agosto e che proseguirà sino a sabato 26.

327 i relatori che interverranno ai 118 incontri in agenda. Un programma denso cui si aggiungono 17 esposizioni, 14 spettacoli, 31 manifestazioni sportive. A rendere possibile lo svolgimento del Meeting ben 2.259 volontari, provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero. Come ogni anno diversi anche i cremonesi coinvolti a vario titolo.

L’evento è stato salutato dai messaggi del Papa e del Presidente della Repubblica Italiana che – sottolinea Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting – rappresentano «un invito e una sollecitazione a tutti a “tirar su la testa” e a riguadagnare se stessi». Infatti, come messo in luce dal messaggio pontificio, «per troppo tempo si è pensato che l’eredità dei padri sarebbe rimasta con noi come un tesoro che bastava custodire per mantenerne accesa la fiamma. Non è stato così: quel fuoco […] si è via via affievolito». La Guarnieri sottolinea anche «l’uso insistente della parola “responsabilità”» nel messaggio del Presidente Mattarella. Con questa consapevolezza si apre la manifestazione di Rimini, nel contesto di una situazione per vari aspetti drammatica che sollecita la riscoperta di adeguate ragioni per vivere.

Il vescovo Napolioni insieme ad alcuni cremonesi a una giornata del Meeting di Rimini

Tre le proposte inserite nel nuovo format “Spazi”: si tratta di “Una presenza originale” con parte di un’esposizione realizzata per il Meeting di Lisbona, “Muri” a cura di Monica Maggioni e Paolo Magri e “What? Macchine che imparano”. Previsti come sempre anche spazi dedicati ai più giovani: nel padiglione A3, un’intera area del Meeting (4.500 mq compreso il “Family’s Fast Food”) è dedicata ai bambini: ogni giorno, giochi, canti e balli, animazione, laboratori, incontri e spettacoli. Il Villaggio propone anche tre mostre: “Con gli occhi di Marcellino”, “Io, Pinocchio”, “Il presepe… che meraviglia”.

Quello 2017 sarà un Meeting social. Tutti gli incontri della manifestazione sono in diretta streaming sul canale Youtube. L’hashtag ufficiale di questa edizione è #meeting2017, punto di riferimento per tutti gli aggiornamenti, curiosità, notizie, anticipazioni, contenuti multimediali, interviste, commenti e vita del Meeting in tempo reale, da seguire su sei social media: Facebook, Twitter, Instagram, Youtube, Flickr e Linkedln.

 

Il programma completo dell’edizione 2017

Il messaggio di Papa Francesco

Il messaggio del Presidente della Repubblica