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Il Papa in dialogo con la CEI su migrazioni, calo vocazioni, accorpamento diocesi

 

Le problematiche del mondo di oggi, tra ideologie che appiattiscono, fenomeni migratori e manifestazioni antisemite, e quelle della Chiesa, come l’accorpamento delle diocesi o l’accompagnamento dei sacerdoti, sono state al centro del dialogo tra Papa Francesco e i vescovi della CEI nel pomeriggio di lunedì 20 maggio in Aula nuova del Sinodo. Poco prima delle 16, il Papa ha aperto la 79ª Assemblea generale della Conferenza Episcopale italiana. Con i circa 200 vescovi italiani Francesco ha pregato l’Ora media, poi ha rivolto loro un saluto e infine ha consegnato un testo scritto preparato.

 

Colloquio di un’ora e mezza 

Come da inizio del pontificato, il Papa ha poi voluto dialogare a porte chiuse con i presuli italiani – già incontrati nelle sedici visite ad limina dei mesi scorsi – invitati a parlare liberamente e apertamente. Per un’ora e mezza, fino alle 17.30 Papa Francesco ha quindi ascoltato le loro domande e offerto risposte e spunti di riflessione.

Numerosi i temi avvicendatisi nel corso del dialogo: i giovani, quelli che restano e quelli che vanno via dall’Italia “impoverendola”, la preoccupazione per il loro presente e il loro futuro, le ideologie che si insinuano nella cultura e nella società, il calo delle vocazioni nascenti e la cura di quelle presenti, l’accoglienza dei migranti, quale dovere morale, l’inquietudine per il ritorno di espressioni di antisemitismo, la sinodalità, l’accompagnamento dei pastori ai sacerdoti.

 

L’accorpamento delle diocesi

Una delle tematiche principali è stata l’accorpamento delle diocesi italiane, una questione per la quale Francesco già nel suo primo incontro con la CEI del 2013 aveva esortato a una riflessione approfondita e a soluzioni pratiche, tenendo sempre conto delle perplessità di alcuni degli stessi vescovi circa le diverse identità culturali di ogni territorio e il rischio di un ingrandimento tale da creare difficoltà nella prossimità dei pastori. Situazioni rappresentante al Papa anche nelle diverse visite ad limina delle Conferenze Episcopali regionali che hanno consentito al Pontefice di “avere informazioni” prima poco chiare.

In questi anni sono state 22 le diocesi italiane unificate in persona episcopi. Ma non è detto che si continui su questa strada, è quello che emerso oggi nel dialogo tra il Papa e i vescovi: è possibile infatti un ripensamento di questa procedura. Una proposta emersa è quella di unificare più che altro le strutture, inclusi gli stessi seminari regionali (spesso popolati da un esiguo gruppo di aspiranti sacerdoti), come sollecitato dal Papa stesso in diverse occasioni in passato.

 

Crisi delle vocazioni

La questione è strettamente legata all’altro tema, emerso a più riprese oggi, del calo delle vocazioni. Alcuni vescovi hanno fatto presente la riduzione di comunità, sacerdoti e religiosi e Francesco ha richiamato l’esempio di diverse Chiese, specie quelle dell’America latina, dove l’attività della comunità è gestita da laici e suore.

 

Accompagnamento, sinodalità, preghiera

Focus nel colloquio anche sulla esperienza della sinodalità e sulla indicazione a seguire con affetto paterno i sacerdoti, che necessitano di essere accompagnati nei cambiamenti e nelle trasformazioni culturali del tempo moderno. Davanti ai problemi il Papa ha incoraggiato a non spegnere l’entusiasmo, nella certezza che Dio mai abbandona e anche con la forza dello Spirito Santo che aiuta ad affrontare le difficoltà con una mentalità e un atteggiamento nuovi.

 

In dono il libro “Santi e non mondani”

Forte l’invito del Papa a vivere una Chiesa sinodale e anche a realizzare una solida formazione dei sacerdoti e dei laici, così da non cadere nella brutta tentazione del clericalismo. A tal proposito, è stato simbolico il dono consegnato dal Pontefice ai vescovi CEI: il libro “Santi e non mondani”, edito dalla LEV. Si tratta di una raccolta di contributi di Jorge Mario Bergoglio di epoche diverse: un testo del 1991, intitolato Corruzione e peccato, la Lettera ai sacerdoti della Diocesi di Roma dell’estate 2023, un’introduzione inedita dello stesso Pontefice. Tutti testi accomunati dalla denuncia della “mondanità spirituale” quale vera e propria piaga della fede.

Salvatore Cernuzio (VaticanNews)




Questa sera la Chiesa italiana unita in preghiera per la pace

Si svolgerà nella serata di lunedì 20 maggio, alle 21, nella Basilica di San Pietro, un momento di preghiera per invocare la pace e il conforto per quanti soffrono a causa dei conflitti in corso. Parteciperanno i Vescovi italiani riuniti in Vaticano per la loro 79ª Assemblea generale della CEI, e tra loro anche il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni.

Introdotta da un videomessaggio del card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, la veglia sarà presieduta dal card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, e trasmessa in diretta su Tv2000 a partire dalle 20. Alle 20.30, i Presuli si ritroveranno nell’area antistante l’aula Paolo VI per proseguire in processione fino all’interno della Basilica.

L’iniziativa, che vedrà unite anche le Diocesi e i fedeli attraverso la diretta televisiva, intende essere un’occasione per manifestare la solidarietà e la vicinanza della Chiesa in Italia alle popolazioni che soffrono per la guerra e per invocare il dono prezioso della pace.

Ci arrendiamo allo Spirito, non ci arrendiamo alla forza del mondo, ma continuiamo a parlare di pace a chi vuole la guerra, a parlare di perdono a chi semina vendetta, a parlare di accoglienza e solidarietà a chi sbarra le porte ed erige barriere, a parlare di vita a chi sceglie la morte, a parlare di rispetto a chi ama umiliare, insultare e scartare, a parlare di fedeltà a chi rifiuta ogni legame, confondendo la libertà con un individualismo superficiale, opaco e vuoto (Papa Francesco, Santa Messa nella Solennità di Pentecoste, 19 maggio 2024).

 

Dal 20 al 23 maggio anche il vescovo Napolioni in Vaticano per la 79ª Assemblea generale della CEI




Fism: “Rilanciare un’educazione aperta e inclusiva, che aiuti a guardare il mondo con speranza”

L’esortazione a “ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta e inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione”, e l’incoraggiamento “ad essere sempre testimoni dei valori umani e cristiani all’interno della famiglia, della scuola e della società”. Si è aperto il 18 maggio a Roma con questo messaggio di Papa Francesco il convegno della Fism (Federazione scuole materne di ispirazione cristiana), promosso nel 50° di fondazione. Tema dell’evento, ospitato nell’Auditorium della Conciliazione alla presenza di oltre 1.200 partecipanti (e tra cui anche una delegazione dalla provincia di Cremona), “Prima i bambini: ieri, oggi, domani”.

Di “opera preziosa su tutto il territorio nazionale” e di “significativo sostegno all’attività educativa delle famiglie”, ha parlato nel suo messaggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Sulla parità ancora incompiuta ha invece posto l’accento il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nel suo videomessaggio di saluto. “Siamo anche a 25 anni dalla riforma Berlinguer – ha sottolineato –; forse sarebbe il caso, dopo 25 anni, di applicare pienamente quelle indicazioni sulle cosiddette ‘paritarie’ che qualche volta non godono pienamente di questo. Ma non perché vogliamo qualche privilegio, ma proprio per il pieno diritto, per la possibilità di ‘essere’ per tutti. Questo – ha precisato Zuppi – non mette mai in discussione la scuola pubblica, ma le si affianca, la completa e arricchisce nel dialogo e nella collaborazione”. Il presidente Cei ha espresso l’auspicio che “l’accoglienza ai bambini ucraini” nelle scuole Fism “possa continuare perché è una risposta concreta per chi vive tragicamente le conseguenze della guerra”. Infine il ringraziamento per

“pensare un’educazione che aiuti tanti a guardare con speranza il mondo”.

“Siamo orgogliosamente il 37% del servizio nazionale”, ha detto inaugurando i lavori il presidente nazionale Fism, Giampiero Redaelli. “L’alleanza scuola-famiglia deve essere uno dei punti di partenza di questo nostro rilancio del 50° – ha spiegato -, perché solo insieme saremo capaci di testimoniare e, soprattutto, di chiedere al Governo e alla politica che i bambini e le famiglie non siano lasciati soli”.

In tema di educazione, si è parlato anche di educazione all’affettività e sessualità. Per Alberto Pellai, medico, esperto in educazione alla salute e prevenzione in età evolutiva, “la sessualità nasce con noi a va educata”. Come? “Insegnando a bambini e bambine a conoscere le emozioni e il proprio corpo per costruire relazioni sane”, e ai maschietti “a essere non ‘uomini veri’ ma ‘uomini veri’”.La sessualità non deve “essere semplicemente agita” ma deve “essere messa a disposizione di un progetto relazionale”.

Più in generale, da Monica Amadini, pedagogista dell’Università Cattolica, la proposta di un modello di “comunità educante da rilanciare come sguardo verso il futuro con il concetto di genitorialità diffusa”. Sull’importanza che i bambini non si isolino ma “abbiano rapporti sociali con altri bambini per costruire il proprio sé anche litigando, per imparare a negoziare e a condividere i beni”, si è soffermato il pedagogista Fulvio De Giorgi (Università Modena e Reggio).

“Fare educazione, costruire alleanze, ripensare concretamente le strutture della Chiesa”: questo l’invito lanciato oggi da mons. Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università e assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica. Con riferimento alla legge 62/2000 sulla parità scolastica, il presule ha osservato: “Purtroppo questa parità tanto declamata deve essere anche garantita”; di fatto “non è ancora compiuta”. Di qui una sottolineatura: “La libertà di scelta dei genitori non è garantita a sufficienza; non è garantito il pluralismo scolastico; non è data la possibilità di esprimere tutte quelle energie e risorse che consentono di offrire al nostro Paese un servizio di formazione pluralistico.Celebriamo l’anniversario odierno anche per rilanciare e affrontare queste sfide”.

“Siamo un Paese povero di giovani e di giovani sempre più poveri”, ha osservato il demografo Alessandro Rosina (Università Cattolica), intervenendo alla sessione pomeridiana dedicata alla crisi demografica. “Non consideriamo le nuove generazioni un bene collettivo su cui tutta la società ha convenienza ad investire”, ha osservato, mentre invece “un forte piano di investimenti sulle giovani generazioni, sarebbe conveniente per tutti”.

“Servono politiche che non siano spot, fatte un anno sì e un anno no, che cambiano appena cambia il governo. Servono interventi stabili sulla base dell’esperienza di altri paesi, in particolare la Svezia”. Ne è convinto l’economista Carlo Cottarelli (Università Cattolica). “Ci stiamo portando dietro un macigno”, ha detto con riferimento al debito pubblico, ed “è chiaro che se spendiamo per pagarne gli interessi e più difficile fare tante altre cose”. Per l’economista, tuttavia, “occorre avere il coraggio di stabilire le vere priorità: istruzione, sanità, natalità, e fare delle scelte, anche se difficili”.

“Una radicale riforma del sistema fiscale per consentire alle famiglie che decidono di fare figli di mantenere lo stesso tenore di vita, sull’esempio del quoziente familiare francese”, è la “ricetta” di Francesco Belletti, direttore Centro internazionale studi famiglia (Cisf).

Durante i lavori c’è stato anche spazio per un gesto di solidarietà attraverso la donazione della Fism di 15mila euro all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. A conclusione è stato presentato il veliero della pace, costruito dai bambini della Federazione per “accogliere il messaggio di pace di Papa Francesco e immaginare – è stato spiegato – un futuro di serenità e fraternità”.

Domenica 19 maggio la Messa nella basilica di San Pietro e la partecipazione alla recita del Regina Caeli con il Pontefice al quale, sabato 25 maggio, in occasione della prima Giornata mondiale dei bambini allo Stadio Olimpico, una delegazione di alunni delle scuole Fism consegnerà il veliero della pace.

Giovanna Pasqualin Traversa (AgenSir)




Dal 20 al 23 maggio anche il vescovo Napolioni in Vaticano per la 79ª Assemblea generale della CEI

Dal 20 al 23 maggio si terrà in Vaticano, presso l’Aula del Sinodo, la 79ª Assemblea generale della CEI che si aprirà, alle 16 di lunedì 20 maggio, con l’intervento di Papa Francesco a cui seguirà l’incontro riservato con i vescovi, e tra loro anche il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni.

Nella serata di lunedì 20 maggio è in programma un momento di preghiera per la pace che sarà trasmesso in diretta da Tv2000: alle ore 20:30, i vescovi si recheranno in processione nella Basilica di San Pietro dove, alle 21, si svolgerà la recita del Rosario meditato, presieduta dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI.

Martedì 21, alle ore 9, i lavori saranno aperti dal cardinale presidente con l’Introduzione. L’attenzione dell’assemblea si concentrerà poi sull’argomento principale “Cammino sinodale: verso la fase profetica”, che sarà approfondito anche nei gruppi di lavoro. Il tema sarà affrontato in vista della tappa profetica del Cammino sinodale, con le due Assemblee nazionali nei mesi di novembre 2024 e marzo 2025, e dell’elaborazione del contributo italiano per la Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2024).

All’ordine del giorno, inoltre, alcuni adempimenti di carattere giuridico-amministrativo e una comunicazione sulla Settimana sociale dei cattolici in Italia, in calendario a Trieste dal 3 al 7 luglio, con la partecipazione del Santo Padre (7 luglio) e del Presidente della Repubblica (3 luglio).




Il comunicato finale della 79ª Assemblea generale della CEI

Di seguito riportiamo il comunicato conclusivo della 79ª Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, tenutasi dal 20 al 23 maggio e alla quale ha preso parte anche il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni.

 

Il dialogo franco e cordiale con Papa Francesco ha aperto i lavori della 79a Assemblea Generale che si è svolta in Vaticano, presso l’Aula del Sinodo, dal 20 al 23 maggio. Hanno partecipato il Nunzio Apostolico in Italia, Mons. Petar Rajič, 229 membri, 29 Vescovi emeriti e 16 Vescovi delegati di alcune Conferenze Episcopali estere, rappresentanti di presbiteri, religiosi e religiose, degli Istituti secolari, delle Aggregazioni laicali e del Comitato nazionale del Cammino sinodale.

Nella sessione del 23 maggio, è intervenuto il Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, Card. Marcello Semeraro, che ha annunciato l’autorizzazione del Santo Padre a promulgare i Decreti
riguardanti: il miracolo attribuito all’intercessione del Beato Giuseppe Allamano, sacerdote Fondatore dell’Istituto delle Missioni della Consolata; il miracolo attribuito all’intercessione del
Beato Carlo Acutis, fedele laico; il miracolo attribuito all’intercessione del Venerabile Servo di Dio Giovanni Merlini, sacerdote e Moderatore Generale della Congregazione dei Missionari del
Preziosissimo Sangue; le virtù eroiche del Servo di Dio Guglielmo Gattiani (al secolo: Oscar), sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini; le virtù eroiche del Servo di Dio Enrico
Medi, fedele laico.

La notizia è stata accolta con gioia dai Vescovi italiani per i quali la proposta di nuovi esempi di vita cristiana e di santità rappresenta un’importante occasione di evangelizzazione per le comunità ecclesiali del Paese.

In dialogo con Papa Francesco
L’Assemblea Generale è stata aperta dal dialogo con Papa Francesco. Nell’affrontare in modo franco e cordiale i diversi argomenti emersi dalle domande dei Vescovi, il Santo Padre non ha fatto mancare il suo incoraggiamento. Con paternità e in comunione fraterna ha condiviso, attraverso i racconti dei Pastori, i vissuti delle diverse comunità. È stata un’ulteriore occasione, dopo le recenti visite ad limina, per rinnovare i vincoli di unità con il Papa e rendere ancora più manifesta la collegialità quale dimensione necessaria e insostituibile per la Chiesa sinodale. A nome dei Vescovi, il Cardinale Presidente ha espresso gratitudine al Pontefice per l’accompagnamento e la vicinanza, nella consapevolezza di dover parlare “dei problemi con realismo, senza negatività, sempre pieni dello Spirito che libera dalla paura e dalla tentazione di fidarsi più di sé stessi che della Grazia”.

Verso le Assemblee sinodali
L’Assemblea Generale ha discusso della nuova fase del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia. Il periodo narrativo (2021-2023), svolto nelle Diocesi, ha visto come protagonisti vari soggetti ecclesiali. Questo percorso è culminato poi nel tempo sapienziale (2023-2024), durante il quale sono emerse cinque tematiche: la missione nello stile della prossimità; i linguaggi e la
comunicazione; la formazione alla fede e alla vita; sinodalità e corresponsabilità; la riforma delle strutture. È stato quindi redatto un documento, che ha raccolto in forma di Indice la ricchezza delle riflessioni: questo materiale è stato sottoposto al discernimento dei Vescovi che hanno apprezzato l’impianto di fondo. Il lavoro del Cammino sinodale, nell’attuale passaggio dalla fase sapienziale a quella profetica (2024-2025), sarà ora quello di dare forma a uno stile ecclesiale di “prossimità missionaria”, su temi come la cultura, la questione formativa e la corresponsabilità, sempre in stretto rapporto con la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. La cultura, è stato precisato, va intesa come spazio in cui far dialogare in modo critico e costruttivo la rivelazione cristiana con le domande e le acquisizioni di oggi in una dinamica di mutuo apprendimento. In questo ambito si sente come cruciale una attenzione ai linguaggi, non per un semplice lavoro di adattamento e condiscendenza, ma per assumere il vissuto umano come luogo teologico. Sulla questione formativa, è stato evidenziato che, a partire dall’iniziazione cristiana, essa non può più limitarsi ai bambini e ai ragazzi, ma è chiamata a diventare un processo continuo di crescita nella vita cristiana di tutti i battezzati, soprattutto dei ministri ordinati, con un focus particolare sulla formazione liturgica. Infine, la corresponsabilità: coinvolge la riflessione, ad esempio, sugli organismi di partecipazione, sui ministeri, sul ruolo delle donne nella Chiesa, sulla gestione delle strutture, sulla trasparenza e le sue forme concrete di attuazione. La fase profetica, è stato ricordato, sarà caratterizzata dalle due Assemblee sinodali in  programma dal 15 al 17 novembre 2024 e dal 31 marzo al 4 aprile 2025. Al riguardo, i Vescovi hanno approvato la seguente mozione: “Con questa Assemblea Generale, i Vescovi italiani accolgono i temi emersi nel biennio dell’ascolto e nell’anno del discernimento, vissuti in stretta connessione con la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Il Cammino sinodale delle Chiese in Italia si aprirà alla fase profetica con le due Assemblee sinodali in programma dal 15 al 17 novembre 2024 e dal 31 marzo al 4 aprile 2025. L’Assemblea Generale affida al Consiglio Episcopale Permanente il compito di recepire i frutti della riflessione comune per la definizione dei Lineamenta per la I Assemblea sinodale. Allo stesso tempo, chiede alla  Presidenza della CEI di condividere i frutti del Cammino sinodale con la Segreteria del Sinodo dei Vescovi come contributo alla II sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (2-27 ottobre 2024)”.

Una voce profetica
Nel quadro della fase profetica del Cammino sinodale si inserisce anche il ruolo della Chiesa nel contesto italiano: lo stato di salute del Paese e il contributo che la Chiesa può offrire in termini di testimonianza e di riflessione sono stati al centro del confronto assembleare. In sintonia con le parole espresse dal Cardinale Presidente nella sua Introduzione, i Vescovi si sono infatti soffermati sulla povertà e sulle questioni sociali ad essa connesse, evidenziando l’aumento delle disuguaglianze e dell’emarginazione. In questo senso, alcuni progetti legislativi – è stato ribadito – rischiano di accrescere il gap tra territori oltre che contraddire i principi costituzionali. È in gioco il bene comune che può e deve essere promosso sostenendo la partecipazione e la democrazia, valori al centro della 50a Settimana Sociale dei Cattolici, in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio.

In un tempo di forti contrapposizioni e di depotenziamento della verità, occorre avere – è stato rilevato – il coraggio della profezia, non per imporre un punto di vista, ma per dare un contributo culturale di speranza. I Presuli hanno fatto loro l’appello del Presidente ad “aiutare la discussione critica delle ideologie, dei miti, degli stili di vita, dell’etica e dell’estetica dominanti”, in quanto fede e cultura sono due dimensioni che necessitano l’una dell’altra. È fondamentale proporre chiavi di lettura della realtà, accompagnando e indirizzando le donne e gli uomini di oggi, e in particolare i giovani, con visioni e azioni lungimiranti. Sono diverse, infatti, le questioni che interessano la comunità italiana e che hanno bisogno di una parola profetica. È il caso della denatalità, del fenomeno migratorio e della pace. Se da un lato occorrono soluzioni strutturali per garantire alle nuove generazioni stabilità e occupazione, dall’altro è importante ripetere che senza generatività e accoglienza non c’è futuro né speranza. Per i Vescovi, inoltre, bisogna lavorare per costruire la pace, senza reticenze e con passi concreti quali, ad esempio, la scelta di non investire su realtà che finanziano la produzione e il commercio di armi, come peraltro suggerito e indicato nel documento “La Chiesa cattolica e la gestione delle risorse finanziarie con criteri etici di responsabilità sociale, ambientale e di governance” elaborato nel 2020 dalle Commissioni Episcopali per il servizio della carità e la salute e per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace.

La pace, invocata per il mondo intero nella Veglia di preghiera del 20 maggio in San Pietro, continua a essere una preoccupazione costante dei Vescovi italiani che hanno espresso la volontà di dedicare al tema una riflessione più ampia. Durante i lavori, è stata ribadita la necessità di trovare vie concrete di riconciliazione, favorendo il dialogo e organizzando – come diceva Mazzolari – la pace così come altri organizzano la guerra.

Tutela dei minori e degli adulti vulnerabili
L’ascolto della realtà, nei suoi vari risvolti, e la responsabilità di essere una voce profetica nella storia, rinnovano l’impegno a compiere ogni passo perché la tutela dei minori e degli adulti
vulnerabili porti alla promozione di ambienti sicuri. In questa prospettiva, i Vescovi, sensibili e vicini al dolore delle vittime di ogni forma d’abuso, hanno ribadito la loro disponibilità all’ascolto, al
dialogo e alla ricerca della verità e della giustizia. Coerentemente con il percorso tracciato dalle Linee Guida (24 giugno 2019), recentemente aggiornate alla nuova normativa, e dalle Linee di
azione, approvate dalla 76a Assemblea Generale della CEI (23-25 maggio 2022), è stato annunciato un convegno che si terrà il prossimo 29 maggio all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.
Obiettivo dell’incontro, nel solco del dialogo avviato negli ultimi anni con il Dicastero per la Dottrina della Fede, è delineare il quadro sociologico sugli abusi negli anni 2001-2021, con approfondimenti e testimonianze nel contesto più generale della società italiana. Anche con questa iniziativa – hanno confermato i Vescovi – si promuove una cultura che contrasti e prevenga ogni forma di abuso.

Varie
Rito di istituzione del ministero del catechista. L’Assemblea ha approvato il Rito di istituzione del ministero del catechista, autorizzando la Presidenza della CEI, assistita dalle Commissioni Episcopali per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi e per la liturgia, ad apportare le necessarie modifiche stilistiche e testuali, tenendo anche in considerazione le eventuali osservazioni formulate dal Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Il testo, che ora attende l’approvazione della Santa Sede, era stato validato dal Consiglio Episcopale Permanente nella sessione del 22-24 gennaio 2024. Il Rito è preceduto da una Presentazione che offre il quadro teologico e pastorale del ministero e riprende quanto stabilito dalla Nota ad experimentum circa la fisionomia e i compiti del catechista per le Chiese di rito latino che sono in Italia. Vengono dunque confermate tali norme per le quali il catechista è chiamato a curare la catechesi per l’iniziazione cristiana; ad accompagnare nella crescita di fede quanti hanno già ricevuto i sacramenti dell’iniziazione; ad accogliere e accompagnare quanti esprimono il desiderio di una esperienza di fede. Ai catechisti può essere chiesto di coordinare, animare e formare altre figure ministeriali laicali all’interno della parrocchia, in particolare quelle impegnate nella catechesi e nelle altre forme di evangelizzazione e nella cura pastorale.

Adempimenti di carattere giuridico-amministrativo. I Vescovi hanno approvato il bilancio consuntivo della CEI per l’anno 2023; la ripartizione e l’assegnazione delle somme derivanti
dall’8xmille per l’anno 2024. È stato inoltre presentato il bilancio consuntivo, relativo al 2023, dell’Istituto Centrale per il sostentamento del clero.

Comunicazioni
Settimana Sociale. Nel corso dei lavori, è stato condiviso un aggiornamento sulla Settimana Sociale di Trieste, che vedrà l’intervento del Presidente della Repubblica il 3 luglio e di Papa Francesco il 7 luglio. Parteciperanno 750 delegati (le iscrizioni sono tuttavia ancora in corso) delle Diocesi, di cui 70 Vescovi, delle associazioni e dei movimenti. Uno degli elementi caratterizzanti saranno le Buone pratiche, circa 150 realtà – piccole e grandi, attivate da associazioni e movimenti ecclesiali, cooperative sociali, Comunità energetiche, esperienze del Progetto Policoro – che nel Paese rigenerano i territori e che potranno essere conosciute attraverso gli stand allestiti nel Villaggio delle Buone Pratiche. Quindici invece saranno le Piazze tematiche che permetteranno un approfondimento e un confronto su temi di attualità per la vita del Paese e dell’Europa. Quello di Trieste non sarà un evento delimitato ai giorni della sua celebrazione, ma un processo che sta aiutando a riflettere sulla qualità della partecipazione alla vita socio-politica e sulla democrazia.

Progetto di microcredito. Durante i lavori, è stato presentato il progetto di microcredito sociale affidato a Caritas Italiana da realizzare in occasione del Giubileo. L’iniziativa prevede l’istituzione di un fondo che permetterà di sostenere quanti hanno difficoltà ad accedere al credito ordinario. Il progetto – che ha come elemento innovativo l’accompagnamento della persona – non si esaurirà nell’intervento economico a favore dei singoli, ma coinvolgerà le Chiese locali, la rete delle Caritas locali e le Fondazioni antiusura diocesane. I finanziamenti saranno fino a 8000 euro.

Giornata per la Carità del Papa. Una seconda comunicazione ha riguardato la “Giornata per la Carità del Papa”, in calendario domenica 30 giugno. Quest’anno, il tema è ripreso da un’espressione di Paolo nella Lettera ai Romani: “Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli” (Rm 12,12-13). Si tratta di un’occasione che, in unione con il Papa, permette di servire il Signore nei fratelli attraverso la parola, l’incoraggiamento, la preghiera e gesti specifici di carità. Nel 2023, le Diocesi italiane hanno offerto alla Santa Sede 1.713.175,41 euro; l’importo pervenuto alla Santa Sede a titolo di can. 1271 del Codice di Diritto Canonico è stato di euro 4.013.900,00. Anche nel 2024 i mezzi di comunicazione della Chiesa che è in Italia (Avvenire, Tv2000, la rete radiofonica inBlu2000, l’agenzia Sir) e delle Diocesi – a partire dai settimanali diocesani associati alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) e dall’emittenza locale (CORALLO) – sosterranno la Giornata attraverso una serie di iniziative nei mesi di giugno e luglio.

Mass media. Nel corso dei lavori, sono state fornite alcune informazioni riguardanti i media della CEI (Agenzia Sir, Avvenire, Tv2000 e Circuito radiofonico InBlu2000), con un approfondimento sul loro costante impegno nel promuovere e diffondere racconti di qualità, dando voce ai territori e spiegando quanto accade a livello nazionale e internazionale.

Infine, è stato presentato il calendario delle attività della CEI per l’anno pastorale 2024-2025.

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Nel corso dei lavori dell’Assemblea Generale, il 22 maggio si è riunito il Consiglio Episcopale Permanente che ha provveduto ad approvare il Messaggio per la 74a Giornata Nazionale del
Ringraziamento (10 novembre 2024), dal titolo “La speranza per il domani: verso un’agricoltura più sostenibile”.

È stata anche approvata la proposta della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università di elaborazione di un nuovo documento in merito all’Insegnamento della
religione cattolica (IRC). Il testo avrà cura di rilanciare e rileggere alla luce del contesto attuale il valore dell’IRC nella scuola, mettendone a fuoco l’identità come alleanza educativa fra la comunità ecclesiale e la comunità scolastica e riproponendo la vocazione allo studio della teologia e all’insegnamento.

Il Consiglio ha infine approvato la modifica dell’articolo 6 del Regolamento del Servizio Nazionale per la Tutela dei Minori circa il presidente, non più necessariamente un Vescovo membro della CEI.

Accolta favorevolmente, infine, una nota sul tema dell’autonomia differenziata il cui testo, che raccoglie e fa proprie le preoccupazioni emerse dall’Episcopato italiano, verrà diffuso nei prossimi
giorni.

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Il Consiglio Episcopale Permanente ha infine provveduto alle seguenti nomine:
– Membro della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali: S.E.R. Mons. Giampio Luigi DEVASINI, Vescovo di Chiavari.
– Presidente del Servizio Nazionale per la tutela dei minori: Dott.ssa Chiara GRIFFINI (Lodi).
– Direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi giuridici: Don Gianluca MARCHETTI (Bergamo).
– Membri del Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione Migrantes: Dott. Paolo BUZZONETTI; Don Claudio FRANCESCONI; Diac. Massimo SORACI.
– Presidente Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana: Prof. Giuseppe NOTARSTEFANO.
– Presidente Nazionale maschile della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI): Sig. Alessio DIMO (Pesaro).
– Presidente del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (MEIC): Dott. Luigi D’ANDREA (Messina – Lipari – Santa Lucia del Mela).
– Consulente ecclesiastico nazionale della Federazione Italiana Scuole Materne (FISM): Don Gianmario DELLA GIOVANNA (Bergamo).
– Assistente ecclesiastico nazionale del Movimento Apostolico Sordi (MAS): Don Antonio STIZZI (Bari – Bitonto).
– Segretario Generale della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali (CNAL): Dott.ssa Maria Maddalena PIEVAIOLI.
Inoltre la Presidenza, nella riunione del 20 maggio, ha proceduto alla nomina di due membri del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica (CNSC): Don Elio CESARI, SDB (CISM) e Dott. Giuseppe MARIANO (CONFEDEREX).

Roma, 23 maggio 2024

 

Il Papa in dialogo con la CEI su migrazioni, calo vocazioni, accorpamento diocesi

«La Chiesa non può arrendersi alla logica terribile del male»

Assemblea CEI, Card. Zuppi: «Lo stato di salute del Paese desta particolare preoccupazione», «povertà assoluta fenomeno strutturale»




Carlo Acutis presto santo

Carlo Acutis sarà presto santo. Durante l’udienza concessa al card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, il Papa ha autorizzato il citato Dicastero a promulgare, tra gli altri, i decreti relativi al miracolo attribuito alla sua intercessione, riguardante la guarigione miracolosa di Matheus, un bambino brasiliano di sei anni affetto da pancreas anulare, una rara anomalia congenita del pancreas evidenziata da un esame clinico nel 2012, che avrebbe potuto essere corretta solo con un intervento chirurgico.

Nato il 3 maggio 1991 a Londra e morto il 12 ottobre 2006 a Monza per una leucemia fulminante, il 15enne Carlo Acutis è considerato il “patrono di Internet” per la sua passione per l’informatica. ”L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo”, ripeteva spesso.

“Su questa base, in data da definire, Carlo sarà proclamato santo, passando così dal culto locale che è proprio dello status di beato, al culto universale che caratterizza i santi canonizzati”, scrive il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, precisando: “La Chiesa di Assisi è in festa. Sia lode al Signore, che sta facendo grandi cose, per dare un colpo d’ala al nostro entusiasmo nella coerenza cristiana e nell’annuncio del Vangelo. Grazie anche al Santo Padre che sta assecondando l’opera di Dio. Trovandomi ancora a Roma, dove si conclude l’Assemblea generale della Cei, conto di arrivare in serata ad Assisi, per ringraziare il Signore nella celebrazione eucaristica. Ma fin d’ora mi unisco ai fedeli che si trovano nel santuario per una preghiera di lode”.

Poi la preghiera: “Voglia il Signore continuare la sua opera attraverso la testimonianza del beato Carlo. Egli potrà essere chiamato ‘Santo’ e venerato con il culto liturgico dovuto ai Santi solo dopo la canonizzazione. Liturgicamente, pertanto, tutto rimane come prima. Ma esprimiamo con esultanza la nostra gioia in unione con la famiglia, specie il papà Andrea e la mamma Antonia, e tutti i devoti di Carlo sparsi nel mondo”. Mons. Sorrentino conclude: “Egli ci ottenga dal Signore di amarlo come lo ha amato lui, soprattutto nella Santa Eucaristia. In attesa di rivedervi, vi benedico di cuore”.

Diventerà presto santo, grazie al riconoscimento del miracolo, anche don Giovanni Merlini, moderatore generale della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, nato a Spoleto il 28 agosto 1795 e morto a Roma il 12 gennaio 1873. Nella stessa udienza, il Santo Padre ha autorizzato i decreti riguardanti le virtù eroiche dello scienziato e politico Enrico Medi, che diviene così Venerabile.




Misericordia io voglio: a inizio giugno a Caravaggio proposta formativa per i preti della Lombardia sulla pastorale della riconciliazione

I preti sono sempre meno e sempre più oberati dalle mille cose che da fare in una comunità che richiede diverse attenzioni e una miriade di aspetti che non possono essere tralasciati. Ma a pensarci bene sono solo due le cose che il prete e solo lui può fare: la Messa e la Confessione. Tutte le altre possono essere svolte egregiamente da laici e membri della comunità che vivono lo spirito di comunione e di appartenenza e si fanno carico delle varie incombenze che la vita di una comunità cristiana richiede.

Nelle comunità si dovrebbe fare in modo di permettere al sacerdote di fare bene queste due cose. E i preti stessi dovrebbero lasciar spazio ai laici per potersi occupare al meglio di queste due cose che nessuno può fare al loro posto. Ed è necessario che i sacerdoti siano sempre più preparati.

Eppure siamo in tempi in cui a Messa ci si va sempre meno e a confessarsi non ci si va più. Dunque perché tanta insistenza? Per dirci che quelle restano le due vie su cui il Signore manifesta il suo amore: nel dono di sé del sacrificio dell’altare e nella sua misericordia senza limiti.

Da questo nasce la proposta “Misericordia io voglio. Per una pastorale della riconciliazione” che, in sinergia con la Conferenza episcopale lombarda, il Santuario di Caravaggio offre a tutti i preti delle diocesi lombarde. Tre giorni di formazione – da mercoledì 5 a venerdì 7 giugno – che culmineranno con la solennità del Sacro Cuore di Gesù, giorno dedicato alla santificazione del Clero, per riflettere e approfondire il tema della Riconciliazione sotto la guida del vescovo di Mantova Marco Busca.

Vogliono essere giorni di fraternità sacerdotale, ma soprattutto di ascolto e confronto su un ministero che oggi più che mai richiede capacità di ascolto, di discernimento e disponibilità. C’è un gran bisogno e il popolo di Dio quando trova sacerdoti che accolgono e ascoltano e sanno essere veri strumenti nelle mani di Dio misericordioso, vanno e vengono perché bisognosi di amore e misericordia.

Per informazioni e iscrizioni cliccare qui.

Locandina informativa della proposta per i sacerdoti




Celebrata la Festa di Santa Rita, nel cuore della devozione cremonese

Ricorre il 22 maggio la memoria liturgica di santa Rita da Cascia, donna, sposa, madre e poi monaca fedele a Dio e al Crocifisso. Una festa particolarmente sentita anche a Cremona, presso la rettoria delle Ss. Margherita e Pelagia, nota anche come chiesa di S. Rita, cuore della devozione cremonese alla “santa degli impossibili”.

Numerose celebrazioni hanno scandito il programma, culminato nel giorno della memoria liturgica. Una notevole partecipazione ha caratterizzato tutte le celebrazioni, in particolare la Messa solenne delle 9, presieduta da monsignor Carlo Rodolfi, canonico del Capitolo della Cattedrale, e concelebrata dal rettore della chiesa, don Claudio Anselmi. Una chiesa gremita, con fedeli anche all’esterno, per assistere alla celebrazione e ad attendere la benedizione delle rose, segno caratteristico della festa.

A sinistra della chiesa affollato anche il Mercatino di Santa Rita, che ha messo a disposizione oggetti legati alla devozione della santa – e naturalmente le rose a caratterizzare gran parte delle proposte – a sostegno di “Amici di Santa Rita”, associazione senza scopo di lucro che persegue esclusivamente finalità rivolte alla tutela, promozione e valorizzazione dei beni mobili ed immobili di interesse artistico e storico, commissionando direttamente o finanziando interventi riguardanti la chiesa delle Ss. Margherita e Pelagia, nonché il complesso di S. Rita ad essa collegato.

«Come sempre la chiesa di Santa Rita è un punto di riferimento per pellegrini, fratelli e sorelle nella fede, per turisti – spiega don Claudio Anselmi –. E quindi, per chi sa che cos’è santa Rita l’appuntamento è atteso, vissuto e partecipato. Per chi incappa nella stranezza di questo viavai di rose è un interrogativo. Ma santa Rita fa il resto e la comunità si fa testimonianza e profezia».

Una festa che, come sottolinea il rettore, «è sempre fonte di interrogativi per l’uomo di buona volontà e per il credente». Santa Rita, esempio di virtù umane, è stata una donna «di quei secoli in cui il ruolo della donna era spesso ritagliato e su misura di identità femminile come sposa, come donna della casa, oppure come monaca». Conclude quindi don Anselmi: «Santa Rita ha avuto il privilegio di fare questa esperienza sia nella casa che nel monastero e quindi è un richiamo oggi per l’uomo di buona volontà a domandarsi cosa sia davvero la realizzazione della vita cristiana e della vita umana. Per la vita umana è fare il bene; per la vita cristiana è perseguire la santità attraverso l’insegnamento di Gesù, che ci ha lasciato un unico comandamento, quello dell’amore».

Le celebrazioni si chiuderanno giovedì 23 maggio con il Rosario alle 17.30 e la Messa, alle 18, in suffragio degli iscritti e dei benefattori della Pia Unione; lo stesso pomeriggio ancora aperto anche il Mercatino.

 

Lo stile di Santa Rita da Cascia: ricerca, esperienza, condivisione del primato di Dio




Dialogo, nel nuovo numero la questione dei diritti e l’incontro dell’AC con Papa Francesco

L’Assemblea Nazionale, con l’incontro dell’AC con Papa Francesco, e la questione dei diritti, attualmente oggetto di grande attenzione e di vivaci dibattiti. Sono questi i due venti in primo piano nell’ultimo numero di Dialogo, il periodico dell’AC Cremonese.

Dove va l’AC cremonese? Lo decideremo insieme, risponde il presidente Emanuele Bellani nell’editoriale, ma certamente sarà un percorso per accogliere “A braccia aperte” tutto quanto riguarda l’umano, per riconoscerne e promuoverne l’autenticità, per condividerne il cammino.

Il dossier “Nella stagione dei diritti” mette a fuoco lo scottante tema dei diritti umani, segno distintivo della civiltà occidentale e realtà inalienabile da garantire e difendere, soprattutto in tempi di crisi. I diritti non sono scontati. Sono un bene prezioso, spesso frutto di sacrifici e lotte dolorose. Non tutte le società oggi possono o vogliono garantirli: si pensi al diritto al voto, al diritto alla salute, alla cultura, al lavoro sicuro, alla cura dei piccoli e dei fragili, e a molti altri.

Leggi l’ultimo numero di Dialogo




Sabato torna la “Notte dei musei”: iniziative anche al Museo Diocesano di Cremona

Anche quest’anno i musei di Cremona partecipano alla “Notte europea dei musei”, promossa dal Ministero della Cultura francese, giunta alla 20ª edizione, e che coinvolge oltre tremila sedi museali in Europa. All’ormai tradizionale appuntamento di metà maggio – quest’anno sabato 18 – apertura straordinaria e gratuita dei musei, protagonisti con numerose iniziative realizzate grazie anche alla preziosa collaborazione di associazioni locali così da valorizzare al meglio il patrimonio culturale e artistico della nostra città.

L’iniziativa vede protagonista a Cremona anche il Museo Diocesano di piazza Sant’Antonio Maria Zaccaria, presso Palazzo vescovile, che nelle serata di sabato 18 maggio sarà aperto anche dalle 20 alle 22.30.

Alle 20.45 è in programma una visita guidata gratuita a cura del curatore del museo Stefano Macconi; ne seguirà una seconda alle 21.15 a cura del direttore del Museo diocesano don Gianluca Gaiardi. Per le visite guidate è necessaria la prenotazione scrivendo a info@museidiocesicremona.it o telefonando allo 0372-495082.

In queste settimane le sale espositive del Museo diocesano ospitano anche la mostra “God Save Matter”, personale dell’architetto cremonese Giorgio Palù a cura di Ilaria Bignotti nel contesto di Cremona Contemporanea – Art Week  2024 (leggi qui).

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