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Sabato 30 novembre la Colletta Alimentare in circa 50 supermercati

Sabato 30 novembre torna la Giornata nazionale della Colletta Alimentare, giunta alla sua 23ª edizione. Un migliaio i volontari che, all’uscita dalle casse della cinquantina di supermercati del territorio (scarica l’elenco dei punti vendita) aderenti all’iniziativa, raccoglieranno i frutti della generosità di quanti vorranno fare la spesa anche per chi è povero.

Accanto alla operosa attività quotidiana di recupero di eccedenze alimentari da destinare ai più poveri del nostro Paese, Fondazione Banco Alimentare Onlus organizza ogni anno, l’ultimo sabato di novembre, la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare.

Ormai giunta alla 23ª edizione, la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare è diventata un momento di coinvolgimento e sensibilizzazione della società civile al problema della povertà alimentare attraverso l’invito a un gesto concreto di gratuità e di condivisione: donare la spesa a chi è povero.

Durante questa giornata, presso una fittissima rete di supermercati aderenti su tutto il territorio nazionale, ciascuno può donare parte della propria spesa per rispondere al bisogno di quanti vivono nella povertà.

 

Locandina della colletta 2019

I circa mille volontari in pettorina gialla saranno a disposizione per raccogliere generi alimentari deperibili all’uscita di circa una cinquantina di centri commerciali del territorio diocesano. Banco Alimentare conserverà poi il cibo raccolto in un punto di raccolta da dove, nell’arco di pochi giorni, sarà distribuito alle famiglie bisognose attraverso una rete di circa trenta cooperative sociali che raggiungeranno i comuni del territorio affiancando spesso le parrocchie, impegnate in prima linea nel sostegno a situazioni di fragilità e disagio.




Venerdì 29 una serata per la chiesa di Santa Lucia tra storia, devozione e restauri

Nel periodo dell’anno durante il quale Santa Lucia accompagna i pensieri e i sogni di grandi e piccoli, la parrocchia di San Pietro al Po e l’Associazione CrArT organizzano l’evento “Santa Lucia e la sua chiesa. Storia, devozione, restauri” nella serata di venerdì 29 novembre (ore 21).

Durante la serata si focalizzerà l’attenzione sulla figura della santa e sulla chiesa cittadina ad essa dedicata.

Straordinario esempio di architettura e arte romanica l’edificio sacro si trova ora in condizioni problematiche dal punto di vista strutturale. La serata prenderà il via con Tommaso Giorgi di CrArT che approfondirà l’iconografia di Santa Lucia tra storia e devozione popolare.

Nel corso dell’incontro, dopo l’intervento di apertura del parroco don Antonio Bandirali,  l’architetto Ezio Gozzetti presenterà il progetto di riqualificazione della chiesa e i restauratori Luigi Rizzi e Federica Cattadori, a capo dei lavori recentemente avviati, spiegheranno gli interventi.

A chiusura della giornata interventi musicali all’organo-orchestra Lingiardi del 1877 del Maestro Alberto Pozzaglio.

A San Pietro al Po viene ospitata la statua lignea di Santa Lucia, proveniente dall’omonima chiesa, presso la quale, come da tradizione, sarà possibile lasciare fino al 12 dicembre giochi e doni per quei bimbi.

L’evento ha lo scopo di sensibilizzare i cittadini sul proprio patrimonio culturale e artistico, per chi vorrà ci sarà la possibilità di lasciare un’offerta per i lavori di restauro della chiesa di Santa Lucia. Durante la serata sarà in vendita il libro “La moltiplicazione dei pani e dei pesci di Bernardino Gatti in San Pietro al Po in Cremona” di Silvia Cibolini il cui ricavato verrà devoluto per i lavori di restauro della chiesa di Santa Lucia.

Un progetto di rinascita per la chiesa cittadina di Santa Lucia




Albania, la testimonianza di don Giovanni Fiocchi

Una forte scossa di terremoto di magnitudo 6.4 ha colpito alle 3,54 del 26 novembre l’Albania, con epicentro vicino a Durazzo. La più forte scossa di terremoto registrata nel paese da decenni a questa parte. Le città più colpite sono Durazzo e Thumane, dove diversi edifici sono crollati, numerosissimi sono stati danneggiati. I danni sono ingenti e importanti.Le ultime stime dei feriti parlano di 700 persone con diversi traumi e 39 vittime. 45 sono le persone salvate da sotto le macerie. Pubblichiamo la testimonianza di don Giovanni Fiocchi, sacerdote cremonese fidei donum da oltre 20 anni nella città di Puke in Albania.

Alla fine è arrivata la botta grossa. In qualche modo si era annunciato con qualche colpetto a settembre, ma tutti sappiamo che è ancora impossibile prevedere questi eventi con precisione.

Ora non si parla più di qualche cornicione staccatosi o di qualche macchina danneggiata ma il bilancio, ancora provvisorio, va oltre i quaranta morti, i 600 feriti e le centinaia di case e palazzi crollati o lesionati irreparabilmente.

E chiunque conosce la realtà di questa nazione sa che sono danni pesanti e difficili da riparare, che devono essere affrontati da un popolo, uno stato, una amministrazione ancora inesperta e impreparata ad affrontare eventi così catastrofici.

Gli esperti hanno detto: un terremoto paragonabile a Norcia. Sappiamo tutti a tre anni di distanza quale sia la situazione in centro Italia. Immaginiamo ora che un evento analogo sia affrontato da una nazione di tre milioni di abitanti…

Dalla Caritas Cremonese una raccolta fondi per il terremoto in Albania

Parlando in questi giorni con un autista di camion che si trovava in Italia era chiaro da una parte il sollievo nell’aver notizie che la sua famiglia non era stata colpita nelle persone ma d’altro lato la preoccupazione perché il palazzo in cui abita era rimasto lesionato e, aggiungeva con un nodo alla gola, «tu sai che la casa è il frutto di tutta una vita…»

Una volta superato lo choc iniziale chi dovrà affrontare le conseguenze dovrà fare i conti con tutto questo.

Io ho vissuto dall’Italia questo momento difficile per il popolo albanese. Ero già qui e in questi giorni ho dovuto restare qui per altri impegni. Mi ha sollevato la notizia che nelle mie zone e nei miei villaggi non ci sono stati gravi danni. Sono rimasto colpito come tutti dalle immagini e dalle cronache che hanno posto al centro della sensibilità le sofferenze di questa gente (quante volte la sofferenza diventa strumento per inseguire un’audience fluttuante e distratta).

Ora attendo con impazienza di poter tornare sabato 30, non per illudermi di fare il salvatore della patria, ma per iniziare a tessere quei contatti e quelle relazioni che possono essere un piccolo segno di consolazione nel non sentirsi abbandonati quando l’attenzione calerà, gli inviati saranno mandati altrove e la notizia, ormai vecchia, verrà piano piano relegata alle ultime pagine ed infine dimenticata.

Sicuro di avere con me la mia Chiesa, il mio Vescovo, la mia Diocesi, la mia Caritas e tutte le persone di buona volontà che ancora oggi credono alle parole di M. Teresa: «Non sono solo tragedie; per noi sono occasioni per fare del bene».

Don Giovanni Fiocchi – sacerdote cremonese fidei donum in Albania




«Fragile come tutti, felice come pochi»: la figura di santa Teresa di Lisieux secondo suor Antonella Piccirilli (AUDIO E VIDEO)

«Col suo amore per Gesù, Teresa di Lisieux ci insegna una dottrina, […] ci fa fare esperienza della santità con i nostri dubbi, peccati e imperfezioni»: così esordisce suor Antonella Piccirilli, nella serata di ieri, 25 novembre, presso la chiesa di Santa Maria Assunta di Cella Dati. Suor Antonella, su invito di don Umberto Zanaboni, parroco di Cella Dati, Derovere e Pugnolo, ha presentato il suo libro “Fragile come tutti, felice come pochi – Teresa di Lisieux e le nostre ferite”.

Tuttavia non si limita ad una mera pubblicizzazione del suo libro, ma riesce a dare vita alla straordinaria figura di Teresa di Lisieux mediante la lettura di alcuni estratti della sua pubblicazione e di lettere originali della stessa santa.

Volendo fare un parallelismo artistico, suor Piccirilli paragona la santa alla “Pietà Rondanini”, un’opera splendida, sebbene incompiuta a causa della morte del suo autore: proprio questa sua incompletezza la rende un’opera aperta, che spinge dunque a riflettere ed a guardarla sempre con occhi nuovi.

Allo stesso modo santa Teresa di Lisieux è una figura interessante, poliedrica e sempre attuale, un modello al quale guardare e trarre ispirazione. Santa Teresa, infatti, pur nelle sue debolezze e fatiche, sceglie di fidarsi e di “saltare” nelle braccia di Dio. Le sue imperfezioni e fragilità, i suoi pensieri e le sue emozioni – sia positive che negative – diventano offerta per Gesù, un dono per rendere felice il Signore: per questo, pur avendo vissuto molte sofferenze nella sua breve vita, santa Teresa è un vero e proprio modello di felicità e santità.

 

https://www.facebook.com/DiocesiCremona/videos/772863093176490/

 

Dunque, conclude suor Piccirilli, sulla scia di Teresa, occorre «re-imparare a fidarsi, perché così si imparano la santità e la felicità, perché stanno nel rendere felice l’altro e persino Dio». Suor Piccirilli, con semplicità e dolcezza, invita non solo la chiesa gremita di persone ma tutta la comunità a riscoprire il valore della fiducia, ad accettare le proprie imperfezioni e mancanze e trasformarle in punto di forza, in dono. Proprio con un dono, un piccolo simbolo, si chiude la serata: delle rose benedette vengono regalate a tutti i presenti, come ricordo del bellissimo incontro e come memoriale della figura di santa Teresa da Lisieux.

Ascolta l’intervento integrale




Don Bruno Bignami ha concluso a Castelleone il “Novembre sociale” (Audio)

Il terzo e ultimo incontro del “Novembre sociale”, tenutosi domenica 24 novembre a Castelleone, ha avuto come tema “Ecologia, Abitare la Terra: la cura per la casa comune” ed è stato tenuto da don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale della CEI per i problemi sociali e il lavoro, e dall’ingegnere Francesco Begnis.

Begnis nel suo intervento ha evidenziato come l’attuale modello di sviluppo sia insostenibile per il continuo aumento dei consumi. Infatti, la sua potenzialità è limitata dalle leggi della fisica: la maggior efficienza richiede un costo sempre più oneroso.  L’efficienza dovrebbe integrarsi con la sufficienza o essenzialità di vita, intesa come volontaria limitazione. Sufficienza che diventa anche amore per il prossimo. La sufficienza che potrebbe garantire la sostenibilità non si realizza perché manderebbe in crisi la società che funziona in un contesto di continua espansione. Secondo Begnis il progresso tecnologico ha incrementato la complessità del reale provocando un groviglio di problemi, ma solo accettando la complessità del reale si potrà imparare a gestirla. Su piccola scala si stanno sperimentando comportamenti virtuosi, ma nessun economista è in grado di prevedere come potrà avvenire il cambiamento, ma è necessario alzare la voce contro l’ipocrisia e la falsità ed educare alla sufficienza.

Don Bruno Bignami ha articolato il suo intervento intorno a tre nodi cruciali. Il primo legato alla dottrina sociale della Chiesa: la Rerum Novarum di papa Leone XIII nel 1891, con la riflessione sui cambiamenti operati dalla rivoluzione industriale e sulla questione sociale; la Populorum Progressio di papa Paolo VI nel 1967 sull’interdipendenza tra Nord e Sud del mondo, una sola famiglia umana; la Laudato si’, di papa Francesco nel 2015, con l’attenzione allo sviluppo integrale e cioè economico, sociale, politico, culturale. Il secondo nodo ha riguardato il tema dell’abitare la Terra, dove l’uomo non è solo, ma deve entrare in relazione con gli altri.  Bisogna costruire un modello di relazioni che consenta di vivere una vita dignitosa legata a un ambiente e a uno spazio dati. Il terzo nodo è stato riferito alla cultura dello scarto: la società contemporanea produce rifiuti non solo materiali, ma anche umani, la crisi sociale si accompagna a quella ambientale. Per don Bignami la Laudato si’ dice che la sostenibilità è un tema relazionale e nello sviluppo di questa consapevolezza siamo tutti coinvolti, anche nel tramutarla in azione.

Il parroco di Castelleone, don Giambattista Piacentini, ha chiuso l’incontro ringraziando tutti i relatori intervenuti e tutti i partecipanti. Il sacerdote ha rimarcato il successo dell’iniziativa e le riflessioni che ha provocato nei partecipanti, motivazioni che invitano a riproporla il prossimo anno, affiancandola anche ad altre proposte.




Ad Arzago l’ultimo saluto a don Pierino Macchi

Ultimo saluto, nella mattinata di lunedì 2 dicembre ad Arzago d’Adda, per don Pierino Macchi, parroco emerito di Vidalengo morto venerdì 29 novembre all’età di 92 anni alla RSA dell’ospedale Caimi di Vailate dove era ospite dall’inizio del 2018. Le esequie sono state celebrate dal vescovo Antonio Napolioni nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo, per l’occasione gremita di fedeli, giunti anche da fuori paese. Ad animare la celebrazione con il canto la corale parrocchiale di Vidalengo.

Hanno concelebrato il vescovo emerito di Cremona Dante Lafranconi e il parroco di Arzago don Enrico Strinasacchi, insieme a numerosi altri sacerdoti diocesani.

Nei primi banchi, i sindaci di Arzago Gabriele Riva, di Caravaggio Claudio Bonandrini e di Castel Rozzone (dove don Pierino ha spesso prestato il suo servizio) Luigi Giovanni Rozzoni.

Nell’omelia il Vescovo ha richiamato alcuni concetti chiave, facendo leva sul testamento spirituale di don Macchi. «Don Pierino – ha detto – ha avuto un lungo presente e ha vissuto nella gratitudine del dono ricevuto e della speranza sapendo che il Signore porta sempre a compimento ciò che ha iniziato. La vita di ognuno è chiamata e risposta». In questa luce ha letto quanto il sacerdote scrisse nel lontano 1980 come testamento spirituale, trovando somiglianze fra alcuni tratti della sua vita e la figura del centurione che va da Gesù, nel brano di Vangelo proclamato nella liturgia.

Il primo è il servizio. Il centurione era a servizio dell’imperatore; don Pierino era a servizio delle comunità, nelle quali si è speso con la sua umanità sperimentando e testimoniando che davvero che tutto è dono.

«Un secondo tratto – ha proseguito il Vescovo – è l’umiltà, lo stupore con cui accogliamo il Signore che porge il suo sguardo su di noi. E, infatti, ricordando il giorno della sua ordinazione sacerdotale, di don Pierino emerge una gioia umile, quasi nascosta». «Lui è morto con il rosario in mano – ha proseguito monsignor Napolioni – ma mi piace pensare che nell’altra avesse avuto il giornale, perché il suo modo di pregare era attento alla realtà. Gli piaceva sapere le cose che accadevano e parlarne con le persone cui voleva bene». Tutto questo con grande fiducia. «Una fiducia che lo ha fatto sentire protetto. Una fiducia che ha fatto sì che la sua lunga vita sia stata prevalentemente serena e gioiosa».

Infine il Vescovo ha voluto sottolineare la realtà sacerdotale come manifestazione di Dio. «Don Pierino – ha – detto sperava che si potesse dire di lui quello che si diceva del curato d’Ars: abbiamo visto Dio in un uomo. Sperava che nella sua umile persona potesse scorgersi la presenza di Dio».

Al termine della Messa, dopo la benedizione sul sagrato della chiesa, don Enrico Strinasacchi ha accompagnato la salma di don Macchi verso il cimitero locale per la tumulazione.

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Profilo di don Macchi

Don Pietro Macchi (don Pierino, come da tutti era conosciuto), classe 1927, fu ordinato presbitero il 3 giugno 1950. Una classe di ben 16 sacerdoti, ora rappresentata solo da don Cesare Perucchi.

Iniziò il suo ministero come vicario di Santa Maria in Campagna, nel comune bergamasco di Torre Pallavicina, dove rimase 13 anni. Nel 1963 fu nominato parroco di Isengo, nel Soncinese.

Pochi anni dopo, nel 1970, il trasferimento, sempre come parroco, a Vidalengo, dove rimase ben 37 anni, sino al congedo nel 2007. Ultimamente era ospitato presso la Fondazione Ospedale Caimi di Vailate, dove è serenamente deceduto all’età di 92 anni all’alba di venerdì 29 novembre, con la corona del Rosario tra le mani.




Alluvione a Salvador de Bahia

Tutta Salvador de Bahia martedì 26 novembre è stata colpita da una inaspettata alluvione. La pioggia, fin dalla notte intensissima e inaspettata con quella potenza, ha riempito canali e scoli e fin dalle prime ore del mattino la città si è ritrovata allagata.

In particolare la zona della parrocchia di Cristo Risuscitato ha avuto alcuni quartieri particolarmente colpiti con l’acqua che rapidamente ha invaso le strade e le case fino ad arrivare all’altezza di un metro.

Per fortuna non ci sono state vittime, ma molte famiglie hanno perso tutto, dai vestiti al cibo, dai materassi ai mobili.

Con il passare delle ore la pioggia ha diminuito d’intensità e si è potuto cominciare a pulire e a liberare le case dall’acqua.

Anche una delle chiesine della parrocchia (quella appena riaperta con la presenza del Vescovo) è stata invasa dal circa 20 cm di acqua. Con l’aiuto dei volontari si è provveduto a liberarla. Ora sarà necessario ripitturare la parte rovinata.




Adoratrici, deceduta la missionaria suor Fausta Beretta

La mattina di martedì 26 novembre, al termine di una tormentata malattia, è salita alla Casa del Padre suor Fausta Beretta, 69 anni, religiosa dell’Istituto delle Adoratrici del SS. Sacramento, missionaria, molto nota in diocesi ma non solo.

Nata a Cenate Sopra, in provincia di Bergamo, nel 1950, suor Fausta si trasferì giovanissima con la sua famiglia a San Paolo d’Argon, comune che dieci anni fa gli conferì un pubblico riconoscimento per il suo intenso e faticoso servizio in Africa.

Entrata nel 1970 nelle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento di Rivolta d’Adda, negli anni della sua formazione ebbe modo di conoscere molte comunità della diocesi cremonese, tra cui Cassano d’Adda, dove la notizia del suo decesso è stata accolta con particolare emozione.

Nel 1982 suor Fausta partì per la sua prima esperienza in terra di missione, giungendo nell’allora Zaire, dove rimase per diciotto faticosi, pericolosi ma fecondi anni.

Tornò in Italia nel 2000 per occuparsi, a Como, dell’aiuto alle ragazze di strada.

Due anni più tardi, su richiesta di un vescovo locale, tornò in Africa, in Camerun,  fondando la missione di Ndoumbi, dove insegnò e si dedicò ai più giovani.

La malattia la costrinse al ritorno in Italia. È spirata serenamente presso a Rivolta, assistita e confortata dalle consorelle, dopo un periodo di sofferenza vissuta nella certezza dell’abbraccio finale con lo sposo.

I funerali nel pomeriggio di giovedì 28 novembre, alle 14.30, presso la chiesa di Casa Madre.

Non verranno certo dimenticati il suo ottimismo, la sua forte fede e la sua contagiosa simpatia. Resta di lei una forte testimonianza di cristianesimo vissuto: «Con l’aiuto e la forza di tanti, è possibile fare grandi cose – era solita dire – la condivisione delle fatiche significa fare meno fatica da soli».




Sabato sera il coro Paulli in concerto nella chiesa del Maristella

Sabato 30 novembre, alle 21, presso la chiesa di S. Maria Immacolata nel quartiere Maristella di Cremona, si terrà un concerto promosso dall’Usci (Unione delle società corali italiane) a cui parteciperanno tre cori: insieme al coro Paulli di Cremona si esibiranno il coro Alghise Virola di Verolanuova (Brescia) e il coro Bagolino dell’omonimo paese in provincia di Brescia. Durante la serata saranno eseguiti canti e melodie della tradizione natalizia.

Locandina




Sabato 30 novembre torna la “Equocena” a Casalmaggiore. Ospite Vittorio Rinaldi, ex presidente di Altromercato

La bottega Nonsolonoi Altromercato di Casalmaggiore, insieme al circolo ACLI, organizza per sabato 30 novembre l’annuale “Equocena”, che si svolgerà a partire dalle ore 19 presso l’Oratorio S. Leonardo in Casalmaggiore.

Scopo della serata sarà riflettere sul tema del volontariato e della crisi che sta vivendo, attraverso la relazione del professor Vittorio Rinaldi, ex presidente di Altromercato, che è la principale organizzazione di commercio equo e solidale in Italia e a livello internazionale. A moderare l’incontro sarà Francesca Bignelli, già presidente della cooperativa del commercio equo solidale Nonsolonoi.

«Rifletteremo sui legami sociali – dichiara Francesco Lunardini, referente di Bottega Nonsolonoi- e su come è cambiato il volontariato negli ultimi decenni e come tornare a valorizzarlo, per renderlo volano dell’attuale sistema economico sociale, facendo del valore etico anche un valore economico».

Per la buona riuscita della serata e per evitare sprechi di cibo è richiesta prenotazione al numero 3281790826.

Locandina