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Grest 2024, in cammino con i colori dell’estate

Una trama che si distingue a colpo d’occhio. Una tela – l’oratorio – che ha già cominciato a colorarsi del blu, del giallo, del rosso, del verde dei cappellini di bambine e bambine, con l’arancione delle magliette degli animatori. Non stiamo parlando di arte, ma in realtà poco ci manca. È infatti ripartita, alle porte dell’estate, l’esperienza oratoriana del Grest 2024, costruito quest’anno sul tema del cammino, come testimoniato dal titolo: “ViaVai – Mi indicherai il sentiero della vita“.

Così anche in diocesi di Cremona sono 87 le parrocchie e le unità pastorali coinvolte – e che coinvolgono – in questa esperienza, iniziata in alcuni oratori già lunedì 10 giugno, e che prosegue, in alcune realtà, anche fino a fine luglio. Oltre 12mila bambini e ragazzi iscritti, guidati da circa 3.900 animatori e coordinatori, insieme ai don e a tanti adulti che anche quest’anno hanno garantito la loro disponibilità per la proposta educativa del Grest.

E, visto che si parla di cammino, non poteva che essere la Divina Commedia di Dante Alighieri, in versione ridotta e adattata per bambini, la proposta narrativa di questa edizione del Grest. Con due figure a fare da riferimento per i percorsi di preghiera quotidiana: la storia di Gesù, e dell’incontro sulla strada con i discepoli di Emmaus, e il viaggio di Tobia.

Attività negli oratori – animazione, preghiera, giochi, spettacoli e gite – ma anche e tra oratori: è il caso delle feste zonali, organizzate nelle zone pastorali 2 e 3, entrambe in programma il 25 giugno. La prima, all’oratorio di Castelverde, segue la traccia delle feste tradizionali, caratterizzate dalle sfide tra gli oratori, con bambini e ragazzi che gareggeranno, divisi in fasce d’età, in diversi sport e nei giochi tipici del Grest. Il tutto introdotto da un momento di accoglienza e di preghiera al mattino; e dopo la pausa pranzo si riprende fino alle premiazioni nel tardo pomeriggio. A Cremona, invece, gli oratori della città saranno coinvolti in una mattinata che, tra preghiera e attività dedicate al tema del cammino, li porterà fino in Cattedrale.

Attività sportive, di animazione e cultura, danza e teatro. Sono questi alcuni degli ingredienti del Grest “ViaVai”, con la proposta che si arricchisce grazie alla sinergia tra Focr e alcune realtà del territorio. Il tema del cammino si potrà così approfondire in veri e propri pellegrinaggi al Santuario di Caravaggio, dove vivere una giornata di spiritualità e gioco. Oppure con una speciale salita al Torrazzo, o tramite le proposte culturali a cura di CrArT (Cremona arte e turismo). Giochi e tornei sportivi potranno essere organizzati con il supporto del Csi, mentre Il laboratorio, Compagnia dei piccoli, Nido dei cuccioli e Magicoberu offrono laboratori di danza e teatro, e spettacoli… tutto naturalmente a tema Grest.

Settimana intense per i più piccoli, ma anche per i loro animatori. E anche per loro sono in programma occasioni speciali. In particolare in zona 4 torna il tradizionale torneo per animatori: fischio d’inizio martedì 11 a Sospiro, proseguendo il 18 giugno a Malagnino e con il gran finale il 25 giugno a Vescovato.




“Purgatorio”: inaugura il 15 giugno la Mostra di Francesco Visentini dedicata alla seconda cantica dantesca

Il Museo Verticale del Torrazzo di Cremona ospiterà la mostra Purgatorio di Francesco Visentini. L’esposizione, allestita negli spazi del Torrazzo, sarà inaugurata sabato 15 giugno alle ore 18.00 e resterà aperta fino al 30 giugno. Nel contesto della mostra, venerdì 21 giugno alle ore 20.30 sarà possibile assistere all’evento Dante: orgoglio e pietà con gli interpreti Gianfranco Bondioni (dantista), Antonello Scarsi (attore) e Francesca Olga Cocchi (pianista). L’evento sarà aperto fino a esaurimento posti. È possibile effettuare la prenotazione online scrivendo all’indirizzo info@museidiocesicremona.it oppure telefonando al numero 0372-495082. Il progetto è frutto di una stretta collaborazione tra l’associazione U.C.A.I. (Unione Artisti Cattolici Italiani) di Brescia e il Museo Diocesano di Cremona. La mostra è curata da Rita Duchi.

 

Il percorso espositivo

Occorre scalare i 502 gradini del Torrazzo per vedere, e provare, la salita nel Purgatorio. Francesco Visentini (Brescia, 1991) disegna «quel secondo regno dove l’umano spirito si purga e di salire al ciel diventa degno». Ci siamo lasciati alle spalle le atmosfere tetre dell’Inferno e salendo ci circondiamo di blu, di cielo, di stelle. Percorrendo la scala del Museo Verticale il passo è scandito dalle xilografie dell’artista. I tratti grafici sono tagli di luce che squarciano il blu dello sfondo. Il segno incisorio svela la personalità scultorea di Visentini, già noto per le sue sculture in terracotta di dimensioni anche monumentali. Il blu dell’inchiostro tipografico è profondo e si schiarisce man mano che ci si avvicina alla cima, come la luce che torna a  diffondersi nella torre campanaria con l’allargarsi delle finestre. Oltre alle 33 stampe, corrispondenti ai 33 canti, la mostra è arricchita dai testi redatti da Andrea Crescini, Marco Guerini, Andrea Pasinetti, Carmela Perucchetti, Fausto Moreschi e Alessandro Rampini che ci accompagnano nella riflessione verso la comprensione del valore del poema dantesco. Testi e immagini sono nati insieme e spesso gli uni ispiravano gli altri nella creazione artistica.

 

L’autore

Francesco Visentini è nato a Brescia nel 1991. Nel febbraio 2016 si è diplomato in Scultura Pubblica Monumentale presso l’Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia, dove è stato allievo del maestro Agostino Ghilardi. Ha esposto in Italia e all’estero. Insegna Storia dell’Arte e Discipline Plastiche presso il Liceo Artistico Vincenzo Foppa di Brescia. Da marzo 2022 è presidente della sezione U.C.A.I. di Brescia.




Il 15 giugno a La Pace festa per il 70° di sacerdozio di mons. Barbieri

Festa per i 70 anni di sacerdozio di mons. Mario Barbieri nel pomeriggio di sabato 15 giugno alla Fondazione La Pace di Cremona. L’appuntamento è per le ore 16 nel parco della casa di riposo di via Massarotti (in caso di maltempo in cappella) per la Messa che sarà presieduta dal vescovo emerito Dante Lafranconi.

Originario della parrocchia di Sant’Ilario, a Cremona, mons. Barbieri, classe 1931, è stato ordinato sacerdote il 27 giugno 1954 insieme ad altri sette confratelli. Laureato in Teologia, ha iniziato il suo ministero come vicario parrocchiale a Cremona, prima a San Sebastiano (1954-1960) e poi a San Michele (1960-1969). Nel 1969 è stato nominato parroco della parrocchia di S. Giacomo apostolo, a San Giacomo Lovara (Malagnino), che ha guidato per 12 anni sino al trasferimento a Castelleone, dove è stato parroco per 17 anni, di cui gli ultimi 11 ricoprendo anche il ruolo di amministratore parrocchiale della frazione di Corte Madama.

Nel 1998 il rientro a Cremona, chiamato a ricoprire in Curia l’incarico di delegato episcopale per il Clero (mantenuto sino al 2016). Il 21 dicembre 1999 è entrato a far parte del Capitolo della Cattedrale come canonici, di cui recentemente è diventato canonico onorario. Tra il 2001 e il 2016 è stato anche delegato per la Commissione del Diaconato permanente.

Una festa, quella del 15 giugno a La Pace, che vedrà la presenza di una rappresentanza delle comunità nelle quali mons. Barbieri ha prestato servizio negli anni di ministero.

L’Eucaristia delle 16 vedrà la presenza dei canonici del Capitolo della Cattedrale e sarà servita all’altare dai diaconi permanenti della diocesi.

Per ragioni organizzative i sacerdoti che intendono concelebrare sono invitati a portare camice e stola verde e segnalare la propria presenza al cappellano don Luigi Mantia.




In Seminario l’assemblea della zona 3, per una pastorale che in città riparte

Una serata per la zona pastorale 3, rappresentata dai sacerdoti di Cremona, dalle Segreterie dei Consigli pastorali parrocchiali e unitari della città, con i vicepresidenti e gli operatori pastorali impegnati in parrocchia, insieme anche ai rappresentati delle aggregazioni laicali e delle associazioni. Un’assemblea cittadina, dal titolo – tratto dagli Atti degli apostoli – “Io ho un popolo numeroso in questa città”, tenutasi la sera di martedì 11 giugno in Seminario, pensata per dare continuità al lavoro iniziato nel 2022 con la visita pastorale nelle parrocchie della città e con l’obiettivo di una più funzionale riorganizzazione della pastorale cittadina. L’evento, che ha visto la presenza del vescovo Antonio Napolioni, è stato organizzato dall’équipe zonale, con il vicario zonale, don Pietro Samarini, a fare da capofila.

La location dell’incontro sono stati gli spazi del Seminario vescovile di Cremona, definito dal vescovo il «segno della fecondità passata, presente e futura che lo Spirito consegna a Cremona», per un’iniziativa dedicata agli “evangelizzatori” della città, che, sulla scia di quanto detto dal Papa, non sono chiamati a fabbricare la presenza di Dio, ma a scoprirla, a svelarla.

Un’assemblea che sigla «ora una ripartenza ulteriore, non per aggiungere – ha sottolineato mons. Napolioni nella riflessione –, ma per crescere nella certezza di essere nello stesso cantiere del Regno». «Immaginate se questo “paesone” può avere tanti cantieri – ha aggiunto – che procedono senza rendersi conto del proprio scavo, senza rendersi conto di dove vanno a finire le condutture, di dove le gru si intrecciano tra loro». Ha quindi concluso: «Abbiamo cominciato dal basso con alcuni movimenti di aggregazioni tra parrocchie, ma ora abbiamo bisogno di un input dall’alto: non dal vescovo, ma dal bene comune, da quelle istanze che altrimenti noi rischiamo di ignorare perché non riguardano la nostra parrocchia, non riguardano il mio gruppo, con il rischio di essere irrilevanti, deboli, silenziosi e assenti dalla vita cittadina, sotto tanti profili».

Dopo un primo momento di preghiera nella cripta, i partecipanti si sono spostati nelle aule del Seminario, dove i presenti hanno avuto la possibilità di riflettere e lavorare a gruppi su tre tematiche, guidati da altrettanti moderatori.

Don Antonio Bandirali, parroco dell’unità pastorale S. Omobono, ha approfondito il tema dell’Iniziazione cristiana di bambini e ragazzi, che rischia di essere ancora improntata a una Chiesa di cristianità diffusa e che necessita di cambiamenti da mettere in atto per rispondere al mutato clima ecclesiale e sociale: con itinerari differenziati, in relazione anche con movimenti e associazioni. Un piano catechistico che deve tenere conto della “vita reale” della gente, dell’oratorio e delle consegne, sfruttando meglio il lavoro d’équipe, incentivando il confronto e la sinergia tra catechisti di parrocchie diverse.

Don Pierluigi Fontana, vicario parrocchiale di Cristo Re e riferimento dei vicari della città, ha invece guidato i presenti nei “meandri” della Pastorale giovanile e universitaria che deve sempre più incrociare la complessa realtà dei giovani di oggi, da conoscere sempre più in profondità, per favorire le relazioni e condividere sfide e opportunità.

Il terzo ambito è stato quella relativo alla pastorale sociale e culturale, affidato a Eugenio Bignardi, incaricato diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, che ha sottolineato la necessità di insistere sui delicati temi della condivisione, della cura del creato e della carità sociale, coinvolgendo le realtà di tutto il territorio. Per fare tutto ciò sono in programma tre iniziative nel prossimo anno pastorale: il Tempo del Creato, dal 1° settembre al 4 ottobre, il Mese della Pace, a gennaio 2025, e “Dopo Trieste”, la prossima primavera, per approfondire i temi della prossima Settimana sociale dei cattolici italiani che a luglio ci sarà a Trieste.

Tante questioni alle quali i partecipanti all’assemblea, divisi nei gruppi di lavoro, hanno provato a dare le proprie risposte, maturate anche preventivamente all’interno delle comunità, e poi condivise a fine serata.

L’incontro ha voluto essere un’occasione privilegiata per le realtà che abitano la città di Cremona e che, per alcuni aspetti pastorali non possono più continuare a ragionare in solitaria o che, a volte, addirittura risultano più autosufficienti. «Ciò non significa che non valgono più niente – ha evidenziato don Samarini –, ma che devono cambiare pelle, devono ritrovare il punto centrale della propria esistenza, che non sta più solo nella comunità parrocchiale», ma nella relazione, nella «concertazione». Da qui lo sguardo anche a quelle realtà, come le aggregazioni laicali, che arricchiscono la Chiesa cittadina, perché «la percezione di entrare in un dinamismo di Chiesa un po’ diverso, fa bene a tutti».




“Yes We Care_Festival”, l’iniziativa della Fondazione Teresa Camplani fa il 13 giugno tappa anche a Cremona: alle 18 Messa in Cattedrale presieduta dal Vescovo

Il 13 giugno vede protagonista anche la città di Cremona “Yes We Care_Festival”, l’iniziativa della Fondazione Teresa Camplani (intitolata alla memoria della prima vicaria della fondatrice delle Suore Ancelle della Carità), realtà in cui sono confluite le case di cura Domus Salutis di Brescia, Ancelle della Carità di Cremona, San Clemente di Mantova e l’attività socio-assistenziale Nuova Genesi di Brescia. Fondazione Teresa Camplani, ufficialmente operativa dal 1° settembre 2013, è un ente privato, senza scopo di lucro, accreditato con il sistema sanitario di Regione Lombardia.

Doppio l’appuntamento del 13 giugno all’ombra del Torrazzo: dalle 9.30 alle 17.30 presso la casa di cura Ancelle della Carità si svolgerà la “Giornata del neoinserito”, riservato al personale entrato in Fondazione nel 2023; quindi alle 18 un momento pubblico con la celebrazione Eucaristica che il vescovo Antonio Napolioni presiederà in Cattedrale e che naturalmente vedrà la presenza della suore delle Ancelle insieme alla grande famiglia della Fondazione Teresa Camplani.

La giornata cremonese si colloca all’interno del programma più articolato che prevede diversi appuntamenti tra Brescia, Cremona e Mantova dall’11 al 15 giugno nel contesto di “Yes We Care_Festival”, che rappresenta un’occasione unica per celebrare e raccontare i valori che la Fondazione Teresa Camplani storicamente incarna, attraverso la potenza emotiva e comunicativa delle arti. Incontro, sguardo, presenza” le parole chiave della serie di eventi, dal taglio eclettico e multiforme, che coinvolgeranno le tre città dove la Fondazione Teresa Camplani opera quotidianamente: appunto Brescia, Cremona e Mantova.

Con una programmazione ricca e variegata, il Festival offrirà un articolato palinsesto di concerti, spettacoli, interventi di parola e arti figurative, delineando un cartellone di grande impatto che vedrà protagonisti illustri nomi della cultura contemporanea, pronti a condividere il loro talento e la loro visione. Come suggerisce il titolo stesso, “Yes We Care” è un invito aperto a tutti a connettersi nel segno della vicinanza, esplorando nuove prospettive e rafforzando i legami comunitari. In totale sintonia con l’ethos della Fondazione Teresa Camplani, che- forte di una solida tradizione e al contempo con uno sguardo costantemente rivolto al futuro- si impegna a essere presente e prendersi cura della comunità.

Organizzato in sinergia con Fondazione Francesco Soldano, il Festival sarà dunque l’occasione unica e senza precedenti per raccontare al territorio, attraverso la forza emotiva e comunicativa di molteplici linguaggi espressivi, i valori fondanti di questa realtà che proprio del “prendersi cura” ha fatto un’arte.

Ulteriori informazioni sul progetto, dettagli e prenotazioni: www.fondazionesoldano.com.

 

LE ANCELLE DELLA CARITÀ VALORI E MISSIONE: “ESSERE, ESSERCI, PRENDERSI CURA”

L’esercizio della missione di Fondazione Teresa Camplani si espleta attraverso l’erogazione di servizi sanitari sempre più specializzati e rispondenti alle esigenze dei cittadini, garantendo loro uguaglianza, imparzialità, continuità dell’assistenza, diritto di scelta e partecipazione. Il rispetto dei tempi e l’implementazione continua dei migliori standard qualitativi sono considerati obiettivi imprescindibili al fine di garantire la piena efficienza dei processi organizzativi.

Il rispetto della dignità umana è al centro dell’attività della Fondazione e costituisce la base di partenza di tutte le fasi della presa in carico del paziente.

«L’insegnamento di Paola Di Rosa vive e si rinnova nelle nostre azioni quotidiane – afferma Madre Maria Oliva Bufano, superiora generale delle Ancelle della Carità –. Siamo al servizio delle persone che incontriamo ogni giorno: il percorso di cura, unendo qualità professionale e umanità, rivela e incarna la nostra missione. Desideriamo essere accanto alle persone nell’iter della loro malattia, essere ed esserci per chi ha bisogno. Un modo per offrire una luce, trasformando il dolore in una nuova speranza e in una possibilità di ridisegnare e riscrivere la propria vita».

Il malato ed i suoi familiari vengono coinvolti in ogni aspetto della prestazione medica, curando tutte le dimensioni della persona: fisica, psicologica e spirituale. La comunicazione tra paziente e personale sanitario avviene in maniera attenta e discreta, affinché il paziente sia costantemente aggiornato in merito alla sua condizione, nell’osservanza della visione cristiana sull’essere umano.

Anche in seguito alla dimissione è garantita la continuità di comunicazione tra il paziente e chi ha prestato le cure. I professionisti che prestano la loro attività presso la Fondazione sono vincolati a operare secondo i principi della deontologia specifica della loro figura, mantenendo alto il profilo etico e adottando comportamenti coerenti con il patrimonio morale espresso dalla Chiesa Cattolica.
Affidarsi alle cure della Fondazione Teresa Camplani rappresenta la scelta migliore in termini di tutela della vita, promozione della salute e recupero delle risorse fisiche compromesse. La migliore assistenza per i malati e il rispetto della loro dimensione umana e spirituale rappresentano l’espressione del carisma e degli obiettivi perseguiti dalla Fondazione.

Nel corso degli anni, le strutture della Fondazione hanno sviluppato una vasta gamma di servizi relativi a patologie chirurgiche e internistiche, alla riabilitazione specialistica generale geriatrica, e alla diagnosi ambulatoriale, sulla base delle nuove tecnologie che la sanità oggi propone, mantenendo solide e radicate le scelte secondo principi fondamentali proposti dal Vangelo e dall’insegnamento della Chiesa.




I risultati del progetto Ponti: 145 lavoratori disabili in carico e 12 convenzioni con le imprese

117 imprese raggiunte con il progetto, 12 con cui si è siglata la Convenzione art.14 e 145 lavoratori disabili iscritti alla legge 68 incontrati in due anni. Sono i principali numeri del progetto Ponti (Possibilità occupazionali nel territorio e nelle imprese) del Consorzio Sol.Co Cremona, presentati nel corso del convegno conclusivo svoltosi giovedì 13 giugno presso il Civico81 di via Bonomelli, a Cremona.

Il progetto Ponti è nato nel 2022 con l’obiettivo di promuovere e implementare l’utilizzo della cosiddetta “Convenzione articolo 14”. Dopo due anni di lavoro, si può dire che l’obiettivo è stato raggiunto, in sinergia con Mestieri Lombardia, Consorzio Arcobaleno e Cooperativa Igea e con il contributo di Fondazione Cariplo, e il sostegno del Servizio Politiche del lavoro disabili della Provincia di Cremona, seguendo tre azioni che hanno visto il coinvolgimento di altrettanti protagonisti. La prima di informazione e promozione della convenzione dedicata alle aziende; la seconda, di coordinamento di un tavolo di lavoro da parte della cooperazione sociale; e la terza, di presa in carico e sostegno all’inserimento lavorativo per lavoratori con disabilità.

Al convegno, sono intervenuti Davide Longhi, presidente del Consorzio Sol.Co di Cremona, Gianluca Ruberti, Mestieri Lombardia UO di Sol.Co Mantova, Viviana Bassan, Fondazione Cariplo, Simonetta Donsante, responsabile Servizio Politiche del lavoro per i disabili, Michele Brugnoli, Servizio Politiche del lavoro per i disabili della Provincia di Cremona, Ilaria Quarenghi e Riccardo Pini dell’Ordine Consulenti del lavoro, Nicoletta Mezzadri, Vice Presidente Apindustria Confimi Cremona, Sara Gregori di Corazzi Fibre Srl, Elena Curci, Segretaria Generale Cgil Cremona Regione Lombardia, Andrea Tolomini, direttore Confcooperative Cremona e Marco Mantovani, Cooperativa Gardenia. Ha moderato Flaviano Zandonai, Open Innovation Manager del Consorzio Nazionale CGM.

Una rete ampia di collaborazione che ha portato a un significativo aumento di convenzioni sottoscritte e di assunzioni di disabili con particolari fragilità sul territorio cremonese e cremasco. Ma non solo. Un percorso che ha posto le basi su cui muovere ulteriori passi. Infatti, i soggetti coinvolti nel tavolo di lavoro, guardando al futuro, hanno condiviso degli impegni reciproci per continuare a perseguire l’obiettivo generale prefissato, ovvero l’incremento degli inserimenti lavorativi di soggetti disabili iscritti alla l.68, anche attraverso la convenzione art. 14. Consapevoli, grazie al progetto Ponti, che l’articolo 14 da obbligo può diventare una strumento all’interno di una strategia win-win: per imprese, cooperative e territorio.




Ultimi giorni per iscriversi al pellegrinaggio a Loreto dal 6 all’8 settembre

Ultimi giorni per potersi iscrivere al pellegrinaggio a Loreto che il vescovo Antonio Napolioni guiderà dal 6 all’8 settembre. Una proposta nata nell’ambito del 400° anniversario del santuario lauretano di Cremona e che per questo è rivolta anzitutto alle parrocchie della città di Cremona come occasione speciale per vivere questa importante ricorrenza. Un viaggio, aperto a tutti anche al di fuori della città di Cremona, che vedrà fare tappa, oltre che a Loreto, anche ad Ancona, Urbisaglia con l’abbazia di Chiaravalle di Fiastra, Tolentino e Camerino.

La partenza da Cremona è fissata la mattina di venerdì 6 settembre in pullman alla volta del capoluogo delle Marche. Dopo il pranzo ci sarà la possibilità di visitare la città di Ancona con i suoi monumenti e le chiese, il porto e la sua portella Santa Maria (uno degli accessi lungo il tracciato della cinta muraria di XIV secolo), ma anche la Cattedrale e il Museo diocesano. Dopo la Messa di inizio pellegrinaggio, nel tardo pomeriggio i partecipanti proseguiranno alla volta di Loreto per la cena e il pernottamento.

La mattina di sabato 7 settembre sarà dedicata alla visita di Loreto e naturalmente al Santuario che conserva la Santa Casa di Nazareth, secondo la tradizione trasportata dagli angeli e di cui il santuario cremonese presso la chiesa di Sant’Abbondio è copia fedele. Dopo la Messa in basilica il gruppo si trasferirà a Urbisaglia, dove è previsto il pranzo. Nel pomeriggio, quindi, si farà tappa all’abbazia di Chiaravalle di Fiastra, una delle abbazie cistercensi meglio conservate d’Italia. Poi il trasferimento a Tolentino, per la visita al borgo e alla basilica costruita nel XIV secolo, dedicata a san Nicola da Tolentino, frate agostiniano che in visione vide gli angeli che trasportavano la Santa Casa nella città marchigiana il 10 dicembre 1294. Nel tardo pomeriggio il rientro a Loreto.

Domenica è prevista una sosta a Camerino, luogo d’origine del vescovo Napolioni, con la visita al borgo e alla chiesa di San Venanzio. Dopo la Messa e il pranzo il ritorno a Cremona.

Informazioni e adesioni alla proposta di pellegrinaggio presso l’Agenzia ProfiloTours di Cremona, i cui uffici si trovano in piazza S. Antonio Maria Zaccaria 4, all’ingresso del Museo diocesano (tel. 0372-460592 – email info@profilotours.it). Il termine per le iscrizioni è fissato al 6 giugno. Quota di adesione di 490 euro, con suplemento di 70 euro per la camera singola.

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Università Cattolica, due borse di studio per sviluppare l’innovazione nelle PMI ai migliori laureati della magistrale in Innovazione e Imprenditorialità digitale

Due borse di studio con l’obiettivo di sviluppare l’innovazione nelle PMI, istituite con il contributo di Cassa Padana. E dedicate ai migliori laureati della magistrale in Innovazione e Imprenditorialità digitale, nel campus di Cremona dell’Università Cattolica. Sono le borse conferite ieri, giovedì 13 giugno, nel chiostro di Santa Monica.

«Siamo molto riconoscenti a chi ha una vicinanza al territorio che mai come in questo momento si tocca concretamente con mano» ha spiegato Annamaria Fellegara, preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza. «Cassa Padana ha riconosciuto in noi un soggetto meritevole di fiducia per il metodo, la tecnica e la cura con cui seguiamo i giovani. Il secondo grazie è a voi, studenti, e alla vostra classe. Accanto alle competenze verticali, avete imparato a lavorare con gli altri, a essere sensibili e a saper leggere i fenomeni. L’ultimo ringraziamento va al professor Fabio Antoldi, agli altri docenti del corso e a tutto il personale dell’ateneo che si dedica anima e corpo a questo meraviglioso campus». 

L’assegnazione di queste due borse di studio, del valore di 2mila euro ciascuna, non è stata semplice. «Siamo stati fortemente in difficoltà perché la classe ha espresso competenze davvero molto elevate» ha spiegato Fabio Antoldi, coordinatore del corso di laurea magistrale. «La media degli esami e il contenuto delle tesi ha giocato a loro favore. Ma altrettanto bravi sono stati i loro compagni, tra i primi laureati in questo nuovo corso di laurea che forma figure professionali fra le più richieste sul mercato del lavoro. Oggi il capitale umano è in assoluto la risorsa più scarsa che c’è. Basti pensare che nel 2004 la popolazione italiana tra i 25 e i 35 anni era pari a 8.600.000 persone. Vent’anni dopo sono 6.200.000. Abbiamo perso il 24 per cento di giovani» chiosa Antoldi. «Non è un caso se oggi c’è una guerra sui talenti tra le imprese. La transizione demografica è una delle sfide che nei prossimi anni è destinata ad accelerare. Quindi una banca che investe sui giovani, e permette loro di esprimere al meglio il proprio potenziale, è doppiamente meritoria. Perché investire sui giovani talenti, oggi, è la scelta migliore che le imprese possano fare. E premiando il talento dei giovani si costruisce il futuro». 

«Siamo davvero felici di essere qui, nel campus di Santa Monica» ha affermato Andrea Lusenti, direttore generale di Cassa Padana. «Ci teniamo molto perché la collaborazione con istituzioni importanti del territorio è per noi molto importante. I giovani sono nelle nostre corde e al centro dei nostri progetti. L’augurio che faccio a voi, che avete ottenuto questo riconoscimento, è di mantenere l’impegno e la dedizione che avete profuso in questi anni anche nel resto della vostra carriera e della vostra vita».

Visibilmente soddisfatti, i due vincitori, entrambi laureati con 110 e lode, hanno raccontato la loro esperienza nel campus cremonese. «All’inizio mi sentivo di poter essere un valido concorrente per questo bando, ma quando mi è stata comunicata la vittoria non me l’aspettavo più» racconta Andrea Percudani, oggi collaboratore del Centro di ricerca per lo sviluppo imprenditoriale (Cersi), che ha sede a Cremona, laureatosi in Innovazione e Imprenditorialità digitale dopo la triennale, sempre alla Cattolica, in Economia aziendale – Double Degree in International Management, a Piacenza. «Credo che dietro a questo risultato ci siano almeno tre gruppi di persone» prosegue Andrea. «La mia famiglia, che ha sostenuto cinque anni di sacrifici economici per permettermi di frequentare l’università e le esperienze annesse, come il Silicon Valley Immersion Program, all’University of San Francisco, e l’Erasmus in Austria al Management Center Innsbruck. Poi ci sono i professori, che mi hanno trasmesso la loro passione e hanno fatto sì che lo studio fosse uno sforzo appassionato, naturale conseguenza del loro amore per ciò che mi hanno trasmesso. Infine, i miei amici Nicolò Cassanelli, Giacomo Gambazzi, Alessandro Baiguera e Raffaele De Cesare, con i quali ho condiviso la maggior parte dei lavori di gruppo durante gli anni della laurea magistrale». 

«L’obiettivo della mia tesi di laurea è stato indagare quale modello di valutazione si applicasse meglio a una startup del territorio cremonese» ha raccontato Matteo Borghesi Alquati, oggi inserito in un talent program di Allianz, dopo la laurea e due esperienze in Accenture e KPMG. «Mi occupo di analisi, pianificazione e sviluppo di progetti innovativi, coerentemente con il mio percorso di studi. E proprio per questo consiglierei questo corso, perché ti permette di sviluppare un modo di ragionare e di lavorare che, in un mondo come quello odierno, è una risorsa molto preziosa».




Pellegrinaggio diocesano a Lourdes con il Vescovo, ultimi posti disponibili

Sono ancora aperte, con alcuni posti ancora disponibili, le iscrizioni al pellegrinaggio diocesano a Lourdes guidato dal vescovo Antonio Napolioni e in programma dal 5 al 12 agosto. La proposta, promossa dal Segretariato diocesano pellegrinaggi e organizzata con il supporto tecnico dell’agenzia ProfiloTours, sarà caratterizzata da alcuni giorni a Lourdes insieme anche all’Unitalsi di Cremona e dalla visita a a Saragozza, dove sorge il santuario dedicato a Nostra Signora del Pilar, a Barcellona con la maestosa Sagrada Familia, e a Montserrat con l’imponente monastero benedettino e il santuario mariano e Montpellier. Un viaggio intriso della presenza materna della Beata Vergine Maria, che accompagnerà i fedeli nei vari luoghi visitati.

Il viaggio avrà inizio lunedì 5 agosto con la partenza in pullman da Cremona verso a Nimes, in Francia. Già dal giorno seguente si arriverà a Lourdes, dove i fedeli resteranno fino al 9 agosto prendendo parte, unitamente all’Unitalsi, alle celebrazioni proposte dal Santuario.

Dalla Francia ci sarà poi lo spostamento, attraverso i Pirenei, verso la Spagna, con l’arrivo, nella giornata di venerdì 9 agosto, a Saragozza: nel pomeriggio si visiterà la Basilica di Nostra Signora del Pilar, uno dei più famosi e frequentati santuari di Spagna, fondato, secondo la tradizione, da Giacomo il Maggiore dopo che Maria, ancora vivente a Gerusalemme, gli era apparsa non in spirito ma con il suo corpo, seduta su un pilastro (pilar). Per questo è stata considerata come Madre dei popoli ispanici da Papa Giovanni Paolo II. La Basilica è la prima chiesa dedicata a Maria della storia.

Il giorno successivo, sabato 10 agosto, avverrà lo spostamento a Barcellona, dove ci sarà occasione per visitare la Sagrada Familia e le meraviglie della città, tra cui quelle realizzate da Antoni Gaudì.

Domenica 11 agosto è in programma la tappa al monastero di Santa Maria de Monserrat, prima del ritorno verso l’Italia.

Durante il viaggio di rientro è prevista una sosta a Montpellier, dove i pellegrini passeranno l’ultima notte prima del rientro a Cremona.

La quota di partecipazione è di 1.490 euro, con un supplemento di 400 euro per la camera singola. La quota comprende il viaggio in pullman, l’alloggio in albergo con pensione completa, dal pranzo del 1° giorno al pranzo del 8° giorno, le visite e le escursioni come da programma, le guide locali, gli ingressi alla Basilica di nostra Signora del Pilar, alla Sagrada Familia, e a Montserrat, l’accompagnatore, le radioguide, l’assicurazione sanitaria, l’assicurazione bagaglio, l’annullamento viaggio e la copertura Cover Stay.

 

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Locandina del pellegrinaggio diocesano dell’agosto 2024

 

 

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Ultimi giorni per iscriversi al pellegrinaggio a Loreto dal 6 all’8 settembre

Pellegrinaggi e viaggi 2024, «Uno sguardo nel passato, per alimentare il presente e progettare il futuro»




La Prima Messa di don Giuseppe a Spinadesco: «Qui, dove è iniziato il mio cammino con il Signore»

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La Chiesa “traboccante di vita” che nella serata di sabato 8 giugno, in Cattedrale, lo ha accolto come nuovo sacerdote, ha visto nel pomeriggio di ieri, 9 giugno, don Giuseppe Valerio celebrare la sua Prima Messa nella Chiesa di Spinadesco, sua parrocchia d’origine, «dove – ha sottolineato don Giuseppe – tutto è iniziato. In casa tua Signore hai preso la mia mano e hai camminato con me».

Sui volti del novello sacerdote, dei suoi famigliari, amici e dei suoi confratelli nel ministero era ancora tangibile l’emozione e la gioia per «un figlio che dice sì e che non ha nulla da perdere, perché non è mai un sì solitario» come sottolineato da don Fabio Sozzi, parroco di Spinadesco, nell’accogliere don Giuseppe con un caloroso “bentornato a casa”.

 

Saluto del parroco

 

Si sono stretti attorno a don Beppe – così a lui piace farsi chiamare – oltre a don Fabio, numerosi sacerdoti che lo hanno accompagnato in questo suo percorso vocazionale e di servizio in diverse parrocchie.

Il rito ha avuto inizio sul piazzale della chiesa, dove un giovane parrocchiano ha accolto con un saluto don Giuseppe. Parole di affetto e di stima sono echeggiate dalla navata della chiesa, con l’invito a “rivestirsi di carità e essere prete travolgente”. In un gesto molto famigliare, i due fratelli di don Giuseppe, Martina e Luigi, gli hanno donato la casula, aiutandolo nella vestizione. Da qui ha avuto inizio la celebrazione.

Don Aldo Manfredini, parroco di S. Michele Vetere, nell’omelia, ha sottolineato come «gli occhi di tutti sono su di te. Oggi per la Chiesa e per questa comunità in particolare è un giorno speciale, straordinariamente grande». Ha poi ricordato le qualità ben note di don Giuseppe «ragazzo d’oro, affidabile, caritativo, generoso, umile, disponibile». Ma non c’è solo grande ammirazione per queste doti: «non bisogna trascurare il senso delle cose visibili e invisibili. La ragione fondamentale, e che ci arriva segretamente, è che tu ti sei fidato del Signore». Infine ha lasciato una consegna, quella di: «custodire e ravvivare ogni giorno questo dono di grazia. Non abusare di parole grandi come fede, ammirazione, amore, fraternità, perché sono parole divine, ma traducile in gesti concreti. Che Dio ti accompagni e mantenga la gioia, la consapevolezza e l’ardore che oggi hai nel tuo cuore».

 

Omelia di don Aldo Manfredini

 

Don Pietro Samarini, ora parroco di S. Bernardo in Cremona, ma già parroco di Spinadesco durante gli anni del nascere della vocazione di don Giuseppe Valerio ha sottolineato: «In te ho potuto percepire l’agire di Dio nelle persone, anche con inquietudine. Dio agisce nella storia, anche oggi».

 

Saluto di don Pietro Samarini

 

Al termine della celebrazione, il novello sacerdote ha rivolto a tutti il suo personale ringraziamento: in primis alla sua famiglia, la mamma Maria, il papà Salvatore, i fratelli e i nonni; alla comunità di Spinadesco e al “suo” oratorio che «è quel luogo che mi sta a cuore»; agli amici del seminario; ai sacerdoti che lo hanno accompagnato nel suo percorso; agli ex colleghi di lavoro; alle comunità in cui è stato: la Beata Vergine, Calvatone, Arzago d’Adda e Casirate, Vescovato e Piadena. Un ringraziamento particolare è andato anche a don Valerio Lazzari, suo compagno di ordinazione «ci unisce ora anche il Ministero, che insieme impareremo a vivere», ha detto don Giuseppe.

«Fra domande e dubbi, alla ricerca di risposte, ho cercato e parlato cuore a cuore, e Tu eri lì, presente e ascoltavi, in quel crocifisso a noi così caro qui a Spinadesco. Mi sentivo a casa, al sicuro. Anche oggi mi sento a casa, qui sono a Casa. Hai fatto tutto Tu, io ho solo impastato gli ingredienti, così come si fa come il pane». Questo il cuore del saluto di don Giuseppe alla sua comunità.

 

Saluto di don Giuseppe Valerio

 

 

 

Don Valerio Lazzari e don Giuseppe Valerio sacerdoti «con il Vangelo in tasca»

Nell’abbraccio di una comunità intera, la Prima Messa di don Valerio Lazzari