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Le Giornate del Fai aprono le porte dei tesori nascosti di Palazzo vescovile, Sant’Abbondio, Santa Lucia e a Calvenzano l’Oratorio dell’Assunta

Tornano le Giornate FAI di Autunno anche sul territorio della diocesi di Cremona. Nei tre giorni dell’iniziativa (17, 18 e 25 ottobre) verranno aperti al pubblico luoghi e monumenti solitamente poco accessibili alle visite. Un’occasione che anche in questa edizione riguarderanno alcuni spazi diocesani.

In particolare a Cremona sarà possibile accedere – nel rispetto rigoroso delle normative anti-contagio – alla collezione pittorica custodita nel Museo Lauretano, all’interno del complesso di Sant’Abbondio, alla chiesa di Santa Lucia, con il duplice obiettivo di ammirarne i tesori artistici e di sostenere la raccolta firme che – attraverso l’iniziativa “Luoghi del cuore FAI” – si propone di supportare il cantiere di restauro che continua.

Saranno aperti anche alcuni spazi preziosi del Palazzo vescovile: in particolare la Sala Bolognini, la Cappella privata di Santo Stefano (in foto), dove saranno esposte tre opere cinquecentesche (tra cui il Ritratto della Diocesi di Cremona di Antonio Campi) che saranno poi integrate nella collezione permanente del nascente Museo diocesno, con la sala ovale adiacente. Un’opportunità anche per conoscere i documenti dell’Archivio Storico Diocesano conservati nello stesso palazzo.

Per i visitatori anche l’opportunità per ammirare i capolavori novecenteschi di Biazzi, Signori, Vittori e tanti altri custoditi nel singolare Palazzo della Carità, sede della Fondazione Città di Cremona.

Ulteriore appuntamento nella Bergamasca, a Calvenzano, dove sarà possibile visitare anche l’Oratorio della Beata Vergine Assunta (detta anche Madonna dei campi o Chiesetta degli Alpini), patrimonio di arte e di fede immerso nei campi coltivati. Completamente ristrutturato negli anni ’80, l’edificio è stato sottoposto ai restauri degli affreschi interni ed esterni nel 2000, grazie alla locale sezione degli Alpini.

La prenotazione è caldamente consigliata e si potrà effettuare a partire dal 6 ottobre sul sito www.giornatefai.it. Al momento della prenotazione verrà richiesto un contributo minimo di € 3, come donazione per poter supportare la Fondazione nelle sue attività. 


ELENCO DEI BENI APERTI 

Complesso di Sant’Abbondio e Museo Lauretano
Cremona, Piazza Sant’Abbondio

SAB 17
h 10-17:30 (ultimo ingresso h 17)
DOM 18
h 12:30-17 (ultimo ingresso h 17)

Il Complesso è di antiche origini: probabilmente appartenuto ai Benedettini, nel ‘200 passò agli Umiliati, poi ai Teatini e, infine, fu trasformato in parrocchia nel 1804. L’interno della chiesa accoglie gli interventi pittorici cinquecenteschi di grandi artisti come il Malosso e Giulio Campi, mentre nella sagrestia monumentale sono conservate numerose tele del Massarotti, normalmente non fruibili dal pubblico. Dal chiostro bramantesco è possibile accedere al luogo più significativo della visita: il raffinato Museo Lauretano, che custodisce l’antica raccolta di ex voto, preziose suppellettili liturgiche, straordinari dipinti come la bembesca Madonna adorante il Bambino, la Sacra Famiglia di Giacomo Bertesi e il registro con la data di battesimo del grande compositore Claudio Monteverdi.

 

Archivio Storico Diocesano e Palazzo Vescovile
Cremona, Piazza Sant’Antonio Maria Zaccaria

SAB 17 – DOM 18
h 10-18 (ultimo ingresso h 17:30)

Un’occasione unica per visitare le sale del Palazzo Vescovile non coinvolte nel cantiere del Museo Diocesano e poter apprezzare lo straordinario patrimonio dell’Archivio Storico Diocesano di Cremona. La storia dell’Episcopio è molto antica: nulla resta del suo aspetto medievale a causa delle ricostruzioni avvenute nel corso del ‘500 e del ‘700, fino all’importante intervento di Faustino Rodi commissionato dal Vescovo Omobono Offredi Ambrosini. L’elegante linguaggio del Rodi, caratterizzato dalla solenne sobrietà decorativa e dalle frequenti coperture ellittiche cassettonate, restituisce alla città una delle più significative architetture neoclassiche. Durante la visita si potranno apprezzare due bellissimi corali miniati quattrocenteschi della Cattedrale, il progetto del palazzo del Rodi e i disegni relativi all’abbattimento di una parte dell’Episcopio, che si concretizzò prevalentemente tra il 1929 e il 1931, restituendo al complesso il suo aspetto attuale. Nella Cappella di Santo Stefano, d’uso privato del vescovo, sono esposte tre opere che faranno parte della collezione del Museo Diocesano:
• Anonimo, Compianto su Gesù Cristo morto, 1490-1500 circa (olio su tavola).
Il dipinto, di proprietà della parrocchia dei SS. Giuseppe e Biagio di Robecco d’Oglio dal 1794, proviene dalla collezione del conte Giovanni Maria Visconti di Marcignano, nel cui lascito testamentario è menzionata come autografa di Giovanni Bellini. In realtà la tavola è una copia antica del Compianto di Giovanni Bellini conservata presso la Gemäldegalerie di Berlino e datata 1490-1500.  La tavola raffigura Cristo, esanime e dall’incarnato livido, affiancato dalla Vergine, addolorata, e da San Giovanni, che rivolge allo spettatore il suo sguardo affranto. Dal punto di vista stilistico la figura di San Giovanni suggerisce la penetrazione nel linguaggio belliniano di alcune soluzioni figurative giorgionesche, circolanti nella bottega di Bellini proprio negli ultimi anni del ‘400, mentre nella resa dei lineamenti della Vergine si intravede la meditazione di prototipi fiamminghi.
• Campi, Ritratto della Diocesi di Cremona, 1577 (olio su carta)
L’opera fu dipinta nel 1577 da Antonio Campi, pittore, architetto, scultore ma anche cartografo, per il vescovo Nicolò Sfondrati, come si rileva nella scritta “ANTONIUS CAMPUS CREMONENS. FACIEBAT ANNO SALVTIS MDLXXVII”, scarsamente leggibile e collocata nell’angolo inferiore di destra. La pianta riproduce esclusivamente i territori della diocesi cremonese ed è arricchita da raffinatissimi dettagli di grande valore artistico oltre che storico: oltre al grande stemma dei re di Spagna, completo del collare del “Toson d’oro”, si riconoscono due medaglioni ovali, istoriati con le effigi di sant’Imerio (a sinistra) e di sant’Omobono (a destra), i due patroni della città. Sul lato destro rispetto allo stemma dei reali, è riprodotto il planisfero con le proiezioni per i calcoli della meridiana e, accanto, la volta celeste.  Nella parte inferiore, oltre alla targa con la firma già menzionata, se ne riconosce un’altra, sorretta da due figure femminili e sormontata da un tritone che regge lo stemma di mons. Sfondrati. La lunga iscrizione contiene indicazioni per la lettura della pianta, in riferimento alle diverse appartenenze politiche di porzioni del territorio diocesano. La realizzazione della carta, infatti, è antecedente alla costituzione della diocesi di Crema, eretta nel 1580 (con la conseguente perdita, da parte di Cremona, della città di Crema e di circa 25 parrocchie nel territorio circostante), e alla nascita della diocesi di Borgo San Donnino (Fidenza), datata 1601 e che comportò la perdita di tutto l’Oltre Po, con 25 parrocchie, da Monticelli d’Ongina a Busseto. In seguito a tali riduzioni del territorio diocesano, la pianta ha subito evidenti modifiche, con la ridipintura di ampie porzioni.
Scuola cremonese seconda metà XVI secolo, Ritratto di Papa Gregorio XIV, 1591 (olio su tela)
Il dipinto, che è stato attribuito anche a Bernardino Campi, raffigura il cardinale Nicolò Sfondrati, eletto al soglio pontificio con il nome di Gregorio XIV il 16 ottobre del 1590. Il Papa è ripreso di tre quarti e seduto su una sedia lignea con rivestimento in velluto rosso e con frange. Il viso, caratterizzato da una corta barba bianca, è scavato e lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Il pontefice, colto mentre stringe nella mano una lettera, veste il rocchetto con un palio sulle spalle e il camauro bianco, quest’ultimo normalmente indossato nella “settimana in albis”, ovvero nella settimana successiva alla domenica di Pasqua. Ciò consentirebbe una datazione dell’opera abbastanza precisa. La stola, finemente ricamata, è l’unico elemento policromo. Sullo sfondo scuro è possibile intravedere un pesante drappeggio e un campanello posto sul tavolo a fianco.

 

Chiesa di Santa Lucia
Cremona, Piazza Santa Lucia

DOM 25
h 10-12:00/14:00-16:00 (visite ogni 30 minuti)

 La chiesa dedicata a Santa Lucia, che sorge nell’omonima piazza, risulta essere una delle più antiche di Cremona ed è databile tra XII e XIII secolo. L’edificio presenta una sobria facciata in cotto, ricostruita da Francesco e Giovanni Dattaro nel tardo ‘500, è scandita da lesene binate poggianti su alto zoccolo e con cornicione aggettante su piccole mensole. Ai lati del timpano si trovano due volute che la raccordano con l’ordine inferiore. La sommità è alleggerita da pinnacoli piramidali. Al centro della facciata si apre un finestrone settecentesco, in sostituzione del rosone originario. L’interno è impreziosito dalle statue lignee di Giacomo Bertesi, dalla decorazione pittorica ottocentesca della navata centrale e dai delicati affreschi quattrocenteschi assegnati a Giovanni Bembo.

 

Quadreria della Fondazione Città di Cremona
Fondazione Città di Cremona
Cremona, Piazza Giovanni XIII

SAB 17 – DOM 18
h 10-18 (ultimo ingresso h 17:30)

La Fondazione Città di Cremona è il risultato del progressivo accorpamento di numerosi luoghi pii e di consorzi che, fin dal ‘300, si occupavano a Cremona di assistenza e carità. La Fondazione ha sede nel Palazzo della Carità, singolare costruzione tardo seicentesca di grande pregio, ampiamente rimaneggiata tra Otto e Novecento, che ospita ancora oggi una delle più significative quadrerie della città. Ed è proprio quest’ultima il cuore dell’apertura: i visitatori potranno ammirare la notevole collezione di dipinti antichi, tra cui si distinguono le eleganti Storie bibliche di fine Seicento di Francesco e Pietro Antonio Picenardi, per poi passare ai capolavori del Novecento cremonese, tra cui si distinguono i bellissimi carboncini di Mario Biazzi, a cui è dedicata un’intera parete, l’introspettivo Ritratto di Giuseppe Tomè eseguito dall’amico Carlo Vittori e il delicato bozzetto del sipario del Ponchielli di Antonio Rizzi. Ci sarà spazio anche per apprezzare opere ancora più contemporanee di artisti quali Sergio Tarquinio con i suoi inquietanti Operai.

 

Oratorio della Beata Vergine Assunta
Calvenzano (Bg)

SAB 17 – DOM 18 – SAB 24 – DOM 25
turni di visita ogni 30 minuti

Immerso nei campi coltivati a sud di Calvenzano, lungo la via Misano sorge l’Oratorio della Beata Vergine Assunta detta anche Madonna dei campi o Chiesetta degli Alpini: una piccola costruzione in cotto con abside ad est e portico di accesso ad ovest. La facciata risale al XVI secolo mentre il campanile è di epoca precedente. L’interno è caratterizzato da una sola navata con due campate e presbiterio coperti da volte a crociera: le pareti e volte sono completamente rivestite da affreschi a firma di Tommaso Pombioli, artista cremasco, e datati 1623. Completamente ristrutturato negli anni ’80, l’edificio è stato sottoposto ai restauri degli affreschi interni ed esterni nel 2000, grazie alla locale sezione degli Alpini. La chiesetta è visitabile ogni terza domenica del mese da Maggio ad Ottobre grazie agli Alpini, ai Volontari del FAI e agli studenti del Liceo Classico dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Treviglio.

 

Tutte le informazione su www.fondoambiente.it




Cattedrale, Torrazzo e Battistero: aperture straordinarie sabato 17 e domenica 18 ottobre

In occasione della anteprima della Festa del Torrone, in programma dal 16 al 18 ottobre nel centro di Cremona, i principali monumenti diocesani osserveranno un weekend di aperture straordinarie ad orario continuato per consentire a cittadini e turisti in città per la tradizionale kermesse di visitare la Cattedrale, il Battistero e il Museo Verticale del Torrazzo.

Sabato 17 e domenica 18 ottobre, infatti, la Cattedrale resterà eccezionalmente aperta alle visite con orario continuato fino alle 18 grazie al servizio offerto dai volontari della Associazione Carabinieri in congedo di Cremona.

Anche il Battistero e il Museo Verticale del Torrazzo resteranno aperti senza soste dalle 10 alle 18 nella giornata di domenica.

Negli stessi giorni, inoltre, sempre in città a Cremona anche il Palazzo vescovile aprirà le sue porte (insieme alla chiesa di Santa Lucia e al museo Lauretano presso il complesso di Sant’Abbondio) per le Giornate d’Autunno del Fai. In questo caso, secondo il regolamento dell’iniziativa, è consigliata una prenotazione sul sito www.giornatefai.it a causa delle limitazioni stabilite dalle norme di sicurezza.

Le Giornate del Fai aprono le porte dei tesori nascosti di Palazzo vescovile, Sant’Abbondio, Santa Lucia e a Calvenzano l’Oratorio dell’Assunta




Musica Intorno al Fiume domenica a Vicobellignano

Prosegue la XVIII edizione della rassegna “Musica Intorno al Fiume”, alla riscoperta del patrimonio organario locale promosso dall’associazione culturale “Giuseppe Serassi”. Domenica 18 ottobre, alle 17, nella parrocchiale di Vicobellignano di Casalmaggiore sarà proposto un programma variegato, con incursioni nel mondo corale a cura dell’organista Letizia Butterin.

Dalle trascrizioni dell’Athalia che Mendelssohn scrisse su commissione del re prussiano Federico Guglielmo IV, su testo di Racine, si passerà a brani su tema sacro di Frescobaldi e Brahms, per arrivare a due compositori che vissero e operarono a cavallo del secolo scorso, Yon e Raffy, e che contribuirono con la loro opera, al movimento che riformò la Musica Sacra, conosciuto come “Movimento Ceciliano”.

Il concerto è stato reso possibile grazie al contributo del comune di Casalmaggiore e alla collaborazione con la parrocchia di Vicobellignano.




“Storie in cerca d’attore”, domenica riparte la rassegna con la visita drammatizzata al Torrazzo

Continua la rassegna “Storie in cerca d’attore” realizzata dall’Associazione Culturale CrArT e l’Associazione Compagnia dei Piccoli nell’anno 2019-2020. La seconda edizione propone a cremonesi e turisti, adulti e bambini una serie di appuntamenti in città alla scoperta di monumenti, storie, arte di Cremona accompagnati da guide turistiche abilitate CrArT e attori della Compagnia dei Piccoli che interpreteranno brani della letteratura italiana adatti al tema della visita.

Domenica 11 ottobre 2020: La torre dell’orologio

Il Torrazzo da sempre rappresenta un simbolo per la città di Cremona e in quest’ultimi anni diventa sede del Museo Verticale che racconta di strumenti e scienziati che nel corso dei secoli hanno saputo leggere e interpretare cielo, stelle, tempo attraverso esperimenti, strumenti e invenzioni.

Durante la visita guidata saranno presenti lungo le sale attori che interpreteranno brani tratti da tesi di Alessandro Bergonzoni, Ermanno Olmi, Marco Paolini che riflettono sul tema “tempo” declinato nel suo aspetto scientifico e filosofico.

Visite guidate animate da attori presso il Museo Verticale Il Torrazzo realizzate secondo le seguenti modalità: tre turni di visita: ore 15-16-17 gruppi di massimo 15 persone

Per info, quote e prenotazioni: http://www.crart.it/evento/storie-cerca-dattore/ (oppure tel. 3287438425)




“Il cielo sopra Cremona: i santi protettori della città”, sabato iniziativa culturale con la medievista Adelaide Ricci

“Il cielo sopra Cremona: i santi protettori della città”. Questo il titolo della proposta in programma nel pomeriggio di sabato 10 ottobre a Cremona nell’ambito del progetto “Raccontare e riscoprire Cremona”, promosso dal circolo Acliturismo con il sostegno di Fondazione Comunitaria della provincia di Cremona. La medievista Adelaide Ricci accompagnerà in un itinerario che prenderà il via alle 16 in piazza del Comune, con ritrovo davanti alla facciata della Cattedrale, per concludere al suo interno, nella cripta.

Quello del 10 ottobre è il secondo incontro dell’iniziativa “Per via della storia” e che ha come filo conduttore il welfare visto dalla prospettiva “capovolta” dei secoli medievali, in cui tanto la protezione quanto il “benessere” dei cittadini si muovevano entro coordinate differenti rispetto al XXI secolo, dunque con soluzioni diverse e interessanti da osservare, anche per i lasciti che ancora tangibili.

Per partecipare è necessario prenotarsi presso la sede di Acliturismo, in via Cardinal Massaia 22, tel 0372-800423 (numero di posti limitato).

Il primo incontro – dal titolo “L’ospite alla porta: luoghi di assistenza nella Cremona medievale” – si è tenuto il 3 ottobre partendo da piazza Giovanni XXIII.




“Me l’aspettavo!”: l’audiolibro dedicato a don Puglisi

Don Giuseppe Puglisi “educando i ragazzi secondo il Vangelo li sottraeva alla malavita, e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà, però, è lui che ha vinto, con Cristo Risorto”. Per capire appieno la portata della missione del sacerdote palermitano sono illuminanti queste parole pronunciate da Papa Francesco all’Angelus del 26 maggio del 2013, il giorno dopo la beatificazione di Puglisi, ucciso in odium fidei nel 1993 dalla mafia. A 25 anni da quell’omicidio, nel 2018 lo stesso Papa Francesco si era raccolto in preghiera a Palermo, davanti al medaglione di bronzo sul punto dove è caduto il sacerdote.

Proprio a don Pino Puglisi è dedicato l’audiolibro “Me l’aspettavo!” a cura di Caritas Italiana e Rete Europea Risorse Umane, che fa parte della collana PhonoStorie, presentato stamani a Roma. Il titolo riprende l’espressione che don Pino disse quando fu ucciso, secondo la testimonianza del killer Salvatore Grigoli che rimase colpito dal suo sorriso.

Contro nessuno ma per tutti

“Sia nella veste di animatore vocazionale prima, che in quella di parroco di uno dei quartieri più a rischio di Palermo poi, padre Puglisi (“3P” come amava definirsi) è stato non solo un attento lettore della realtà nella quale si trovava a vivere, ma si è comportato da vero antidoto provocatore, semplicemente con la sua prassi, nei confronti della mentalità mafiosa. Una lotta portata non “contro” (ha sempre rifiutato l’appellativo di “sacerdote anti-mafia”), ma a favore: dei sopraffatti, dei poveri, dei senza lavoro, e soprattutto dei giovani, o meglio dei giovanissimi. Diceva di sé: «non sono contro nessuno, ma “per” tutti»”, sottolinea con incisività il comunicato della Caritas.

La speranza, orizzonte destabilizzante per la mafia

A siglare l’introduzione, ricordandone anche il valore civile, è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che lo definisce “mite pastore di Brancaccio, amico dei poveri e dei diseredati, che indicava un orizzonte destabilizzante per gli interessi della mafia: la speranza. Strappava così i giovani dal giogo delle cosche e della droga, insegnava l’autentica amicizia e la non violenza, predicava che una società diversa, più giusta e più solidale, era possibile. Per questo i mafiosi decisero di ucciderlo”. La Repubblica Italiana lo ha quindi iscritto tra i suoi eroi civili, morti per affermare i valori costituzionali della solidarietà e della legalità.

La fede in Gesù vince le più antievangeliche strutture di peccato

Don Pino per strappare alla malavita i giovani, aveva inaugurato il centro “Padre Nostro”, tutt’ora attivo, con l’obiettivo di avviare un’azione pastorale e pedagogica rivolta ai minori e agli adolescenti. Anche nelle parole del cardinale Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo, che ha curato la prefazione, viene sottolineata l’efficace azione pastorale del sacerdote siciliano legata al sottrarre le nuove generazioni “alle suggestioni allettanti e perverse della criminalità e della mentalità mafiosa”, impegnato a diffondere “una cultura diversa, per il recupero religioso, morale, familiare, culturale e sociale del quartiere malfamato”. Anche il porporato evidenzia le radici profonde, nella fede, di questa forza: “Era pienamente convinto che la fede in Gesù, il Figlio di Dio, vince i mali sociali del mondo, anche le più perverse e antievangeliche strutture di peccato come la mafia. E l’ha combattuta da sacerdote e con le armi proprie del sacerdote, con le risorse più feconde della fede: la Parola, i Sacramenti, la formazione delle coscienze, la denuncia coraggiosa dei crimini mafiosi e l’invito alla conversione del cuore, senza lasciarsi intimidire e fermare dalle minacce. Avevano tentato, i mafiosi, di chiudergli la bocca uccidendolo. Ma hanno ottenuto l’effetto contrario. Perché egli ora è più vivo di prima. E per questo parla. Parla ancora. Parla più forte. Parla a tutti”. “Parla – prosegue il cardinale De Giorgi – con la voce del sangue, che non potrà mai essere soffocata e che la Beatificazione ha reso più eloquente e perenne: ricorda a tutti che la Chiesa sulla via che conduce da Cristo all’uomo non può essere fermata da nessuno. Neppure dalla mafia”.

Attraverso l’amore concreto manifestare la paternità di Dio

Forti nell’audiolibro quelle parole sulla consolazione e la vicinanza ai poveri, a coloro che non hanno nessuno che gli stia accanto, con un forte invito a passare dalle parole ai fatti per manifestare la paternità di Dio attraverso il nostro amore.




La Libreria Editrice Vaticana rafforza la presenza nel digitale

On line il nuovo sito della casa editrice del Papa. Un progetto che, oltre al rinnovamento della veste grafica, ha previsto anche l’aggiunta di alcune funzioni per approfondire il dialogo con i lettori. “Si tratta di un sito editoriale e di comunicazione”, precisa il responsabile editoriale della Libreria Editrice Vaticana (LEV), fra Giulio Cesareo, elencando gli strumenti gli scelti per alimentare la relazione con il proprio pubblico. “Tra questi – afferma – ci sono anticipazioni esclusive, video interviste con gli autori e resoconti delle presentazioni dei volumi”.

 

Ascolta l’intervista integrale a fra Giulio cesareo

https://media.vaticannews.va/media/audio/s1/2020/10/05/07/135739692_F135739692.mp3

La narrazione

Nell’elenco c’è anche la newsletter periodica, altro strumento funzionale per un player che vuole porsi come agenzia culturale nell’ambiente digitale. “L’obiettivo – aggiunge il francescano – è consentire a tutti di avvicinarsi a questo areopago di riflessione della Chiesa che viene affidato a noi per la sua diffusione”. L’apertura del sito è dedicata alla sezione video, con clip legate ai libri realizzate da Vatican News. E poi c’è la presentazione del catalogo, suddiviso in quattro sezioni – Papa, Vaticano, Chiesa e Mondo – in sintonia con la linea editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede.

Un sistema intuitivo

Il punto chiave è la semplificazione del sistema di ricerca, attraverso l’apposito bottone. “È   abbastanza intuitivo ritrovare un volume – dice fra Giulio – non c’è bisogno di ricordare le parole esatte, basta digitare il nome dell’autore o l’argomento”. E l’acquisto? “Nonostante il sito abbia non abbia una vocazione puramente commerciale – avverte il responsabile della LEV –  è possibile anche quello. Ogni volta che si seleziona un volume c’è un pulsante che rinvia automaticamente ad una delle più diffuse piattaforme digitali di acquisto”.

Il futuro

La chiacchierata è anche l’occasione per riflettere su alcune questioni di carattere generale, a cominciare dagli effetti della pandemia sul comparto editoria. “Durante la fase acuta – afferma – la domanda di testi in formato digitale sul tema dell’emergenza è certamente cresciuta, sebbene con l’arrivo dell’estate ci sia stata un’inversione di tendenza dovuta probabilmente al desiderio di evasione e all’allentamento delle misure di sicurezza”.

La pandemia

Nei mesi scorsi, al pari di altri editori, anche la LEV ha messo alcuni titoli a disposizione gratuita degli utenti. “Inoltre – ricorda il responsabile – abbiamo realizzato alcune pubblicazioni mirate. La più conosciuta è certamente ‘Forti nella tribolazione’, che raccoglie tutti gli interventi del Papa in quel periodo più alcune preghiere della tradizione cristiana sulle difficoltà che l’umanità ha dovuto affrontare in passato”. L’altro titolo è ‘La vita dopo la pandemia’, con una selezione dei testi più significativi di Francesco per aiutare la riflessione in vista della ripresa. “Entrambi i volumi – sottolinea – sono disponibili in 5 lingue”.

La lettura

Se nel complesso non si è registrato un incremento della lettura, secondo fra Giulio Cesareo il libro continuerà ad avere peso nel futuro nella misura in cui gli editori saranno capaci di intercettare i bisogni concreti della nostra generazione. “Non credo che sia una questione legata al mezzo, perché nell’ambiente digitale non mi pare che un medium sostituisca o uccida l’altro come conferma la tenuta della radio. Il punto centrale – conclude – è che ogni mezzo è chiamato a specializzarsi sempre di più”.




Online il numero di settembre di Riflessi: “Scuola”

È online la nuova edizione di Riflessi Magazine. Dopo la pausa estiva il tema proposto dal mensile digitale è la scuola.

Il magazine getta uno sguardo sulle diverse prospettive di questo anno anomalo che inizia tra dubbi e novità: riflessioni, storie e reportage, con le parole e le immagini, accompagnano il lettore fin dentro le aule.

Insegnanti, genitori, esperti di tecnologia, ma anche sportivi, suore missionarie, poeti e bimbi speciali raccontano – ciascuno a suo modo il luogo diventato «il nostro banco di prova».

Da un reportage realizzato il primo giorno di scuola alle elementari della Canossa a Cremona ad una suggestiva raccolta di ritratti e racconti dal nuovo laboratorio di falegnameria aperto dalla cooperativa Nazareth per minori non accompagnati, passando per la scuola delle Suore Adoratrici in Congo, le storie di Riflessi allargano lo sguardo al mondo dell’educazione, fino agli angoli che non guadagnano i fasci dei riflettori nemmeno in questo periodo di grande attenzione a tutto ciò che riguarda la ripresa delle lezioni: come quello della classe dei “dispersi”, ovvero di chi è uscito per varie ragioni dai percorsi istituzionali, e cerca una possibilità; oppure come il mondo blu di Nico, un bambino speciale che si trova a fare i conti con regole che impediscono l’abbraccio e lo costringono a cercare, con fatica, un altro modo per dire “ti voglio bene”.

Perché – come si legge nell’introduzione – «la scuola, la prima porta a chiudersi (a chiuderci), è oggi il simbolo della ripartenza, del futuro» e «il suo volto è sempre quello dei figli che nei suoi spazi prendono le misure alla vita»




Ddl Zan, Family day: «Una legge inutile, dannosa e pericolosa»

«Una legge inutile, dannosa e pericolosa». Netta e inequivocabile è la posizione assunta dalla Associazione Family Day in merito alla proposta del cosiddetto “Ddl Zan” sull’omofobia. Una posizione chiaramente ribadita la sera di venerdì 25 settembre nel corso dell’incontro ospitato presso il Centro pastorale di Cremona e ispirato nel titolo al verso dantesco “Libertà vo’cercando, ch’è sì cara”. L’incontro, moderato dalla giornalista cremonese Francesca Morandi, ha visto come relatori il prof. Massimo Gandolfini (presidente nazionale Family Day) e l’avvocato Piercarlo Peroni (referente Family Day di Brescia).

«Si dice che questa legge venga proposta per colmare un presunto vuoto legislativo, ma questo non corrisponde affatto a verità; – è la posizione dell’avvocato Peroni – il Codice penale è già sufficiente garanzia per la tutela della persona, con la garanzia della reciprocità. Con la proposta  Zan ci si trova invece a dividere tra chi è tutelato e chi deve stare attento a come agire e comportarsi». «Il nostro Codice penale – ha poi proseguito – non deve diventare lo strumento per punire chi la pensa diversamente, reintroducendo il reato di opinione».

L’intervento di Gandolfini ha preso avvio da una premessa: «L’Italia è tra i Paesi d’Europa e del mondo più “gayfriendly”. La nostra cultura cristiana, del resto, guida il nostro atteggiamento di partecipazione ed empatia con chiunque». «Questa proposta di legge è pericolosa perché può procurare reazioni contrarie da parte di chi si sente meno tutelato – ha poi ulteriormente precisato il Presidente del Family Day –. È sbagliato pensare in termini eterosessuale/omosessuale come fossero razze diverse: è la persona che va tutelata nella sua interezza».

«Che cosa potrà accadere una volta approvata questa legge? Si  potrà ancora dire che è un diritto del bambino avere un padre e una madre, che l’utero in affitto è incivile? E le “quote rosa” che fine faranno?» si  è interrogato Gandolfini, che ha poi richiamato un «clima di odio e ostilità» nei confronti di chi si atteggia criticamente nei confronti di questa proposta.

«L’impegno di FamilyDay – hanno concluso i relatori – è di fare informazione, affinché nessuno si senta escluso o possa in un prossimo futuro sentirsi offeso o escluso».




Il 25 settembre a Cremona incontro di approfondimento sul Ddl Zan

“Libertà vo’ cercando, ch’è si cara…”. Cita il Purgatorio dantesco il titolo dell’incontro sul Ddl Zan in programma a Cremona nella serata di venerdì 25 settembre. “Quali rischi nella proposta di legge contro l’omofobia?” è l’interrogativo che fa da sottotitolo al momento di confronto e approfondimento organizzato dall’Associazione Family Day – Difendiamo i nostri figli cremonese presso il Centro pastorale diocesano di via Sant’Antonio del Fuoco 9A.

La serata, che sarà moderata dalla giornalista cremonese Francesca Morandi, vedrà intervenire il prof. Massimo Gandolfini (presidente Family Day) e l’avvocato Piercarlo Peroni (referente Family Day Brescia). 

L’incontro si terrà nel salone Bonomelli che, per ragioni di sicurezza legati ai protocolli anticovid, avrà una capienza massima di 65 posti. Per questo, per offrire a tutti la possibilità di partecipazione, l‘incontro sarà trasmesso in diretta Facebook sulla pagina Family Day Difendiamo i Nostri Figli.

Locandina dell’evento