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La musica sacra elemento di unità tra i cristiani

I padiglioni di CremonaFiere, invasi dalla musica e dalla curiosità di musicisti e appassionati, hanno accolto sabato 1° ottobre il Vescovo Antonio, che ha fatto gli onori di casa aprendo il 7° Seminario Internazionale sulla musica liturgica, promosso da don Giuseppe Ferri e dal maestro Marco Ruggeri, consulenti della grande esposizione internazionale “Mondomusica”, in programma sino al 2 ottobre.

Nella sala “Guarneri del Gesù” si sono affollati specialisti, direttori di ensemble coristici, e un folto gruppo di giovani di due classi del Liceo cittadino “Aselli”, per ascoltare gli interventi di relatori di eccezione: Matthias Grunert, Maestro di Cappella della Frauenkirche di Dresda, il Maestro di Cappella dell’Abbazia di Westminster a Londra  James O’Donnell , mons. Arthur Roche Segretario della Congregazione vaticana del Culto Divino e dei Sacramenti, e mons. Massimo Palombella, Maestro della Cappella Musicale Pontificia Sistina.  Il tema del confronto tra i relatori – appartenenti a diverse confessione cristiane – è stato singolarmente accattivante: “Ut unum sint. La musica come elemento di unità tra i cristiani”.

Nella sua introduzione al dibattito don Giuseppe Ferri ha sottolineato come il linguaggio artistico sia sempre stato capace di superare distanze e colmare rigide separazioni. In modo del tutto speciale il patrimonio della musica sacra ha contribuito a coltivare un gusto e a ispirare un anelito comune, pur tra le divisioni ereditate dalla storia.

«In realtà – ha affermato Marco Ruggeri – si è sempre cercato in tutte le edizioni di questa manifestazione di promuovere la valorizzazione del patrimonio inestimabile della polifonia legata alla liturgia. L’ascolto di queste esperienze europee può essere una valida scuola anche per le realtà musicali locali, spesso in difficoltà nella gestione concreta dei gruppi di cantori, o nell’assicurare la continuità della tradizione polifonica inserita nella preghiera della Comunità».

Il Vescovo Antonio, dando il benvenuto agli illustri relatori, ha sottolineato come la lodevole iniziativa del convegno – inserito nella cornice di Mondomusica – possa aiutare l’arte musicale a non essere un settore a sé, ma a parlare al mondo, spesso travolto da rumore e incapace di silenzio. “La musica deve essere a servizio della Parola – ha affermato il Vescovo, citando Olivier Clément – la musica è la maiuscola della Parola”.

Il Seminario Internazionale avrà nella serata di sabato 1 ottobre in Cattedrale un momento di straordinaria intensità con le esecuzioni della Cappella Sistina, e nella giornata di domenica 2 ottobre – nella Chiesa di S. Agostino in Cremona, dalle 14,30 –  la prova aperta del famoso coro seguita dalla celebrazione dell’Eucaristia alle 17.

La presenza e l’attività concertistica della Cappella Pontificia Sistina in varie parti del mondo – a detta del Direttore mons. Palombella  – è stata una precisa indicazione di Papa Benedetto prima, e di Papa Francesco poi, convinti che il canto e l’armonia possano essere un efficace biglietto da visita per l’annuncio del Vangelo e la diffusione della Chiesa in tanti contesti apparentemente lontani.

La nuova evangelizzazione cerca di fare tesoro della tradizione, per aprire nuove strade di incontro, cultura  e dialogo, vero obiettivo del Seminario Internazionale in corso.




CL, in oltre ventimila al santuario di Caravaggio

Un popolo di oltre 22mila persone ha letteralmente invaso il Santuario di Caravaggio. Tra questi – anche la nutrita comunità di Comunione e Liberazione di Cremona (molti tra loro hanno anche prestato un eccellente servizio d’ordine affinché il gesto fosse ben curato).

Sabato 1° ottobre, infatti, CL ha scelto il santuario mariano per vivere il proprio comunitario pellegrinaggio giubilare. Una scelta non casuale: fu questo un luogo carissimo al servo di Dio monsignor Luigi Giussani, fondatore del Movimento. (Tanto che al termine della santa messa, il card. Angelo Scola ha ricordato che anche negli ultimi mesi di vita “il don Giuss” si faceva accompagnare in macchina davanti al cancello del santuario, per pregare la Madonna a cui era devotissimo),

Ecco quindi che sabato migliaia di aderenti lombardi di Cl, con moltissimi sacerdoti, hanno partecipato ad un pomeriggio di preghiera intensa (con letture tratte dagli scritti di Charles Peguy, canti e meditazioni) e di recita del rosario che si è concluso con l’intervento del presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, don Julian Carrrón e con la Celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Milano.

IMG_5096Il tema della misericordia è stato quindi il punto da cui ha preso le mosse don Carrrón per introdurre il gesto: «In mezzo ai nostri peccati, i nostri limiti, le nostre pochezze; in mezzo alle nostre molteplici cadute, Gesù Cristo ci ha visti, si è avvicinato, ci ha dato la mano e ci ha usato misericordia con noi. Con chi? Con me, con te, con te, con te, con tutti. Ognuno di noi potrà fare memoria, ripassando tutte le volte che il Signore lo ha visto, lo ha guardato, gli si è avvicinato e lo ha trattato con misericordia», ha spiegato il prete spagnolo. Che ha ricordato come la misericordia di Dio stia nel fatto che è paziente, un Dio che abbraccia tutto di noi e ci dà” il tempo di capire il cambiamento epocale che stiamo attraversando».

Tuttavia non fa sconti, don Carrrón, nemmeno quando parla di certi malumori interni al Movimento: «L’attacco all’unità di una esperienza che ci precede; il prevalere della contrapposizione di idee sull’appartenenza vissuta; lo svuotamento dell’ontologia del fatto cristiano fino a identificarlo con un insieme di idee e regole definite da noi; la riduzione del carisma a ispirazione…». Ma, chiosa il presidente della Fraternità citando don Giussani, «Il mondo è stato conquistato al cristianesimo ultimamente da questa parola riassuntiva: “misericordia”: è questa «la vera rivoluzione». “È amando che si annuncia Dio: non a forza di convincere, mai imponendo la verità, nemmeno irrigidendosi attorno a qualche obbligo religioso o morale. Dio si annuncia incontrando le persone, con attenzione alla loro storia e al loro cammino. Perché il Signore non è un’idea, ma una Persona viva”».IMG_5098

Durante la messa, infine, è stato l’Arcivescovo di Milano Scola a definire il senso di una misericordia che non abbandona mai l’uomo, nessun uomo. Proprio nel solco di quanto ricordato nelle stesse ore da papa Francesco in visita in Georgia e Azerbaijan . «Più passa il tempo, più siamo consapevoli della profondità delle radici del male nella nostra esistenza e in quella della famiglia umana. Un male che il nostro tempo esibisce con tanta crudeltà, come si vede nelle stragi di bambini per la guerra in questi giorni». Eppure, appunto, il perdono è più grande. «La Sua misericordia supera non solo il nostro timore e il nostro scetticismo, ma addirittura il nostro desiderio, esaltandolo fino alla sua vera statura. La misericordia di Dio, infatti, riscatta il nostro desiderio, lo redime, gli permette di essere finalmente se stesso e, nello stesso tempo, ce lo fa riconoscere in ogni uomo e ogni donna, abbattendo così ogni barriera e divisione».

Insomma, se – per usare un’espressione di don Giussani, “la misericordia è una cosa dell’altro mondo in questo mondo” –, è essa stessa a domandare che la nostra fede cresca attraverso una continua tensione alla conversione. Il cardinale non ha risparmiato un paterno monito al popolo di cielle. «Le parole dell’Apostolo Paolo a Timoteo – “ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato” – descrivono il contenuto della responsabilità di ciascun membro del Movimento. Non assumere la misericordia come elemento imprescindibile per la persona in autentica comunione, e quindi come criterio di attuazione pratica dell’esistenza, condurrà inevitabilmente allo scadimento nella sequela del carisma ricevuto. La misericordia, infatti, permette di salvare a priori ogni diversità, ogni sensibilità, ogni convinzione nell’orizzonte dell’unità. Per questo sempre, in ogni autentica realtà ecclesiale, la misericordia è la bussola sia di chi guida sia di chi segue».

Altrimenti, suggerisce Scola, si perde anche il senso del gesto giubilare che si sta compiendo. Ma come custodire il dono ricevuto? Con la testimonianza all’interno di ogni realtà ecclesiale. «‘Testimone’ è il nome del cristiano, descrive la sua esperienza di conoscenza della realtà e di comunicazione della verità. Infatti, senza conoscenza della realtà e comunicazione della verità non c’è propriamente testimonianza. Ravvivare e custodire il dono ricevuto è, quindi, lasciarsi possedere dalla Verità che è Gesù, secondo la forma con la quale è stata ricevuta, senza difese, senza pretese, senza pensare di essere arrivati». La fede dimostra, così, la sua bellezza e la sua convenienza condivisibile da tutti, utile a vivere ogni esperienza, come il lavoro, il riposo, gli affetti. Da qui la conclusione: «È nella Chiesa e in tutte le sue forme di realizzazione che, da duemila anni, uomini e donne di ogni etnia, cultura e ceto sociale continuano a riconoscere la bellezza di Gesù, Volto della misericordia».

Alla fine del gesto, dopo un’ultima preghiera alla Madonna, sono state raccolte le offerte per la carità del Papa. Poi ciascuno, in silenzio e in preghiera, ha fatto ritorno alla propria casa.

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Federazione oratori: tanti progetti in cantiere

Da momenti di annuncio e spiritualità a veri e propri laboratori, come per quanto riguarda il teatro. Ma senza tralasciare neppure importanti tematiche come quelle dell’educazione all’affettività o il superamento di situazioni di disagio e fragilità attraverso la pet-therapy. In questa ottica si collocano i progetti proposti agli oratori dalla Federazione Oratori Cremonesi in sinergia con alcune realtà specializzate nei diversi campi.

 

Equipe di evangelizzazione

Si chiama “équipe di evangelizzazione”, ma il nome altisonante non nasconde altro che la disponibilità di un gruppo di giovani-adulti a proporre un servizio: quello di momenti di annuncio, invito e proposta all’incontro con l’ingresso in chiesa, l’ascolto della Parola, l’adorazione .

Dopo alcuni anni di esperienza a Cremona, Cassano, Soresina e Pizzighettone, il format viene messo a disposizione delle parrocchie che intendano ospitare una sera di proposta e annuncio. L’iniziativa prevede l’apertura della chiesa dal dopo cena sino alla notte, con l’animazione dell’adorazione, l’accoglienza, l’accompagnamento alla preghiera davanti al Santissimo, la possibilità della confessione. Elemento cardine sono l’accoglienza e la cura per chi si presenta in chiesa. Non mancherà neppure un contatto in strada, soprattutto in occasione di eventi che possano garantire una concentrazione di persone, giovani ma non solo.

L’équipe non agisce da sola, ma cerca in loco la collaborazione di giovani disposti a sperimentarsi nel dono dell’evangelizzazione. Per questo alcune ore prima dell’inizio dell’esperienza viene proposto un incontro di preghiera, catechesi e condivisione per chi intende collaborare.

Si tratta di una esperienza pensata a supporto del lavoro ordinario e della fantasia in loco delle comunità cristiane e degli oratori. La FOCr metterà a disposizione tutto il materiale, anche grafico, per l’esperienza.

Per ulteriori informazioni contattare la Federazione Oratori Cremonese (segreteria@focr.it).

 

Consultorio & Oratori

Dal 2000 il Consultorio Ucipem di Cremona realizza nelle parrocchie percorsi di educazione alla affettività per gli adolescenti e incontri per i genitori. Dal 2009 la collaborazione con la FOCr nella progettazione e realizzazione di tali percorsi è diventata più esplicita e ha portato a condividere alcune attenzioni.

Nello specifico per l’anno pastorale 2016/17 saranno proposti percorsi differenziate per catechisti, educatori, pre-adolescenti e genitori, con particolare attenzione all’educazione all’affettività.

Tutti i percorsi saranno realizzati da educatori, psicologi e personale qualificato. Alcune attività si avvalgono di contributi regionali e quindi sono gratuite (piccoli gruppi presso la sede), altre sono economicamente a carico del Consultorio che potrà essere sostenuto con un’offerta.

Le richieste di adesione entro il 30 ottobre contattando il Consultorio (segreteria@ucipemcremona.it) o la Federazione Oratori (segreteria@focr.it).

Scheda del progetto

 

Laboratorio teatrale

Tra le proposte anche un un percorso di formazione sul linguaggio del teatro e dell’espressività corporea, integrato da moduli di danza, comicità, giocoleria, acrobatica e scenografia riservato ai giovani over 16. Il laboratorio, proposto in collaborazione con la “Compagnia dei piccoli” di Cremona, prevede incontri settimanali, ogni giovedì pomeriggio, da ottobre ad aprile presso il teatro “Silvio Pellico” di via Sicardo, a Cremona,

Primo incontro orientativo giovedì 13 ottobre alle 17.30. Informazioni conttando la FOCr (segreteria@focr.it).

Scheda del progetto

 

IH-OHRATORIO

Altra opportunità quella realizzata in sinergia con “La Isla de Burro” di Caritas Cremonese. Attraverso la conoscenza dell’asino e la sperimentazione di alcune attività con esso, si dà l’occasione di fare esperienza del benessere che il rapporto con gli animali riesce a coltivare, soprattutto nei progetti di Interventi assistiti con animali solitamente rivolti a persone con varie situazioni problematiche, di disagio o disabilità.

L’attività ha dei costi-base legati al personale e alla gestione della struttura. Pertanto sarà chiesto inizialmente un contributo fisso di euro 50 a gruppo per seduta sino ai 15 partecipanti. La Federazione Oratori, inoltre, verserà 30 euro per ogni oratorio che aderirà all’iniziativa.

Informazioni contattando il diacono permanente Marco Ruggeri, di Caritas Cremonese (marcoroger@gmail.com).

Scheda del progetto




Duemilacinquecento migranti in pellegrinaggio a Caravaggio

Domenica 2 ottobre, presso il Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio, è stato celebrato il pellegrinaggio regionale dei migranti cattolici di Lombardia dal tema tutto giubilare: “Perdonaci… come noi perdoniamo”.

Al pomeriggio di preghiera e di festa hanno partecipato gruppi da quasi tutte le diocesi della regione, accompagnati dai loro assistenti spirituali. Secondo le stime degli organizzatori i fedeli presenti erano oltre 2.500, di questi un centinaio proveniente dalla diocesi di Cremona, dalla comunità africana e romena.

Dopo l’apertura ufficiale del pellegrinaggio e il saluto del responsabile regionale dei migranti, don Antonello Martinenghi, un primo momento è stato dedicato alla conoscenza del Santuario: un’attenzione soprattutto verso coloro che per la prima volta hanno varcato i cancelli del grande complesso mariano. Il rettore, don Antonio Mascaretti, ha dunque presentato la storia dell’Apparizione e della costruzione del Santuario.

In seguito, i pellegrini, divisi per diocesi di appartenenza, si sono incamminati per i portici per la recita del Santo Rosario. Particolarmente significative le intenzioni di preghiera, enunciate all’inizio di ogni decina: la prima per i migranti in generale, la seconda per la Chiesa lombarda che li accoglie,  la terza per quelli che non sono riusciti a partecipare al pellegrinaggio, la quarta per la pace nel mondo e l’ultima per tutti coloro che sono morti nel loro viaggio della speranza verso una vita migliore e degna di essere vissuta.

Terminato il Rosario tutti i pellegrini si sono recati al Sacro Fonte dove hanno rinnovato i loro impegni battesimali e sono entrati in basilica per ottenere l’indulgenza giubilare, dato che il Santuario è una delle quattro chiese scelte dal vescovo per celebrare l’Anno della Misericordia.

All’altare del Crocifisso è quindi seguita l’Eucaristia, presieduta da mons. Franco Agnesi, vescovo ausiliare di Milano e delegato Migrantes della Conferenza Episcopale lombarda, e concelebrata da diversi sacerdoti. La Messa è stata animata da vari gruppi etnici presenti con i loro canti e le loro danze.

All’inizio della celebrazione don Martinenghi ha spiegato alcuni gesti che hanno caratterizzato la Messa in senso giubilare: “Per sottolineare la dimensione del perdono, che viene da Dio e che noi accogliamo volentieri per poi offrire ai nostri fratelli, cinque famiglie di altrettante diocesi, che rappresentano un pochino tutti voi e tutti i continenti, verranno durante l’atto penitenziale a ricevere l’abbraccio del Vescovo, che è l’abbraccio di Dio che ci perdona; al momento dello scambio della pace, le stesse famiglie riceveranno dal Vescovo la pace e la porteranno a tutti voi: siamo stati perdonati da Dio e allora dobbiamo a nostra volta perdonare chi ci fa del male”.

Durante l’omelia mons. Agnesi, dopo aver ricordato la vocazione dei cristiani a costituire un unico popolo, ha sottolineato l’importanza della fede e specialmente del perdono nella vita dei discepoli di Gesù. Tra le altre cose il presule ha detto: “Il perdono non cancella il passato – riferendosi anche alle diverse disgrazie accadute ai migranti in questi ultimi anni – ma cambia il futuro ed è questo il dono che la Madonna ci ottiene oggi”.

Alla fine della Messa dopo i ringraziamenti più che dovuti agli organizzatori e ai partecipanti, don Antonello ha annunciato che il prossimo pellegrinaggio annuale si terrà a Lodi: nel 2017 si celebrerà, infatti, il centenario della morte di Madre Francesca Saverio Cabrini, una suora che ha dedicato la sua vita e la sua attività proprio alla cura dei migranti.

Particolarmente soddisfatto della giornata don Anton Jicmon, assistente spirituale della comunità romano cattolica romena: “Per noi, immigrati che ci viviamo nella diocesi di Cremona (romeni ed africani), recarsi al Santuario della Madonna all’inizio del mese di ottobre è diventato ormai una tradizione. È bello vedere riempirsi il cortile con gruppi di nazionalità e lingue diverse, che pregano e cantano insieme. Questo raduno di persone diverse mi ricorda che nel tessuto della vita umana, nel tessuto della storia e della Chiesa tutti siamo chiamati a concorrere per realizzare l’unita; non solo l’unità della Chiesa nel suo insieme, così come facciamo al Santuario, ma anche l’unità del genere umano che proviene nel disegno di Dio dal suo amore che è uguale, identico per ogni persona”.

“È stato bello assistere al miracolo di tante voci che unite hanno creato l’armonia – aggiunge don Alois Ntedika, assistente spirituale della comunità africana francofona che per la prima volta ha partecipato a questo – . È proprio il miracolo della fede che da diverse nazioni e lingue riesce a fare un solo popolo nella professione dello stesso battesimo”.

Photogallery (di Nicolas Tonoli)




La Cappella Sistina incanta Cremona

«Se è vero quello che ha affermato il prof. Roberto Longhi, confermato tra l’altro dal prof. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, che, cioè la Cattedrale di Cremona è la Cappella Sistina della Val Padana, questa sera il coro personale del Papa canta un poco a casa sua». Con questa battuta che ha stemperato la comprensibile tensione ed emozione per un evento davvero storico per la città di Cremona, don Giuseppe Ferri, nella serata di sabato 1 ottobre, ha dato il benvenuto a una folla straripante intervenuta per il concerto “Cantate Domino” della Cappella Musicale Pontificia Sistina diretta dal maestro mons. Massimo Palombella.

Un evento culturale e spirituale che ha coronato il VII seminario internazionale sulla musica liturgica celebrato nella stessa mattina nell’ambito di MondoMusica a Cremona Fiere. Nel convegno, aperto dal saluto del vescovo Napolioni, si è parlato della musica come elemento di unità tra le confessioni cristiane. Concetto espresso già da Benedetto XVI nel suo viaggio nel Regno Unito e confermato da papa Francesco che ha voluto che il proprio coro partecipasse in varie parti del mondo – Westmister, Oxford, Mosca, Pechino – a incontri, masterclass e concerti.

La Cappella che da oltre 15 secoli accompagna le liturgie papali ha offerta alla città di Cremona un vero e proprio itinerario spirituale attraverso brani polifonici cinquecenteschi caratteristici dei diversi tempi dell’anno liturgico. Si è iniziato con l’introito della quarta domenica di Avvento Rorate,caeli, desuper eseguito da un gruppo ristretto di cantori adulti, per poi passare all’antifona di offertorio della prima domenica di Avvento, At te Levavi, di Giovanni Pierluigi da Palestrina. A coronamento di questo tempo di attesa e speranza è stato presentato il Magnificat VIII toni di Orlando di Lasso.

Con il brano Super flumina Babylonis di Palestrina la Cappella Sistina ha condotto il pubblico nel tempo sacro della Quaresima, tempo di penitenza, di introspezione personale, di nostalgia di autenticità. Di grande impatto emotivo il Miserere di Gregorio Allegri, eseguito durante la liturgia del Venerdì Santo e così commovente che nel 1770 Mozart fanciullo lo trascrisse interamente a memoria subito dopo averlo ascoltato. Di Felice Anerio è stato poi offerto il brano Christus factus est – eseguito durante il triduo pasquale – un brevissimo mottetto con al centro le parole della lettera ai Filippesi dove è sintetizzata la fede cristiana: Cristo si è fatto uomo per annientarsi nella morte in croce. Di una dolcezza infinita il mottetto Adoramus te, Christe di Giovanni Pierluigi da Palestrina anch’esso dedicato al mistero della croce.

A conclusione del triduo pasquale è stato quindi proposto uno dei brani più famosi di Palestrina il mottetto Sicut Cervus, eseguito solitamente per accompagnare la processione dei ministri al fonte battesimale durante la veglia pasquale.

Al termine non poteva mancare sempre del Palestrina il solenne Tu es Petrus, il mottetto che accoglie il Papa all’ingresso della Sistina e della Basilica Vaticana e che mette in musica la promessa di Gesù di fare di Pietro la pietra su cui fondare la Chiesa.

«Siamo stati in apnea – ha affermato il vescovo Antonio prima del bis -. Ci avete fatto tenere il fiato in sospeso, siamo stati in ascolto e in preghiera. Vorrei che questa non fosse solo una serata storica come è stato detto all’inizio, ma una serata programmatica. Voi ci avete offerto un programma di polifonia sacra rinascimentale: ebbene abbiamo bisogno di un grande rinascimento non solo artistico e culturale, ma anche nella vita! La testimonianza della polifonia, la bellezza della varietà delle voci che si intersecano, è il metodo che fatichiamo ad attuare, ma che è necessario. Se poi la lingua parla con le Parole di Dio a maggior ragione la diversità deve comporsi in armonia».

Il bis, ovvero l’Agnus Dei I della Missa Papae Marcelli è stato introdotto dallo stesso Palombella: «Vi offriamo un’anteprima perché l’intera Missa secondo la stampa del 1577 non è stata mai eseguita. La proporremo il 7 ottobre nella Cappella Sistina per presentare un nuovo cd edito con Deutsche Grammphon che contiene sia questa Messa e sia una serie di mottetti di Palestrina dedicati alla misericordia».

Al concerto hanno partecipato le massime autorità della città e della provincia, i vertici di MondoMusica e i relatori del seminario della mattina. Accanto al vescovo Antonio vi era, infatti, mons. Arthur Roche, segretario della congregazione per il culto divino, il maestro James O’Donnell, maestro di cappella dell’abbazia di Westmister, Matthias Grunert e maestro di Cappella della Frauenkirche di Dresda.

Photogallery (di Cristian Chiodelli)

Il Seminario di studio a MondoMusica

Masterclass di domenica 2 ottobre a S. Agostino




A S. Bassano l’inizio dell’anno catechistico con il Vescovo

La sera di venerdì 30 settembre le comunità di San Bassano e di Cappella Cantone hanno avuto la gioia di incontrare per la prima volta il vescovo Antonio Napolioni. Il Presule ha partecipato, nella chiesa parrocchiale di San Bassano, all’inizio ufficiale del nuovo anno catechistico delle due comunità.

Nel breve intervento di saluto una catechista ha ringraziato il Vescovo per la sua presenza e per il suo interessamento richiamando l’immagine del “Buon Pastore” che si fa vicino alle sue “pecorelle”. «La sua presenza – ha affermato – ci incoraggia a continuare il cammino della nostra fede e a impegnarci nelle opere ciascuno secondo la propria missione e i propri talenti».

La celebrazione è proseguita alternando brevi riflessioni sul “discorso della montagna” a preghiere e canti; la lettura del “Inno alla Carità” di san Paolo ha preceduto l’intervento del Vescovo.

Mons. Napolioni, ha ringraziato le comunità per l’invito, si è detto felice di partecipare a questo momento di preghiera. Ha poi ricordato un suo “speciale compleanno”. Il 30 settembre, infatti, ricorrevano esattamente 8 mesi dalla sua consacrazione episcopale e questo – ha affermato – lo fa sentire ancora giovane in questo suo nuovo cammino a servizio della Chiesa. Così come all’inizio di un nuovo cammino sono tutti coloro che si preparano ad affrontare, nel corso dell’anno, il percorso catechistico dell’Iniziazione cristiana.

Il Vescovo ha ribadito l’importanza di affrontare questo percorso il più possibile insieme: bambini e, soprattutto, famiglie e comunità, chiamata sempre più ad essere “famiglia di famiglie” nella quale i bambini possano sentirsi come a casa e costruire così, insieme, la Chiesa di Gesù.

Al termine, dopo la recita comunitaria del Padre nostro è stato presentato alla comunità l’anno catechistico in tutta la sua articolazione di incontri e “segni” che saranno di volta in volta consegnati ai vari gruppi.

Dopo un breve ringraziamento del parroco, don Angelo Ruffini, la benedizione del Vescovo ha sciolto l’assemblea.

La celebrazione è stata animata nel canto dal coro parrocchiale “Gabriele” e il gruppo dei chierichetti ha garantito il servizio in presbiterio.

Un rinfresco preparato in oratorio ha concluso la bella serata.

Photogallery




Nell’ambito di CremonaMusica protagonista la Cappella Pontificia “Sistina”

Da venerdì 30 settembre a domenica 2 ottobre la città del Torrazzo ospita Cremona Musica International Exibitions: 300 espositori provenienti da 28 Paesi e un ricco cartellone di eventi tra concerti, workshop, masterclass, mostre e tavole rotonde. Una ricca rassegna articolata in quattro ambiti: strumenti ad arco (MondoMusica), pianoforti e tastiere (Piano Experience), chitarre (Acoustic Guitar Village) e strumenti a fiato (Cremona Winds). In questo contesto torna a Cremona, anche quest’anno, il Seminario internazionale sulla musica liturgica, seguito da una serata di assoluto prestigio che vedrà esibirsi in Cattedrale (sabato sera alle 21) La Cappella Pontificia “Sistina”, a Cremona per la prima volta.

Si tratta non solo del più antico coro del mondo, le cui origini risalgono ai primi secoli del Cristianesimo (V-VI secolo), ma un coro che negli ultimi anni ha rinverdito in modo egregio una così nobile tradizione: basti pensare che l’etichetta discografica “Deutsche Grammophon” ha da poco commissionato al coro l’incisione di due CD, il secondo dei quali sarà presentato a Roma, nella Cappella Sistina, il prossimo 7 ottobre.

 

A CremonaFiere

Nella mattinata di sabato 1° ottobre, al mattino, a Cremona Fiere vi sarà il VII Seminario Internazionale sulla musica liturgica, che quest’anno avrà per tema “L’ecumenismo nella musica sacra”. Saranno presenti il direttore della Cappella Sistina, mons. Palombella; mons. Arthur Roche, segretario della Congregazione per il Culto Divino della Città del Vaticano; il maestro James O’Donnell, direttore del coro dell’Abbazia di Westminster (Londra) e il maestro Matthias Grunert, direttore del coro della Frauenkirche di Dresda. Dunque, cattolici, anglicani e luterani a confronto sulla musica sacra, sviluppando un tema – quello dell’ecumenismo – che in questa “variante” della musica liturgica è stato promosso dal Papa stesso.

In questi ultimi anni, infatti, il coro della Cappella Sistina, su invito del papa, si è reso protagonista di scambi musicali ed ecumenici con gli anglicani, i luterani, gli ortodossi e la chiesa cinese.

Il programma

 

In Cattedrale

Alla sera, in Cattedrale, si svolgerà l’attesissimo concerto, nel quale il coro diretto da mons. Palombella eseguirà musiche della tradizione polifonica romana, da Palestrina a Orlando di Lasso, Felice Anerio e Gregorio Allegri (con il famoso Miserere). Nell’occasione saranno disponibili i CD registrati dalla Cappella Sistina con la Deutesche Grammophon.

Il programma

 

A S. Agostino

Di non minore interesse è la giornata successiva: domenica 2 ottobre due altre attività si svolgeranno nella chiesa cittadina di S. Agostino.

Dalle 14.30 alle 16.30 ci sarà una Masterclass per tutti i cantori, direttori e cori locali. Si tratta di una sorta di raduno delle scholae cantorum (con libera partecipazione, senza iscrizione) nel quale l’Ensemble Vocale della Cappella Sistina (i 12 cantori solisti) mostreranno come lavorano nelle prove, dagli esercizi vocali all’interpretazione della polifonia, chiedendo però la partecipazione dei cantori presenti alternandosi nell’esecuzione della messa gregoriana “De angelis”.

Tutto questo servirà per l’appuntamento successivo – e conclusivo – ossia la celebrazione della S. Messa, sempre a S. Agostino, alle ore 17.

L’organizzazione complessiva – in collaborazione con Cremona Fiere / Mondo Musica – è a cura di don Giuseppe Ferri e Marco Ruggeri.

Il programma




A Calcio l’incontro tra il Vescovo e gli studenti dell’istituto Fondazione Ikaros

Erano da poco passate le dieci quando, questa venerdì 30 settembre sul viale che porta all’ingresso dell’istituto Fondazione Ikaros, a Calcio (Bg), è arrivato il vescovo Antonio Napolioni. Ad attenderlo, con un “Benvenuto vescovo Antonio” scritto su un grande striscione preparato qualche giorno prima ed arricchito da un sonoro applauso, c’erano i 550 studenti dell’istituto di formazione professione della predetta Fondazione, con la schiera di formatori, i direttori (il fondatore Daniele Nembrini con la direttrice di Fondazione Luisa Carminati e il direttore della sede di Calcio Lucio Farè) e personale non docente. «Mons. Napolioni, l’accogliamo come padre e come maestro», ha esordito il fondatore Daniele Nembrini.

Anche il sindaco di Calcio, Elena Comendulli, ha partecipato alla mattinata ed ha così salutato il vescovo: «Benvenuto in questa splendida cornice che è Ikaros. C’è una strada religiosa, una formativa, una civile e una della legalità; Ikaros è tutto questo».

L’istituto professionale prepara i ragazzi al mondo del lavoro nei percorsi di operatore dei servizi d’impresa e logistici, operatore elettrico, informatico, oltre che dell’estetica e acconciatura e della ristorazione. Scesi in auditorium, alcuni studenti hanno preso la parola, rendendosi testimoni, in dialogo con il Vescovo, dell’esperienza formativa e di vita che qui stanno conducendo. La curiosità dei ragazzi si è concretizzata in domande, da loro avvertite come molto urgenti, sul senso dell’amicizia e, addirittura, della vita.

A queste Mons. Napolioni ha voluto rispondere facendo appello alla sua personale esperienza: «Io all’età vostra studiavo al liceo classico e non sapevo che sarei diventato sacerdote – ha dichiarato il Vescovo -. Mi ha svegliato il desiderio nei confronti della vita, l’essere diventato scout a 16 anni, quando sono stato costretto a giocare a fare da padre al gruppo dei lupetti. Pian piano, le mie passioni hanno trovato forma».

Detto ciò ha precisato: «L’infinito è alla nostra portata, ma ognuno deve trovare un suo modo di viverlo. Vi suggerisco uno strumento per avvicinarlo: il silenzio, che ci permette di ascoltare il nostro cuore. In un’era in cui siete costantemente circondati dal rumore, non abbiate paura del silenzio. Il Signore chiama ad essere generosi a scuola, nello sport, nella società; essere una parrucchiera felice e contenta è dire “eccomi” al Signore, perché ricordate che la santità si vede dalla contentezza». Con queste parole si è rivolto a Giorgia che studia per diventare parrucchiera, è al suo primo anno, ed ha confidato di essere rimasta colpita, il primo giorno di scuola, nel trovare adulti a scuola che le hanno chiesto che cosa desiderasse per sé: ha sentito di non essere sola in questo suo viaggio.

Ma mons. Napolioni ha risposto anche a Desiree e Albina che gli hanno chiesto perché ha deciso di essere vescovo e di venire a Calcio a incontrare proprio loro; a Jessica, perplessa sull’amicizia: «Spesso noi siamo solo complici e ci nascondiamo l’un l’altro. Chi è, invece, secondo lei, il vero amico?». A questa domanda, il Vescovo ha risposto che la grandezza dell’amicizia è data spesso dalla dura prova del tradimento, che si risolve nel perdono. «Le riconciliazioni sono le vere pietre miliari della nostra vita – ha evidenziato rivolgendosi ai ragazzi -. Gesù muore per un tradimento, non dimentichiamolo». Ha invitato i giovani ad educarsi al gesto dell’abbraccio rispettoso, liberante e consapevole, che sa comunicare quanto una persona è stata sempre importante per sé, anche nei momenti di incomprensione. Importante è stare accanto a chi sta attraversando un periodo di smarrimento «affinché scopra che la vita è un dono – ha poi detto il vescovo, rivolgendosi anche ai formatori –, perché già a questa giovane età la vita spesso è mortificata».

Il direttore Lucio Faré, citando il Papa, ha dichiarato: «La grande sfida di oggi, più che alzare muri, è costruire ponti. Qui abbiamo studenti di culture e nazionalità e province differenti e spesso come formatori dobbiamo arrenderci ad accettare che una cosa vera emerga con tempi che non sono i nostri». Pazienza e libertà sono un binomio struggente oggi, che spesso stride al contatto con una società dai ritmi frenetici. Il Vescovo ha risposto che i ragazzi in uscita da scuola sono “semilavorati”, in quanto giovani, e necessitano di adulti che li guardino e gareggino con loro dimostrandosi giovani a loro volta, appassionati della vita. Ha poi invitato l’istituto ad unirsi al Sinodo diocesano dei giovani al fine di proseguire il dialogo iniziato e farsi più forti camminando insieme.

La mattinata si è conclusa con la Messa nella chiesa parrocchiale, presieduta dal Vescovo e concelebrata dal parroco di Calcio don Fabio Santambrogio insieme al vicario zonale don Marco Leggio e al segretario eipiscopale don Flavio Meani.

Centrale il Salmo 138 che, nel corso dell’omelia, Mons. Napolioni ha consigliato ai giovani di riprendere: «La famiglia migliore del mondo non esiste, ma tutti siamo stati tessuti da Dio come figli e non come schiavi – ha dichiarato il Vescovo -. Stasera, allora, accendete la luce, guardatevi allo specchio e dite grazie dello splendore che siete. Vi auguro lo stupore di chi si scopre amato da Dio. Vi auguro di scoprire in tutto ciò che studierete, che cucinerete, che farete da elettricisti o parrucchieri, che siete una stupenda meraviglia».

Dopo le Comunioni, il fondatore Daniele Nembrini ha recitato la preghiera di affidamento dell’opera di Fondazione Ikaros alla Madonna del Buon Consiglio del Santuario di Villa di Serio. Il gesto si ripete ogni anno dal 2013 e dà valore all’avvio di ogni anno scolastico.

Per Mons. Napolioni, in carica da gennaio 2016, è stata la terza occasione di visita a Calcio: la prima risale a maggio, in occasione delle celebrazioni per il patrono san Gottardo; poi a giugno, in concomitanza con la riapertura della storica Pieve, e infine il 30 settembre, appunto, per fare visita e conoscere da vicino la proposta della realtà di Fondazione Ikaros, oltre che per augurare agli allievi un proficuo svolgimento del loro percorso di formazione.

Gloria Belotti

Photogallery (di Isotta Gabellini)




Vittorio Messori a S. Imerio riflette sulla figura di Maria

Domenica 2 ottobre, alle 15.30, nella chiesa parrocchiale di Sant’Imerio, in via Aporti a Cremona, ci sarà un ospite d’eccezione: lo scrittore e giornalista Vittorio Messori. Editorialista del Corriere della Sera e di molte testate cattoliche, autore di numerosi volumi di carattere religioso – tra di essi “Rapporto sulla fede” la lunga intervista all’allora card. Ratzinger e il volume “Varcare le soglie della speraza” scritto a quattro mani con Giovanni Paolo II – Messori presenterà il suo libro “Ipotesi su Maria” pubblicato nel 2008 e accolto con grande favore dal pubblico. Nel 2015 l’edizione Ares lo ha pubblicato nuovamente, ampliato con tredici capitoli inediti (più di 120 pagine aggiunte ai 50 capitoli originari).

«Dall’11 al 18 dicembre – spiega il parroco don Giuseppe Nevi – ospiteremo la statua pellegrina della Madonna di Fatima, in occasione del centenario delle apparizioni ai tre giovani pastorelli. Il messaggio che la Vergine ha loro affidato è di estrema attualità e richiede a tutti noi una seria riflessione oltre che maggiore preghiera. Per questo abbiamo invitato Vittorio Messori per un approfondimento su questa figura centrale della nostra fede come è appunta la Madre di Dio. In novembre – precisamente domenica 27 – avremo ospite Saverio Gaeta autore del libro “Il Veggente” dedicato alle apparizioni delle Tre Fontane a Roma. Sarà anche questa occasione per approfondire il ruolo di Maria nella storia della salvezza».

All’incontro sono stati invitati tutti i gruppi di iniziazione cristiana della parrocchia, il gruppo famiglia e le altre realtà ecclesiali che operano in S. Imerio. Messori sarà introdotto da un catechista e dopo la sua esposizione ci sarà spazio per il confronto.

 

Il libro “Ipotesi su Maria”

Nel 2008, trent’anni dopo il suo primo libro (Ipotesi su Gesù) divenuto subito un best e long seller mondiale, Vittorio Messori pubblicava, presso le edizioni Ares, Ipotesi su Maria. Un volume che, come tutti quelli (ormai più di 20) dell’Autore è stato accolto dai lettori con grande favore, ha esaurito molte ristampe, è stato tradotto in diverse lingue ed è tuttora «vivo» nel catalogo dell’editore milanese. Ma la ricerca mariana di Messori è proseguita in questi anni. Così, Ares nel 2015 ha presentato non un nuova ristampa, bensì una nuova edizione di Ipotesi su Maria, arricchita di 13 capitoli inediti, caratterizzati come sempre da quello stile che ha determinato il successo di Messori: la vivacità e la chiarezza del giornalista professionista unite alla solidità dello studioso esperto, dalla documentazione aggiornata e sicura. Inoltre, anche in questi nuovi capitoli, vi è la consueta, vivace scorribanda tra dogma e aneddoto, tra teologia e devozione spirituale, tra esegesi biblica e apparizioni. Dunque, si amplia ancora, nella nuova edizione, quella carrellata in un mondo luminoso e al contempo spesso sconosciuto, guidati da uno scrittore che non nasconde affatto la sua fede ma è allergico alla retorica mielosa di certo devozionalismo. Un autore che apprezza il sentimento, ma è lontano da un sentimentalismo che rischia di allontanare i nostri contemporanei da Colei che non a caso la Tradizione chiama «Madonna», cioè «Nostra Signora».




L’incontro dei giovani di S. Bernardo, Zaist e Maristella con il Vescovo guardando al Sinodo

Stanno già partendo i primi passi verso la realizzazione del Sinodo dei giovani che il vescovo Antonio ha voluto per la diocesi di Cremona. Giovedì 29 settembre una quarantina di giovani delle parrocchie di San Francesco d’Assisi allo Zaist, San Bernardo e Immacolata Concezione del Maristella hanno incontrato mons. Mons Napolioni presso Cascina Moreni.

Molti dei giovani si trovavano già nella struttura, all’interno degli ambienti gestiti dall’Associazione Famiglia Buona Novella, poiché impegnati nell’ormai annuale esperienza della Settimana comunitaria.

È stata l’occasione per cominciare a riflettere sul significato del futuro Sinodo che l’anno prossimo vedrà impegnati i giovani cremonesi. «Sarà importante riflettere su come oggi possiamo essere Chiesa, su un nuovo modo di essere popolo di Dio», ha spiegato il Vescovo. «La strada da seguire per iniziare questo cammino è sicuramente ispirarsi alla parola di Dio, ripercorrendo la storia del popolo di Israele».

Uno degli obiettivi del Sinodo sarà, infatti, quello di pensare a come la Chiesa possa aprirsi al mondo, accogliendo le sfide di oggi e le questioni che toccano la vita e le esperienze degli uomini. In questo i giovani possono essere una risorsa: «Il modo di vivere dei giovani non è bastato solo sulla spensieratezza: è anche il tempo in cui si riesce a far scaturire l’essenza di ciò che si è», ha aggiunto mons. Napolioni. «Alla Chiesa serve ascoltare giovani che siano figli di questo tempo, non persone fuori dal mondo, capaci di leggere la realtà e pensare al mondo in cui portare il messaggio cristiano nella vita quotidiana».

Il Vescovo ha quindi invitato i giovani delle tre parrocchie riunite a pensare a quale immagine di Chiesa hanno in mente, cercando di condividere e allo stesso tempo sintetizzare le proprie esperienze. «Questa è già una piccola esperienza di Sinodo: riunirsi per parlare, condividere con altri cristiani il proprio modo di appartenere alla Chiesa, per poi far sentire la voce dei giovani all’intera comunità cremonese».

Come ci si può sentire parte della Chiesa e affermare la propria fede nella vita di tutti i giorni? In che modo poter “seminare” il messaggio del Vangelo? Come vivere la fede ogni giorno? Questi gli interrogativi di partenza che si sono posti i giovani.

Dalla riflessione è emersa l’importanza dell’apertura verso il mondo esterno alla Chiesa: è fondamentale, in quanto cristiani, imparare a testimoniare la propria fede non tanto cercando di convincere, ma portando agli altri un’esperienza di fede autentica. In questo modo l’essere cristiani può manifestarsi in tutti gli ambiti della vita, dal modo di vivere da cittadino, alla politica, all’ecologia.

«In questo Sinodo si potrà respirare lo spirito del Concilio», ha concluso il Vescovo, «soprattutto se vivremo la Chiesa come comunità, come assemblea in cui si opera non solo come singoli chiamati ad annunciare il Vangelo, ma come popolo convocato tutto insieme, chiamato a vivere la propria fede nella relazione con gli altri».

All’incontro hanno preso parte anche i parroci delle tre parrocchie – don Gianni Cavagnoli, don Pier Codazzi e don Giuliano Vezzosi – insieme al vicario don Matteo Alberti.

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