Festa al Santuario della Misericordia, il Vescovo: «Manca l’acqua e Gesù si offre come sorgente che disseta»
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«Eppure se voglio consolarmi per un giorno e dimenticare gli affanni della vita, devo tornare a Castelleone la mattina dell’11 maggio e pregare che il tempo sia bello e muovere alle 9 con la processione dal paese, dalla bellissima Parrocchiale restaurata, mentre la Torre rovescia il rombo fragoroso e festante di tutte le sue nove campane, e vicino al Viale le campanelle della Trinità stornellano, e a destra a quelle di San Giuseppe rispondono, e più giù a sinistra quelle di S. Rocco associano anch’esse la loro voce e il loro tenue canto a una così tripudiante e gaudiosa festa di cuori».
Anche se rimandano a un tempo lontano le parole di mons. Andrea Cugini, sacerdote originario di Castelleone, possono spiegare perché da oltre 500 anni, ogni 11 maggio, giorno anniversario delle apparizioni della Madonna a Domenica Zanenga, avvenute a Castelleone nel 1511, la comunità castelleonese si reca in pellegrinaggio al Santuario dedicato a Maria. La Fiera di maggio, la fiera Madonna della Misericordia conserva per i castelleonesi, anche nel vorticoso mutare di tempi e di costumi, un momento fondamentale dell’anno, l’occasione per rinnovare la propria speranza in Maria.
Anche quest’anno, dopo un momento di preghiera in Chiesa parrocchiale, guidato dal vescovo mons. Antonio Napolioni, la processione dei fedeli, aperta dalla preziosa croce astile della fine del XV secolo, è partita dal centro della città verso la chiesa mariana. Davvero numerosa la partecipazione di fedeli alla processione, forse favorita anche dalla giornata di sabato e da un maggio finalmente primaverile.
Dopo la processione è iniziata la celebrazione della Messa solenne delle 11, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, con la partecipazione di numerosi sacerdoti originari di Castelleone o che hanno prestato il loro ministero in questa comunità.
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All’inizio della Messa il sindaco Pietro Fiori, a nome dell’intera cittadinanza, ha offerto il cero alla Madonna e il vescovo ha colto l’occasione per ringraziare tutti i sindaci presenti ricordando il servizio che svolgono per le loro comunità.
La lettura delle nozze di Cana dal Vangelo di Giovanni ha guidato l’omelia del vescovo, il quale ha voluto aggiornare la parabola cambiando l’affermazione di Maria a Gesù, in “non hanno più acqua”. Di vino ce n’è tanto, infatti, rappresenta la festa, mentre l’acqua rappresenta la vita. Fare festa è un desiderio, legittimo, di spensieratezza, di vacanza, di festa ce n’è tanta, ma spesso la festa non è la gioia. E che manchi l’acqua e non il vino lo si vede in tanti segnali, come nei tanti sguardi tristi dei ragazzi, anche di quelli che devono ricevere la Cresima. I ragazzi stanno male perché sono soli, non conoscono il senso della vita. Il vino non disseta, ubriaca, e dunque c’è la ricerca di vita vera. Inoltre, ha continuato mons. Napolioni, noi che abbiamo tutto impediamo ai poveri di accedere all’acqua. Maria ci invita ad accorgersi di quello che sta accadendo in ogni cuore, in ogni relazione, “fate quello che mio figlio vi dirà, vi darà”. Gesù si offre come sorgente di acqua che disseta. Con l’acqua del battesimo, dono di grazia che è accessibile a chiunque, Cristo si immerge nella nostra umanità e la rigenera. La misericordia è l’unica via per la comunione e la pace.
Prima della benedizione, il parroco di Castelleone, don Giambattista Piacentini, ha ringraziato il vescovo Antonio per la sua presenza e la sua parola, chiedendo a Maria di essere sempre dispensatrice di quell’acqua capace di saziare la sete di tante persone che hanno bisogno di sostegno e di speranza. Il vescovo Antonio Napolioni dopo la preghiera a Maria, Madre della Misericordia, ha definito Castelleone un po’ speciale per questa fonte di acqua, invitando i castelleonesi a continuare a essere speciali nell’essere misericordiosi gli uni verso gli altri.
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