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La Madonna di Caravaggio torna a San Savino dopo il restauro

Quella alla Beata Vergine di Caravaggio, patrona della Diocesi di Cremona insieme a Sant’Omobono, è una devozione che supera i confini del santuario di Santa Maria del Fonte: una venerazione capillare in molte parti del territorio, varcando anche i confini diocesani e nazionali.

E proprio il 26 maggio, nel giorno anniversario dell’Apparizione, la parrocchia di San Savino, nell’omonima frazione della città di Cremona, presenterà alla comunità parrocchiale la tela restaurata della Madonna di Caravaggio, esposta alla venerazione dei fedeli nel primo altare laterale di destra della chiesa parrocchiale.

Durante il Rosario delle 21 avrà luogo la presentazione ai fedeli, a cura del parroco don Gianluca Gaiardi, che a livello diocesano ricopre anche l’incarico per i Beni culturali. Un secondo momento celebrativo sarà la Messa delle 20.45 di lunedì 27 maggio (giorno in cui quest’anno slitta la solennità in diocesi).

Un dipinto, di autore anonimo, che ritrae proprio il momento dell’Apparizione secondo l’iconografia tradizionale, con Giannetta in ginocchio e cui Maria impone da mano sul capo. Sullo sfondo, tra la natura, la facciata della chiesa parrocchiale di Caravaggio che, nei dipinti più antichi, veniva rappresentata al posto del Santuario per identificare il luogo dell’Apparizione.

L’opera fu probabilmente commissionata dalla famiglia Pallavicini, come testimonia lo stemma presente sul dipnto. La tela, restaurata dallo studio Marchetti di Brescia, grazie al contributo della Fondazione comunitaria della Provincia di Cremona, torna quindi nella chiesa di San Savino, dopo il completamento dell’intervento iniziato lo scorso gennaio.

«Dagli anni ’60, con il Concilio Vaticano II, la Beata Vergine di Caravaggio è, per volere del vescovo Danio Bolognini, patrona della nostra Diocesi – spiega don Gianluca Gaiardi –. Da quel momento in poi il culto dell’Apparizione si è diffuso su tutto il territorio diocesano». «Ma non dobbiamo dimenticare il fatto che il Santuario è sempre stato gestito dalla Diocesi – ha aggiunto –. Quindi, parlando della diffusione del simulacro della Madonna, è normale che i sacerdoti diocesani abbiano sempre sentito in prima persona questo sentimento di custodia e questa volontà di diffonderlo».

In città un’altro dipinto che ritrae la Madonna di Caravaggio, un tempo conservato in Cattedrale, è attualmente custodito al Museo diocesano: si tratta de L’apparizione a Caravaggio della Madonna di S. Maria del Fonte. Vergine e Santi, di Angelo Innocente Massarotti.

Alla Beata Vergine di Caravaggio a Cremona è anche intitolata la chiesa parrocchiale di viale Concordia, accanto all’Ospedale.




Anche al Campus Santa Monica il ricordo del prof. Anelli

Anche nel campus Santa Monica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Cremona, così come nelle altre sedi dell’Ateneo, alle 12.30 di venerdì 24 maggio studenti, professori e personale non docente si sono ritrovati insieme in preghiera dopo la notizia della tragica scomparsa del Magnifico Rettore, il prof. Franco Anelli, avvenuta nella serata di giovedì 23 maggio a Milano.

A presiedere la partecipata Eucaristia nella cappella del campus di via Bissolati è stato padre Scaria Thurunthiyil, salesiano originario dell’India e attualmente in servizio in diocesi di Cremona, dove collabora in modo particolare con la Pastorale universitaria. È stato lui a sostituire don Maurizio Compiani, attualmente in Albania per motivi di insegnamento. Presente anche don Matteo Tolomelli, docente della sede di Piacenza-Cremona della Cattolica, che ha tenuto una breve riflessione al momento dell’omelia. Presente alla Messa in suffragio del prof. Anelli anche il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti.

Padre Thurunthiyil ha anche portato il messaggio di cordoglio e vicinanza alla famiglia dell’Università Cattolica da parte del vescovo Antonio Napolioni che, appresa la notizia, ha espresso al vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, il dolore per questa tragica fine della intensa vita del prof. Anelli, stringendo nell’abbraccio del dolore e della preghiera i familiari e tutta la comunità universitaria.

“Con profonda costernazione la Comunità dell’Università Cattolica e della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, alla quale egli ha dedicato la propria opera e l’intera sua vita, si raccoglie nel compianto e nella preghiera, esprimendo il più sentito cordoglio alla sua mamma e ai suoi cari” il messaggio pubblicato sul sito dell’Università Cattolica.

Anche il card. Matteo Zuppi si è detto partecipe al dolore dell’Università Cattolica e della Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS per la tragica scomparsa del Magnifico Rettore. “In questo momento di sgomento, a nome dell’Episcopato italiano, – si legge in una nota della CEI – esprimo cordoglio alla sua mamma, ai suoi cari e alla comunità tutta dell’Ateneo e del Policlinico, cui ha dedicato la sua esistenza. Assicuro la preghiera della nostra Chiesa, affidando il caro prof. Anelli alla misericordia del Padre”.

Il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, in un telegramma esprime il cordoglio del Papa per la scomparsa del rettore dell’Università Cattolica, ricordandone “l’impegno per la promozione dei valori cristiani in ambito universitario e favorendo il dialogo con le nuove generazioni”.

 

 

Classe 1963, originario di Piacenza, aveva conseguito la laurea in Giurisprudenza alla Cattolica di Milano e successivamente il dottorato di ricerca in Diritto commerciale. Quindi professore associato di Istituzioni di diritto privato presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Nel 1996, vinto il concorso a posti di professore ordinario di Diritto civile, è stato professore straordinario di Diritto di famiglia presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università degli Studi di Parma e dall’anno successivo professore straordinario di Istituzio

ni di diritto privato presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università Cattolica, dove è stato poi professore di Diritto Civile (sede di Piacenza) e di Istituzioni di Diritto Privato (sede di Milano).

Nel 1998 è diventando avvocato cassazionista. E nel maggio 2022 Papa Francesco lo ha nominato consultore della Congregazione per l’educazione cattolica.

Il 1° gennaio 2013, succedendo al prof. Lorenzo Ornaghi, ha assunto l’incarico di rettore dell’ateneo, che nel 2020 gli era stato rinnovato per il terzo e ultimo anno. Nei giorni scorsi era iniziata la procedura per la nomina del suo successore per il quadriennio 2024-2028. Il Senato accademico, convocato per il 17 giugno, dovrà comporre una rosa di cinque nominativi fra quelli indicati dalle 12 facoltà, da sottoporre poi al consiglio di amministrazione; nell’adunanza del 24 luglio il cda procederà quindi alla nomina del nuovo rettore.




Si impara da piccoli a diventare grandi

 

«Si impara da piccoli a diventare grandi». Sono queste le parole usate da Michela Colombo, capo scout di Cassano d’Adda, durante la nuova puntata del talk diocesano Chiesa di Casa per celebrare la prima Giornata mondiale dei bambini voluta da Papa Francesco e che si celebra domenica 26 maggio. Lo sguardo è quindi focalizzato sull’oggi e sul domani, secondo la giovane scout milanese, che ha sottolineato quanto sia importante «camminare insieme a loro e aiutarli a diventare uomini e donne della partenza, cioè capaci di fare una scelta di vita e di servizio».

Un grande obiettivo, una missione che, tuttavia, non è esente da fatiche. «Relazionarsi con i bambini non è sempre semplice – ha raccontato Sara Butti, insegnante della scuola primaria Realdo Colombo di Cremona – perché si genera un carico di dubbi e responsabilità non indifferente. Sorgono domande e perplessità su ciò che si sta facendo ed è necessario mettersi in discussione. Non sempre regoliamo il nostro registro su di loro. Eppure è una sfida meravigliosa».

La visione, nonostante le fatiche, resta quindi assolutamente positiva. Non è un caso che Papa Francesco, nel suo messaggio per la Giornata, si sia rivolto ai bambini affermando che sono «la gioia dell’umanità».

E a confermare questa grande emozione positiva sono arrivate le parole di Paola Parma, coordinatrice del reparto di Ostetrica dell’Ospedale di Cremona. «Ogni nascita porta con sé un augurio lieto e gioioso, nonostante le fatiche che la gravidanza e il parto rappresentano per ogni madre, padre e neonato. Questo perché ognuno dei piccoli che vediamo nascere in reparto ha quello sguardo potente che è capace, in un attimo, di far innamorare di lui i suoi genitori». Inoltre, secondo l’ostetrica, «c’è una gioia innata che abita il nostro reparto: le nostre pazienti non sono malate, bensì vivono un momento così speciale da richiedere una cura e un’attenzione particolare».

La gioia portata dai bambini non si limita però al momento della nascita. I sorrisi e le battute dei più piccoli sono, molto spesso, effettivamente straordinari ed egualmente distintivi. Secondo Sara Butti, questa capacità dei bambini è legata al fatto che «vivono con grande spensieratezza: sono persone pure e trasparenti, per questo riescono a gioire di tutto. Generalmente anche molto più di noi adulti».

Un’altra caratteristica che rende speciali i bambini è la loro assoluta spontaneità. «I sorrisi, gli abbracci, le bocche spalancate arrivano anche per le cose più piccole – ha raccontato con occhi lucenti Michela Colombo – è proprio per questo l’entusiasmo che manifestano è così contagioso».

La Giornata mondiale dei bambini diventa allora una nuova occasione per ricordarne e sottolinearne preziosità e valore. Allo stesso tempo, c’è una necessità di tutela che è sempre richiesta per chi si trova a ricoprire ruoli educativi e formativi nei confronti dei piccoli. Da un lato è richiesta per la loro condizione; dall’altro, perché genitori, insegnanti ed educatori sono chiamati a crescere gli adulti di domani.

 

1ª Giornata mondiale dei bambini, appuntamento diocesano a Caravaggio nel giorno dell’Apparizione




“Pace: adesso o mai più”, venerdì la presentazione a Viadana

“Pace: adesso o mai più” è il titolo del libro che sarà presentato venerdì 24 maggio, alle ore 21, presso il centro sociale “Meridiana” a Viadana, in via Ospedale Vecchio 10, per iniziativa della Comunità Laudato Si Oglio Po e del Centro Culturale “A Passo d’uomo” di Sabbioneta, che ne ha promosso la pubblicazione. Alla presentazione interverrà il curatore del testo, don Umberto Zanaboni, vicepostulatore della causa di beatificazione di don Primo Mazzolari, definito da Papa Giovanni XXIII “la tromba dello Spirito Santo in terra mantovana” e profeta di pace e nonviolenza.

Don Umberto Zanaboni, nel corso della sua attività di ricerca dei documenti a supporto della causa, ha scoperto brani molto significativi ed attuali sul tema della pace che saranno proposti al pubblico attraverso la magistrale lettura di Erminio Zanoni.

«Dall’Arena di Pace 2024, incontro dei movimenti popolari con Papa Francesco, – spiegano gli organizzatori – è emersa con sempre maggiore urgenza la necessità di comprendere i meccanismi alla base dei conflitti per poterli disinnescare e costruire invece pazientemente ma concretamente la pace, ribaltando il vecchio detto “se vuoi la pace, prepara la pace”. È evidente che stiamo vivendo tempi cupi, pervasi da una sorta di frenesia bellica, quasi che gli orrori vissuti nel secolo scorso non abbiano insegnato nulla…eppure è sconvolgente scoprire come lo scenario attuale abbia molte somiglianze con quello in cui si è trovato a vivere il Profeta della Bassa, che infatti ebbe a dire “se questa è l’ora della follia, noi preferiamo la follia della croce alla follia della bomba atomica”. Ascoltare le sue riflessioni è importante per acquisire il discernimento, le chiavi di lettura per interpretare la realtà e soprattutto per orientarsi nelle scelte che si stanno prospettando e che decideranno il destino di tutti».

L’incontro è libero, aperto a tutti ed in particolare ai giovani, perché la pace è la garanzia del loro futuro.




Autonomia differenziata, Cei: “progetto di legge rischia di minare la solidarietà tra le diverse regioni”

“Il progetto di legge con cui vengono precisate le condizioni per l’attivazione dell’autonomia differenziata, prevista dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, rischia di minare le basi di quel vincolo di solidarietà tra le diverse Regioni, che è presidio al principio di unità della Repubblica”. È il monito della Cei, nella nota sull’autonomia differenziata. “Tale rischio non può essere sottovalutato, in particolare alla luce delle disuguaglianze già esistenti, specialmente nel campo della tutela della salute, cui è dedicata larga parte delle risorse spettanti alle Regioni e che suscita apprensione in quanto inadeguato alle attese dei cittadini sia per i tempi sia per le modalità di erogazione dei servizi”, il grido d’allarme dei vescovi italiani, che spiegano: “Da sempre ci sta a cuore il benessere di ogni persona, delle comunità, dell’intero Paese, mentre ci preoccupa qualsiasi tentativo di accentuare gli squilibri già esistenti tra territori, tra aree metropolitane e interne, tra centri e periferie”.

Di seguito la nota della CEI: il testo, approvato dal Consiglio Episcopale Permanente il 22 maggio nel corso dei lavori della 79ª Assemblea Generale, raccoglie e fa proprie le preoccupazioni emerse dall’Episcopato italiano.

 

«Il Paese non crescerà se non insieme»1. Questa convinzione ha accompagnato, nel corso dei decenni, «il dovere e la volontà della Chiesa di essere presente e solidale in ogni parte d’Italia, per promuovere un autentico sviluppo di tutto il Paese»2. È un fondamentale principio di unità e corresponsabilità, che invita a ritrovare il senso autentico dello Stato, della casa comune, di un progetto condiviso per il futuro.

Sono parole molto attuali anche oggi, in cui si discutono le modalità di attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, secondo quanto consentito dal dettato costituzionale. Ed è proprio la storia del Paese a dirci che non c’è sviluppo senza solidarietà, attenzione agli ultimi, valorizzazione delle differenze e corresponsabilità nella promozione del bene comune.

Ci dà particolare forza l’esperienza di sinodalità delle nostre Chiese, grazie alla quale stiamo crescendo nella capacità di “camminare insieme” come comunità cristiane e con i territori e la comunità civile del Paese.

In particolare, crediamo che la parola “insieme” sia la chiave per affrontare le sfide odierne e la via che conduce a un futuro possibile per tutti. Siamo convinti infatti – e la storia lo conferma – che il principio di sussidiarietà sia inseparabile da quello della solidarietà. Ogni volta che si scindono si impoverisce il tessuto sociale, o perché si promuovono singole realtà senza chiedere loro di impegnarsi per il bene comune, o perché si rischia di accentrare tutto a livello statale senza valorizzare le competenze dei singoli. Solidarietà e sussidiarietà devono camminare assieme altrimenti si crea un vuoto impossibile da colmare. Con Papa Francesco, ripetiamo che «la fraternità universale e l’amicizia sociale all’interno di ogni società sono due poli inseparabili e coessenziali. Separarli conduce a una deformazione e a una polarizzazione dannosa» (Fratelli tutti, 142). Da sempre ci sta a cuore il benessere di ogni persona, delle comunità, dell’intero Paese, mentre ci preoccupa qualsiasi tentativo di accentuare gli squilibri già esistenti tra territori, tra aree metropolitane e interne, tra centri e periferie. In questo senso, il progetto di legge con cui vengono precisate le condizioni per l’attivazione dell’autonomia differenziata – prevista dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione – rischia di minare le basi di quel vincolo di solidarietà tra le diverse Regioni, che è presidio al principio di unità della Repubblica.

Tale rischio non può essere sottovalutato, in particolare alla luce delle disuguaglianze già esistenti, specialmente nel campo della tutela della salute, cui è dedicata larga parte delle risorse spettanti alle Regioni e che suscita apprensione in quanto inadeguato alle attese dei cittadini sia per i tempi sia per le modalità di erogazione dei servizi.
Gli sviluppi del sistema delle autonomie – la cui costruzione con Luigi Sturzo, nel secolo scorso, è stata uno dei principali contributi dei cattolici alla vita del Paese – non possono non tener conto dell’effettiva definizione dei livelli essenziali delle prestazioni relative ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale.
Di fronte a tutto questo, rivolgiamo un appello alle Istituzioni politiche affinché venga siglato un «patto sociale e culturale» (Evangelii gaudium, 239), perché si incrementino meccanismi di sviluppo, controllo e giustizia sociale per tutti e per ciascuno.

Roma, 22 maggio 2024

IL CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

 

1 Cfr. Conferenza Episcopale Italiana, Lettera collettiva, 1952; Sviluppo nella solidarietà. Chiesa italiana e Mezzogiorno, 1989; Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno, 2010; Episcopato meridionale, Lettera collettiva. I problemi del Mezzogiorno, 1948.
2 Conferenza Episcopale Italiana, Per un Paese solidale, cit., n.1.




Il comunicato finale della 79ª Assemblea generale della CEI

Di seguito riportiamo il comunicato conclusivo della 79ª Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, tenutasi dal 20 al 23 maggio e alla quale ha preso parte anche il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni.

 

Il dialogo franco e cordiale con Papa Francesco ha aperto i lavori della 79a Assemblea Generale che si è svolta in Vaticano, presso l’Aula del Sinodo, dal 20 al 23 maggio. Hanno partecipato il Nunzio Apostolico in Italia, Mons. Petar Rajič, 229 membri, 29 Vescovi emeriti e 16 Vescovi delegati di alcune Conferenze Episcopali estere, rappresentanti di presbiteri, religiosi e religiose, degli Istituti secolari, delle Aggregazioni laicali e del Comitato nazionale del Cammino sinodale.

Nella sessione del 23 maggio, è intervenuto il Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, Card. Marcello Semeraro, che ha annunciato l’autorizzazione del Santo Padre a promulgare i Decreti
riguardanti: il miracolo attribuito all’intercessione del Beato Giuseppe Allamano, sacerdote Fondatore dell’Istituto delle Missioni della Consolata; il miracolo attribuito all’intercessione del
Beato Carlo Acutis, fedele laico; il miracolo attribuito all’intercessione del Venerabile Servo di Dio Giovanni Merlini, sacerdote e Moderatore Generale della Congregazione dei Missionari del
Preziosissimo Sangue; le virtù eroiche del Servo di Dio Guglielmo Gattiani (al secolo: Oscar), sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini; le virtù eroiche del Servo di Dio Enrico
Medi, fedele laico.

La notizia è stata accolta con gioia dai Vescovi italiani per i quali la proposta di nuovi esempi di vita cristiana e di santità rappresenta un’importante occasione di evangelizzazione per le comunità ecclesiali del Paese.

In dialogo con Papa Francesco
L’Assemblea Generale è stata aperta dal dialogo con Papa Francesco. Nell’affrontare in modo franco e cordiale i diversi argomenti emersi dalle domande dei Vescovi, il Santo Padre non ha fatto mancare il suo incoraggiamento. Con paternità e in comunione fraterna ha condiviso, attraverso i racconti dei Pastori, i vissuti delle diverse comunità. È stata un’ulteriore occasione, dopo le recenti visite ad limina, per rinnovare i vincoli di unità con il Papa e rendere ancora più manifesta la collegialità quale dimensione necessaria e insostituibile per la Chiesa sinodale. A nome dei Vescovi, il Cardinale Presidente ha espresso gratitudine al Pontefice per l’accompagnamento e la vicinanza, nella consapevolezza di dover parlare “dei problemi con realismo, senza negatività, sempre pieni dello Spirito che libera dalla paura e dalla tentazione di fidarsi più di sé stessi che della Grazia”.

Verso le Assemblee sinodali
L’Assemblea Generale ha discusso della nuova fase del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia. Il periodo narrativo (2021-2023), svolto nelle Diocesi, ha visto come protagonisti vari soggetti ecclesiali. Questo percorso è culminato poi nel tempo sapienziale (2023-2024), durante il quale sono emerse cinque tematiche: la missione nello stile della prossimità; i linguaggi e la
comunicazione; la formazione alla fede e alla vita; sinodalità e corresponsabilità; la riforma delle strutture. È stato quindi redatto un documento, che ha raccolto in forma di Indice la ricchezza delle riflessioni: questo materiale è stato sottoposto al discernimento dei Vescovi che hanno apprezzato l’impianto di fondo. Il lavoro del Cammino sinodale, nell’attuale passaggio dalla fase sapienziale a quella profetica (2024-2025), sarà ora quello di dare forma a uno stile ecclesiale di “prossimità missionaria”, su temi come la cultura, la questione formativa e la corresponsabilità, sempre in stretto rapporto con la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. La cultura, è stato precisato, va intesa come spazio in cui far dialogare in modo critico e costruttivo la rivelazione cristiana con le domande e le acquisizioni di oggi in una dinamica di mutuo apprendimento. In questo ambito si sente come cruciale una attenzione ai linguaggi, non per un semplice lavoro di adattamento e condiscendenza, ma per assumere il vissuto umano come luogo teologico. Sulla questione formativa, è stato evidenziato che, a partire dall’iniziazione cristiana, essa non può più limitarsi ai bambini e ai ragazzi, ma è chiamata a diventare un processo continuo di crescita nella vita cristiana di tutti i battezzati, soprattutto dei ministri ordinati, con un focus particolare sulla formazione liturgica. Infine, la corresponsabilità: coinvolge la riflessione, ad esempio, sugli organismi di partecipazione, sui ministeri, sul ruolo delle donne nella Chiesa, sulla gestione delle strutture, sulla trasparenza e le sue forme concrete di attuazione. La fase profetica, è stato ricordato, sarà caratterizzata dalle due Assemblee sinodali in  programma dal 15 al 17 novembre 2024 e dal 31 marzo al 4 aprile 2025. Al riguardo, i Vescovi hanno approvato la seguente mozione: “Con questa Assemblea Generale, i Vescovi italiani accolgono i temi emersi nel biennio dell’ascolto e nell’anno del discernimento, vissuti in stretta connessione con la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Il Cammino sinodale delle Chiese in Italia si aprirà alla fase profetica con le due Assemblee sinodali in programma dal 15 al 17 novembre 2024 e dal 31 marzo al 4 aprile 2025. L’Assemblea Generale affida al Consiglio Episcopale Permanente il compito di recepire i frutti della riflessione comune per la definizione dei Lineamenta per la I Assemblea sinodale. Allo stesso tempo, chiede alla  Presidenza della CEI di condividere i frutti del Cammino sinodale con la Segreteria del Sinodo dei Vescovi come contributo alla II sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (2-27 ottobre 2024)”.

Una voce profetica
Nel quadro della fase profetica del Cammino sinodale si inserisce anche il ruolo della Chiesa nel contesto italiano: lo stato di salute del Paese e il contributo che la Chiesa può offrire in termini di testimonianza e di riflessione sono stati al centro del confronto assembleare. In sintonia con le parole espresse dal Cardinale Presidente nella sua Introduzione, i Vescovi si sono infatti soffermati sulla povertà e sulle questioni sociali ad essa connesse, evidenziando l’aumento delle disuguaglianze e dell’emarginazione. In questo senso, alcuni progetti legislativi – è stato ribadito – rischiano di accrescere il gap tra territori oltre che contraddire i principi costituzionali. È in gioco il bene comune che può e deve essere promosso sostenendo la partecipazione e la democrazia, valori al centro della 50a Settimana Sociale dei Cattolici, in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio.

In un tempo di forti contrapposizioni e di depotenziamento della verità, occorre avere – è stato rilevato – il coraggio della profezia, non per imporre un punto di vista, ma per dare un contributo culturale di speranza. I Presuli hanno fatto loro l’appello del Presidente ad “aiutare la discussione critica delle ideologie, dei miti, degli stili di vita, dell’etica e dell’estetica dominanti”, in quanto fede e cultura sono due dimensioni che necessitano l’una dell’altra. È fondamentale proporre chiavi di lettura della realtà, accompagnando e indirizzando le donne e gli uomini di oggi, e in particolare i giovani, con visioni e azioni lungimiranti. Sono diverse, infatti, le questioni che interessano la comunità italiana e che hanno bisogno di una parola profetica. È il caso della denatalità, del fenomeno migratorio e della pace. Se da un lato occorrono soluzioni strutturali per garantire alle nuove generazioni stabilità e occupazione, dall’altro è importante ripetere che senza generatività e accoglienza non c’è futuro né speranza. Per i Vescovi, inoltre, bisogna lavorare per costruire la pace, senza reticenze e con passi concreti quali, ad esempio, la scelta di non investire su realtà che finanziano la produzione e il commercio di armi, come peraltro suggerito e indicato nel documento “La Chiesa cattolica e la gestione delle risorse finanziarie con criteri etici di responsabilità sociale, ambientale e di governance” elaborato nel 2020 dalle Commissioni Episcopali per il servizio della carità e la salute e per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace.

La pace, invocata per il mondo intero nella Veglia di preghiera del 20 maggio in San Pietro, continua a essere una preoccupazione costante dei Vescovi italiani che hanno espresso la volontà di dedicare al tema una riflessione più ampia. Durante i lavori, è stata ribadita la necessità di trovare vie concrete di riconciliazione, favorendo il dialogo e organizzando – come diceva Mazzolari – la pace così come altri organizzano la guerra.

Tutela dei minori e degli adulti vulnerabili
L’ascolto della realtà, nei suoi vari risvolti, e la responsabilità di essere una voce profetica nella storia, rinnovano l’impegno a compiere ogni passo perché la tutela dei minori e degli adulti
vulnerabili porti alla promozione di ambienti sicuri. In questa prospettiva, i Vescovi, sensibili e vicini al dolore delle vittime di ogni forma d’abuso, hanno ribadito la loro disponibilità all’ascolto, al
dialogo e alla ricerca della verità e della giustizia. Coerentemente con il percorso tracciato dalle Linee Guida (24 giugno 2019), recentemente aggiornate alla nuova normativa, e dalle Linee di
azione, approvate dalla 76a Assemblea Generale della CEI (23-25 maggio 2022), è stato annunciato un convegno che si terrà il prossimo 29 maggio all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.
Obiettivo dell’incontro, nel solco del dialogo avviato negli ultimi anni con il Dicastero per la Dottrina della Fede, è delineare il quadro sociologico sugli abusi negli anni 2001-2021, con approfondimenti e testimonianze nel contesto più generale della società italiana. Anche con questa iniziativa – hanno confermato i Vescovi – si promuove una cultura che contrasti e prevenga ogni forma di abuso.

Varie
Rito di istituzione del ministero del catechista. L’Assemblea ha approvato il Rito di istituzione del ministero del catechista, autorizzando la Presidenza della CEI, assistita dalle Commissioni Episcopali per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi e per la liturgia, ad apportare le necessarie modifiche stilistiche e testuali, tenendo anche in considerazione le eventuali osservazioni formulate dal Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Il testo, che ora attende l’approvazione della Santa Sede, era stato validato dal Consiglio Episcopale Permanente nella sessione del 22-24 gennaio 2024. Il Rito è preceduto da una Presentazione che offre il quadro teologico e pastorale del ministero e riprende quanto stabilito dalla Nota ad experimentum circa la fisionomia e i compiti del catechista per le Chiese di rito latino che sono in Italia. Vengono dunque confermate tali norme per le quali il catechista è chiamato a curare la catechesi per l’iniziazione cristiana; ad accompagnare nella crescita di fede quanti hanno già ricevuto i sacramenti dell’iniziazione; ad accogliere e accompagnare quanti esprimono il desiderio di una esperienza di fede. Ai catechisti può essere chiesto di coordinare, animare e formare altre figure ministeriali laicali all’interno della parrocchia, in particolare quelle impegnate nella catechesi e nelle altre forme di evangelizzazione e nella cura pastorale.

Adempimenti di carattere giuridico-amministrativo. I Vescovi hanno approvato il bilancio consuntivo della CEI per l’anno 2023; la ripartizione e l’assegnazione delle somme derivanti
dall’8xmille per l’anno 2024. È stato inoltre presentato il bilancio consuntivo, relativo al 2023, dell’Istituto Centrale per il sostentamento del clero.

Comunicazioni
Settimana Sociale. Nel corso dei lavori, è stato condiviso un aggiornamento sulla Settimana Sociale di Trieste, che vedrà l’intervento del Presidente della Repubblica il 3 luglio e di Papa Francesco il 7 luglio. Parteciperanno 750 delegati (le iscrizioni sono tuttavia ancora in corso) delle Diocesi, di cui 70 Vescovi, delle associazioni e dei movimenti. Uno degli elementi caratterizzanti saranno le Buone pratiche, circa 150 realtà – piccole e grandi, attivate da associazioni e movimenti ecclesiali, cooperative sociali, Comunità energetiche, esperienze del Progetto Policoro – che nel Paese rigenerano i territori e che potranno essere conosciute attraverso gli stand allestiti nel Villaggio delle Buone Pratiche. Quindici invece saranno le Piazze tematiche che permetteranno un approfondimento e un confronto su temi di attualità per la vita del Paese e dell’Europa. Quello di Trieste non sarà un evento delimitato ai giorni della sua celebrazione, ma un processo che sta aiutando a riflettere sulla qualità della partecipazione alla vita socio-politica e sulla democrazia.

Progetto di microcredito. Durante i lavori, è stato presentato il progetto di microcredito sociale affidato a Caritas Italiana da realizzare in occasione del Giubileo. L’iniziativa prevede l’istituzione di un fondo che permetterà di sostenere quanti hanno difficoltà ad accedere al credito ordinario. Il progetto – che ha come elemento innovativo l’accompagnamento della persona – non si esaurirà nell’intervento economico a favore dei singoli, ma coinvolgerà le Chiese locali, la rete delle Caritas locali e le Fondazioni antiusura diocesane. I finanziamenti saranno fino a 8000 euro.

Giornata per la Carità del Papa. Una seconda comunicazione ha riguardato la “Giornata per la Carità del Papa”, in calendario domenica 30 giugno. Quest’anno, il tema è ripreso da un’espressione di Paolo nella Lettera ai Romani: “Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli” (Rm 12,12-13). Si tratta di un’occasione che, in unione con il Papa, permette di servire il Signore nei fratelli attraverso la parola, l’incoraggiamento, la preghiera e gesti specifici di carità. Nel 2023, le Diocesi italiane hanno offerto alla Santa Sede 1.713.175,41 euro; l’importo pervenuto alla Santa Sede a titolo di can. 1271 del Codice di Diritto Canonico è stato di euro 4.013.900,00. Anche nel 2024 i mezzi di comunicazione della Chiesa che è in Italia (Avvenire, Tv2000, la rete radiofonica inBlu2000, l’agenzia Sir) e delle Diocesi – a partire dai settimanali diocesani associati alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) e dall’emittenza locale (CORALLO) – sosterranno la Giornata attraverso una serie di iniziative nei mesi di giugno e luglio.

Mass media. Nel corso dei lavori, sono state fornite alcune informazioni riguardanti i media della CEI (Agenzia Sir, Avvenire, Tv2000 e Circuito radiofonico InBlu2000), con un approfondimento sul loro costante impegno nel promuovere e diffondere racconti di qualità, dando voce ai territori e spiegando quanto accade a livello nazionale e internazionale.

Infine, è stato presentato il calendario delle attività della CEI per l’anno pastorale 2024-2025.

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Nel corso dei lavori dell’Assemblea Generale, il 22 maggio si è riunito il Consiglio Episcopale Permanente che ha provveduto ad approvare il Messaggio per la 74a Giornata Nazionale del
Ringraziamento (10 novembre 2024), dal titolo “La speranza per il domani: verso un’agricoltura più sostenibile”.

È stata anche approvata la proposta della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università di elaborazione di un nuovo documento in merito all’Insegnamento della
religione cattolica (IRC). Il testo avrà cura di rilanciare e rileggere alla luce del contesto attuale il valore dell’IRC nella scuola, mettendone a fuoco l’identità come alleanza educativa fra la comunità ecclesiale e la comunità scolastica e riproponendo la vocazione allo studio della teologia e all’insegnamento.

Il Consiglio ha infine approvato la modifica dell’articolo 6 del Regolamento del Servizio Nazionale per la Tutela dei Minori circa il presidente, non più necessariamente un Vescovo membro della CEI.

Accolta favorevolmente, infine, una nota sul tema dell’autonomia differenziata il cui testo, che raccoglie e fa proprie le preoccupazioni emerse dall’Episcopato italiano, verrà diffuso nei prossimi
giorni.

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Il Consiglio Episcopale Permanente ha infine provveduto alle seguenti nomine:
– Membro della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali: S.E.R. Mons. Giampio Luigi DEVASINI, Vescovo di Chiavari.
– Presidente del Servizio Nazionale per la tutela dei minori: Dott.ssa Chiara GRIFFINI (Lodi).
– Direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi giuridici: Don Gianluca MARCHETTI (Bergamo).
– Membri del Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione Migrantes: Dott. Paolo BUZZONETTI; Don Claudio FRANCESCONI; Diac. Massimo SORACI.
– Presidente Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana: Prof. Giuseppe NOTARSTEFANO.
– Presidente Nazionale maschile della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI): Sig. Alessio DIMO (Pesaro).
– Presidente del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (MEIC): Dott. Luigi D’ANDREA (Messina – Lipari – Santa Lucia del Mela).
– Consulente ecclesiastico nazionale della Federazione Italiana Scuole Materne (FISM): Don Gianmario DELLA GIOVANNA (Bergamo).
– Assistente ecclesiastico nazionale del Movimento Apostolico Sordi (MAS): Don Antonio STIZZI (Bari – Bitonto).
– Segretario Generale della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali (CNAL): Dott.ssa Maria Maddalena PIEVAIOLI.
Inoltre la Presidenza, nella riunione del 20 maggio, ha proceduto alla nomina di due membri del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica (CNSC): Don Elio CESARI, SDB (CISM) e Dott. Giuseppe MARIANO (CONFEDEREX).

Roma, 23 maggio 2024

 

Il Papa in dialogo con la CEI su migrazioni, calo vocazioni, accorpamento diocesi

«La Chiesa non può arrendersi alla logica terribile del male»

Assemblea CEI, Card. Zuppi: «Lo stato di salute del Paese desta particolare preoccupazione», «povertà assoluta fenomeno strutturale»




Il 25 maggio la presentazione del volume “Sant’Agata e il suo patrimonio artistico”

Sarà presentato sabato 25 maggio alle 17.30 nella chiesa di Sant’Agata, a Cremona, il volume “Sant’Agata e il suo patrimonio artistico” (edizioni Cremona Produce, stampa Fantigrafica), con testi di Mariella Morandi, fotografie di Boiocchi-Pegorini. Durante la presentazione, promossa dall’unità pastorale Cittanova, interverrà l’autrice in dialogo con il giornalista cremonese Nicola Arrigoni.

Il volume è dedicato alla storia artistica della chiesa prepositurale mitrata di Sant’Agata di Cremona, che ha inizio nell’anno 1077. Ė la chiesa più importante della città dopo la Cattedrale, fulcro della Cittanova, la nuova grande area urbanizzata che prese forma dopo il Mille ad ovest dell’antica città romana.

Attraverso un approfondito studio dei documenti d’archivio e un’accurata ricognizione della bibliografia esistente, si ricostruiscono le vicende artistiche che hanno coinvolto la chiesa nelle tre fasi della sua storia e che hanno dato origine a tre diversi organismi architettonici: la chiesa medievale, le cui forme vengono ricostruite nel volume sulla base delle testimonianze materiali e documentali rimaste; la chiesa rinascimentale, frutto di una quasi completa ricostruzione dell’edificio preesistente; la chiesa ottocentesca, risultato di una profonda ridefinizione dell’intero edificio il cui aspetto più noto è il grande pronao di Luigi Voghera. Tutto ciò all’interno di una contestualizzazione storica e sociale dei fatti e della trasformazione urbanistica di Cittanova.

Inoltre nel volume vengono analizzate le opere d’arte che in ciascuno di questi periodi sono state appositamente commissionate per la chiesa o vi sono giunte per altre vie. Un ulteriore capitolo è dedicato alla ricca e finora inedita collezione di dipinti custoditi nei depositi, che annovera fra l’altro tele di Giovanni Battista Trotti detto Malosso, di Francesco Boccaccino e di Robert De Longe.

Infine un capitolo ricostruisce sulla base di documentazione finora inedita la complessa storia della celebre Tavola di sant’Agata, nei tre aspetti che la caratterizzano di immagine devozionale, oggetto sacro, opera d’arte, e le forme della devozione che per secoli a Cremona ha accompagnato il culto della santa titolare.

 

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A Cingia de’ Botti l’ultimo saluto a don Francesco Castellini, «uomo semplice e di carità»

 

«Un uomo di grande semplicità. Una semplicità che traspariva dal suo modo di intrattenere il dialogo con le persone, ma anche da quella sua sagace ironia, da quella sua sapiente parola con cui interveniva per dire la sua idea, ma sempre con un grande rispetto degli altri». Nella chiesa parrocchiale di Cingia de’ Botti, il vescovo emerito Dante Lafranconi ha voluto ricordare così il don Francesco Castellini, deceduto improvvisamente la sera di lunedì 20 maggio all’età di 85 anni, a seguito di un malore in casa.

Il vescovo emerito Lafranconi ha portato la vicinanza dal vescovo Antonio Napolioni, impossibilitato a essere presente in quanto ancora impegnato in Vaticano per la conclusione dei lavori dell’Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana.

«È proprio pensando a don Francesco che mi sembra di poter vedere il lui la valorizzazione di quello che il Vangelo ci ha detto — ha spiegato mons. Lafranconi nell’omelia —. Don Francesco fu un uomo di grande carità, non quella esuberante e vistosa». Lafranconi, sessant’anni di sacerdozio a giugno proprio come don Castellini, ha voluto condividere una confidenza fattagli dal sacerdote originario di Cingia: «Più di una volta mi ha confidato come nei confronti di persone povere, di situazioni di povertà, abbia avuto la sua accortezza di intervenire silenziosamente, ma in maniera efficace”.

Un vita spesa al servizio degli altri, una vita trascorsa seguendo gli insegnamenti del Vangelo. «La vita ci presenta tante occasioni per rinunciare a quel modo di comportarsi che in fondo nasce dal nostro egoismo», ha detto il vescovo emerito, aggiungendo che «quello che mi ha sempre colpito di don Francesco era che anche di fronte alle rinunce non ha mai pensato di fare chissà che grandi cose, era la sua riservatezza, era la sua convinzione che non bisognava drammatizzare le situazioni, né quelle della propria vita né quelle della vita degli altri».

Il vescovo Lafranconi ha concluso l’omelia ricordando don Francesco come «un uomo di carità, un uomo semplice, un uomo che non drammatizza nessuna situazione, ma la affrontava con l’umiltà, la semplicità e la confidenza in Dio che gli permetteva di mantenere la sua serenità, e anche il suo buon umorismo. E sarà così anche in paradiso».

 

Omelia del vescovo emerito Lafranconi

 

Accanto al vescovo Lafranconi hanno concelebrato don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per la pastorale e il clero, e don Ettore Conti, parroco dell’unità pastorale di Cingia de’ Botti, Motta Baluffi e Scandolara Ravara, insieme anche ai collaboratori parrocchiali don Luigi Carrai e don Paolo Tonghini e diversi sacerdoti diocesani.

Insieme ai famigliari di don Castellini, erano presenti anche il sindaco di Cingia de’ Botti, Fabio Rossi, e il primo cittadino di Salvirola, Nicola Marani, dove don Francesco fu parroco dal 1977 al 1996 e che dal 2001 fa parte della Diocesi di Crema.

Al termine della celebrazione alcuni rappresentanti delle comunità di Pescarolo e di Pieve Tarzagni, dove era stato parroco e vicario, seguiti dal sindaco di Salvirola, hanno voluto ricordare don Castellini ripercorrendo alcuni dei momenti più significativi degli anni trascorsi insieme.

Dopo le esequie la salma è stata portata nel cimitero del paese per la tumulazione.

 

Profilo di don Francesco Castellini

Nato a Cingia de’ botti il 20 novembre 1938, ordinato sacerdote il 27 giugno 1964, don Francesco Castellini ha iniziato il suo ministero sacerdotale come vicario a Covo; quindi nel 1969 il trasferimento a Persico, sempre come vicario. Dal 1977 al 1996 è stato parroco di Salvirola (parrocchia che dal 2001 è in diocesi di Crema, oggi in unità pastorale con Izano). Nel 1996 è diventato parroco di Pescarolo e dal 2002 ha ricoperto anche l’incarico di amministratore parrocchiale di Pieve Terzagni. Nel 2014 si era quindi ritirato a Cingia de’ Botti, dove viveva nella cascina di famiglia: qui il decesso nella serata di lunedì 20 maggio, a seguito di un malore improvviso.




“Arte Rivelata… in Cattedrale”, il 19 e il 26 maggio il percorso alla riscoperta del Duomo di Cremona

Un doppio appuntamento dedicato alla storia e all’arte della Cattedrale di Cremona. Si terrà infatti domenica 19 e domenica 26 maggio il percorso “Arte Rivelata… in Cattedrale”, proposto da CrArt, in collaborazione con Cremona Sotterranea, alla riscoperta delle origini del Duomo.

Una proposta che sarà caratterizzata dalla riapertura esclusiva di alcuni luoghi solitamente inaccessibili della Cattedrale, che, sin dalle origini, si manifesta nella sua architettura, nella decorazione e nella storia dei suoi personaggi.

La visita sarà effettuabile in due turni, alle 14.30 e alle 15.30. Durante questi turni si salirà al matroneo sud, alla cantoria nel presbiterio e si visiterà la cripta, alla scoperta delle tracce antiche dell’edificio simbolo della città.

L’ingresso ai visitatori avrà un prezzo di 15 euro, con sconto previsto per gli associati CrArt e Cremona Sotteranea (13 euro) e per bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni (8 euro). La prenotazione è obbligatoria, scrivendo a info@crart.it o telefonando al 338 8071208. È inoltre disponibile il servizio di acquisto online, sul sito www.incremona.it.




“Da Arena di pace 2024: i sentieri che conducono alla giustizia e alla pace”. Il 27 maggio incontro al Maristella

Lunedì 27 maggio alle ore 21 presso la parrocchia Immacolata Concezione, nel quartiere Maristella di Cremona, si terrà l’evento: “Da Arena di pace 2024: i sentieri che conducono alla giustizia e alla pace”. Questo incontro sarà un momento di riflessione e dialogo, arricchito da video e testimonianze sull’incontro di pace con Papa Francesco svoltosi il 18 maggio scorso in Arena a Verona.

All’evento di Verona hanno partecipato 12.500 persone provenienti da realtà ecclesiali, missionarie, associazioni, movimenti popolari, organismi umanitari e semplici cittadini. Era presente anche una delegazione di Cremona e del Casalasco.

Durante la serata al Maristella saranno ripresentati i momenti più suggestivi dell’evento. In particolare, saranno riprese le risposte che Papa Francesco ha dato alle domande poste dai referenti dei cinque tavoli di lavoro preparatori ad Arena 2024 sui seguenti temi: ecologia integrale e stili di vita, migrazioni, diritti e democrazia, lavoro, economia e finanza.

L’incontro darà spazio anche a testimonianze vissute all’insegna della nonviolenza e riconciliazione proprio in paesi lacerati da conflitti e da violazione dei diritti umani.

L’evento del 27 maggio è promosso da Pax Christi e Circolo Romero ed è aperto a tutti.