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Su “Chiesa in Cammino” di Natale mons. Napolioni racconta la sua vocazione

È in uscita  “Chiesa in Cammino”  il periodico del Seminario vescovile diretto da don Claudio Rasoli. Nel numero di dicembre ampio spazio è dato alla vita dei dodici giovani che si stanno preparando a diventare sacerdoti. Da segnalare un articolo di don Angelo Piccinelli, insegnante di teologia spirituale e parroco di Soresina, sul ministero della confessione in questo inizio di Anno Santo della misericordia. Sempre interessante la rubrica di don Bruno Bignami sulla lettura “sacerdotale” dell’enciclica di Papa Francesca “Laudato si'”. Ampio spazio, infine, è dato alla nomina del nuovo vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni.

Proprio il nuovo pastore della Chiesa cremonese ha raccontanto la sua vocazione presbiterale nelle pagine centrali del magazine, corredate di foto della sua ordinazione: «Cresciuto in una famiglia come tante – racconta don Antonio – (papà avvocato che si definiva “cattolico anticlericale”, mamma casalinga, con un fratello più grande), ho cercato felicità in tanti modi, scoprendo ben presto – grazie all’esperienza scout – il gusto del servizio. Prematuramente educatore di fratelli minori, tra i 16 e i 21 anni si giocava la mia ricerca interiore di senso, stimolata da provvidenziali incontri e splendide esperienze di umanità nuova. Ma non bastava, correvo anzi il rischio di “servire per servirmi”, di giocare la parte del capo, di cercare me stesso più che il bene dei ragazzi».

«A 19 anni – continua il presule – vissi con grande intensità la resa alla forza della Sua misericordia, tornando a ricevere il sacramento del Perdono dopo qualche anno di indifferenza presuntuosa. Ormai mi aveva sedotto, il resto fu fame di preghiera e di Vangelo, scommessa sulle relazioni ecclesiali più diverse, fraternità con preti semplici e gioiosi. Che bello andare in montagna con don Ferdinando e poi studiare con lui le fonti della liturgia per proporre ai ragazzi percorsi di fede ben curati».

Nell’ottobre 1978 l’ingresso nel Seminario Regionale di Fano, una comunità di non più di 40 teologi «Cinque anni che volarono, seguiti da un prolungamento di studi e condivisione di vita coi Salesiani dell’UPS a Roma. Qualche anno di pastorale diocesana e poi, nel 1993, nuovamente in Seminario per 17 anni… Splendido cammino con tanti giovani, ascoltando travagli personali ed ammirando l’opera dello Spirito. Anche a me veniva chiesto di rinascere nella paternità, condivisa con fratelli preti altrettanto appassionati per la Chiesa».

ABBONAMENTI A “CHIESA IN CAMMINO”

Da alcuni mesi è possibile ricevere «Chiesa in Cammino» in formato digitale, sulla propria mail. Questo nuovo servizio permette di avere il periodico immediatamente, senza dover aspettare le lungaggini delle Poste. Il costo è di 5 euro l’anno. Per il versamento della quota si può utilizzare il conto corrente postale n. 11996261 intestato a «Seminario Vescovile – via Milano 5 – 26100 Cremona» oppure attraverso un bonifico bancario intestato al Seminario Vescovile presso Banca Prossima, codice IT97 D033 5901 6001 0000 0003 195, specificando la casuale. Si prega, poi, di mandare una mail a chiesaincammino@libero.it per avvisare dell’avvenuto pagamento e per trasmettere l’indirizzo digitale cui inviare il pdf del magazine.

Restano invariate le quote per ricevere il periodico cartaceo: 12 euro per l’abbonamento annuale “ordinario”, 30 euro per l’abbonamento annuale “sostenitore”.

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Domenica 20 dicembre in Cattedrale il concerto di Natale con il Magnificat di Rutter

La sera di domenica 20 dicembre nel massimo tempio di Cremona sarà proposto il tradizionale concerto di Natale. La serata, alla presenza di mons. Dante Lafranconi, vedrà esibirsi il Coro della Cattedrale di Cremona diretto da don Graziano Ghisolfi e il coro “Il Discanto” diretto da Daniele Scolari; all’organo Mascioni il maestro Fausto Caporali, voce solita il soprano Gea Gelmetti. Il concerto è promosso con il sostegno della Fondazione Arvedi-Buschini.

«Nell’Anno Santo appena aperto – spiega don Graziano Ghisolfi – si intende offrire alla comunità cristiana cremonese un momento di elevazione musicale che si focalizza su due grandi temi: la misericordia, tema del Giubileo straordinario, e il mistero del Natale».

In particolare sarà eseguito il “Magnificat” di John Rutter, opera di grande impatto musicale, capace di muovere grandi emozioni fin dal primo ascolto. Attraverso le parole di Maria si sarà condotti ad assaporare la grande misericordia di Dio che si stende “su quelli che lo temono”.

Il Magnificat di John Rutter è un’impostazione musicale del cantico biblico Magnificat, completato nel 1990. Ampliato in sette movimenti per soprano solista, coro misto e orchestra (la versione che verrà presentata durante il concerto è una trascrizione per organo di Fausto Caporali) si basa sul testo latino, intervallato da “Of a Rose, a lovely Rose”, un poema anonimo inglese su temi mariani. La musica comprende elementi di derivazione latino-americana. L’esecuzione, sotto la guida di don Graziano Ghisolfi, sarà affidata ai due cori uniti con il supporto strumentale di Fausto Caporali e di Gea Gelmetti negli interventi solistici.

A impreziosire la serara alcuni brani natalizi eseguiti dai due cori separatamente. Concluderà il concerto il solenne “Adeste Fideles” di Domenico Bartolucci interpretato all’unisono dalle due compagini.

Locandina      Programma     Curricula

 

Biografia di John Rutter

Nato a Londra nel 1945 è compositore, direttore d’orchestra, organista e produttore musicale. Dopo la Highgate School assieme a John Tavener, ha proseguito studiando musica al Clare College di Cambridge dove inseguito venne nominato docente di organo prima e direzione corale poi dal 1975 al 1979. Nel 1981 ha fondato il coro dei Cambridge Singers, che continua a dirigere tuttora e con il quale ha inciso un vasto repertorio di musica sacra incluse anche sue composizioni. Vive vicino a Cambridge e spesso è chiamato a dirigere altri importanti cori professionistici ed amatoriali ed orchestre in tutto il mondo. Ha una propria casa discografica la Collegium Records.

Le sue composizioni sono prevalentemente rivolte alla musica corale di genere mottettistico a cappella, ma anche di carattere strutturalmente più complesso con opere molto estese.
La sua musica è molto popolare, particolarmente negli Stati Uniti (dove definito “il più grande compositore e direttore di musica corale vivente”) mentre nel Regno Unito riceve pareri di diverso tipo perché considerato troppo “scontato e commerciale”.

In termini di performance e successo commerciale, egli è indubbiamente il compositore corale di maggior successo della sua generazione, e probabilmente di tutto lo scorso secolo.

La prima esecuzione del “Magnificat”, che il 20 dicembre sarà proposto nella Cattedrale di Cremona, è stata condotta dal compositore stesso alla Carnegie Hall di New York il 26 maggio 1990 e la prima registrazione con i Cambridge Singers e la London Sinfony Orchestra. Mentre il Cantico Magnificat è stato spesso messo in musica, essendo una parte normale della vespri cattolici e vespro anglicano, il lavoro di Rutter è una delle poche composizioni contemporanee di largo respiro. Importanti le critiche come con “la musica tesse un magico incantesimo di soave solennità e di pace”.




L’apertura del Giubileo al santuario di Caravaggio

Grande folla al Santuario di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio per l’apertura diocesana dell’Anno Santo della Misericordia: la basilica mariana, infatti, è stato proclamata dal vescovo Dante chiesa giubilare insieme a Cattedrale, santuario di Castelleone e quello di Casalmaggiore. L’Eucaristia di inaugurazione è stata presieduta da mons. Mario Marchesi, vicario generale.

La solenne liturgia ha avuto inizio dinanzi al portone d’ingresso principale con una breve invocazione da parte del celebrante, quindi, mentre la teoria di ministranti e sacerdoti si dirigeva verso il presbiterio, mons. Marchesi ha asperso i fedeli con l’acqua benedetta in ricordo del Battesimo, sulle note di “Ecco l’acqua che sgorga”, canto intonato dall’Unione Corale “Don Domenico Vecchi” diretta da Giovanni Merisio.

Durante l’omelia mons. Marchesi ha cercato di spiegare il significato profondo dell’Anno Santo e il suo riverbero nella vita di ogni giorno. A tal proposito ha posto una prima domanda: «Cosa significa misericordia?». E di seguito la risposta: «La misericordia consiste nel fare del bene a chi per se stesso non ha alcun merito». A fronte di ciò, è venuta subito una considerazione, e cioè che solo Dio è misericordioso in assoluto! Egli infatti fa del bene nonostante a volte l’atteggiamento dell’uomo non sia così ben disposto verso di Lui. Proseguendo il vicario generale si è domandato ancora: «L’umanità di oggi ha bisogno che Dio le usi misericordia?» Non a casa qualcuno ha definito il mondo moderno come un «gigantesco manicomio», infatti qualunque ambito sociale è intaccato da virus deleteri: dalla politica alla giustizia, dall’informazione al mondo religioso. Per cercare di rispondere, mons. Marchesi ha citato san Giovanni Paolo II, il quale fissò la prima domenica dopo Pasqua come la Domenica della divina misericordia seguendo quanto detto da Gesù stesso a suor Faustina Kowalska. All’epoca delle apparizioni alla santa polacca, erano molto forti le ideologie nazista e fascista, e l’unica forza per controbilanciare il male era dare una risposta di bene. Tuttavia anche oggi, le condizioni della  società attuale non sono migliori di allora. Oggi molti si illudono di poter sopravvivere mettendo Dio in un angolo e fondando le proprie certezze sull’anormalità dei bisogni.

Anche l’ambito religioso in questo contesto deve porsi una domanda: «la Chiesa ha bisogno della misericordia di Dio?». Mons. Marchesi ha argomentato la risposta a questo quesito sulla base di quattro punti: il primo riguarda la responsabilità di ciascuno. E cioè che il mondo non è estraneo a ciascun cristiano; chiunque ha delle responsabilità in base alle proprie azioni; il secondo punto toccato riguarda il peccato intrinseco nell’uomo. Mons. Marchesi ne ha citati due; il primo riguarda il non riconoscere Dio come merita, e il secondo come conseguenza del primo, il non amare sufficientemente gli altri come invece Dio chiede. Allargando il contesto ecco che nasce il terzo punto e cioè il riferimento alle nazioni: che cosa sono i popoli e le nazioni di fronte alla grandezza di Dio? Mons. Marchesi le ha definite come il peso di un pulviscolo sul piatto di una bilancia. I popoli del passato non esistono più e così sarà anche per il nostro tempo. A fronte di ciò è bene far tesoro di quanto veramente conta ed è eterno. L’ultimo punto, che raccoglie tutto, riguarda la misericordia che ha la meglio sul giudizio. L’errore che spesso i cristiani fanno consiste nel credere in un Dio che giudica e che condanna per il peccato commesso. Questo Giubileo, invece, vuol far partecipi della figura di un Dio che condanna il peccato, ma che perdona e gioisce nell’incontrare il peccatore. Anche dalle letture della liturgia , emerge un Dio gioioso che ama e cerca la Sua creatura. Mons. Marchesi ha concluso quindi affidando ciascuno di noi e l’umanità tutta alla misericordia di Dio.

La S. Messa è stata concelebrata dal nuovo rettore del Santuario, don Antonio Mascaretti, dal vicario zonale, don Marco Leggio e da molti sacerdoti delle zone pastorali prima e seconda.

Chiara Perego

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foto di Federico Conti

L’omelia di mons. Mario Marchesi



Il vescovo Scampa nella sua terra d’origine fino al 31 gennaio. Calendario fitto di appuntamenti, tra i quali il saluto a mons. Lafranconi e l’ingresso del nuovo Vescovo

È giunto in Italia la sera del 29 dicembre mons. Carmelo Scampa: rimarrà nella sua terra cremonese fino al 31 gennaio. Il Vescovo di São Luís de Montes Belos, originario di Scandolara Ripa d’Oglio, prenderà parte sia alla Messa di ringraziamento a conclusione del ministero episcopale del vescovo Lafranconi sia all’Ordinazione episcopale con ingresso in Diocesi del vescovo Napolioni, che già ha avuto modo di conoscere per via epistolare. Molti gli appuntamenti in agenda nelle diverse realtà della diocesi, per concludere il 31 gennaio con la celebrazione per il 50esimo di professione della missionaria suor Augusta Culpo.

 

Gli appuntamenti cremonesi

Il mese di gennaio come sempre è occasione per dom Carmelo per qualche giorno di riposo nella sua terra d’origine. Una “vacanza” che quest’anno sarà contrassegnata da alcune importanti scadenze alle quali il Vescovo cremonese non ha voluto far mancare la propria presenza. Così nel fitto calendario delle celebrazioni che presiedrerà in diverse località della diocesi non mancano gli appuntamenti legati alla successione episcopale in diocesi.

I primi appuntamenti in agenda come sempre il 31 dicembre, partendo dalla sua Scandolara Ripa d’Oglio e dal Boschetto, dove presiederà le Messe di ringraziamento per l’anno trascorso rispettivamente alle 16.30 e alle 18. Nella solennità di Maria Madre di Dio, invece, celebrerà l’Eucaristia a Rivarolo del Re (ore 11) e a Casanova d’Offredi (ore 17). Sabato 2 gennaio sarà di nuovo a Cremona per la Messa prefestiva nella rettoria di S. Rita, mentre in serata presiderà l’Eucaristia a Misano. La mattina di domenica 3 appuntamento a Sommo Con Porto.

Martedì 5 gennaio, alla vigilia dell’Epifania, mons. Scampa presiederà come consuetudine la Messa vespertina in Cattedrale (ore 18). Intenso il giorno dell’Epifania, con le celebrazioni a S. Abbondio (9.30), Scandolara Ripa d’Oglio (11) e al Santuario di Caravaggio (16).

Sabato 9 gennaio appuntamento alle 17.30 a S. Daniele Po; domenica 10 alle ore 10.45 a Casalbuttano e alle 18 a Vailate. Il successivo fine settimana Messe a Corte de’ Frati (sabato 16 alle 16.30) e domenica a Bozzolo.

Martedì 19 gennaio mons. Scampa sarà di nuovo a Cremona, dove alle 16 presiderà l’Eucaristia presso l’Istituto delle Figlie di Gesù Buon Pastore, in occasione del “dies natalis” della fondatrice Giulia Colbert di Barolo.

Nel pomeriggio di sabato 23 gennaio il vescovo Scampa sarà in Cattedrale per la Messa di ringraziamento a conclusione del ministero episcopale di mons. Lafranconi; mentre all’indomani celebrerà l’Eucaristia a San Giovanni in Croce (10.30).

Intenso anche l’ultimo fine settimana di gennaio. Anzitutto concelebrando, nel pomeriggio di sabato 30 gennaio, la solenne Messa di ordinazione episcopale con ingresso in Diocesi del vescovo Antonio Napolioni. Nella mattinata di domenica 31 gennaio mons. Scampa sarà infine a S. Matteo delle Chiaviche per la Messa in occasione del 50esimo di consacrazione di suor Augusta Culpo, missionaria in Brasile. Nel pomeriggio il trasferimento in aeroporto per il rientro nella diocesi di São Luís dos Montes Belos, dove lo attende un 2016 molto impegnativo.

 

Prospettive pastorali per la diocesi di São Luís 

“Abbiamo pubblicato il terzo piano pastorale – spiega il vescovo Scampa – che è una concretizzazione delle direttrici nazionali di lavoro per il 2015/2019. In particolare con l’attenzione che si focalizza su cinque aspetti prioritari. Dopo l’Assemblea diocesana l’asse portante individuato è quello della ‘missione continentale’, dove la dimensione missionaria coinvolge tutto il popolo con le rispettive comunità. Quindi il rinnovamento della catechesi secondo lo stile catecumenale, secondo gli orientamenti dei Vescovi del Brasile. Altro aspetto riguarda le parrocchie, tutte molto grandi, chiamate a fare rete di comunità. Priorità assoluta quella della famiglia, così come l’ambito vocazionale. Ogni anno vi saranno proposte concrete rispetto a questi ambiti”.

Proprio per quanto riguarda le vocazioni non arrivano belle notizie. “Abbiamo una 20iuna di seminaristi, tra studi filosofici e teologici. La nota triste è che chiuderemo il Seminario Minore, visto che abbiamo un solo candidato”. Per mons. Scampa è necessario un maggior incentivo delle vocazioni locali, consapevole delle difficoltà rispetto alla presenza dei “fidei donum”. Diversi quelli cremonesi che hanno operato nella diocesi di São Luís de Montes Belos e che ora sono tutti tornati in patria: don Angelo Ferrari, parroco di Doverlandia; don Maurizio Germiniasi, già parroco di Doverlandia e poi di Piranhas e Arenopolis; don Giancarlo Regazzetti, parroco di Bom Jardim de Goiás; don Antonio Trapattoni, parroco di Doverlandia e già rettore del seminario minore; don Silvano Rossi, collaboratore spirituale nel Seminario; don Pierluigi Vei, parroco di Doverlandia. “Se i ‘fidei donum’ sono sacerdoti giovani – possono inculturarsi e la collaborazione può essere forte, ma è davvero difficile svolgere il ministero lontano dalla propria terra quando c’è alle spalle una esperienza molto consolidata”.

Intanto ha già festeggiato un anno di attività la comunità di recupero pensata per offrire una nuova prospettiva di vita per chi cerca di uscire dal tunnel della droga. Proprio a questo scopo la Diocesi ha acquistato, a circa 20 km da São Luís, un’azienda agricola di oltre 33 ettari per permettere agli ospiti di provvedere autonomamente al proprio sostentamento. Proprio per aiutare a sostenere questa spesa è venuta in aiuto la generosità dei cremonesi con l’Avvento di Fraternità 2011. Mons. Lafranconi, durante la sua permanenza a São Luís, prima della Gmg di Rio de Janeiro, ha visitato il cantiere della struttura, che è stata ufficialmente inaugurata nel settembre del 2014, affidata alla “Fazenda da Esperança” di Guaratinguetà (São Paulo), un gruppo fondato dal francescano tedesco Frei Hans. La casa di recupero è stata voluta come segno concreto della preoccupazione della Diocesi verso il problema della droga in un particolare anniversario: i cinquant´anni della fondazione della diocesi. Una Chiesa che conta quasi 300mila abitanti (di cui oltre il 70% battezzati) sparsi su un territorio di oltre 42.500 chilometri quadrati, dal 2003 è guidata appunto dal vescovo Scampa. “Attualmente – precisa il mons. Scampa – gli ospiti della comunità di recupero sono 16, tra giovani e meno giovani. Nel mese di gennaio i seminaristi, a gruppi di cinque, vivranno per una settimana insieme a loro: sarà un’occasione concreta di attenzione alle esigenze di queste persone e anche per rendersi conto in prima persona di quanto sia grave il problema della droga”.

 

Il grazie di dom Carmelo al vescovo Dante

A caratterizzare le “vacanze” cremonesi di mons. Scampa c’è la coincidenza con la successione episcopale nella sua diocesi d’origine. Il vescovo Carmelo sarà presente sia alla celebrazione di saluto a mons. Lafranconi che all’ordinazione e all’ingresso del suo successore. “Non ho ancora avuto modo di incontrare personalemente il vescovo eletto Napolioni – afferma mons. Scampa – ma abbiamo iniziato a instaurare una prima relazione epistolare e posso dire che mi sembra si sia instaurato già un clima buono”.

Parole di apprezzamento e riconoscenza mons. Scampa le spende anche per mons. Lafranconi, che negli anni ha avuto modo di conoscere e apprezzare. “Con lui – conferma il vescovo Carmelo – c’è stato sempre un rapporto molto cordiale. E poi, tra l’altro, lui mi ha imposto le mani all’ordinazione episcopale. Devo dire che ci ha sempre aiutati, soprattutto per il Seminario. E lo ha fatto sempre fatto in forma molto discreta. Devo dirgli grazie. Così come per i sei fidei donum che ha mandato negli anni. Per questo il 23 gennaio non potevo certo mancare”.

Ma c’è anche un’altra particolare circostanza che ha portato mons. Scampa ad allungare la prorpria permanenza in Italia sino a fine mese: il 50esimo di vita religiosa di suor Augusta Culpo, missionaria cremonese impegnata a San Paolo del Brasile. “Abbiamo lavorato insieme – ricorda il vescovo Carmelo, che presiderà la Messa per l’anniversario di suor Augusta la mattina del 31 gennaio a S. Matteo delle Chiviche – e ha insistito tanto perché anch’io fossi presente. Lo faccio davvero molto volentieri”.

 

Biografia di mons. Scampa

Mons. Carmelo Scampa è nato a Scandolara Ripa d’Oglio (CR) il 27 gennaio 1944. Ordinato presbitero il 27 giugno 1971 è stato vicario a San Bernardo in città e poi a San Daniele. Nel 1977 è partito come missionario CEIAL per il Brasile dove è rimasto fino al 1989 quando è rientrato in diocesi per assumere l’incarico di parroco di Villarocca e direttore del Centro Diocesano Vocazioni. Nel 1990 è tornato in Brasile come sacerdote fidei donum ricoprendo incarichi sempre più prestigiosi, tra i quali quello di Segretario della Conferenza Episcopale del Centro-Ovest. Eletto vescovo di Saõ Luis de Montes Belos (Brasile) il 30 ottobre 2002 è stato ordinato il 5 gennaio 2003. Alla liturgia prese parte anche mons. Lafranconi insieme a una nutrita delegazione cremonese.




#sportumano: giovedì 17 dicembre il Vescovo incontra il mondo agonistico in vista del Natale

L’appuntamento natalizio ormai tradizionale con il Vescovo di Cremona e il mondo agonistico animato dal Centro Sportivo Italiano si terrà nella serata di giovedì 17 dicembre presso la chiesa parrocchiale San Giuseppe nel quartiere Cambonino a Cremona.

Semplice e forte il titolo di questa edizione: #sportumano, a segnalare l’impegno CSI e non solo di qualificare la proposta sportiva e l’attività di quanti ruotano nelle società sportive come adulti, allenatori, dirigenti e genitori in senso propriamente educativo.

Educare all’umano, allo spirito della giusta competizione e alla globalità dell’esperienza è oggi difficile e al tempo stesso sfida avvincente. Lo sport offre e richiede spazi anche di valore. Lo dimostrano i ragazzi intervistati che, a vario titolo, faranno sentire la loro voce e provocheranno gli adulti a prendere coscienza della preziosità della vita che è posta nelle loro mani. Il tutto in una suggestiva cornice celebrativa che alle soglie del Natale aiuterà a riprendere il senso della luce, della parola e della preghiera, per tutti.

L’animazione liturgica sarà affidata al coro dell’Oratorio di Arzago d’Adda e l’ospitalità alla comunità parrocchiale guidata da don Alberto Martinelli.

Non mancherà ovviamente la parola del vescovo Dante, giunto al suo ultimo appuntamento con il CSI cremonese prima del saluto alla diocesi e della pensione. Al suo fianco l’assistente ecclesiastico don Paolo Arienti, che è anche direttore dell’ufficio di pastorale giovanile e presidente della F.O.Cr. In prima fila la dirigenza del CSI con il presidente Daniele Zanoni.

Sono invitati al Natale dello sportivo i genitori, i dirigenti, gli allenatori e quanti condividono la passione educativa radicata nello sport oratoriano e non.




Venerdì presso la Fondazione Città di Cremona la presentazione del libro “Intorno ad un Requiem di Don Primo Mazzolari” di Walter Montini e don Samuele Riva

Si terrà venerdì 18 dicembre a Cremona la presentazione del libro “Intorno ad un Requiem di Don Primo Mazzolari”, dedicato da Walter Montini (in foto a destra) e don Samuele Riva (in foto a sinistra) a un approfondimento di una pagina di alta spiritualità scritta da don Mazzolari, del quale è in corso il processo di beatificazione. L’incontro è fissato per le 17.30 presso la sala consiliare della Fondazione Città di Cremona (piazza Giovanni XXIII, n° 1).

L’elegante volumetto si avvale della presentazione di Don Maurizio Compiani, biblista e docente di teologia presso la Sede Cremonese dell’Università cattolica.

Nell’occasione sarà presentato al pubblico anche un dipinto del pittore cremonese Mario Rota, raffigurante il campanile della chiesa parrocchiale di Bozzolo, nel quale don Mazzolari trovò riparo alla persecuzione cui era fatto oggetto dagli occupanti tedeschi.

Don Primo Mazzolari, nativo di Cremona, dove ha avuto i natali del 1890, fu parroco di Bozzolo fino alla sua morte nel 1959. Di lui si ricordano il costante impegno in ambito sociale e la sollecita cura di quei valori cha caratterizzarono la Resistenza durante l’ultima fase della seconda guerra mondiale. Autore di numerose riflessioni teologiche e di approfonditi studi a tema biblico, il sacerdote tocca qui uno dei vertici più alti della spiritualità cristiana.

Di Walter Montini è noto l’impegno sia in campo sociale che culturale, poiché ha svolto funzioni sia presso la Provincia di Cremona che in Regione Lombardia, presso il Comune di Roma e la Presidenza del Consiglio. Più volte sindaco del Comune di Gabbioneta-Binanuova, è stato capo di Gabinetto durante l’Amministrazione Perri a Cremona e Senatore della Repubblica nella XI legislatura. Appassionato di storia locale, ha diretto riviste a carattere scientifico-culturale e pubblicato saggi e ricerche, tra i quali figurano una raccolta di scritti di Vincenzo Vernaschi e di don Carlo Bellò, del quale presiede il Comitato di studi. Da tempo attivo nel campo del volontariato, è stato presidente del comitato provinciale di Cremona della Croce Rossa Italiana e della scuola per assistenti sanitari, attualmente è presidente dell’Associazione della Residenze socio-sanitarie della Provincia di Cremona (A.R.SA.C.). Dal 2002 insegna, presso l’Università degli studi di Brescia, Sociologia dell’ambiente e del territorio, nel corso di laurea per assistente sanitario.

Don Samuele Riva, nato in terra bergamasca, ha frequentato i corsi di teologia nel Seminario Vescovile di Cremona ed è stato ordinato sacerdote dal vescovo Enrico Assi. Già vicario parrocchiale presso il Duomo cremonese, è docente di religione presso l’Istituto Ghisleri e il Liceo linguistico Beata Vergine. Perfezionati gli studi teologici presso il Pontificio Istituto di Padova, ha ottenuto, dopo la specializzazione liturgico-pastorale, il dottorato in Sacra Teologia nel 2005. Attualmente è parroco delle comunità di Sabbioneta, Breda Cisoni, Ponte Terra, Villa Pasquali e il Santuario di Vigoreto, in territorio mantovano. Autore di saggi di carattere storico, teologico ed artistico, collabora stabilmente con la Editrice Queriniana di Brescia ed è autore di numerosi scritti pubblicati su riviste specialistiche a tema liturgico.




Presentato il libro “Un requiem di don Primo Mazzolari” di Walter Montini e don Samuele Riva

Nel pomeriggio di venerdì 18 dicembre, presso la sala consiliare di Fondazione Città di Cremona, è stato presentato il libro “Un requiem di don Primo Mazzolari”, scritto a quattro mani dal senatore Walter Montini e da don Samuele Riva, parroco delle comunità di Sabbioneta, laureato in liturgia pastorale. I due autori hanno curato l’edizione di questa preghiera fino ad ora inedita, commentandola dal punto di vista letterario e teologico: un Requiem tutto mazzolariano che, pregando per i morti, in verità medita sulla vita, sulle verità più profonde, i suoi misteriosi intrecci di speranze e ingiustizie, di dolori e impegno. Diversi nel libro i riferimenti ad altri autori che hanno trattato il tema della morte e del dolore. 

Dopo i saluti iniziali della presidente di Fondazione Città di Cremona, Oriana Garoli, è stata anche resa ufficiale la donazione alla Fondazione di un’opera d’arte del pittore Mario Rota. Si tratta di un olio su tela il cui soggetto si connette alla figura di don Primo Mazzolari, poiché rappresenta il campanile della chiesa parrocchiale di Bozzolo, dove il prete cremonese si rifugiò dal 1° marzo al 25 aprile 1945, durante l’occupazione tedesca, come testimoniato in “Diario di una primavera”. L’artista, presente in sala, ha voluto ricordare le ultime parole del “Diario di Mazzolari”, scritte in occasione del giorno della liberazione: “La finestra rimane socchiusa, la porta si apre. La liberazione non è tutto”.

In modo complementare, due studi – uno più di carattere letterario (quello di Montini, “Un Requiem per i vivi); l’altro di stampo più teologico (quello di Riva, “Una luce sul Mistero”) – accompagnano il lettore ad una più profonda comprensione dello scritto mazzolariano.

Il requiem di Mazzolari edito nella pubblicazione è stato declamata dalla prof.ssa Tiziana Cordani, che ne ha poi approfondito il significato. Si tratta di una preghiera per i vivi, lasciata come viatico per tutti i giorni, soprattutto per coloro che attraversano momenti di dolore e sofferenza. “Un testo estremamente denso – ha commentanto la Cordani – diverso dal solito requiem che recitiamo”. “È un requiem che parla della comunione tra i vivi e i morti come un’unica cosa”. La preghiera di Mazzolari si avvicina ai “vinti”, ripetendo che la sfida della morte è forse l’unica che avvicina al mistero e apre alla speranza. “Avremmo forse dovuto parlare di questo requiem non vicino al Natale, ma a Pasqua – ha concluso la professoressa – non perché è una preghiera che parla di morte, ma perchè tratta della vita dopo la morte”.

Lettura e commento della prof.ssa Tiziana Cordani

Il senatore Walter Montini è poi intervenuto, sottolineando che nella preghiera di don Primo vengono abbracciati proprio tutti gli uomini “arrivati in porto”: quelli che hanno lavorato per il dovere, lottato per la giustizia, per i forti che vollero e gli eletti che seppero, per quelli che passarono per il dolore, i diseredati, i vinti… Non ci sono differenze di ordine sociale o di stato in questa invocazione, che vede tutti gli uomini uguali nel momento decisivo dell’abbandono della vita terrena. Questa è allora una preghiera che ha a che fare con volti veri, che hanno vissuto e che vivono ancora: significativa in questo senso l’immagine in copertina, “Volti in ascolto” di Carla Bergamasco, che rimanda alla concretezza e la verità della vita. I morti possono diventare presenze che possono dare ancora speranza a quanti ancora vivono.

Intervento di Walter Montini

 

L’introduzione al testo è del biblista cremonese don Maurizio Compiani, che nelle pagine iniziali evidenzia come nel testo siano immediatamente riconoscibili i toni, i contenuti e lo stile appassionato, propri dell’originale e travolgente personalità del parroco di Bozzolo.

Nel testo di Montini si incontrano frequenti riferimenti ai contributi e agli studi condotti su Mazzolari da un altro sacerdote cremonese, lo storico e saggista don Carlo Bello’ (1923-1983), accanto a riflessioni di alcuni scrittori italiani che sul mistero della morte hanno scritto pagine bellissime: Mounier, Bo, Testori e tanti altri.

Nel saggio di Samuele Riva sono evidenti i riflessi biblici e teologici colti nella breve preghiera di don Primo. Nel suo scrivere orante – annota don Riva – “l’umanità non viene mai tarpata dalla fede, anzi, ne viene esaltata, e l’uomo, di fronte al Mistero, … avverte in sé il duello irriducibile tra il senso di ”mestizia” e il bisogno di “speranza’”.

Si tratta dunque di una pubblicazione che consolida la conoscenza di Mazzolari, per chi già ne conosce l’opera, e nel contempo accompagna il “nuovo” lettore alla piacevole scoperta di un testimone la cui vita e il cui insegnamento hanno marcato in modo indelebile un tratto del cammino

Significativo riprendere in mano questa preghiera, in particolare all’avvicinarsi del Natale: le parole sagge di don Primo riescono a trasmettere la speranza che permette al passaggio inevitabile della morte di tramuti in «felele mestizia fidente», profonda fiducia in una vita oltre l’esistenza terrena.

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L’apertura del Giubileo al santuario di Castelleone

Nel limpido pomeriggio di domenica 13 dicembre si è svolta la solenne celebrazione di inizio dell’anno giubilare anche presso il Santuario della Misericordia di Castelleone. Il grazioso complesso mariano, immerso nella campagna cremonese, ha accolto una folla enorme di fedeli di ogni età proveniente dalla zona circostante per partecipare alla solenne celebrazione presieduta da mons. Mario Barbieri, delegato episcopale per il clero, affiancato dal prevosto mons. Amedeo Ferrari e dal prefetto del Santuario don Rinaldo Salerno. Dopo la preghiera dinanzi al portale, ministranti e sacerdoti sono entrati nella chiesa accolti dal canto della schola cantorum diretta da Gianmario Marinoni. Al posto dell’atto penitenziale il celebrante ha asperso i fedeli con l’acqua benedetta nel ricordo del battesimo.

Nell’omelia mons. Barbieri ha ricordato che la presenza di tanti fedeli è frutto: «dell’invito rivolto da Gesù che ha espresso il suo amore per noi incarnandosi e dandosi per tutti. Questo atteggiamento lo esprimiamo con l’espressione “misericordia” che è l’amore di Dio, da capire, da accogliere, da corrispondere, sentendoci rinfrancati da questa presenza che Il Signore esprime nei nostri riguardi».

Il sacerdote si è poi soffermato sulla figura di Maria: «Siamo nel santuario della Madonna della Misericordia, scelto come luogo particolare anche per ricevere questa benedizione, questa grazia particolare del suo perdono. Abbiamo bisogno di fare nostro lo spirito di Maria che è diventata segno di misericordia per tutti noi».

Mons. Barbieri ha evidenziato poi come Maria acconsentendo alla chiamata celeste è divenuta esempio, quasi un aiuto a Dio per portare a Lui tutti gli uomini: la Madonna rispondendo alla chiamata del Signore, esprime il modo in cui anche l’uomo possa accogliere il dono del Signore e della sua misericordia.

Importante è anche il rapporto con il prossimo che non deve mai essere separato dalla devozione verso Dio come è stato ben evidenziato durante l’omelia: «Mettiamoci in questa disposizione d’animo per farci accogliere dal Signore così da fare in modo che ci sia anche lo spirito che ci apre agli altri. Come ci ricorda il Papa infatti siamo tutti figli di Dio e dobbiamo ricordare tutti, anche le situazioni difficili nelle quali vivono i nostri fratelli: accogliere il Signore e chiudere il nostro cuore agli altri smentisce quello dovrebbe essere lo spirito della nostra comunione col Signore. Tornare al Signore per rinnovare la nostra adesione a lui, comporta anche amare e accogliere tutte le persone, sentodole nostri fratelli. Sono impegni che anche il Vescovo ci ha ricordato: l’amore in famiglia, verso le persone in difficoltà, in sofferenza, gli ammalati, gli anziani, i disabili, i carcerati, i profughi,  i poveri. Le cosiddette opere di misericordia  devono essere il segno del nostro ritorno al Signore, segno della sincerità della nostra fede e della nostra adesione a Dio».

Al termine della celebrazione i ringraziamenti di mons. Amedeo Ferrari, rettore del santuario che ha augurato a tutti i presenti di poter ricevere la misericordia del Signore per poterla anche poi diffonderla in una Chiesa sempre più in uscita.

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L’omelia di mons. Mario Barbieri



L’apertura del Giubileo al santuario di Casalmaggiore

Il Santuario della Madonna della Fontana a Casalmaggiore è uno dei tre Santuari Mariani Giubilari della Diocesi di Cremona dove è stato dato l’avvio ufficiale all’Anno Santo straordinario della Misericordia domenica 13 dicembre 2015. Don Irvano Maglia, inviato dal Vescovo e delegato per la pastorale, ha presieduto la celebrazione in una chiesa, peraltro già gremita dalle ore 16, alla presenza di numerosi sacerdoti, pellegrini e autorità locali, tra di essi il primo cittadino Filippo Bongiovanni.

La corale Santo Stefano del Duomo di Casalmaggiore, alle ore 17, ha intonato il canto d’ingresso dando inizio al rito con la processione dei sacerdoti, l’invocazione del celebrante alla misericordia divina e l’aspersione dei fedeli, in ricordo del battesimo.

Don Irvano, nella sua omelia, ci regala numerosi spunti di riflessione. Inizia un percorso di vita personale all’insegna del cambiamento, siamo venuti in pellegrinaggio trascinati dalla forza di Dio.

«Che cos’è la Misericordia? – ha esordito -. La Misericordia di Dio è dono che non può essere tenuto per sè, bensì deve essere ridonato nello stesso stile di Dio: amando per primi, amando senza condizioni, amando operando il bene spirituale e materiale del prossimo. È l’amore di Dio che condivide la nostra sorte, l’amore che ci permette di ritornare a Lui e trovare sempre la porta aperta».

«Giovanni il Battista – ha proseguito -, infatti, ci esorta a dare concretezza alla nostra attesa del Signore attraverso le opere di Misericordia: “chi di voi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettanto”. Ma Luca ha uno spunto originale. Egli mentre fa un cernita di chi va da Giovanni il Battista, distingue tra pubblicani e soldati, due categorie di persone che più facevano fatica a seguire un itinerario di conversione. A queste categorie di persone un poco lontane, Giovanni Battista propone di esercitare la base della Misericordia, cioè la giustizia: “non esigete nulla di più di quanto è stato fissato”; “non maltrattate e non estorcete, accontentatevi delle vostre paghe”».

L’inizio dell’esercizio della Misericordia «è l’esercizio della giustizia. Il discepolo del Signore non può porgere una mano ad elargire e una mano a trattenere». Infine Giovanni Battista «ci rivela che la manifestazione della Misericordia di Dio passa attraverso la verità della nostra vita. Siamo servitori dell’amore di Dio nella nostra vita, Cristo deve crescere e manifestarsi, non il nostro orgoglio». E così don Irvano ha terminato: «Preghiamo Maria, la madre della Misericordia, la fontana da cui sgorga l’acqua pura dell’amore di Dio, la Serva della Parola di Dio, perché ci accompagni nel nostro desiderio di diventare con Gesù “volto della Misericordia del Padre”».

Al concludersi della Messa è stato molto toccante, oltre i ringraziamenti dovuti, ribadire da parte dei frati della loro già risaputa disponibilità ad accogliere tutti i pellegrini, mendicanti di Misericordia, con la nota semplicità, umiltà e gioia francescana. Infine i celebranti sono scesi nella cripta – un gesto molto caratteristico in questa chiesa mariana – per l’ultima preghiera cantata: la Salve Regina.

Il tempo della misericordia è iniziato, ora tutti hanno bisogno di rendere concreto nel quotidiano lo stile proprio di Dio: “Misericordiosi come il Padre”.

Carmen

 

L’omelia di don Irvano Maglia

Photogallery della celebrazione




A Calcio nel fine settimana mercatini di Natale e Concerto Gospel

In attesa del Natale, la comunità parrocchiale di Calcio ha pensato di organizzare un fine settimana ricco di iniziative per cominciare a diffondere tra le vie del paese il clima di festa e di calore familiare tipico delle feste natalizie. Già dalla mattina di sabato 20 dicembre la piazza principale sarà animata dalle bancarelle dei Mercatini di Natale. Nel pomeriggio, dalle 14.30 i bambini potranno divertirsi sul Trenino degli Elfi, sui gonfiabili o scattando qualche fotografia nel magico mondo di Babbo Natale.

Alle 17.30, sempre per i più piccoli, presso l’oratorio è poi organizzato un laboratorio creativo. Anche gli adulti potranno godersi questo particolare pomeriggio, degustando vin brulè, cioccolata calda e biscotti. Alle 19.30 avrà infine inizio la serata: prima la proposta di una cena in oratorio aperta a tutte le famiglie – è necessaria la prenotazione – e alle 21.15 la Tombola di Natale. Alle 22.20 la serata terminerà con la benedizione delle statuine di Gesù Bambino – il lancio delle lanterne cinesi è sospeso.

Anche il giorno successivo, domenica 20, non mancheranno momenti di festa e svago. Dalle 15 chi desidererà potrà fare tappa al Villaggio della Buona azione, uno spazio in cui portare in dono qualche oggetto da destinare ai meno fortunati. Saranno presenti ancora i gonfiabili e si potrà fare il giro della piazza sui pony. A partire dalle 21 la serata sarà allietata dai canti gospel che si potranno ascoltare nella chiesa parrocchiale durante il Concerto-Spettacolo proposto dal Coro Effatà Hope di Calcio – unito, per l’esecuzione di alcuni brani al neonato coro diocesano. Ospite d’onore sarà Junior Robinson, una delle voci più famose del gospel internazionale. La serata sarà condotta dal conduttore di TV2000 Enrico Selleri.