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Drum bun: vacanza di servizio in Romania e Albania

Estate tempo di ferie e di vacanze, ma anche di volontariato. Lo sanno bene i giovani del progetto “Drum Bun” (“Buon Viaggio” in rumeno), il gruppo cremonese che da 20 anni promuove esperienze di solidarietà all’estero, in Romania e Albania, “esportando” la tradizione tipica degli oratori cremonesi.

Quest’anno il gruppo dei giovani cremonesi della Drum Bun si arricchisce di un nutrito gruppo di giovanissimi di quarta e quinta superiore della parrocchia di Decima (BO) guidati da don Simone Nannetti. In tutto, anche per l’estate 2017, saranno una quarantina i giovani che partiranno alla volta della Romania e dell’Albania. Entrambi i gruppi copriranno una decina di giorni di attività con bambini e adolescenti del posto.

L’esperienza di volontariato in Albania e Romania dura ormai da vent’anni: il progetto nasce, infatti, nel 1997 dall’idea di don Pierluigi Codazzi e un gruppo di giovani e adulti che propongono attività educative per bambini e ragazzi.

La cerchia di volontari italiani durante tutti questi anni si è progressivamente allargata coinvolgendo giovani da diverse realtà del territorio cremonese e non solo.

Tra le mete romene del 2017 non possono mancare l’ormai conosciuta parrocchia cattolica di Campina, all’interno della quale si trova anche “Casa Speranza”, tra le primissime mete dei viaggi del gruppo Drum Bun, gestita da alcune suore che per vocazione si dedicano all’accoglienza di bambini e ragazzi in difficoltà; Aricesti centro gestito dall’associazione Concordia a favore di bambini di strada o con gravi fragilità familiari; la parrocchia cattolica di Ploiesti; e da quest’anno si aggiunge il comune di Poiana, vicino a Campina.

In Albania invece l’impegno riguarda Puke, dove opera il sacerdote cremonese don Giovanni Fiocchi e la parrocchia cattolica di Fush Arrez. Anche qui saranno realizzate delle attività stile Grest per i bambini e gli adolescenti del posto; inoltre i giovani della Drum Bun avranno l’occasione di accompagnare le suore di madre Teresa di Calcutta nelle loro visite ai villaggi sui monti albanesi.

Allora che sia davvero, anche per quest’anno, un buon viaggio: “drum bun” a tutti!




La responsabilità morale alla vaccinazione

Sul tema, tanto discusso, dell’uso dei vaccini, pubblichiamo il comunicato a firma congiunta della Pontificia Accademia per la Vita, dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della Salute e dell’Associazione Medici Cattolici Italiani: ad alcune precisazioni di carattere medico e scientifico, seguono quelle di carattere etico.

 

 

Alcune precisazione di carattere medico e scientifico

Il difetto di vaccinazione della popolazione implica il grave rischio sanitario di diffusione di pericolose e spesso letali malattie infettive, debellate in passato, proprio grazie all’uso dei vaccini, come, ad esempio, il morbillo, la rosolia e la varicella.

Come rilevato dall’Istituto Superiore di Sanità italiano, a partire dal 2013, si è registrata una progressiva tendenza in diminuzione delle coperture vaccinali e i dati di copertura vaccinale per morbillo e rosolia sono passati dal 90,4% nel 2013 all’85,3% nel 2015, a fronte delle indicazioni dell’OMS che raccomandano una copertura vaccinale del 95% per eliminare la circolazione del virus.

Nel passato i vaccini possono essere stati preparati da cellule provenienti da feti umani abortiti, ma al momento le linee cellulari utilizzate sono molto distanti dagli aborti originali.

I vaccini a cui si fa riferimento, fra quelli maggiormente in uso in Italia, sono quelli contro la rosolia, la varicella, la poliomielite e l’epatite A.

Va considerato che oggi non è più necessario ricavare cellule da nuovi aborti volontari, e che le linee cellulari sulle quali i vaccini in questione sono coltivati derivano unicamente dai due feti abortiti originariamente negli Anni Sessanta del Novecento.

Dal punto di vista clinico va, inoltre, ribadito che il trattamento con i vaccini, pur a fronte di rarissimi effetti collaterali (gli eventi che si verificano più comunemente sono di lieve entità e dovuti alla risposta immunitaria al vaccino stesso), è sicuro ed efficace e che nessuna correlazione sussiste fra somministrazione del vaccino ed insorgenza dell’autismo.

 

Alcune riflessioni di carattere etico

Dal punto di vista etico, la Pontificia Accademia per la Vita aveva pubblicato nel 2005 un documento intitolato: “Riflessioni morali circa i vaccini preparati a partire da cellule provenienti da feti umani abortiti” che, alla luce dei progressi della medicina e delle attuali condizioni di preparazione di alcuni vaccini, potrebbe essere a breve rivisto e aggiornato, soprattutto in considerazione del fatto che le linee cellulari attualmente utilizzate sono molto distanti dagli aborti originali e non implicano più quel legame di cooperazione morale indispensabile per una valutazione eticamente negativa del loro utilizzo.

D’altro canto, non meno urgente risulta l’obbligo morale di garantire la copertura vaccinale necessaria per la sicurezza altrui, soprattutto di quei soggetti deboli e vulnerabili come le donne in gravidanza e i soggetti colpiti da immunodeficienza che non possono direttamente vaccinarsi contro queste patologie.

Per quanto riguarda la questione di vaccini che nella loro preparazione potrebbero impiegare o avere impiegato cellule provenienti da feti abortiti volontariamente, va specificato che il “male” in senso morale sta nelle azioni, non nelle cose o nella materia in quanto tali.

Le caratteristiche tecniche di produzione dei vaccini più comunemente utilizzati in età infantile ci portano ad escludere che vi sia una cooperazione moralmente rilevante tra coloro che oggi utilizzano questi vaccini e la pratica dell’aborto volontario. Quindi riteniamo che si possano applicare tutte le vaccinazioni clinicamente consigliate con coscienza sicura che il ricorso a tali vaccini non significhi una cooperazione all’aborto volontario. Pur nell’impegno comune a far sì che ogni vaccino non abbia alcun riferimento per la sua preparazione ad eventuale materiale di origine abortivo, si ribadisce la responsabilità morale alla vaccinazione per non far correre dei gravi rischi di salute ai bambini e alla popolazione in generale.

 

Roma, 31 luglio 2017

Pontificia Accademia per la Vita
Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute (CEI)
Associazione Medici Cattolici Italiani




Deceduto don Giuseppe Perri: martedì i funerali

Domenica 30 luglio è deceduto, presso la casa di cura S. Camillo di Cremona, dove era ricoverato da alcuni giorni, don Giuseppe Perri. Classe 1939, era originario di Castelnuovo del Zappa. I funerali saranno presieduti dal vescovo Napolioni nel pomeriggio di martedì 1° agosto, alle 15, nella chiesa parrocchiale di Sesto Cremonese: proprio nella casa di riposo del paese sarà allestita la camera ardente.

Don Giuseppe Perri è nato a Soresina il 21 gennaio 1939 ed è stato ordinato sacerdote il 27 giugno 1964 mentre risiedeva nella comunità parrocchiale di Castelnuovo del Zappa.

Il suo primo incarico pastorale è stato come vicario parrocchiale a Sesto Cremonese, comunità alla quale è rimasto sempre fortemente legato.

Nel 1975 è stato scelto come parroco di San Pietro in Mendicate; nel 1986 il trasferimento, sempre come parroco, a Ca’ d’Andrea.

Nel 1994 è diventato parroco della comunità dei Santi Cosma e Damiano in Persico (comune di Persico Dosimo), parrocchia che ha guidato per 20 anni, sino al luglio 2014, quando ha rinunciato per raggiunti limiti d’età.




Venerdì 18 agosto a La Pace il Tokyo Centre Ensemble

Venerdì 18 agosto, alle ore 10, nel magnifico parco della casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” di Cremona, straordinario appuntamento con la prestigiosa orchestra giovanile Tokyo Centre Ensemble, che terrà la prova generale del programma con il quale si esibirà in serata nella splendida cornice di Palazzo Trecchi nell’ambito del Cremona Summer Festival.

L’evento si è reso possibile grazie alla fattiva collaborazione della signora Tae Semba di Tokyo unitamente a Confartigianato Imprese Cremona ed in particolare del presidente del Gruppo Liutaio Stefano Trabucchi.

L’orchestra Tokyo Centre Ensemble è stata fondata dai maestri Naoki Matsui e Yasuyo Matsui nel 2014. I maestri Matsui seguono da più di vent’anni il metodo Suzuki, un sistema educativo universalmente noto per formare agli strumenti ad arco i bambini fin dalla più tenera età.

L’idea fondamentale del metodo Suzuki è quella di sviluppare non solo l’aspetto musicale del bambino e dello studente, ma anche e soprattutto la sua crescita umana, culturale e intellettuale attraverso lo studio della musica in un contesto di relazioni generazionali e cosmopolite.

Il metodo Suzuki, è nato negli anni ’90 del secolo scorso negli Stati Uniti, e da allora ha conosciuto un successo crescente, sviluppandosi in numerosissimi paesi di tutto il mondo. L’orchestra Tokyo Centre Ensemble ne è un esempio di assoluto prestigio, tanto da meritarsi inviti in sedi internazionali.

E proprio nello spirito e nelle finalità che informano il metodo che i componenti del Tokyo Centre Ensemble hanno chiesto di effettuare la prova generale del concerto in una casa di cura per anziani, come volontà di far partecipi persone che, altrimenti, non potrebbero assistere ad un evento musicale di rilievo.

Grande attesa pertanto nella casa di riposo di via Massarotti. Per l’occasione l’ingresso è libero a tutti quanti vorranno fruire di questo insolito e gradito evento che fa onore all’Ensemble che lo ha proposto.

 

Il programma del concerto:

Mozart: Eine Kleine Nacthmusik

Veracini: Concerto Sonata  (Largo e staccato / Allegro)

Bach: Concerto per due violini (Vivace)

Vivaldi: Concerto in mi minore

Brani celebri di musica popolare della tradizione internazionale e giapponese.




Anche una delegazione diocesana alla 48a Settimana Sociale di Cagliari

Il tema del lavoro, analizzato sotto i diversi punti di vista, come quello della denuncia, del lavoro che non c’è, del lavoro nero, della disoccupazione, delle ecomafie e delle agro-mafie o del problema del caporalato, sarà al centro della 48esima Settimana Sociale, in agenda a Cagliari dal 26 al 28 ottobre. Un appuntamento che vedrà la partecipazione anche di una delegazione diocesana, formata dal vescovo Antonio Napolioni, dal prof. Fabio Antoldi (docente dell’Università Cattolica e membro della Commissione diocesana di Pastorale sociale e del lavoro), e da Lorenzo Pini, un giovane universitario di Cremona.

“Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo e solidale” è il titolo della Settimana Sociale di Cagliari: al centro della riflessione, dunque, un tema cruciale per la vita del Paese. Con l’obiettivo di mettere sul tavolo le attese della gente, naturalmente con una particolare attenzione al territorio che ospiterà la Settimana, non scelto a caso. “Di fronte a noi – ha precisato mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione episcopale della CEI per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace – non abbiamo una riflessione teorica, ma i drammi della gente, da chi non ha un lavoro a chi subisce il ricatto dello sfruttamento e del lavoro nero, o piange la perdita di una persona cara a causa dell’inquinamento o di un incidente sul lavoro”. Insieme alla denuncia, però, troverà spazio anche il racconto di “tante buone pratiche, espressione dei territori”, per giungere infine a “proposte concrete per il mondo economico, sindacale, politico”.

L’appuntamento non vuole perciò essere “un convegno come tanti”, ma “tappa di un percorso, già cominciato nei mesi precedenti e destinato a continuare”. E la Settimana sociale, per rispettare la consegna della concretezza, “non vuole parlare di numeri, ma di persone, di vite concrete, di speranze e delusioni, di dignità e solidarietà”, proponendo “all’intera società italiana una direzione di marcia per contribuire a trovare una strada” che porti fuori “dalla crisi in cui versa da troppi anni”, secondo quei quattro “registri comunicativi” già presentati nella “Lettera d’invito” alla Settimana sociale: denuncia, ascolto e narrazione, buone pratiche, proposta.

Per i lavori – cui parteciperanno circa 1.200 persone provenienti da tutt’Italia – è stato scelto un “metodo sinodale”, che sta animando anche il cammino preparatorio. In questa ottica a fine marzo sono state pubblicate le “Linee di preparazione” in vista di questo importante appuntamento ecclesiale.

Linee di preparazione alla 48ª Settimana Sociale

 

Ulteriori prospettive in diocesi

La 48esima Settimana Sociale di Cagliari è solo il primo appuntamento in agenda per l’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, diretto da Sante Mussetola, che comunque, nella seconda parte dell’anno pastorale, intende promuovere occasioni di formazione specifica proprio a partire dalle tematiche sviluppate a Cagliari in un più ampia proposta di formazione di base per adulti a livello di zone pastorali.

Tra gli appuntamenti ormai consolidati, anche per il prossimo anno pastorale, vi sarà il consueto incontro del Vescovo con i rappresentanti del mondo della politica, dell’economia e del sociale. Già fissata la data: il 3 dicembre, nella prima domenica di Avvento; ancora da definire, invece, la location, che si vorrebbe legare alla figura di don Primo Mazzolari.

Martedì 1° maggio si svolgerà quindi la Messa per il mondo del lavoro presso un’attività produttiva del territorio diocesano.

Sempre nel mese di maggio si vorrebbe dare seguito all’iniziativa “Spazio comune del vangelo”: gli incontri saranno focalizzate sul tema missionario a partire dai capitoli 9 e 10 del Vangelo di Matteo, scelti come tema di fondo dell’anno pastorale.

Altre iniziative potranno essere programmate, in sinergia con l’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale del lavoro, nelle zone pastorali o nelle singole parrocchie con la realizzazione di iniziative locali nel quadro del programma pastorale dell’anno.




Pastorale della salute: torna il corso per volontari e assistenti spirituali. A settembre doppio appuntamento a Caravaggio

Sotto il profetico invito di una “Chiesa in uscita”, l’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute, diretto da don Maurizio Lucini, in collaborazione con l’Ufficio formazione dell’Ospedale di Cremona, propone, già da diversi anni, un percorso formativo per operatori sanitari, volontari e assistenti spirituali. Anche quest’anno saranno offerti quattro incontri mensili, da ottobre a gennaio, che toccheranno il tema della comunicazione e della relazione tra paziente/familiari e operatori in particolare in alcuni momenti critici nel decorso della malattia.

«A livello generale questi cammini, intrapresi nel dialogo con l’Azienda Ospedaliera, – precisa don Lucini – vogliono offrire contributi affinché cresca sempre più una sensibilità umana nella gestione della cura che tenga conto anche delle emozioni, dei sentimenti e della dimensione spirituale dei malati».

Il percorso, totalmente gratuito, si svolgerà da ottobre presso l’aula magna del nosocomio cremonese di viale Concordia. Per motivi organizzativi è necessaria l’iscrizione: è sufficiente scaricare la brochure del programma qui allegata, compilare la scheda e seguire le istruzioni riportate.

Locandina del corso         Brochure di iscrizione

 

Già nel mese di settembre, invece, altri due appuntamenti importanti relativamente la pastorale della salute.

La Seziona Lombarda dell’UNITALSI, per la terza volta negli ultimi anni, desidera riunire i sacerdoti ammalati e/o anziani delle diocesi lombarde per un momento di amicizia e di preghiera insieme ai vescovi lombardi. L’incontro è in programma il 21 settembre presso il Santuario di Caravaggio, dove negli stessi giorni presso sono in programma i lavori della Conferenza Episcopale Lombarda. Per la partecipazione contattare via e-mail la segreteria dell’Unitalsi di Cremona (cremona@unitalsilombarda.it) o l’Ufficio di Pastorale della Salute (malu_lm@libero.it ).

Scheda di prenotazione

 

Il secondo appuntamento di settembre sarà, sempre presso il Santuario di Caravaggio, domenica 24, quando è in agenda il pellegrinaggio diocesano per ammalati e anziani. Due saranno i momenti caratterizzanti.

Al mattino, per coloro che vorranno, con l’Unitalsi si terrà una sosta di preghiera e riflessione guidata dall’assistente; a seguire spazio per la preghiera personale in santuario e poi il pranzo insieme. Per questa prima parte è necessaria l’iscrizione, tramite e-mail presso la sede dell’Unitalsi (cremona@unitalsilombarda.it), per organizzare i trasporti e la prenotazione del ristorante.

Nel pomeriggio si aprirà ufficialmente il pellegrinaggio con recita del Rosario e la celebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo Antonio.




Progetto “Giovani Insieme” negli oratori: nuova edizione con 12 posti

Per il quarto anno consecutivo è stato approvato il progetto Giovani Insieme, che prevede l’inserimento lavorativo di giovani 20/30enni presso gli Oratori della Lombardia. Un’esperienza che in questi anni ha funzionato bene e che, negli ultimi mesi, a Brignano, Cassano, San Bassano, Soresina, San Francesco (Cremona), Calvenzano, Pescarolo, Vescovato, Calcio, Boschetto, Antegnate e Casalmorano ha coinvolto i giovani nella gestione di particolari progetti a servizio della comunità.

«Lo scorso anno – conferma don Paolo Arienti, responsabile della Federazione Oratori Cremonesi – sono stati chiamati 16 giovani. Quest’anno saranno un po’ meno, 12, ma avranno più ore da dedicare ai progetti pensati dai diversi oratori.  Anche per il nuovo anno, quindi, sarà garantito il cofinanziamento regionale, fino al 60%, per coprire i costi dell’inserimento lavorativo dei giovani a sostegno delle attività della parrocchia».

A livello lombardo, il progetto permetterà a circa 300 giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni, in possesso di diploma di scuola secondaria di secondo grado, di operare nelle parrocchie per accogliere, animare e organizzare le attività educative negli oratori potenziando la capacità aggregativa delle strutture coinvolte, sostenendo le attività già in corso mediante l’inserimento di nuove figure educative.

«Come FOCr – continua don Arienti – siamo ovviamente a disposizione di chi volesse chiarimenti sulle procedure da seguire per aderire al progetto. Purtroppo gli oratori non potranno più pagare i ragazzi scelti con i voucher, che sono stati aboliti. Sarà necessario ricorrere a contratti di collaborazione continuativa, un po’ più costosi, ma ugualmente validi. Comunque sia, so per certo che gli oratori che nel recente passato si sono avvalsi di questa possibilità, ne hanno tratto giovamento. Un’esperienza positiva, secondo me da confermare per offrire a chi frequenta l’oratorio un servizio, qualificato, in più. Fra l’altro, la Focr mette a disposizione anche possibilità formative per i giovani prescelti per renderli ancora più adatti al servizio per il quale sono stati assunti. Poi, ogni oratorio può decidere di puntare su attività di doposcuola, di animazione o quant’altro».

La struttura del progetto prevede la scelta del proseguimento dell’esperienza già iniziata nell’anno 2015/16 e la candidatura di nuove parrocchie.

Il progetto partirà a settembre per concludersi entro il 31 agosto 2018. Ulteriori informazioni presso la Federazione Oratori Cremonesi, dove dovranno essere presentate le candidature attraverso specifica modulistica.




Nuovi parroci/2: le date degli ingressi di ottobre

Anche la prima metà di ottobre sarà caratterizzata da diverse celebrazione di insediamento dei nuovi parroci recentemente nominati dal Vescovo: dopo i 12 ingressi di settembre, 8 quelli in agenda il mese successivo.

Ecco l’elenco completo.

Dopo i due appuntamenti nel pomeriggio del 30 settembre a Formigara e Corte de’ Cortesi, domenica 1° ottobre altri due ingressi.

Si inizia al mattino alle 10 a Casalmorano per l’insediamento di don Adriano Veluti che (dopo aver guidato la comunità di Costa Sant’Abramo) è stato nominato parroco moderatore dell’Unità pastorale di Casalmorano, Azzanello, Barzaniga, Castelvisconti e Mirabello Ciria al posto di don Antonio Bandirali, diventato parroco di S. Imerio in Cremona.

Nel pomeriggio, alle 17, appuntamento nel Milanse con l’ingresso di don Alessandro Capelletti che (finora parroco di Dosolo e amministratore parrocchiale di Correggioverde) è stato nominato parroco della parrocchia dell’Annunciazione a Cassano d’Adda, in sostituzione di don Paolo Ardemagni trasferito a Robecco d’Oglio.

Particolarmente intensa l’agenda del successivo fine settimana che inizierà nel pomeriggio di sabato 7 ottobre, alle 18, nella chiesa di Costa S. Ambramo con l’ingresso di don Roberto Rota che, già parroco di Castelverde e Castelnuovo del Zappa, è stato nominato anche parroco di Costa Sant’Abramo (frazione di Castelverde come Castelnuovo del Zappa).

Domenica 8 ottobre si inizia, al mattino, da Cumignano sul Naviglio con l’ingresso, alle 10.30, di don Davide Osio che (trasferito da Fontanella dove era vicario) assume l’incarico di parroco di Cumignano sul Naviglio, Ticengo e Villacampagna al posto di don Diego Poli, che andrà come parroco proprio a Fontanella.

Nel pomeriggio, alle 15.30, a Corte de’ Frati l’ingresso di don Giovanni Tonani e don Claudio Corbani, diventati parroci in solido di Pozzaglio, Olmeneta, Casalsigone, Castelnuovo Gherardi e Corte de’ Frati. Don Tonani sino ad ora è stato parroco di Corte de’ Cortesi, Cignone e Bordolano; don Corbani solo di Pozzaglio, Olmeneta, Casalsigone, Castelnuovo Gherardi (insieme a don Morini, trasferito a Corte de’ Cortesi, Cignone e Bordolano), ma senza Corte de’ Frati, dove era parroco don Antonio Agnelli, trasferito a Cremona come collaboratore parrocchiale di S. Bernardo.

Altro appuntamento del pomeriggio, alle 18, a Robecco d’Oglio, con l’ingresso di don Paolo Ardemagni (finora parroco della parrocchia dell’Annunciazione a Cassano d’Adda): sostituisce don Giuseppe Allevi, diventato parroco di Rivarolo del Re, Brugnolo e Villanova.

Domenica 15 ottobre gli ultimi due appuntamenti. Al mattino alle 10.30 a Dosolo, l’ingresso di don Stefano Zoppi che, già parroco di Cavallara e Villastrada, è stato nominato parroco anche di Dosolo e Correggioverde al posto di don Alessandro Capelletti, diventato parroco della parrocchia dell’Annunciazione a Cassano d’Adda.

Infine, nel pomeriggio di domenica 15 ottobre alle 17.30 a Fontanella farà il proprio ingresso come parroco don Diego Poli (finora parroco di Cumignano sul Naviglio, Ticengo e Villacampagna): sostituisce don Libero Salini che, al raggiungimento dei limiti di età, è stato nominato collaboratore parrocchiale delle parrocchie del Boschetto e del Migliaro, a Cremona.

Tutti gli ingressi di settembre




Estate da vivere tra spiritualità e servizio con le Suore Adoratrici

Estate come sempre ricca di proposte con il Servizio di pastorale giovanile e vocazionale delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta d’Adda, che propongono occasioni di spiritualità e servizio in diocesi e all’estero.

Il primo appuntamento in agenda è anche quello geograficamente più lontano: porta, infatti, in Camerun dove quattro giovani ragazze spenderanno la seconda metà di luglio uscendo dai soliti schemi per investire una parte delle proprie vacanze in dono per gli altri. Una esperienza che le coinvolgerà completamenti: mani, pensieri e, soprattutto, cuore. Sarà un’estate che davvero può cambiare la vita.

La attese di questo Campo in missione nelle parole di laura.

 

A fine luglio, invece sono in programma gli esercizi ignaziani di prima settimana. L’appuntamento è presso la casa di spiritualità che le Adoratrici hanno a Lenno, sul lago di Como. Gli esercizi inizieranno domenica 30 luglio alle 19 con la cena e terminano sabato 5 agosto con il pranzo. A guidarli don Gianbattista Rizzi. Una proposta per aiutare a vivere l’estate “Con lo spirito giusto!”. informazioni contattando suor Veronica (cel. 338-8734402, e-mail suorveronica@suoreadoratrici.it) o suor Luisa (cel. 346-8228492, e-mail suorluisaciceri@suoreadoratrici.it).

Ultimi per ordine di tempo è, quindi, il Campo servizio che dal 27 agosto al 2 settembre si potrà vivere presso Casa Famiglia “Spinelli”, a Rivolta d’Adda. Si tratta di un’esperienza residenziale rivolta ai giovani (dai 18 anni) che desiderano condividere una settimana di fraternità, di servizio con gli ospiti disabili e anziani della casa e cogliere l’occasione per crescere umanamente e spiritualmente attraverso la proposta di un cammino formativo e di preghiera.

I posti sono limitati e le adesioni devono essere confermate entro il 30 luglio contattando suor Stefania (cel. 324-0464625, e-mail suorstefania@suoreadoratrici.it) o suor Mariagrazia (tel. 0363-77022, e-mail suormariagrazia@suoreadoratrici.it).

Tre modalità concrete per poter dare un senso alle vacanze che “sono, o almeno potrebbero essere, – ha affermato Enzo Bianchi, già priore di Bose – un periodo in cui riscoprire la propria umanità e perseguire la pace e la serenità interiori, un tempo per lo spirito, un’occasione per rispondere al desiderio autentico di trovare altrove un senso a ciò che si vive qui e ora, per comportarsi altrimenti in modo da tornare a condurre con consapevolezza un’esistenza divenuta stanca routine. Le vacanze possono essere davvero un’occasione di alterità positiva grazie alla quale gettiamo uno sguardo nuovo sulle abitudini – buone e cattive – assunte nei rapporti con gli altri e con la realtà circostante, uno sguardo non miope ma lungimirante, distaccato e insieme appassionato, uno sguardo che tende a diventare lo sguardo stesso di Dio”.

“Perché, allora, – le parole ancora di Enzo Bianchi – non approfittare delle vacanze per ridare alla nostra giornata un ritmo e un clima più naturale, più umano, libero dai condizionamenti che subiamo dall’esterno? Si potrebbe allora riscoprire il gusto della preghiera nel silenzio di una chiesetta di campagna o di fronte alle meraviglie del creato, sedendosi a guardare e ascoltare: ascoltare prima di guardare, perché la bellezza si ascolta ancor prima di guardarla… allora le cose, le persone diventano una presenza e si accende la possibilità della comunione; riscoprire che la bellezza non è un’idea ma un evento, un divenire da cui può nascere la comunicazione e quindi la comunione. E ancora, se durante le vacanze cercassimo di tralasciare le troppe parole di cui riempiamo le nostre giornate e ci riaccostassimo alla sempre nuova Parola che Dio ci rivolge attraverso la Bibbia, saremmo capaci di una nuova lettura di noi stessi, di chi ci sta accanto e degli eventi che segnano la nostra vita”.

“È possibile usare le vacanze – sottolineava quindi Bianchi – per accrescere la propria libertà, imparando a discernere di cosa e di chi siamo schiavi; è possibile fare delle vacanze il tempo privilegiato per la nostra umanizzazione, tralasciando costumi che ci abbrutiscono; è possibile far tesoro delle vacanze per riscoprire l’autenticità di rapporti umani che avevamo condannato alla triste banalità di chi dall’altro non attende più nulla. È possibile, e dipende solo da noi”.




Non solo assistenzialismo: la S. Vincenzo punta a offrire piccole occasioni di reddito

Giugno e luglio, per quanti incontriamo quotidianamente le povertà della gente del territorio, come fanno i volontari della S. Vincenzo de’ Paoli, sono i mesi dell’emergenza utenze. Sono proprio questi, infatti, i giorni nei quali le municipalizzate inviano ai clienti i solleciti per il pagamento a saldo delle bollette di acqua, luce e gas. Ecco perché le richieste a centri di ascolto si fanno più pressanti nelle giornate estive, quando anche i solleciti al pagamento degli affitti si accumulano e tutto diventa più difficile da gestire con le nostre semplici forze.

Tende invece a diventare più tranquilla la situazione per quanto riguarda la mensa. «Sebbene ogni anno, ad agosto, i nostri locali rimangono chiusi – spiega la presidente diocesana Eugenia Rozzi Bassignani – il servizio viene comunque garantito dai frati Cappuccini di via Brescia dove anche i nostri volontari vengono dirottati a sostegno del servizio. Per quanto ci riguarda, quindi, il mese più caldo dell’anno non è fra i più complessi, anzi. Molti stranieri, che di solito affollano i tavoli della San Vincenzo nel corso dell’anno, approfittano del periodo estivo per tornare nel Paese di origine, dalle famiglie».

La necessità di pasti caldi, dunque, cala un po’, ma tutto è in rapida evoluzione: negli ultimi anni, sono sempre meno quelli che vanno via. «Ad agosto – prosegue la presidente Rozzi – anche il nostro Centro di ascolto viene chiuso per consentire ai volontari di tirare il fiato. Ma sia chiaro: in caso di emergenze, noi ci siamo. Nessuno viene mai lasciato solo, specialmente nel periodo normalmente dedicato (per chi se le può permettere) alle ferie dove tanti possono sentirsi soli, più soli… E non parlo solo degli stranieri, ma anche degli italiani che ormai sono diventati la metà esatta degli utenti abituali della mensa: giovani padri senza lavoro, persone con problemi di dipendenza sono cresciuti rapidamente».

D’estate la solidarietà non va in vacanza? Ovviamente no. Ma ciò di cui ora si sente maggior bisogno non è l’aiuto, ma il lavoro! «Noi aiutiamo tutti, ma l’assistenza non è l’unica possibilità. Un pacco alimentare, un pasto, il pagamento dell’iscrizione al Grest per i figli sono interventi che garantiamo quotidianamente, ma è solo un modo per tamponare situazioni che non si risolvono, se l’utente non riesce a diventare autonomo. Per questo punteremo su un’attività di rete più snella, affinché sia possibile offrire piccole occasioni di reddito in grado di dare una vera svolta alla vita dei tanti che oggi il mercato del lavoro sembra ormai voler rifiutare».