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Torna nel refettorio di San Pietro al Po la tradizionale mostra dei presepi

 

Lo scorso 9 dicembre è stata inaugurata la “Mostra di Presepi” nel refettorio della chiesa di San Pietro al Po di via Cesari. Una tradizione che da 12 anni non manca di sancire l’inizio del periodo natalizio a Cremona, soprattutto grazie all’impegno che gli artisti e i modellisti mettono nella creazione dei loro diorami, proponendo così ai visitatori un’esposizione sempre nuova ed innovativa. 

Veterana dell’arte del presepe ed appassionata della sua storia, Anita Diana, presidentessa dell’associazione Amici del Presepe di Cremona, è la principale responsabile dell’esposizione, e grazie all’aiuto incrollabile del marito da oltre un decennio riesce a collezionare ogni anno presepi diversi da esporre. Un pellegrinaggio quello della mostra di presepi che nacque con un carattere itinerante; infatti nel corso delle varie edizioni diverse chiese hanno fatto da sfondo all’esposizione,, fino ad arrivare in sede stabile nel refettorio della chiesa di San Pietro al Po, dove il parroco don Antonio Bandirali ha voluto che si tenesse ogni anno la mostra.

«Ogni anno i presepi sono diversi – spiega Anita Diana –. L’idea della mostra nasce dalla passione mia e di mio marito, quando abbiamo conosciuto l’associazione Amici del Presepe abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con altri appassionati e da lì è nata l’idea di mettere in mostra i capolavori di questi artisti». E ogni anno la proposta espositiva si fa sempre nuova, infatti «si fa scambio di diorami con gli altri membri lombardi dell’associazione, in questo modo ognuno ha la fortuna di mostrare il suo progetto nelle varie città della regione, e tutto viene fatto a titolo gratuito, quasi a dimostrare l’amore che ognuno mette nel proprio lavoro».

Un anno quello del 2023 molto importanti per i presepisti, racconta infatti la presidentessa Diana che «ricorre quest’anno l’ottocentesimo anniversario dalla creazione del primo presepe, realizzato da San Francesco d’Assisi nel 1323. Il Santo ha raccolto persone ed animali in una stalla, così da rappresentare il miracolo della natività, e oggi noi ripercorriamo le sue orme, più in piccolo, certo, ma con lo stesso spirito di allora».

I presepi esposti alla mostra non si limitano solamente a copie da ammirare singolarmente, perché la novità sta nel percorso che i diorami raccontano. Messi uno di fianco all’altro, i presepi raccontano la storia della vita di Cristo, partendo dall’Annunciazione, soffermandosi all’incontro di Maria con la cugina Elisabetta, arrivando come da tradizione alla nascita del Salvatore, e concludendo l’excursus storico e tematico mostrando momenti della vita familiare di Gesù, come quelli che vive nella bottega insieme a San Giuseppe mentre impara l’arte della falegnameria. 

Sono presenti anche esposizioni di natura più inusuale, non tradizionali rappresentazioni della mangiatoia col bue e l’asinello, ma interpretazioni che collocano la natività in altri ambiti e contesti riproponendo il messaggio del Vangelo, che in questi casi viene letto ed analizzato sotto punti di vista completamente diversi da quelli più abitudinari. Un esempio è il diorama dal titolo Non ho né razza né colore, ascoltate solo la mia voce, che mostra la nascita di un bambino portato in braccio dalla madre, ma non c’è nessuna mangiatoia, tantomeno i magi. Al loro posto son presenti sullo sfondo elefanti, giraffe e leoni, animali tipici della savana centroafricana, regioni da cui intere famiglie partono affrontando viaggi pericolosi verso la promessa di una vita migliore.

La “Mostra di Presepi” sarà visitabile fino al 7 gennaio, con possibilità di accesso al sabato, dalle 15 alle 18, e nei giorni festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Le visite saranno possibili anche a Natale e Capodanno, dalle 15.30 alle 18. Una sezione della mostra è invece allestita nel Salone dei Decurioni del Palazzo comunale di Cremona ed è accessibile dal lunedì al sabato dalle 9 alle 18.




Università Cattolica, mercoledì alle 13.30 la Messa natalizia con il vescovo Napolioni

Mercoledì 13 dicembre, alle 13.30 nella cappella dell’Università Cattolica del campus cremonese di S. Monica (via Bissolati 74), si terrà la Messa natalizia. Per l’Ateneo si tratta di un tradizionale appuntamento in cui docenti, studenti e personale celebrano l’avvicinarsi del Natale e hanno l’occasione di ritrovarsi insieme per lo scambio di auguri.

A presiedere la celebrazione sarà il vescovo di Cremona Antonio Napolioni, affiancato dai docenti di Teologia don Maurizio Compiani (che è anche assistente spirituale del campus) e don Matteo Tolomelli.

Novità di quest’anno è che l’invito a partecipare viene esteso non solo ai referenti delle varie residenze universitarie della città, ma a tutti quanti lo desiderano. Sono tanti, infatti, coloro che, a vario titolo, si sentono legati all’Ateneo, e al campus di S. Monica in particolare. La Direzione di sede ha perciò inteso ampliare l’evento natalizio in un abbraccio familiare ad amici, benefattori e stimatori.




Contributo di 10mila euro per un progetto di valorizzazione inclusiva per l’Oratorio della Beata Vergine Assunta di Calvenzano

 

Soltanto pochi giorni fa il Vescovo di Cremona, mons. Napolioni, ha fatto visita all’Oratorio della Beata Vergine Assunta di Calvenzano (LEGGI QUI), in occasione dei 400 anni dalla conclusione del ciclo di affreschi dipinti da Tommaso Pombioli nella bellissima chiesetta nota anche come Madonna dei Campi, custodita oggi dal locale gruppo alpini. E proprio all’indomani delle celebrazioni, come un regalo di compleanno, per l’Oratorio arriva la notizia di un importante finanziamento che viene riconosciuto al piccolo scrigno nelle campagne bergamasche, grazie ad un progetto di valorizzazione premiato dal Fondo ambiente italiano e da Intesa Sanpaolo.

Il progetto rientra tra i 23 progetti finanziati nell’ambito dell’11° censimento de “I Luoghi del Cuore” per interventi di restauro e attività di valorizzazione e riceverà un contributo di 10mila euro. «È stato richiesto – si legge nella nota ufficiale pubblicata dal Fai – dalla Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo Apostoli di Calvenzano e renderà il luogo accessibile ad un ampio pubblico con la creazione di percorsi di visita inclusivi, integrati con quello tradizionale, adatti a persone con diversabilità cognitive e/o intellettive anche complesse. Nello specifico verranno realizzati un herbarium e un olfattorium ispirati alle piante presenti nel Boscospino e rievocativi dei cicli pittorici; un Modellino 3D del bene su supporto mobile; pannelli mobili con gli affreschi in rilievo, le traduzioni in braille e in Comunicazione Aumentativa Alternativa; tablet con video LIS per non udenti, audioguida con musiche ispirate agli affreschi e racconti brevi per i più piccoli.

Soddisfazione anche in diocesi, espressa dalle parole dell’incaricato per i Beni culturali, don Gianluca Gaiardi: «Questo riconoscimento – commenta – è frutto della bella collaborazione tra realtà locali: parrocchia, amministrazione comunale, volontariati (alpini e Fai) e tante persone che hanno a cuore un luogo così significativo e carico di fede, spiritualità e cultura. Da parte della diocesi c’è la massima disponibilità per promuovere e accompagnare questi percorsi virtuosi che devono fare scuola per tante altre piccole realtà. Non è vero che sono sempre i soliti ad ottenere, è la forza della collaborazione e la determinazione nel crederci che portano ad ottenere buoni risultati. Mi auguro che anche tante altre piccole realtà, diffuse sul territorio diocesano, in situazioni simili, ma geograficamente distanti, possano essere spronate a realizzare progetti simili».

Idee nuove e creative, dunque, per far conoscere, valorizzare e promuovere, oltre che a tutelare e conservare: «Anche con fondazione Cariplo – aggiunge in merito don Gaiardi –  a livello regionale e diocesano, stiamo proprio pensando e progettando percorsi sulle vie del sacro che aiutino a mantenere accesa la luce su luoghi che potrebbero sembrare marginali, ma che hanno molto da raccontare sul piano della spiritualità e dell’arte. Pensiamo a piccole chiese campestri, magari in prossimità di piste ciclopedonali o comunque inserite in percorsi turistici, che potrebbero essere riaperte al pubblico con piccoli accorgimenti».

 

Calvenzano in festa con il Vescovo per i 400 anni del ciclo di affreschi di Tommaso Pombioli nell’Oratorio dell’Assunta

 




Sos Gaza, fiaccolata per la pace il 16 dicembre a Cremona

La Tavola della Pace di Cremona organizza una fiaccolata per chiedere l’immediato cessate il fuoco nella striscia di Gaza. L’evento si terrà nel pomeriggio di sabato 16 dicembre a Cremona, con partenza alle ore 17 da Palazzo Cittanova, per arrivare, dopo aver attraversato le vie della città, in Piazza del Comune. L’iniziativa ha l’adesione anche della Tavola della Pace Oglio Po.

«Ci appelliamo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – affermano gli organizzatori – affinché assuma la propria responsabilità di organo garante del diritto internazionale chiedendo alle parti l’immediato cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri, il rispetto del diritto umanitario per evitare ulteriore spargimento di sangue, con l’impegno di convocare, con urgenza, una Conferenza di pace che risolva, finalmente, la questione palestinese applicando la formula dei “due Stati per i due Popoli”, condizione che porrebbe fine all’occupazione Israeliana e alla resistenza armata Palestinese, ristabilendo così le condizioni per la costruzione di società pacifiche e democratiche».

Il 31 ottobre scorso i vertici dell’UNICEF hanno dichiarato che «Gaza è diventata un cimitero per migliaia di bambine e bambini. Per tutti gli altri è un inferno». Tra le vittime civili israeliane dell’attacco di Hamas del 7 ottobre si contano anche 33 minori innocenti uccisi e circa 30 rapiti. La reazione militare israeliana ha causato l’uccisione di almeno 11.000 Palestinesi a Gaza, di cui almeno 4.500 bambini e bambine. Altre 6.000 persone, tra cui 4.000 minori risultano dispersi sotto le macerie. Almeno 900.000 bambine e bambini nella Striscia di Gaza non hanno più accesso ad acqua potabile, cibo, medicine e cure mediche. Quasi due milioni di Palestinesi della striscia di Gaza sono stati cacciati dalle loro case.

«La nostra condanna contro ogni forma di violenza, di aggressione e di rappresaglia contro la popolazione civile, sia Palestinese sia Israeliana, è assoluta – continuano gli organizzatori –. Hamas deve immediatamente rilasciare gli ostaggi per il bene del popolo palestinese e Israele deve fermare subito il massacro in atto a Gaza e non deve continuare a usare la propria potenza militare contro la popolazione civile. Solo con il rifiuto della guerra e della violenza possiamo tutti impegnarci per costruire giustizia, rispetto per i diritti di autodeterminazione delle due popolazioni, riparazione, convivenza, pace giusta e duratura». E concludono: «È necessario fermare subito questo massacro. Uccidere civili è un crimine di guerra inaccettabile, non ammesso da diritto e convenzioni internazionali. Ci appelliamo alle organizzazioni della società civile, ai gruppi, alle reti, alle cittadine e ai cittadini, perché aderiscano ad un’iniziativa di denuncia dell’enormità di questa tragedia. Riprendiamo per mano la pace!».




Visitare luoghi belli in compagnia: prosegue il progetto “Anziani custodi di speranza” di Caritas Cremonese

Che sia a Cremona, a Casalmaggiore o a Vailate, cambiano le persone, ma non cambia il senso: visitare luoghi belli in compagnia, per sentirsi meno soli. Proseguono le iniziative del progetto “Anziani custodi di speranza” di Caritas Cremonese, supportato all’interno della co-progettazione tra Caritas Italiana e Intesa San Paolo con l’obiettivo di creare una rete solidale per la terza età sui territori diocesani. Accanto alle azioni di consegna domenicale dei pasti a domicilio nel periodo di Avvento e al raccordo con le assistenti familiari, sono entrate nel vivo le iniziative di animazione e aggregazione. 

In zona pastorale 3, ad esempio, è stato coinvolto il “Gruppo incontro” che fa riferimento alle parrocchie di San Bernardo e Borgo Loreto. Da alcuni anni il gruppo, composto da oltre una decina di anziani, guidati da don Vilmo Realini, si ritrova ogni mercoledì pomeriggio in oratorio per stare insieme, condividendo buone chiacchiere e qualche preghiera. All’interno del progetto “Anziani custodi di speranza”, il “Gruppo incontro” ha visitato il Museo Archeologico e il Museo del Violino di Cremona.

«Al Museo Archeologico – racconta una delle anziane coinvolte – una appassionata e preparatissima guida con le sue spiegazioni ci ha portato nella Cremona Romana e ha risposto alle nostre domande. Al Museo del Violino abbiamo apprezzato le meravigliose opere esposte dei nostri liutai così ben illustrate dalla guida: il tutto ci ha emozionato e affascinato».

Al termine delle due visite, gli anziani sono stati ospitati nella sede di Caritas Cremonese, in Casa dell’Accoglienza, per una merenda preceduta da una descrizione della Casa, una riflessione su vecchie e nuove povertà e una preghiera insieme.

«Grazie di cuore alla Caritas e ai nostri sacerdoti che per i prossimi mesi hanno già organizzato altre iniziative che ci offrono anche l’occasione di conoscere persone di altre parrocchie della città e di continuare il cammino iniziato e vissuto con grande entusiasmo da parte di tutti», il commento di un’altra signora del “Gruppo incontro”.

Grande entusiasmo anche a Casalmaggiore dove, in collaborazione con la Cooperativa Nazareth, il centro diurno della Casa di riposo Busi, il Centro sociale Primavera e alcune professoresse e studentesse del Polo Romani, alla presenza di don Claudio Rubagotti, si sono radunate oltre 45 persone anziane per un pomeriggio di cultura e di socializzazione. Hanno visitato in piccoli gruppi il Duomo di Santo Stefano, il Palazzo Abbaziale e la Biblioteca. Al termine, merenda in musica al Centro Primavera con il gruppo Los Caballeros.

Per Vailate la gita a Cremona con visita al Museo Diocesano, l’eroica salita al Torrazzo e la merenda insieme presso la Caritas diocesana è stata una delle iniziative di un percorso di gruppo che ha realizzato anche laboratori di decorazioni natalizie, tombolate, visite a mostre e iniziative locali, come l’esposizione di presepi e pomeriggi musicali. Tra le proposte anche il pranzo condiviso con ospite un esperto di vini e il “Caffè di compleanno”, un’occasione mensile per ritrovarsi e festeggiare le persone che compiono gli anni in quel mese. «Siamo tornati a Vailate soddisfatti – il commento di una partecipante dopo la trasferta a Cremona – con nel cuore tanta dolce serenità e un grazie al nostro Signore Gesù».

«I nonni e gli anziani sono il pane che alimenta le nostre vite, sono saggezza nascosta di un popolo, custodi di speranza»

ricorda Papa Francesco.

E proprio per questi “custodi di speranza” vengono realizzate queste iniziative: momenti di gioiosa serenità che alimentano l’interesse per la cultura e per il bello che apre mente e cuore e aiutano a coltivare relazioni buone per sentirsi ancora vivi e protagonisti di questo nostro mondo che ha ancora tanto bisogno della loro saggezza, della loro delicatezza, del loro prezioso contributo alla comunità.




“Le relazioni pericolose”, venerdì sera a Viadana incontro sul necleare

A quarant’anni di distanza dalle lotte antinucleari nella Bassa Viadanese contro l’installazione della centrale nucleare, tornano in campo i protagonisti di allora per fare il punto della situazione, aggiornandola all’attualità, di fronte all’ipotesi del nucleare come forma di energia e nell’attuale scenario mondiale, con le connessioni tra il nucleare e l’ambito militare.  Se ne parlerà la sera di venerdì 15 dicembre, alle 20.45, presso l’Auditorium “F.Gardinazzi” di Viadana (piazzetta Orefice).

L’evento è promosso da Tavola della Pace OglioPo, Comunità Laudato si’ Oglio Po e l’associazione “Noi Ambiente Salute” con l’adesione di Tavola della Pace e Pax Christi di Cremona, Crea futuro per le energie rinnovabili (alternative al Nucleare), Associazione Persona Ambiente di Casalmaggiore, Amici di Emmaus OdV, Lipu di Canneto sull’Oglio e Comitato antinucleare Cr-Mn-Re.

Interverranno Mario Agistinelli ed Elio Pagani. Agostinelli è ricercatore chimico-fisico presso ENEA, attuale presidente dell’Associazione “Laudato si’ – Un’Alleanza per il clima, la cura della Terra e la giustizia sociale” di cui è promotore dal 2015, portavoce del Contratto mondiale per l’energia e il clima, che ha pubblicato vari testi sulle energie rinnovabili. Pagani è presidente del Centro documentazione “Abbasso la guerra OdV” di Venegono (Va) e attivista di Pax Christi e del Forum Contro la Guerra, nonché esperto di riconversione industriale.

Nel corso della serata saranno proiettati alcune brevi video-testimonianze di attivisti antinucleari scomparsi negli ultimi anni e il video promozionale della mostra multimediale, interattiva e gratuita allestita dal Comitato nazionale Senzatomica a Brescia, inaugurata in occasione dell’annuale Festival della Pace e visitabile dal 24 novembre al 14 gennaio 2024.




Perugino in musica, il 9 dicembre serata per il quinto centenario nella chiesa di S. Agostino a Cremona

Nell’anno 2023 si celebra il quinto centenario della morte del pittore Pietro di Cristoforo Vannucci detto il Perugino. Artista che non solo è annoverato fra i più grandi maestri del Rinascimento, ma è anche il pittore che dà avvio alla nuova maniera di fare arte nella città di Cremona.Per celebrare questo traguardo, CrArT – Cremona Arte e Turismo APS promuove,  con il patrocinio della Diocesi di Cremona, l’Università di Musicologia di Pavia sede di Cremona, uno spettacolo a cura dell’ensemble I Trobadores in cui musica e narrazione accompagneranno il pubblico alla scoperta di vita e opere dell’artista umbro.

 

L’appuntamento è per sabato 9 dicembre ore 21 presso la chiesa di Sant’Agostino, dove è custodita la tavola della Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni Evangelista e Agostino, nota come Pala Roncadelli.

Perugino, poeta della proporzione e dell’equilibrio di forme e colori, fu un artista fortemente legato alla sua terra, l’Umbria, e in particolar modo ai paesaggi luminosi che si aprono sulle sponde del lago Trasimeno che spesso ha immortalato sullo sfondo dei suoi dipinti. La narrazione della vita è scandita dalle opere più famose dell’artista fra le quali si annovera proprio la Pala Roncadelli.

Durante lo spettacolo sarà protagonista non solo la sua storia ma anche, e soprattutto, lo spaccato di vita musicale che al volgere del Quattrocento si trovava a Perugia e nel centro Italia, in particolar modo la vasta gamma di forme compositive e di strumenti musicali in uso all’epoca. Si racconterà quindi in musica la Perugia tardo quattrocentesca ripercorrendo, tramite un’attenta ricerca filologica, la funzione sociale della musica e il suo ruolo nella vita quotidiana e istituzionale dell’epoca. Il Manoscritto 431 (G20), conservato nella Biblioteca Augusta di Perugia, è la principale fonte musicale a cui il gruppo musicale ha fatto riferimento per la costruzione di questo progetto, non tralasciando comunque la particolare passione che i perugini avevano per le composizioni fiamminghe, tanto da ritrovarne molte anche nello stesso Manoscritto.

I Trobadores

L’ensemble I Trobadores nasce ad Assisi nel 2017, con l’idea di portare avanti un continuo e approfondito studio musicale e culturale sul Medioevo e sui primi anni del Rinascimento. Ad un’attività concertistica molto attiva si aggiungono diverse partecipazioni in contesti rievocativi e storici nazionali, tra cui Gaite di Bevagna, Calendimaggio di Assisi, Medioevo a Valvasone, Affi Medievale e Perugia 1416 di cui hanno curano l’intero settore musicale dal 2018 al 2020. In questi anni prendono parte ad alcuni importanti festival nazionali di musica antica tra cui il “Garda Trentino International Early Music Weeks” (TN), il Festival “Spello Splendens” (PG), Il Festival Musica Antica di Marciano della Chiana (AR) e il Festival “Musica Antica a Magnano” (BI). Nel 2020 il giovane ensemble vince il PREMIO ITALIA MEDIEVALE nel settore spettacolo per essersi distinto nella promozione e valorizzazione del patrimonio medievale italiano. Nel luglio 2021 vincono la prima edizione del Concorso-Competizione Internazionale “URBINO MUSICA ANTICA” organizzato dalla Fondazione Italiana Musica Antica (FIMA) e aprono la 53esima edizione del Festival di Musica Antica di Urbino. Il 2022 inizia con la partecipazione all’undicesima edizione del Concorso Internazionale di Musica Antica “Maurizio Pratola” dove conquistano il secondo posto e l’incisione di un progetto musicale dal titolo “Sento d’amor la fiamma – musica cavalleresca e cortese del Trecento italiano” in collaborazione con la casa discografica “Stradivarius dischi” di Milano, pubblicato il 27 dicembre 2022.

 




Matteo Truffelli è il nuovo presidente della Fondazione Mazzolari: «Portiamo ai giovani il cuore di don Primo»

La Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo ha un nuovo presidente. Matteo Truffelli raccoglie il testimone dalla presidente uscente, Paola Bignardi, e inizia il suo incarico dopo la riunione di sabato 2 dicembre a Bozzolo del Consiglio di amministrazione dell’ente. Esce rinnovato il Consiglio di amministrazione della Fondazione Mazzolari. Il nuovo assetto prevede, oltre al presidente Matteo Truffelli, don Luigi Pisani, parroco di Bozzolo, Daniele Dall’Asta, rappresentante della parrocchia di Bozzolo, Simone Coroni, rappresentante della parrocchia di Cicognara, Massimo Passi, rappresentante della famiglia di don Mazzolari, don Giovanni Telò, don Umberto Zanaboni, Silvia Corbari e Marisa Rosa.

Classe 1970, Truffelli è un nome noto agli ambienti cattolici per essere stato dal 2014 al 2021 presidente nazionale dell’Azione Cattolica, oltre ad aver diretto l’Istituto per lo studio dei problemi politici e sociali Vittorio Bachelet. Laureato in Filosofia presso l’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, nel 2001 ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Storia dell’Italia Contemporanea presso l’Università degli Studi Roma Tre. Oggi è professore ordinario di Storia delle Dottrine politiche presso l’Università di Parma e membro dell’Associazione italiana degli Storici delle dottrine politiche.

Presidente, con quali obiettivi e progetti inizia il suo mandato?

«Inizio nel segno della continuità, perseguendo quegli obiettivi che lo statuto della Fondazione don Mazzolari indica: conservare e custodire la memoria di don Primo. Intendo valorizzare la ricerca del don Primo storico al di là degli stereotipi positivi o negativi, riportando l’attenzione sulla figura reale. E poi, altro obiettivo della Fondazione, vorrei continuare a farlo conoscere come figura significativa che parla alla società del nostro tempo e alla Chiesa di oggi. Don Primo aveva e ha una grande capacità di sfidarci come credenti».

Parla a tutti, anche ai giovani?

«Vorrei proprio che quelle generazioni che non lo hanno conosciuto o non ne hanno sentito parlare dai familiari per questioni anagrafiche, lo conoscessero. A loro dobbiamo raccontare questa figura davvero appassionata».

Ha qualcosa in comune don Mazzolari con i giovani?

«Ha in comune una grande passione per la realtà. I giovani spesso appaiono disinteressati a quello a cui gli adulti vorrebbero che si ponesse attenzione. Ma in realtà si interessano di altro rispetto agli adulti, hanno prospettive diverse, ma quando prendono a cuore un problema sfoderano grande capacità creativa, di provocare, capacità di trasformare le cose. In comune con i giovani don Primo aveva la passione. Bisogna far avvicinare il cuore giovane di don Mazzolari con il cuore dei giovani».

Come fare per raggiungere queste generazioni? Sta pensando a progetti e strategie?

«Si può far conoscere don Mazzolari ai giovani attraverso altri giovani. Mi piacerebbe formare alcuni ragazzi sul territorio, ma anche in tutt’Italia, sulle parole, gli scritti, il pensiero di Mazzolari. Questo perché poi lo possano raccontare ai coetanei creando una sorta di conoscenza per contagio. Bisogna passare attraverso gli oratori ma anche l’associazionismo e le attività ordinarie della pastorale giovanile. Ha parlato di tanti temi come la pace, la giustizia, il creato, l’incontro con gli altri…»

E lei lo ha conosciuto da giovane?

«Ho incontrato don Mazzolari da bambino nei libri che giravano in casa mia. La Fondazione invece l’ho conosciuta una ventina di anni fa e da allora sono iniziate le collaborazioni, gli interventi ai convegni. Ho conosciuto lentamente molti di coloro che ci lavorano e fanno parte del Comitato scientifico».

E ne ha conosciuto talmente bene gli scritti da curane una edizione critica…

«Mi sono occupato del pensiero politico di don Mazzolari. Ho curato l’edizione critica degli scritti politici. Per Mazzolari la politica era il mestiere dell’uomo. Ciascuno doveva e deve assumersi la responsabilità del bene della società. La politica è vista come passione dell’umano per il proprio tempo. La politica è capacità poi di confronto con tutti. Confronto che non è remissione ma dialogo con tutte le posizioni, questione oggi particolarmente urgente».

Altri temi toccati da don Primo urgenti oggi?

«Il tema più che mai attuale della pace. Don Primo parla di ostinazione per la pace. Non dobbiamo arrenderci alla guerra. Poi il tema dell’altro che un tempo aveva altri connotati rispetto ad oggi. Gli ultimi – diceva il parroco di Bozzolo – sono coloro che sono messi ai margini. Società e Chiesa vanno ripensati a partire dagli ultimi, le persone che dovrebbero occupare i primi banchi delle nostre chiese. E non da ultima la passione per il Vangelo che va letto, raccontato, vissuto e condiviso».

La parola condivisione rimanda all’idea di sinodalità, di Sinodo…

«La Chiesa che sognava ed aveva iniziato a costruire don Primo Mazzolari era una Chiesa in ascolto di tutti, di chi sta dentro e chi sta fuori, di chi sta sulla soglia. Una Chiesa dove ciascuno cresce nella sua responsabilità».




«Con il Signore e con la gente», i Consigli pastorali parrocchiali insieme verso nuove prospettive di partecipazione, corresponsabilità e servizio

«Una vita che accende»: il tema-guida proposto in diocesi per l’anno pastorale in corso ha ispirato l’incontro “Consigli pastorali per un discernimento comunitario”, occasione di riflessione, approfondimento e condivisione tra i moderatori delle Unità pastorali, i parroci e i vicepresidenti dei Consigli pastorali della diocesi. Numerosa la partecipazione, nella mattinata di sabato 2 dicembre in Seminario, alla presenza del vescovo Antonio Napolioni, caratterizzata e animata da un tangibile spirito collaborativo e corresponsabile.

Dopo l’introduzione di don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per il clero e il coordinamento pastorale, che ha richiamato le ragioni della convocazione e che ha tracciato le linee fondamentali del cammino sinodale che attende e coinvolge tutte le comunità, il vescovo Napolioni ha offerto la sua riflessione, a partire dalle coordinate di fondo di questo nostro tempo e della Chiesa che vive «in esso, con esso, per esso» e che è invitata dal Concilio a guardarlo con simpatia e compassione evangelica: una Chiesa, per questo «mai fine a se stessa, perché è a servizio del Regno di Dio».

Il Vescovo si è quindi soffermato sul cammino sinodale in senso stretto: tutto il popolo di Dio – ha sottolineato – «è chiamato a camminare insieme, vivendo la sinodalità in stile diffuso; ripartendo dal fondamento battesimale non solo della vita cristiana individuale, ma dalle dinamiche ecclesiali e pastorali; in discernimento dello Spirito; con il Signore e con la gente, con la realtà tutta intera, attualizzando il dono della comunione e la chiamata alla missione di nuove dinamiche di partecipazione, corresponsabilità e servizio, come lo sono e lo saranno le ministerialità laicali, istituite e di fatto. Coinvolgendo tutti: adulti e giovani, uomini e donne, ricchi e poveri, ministri  e laici». Allora – ha concluso – «la Chiesa sarà fatta di comunità magari più piccole, ma vive, minoranze creative in cui si sperimenta il Regno di Dio con una gioia motivata, credibile e contagiosa».

Al vescovo Antonio hanno fatto eco Walter Cipolleschi e Diana Afman, delegati sinodali diocesani, che hanno fatto il punto del percorso sinodale e delle prospettive future, testimoniando in prima persona la comunione con la Chiesa italiana grazie anche agli incontri vissuti a Roma e di quanto di questa comunione si possa fare tesoro.

I partecipanti hanno dunque proseguito la mattinata suddivisi in gruppi. La Parola di Dio ne è stata al centro, condivisa con il metodo della Conversazione nello Spirito, prima di concludere con la messa in comune di quanto recepito e donato, «proprio come avviene – ha osservato il vescovo – in una grande e bella famiglia».

 

Il testo della riflessione del Vescovo

 

Ascolta l’intervento del vescovo Napolioni

 




Tre capolavori ritrovati (più uno) nella nuova mostra ai Musei Diocesani

Sarà inaugurata il prossimo 2 dicembre alle 11 la mostra “Lost and found”, percorso espositivo che porterà negli spazi del Museo Diocesano di Cremona tre dipinti e di una scultura in terracotta che attengono alla tradizione devozionale e pittorica Padana, opere proposte al pubblico attraverso il lavoro di studio, riscoperta e valorizzazione della galleria PQV fine art di Cremona.

Le opere esposte fino al 14 gennaio saranno una splendida tavola raffigurante Madonna con bambino e San Giovannino della bottega del Correggio; la tavola raffigurante un San Benedetto di sicura autografia riferita a Bernardino Campi che apre nuovi scenari sull’attività del maestro legata alle committenze delle monache Benedettine presenti a Cremona; uno dei dieci dipinti più importanti di Antonio Campi, già pubblicato dal Prof. Marco Tanzi con il generico riferimento a “collezione privata”: il San Sebastiano (un dettaglio nella foto) forse realizzato per Sant’Antonino a Milano, per Danese Filiodoni, già podestà di Cremona e gran cancelliere dello Stato di Milano; un busto in terracotta raffigurante un Cristo, dall’intensa forza drammatica, attribuito alla mano di Giovanni de Fondulis.

Lost and Found si propone l’obiettivo non solo di esporre al pubblico le quattro opere ma soprattutto di offrire al percorso espositivo una solida impalcatura di studi e di approfondimenti affidati a tre personalità di conclamato alto profilo: Stefano Macconi, curatore del Museo Diocesano, per ciò che concerne la tavola parmense, la storica e critica d’arte Beatrice Tanzi per lo studio della tavola riferita a Bernarndino Campi, e Raffaella Poltronieri per l’approfondimento legato al “S. Sebastiano” di Antonio Campi. I contributi verranno raccolti in un volume.