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Dal 9 settembre al Museo diocesano la mostra “Antonio Campi a Torre Pallavicina”

 

Il Museo Diocesano di Cremona ospiterà a partire dal 9 settembre l’esposizione “Antonio Campi a Torre Pallavicina. L’Oratorio di Santa Lucia”. Dalla collaborazione tra il Museo Diocesano e Galleria Canesso Milano, grazie al prestito accordato dai Musei Reali di Torino e alle nuove scoperte documentarie, sarà questa la prima occasione di vedere riunite le tavole superstiti di un ampio ciclo dipinto dal grande manierista cremonese negli anni Settanta del Cinquecento per il marchese Adalberto Pallavicino.

Esposti al pubblico per la prima volta nella sede milanese di Galleria Canesso nel 2021, i due notturni di Antonio Campi (Cremona, 1522/1523-1587) erano stati pubblicati cinquanta anni fa dalla storica dell’arte Maria Luisa Ferrari. Il recente ritrovamento delle due opere ha portato nuovamente la questione di Torre Pallavicina all’attenzione degli studiosi: grazie ad approfondite ricerche d’archivio, Monica Visioli ha ritrovato un inedito documento che ha permesso al professor Marco Tanzi di aggiornare una sua precedente scoperta. Una trentina di anni fa lo storico dell’arte cremonese attribuiva ad Antonio Campi due tavole dei Musei Reali di Torino fino a quel momento considerate opera di un pittore nordico. Erano entrate nelle collezioni sabaude negli anni Cinquanta quando, nonostante l’autore fosse anonimo, lo Stato aveva deciso di acquisirle per la loro altissima qualità. Soltanto quest’anno, grazie alle ultime scoperte documentarie si è potuto stabilire con certezza che le due coppie di dipinti – quelle torinesi e quelle di Galleria Canesso – condividono una comune provenienza: l’Oratorio di Santa Lucia di palazzo Pallavicino Barbò.

 

 

Cristo nell’orto e Cristo davanti a Caifa, Galleria Canesso Milano;
Andata al Calvario (inv. 889) e Resurrezione (inv. 990), Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda.

 

Oggi sappiamo che la cappella privata voluta da Adalberto Pallavicino era arricchita da almeno 15 tavole con episodi della Passione di Cristo dipinte negli anni Settanta del Cinquecento, un caso privo di paragoni nella Lombardia manierista dell’epoca. Delle quattro opere oggi note, quelle torinesi, con colori smaglianti e affollate di personaggi, ci mostrano la maturità del manierista cremonese mentre le tavole Canesso sono tra i più alti esempi di quello sperimentalismo luministico che portò Antonio Campi a dipingere alcuni dei più emozionanti notturni della Lombardia prima di Caravaggio. Della sorte di tutte le altre tavole di Torre, alcune certamente danneggiate e forse distrutte, ancora non sappiamo nulla.

Le novità documentarie e le recenti scoperte presentate nella mostra cremonese saranno pubblicate in un volume corredato da nuove campagne fotografiche.

La mostra Antonio Campi a Torre Pallavicina. L’Oratorio di Santa Lucia sarà visitabile presso il Museo Diocesano di Cremona, Piazza S.A.M. Zaccaria 4, dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 18:00.


L’interno della Galleria Canesso di Parigi

La Galleria Canesso

L’attività della Galleria Canesso ruota principalmente attorno ad artisti italiani o che abbiano lavorato in Italia nell’arco di tempo compreso tra il Rinascimento e il Settecento. La scelta dei dipinti, per lo più inediti, spazia dalla pittura di genere a soggetti di carattere storico, con un’attenzione particolare per i ritratti e le nature morte. L’interesse per i dipinti antichi accompagna Maurizio Canesso fin dalla sua giovinezza. Nel 1980 inizia a lavorare nel mondo dell’arte e nel 1994 fonda la sua prima galleria a Parigi. Inizialmente situata in rue Rossini, nel quartiere Drouot, ha inaugurato nel 2005 uno spazio più ampio nel 9° arrondissement, in rue Laffitte. Nel 2021 Maurizio Canesso ha deciso di aprire anche a Milano in via Borgonuovo 24.

La Galleria Canesso organizza periodicamente nei suoi spazi mostre di alto profilo scientifico, in collaborazione con musei e istituzioni pubbliche, come il Museo di Capodimonte a Napoli o i Musei di Strada Nuova di Genova. Oltre ai cataloghi editi in occasione delle mostre, la Galleria ha pubblicato oltre venti volumi ad accompagnamento delle proprie opere.
La fama di serietà professionale di cui gode la Galleria Canesso si è consolidata negli anni grazie alla partecipazione alle più importanti fiere d’arte e di antiquariato (TEFAF Maastricht, TEFAF New York, Fine Arts Paris) e alle strette relazioni tessute a livello internazionale. Tra i musei ai quali ha venduto i suoi dipinti si possono ricordare: il Metropolitan di New York, Lacma di Los Angeles, la National Gallery of Canada di Ottawa, la National Gallery of Victoria di Melbourne, il Louvre di Parigi, il Musée Fabre di Montpellier, il Louvre di Abu Dhabi. La Galleria Canesso si rivolge inoltre a una clientela privata estremamente attenta ed esigente.

 

I Musei Reali di Torino

I Musei Reali di Torino sono situati nel cuore della città antica e propongono un affascinante itinerario di storia, arte e natura che si snoda attraverso i secoli, con testimonianze che datano dalla Preistoria all’età moderna. Il Palazzo Reale, centro di comando della famiglia Savoia, conserva ambienti, arredi e opere d’arte realizzati tra il XVI e il XX secolo. La facciata, preceduta dalla cancellata disegnata da Pelagio Palagi, cela interni sfarzosi, progettati e decorati da grandi artisti come Daniel Seiter, Claudio Beaumont, Francesco De Mura, e da architetti come Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri. Attraverso la Sala del Medagliere si accede all’Armeria Reale, aperta al pubblico nel 1837, che accoglie una ricchissima collezione di armi e armature che dal periodo archeologico giungono all’Ottocento. Lo scalone alfieriano collega l’Armeria alla Biblioteca Reale, fondata nel 1831 da Carlo Alberto, che ampliò la biblioteca di corte con numerosi volumi acquistati presso gli antiquari di tutta Europa. Di grande pregio la raccolta dei disegni, con esemplari dal Quattrocento al Settecento, opera
di grandi maestri tra i quali Michelangelo, Raffaello, Rembrandt. Tra questi spicca il celebre nucleo di Leonardo da Vinci, con l’Autoritratto e il Codice sul volo degli uccelli.
Dopo un lungo e difficile intervento di restauro, nel percorso di visita dei Musei Reali è compresa anche la Cappella della Sindone, mirabile architettura barocca realizzata su progetto di Guarino Guarini nella seconda metà del Seicento.
Il gusto collezionistico dei Savoia è documentato in pittura dalla Galleria Sabauda, che conserva grandi capolavori delle principali scuole europee, da van Eyck a Rubens e van Dyck, da Mantegna, a Paolo Veronese, a Orazio Gentileschi, a Guido Reni. Ordinata cronologicamente, la Galleria ha sede nella Manica Nuova di Palazzo Reale e accoglie anche tre importanti collezioni: quella di pittura fiamminga e olandese, proveniente dalle raccolte del Principe Eugenio di Savoia-Soissons; quella del finanziere Riccardo Gualino, con grandi dipinti che vanno da Duccio, a Botticelli, a Francesco Guardi; quella recentemente donata da Giuseppe e Gabriella Ferrero, comprendente 132 ceramiche artistiche Lenci, in dialogo con una selezione di dipinti e sculture contemporanei della pinacoteca. Il piano terreno è arricchito dalla sezione Un’altra armonia. Maestri dei Rinascimento in Piemonte.
Costituitosi nel 1724 come Museo della Regia Università e, dal 1832, Regio Museo delle antichità greche, romane ed egizie, il Museo di Antichità è affacciato sull’area archeologica del Teatro Romano, di recente restituzione. Nata nel Cinquecento come raccolta dinastica sabauda, la collezione archeologica fu arricchita dall’arrivo della collezione egizia di Bernardino Drovetti; dopo la separazione dal Museo Egizio, ospita i reperti archeologici provenienti da scavi condotti sul territorio piemontese, tra i quali il Tesoro di Marengo. La Galleria Archeologica, nuovo allestimento al piano terreno della Manica Nuova di Palazzo Reale, racchiude importanti collezioni del Mediterraneo antico, raccolte dai Savoia a partire dalla fine del XVI secolo.
I Giardini Reali, punto di snodo dell’intero complesso, furono realizzati dal Duparc, ampliati nel corso del Seicento da André le Nôtre e completati nel secolo successivo con il gruppo statuario dei Tritoni, opera di Simone Martinez. Parte integrante dei Musei Reali sono le Sale Chiablese, situate al piano terreno del Palazzo omonimo su Piazzetta Reale, destinate a ospitare mostre temporanee.




Cavatigozzi saluta don Franco. Il 10 settembre giornata di festa in parrocchia

Cavatigozzi si prepara a vivere una giornata speciale. Domenica 10 settembre la comunità si stringerà per l’ultima volta attorno al parroco don Franco Vitali che, a 20 anni dal suo ingresso, lascia la chiesa di Santa Maria Maddalena per prendere il nuovo incarico di collaboratore festivo dell’unità pastorale “Mons. Angelo Frosi” (formata dalle parrocchie di Cornaleto, Formigara, Gombito, San Bassano, San Latino e Santa Maria dei Sabbioni).

Al suo posto è stato nominato don Alfredo Valsecchi, che farà l’ingresso ufficiale a Cavatigozzi domenica 8 ottobre. Per abbracciare lo storico parroco, vero e proprio punto di riferimento e guida spirituale della comunità, i parrocchiani hanno organizzato una serata di saluto. Alle ore 18 la Santa Messa presieduta da don Franco nella chiesa di Santa Maria Maddalena, seguita alle ore 19:45 da un gustoso apericena in Oratorio che ha già raccolto centinaia di adesioni.

Gli ultimi giorni sono stati vissuti dalla comunità in un clima di nostalgia e sincera riconoscenza. I parrocchiani hanno realizzato un’edizione speciale del “Dialogo”, il giornalino che ogni domenica dal 2003 informa la comunità, ricordando l’operato del loro don, le iniziative che hanno animato la vita parrocchiale e rinsaldato la comunità. Dall’incontro nel 2011 con Ernesto Oliviero, fondatore del Sermig e dell’Arsenale della Pace, ai tradizionali Grest che hanno sempre attratto l’entusiasmo dei giovani di Cava e non.

Dal quotidiano incontro con gli anziani e gli ammalati del Paese all’impegno come Presidente della società sportiva dell’oratorio, a stretto contatto con ragazzi e collaboratori. Da ultima, ma solo in ordine cronologico, la costante cura per la Badia di Cavatigozzi che ha portato don Franco a dare nuova vita agli affreschi delle volte della chiesa e intraprendere la tinteggiatura dell’edificio. Operazione che si è conclusa lo scorso 11 agosto con il restyling del campanile, ben visibile da chiunque attraversi il Paese lungo via Milano. Tutta la comunità esprime il suo sincero ringraziamento nei confronti di don Franco per aver svolto con cura e mitezza il ruolo di Buon Pastore: la sua presenza nella parrocchia di Cavatigozzi sarà sempre la benvenuta.




Al via da oggi il Tempo del Creato. Papa Francesco: “Ascoltare le vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica”

Oggi, 1° settembre, inizia il Tempo del Creato. Quest’anno, che porta il tema “Che la giustizia e la pace scorrano” e simboleggiato dal “fiume possente”, inizia con la Festa del Creato (conosciuta anche come la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato) e si conclude il 4 ottobre, Festa di San Francesco d’Assisi, quando verrà pubblicata – come annunciato dal Papa – la seconda parte della Laudato Si’.

Nel suo messaggio per la Festa del Creato, Francesco ha affermato: “In questo Tempo del Creato, come seguaci di Cristo nel nostro comune cammino sinodale, viviamo, lavoriamo e preghiamo perché la nostra casa comune abbondi nuovamente di vita. Lo Spirito Santo aleggi ancora sulle acque e ci guidi a ‘rinnovare la faccia della terra’”. Ha inoltre sottolineato il “ritmo del cuore creato e del cuore di Dio”, che “non battono in armonia; non sono armonizzati nella giustizia e nella pace”. Per questo Papa Francesco ha invitato a stare accanto “alle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica e a porre fine all’insensata guerra contro il creato”.
Il Santo Padre ha sottolineato anche, nell’udienza generale di mercoledì scorso, l’urgenza di “fermare la guerra contro la nostra casa comune” e ricorda la sua volontà di diffondere un’esortazione apostolica, una “seconda Laudato Si’” al termine del Tempo del Creato, il 4 ottobre.
Quest’anno, l’inizio di questo tempo ecumenico di preghiera e di azione avverrà durante il viaggio apostolico del Santo Padre in Mongolia (31 agosto – 4 settembre), Paese, secondo recenti notizie, gravemente colpito dalla crisi climatica, dove le inondazioni distruggono le infrastrutture mentre gli dzud causano perdite di raccolti e bestiame e l’inquinamento atmosferico ha un forte impatto sulla salute delle persone.

L’evento di apertura sarà un servizio di preghiera ecumenico il 1° settembre, con la partecipazione di leader ecumenici che guideranno un momento di riflessione. L’evento sarà trasmesso in streaming in inglese su YouTube, con traduzioni simultanee in spagnolo, portoghese, italiano e francese disponibili su Zoom. Durante tutto il Tempo del Creato, eventi globali e regionali copriranno diversi argomenti, tra cui incontri di preghiera, una veglia di preghiera ecumenica in Piazza San Pietro organizzata da Taizé, il 30 settembre, a sostegno e promozione del Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili (Tnpcf) per mitigare la crisi del cambiamento climatico da parte della Chiesa in America Latina, Oceania e Africa, pulizia di aree naturali, seminari e altro ancora.

In particolare, il Movimento Laudato Si’ estende un invito speciale a unirsi alla campagna di preghiera e di azione per la giustizia climatica in vista della Cop 28. La campagna prevede preghiere per i leader politici con responsabilità nella prossima Cop e per tutti coloro che hanno il compito di prendere decisioni immediate. per affrontare la crisi climatica. Utilizzando hashtag come #PregandoPerTe #Cop28 e #TempoDelCreato, le persone e le comunità sono incoraggiate a pregare per i loro leader politici e a condividere una foto della loro preghiera sui social media. “Il Tempo del Creato offre l’opportunità di rinnovare il nostro rapporto con il Creatore e con tutta la creazione attraverso la celebrazione comunitaria, la conversione e l’impegno personale. Durante questo tempo, la Chiesa Cattolica è unita alla famiglia ecumenica nella preghiera e nell’azione per la nostra casa comune”, conclude una nota vaticana.

Filippo Passantino

 

“Che scorrano la giustizia e la pace”: tutti gli eventi in diocesi per il Tempo del Creato




Come tessere di un Mosaico. Un nuovo trimestrale per raccontare la Chiesa cremonese

 

È in distribuzione in tutte le 95 parrocchie e unità pastorali della Diocesi di Cremona la prima edizione de Il Mosaico, il nuovo trimestrale diocesano che con questo anno pastorale, su tutto il territorio, accompagnerà l’uscita dei bollettini parrocchiali o comunque potrà essere messo a disposizione di tutti nelle chiese.

Presentato nella sua nuova veste nella mattinata di venerdì 8 settembre in una conferenza stampa in Curia, con gli interventi del vescovo Antonio Napolioni e del direttore responsabile don Federico Celini, Il Mosaico raccoglie e prosegue la trentennale tradizione (e il nome) del periodico della Pastorale giovanile diocesana, ponendosi oggi come strumento di comunicazione e comunione per tutte le comunità della Chiesa cremonese. «Mi fa piacere – ha detto il Vescovo – ereditare il nome del periodico della Federazione oratori cremonesi, perché questa dimensione giovanile dovrà essere ancora caratterizzante, nell’ottica di quella alleanza tra generazioni che il Papa chiede di coltivare».

Una continuità sottolineata anche da Mattia Cabrini, collaboratore della Federazione oratori cremonesi, che per molti anni si è occupato della redazione del giornale: «È con una certa emozione che lo vedo evolvere. Quando le cose crescono è sempre un bene. Il Mosaico oggi diventa grande, ma sono certo che non smetterà di stare sui tavolini dei bar negli oratori».

Con questo rinnovamento, curato dall’Ufficio Comunicazioni sociali con lo staff di TRC-TeleRadio Cremona Cittanova, editrice della pubblicazione, rappresentati rispettivamente dal direttore Riccardo Mancabelli e dal coordinatore redazionale Filippo Gilardi, la Diocesi di Cremona propone un nuovo strumento di comunicazione che integra un sistema informativo che, secondo i principi della multimedialità e della crossmedialità, utilizza supporti e canali diversi per essere accessibile a diverse fasce di popolazione, dal web ai social, dalle produzioni televisive di approfondimento alle dirette delle celebrazioni e degli eventi diocesani, dal mensile digitale Riflessi Magazine alla collaborazione con il quotidiano Avvenire con l’inserto Cremona7 in edicola ogni domenica.

 

UNA COMUNICAZIONE INTEGRATA, ISTITUZIONALE E DI PROSSIMITÀ

Il Mosaico si propone come strumento diocesano di approfondimento e di collegamento pastorale, come inteso dal vescovo Antonio Napolioni. L’obiettivo è quello di generare una forma originale di comunicazione che integra la voce istituzionale della Diocesi con l’informazione di prossimità che ancora oggi è rappresentata dalla vasta e capillare distribuzione dei bollettini che ogni parrocchia produce per la propria comunità.

Una rete territoriale preziosa, costituita dalle parrocchie e dalle unità pastorali su una zona geografica che si estende ben oltre i confini della provincia di Cremona (comprende infatti anche parti di quelle di Mantova, Bergamo e Milano) e in cui risiedono oltre 360mila abitanti. Un territorio geograficamente complesso, disomogeneo per tessuto sociale, conformazione geografica, tradizioni e organismi amministrativi, che è tuttavia sempre percorso dai fili delle comunità cristiane. I bollettini parrocchiali, grazie all’impegno dei parroci e di gruppi di volontari che si dedicano con impegno alla stesura degli articoli, alla composizione delle pagine e alla distribuzione, ancora nella gran parte dei casi porta a porta, dà voce a questa grande rete di comunità.

È monsignor Napolioni a indicare il tratto essenziale del progetto: «La parola chiave – ha detto – è integrazione. Per noi la comunicazione è a servizio della comunione, non della divisione. La chiave di lettura di questa iniziativa è far si che la comunicazione crei rete, legami, semini speranza. Si è voluto creare un sistema integrato da un punto di vista delle tecnologie ma anche tra gli ambiti di vita ecclesiale».

L’esempio portato dal Vescovo fa osservare il parallelismo con l’ormai solida collaborazione con Avvenire: «Come la nostra Diocesi partecipa alla comunicazione regionale e nazionale grazie all’inserto domenicale Cremona7, così con Il Mosaico ci facciamo presenti come Diocesi nelle parrocchie. Sono come cerniere delle porte che si spalancano e permettono di far sentire l’esperienza di un popolo, di far circolare la Buona Notizia attraverso le buone notizie».

Uno strumento – lo ha presentato il direttore responsabile de Il Mosaico don Federico Celini – «di approfondimento e di collegamento pastorale attraverso cui la voce istituzionale della Diocesi, che si unisce all’informazione di prossimità che ancora oggi è rappresentata dalla vasta e capillare distribuzione dei bollettini che ogni parrocchia produce per la propria comunità»

 

 

LA STRUTTURA E I CONTENUTI

Quattro uscite all’anno (settembre, Natale, Pasqua e giugno) di 24 pagine che saranno distribuite sul territorio, con una tiratura che varia dalle 60 alle 100 mila copie. La prima edizione, con un approfondimento dedicato proprio ai temi della comunicazione, un’ampia intervista al cardinale Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, per una riflessione sul rapporto tra Chiesa e società in questo delicato periodo storico, e molti altri contenuti, è in distribuzione nelle parrocchie in queste settimane.

«Si tratta di uno strumento che – come ha evidenziato don Celini – intende unire fruibilità e qualità informativa, offrendo occasioni di riflessione sia su tematiche di interesse generale, lette e interpretate con un taglio tipicamente cristiano, sia di approfondimento di temi e questioni più di carattere pastorale e strettamente legati alla vita della Chiesa locale».

 

UN SERVIZIO PER I BOLLETTINI PARROCCHIALI

Con Il Mosaico si uniscono ai bollettini pagine di respiro diocesano e di approfondimento. L’integrazione tra strutture diocesane e Parrocchie si realizza anche tramite un supporto tecnico che l’Ufficio Comunicazioni sociali e TRC offrono alle Parrocchie. Si tratta di un servizio di impaginazione che consente a parroci e redazioni parrocchiali di utilizzare modelli di pagine concepiti e messi a disposizione dallo studio grafico di TRC. Un aiuto concreto per realizzare in pochi clic un’edizione del bollettino secondo standard grafici professionali, senza tuttavia rinunciare all’identità, in alcuni casi storica, delle Testate locali. Che insieme a tutte le altre continua a rappresentare un patrimonio prezioso di legami e impegno per tutte le comunità.




Da lunedì a Cesenatico la scuola animatori, tra formazione e amicizia

Anche questo settembre parte la scuola animatori Giochiamoci i talenti organizzata dalla Federazione Oratori Cremonesi e rivolta agli adolescenti che durante l’estate hanno animato gli oratori durante il grest. Lunedì 4 settembre, dopo la Messa celebrata presso la chiesa di San Francesco, nel quartiere Zaist, un centinaio di ragazzi partirà alla volta della casa Sant’Omobono di Cesenatico.

Durante i tre giorni di formazione intensa, i ragazzi saranno chiamati a partecipare a diversi incontri formativi di tipo teorico e altri più dinamici e laboratoriali.

«Lo scopo della Scuola animatori è quello di offrire agli adolescenti che si sono spesi durante il grest l’opportunità di qualificare il loro servizio – dice don Francesco Fontana, responsabile della FoCr – per permettere loro di continuare durante l’anno che si apre».

Dopo diverse edizioni svolte nella città di Cremona, la scelta della residenzialità nella località marittima di Cesenatico è un altro punto di forza: «questi tre giorni intensivi permettono a ragazzi e ragazze di diverse parti della diocesi di incontrarsi e conoscersi. Di fare esperienza di una chiesa diocesana sempre più allargata» aggiunge don Fontana.

Nel programma non mancano anche momenti di svago e convivialità in spiaggia. Senza nulla togliere alla formazione, anche queste ore più aggregative e di tempo libero sono molto preziose per creare gruppo e relazioni che si mantengono nel tempo. Molti infatti sono stati i ragazzi che si sono conosciuti durante le scorse edizioni e che in occasione del pellegrinaggio diocesano a Roma o della GMG si sono ritrovati come vecchi amici.

«È bellissimo vedere gli adolescenti così carichi e pieni di energia» dice Martina, collaboratrice FoCr che ha partecipato alla scorsa edizione e si prepara per questa, «Settembre è un mese di ripartenza e la Scuola animatori dà a questi ragazzi la giusta carica».

E i primi frutti non si sono fatti attendere: viene proprio dalla Scuola animatori 2022 il gruppo di ragazzi che ha partecipato attivamente alla messa in scena della presentazione del Grest 2023 TuxTutti.




Tempo del Creato, zona 1 in preghiera sulle rive dell’Adda alla base scout di Cassano

Qui la fotogallery completa

Il cielo con i colori tipici del tramonto, il rumore del fiume Adda che scorre, la bellezza della natura, qualche leprotto che salta nell’erba e gli uccelli che cantano: questo è stato lo scenario in cui si è svolto l’incontro di preghiera svolto nella base scout “La Colonia” di Cassano d’Adda venerdì 1 settembre, all’ora del tramonto, in occasione del Tempo del creato 2023. Diversi rappresentanti dei gruppi scout della zona pastorale 1 e persone provenienti da varie parrocchie si sono trovati per una serata scandita dalla condivisione di canti, Salmi, letture e riflessioni. Don Vittore Bariselli, parroco di Cassano, ha salutato i presenti ricordando che «gli occhi ci aiutano a contemplare il Creato e che mettere al centro della nostra vita Dio ci aiuterà a guardare con occhi nuovi gli altri e il mondo che ci circonda».

Dopo la lettura di alcuni brani biblici, il vicario zonale mons. Giansante Fusar Imperatore, parroco di Caravaggio, ha guidato la riflessione su un brano del Vangelo di Giovanni (Gv 7, 37-39): 

Nell’ultimo giorno, il gran giorno della festa, Gesù, stando in piedi, esclamò: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. Disse questo dello Spirito che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in lui, poiché lo Spirito non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato.

«Nell’autunno il popolo ebraico per sette giorni celebrava la festa delle capanne per ricordare gli anni passati nel deserto – ha spiegato mons. Fusar Imperatore –. Il popolo dormiva in alcune capanne e nel tempio veniva svolta una cerimonia di benedizione dell’acqua. Questa durante l’ultimo giorno veniva versata fuori dalle mura per simboleggiare che la Parola di Dio è per tutti».

L’acqua della quale Gesù parla, però, è il dono dello Spirito che noi dobbiamo custodire. Ha continuato infatti così mons. Fusar Imperatore: «È fondamentale custodire la sete, che non è mancanza, ma desiderio di un’acqua che è dono di Dio. La difesa del creato non è fatta solo di azioni, ma anche dalla consapevolezza di farne parte. Il Signore ci ama come parte di esso e questo fa scaturire in noi il desiderio di custodire gli altri e il mondo stesso».

E ha quindi concluso: «Non è l’idolatria che porta a un ecologismo estremo che vuole lo sterminio degli esseri umani, ma la cura della casa in cui tutti abitano: Dio ha fatto il mondo perché sia condiviso e la logica è quella di custodire la sete dell’amore che ci rende tutti fratelli e custodi della casa che Lui ci ha donato».

Durante la preghiera, per vivere concretamente l’esperienza della condivisione, si è consumata insieme la cena in cerchio e si è conclusa la celebrazione con una preghiera di intercessione, il Padre Nostro, lo scambio della pace e la benedizione.

L’iniziativa di Cassano d’Adda si inserisce nel fitto calendario di eventi  organizzati per questo mese dedicato alla cura del creato dal titolo Che scorrano la giustizia e la pace e che ha come simbolo proprio il fluire del fiume possente, luogo dove – come ha detto papa Francesco nel messaggio dedicato a questo tempo – lo Spirito Santo può aleggiare per guidarci a «rinnovare la faccia della terra».

Per la zona uno il prossimo appuntamento sarà venerdì 15 settembre alle ore 20.45 presso l’auditorium S. Bernardino di Caravaggio per la proiezione del film “La lettera”, ispirato alla Laudato sì alla quale seguirà un dibattito.

“Che scorrano la giustizia e la pace”: tutti gli eventi in diocesi per il Tempo del Creato




Povertà. Don Pagniello (Caritas italiana): «Servono politiche concrete che aiutino a vivere dignitosamente»

“Inflazione e lavoro povero sono i nuovi pesi che si scaricano sulle fasce più povere della popolazione, alle quali occorre proporre politiche concrete che le aiutino a vivere dignitosamente”. È l’allarme che lancia don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, alla vigilia della ripresa delle attività di Governo e Parlamento, che culmineranno con la nuova Legge finanziaria, in una situazione di rincari e di spaesamento.

“L’aumento dei prezzi, che ormai va avanti da più di un anno – ricorda don Pagniello – anche se può dirsi un fenomeno trasversale, non pesa alla stessa maniera sulle famiglie.

Gli impatti più duri si registrano proprio tra chi ha meno, i nuclei meno abbienti.

Chi ha redditi più bassi infatti spende di più, in proporzione, per ciò che è indispensabile, in particolare per i beni alimentari e l’energia, gli stessi beni che di fatto hanno avuto i rincari più elevati”.

“I dati che abbiamo pubblicato lo scorso giugno ci confermano inoltre come purtroppo a chiedere aiuto presso le Caritas diocesane siano non solo persone che fanno fatica a trovare un lavoro, disoccupati o inoccupati (48,0%), ma anche tanti occupati che sperimentano condizioni di indigenza (22,8%). Alcune categorie risultano poi particolarmente esposte; tra gli operai e assimilati, ad esempio, l’incidenza della povertà assoluta raggiunge il 13%; nel 2007 si attestava appena all’1,7%”, aggiunge il direttore di Caritas Italiana.

“La povertà è ormai strutturale nel nostro Paese – ricorda don Pagniello – visto che tocca quasi una persona su dieci (il 9,4% della popolazione residente vive infatti in povertà assoluta, mentre quindici anni fa il fenomeno riguardava appena il 3% dei residenti).11 milioni di persone – un quinto della popolazione – sono poi considerate dall’Istat a rischio povertà. Per questo servono politiche strutturali di contrasto alla povertà, che vadano al di là di iniziative una tantum, ma che affrontino la complessità di questo fenomeno”.

La stessa proposta di un “Reddito alimentare”, la cui sperimentazione deve ancora partire, per il direttore di Caritas Italiana sembra fornire una visione “residuale” ed assistenziale della povertà, non di sistema, incentrata solo sulla collocazione dell’eccedenza invenduta. Allo stesso tempo la Social card “Dedicata a te”, pur stanziando una somma complessiva di 382,50 euro a famiglia da destinare all’acquisto di beni alimentari, risulta essere una iniziativa “una tantum” e non sovrapponibile ad altre politiche di intervento contro la povertà.

“Di fronte a una povertà sempre più ‘multidimensionale’ – conclude don Pagniello, anche in riferimento al momento attuale – occorre pensare a proposte di sistema e strutturali, dove siano centrali la relazione e l’accompagnamento di chi si trova in una condizione di fragilità sociale e che puntino, come ci chiede spesso Papa Francesco, a ridurre le disuguaglianze sia economiche che lavorative, che colpiscono soprattutto giovani e donne”.




Scuole paritarie, nido e infanzia di Castelverde in gestione alla Cooperativa Cittanova

Ai primi di settembre riapriranno i battenti l’asilo nido “Ciribicoccole” e la scuola per l’infanzia Mons. Pietro Gardinali” di Castelverde con importanti novità.

La scuola prese forma nel 1933 accanto all’Opera Pia per volere dell’allora parroco di Castagnino Secco, mons. Pietro Gardinali, del quale quest’anno ricorre l’80° anniversario della morte. Intere generazioni di castelverdesi hanno goduto di questo servizio educativo che aveva nelle suore Adoratrici del Santissimo Sacramento di Rivolta d’Adda un vero punto di forza.

Con la sua de-pubblicizzazione e la conseguente nascita della Fondazione Opera Pia Ss. Redentore Onlus, l’Opera Pia non ha più potuto gestire direttamente la scuola tanto che nel 2005 nacque la cooperativa “Servizi per l’infanzia”, che si è preoccupata non solo di portare avanti il progetto formativo, ma di ampliarlo: accanto alla scuola dell’infanzia nacque, infatti, nel 2006 l’asilo nido. L’Opera Pia, pur avendo ceduto questo ramo di azienda, ha continuato a sostenere le attività formative fornendo, attraverso un contratto di locazione agevolato, i locali, occupandosi di tutte le grandi e piccole manutenzioni degli ambienti, accollandosi anche tutto l’aspetto gestionale e amministrativo.

Purtroppo la pandemia per Covid19 ha creato non pochi disagi e messo ancora più in luce le difficoltà dovute a una mancanza di interazione con altre istituzioni simili del territorio. «In questi anni – spiega il presidente della Cooperativa “Servizi per l’infanzia”, don Giuliano Vezzosi ci siamo sempre più resi conto della difficoltà di camminare da soli: i costi sono cresciuti in maniera esponenziale, senza contare la fatica di gestire un personale molto ridotto come il nostro a fronte di malattie, infortuni o dimissioni. Di fronte poi a un disavanzo di gestione per il 2022 non indifferente ci siamo decisi a chiedere aiuto alla cooperativa Cittanova di Cremona che, a nome e per conto della Diocesi, conduce otto scuole tra Cremona, Castelleone, Soresina e Casalmaggiore. Ringrazio il presidente don Marco D’Agostino che, sentito il suo Consiglio di amministrazione, ha accolto con favore questa nuova sfida e in poche settimane siamo riusciti a concludere l’accordo: le scuole riprenderanno ancora con più vigore le proprie attività forti di una cooperativa grande e ben organizzata come appunto la Cittanova. A tutti i soci della nostra cooperativa è stato garantito il posto di lavoro e, soprattutto, il territorio non verrà depauperato di questo servizio così importante per le famiglie, dato che nel capoluogo scuole di questo ordine e grado non sono presenti a livello comunale o statale. Un grazie va anche a chi finora ha gestito le scuole, in modo particolare al direttore dottor Renato Vailati, a tutti i dipendenti amministrativi dell’Opera Pia, che per tanti anni hanno garantito l’efficienza di materna e nido, alle maestre, educatrici e volontari, al personale ausiliario. Un grazie particolare al direttore generale della Fondazione Ss. Redentore, dottor Fabio Bertusi, che in questi mesi ha seguito l’avvicendamento tra le cooperative. Un pensiero riconoscente va anche all’Amministrazione comunale che ha sempre contribuito al sostegno delle scuole e continuerà a farlo con grande determinazione».

Le due scuole potranno ancora avvalersi del supporto dell’Opera Pia: «Con la cooperativa “Servizi per l’infanzia” – spiega il presidente di Fondazione Redentore don Claudio Rasoli – abbiamo risolto il contratto di affitto di ramo di azienda e ne abbiamo sottoscritto uno nuovo con la Cittanova. Non potendo gestire direttamente questo servizio saremo comunque sempre al fianco di don Marco, della preside prof. Roberta Balzarini e di tutti i loro collaboratori. La scuola è un pezzo di storia importante della nostra realtà, un tassello imprescindibile di quel grande progetto di carità e di evangelizzazione fortemente voluto e realizzato da mons. Gardinali e dai suoi illuminati collaboratori laici. La lunga esperienza di conduzione di scuole della cooperativa Cittanova e la grande professionalità dei suoi operatori sapranno certamente dare un nuovo impulso, sia dal punto di vista didattico, ma anche amministrativo, con una salutare ottimizzazione dei costi e una più efficace gestione del personale. Rivolgo un pensiero riconoscente ai dipendenti dell’Opera Pia che in questi anni si sono fortemente impegnati dal punto di vista amministrativo per il buon funzionamento delle scuole».

Nel mese di luglio don D’Agostino, insieme ad alcuni suoi collaboratori, ha incontrato i genitori delle due scuole riscontrando piena disponibilità a intraprendere questa nuova avventura. Giovedì 31 agosto, alle ore 19, la prof. Balzarini, affiancata dalla coordinatrice didattica prof. Alessandra Ringhini e dalle maestre, presenterà le attività didattiche dell’anno, seguirà un’apericena con servizio di babysitteraggio.

«Sono molto contento – ha dichiarato il presidente della cooperativa Cittanova don Marco D’Agostino – per il virtuoso impasto che si è creato tra la presidenza dell’Opera Pia, la Parrocchia di Castelverde, il Comune di Castelverde e la Cooperativa Cittanova, nella disponibilità e nell’interesse intorno all’asilo nido e alla scuola dell’infanzia. Molti genitori, nei colloqui personali, hanno dichiarato di aver frequentato quella scuola e di nutrire grande riconoscenza e gratitudine. Credo sarà un’avventura entusiasmante, avendo costatato molta disponibilità».

Anche la dirigente scolastica, dott. Roberta Balzarini, si è detta soddisfatta del lavoro svolto in questi mesi: «Abbiamo provato a mettere la testa su una realtà che non comincia da zero, ma è ricca di storia e di opportunità. Insieme a tutte le altre scuole della Cooperativa Cittanova, legate con la Diocesi di Cremona, anche il Polo scolastico di Castelverde potrà essere un’occasione per crescere, educare e generare, insieme, le nuove generazioni». «Esse – ha concluso la preside – sono il futuro della Chiesa e della società che siamo chiamati a custodire e a far germogliare come il bene più prezioso».

«Che nello stesso cortile – ha commentato il prof. Samuele Lanzi, vice presidente della Cooperativa Cittanova, che ha seguito le operazioni da vicino – ci siano gli anziani dell’Opera Pia, un nido e una scuola dell’Infanzia: dicono la cura e l’attenzione che i nostri padri prima, l’Opera Pia, la Parrocchia e noi oggi, siamo chiamati ad avere. Curare i germogli e avere attenzione agli anziani, che custodiscono memoria e storia, sono le coordinate essenziali per un’educazione alla cittadinanza e al Vangelo. Insieme si potrà fare molto».

Tutto è pronto per il suono della campanella. Il 30 agosto per il Nido. Il 4 settembre per l’Infanzia. E anche gli inserimenti dei più piccoli saranno veloci, per aiutare i genitori a ritornare al lavoro con facilità e senza troppi inconvenienti. Entrando nel circuito delle scuole del Cittanova anche Castelverde beneficerà di tutti i progetti in atto, tra le scuole, con i più grandi del liceo, “filosofia per bambini”, inglese per i più piccoli, psicomotricità, usando anche i luoghi del Seminario di Cremona.




Un corso di alta formazione per educatori e coordinatori d’oratorio

Un corso di alta formazione per educatori d’oratorio: è la proposta dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in sinergia con Oratori Diocesi Lombarde al via a settembre (in presenza a Milano e online) con un monte ore complessivo di 90+6 ore di attività formativa, suddivise tra lezioni, attività laboratoriali, costruzione e discussione in gruppo del project work.

Il corso, giunto alla quarta edizione, composto di 12 moduli tra il 30 settembre 2023 e il 16 marzo 2024, prevede numero massimo di 80 partecipanti e l’attestazione di un certificato di frequenza rilasciato da Università Cattolica del Sacro Cuore. Le iscrizioni entro il 17 settembre online cliccando qui (quota 450 euro, con agevolazioni per iscritti ai Servizi Premium della Community Alumni e all’Associazione Amici dell’Università Cattolica).

In un contesto in profonda trasformazione, gli oratori, per poter mantenere la loro vitalità e significatività hanno bisogno di essere espressione di comunità vitali; altresì vi è bisogno che la progettualità educativa e l’azione quotidiana sia supportata oltre che da figure volontarie anche da persone professionalmente preparate che agiscano in stretto raccordo.

L’esercizio della professionalità educativa e pedagogica all’interno di un contesto con caratteristiche educative proprie come l’oratorio richiede una preparazione specifica che vada a innestarsi sulla preparazione di base acquisita nel percorso formativo base realizzato dall’educatore e dal pedagogista nella sua storia professionale. A questo riguardo si assiste ad una crescente domanda da parte delle realtà oratoriane affinché chi opera in esse con compiti educativi abbia un’adeguata preparazione.

Tra le innovazioni più significative, che da questa edizione saranno confermate, l’inserimento di un percorso di accompagnamento alla stesura del Project Work, l’organizzazione, a cura di ODL Oratori di Lombardia, di seminari e di un residenziale dedicato agli iscritti al corso e la proposta di alcuni moduli che, a rotazione, potranno essere seguiti dagli iscritti a tutte le edizioni del corso. I moduli ciclici riguarderanno, di volta in volta, tematiche specifiche e attuali.

 




Acqua, risorsa e responsabilità: due serate di performance chiudono il percorso estivo per ragazzi della Comunità Laudato si’ Oglio Po

Dopo una pausa vacanze ferragostana, venerdì 1 settembre a Marcaria riprenderà il corso per ragazzi avviato nel mese di luglio dalla Comunità laudato si’ Oglio Po. Sulla guida delle encicliche Laudato Si’ e Fratelli Tutti di Papa Francesco e sulle orme di San Francesco l’edizione 2023 del corso affronta il tema dell’acqua, del suo importante valore per l’umanità intera e dell’impegno per la sua tutela affinché tutti ne abbiamo correttamente accesso, temi che i ragazzi approfondiscono vivendo la parola chiave “responsabilità” attraverso un percorso di fraternità tra coetanei, di apprezzamento della natura attraverso attività manipolative-sperimentali ed incontri con esperti.

I partecipanti sono arrivati a percepire tramite l’aiuto degli educatori ed il contatto con diverse creature e ambienti del territorio, una stretta correlazione ed armonia tra gli esseri viventi e le risorse naturali che si fa tanto più forte e viva quanto più si educa alla consapevolezza di essere parte interconnessa del creato. Un breve corso di equitazione, lo yoga della risata, percorsi guidati nel Parco Oglio Sud, la preparazione del pane fatto a mano, una lezione sul valore dell’acqua con giochi didattici, un’uscita con visita a Parcobaleno, una gita in battello sulle acque del fiume Po sono solo alcune delle attività svolte.
A conclusione del progetto sabato 2 settembre prossimo ore 18 a Marcaria negli Spazi di Campo Ciano e domenica 3 settembre ore 17 presso l’Ecomuseo di San Matteo delle Chiaviche a Viadana sono in programma le performance conclusive dal titolo è “L’acqua risorsa di responsabilità”.

L’argomento sarà rappresentato sotto vari aspetti: dal suo uso domestico indispensabile al suo spreco irresponsabile, dai problemi legati all’ambiente alle abilità dei suoi abitanti.
Le performance di notevole spessore culturale, prevedono l’intervento di tre giovani artisti, che avendo anche seguito e preparato il gruppo di partecipanti, aiuteranno a comunicare la sintesi degli argomenti trattati.
Il corso si è svolto in collaborazione e con il contributo del Centro Ricreativo Socio Culturale ANSPI e del Gruppo Giovani di Marcaria.