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Programmazione economica, gestione dei beni culturali e oratori: scarica le slides dei corsi di formazione

Per il secondo anno i componenti dei Consigli parrocchiali per gli affari economici hanno avuto la possibilità di riunirsi, nelle cinque zone pastorali, per tre incontri. In un incontro l’economo diocesano, don Antonio Mascaretti ha trattato della Programmazione economica di una parrocchia; in un altro incontro il responsabile dell’ufficio dei beni culturali, don Gianluca Gaiardi, ha sviluppato le tematiche legate allo studio di fattibilità di interventi di manutenzione dei beni artistici; infine don Paolo Arienti, responsabile della pastorale giovanile e della Federazione Oratori, ha illustrato questioni relative agli elementi normativi degli Oratori. La grande partecipazione ed attenzione rivelata l’anno scorso, si è riproposta anche negli incontri di quest’anno, che ha visto coinvolte numerose parrocchie della Diocesi.

Scarica qui le slides sulla programmazione economica

Scarica qui le slides sui beni artistici (parte 1)

Scarica qui le slides sui beni artistici (parte 2)

Scarica qui le slides sui beni artistici (parte 3)

Scarica qui il materiale sulla gestione degli oratori

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“Scolpiti dentro” dalla vita di un Santo

Se non così come?”…scolpiti! E’ questa la password della serata vissuta sabato 9 febbraio in compagnia di circa 150 amici della zona 1 di Cremona e dintorni presso l’Oratorio di Mozzanica. Un evento giovani che non si è fermato all’età ma ha coinvolto numerosi adulti curiosi di scoprire cosa “ci fosse da scolpire”! Ad accoglierli un grosso ceppo pronto per essere modellato da colpi di scalpello e, ad ogni colpo, la possibilità di realizzare un’opera d’arte!

Non certamente meno “incisiva” la citazione che accompagnava il gesto: “Quale colpo di scalpello vorresti dare alla tua vita?” e di particolare effetto l’invito a pirografare, incidere su degli scarti di legno il desiderio espresso in quell’atto.

Nessun colpo di scalpello può lasciare indifferenti e nessun truciolo è scarto ma “offerta” perché la propria vita possa avere un gusto “speciale”. “Vorrà dire che dovrai essere speciale visto che sarai scolpito due volte”…questo afferma Francesco in dialogo con la sua scultura, in una delle prime battute dello spettacolo dal titolo “Scolpisci te stesso”. Dopo la prima al Museo del violino lo scorso 26 ottobre, “Scolpisci te stesso” ha dato avvio e ha segnato il tono anche di questa serata: i nostri amici hanno lasciato lo scalpello in mano agli inconfondibili attori della Compagnia dei piccoli per lasciarsi “scolpire dentro” dalla vita di un Santo. Uno scalpello speciale, capace di arrivare tanto vicino a quel tratto di santità che è in ciascuno di noi e che ha solo bisogno di essere scoperto e di risplendere. La serata è stata un’occasione significativa anche per rilanciare il bellissimo canto composto e musicato dai Carisma “Scolpisci tutto te stesso”, una vera e propria preghiera fatta non solo con la voce ma …col cuore in mano.

A seguire questo scalpello è passato tra le mani dello Scultore della vita. Non è mancato infatti l’incontro, nell’Adorazione eucaristica e nel sacramento della Riconciliazione, con Gesù vero artigiano del cuore, che “scalpella” ogni nostro passo, perché perfino l’inciampo serva per farci arrivare ad assomigliare all’opera bella che per Lui siamo e che Lui vede già in noi.

Non è mancata la consueta tisana in fraternità, un momento conviviale per condividere e gustare la serata, con il desiderio di un arrivederci alla prossima XV edizione del “Se non così come?”.




Castelleone, premiato il volontariato nella sala Giovanni Paolo II

“Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano”, sono parole di Madre Teresa di Calcutta che Gianluigi Valcarenghi, consigliere delegato al volontariato del Comune di Castelleone, ha utilizzato per aprire la serata Castelleone con merito, programmata per sabato 9 febbbraio, alle 21, presso la Sala della Comunità Giovanni Paolo II.

Le parole di santa Teresa di Calcutta rivelano con immediatezza il senso di una manifestazione attraverso la quale l’Amministrazione Comunale della Città di Castelleone ha voluto incontrare le numerose associazioni operanti nel territorio e i loro iscritti per ringraziarli delle loro attività al servizio della comunità.

Per dare segno concreto del ringraziamento di tutta la cittadinanza castelleonese si è scelto di premiare un volontario per ogni associazione che si è particolarmente distinto per impegno, presenza e dedizione. Così grazie alla brillante presentazione di Gianfranco Oneda, si sono succeduti sul palco, premiati dal sindaco Pietro Fori, i rappresentanti di ben trentatré associazioni che attraversano tutti i campi del volontariato, sociale, culturale, sportivo e ricreativo; a tutti è stata consegnata una menzione d’onore per l’attività svolta.

Ad alcuni cittadini che hanno raggiunto brillanti risultati è stata consegnata una menzione d’onore speciale e il san Realino di bronzo, tra questi si segnala il Gruppo dei ragazzi di Magica Musica che hanno ottenuto un grande successo e meritata visibiltà a livello nazionale. É stata poi conferita una speciale onorificenza, accompagnata da una medaglia d’argento, riproducente San Bernardino Realino, ad un cittadino castelleonese che si è particolarmente distinto.

Il sindaco Pietro Fiori nel consegnare la più alta onorificenza comunale al professor Angelo Lacchini ha letto le motivazioni del riconoscimento “insegnante di vasta e profonda cultura classica e moderna umilmente mette a disposizione le sue doti con estrema disponibilità, energia e competenza. Scava nella grande storia e in quella piccola della sua comunità, per portarne alla luce i valori intramontabili, le tradizioni, la fede. Recuperando il passato, rende vivo e consapevole il presente elevando la mente e lo spirito di chi ascolta e legge le sue opere”.




Sabato 9 febbraio la XIX Giornata di Raccolta del Farmaco: ecco le farmacie aderenti in diocesi

In tutta Italia sabato 9 febbraio 2019 si svolgerà la XIX Giornata di Raccolta del Farmaco. In più di 4.500 farmacie in tutta Italia si raccoglieranno farmaci da automedicazione da consegnare a oltre 1.700 enti assistenziali che si prendono cura delle persone che vivono in stato di povertà. Nella nostra Diocesi, oltre 50 farmacie aderiranno al gesto di raccolta e circa 250 volontari.

 

A distanza di anni – spiegano gli organizzatori –  tanti partecipano ancora a questo gesto, perché a scavarci dentro si trova qualcosa di più della solidarietà e del volontariato. Si chiama Carità: ovvero, il cuore del modo di vivere, e di condividere, che Cristo ha portato al mondo. Facendosi Lui stesso “dono di sè, commosso” a noi uomini, diceva Don Giussani. E rendendo possibile e desiderabile per noi uomini imitarlo.

Molti tra farmacisti, volontari e enti, trovano in un gesto come questo, una possibilità di approfondire il proprio legame con Cristo e, insieme, di capire meglio cosa questo legame può offrire al mondo ferito di oggi: se una semplice “pacca sulla spalla”, qualche sprazzo di bene qui e lì, o qualcosa di solido, addirittura decisivo.

 L’elenco delle farmacie aderenti

L’elenco degli enti beneficiari della raccolta

La Mission

Rispondere al bisogno farmaceutico delle persone indigenti, attraverso la collaborazione con le realtà assistenziali che già operano contro la povertà sanitaria, testimoniando un cammino di educazione alla condivisione e alla gratuità. Banco Farmaceutico mette in relazione virtuosa differenti soggetti (enti caritativi, farmacisti, aziende farmaceutiche, aziende di logistica, volontari, cittadini) che portano il loro fattivo contributo per recuperare e distribuire gratuitamente farmaci necessari agli indigenti che non hanno la possibilità di procurarseli altrimenti.
È un cammino che arricchisce chi lo percorre ampliandone lo sguardo grazie alla condivisione di un bisogno e attraverso un gesto che si fa atto d’amore nei confronti di chi è più debole. (www.bancofarmaceutico.org)




Presentazione della guida “Il Duomo di Cremona”

Sarà presentato oggi alle 16 nella Sala Mercanti della Camera di Commercio di Cremona il volume “Il Duomo di Cremona”, una nuova guida artistica alla Cattedrale curata da Francesco Frangi e Marco Tanzi (ed. Officina Libraria). Il volume che in una approfondita analisi storico artistica accompagna alla scoperta dei tesori del Duomo  sarà presentato alla presenza dei curatori e del Vescovo Antonio Napolioni.

«Tra le grandi cattedrali romaniche padane – si legge nella presentazione della guida -, quella dedicata a Santa Maria Assunta a Cremona è una delle più ricche di testimonianze figurative alte e stratificate, che improntano il lento passare dei secoli di segni di particolare rilievo. I nomi dei più grandi maestri, in prima persona o nell’accezione medioevale di bottega, si susseguono fitti: Wiligelmo, Antelami, l’eccelso Marco Romano, i campionesi, arricchiscono la facciata con opere grandiose e suberbe, aristocratiche e terragne. Nell’interno poi, il ciclo di affreschi nella navata maggiore con le Storie della Vergine e di Cristo squaderna come in nessun altro luogo i sintomi dell’incalzante rinnovamento in atto nella pittura italiana del primo Cinquecento, dal classicismo senza errori di Boccaccio Boccaccino alle inquietudini eccentriche e ponentine di Altobello Melone e di Gianfrancesco Bembo, del bresciano Romanino e del friulano Pordenone, cui spetta il gran finale con la clamorosa e baluginante Crocifissione della controfacciata. Accanto a questi due poli, la facciata e la navata, si aggregano capolavori di tutti i secoli, pittura, scultura, oreficeria. Cicli tardogotici nelle volte delle navatelle, che rimandano al gusto delle miniature e dei Tacuina sanitatis; la grande croce d’argento quattrocentesca; alcune tra le sculture più importanti ed espressive del Rinascimento in Lombardia; gli affreschi e le tele dei Campi, i massimi esponenti della scuola pittorica cremonese del Cinquecento, tra Maniera e natura; dipinti e sculture sei e settecenteschi, dai Procaccini a Genovesino, dal Bertesi al Borroni»

I CURATORI

Francesco Frangi

È professore associato di Storia dell’arte moderna e Museologia all’Università degli Studi di Pavia (sede di Cremona). È uno dei maggiori esperti del Cinquecento e del Seicento lombardo. Oltre che su problemi più strettamente filologici, i suoi studi si sono indirizzati anche verso il rapporto tra la produzione figurativa e il contesto storico culturale coevo. Su questo versante si collocano le ricerche dedicate alle raffigurazioni di popolani di Giacomo Ceruti e quindi quelle riguardanti l’iconografia di San Carlo (Tra «vero ritratto» e fervore devozionale, «Studia Borromaica», nr. 25, 2011) e i rapporti tra cultura devozionale e pittura sacra di primo Cinquecento nell’Italia settentrionale, con particolare riferimento alla vicenda di Lorenzo Lotto (Come «li pastori semplici et puri», in Lorenzo Lotto. La Natività, catalogo della mostra al Museo Diocesano di Milano, Silvana, Cinisello Balsamo 2009). Tra le sue ultime monografie, Daniele Crespi. La giovinezza ritrovata (Scalpendi, Milano 2012).

Marco Tanzi

Nato a Cremona nel 1956, è professore ordinario di Storia dell’arte moderna e Fenomenologia degli stili all’Università del Salento. Si occupa prevalentemente della cultura figurativa settentrionale del Quattrocento e del Cinquecento, e del Rinascimento in terra d’Otranto. Numerose le sue curatele di mostre, le schede, i contributi, i saggi per cataloghi, con frequenti incursioni nell’arte contemporanea: tra le più recenti, Fabrizio Merisi, pesci fasciati, frammenti di luce, cuciture e reliquie (Antichità Mascarini, Cremona 2015), Selezione di Antichi Maestri (Galleria Mascarini, Cremona 2016).




Il Papa negli Emirati Arabi firma lo storico documento sulla fratellanza umana

“Adottare la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio”. Sono i tre principi del documento sulla “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato dal Papa e dal Grande Imam di Al-Azhar al termine dell’incontro interreligioso al Founder’s Memorial di Abu Dhabi, subito dopo il primo discorso del Papa negli Emirati Arabi Uniti.

Scarica qui il testo del documento sulla fratellanza umana

“Noi – credenti in Dio, nell’incontro finale con Lui e nel Suo Giudizio –, partendo dalla nostra responsabilità religiosa e morale, e attraverso questo Documento, chiediamo a noi stessi e ai Leader del mondo, agli artefici della politica internazionale e dell’economia mondiale – si legge nel testo – di impegnarsi seriamente per

diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace; di intervenire, quanto prima possibile, per fermare lo spargimento di sangue innocente, e di porre fine alle guerre, ai conflitti, al degrado ambientale e al declino culturale e morale che il mondo attualmente vive”.

 

L’estremismo religioso e nazionale e l’intolleranza hanno prodotto nel mondo, sia in Occidente sia in Oriente, ciò che potrebbe essere chiamato i segnali di una ‘terza guerra mondiale a pezzi'” aggiungono il Papa e dal Grande Imam di al-Azhar. “Le forti crisi politiche, l’ingiustizia e la mancanza di una distribuzione equa delle risorse naturali – delle quali beneficia solo una minoranza di ricchi, a discapito della maggioranza dei popoli della terra – hanno generato, e continuano a farlo, enormi quantità di malati, di bisognosi e di morti, provocando crisi letali di cui sono vittime diversi Paesi, nonostante le ricchezze naturali e le risorse delle giovani generazioni che li caratterizzano”, si legge ancora nel testo:

“Nei confronti di tali crisi che portano a morire di fame milioni di bambini, già ridotti a scheletri umani – a motivo della povertà e della fame –, regna un silenzio internazionale inaccettabile”

Nel testo si definisce, inoltre “essenziale la famiglia, quale nucleo fondamentale della società e dell’umanità, per dare alla luce dei figli, allevarli, educarli, fornire loro una solida morale e la protezione familiare”:

“Attaccare l’istituzione familiare, disprezzandola o dubitando dell’importanza del suo ruolo, rappresenta uno dei mali più pericolosi della nostra epoca”

la denuncia, insieme all’invito a risvegliare il “senso religioso” tra i giovani, “per fronteggiare le tendenze individualistiche, egoistiche, conflittuali, il radicalismo e l’estremismo cieco in tutte le sue forme e manifestazioni”. La vita, si afferma infine, è “un dono che nessuno ha il diritto di togliere, minacciare o manipolare a suo piacimento, anzi, tutti devono preservare tale dono della vita dal suo inizio fino alla sua morte naturale”: “Perciò – scrivono i firmatari del documento –

condanniamo tutte le pratiche che minacciano la vita come i genocidi, gli atti terroristici, gli spostamenti forzati, il traffico di organi umani, l’aborto e l’eutanasia e le politiche che sostengono tutto questo”

“La libertà – si legge in un altro passaggio – è un diritto di ogni persona: ciascuno gode della libertà di credo, di pensiero, di espressione e di azione”. Per questo “la protezione dei luoghi di culto – templi, chiese e moschee – è un dovere garantito dalle religioni, dai valori umani, dalle leggi e dalle convenzioni internazionali. Ogni tentativo di attaccare i luoghi di culto o di minacciarli attraverso attentati o esplosioni o demolizioni è una deviazione dagli insegnamenti delle religioni, nonché una chiara violazione del diritto internazionale”.

E ancora:

“È un’indispensabile necessità riconoscere il diritto della donna all’istruzione, al lavoro, all’esercizio dei propri diritti politici”

una delle raccomandazioni del testo, in cui si esorta a proteggere la donna “dallo sfruttamento sessuale e dal trattarla come merce o mezzo di piacere o di guadagno economico”, interrompendo “tutte le pratiche disumane e i costumi volgari che umiliano la dignità della donna e lavorare per modificare le leggi che impediscono alle donne di godere pienamente dei propri diritti”. Fondamentale, inoltre, è tutelare il diritto dei bambini “a crescere in un ambiente familiare, all’alimentazione, all’educazione e all’assistenza”.

“Occorre condannare qualsiasi pratica che violi la dignità dei bambini o i loro diritti”, l’imperativo, unito a quello di “vigilare contro i pericoli a cui essi sono esposti – specialmente nell’ambiente digitale – e considerare come crimine il traffico della loro innocenza e qualsiasi violazione della loro infanzia”.

(fonte: Agensir)

 




Consegnato ai sacerdoti il libro “Chiamati col due. Appunti sulla formazione presbiterale”

E’ stato consegnato ai sacerdoti del clero diocesano riuniti in ritiro lo scorso 7 febbraio il volume “Chiamati col due. Appunti sulla formazione presbiterale”, curato dal rettore don Marco D’Agostino, con un’introduzione del vescovo Antonio Napolioni.

Leggi di più sul libro “Chiamati col due” 

Il volume è uno strumento di lavoro consegnato ai preti per una migliore conoscenza delle attività del Seminario e per un confronto sul metodo di formazione dei sacerdoti del futuro. Ad introdurre il testo sono stati durante l’incontro in Seminario, proprio il Vescovo Antonio e don Marco D’Agostino, autore dei testi del libro. Vi proponiamo la registrazione dell’intervento.




Il 6 febbraio a Rivolta d’Adda la festa di San Francesco Spinelli

Il 6 febbraio 1913 è nato al cielo don Francesco Spinelli. Da allora ogni anno, in questa data, le sue suore Adoratrici festeggiano il dono della sua vita, della sua opera, del suo grande sogno. Quest’anno però la ricorrenza del 6 febbraio assume un significato nuovo e speciale per le suore dell’Istituto e per tutta la Chiesa: per la prima volta, infatti, celebreremo la memoria liturgica ricordandolo come Santo.

Per condividere la memoria di San Francesco Spinelli le Suore Adoratrici di Rivolta d’Adda propongono un programma di celebrazioni presso la Casa Madre iniziato il 1° febbraio con la celebrazione penitenziale, le confessioni e la Messa, primi momenti del cammino di preparazione. Domenica 2 febbraio, Giornata per la vita consacrata, la celebrazione solenne dell’Eucaristia con il Vescovo Antonio alla presenza di tutti i religiosi e le religiose della diocesi (qui l’articolo e la photogallery). Lunedì 4 febbraio la giornata mariana con la recita del Rosario e una meditazione pomeridiana proposta dal vicario di Pandino don Andrea Lamperti e la messa alle 18, mentre martedì 5 la giornata di vigilia è dedicata all’adorazione eucaristica, centro del carisma di padre Spinelli, proposta per tutti alle 21 sempre presso la Casa Madre.

Scarica qui i sussidi per la preghiera

Mercoledì 6 la festa liturgica di San Francesco Spinelli sarà celebrata nelle Messe con la parrocchia di Rivolta d’Adda alle 7 e alle 8.30 e con la solenne Eucaristia celebrata dal Vescovo Antonio Napolioni alle 17.30. I sacerdoti che intendono concelebrare sono pregati di comunicarlo in segreteria 0363 379203.

La locandina delle celebrazioni

Le parole e le immagini della Canonizzazione 




Safer Internet Day 2019: essere umani vuol dire anche essere digitali

Non esiste paese al mondo privo di una connessione alla rete. Ci saranno certamente diverse modalità di utilizzo, apparecchiature obsolete o futuribili, censure nazionalistiche o accessi super aperti, ma è innegabile che una delle poche variabili che accomuna l’umanità, sia essa agiata o povera, colta o analfabeta, giovane o adulta, sia proprio internet.

Si tratta di un processo così incarnato nella vita delle persone, che, per essere spiegato, esige una (mai scontata) presa di coscienza interpretativa: internet non è uno strumento e non riflette la neutralità tipica di un artefatto tecnologico. È qualcosa di più: struttura le nostre esistenze, offre nuove opportunità di azione, modula le nostre scelte, orienta i nostri sentimenti. In una sola espressione, internet siamo noi.

Le logiche del digitale, infatti, destrutturano il tradizionale legame tra persona e tecnologia. In un certo senso lo normalizzano, determinando un avvicinamento mai visto prima. Essere umani, infatti, vuol dire anche essere digitali. E viceversa. Questa sorta di linea continua non è però sempre compresa e percorsa.

Sovente il web è visto come il demone di turno, come un fattore di contaminazione culturale, come uno spazio oscuro da cui stare lontani. Nonostante i numerosi tentativi di concepirlo come qualcosa di positivo, questo approccio (sbilanciato sugli aspetti negativi) non è, però, del tutto condannabile. Fenomeni come cyberbullismo, pedopornografia online, fake news, hate speech, non sono (sempre) leggende metropolitane o forzature giornalistiche, ma rappresentano quella zona franca del nostro comportamento online che possiamo definire “deviato”. E che necessità di un intervento educativo integrale che oltrepassi la semplice istruzione ai tecnicismi e agisca su quelle categorie, spesso trascurate, che qualificano l’uomo come persona in relazione autentica e rispettosa dell’altro. Anche per questo oggi, 5 febbraio, si celebra il Safer Internet Day, il consueto evento internazionale organizzato con il contributo della Commissione europea e finalizzato a promuovere un uso consapevole della rete e a prevenire e gestire i rischi a essa collegati.

Si tratta di un giorno in cui scuole, istituzioni, associazioni, organismi di vigilanza, genitori e semplici cittadini riflettono “insieme” sui pericoli e sulle potenzialità di internet per contribuire a renderlo “migliore”.

Non a caso il titolo della giornata di quest’anno (Together for a better internet) esplicita al meglio il ruolo attivo e responsabile di ciascuno, nel rendere i territori digitali luoghi positivi e sicuri. Anche la Chiesa cattolica, nelle sue diverse espressioni, ormai da tempo, si interroga su questa esigenza “migliorativa”. E lo fa non cedendo a facili moralismi o a rifiuti deresposanbilizzanti, ma mettendosi in gioco e assumendo un ruolo da protagonista. Anzitutto attraverso il Magistero ecclesiale che non manca, ormai da diversi anni, di porre l’accento sulla realtà digitale.

Ne sono dimostrazione, ad esempio, l’enciclica Laudato si’, nella quale Papa Francesco ci mette in guardia da quello che definisce “un dannoso isolamento” dovuto a uno distorto delle tecnologie. O il recente Sinodo, il cui documento finale evidenzia come web e social network siano occasioni “per raggiungere e coinvolgere i giovani, anche in iniziative e attività pastorali”. Ma è l’ultimo Messaggio per la 53ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali a compiere un ulteriore passo in avanti. Il Pontefice, infatti, ci aiuta a passare dalla diagnosi alla terapia, condividendo alcuni modelli di “better internet”. Tra questi, quello della “comunità ecclesiale [che] coordina la propria attività attraverso la rete, per poi celebrare l’Eucaristia insieme”. Ed è così che l’essere digitale diventa “essere in comunione”, “dove l’unione non si fonda sui ‘like’, ma sulla verità, sull’‘amen’, con cui ognuno aderisce al Corpo di Cristo, accogliendo gli altri”.

Massimiliano Padula (AgenSir)




“La Santità di Francesco Spinelli forgiata nel fuoco dello Spirito” (AUDIO)

Come tradizione vuole, è toccato al vescovo Antonio chiudere, con la celebrazione di una messa solenne nel pomeriggio di mercoledì 6 febbraio, gli appuntamenti della festa che le suore Adoratrici del Santissimo Sacramento organizzano ogni anno ad inizio febbraio in ricordo di San Francesco Spinelli, fondatore del loro ordine.

Prima di celebrare l’Eucaristia nella chiesa della casa madre delle suore, monsignor Napolioni ha fatto visita alle suore anziane, ospiti della casa “Santa Maria” e lì ha celebrato i vespri. Poi, con il vescovo emerito di Cremona Dante Lafranconi, con le religiose ed i sacerdoti diocesani presenti (una quindicina i concelebranti), si è spostato nella chiesa di Casa madre, dove la messa è iniziata alle 17.30, con il saluto della madre generale Isabella Vecchio.

Ascolta il saluto di Madre Isabella Vecchio

“Abbiamo ancora nel cuore –ha detto madre Isabella- l’esperienza della canonizzazione di padre Francesco dell’ottobre scorso in San Pietro, un Santo sacerdote. Grazie a Sua Eccellenza, al vescovo emerito Dante, ai sacerdoti e a tutta la diocesi che ci è stata così vicino in quel momento così solenne ed importante per noi. La comunione fraterna –ha proseguito- genera la santità e per lei, Eccellenza, chiediamo questo dono. Fa, o Signore, che la chiesa cremonese si rinnovi nella luce del vangelo. Lo chiediamo per l’intercessione di San Francesco Spinelli. Grazie anche ai tanti sacerdoti ospiti qui oggi. È bello vederli in casa madre. E grazie anche alla fraternità eucaristica”.

Photogallery

Come ha ricordato il vescovo all’inizio della sua omelia, a 106 anni dalla nascita, è stata questa la prima festa dedicata a padre Spinelli dopo la sua canonizzazione ad opera di papa Francesco. Santo lui, Santi anche noi. “Perché –ha sottolineato monsignor Antonio- la santità deve essere ora come un boomerang, cioè deve toccare a noi, e a questo compito ci educa la liturgia”.

Ascolta l’omelia del Vescovo Antonio Napolioni

Il vescovo ha invitato i presenti (chiesa gremita) a prendere esempio da San Francesco Spinelli, definito “Portatore del calore di Dio”. “Il suo non è un fuoco fatuo –ha proseguito- ma un fuoco basato sulla presenza attiva dello Spirito in tutta la sua realtà divina ed umana. Un fuoco nel quale è stato forgiato il suo cuore umile ed ubbidiente. Un cuore cui le prove che è stato sottoposto e le ostilità che incontrato nella sua esistenza non hanno rubato la gioia di una vita nel Signore e per il Signore. Tanti Santi del nostro tempo ci hanno insegnato a vivere con i poveri e così ha fatto anche Francesco Spinelli. Accogliamo come ha fatto lui –ha concluso- un Dio che si fa pane per noi affinché da nutriti possiamo diventare nutrienti e da deboli possiamo diventare forti ed attingiamo alla stessa fonte alla quale ha attinto lui per superare le prove lungo il nostro cammino”.

Non è mancato, da parte del vescovo, un pensiero per le suore Adoratrici: “Sappiate che la nostra non è una Chiesa che emargina la donna. Anzi, le conferisce un ruolo, senza scimmiottare alcuno”.

Al termine della funzione il vescovo stesso, il vescovo emerito ed i sacerdoti si sono recati in fondo alla chiesa, dove è custodita la teca con le spoglie di padre Francesco per la preghiera al Santo. È da lì che monsignor Napolioni ha impartito la benedizione finale a tutti i presenti.

 

Le parole e le immagini della Canonizzazione