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San Michele, il Vescovo: «La festa della Polizia di Stato occasione per rifare un patto tra noi e voi»

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«La parabola del buon seme e della zizzania dà un ruolo specifico agli angeli, che hanno il compito di sistemare le cose. In realtà appaiono più come giustizieri, carcerieri, carnefici. Se è solo questo il compito di chi si ispira all’arcangelo Michele come patrono siamo messi male. E infatti voglio chiedere scusa alla Polizia di Stato e a tutte le forze dell’ordine perché questa società rischia di relegare loro in questo compito perché tutti noi nelle responsabilità non siamo altrettanto angeli custodi». E ancora: «Chiediamo alle forze dell’ordine di essere angeli, ma prima di tutto dobbiamo essere angeli noi». Si è aperta con queste parole l’omelia del vescovo Antonio Napolioni nella Messa nella ricorrenza dell’arcangelo Michele, patrono della Polizia di Stato, celebrata nella mattina del 29 settembre nell’omonima chiesa di Cremona alla presenza delle autorità civili e militari del territorio e di agenti e dirigenti della polizia.

«Che bello sentire che l’angelo del Signore non solo arriva a sistemare le cose all’ultimo minuto, ma protegge e libera. È un’azione preventiva, di accompagnamento. È un’azione ispirata dalla fiducia. Ma questo non possiamo chiederlo solo a voi», ha sottolineato il vescovo. «La festa della Polizia di Stato può essere un’occasione per rifare un patto tra noi e voi, in modo che ognuno faccia la sua parte e permetta anche all’altro di farla al meglio, in modo che la comunità sia educante, preventiva, capace di prendersi cura».

Ma san Michele, che è potente e giustiziere, non è scisso dagli altri due arcangeli che si ricordano il 29 settembre: non è separato da Gabriele, che è l’annunciatore, e da Raffaele, che è messaggero di guarigione. «Non ci possono essere repressione e ordine se non abbiamo fiducia nelle possibilità di guarigione e di recupero – ha evidenziato mons. Napolioni –. Se non siamo pronti a raccogliere e a spartire la notizia che quello che avevamo scartato il Signore lo rende pietra angolare». Ha quindi concluso: «E allora godremo di quella pace in cui nessuno farà più da scaricabarile, aspettando gli angeli. Perché gli uomini non possono delegare agli angeli ciò che il Signore ha affidato anche a noi, angeli gli uni per gli altri.

 

Ascolta l’omelia del vescovo Napolioni

 

L’Eucaristia, concelebrata dal cappellano della Polizia di Stato per le province di Cremona e Mantova, don Stefano Peretti, affiancato dal parroco di San Michele, don Aldo Manfredini, e dal cerimoniere vescovile, don Matteo Bottesini, si è conclusa con la recita della preghiera a san Michele arcangelo.

Al termine anche il saluto e i ringraziamenti del questore di Cremona, Michele Sinigaglia. «Quella di oggi non è una semplice ricorrenza, ma un rinnovarsi anno dopo anno di una tradizione che ci induce a meditare sui valori fondamentali cui ispirare il nostro agire quotidiano in difesa della comunità», ha sottolineato il questore. Che ha poi aggiunto: «Un impegno che deve essere costantemente rinnovato e che è continuamente messo alla prova dalle tante difficoltà che devono essere affrontate quotidianamente. Ma noi sappiamo di avere al nostro fianco la comunità cremonese e con il nostro lavoro speriamo di continuare a meritare la fiducia dei cittadini che siamo chiamati a servire e proteggere». Parole che sono state anche l’occasione per ricordare le forze dell’ordine cadute in servizio, un sacrificio che non dovrà mai essere dimenticato.




Il 7 ottobre a Santa Rita il concerto dell’Ensemble Coruscans

A distanza di un anno dal concerto per l’inaugurazione e la presentazione del nuovo organo a cassapanca di cui si è dotata la rettoria di Ss. Margherita e Pelagia di Cremona – meglio nota a Cremona come chiesa di Santa Rita –, l’associazione “Amici di S. Rita” ritorna a proporre un nuovo appuntamento musicale di voci a cappella e brani strumentali, dal titolo “Di sol vestita”, in programma sabato 7 ottobre, alle 20.45, nella chiesa di via Trecchi.

Il concerto, eseguito dalla corale “Ensemble Coruscans”, diretta da Giulia Calovini e accompagnata da Marco Fenili al flauto e Gabriele Galleggiante Crisafulli all’organo, si aprirà con Il Magnificat: un cantico contenuto nel primo capitolo del Vangelo di Luca con il quale Maria loda e ringrazia Dio per aver liberato il suo popolo; per questo è conosciuto anche come cantico di Maria. A seguire, brani dedicati alla Madonna composti da rilevanti autori cinque, sei e settecenteschi: da Bach a Palestrina, passando per De Victoria, Hassler ed Eccard.

L’evento, promosso dal rettore, don Claudio Anselmi, e dalla Associazione, vuole essere un appuntamento culturale offerto a tutta la città nonché momento di elevazione spirituale nella fede e uno sguardo alla Beata Vergine Maria. Un’occasione, inoltre, per far conoscere alla città l’Ensemble, che ha trovato ospitalità in questi giorni presso la rettoria per le prove e le esercitazioni.

L’ingresso al concerto sarà gratuito.

Locandina dell’evento




Scuola diocesana di Musica sacra “Dante Caifa”: tre concerti per l’apertura del nuovo anno scolastico

All’avvio del nuovo anno formativo della Scuola diocesana di Musica sacra “Dante Caifa”, l’associazione “Marc’Antonio Ingegneri” propone tre concerti che si svolgeranno nelle serate del 21, 22 e 24 settembre, presso la chiesa del Foppone, sede della scuola. Le iniziative vedranno la presenza dei docenti Simone Bellucci, Isa Trotta, Keiko Yazawa, Yamina Prakudovich, che con entusiasmo hanno aderito al progetto di promuovere la conoscenza delle attività svolte e che proporranno, nei diversi appuntamenti, una preziosa letteratura per chitarra, pianoforte e viola.

Il primo concerto si terrà giovedì 21 settembre, alle 18, con Simone Bellucci che presenterà un entusiasmante scorcio del virtuosismo di grandi chitarristi dell’ottocento.

Venerdì 22 settembre, alle 21, la pianista Isa Trotta offrirà la possibilità di apprezzare le sontuosità musicali e tecniche di alcune importanti composizioni di Mendelssohn e Chopin.

Domenica 24 settembre, invece, alle 18, la conclusione del ciclo, con la presenza di Yamina Prakudovich alla viola e Keiko Yazawa al pianoforte. In programma una rara selezione di composizioni per viola e pianoforte di Bloch, Hindemith e Prokofiev.

Nei pomeriggi dedicati ai concerti sarà anche possibile visitare la chiesa del Foppone, prezioso scrigno settecentesco dedicato a San Facio, e conoscere l’attività svolta dalla Scuola diocesana di musica sacra e la proposta dei corsi musicali per l’anno scolastico.

Locandina dei concerti

Programma dei concerti

 

 

I corsi 2023/24

I corsi per l’anno scolastico 2023/2024 comprendono la formazione strumentale (pianoforte, organo, chitarra, flauto), la formazione vocale (teoria e solfeggio, canto, direzione di coro) e le competenze specifiche per la musica sacra (musicologia liturgica, canto gregoriano, armonia, composizione, cultura organaria).

I corsi di strumento proposti includono pianoforte, organo, chitarra, flauto. Ulteriore proposta di formazione musicale, gratuita e rivolta ai ragazzi dai 7 ai 13 anni, è il corso corale voci bianche.

La segreteria della Scuola sarà aperta per ricevere le iscrizioni tutti i sabati del mese di settembre, dalle 10 alle 16, nella sede di via Foppone 1/A (ex chiesa del Foppone) con ingresso da via Sant’Antonio del Fuoco 6/A.

Ulteriori informazioni sul sito www.scuolamusicascara.cremona.it e ai numeri telefonici 0372-29785 e 391-3074718 negli orari di apertura della segreteria.




Alle Colonie Padane festa per i 20 anni della Sacra Famiglia

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Ha compiuto vent’anni la cooperativa sociale “Sacra Famiglia”, scuola paritaria cremonese fondata nel 2003 e subentrata al precedente omonimo istituto nato nel 1932. Vent’anni di passione e impegno festeggiati nel pomeriggio e nella serata di sabato 16 settembre, presso il parco delle ex Colonie padane, a Cremona, con un maxi evento al quale hanno partecipato quasi mille persone, tra chi si è fermato per tutto il tempo e chi solo di passaggio. Alunni vecchi e nuovi, genitori, insegnanti, dirigenti, personale scolastico, parenti e amici. Diverse generazioni e tanti volti noti, del presente e del passato, per una giornata di giochi, musica, spettacolo e tante sorprese.

Hanno aperto l’evento i giochi per bambini e ragazzi di tutte le età: calcio, pallavolo, staffetta, tiro alla fune, frisbee e molti altri, praticati in appositi stand sparsi per tutto il parco. A seguire, lo spettacolo messo in scena dagli alunni delle classi quinte della scuola primaria dello scorso anno scolastico, con lo spettacolo “Evviva gli sposi”, una rivisitazione della storia de I Promessi sposi di Manzoni diretta dalla maestra Letizia Tira.

La serata, anticipata dalla cena, si è poi aperta con il classico concerto della “Mauro Moruzzi Junior Band”, intramezzato da alcuni video di saluto, tra cui quello della compianta professoressa Francesca Beccari, a cui è stato dedicato un concorso artistico le cui premiazioni si sono svolte in serata.

Non solo video, ma anche una carrellata di foto durante tutto l’evento: testimonianze della storia, dello spirito, delle amicizie e delle avventure di questi vent’anni.

«Voi siete la Sacra Famiglia e voglio ringraziarvi per il vostro impegno – ha detto il presidente, Paolo Emiliani, rivolgendosi ai presenti –. Per me è davvero un privilegio reggere il timone di questa scuola, ed è commovente vedere le foto che raccontano anni di avventura, educazione, fatica e soprattutto di grande futuro».

La serata si è poi conclusa con un altro momento di musica, con l’inedita esibizione della “Papas&Mamas band”, formata dai genitori di ragazzi e ragazze della “Sacra”.

«Sono davvero commossa – racconta la direttrice della scuola primaria, Maria Paola –. Questo è un evento meraviglioso, soprattutto per l’aiuto di tanti genitori, famiglie ed ex alunni, perché con le sole forze del personale della scuola non ce l’avremmo fatta». Sulla scia delle parole del Papa – “per educare un bambino ci vuole un villaggio” – la direttrice conclude così: «Quello che si vede qua è un villaggio bello».

Un’emozione espressa anche da Francesca Bellini, preside della scuola secondaria: «È stato davvero bello rivedere molti ex alunni che magari non vedevamo da molto. È stata davvero una festa, con gente contenta di essersi conosciuta e di essersi rincontrata».




Monastero di San Sigismondo: il 17 settembre porte aperte in occasione dell’anniversario della dedicazione della chiesa

Domenica 17 settembre 2023, dalle ore 9 alle ore 10.30 e dalle ore 14 alle ore 17.30, il complesso monastico di San Sigismondo, in largo Bianca Maria Visconti, a Cremona, aprirà le sue porte consentendo straordinariamente di accedere anche agli ambienti normalmente non fruibili per le regole di clausura, quali le cappelle laterali, il presbiterio e, soprattutto, il chiostro e il refettorio. Le visite, organizzate dall’Associazione Amici del Monastero, avranno una durata di circa 45 minuti con partenza ogni 15 minuti e senza necessità di prenotazione. Si tratta di un evento gratuito ma con la possibilità di lasciare un’offerta a supporto delle attività di manutenzione della chiesa e del monastero domenicano.

Per chi lo desidera sarà inoltre possibile partecipare alle celebrazioni domenicali con la comunità monastica: alle 11 la Messa e alle 18 il canto dei Vespri.

Anche le “Casalinghe di San Sigismondo” saranno presenti con il consueto tavolo di dolci e confezioni artistiche di lavanda coltivata in monastero per offrire ai turisti un ricordo della visita.

Durante l’apertura si potrà ammirare da vicino la notevole Ultima Cena di Tommaso Aleni, realizzata nel 1508 e custodita nel refettorio del monastero. Il dipinto è uno dei capolavori del pittore e documenta l’accurata rielaborazione delle sollecitazioni artistiche milanesi ispirate non solo al Cenacolo leonardesco, come si evince dalla suddivisione in gruppi di tre dei discepoli, ma anche alla ricerca prospettica di Bartolomeo Suardi, detto Bramantino, che si coglie perfettamente nella resa del pavimento. Non mancano, inoltre, i riferimenti ai modelli veneti di Marco Marziale nel volto di Cristo, e centro-italiani, come il peruginismo nelle fisionomie di alcuni personaggi (a Cremona è documentata la presenza della Pala Roncadelli di Perugino dal 1494) e la ripresa del linguaggio ferrarese di Lorenzo Costa.

Oltre al capolavoro dell’Aleni si potranno apprezzare anche alcune delle testimonianze più significative e poco fruibili del manierismo cremonese, come il sorprendente affresco eseguito da Camillo Boccaccino nella conca absidale e la monumentale pala d’altare dedicata a Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza firmata da Giulio Campi.

Si potrà accedere anche alla cappella dedicata a San Giovanni Battista, la cui decorazione è interamente ascrivibile ad Antonio Campi e, per alcuni aspetti, legata alla mostra a lui dedicata presso il Museo diocesano di Cremona (per saperne di più). Quest’ultima, proponendo l’accostamento di 4 tavole provenienti originariamente dall’oratorio di Santa Lucia di Torre Pallavicina, non è solamente una preziosa occasione per rileggere la storia di questo luogo alla luce delle recenti scoperte d’archivio, ma consente di approfondire le variazioni stilistiche dell’artista cremonese che,  allontanandosi progressivamente dalla schietta maniera ben visibile nei due dipinti attualmente conservati presso i Musei Reali di Torino, si apre a momenti di intenso realismo e di sofisticate ricerche luministiche come dichiarano apertamente gli altri 2 capolavori della Galleria Canesso. Questa svolta “precaravaggesca”, sistematica a partire dagli anni ’70 del ‘500, è già percepibile nella pala d’altare di San Sigismondo raffigurante la Decollazione del Battista, che potrà essere ammirata da vicino proprio in occasione dell’apertura del 17 settembre.

L’apertura straordinaria del complesso monastico avviene due volte all’anno: il 1° maggio, nella memoria liturgica di San Sigismondo, e la terza domenica di settembre, nel ricordo della dedicazione della chiesa, avvenuta il 15 settembre 1600 per opera del vescovo Cesare Speciano.

 

La costruzione della chiesa e del monastero

Il 25 ottobre 1441 Bianca Maria, ultima erede dei Visconti, andò sposa a Francesco Sforza, figlio del condottiero Muzio Attendolo: Bianca Maria portava con sé una dote sontuosa, che comprendeva la città di Cremona; e per questo motivo la cerimonia di nozze, fastosa come si addiceva all’importanza dell’avvenimento, si svolse nella piccola, antichissima chiesa di S. Sigismondo, posta poco lontano dalla città.

Vent’anni dopo, il 20 giugno 1463, Bianca Maria volle ricostruire il monastero e una nuova grande chiesa sul luogo della cappella antica che aveva visto le sue nozze, come preghiera – recita il codice di donazione – “per l’incolumità dell’illustrissimo consorte, e nostra, e dei nostri figli”, e come ringraziamento a Dio per i grandi benefici concessi a lei e a Francesco, durante la loro esistenza. Monastero e chiesa furono affidati ai monaci Girolamini.

Bianca Maria morì nel 1468 e a quella data i lavori erano certamente già cominciati sia per ciò che riguarda la chiesa sia il monastero; la duchessa, nel suo testamento, dispose infatti l’obbligo, per gli eredi, di provvedere al finanziamento dell’impresa, che sarà però di fatto abbandonata fino all’avvento al potere di Ludovico il Moro. Solo nel 1488, infatti, il duca di Milano decise di riprendere i lavori e di pagare finalmente ai monaci il denaro che era loro dovuto. Sulla fabbrica calò di nuovo il silenzio. Solo nel 1517 si hanno di nuovo notizie della chiesa: una bolla di papa Leone X che dispose l’incremento patrimoniale dell’abbazia. I lavori si protrassero, probabilmente, ancora per qualche anno: certamente erano ormai compiuti nel 1535, quando cominciò la campagna decorativa che ha reso la chiesa uno dei gioielli della pittura rinascimentale cremonese e lombarda.

Soppresso il monastero dei Girolamini verso la fine del ‘700, chiesa e monastero divennero sede di parrocchia fino al 2007, quando il complesso tornò monastico e ospitando la comunità di clausura dell’Ordine dei Frati Predicatori, meglio note come Domenicane, (Monastero “S. Giuseppe”), trasferitesi a Cremona da Fontanellato (PR).

Ulteriori informazioni sul sito www.diocesidicremona.it/monasterodomenicano.

 

La dedicazione della chiesa: 15 settembre 1600

Probabilmente nel quadro della riorganizzazione ecclesiale a seguito del concilio di Trento, che vede in Diocesi l’incremento della dedicazione di chiese (Cattedrale compresa: 2 giugno 1592) si colloca anche la dedicazione della chiesa di S. Sigismondo a 137 anni dalla sua fondazione.

Il vescovo di Cremona Cesare Speciano la dedicò il 15 settembre 1600, come attesta l’iscrizione scolpita sulla base della terza lesena di destra (partendo dal coro):

Divo Sigismondo martiri / burgundionum regi dicatum / templum monachorum heremitarum / divi Hieronimi de observantia / solemni ritu Consecravit / Cæsar spetianus episcopus Cremonensis / et xl dierum indulgentiæ / annua Consecrationis / die donavit / m.d.c. die xv septembris

Cesare Speciano, vescovo di Cremona, consacrò con rito solenne il tempio dei monaci eremiti osservanti di san Girolamo dedicato a san Sigismondo martire re dei Burgundi e assegnò 40 giorni di indulgenza nel giorno anniversario della consacrazione il 15 settembre 1600.




Avulss Cremona, il 17 settembre festa per i 40 anni di impegno

Sono passati 40 anni dalla fondazione del gruppo cremonese dell’Associazione per il volontariato nelle unità locali socio sanitarie (Avulss), avvenuta il 24 settembre 1983. Un anniversario che sarà celebrato domenica 17 settembre presso la struttura della Fondazione “La Pace” di Cremona.

Primo appuntamento alle 10.30, per la Messa con gli ospiti della casa di riposo celebrata dal cappellano, don Luigi Mantia, e concelebrata dai sacerdoti ospiti della struttura e dall’assistente diocesano Avulss, don Franco Morandi. Ale 11.30 avrà invece luogo l’assemblea degli associati, alla presenza di Liliana Burburan, responsabile culturale nazionale federazione Avulss. La mattinata si concluderà con il pranzo sociale.

Come cita l’articolo 2, comma 1, dello Statuto dell’Associazione, Avulss si propone di promuovere, sostenere e attuare il volontariato socio-sanitario inteso come servizio offerto alla persona in difficoltà. Un servizio reso sia in forma diretta, sia con presenze attive e umanizzanti nelle realtà sociali e sanitarie del territorio, e svolto nella totale gratuità, alla luce dei principi cristiani e con specifica e adeguata formazione. Da questi temi nasce un forte legame tra l’Avulss di Cremona e la Fondazione “La Pace”: una collaborazione che risale alle origini del gruppo cremonese e che è concretizzata anche nell’ospitalità che la struttura di via Massarotti garantisce all’Associazione.

Da 40 anni, Avulss offre a Cremona assistenza e aiuto, con servizi resi possibili grazie alla dedizione e alla formazione dei suoi volontari. A tal proposito, avrà inizio il prossimo 5 ottobre, presso la Fondazione di via Massarotti, il corso formativo per i nuovi volontari Avulss, patrocinato dalla Pastorale della salute diocesana. Per maggiori informazioni contattare l’indirizzo cremonaavulss@gmail.com o il numero 334 7271102, oppure visitare il sito www.avulsscremona1.blogspot.com.

 

La storia dell’Associazione

L’Avulss cremonese è nata il 24 settembre 1983. Da allora a tutt’oggi, i volontari sono al servizio delle persone in stato di bisogno e difficoltà del territorio. L’Associazione, laica e d’ispirazione cristiana, è aperta a tutti coloro che vogliono vivere un impegno organizzato e prestare la propria opera in forma gratuita, qualificata e continuativa.

Attualmente i 50 Volontari dell’Associazione svolgono la loro attività, in turni settimanali di due ore, nei reparti di Radioterapia e Medicina Riabilitativa (Specialistica e Generale) dell’Ospedale di Cremona, nelle Palazzine Azzzolini, Somenzi e Centro Duemiglia dell’Azienda Speciale Cremona Solidale, alla Fondazione Luciana e Giovanni Arvedi – Casa di Riposo “La Pace”, e a domicilio. Essi offrono ascolto, compagnia, condivisione, sostegno e disbrigo di piccole incombenze.




Domenica mattina l’ingresso di don Gianmarco Fodri a Robecco d’Oglio

È in programma domenica 17 settembre, alle 10.30, nella chiesa dei Santi Giuseppe e Biagio, a Robecco d’Oglio, la Messa di ingresso del nuovo parroco don Gianmarco Fodri. La celebrazione sarà presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, e tra i concelebranti vedrà la presenza di don Giuseppe Ghisolfi, già collaboratore parrocchiale a Robecco e che proseguirà il suo servizio al fianco del nuovo parroco.

La celebrazione, che sarà preceduta dal saluto del sindaco Marco Romeo Pipperi sul sagrato della chiesa. All’inizio della Messa, invece, l’intervento di un membro del Consiglio pastorale parrocchiale, al termine dei gesti tipici dell’ingresso di un nuovo parroco all’inizio della liturgia, caratterizzata dalla lettura del decreto di nomina, dall’aspersione dell’assemblea e dall’incensazione la mensa eucaristica. La mattinata si concluderà con il rinfresco in oratorio, un momento conviviale di gioia condivisa per festeggiare l’arrivo del nuovo sacerdote.

In preparazione all’insediamento del nuovo ingresso, la comunità di Robecco d’Oglio vivrà alcuni momenti di preghiera e di festa. Venerdì 15 settembre, alle 20.45 don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per il Clero e il Coordinamento pastorale, presiederà l’Eucaristia.

All’indomani dell’ingresso di don Fodri, lunedì 18 settembre alle 20.30, il nuovo parroco celebrerà la Messa nella suffragio di tutti i defunti della parrocchia.

Nella serata di giovedì 21 settembre, invece, il parco di Villa Scala ospiterà alle 21 l’esecuzione musicale della banda di Casalbuttano, quale omaggio al nuovo parroco. In caso di maltempo si svolgerà in chiesa.

In occasione dell’insediamento del nuovo parroco, il bollettino parrocchiale di Robecco d’Oglio pubblicherà il messaggio scritto da don Gianmarco Fodri, dal titolo “Ascolta Israele”. Ecco un piccolo estratto del messaggio: Vengo a voi, mandato dalla Chiesa, per percorrere insieme un tratto della mia e della vostra vita. Vengo da fratello, non da maestro. Quello che ho da dirvi e da darvi non è mio, infatti: “trasmetto a voi quello che a mia volta ho ricevuto…” (1 Cor 1, 1).

 

Biografia del nuovo parroco

Classe 1959, originario di Cornaleto, don Fodri è stato ordinato sacerdote il 9 giugno 1990. Dopo essere stato vicario a Caravaggio (1990-2003), è stato parroco al Roggione (2003-2014) e insieme anche responsabile dell’Ufficio diocesano per la Pastorale missionaria (2006-2015). Dal 2014 era parroco di Casalbuttano e San Vito e dal 2020 anche moderatore dell’unità pastorale “Nostra Signora della Graffignana” formata dalle parrocchie di Casalbuttano, Ossaloro, Paderno Ponchielli, Polengo e S. Vito. A Robecco d’Oglio prende il testimone da don Paolo Ardemagni, trasferito a Caravaggio e Vidalengo come collaboratore parrocchiale.

 

Nuovi parroci, dal 16 settembre al 15 ottobre gli ingressi




Domenica pomeriggio a Cremona l’ingresso di don Giulio Brambilla, nuovo parroco a Cristo Re

Si terrà nel pomeriggio di domenica 17 settembre, alle 18.30, presso la chiesa parrocchiale di Cristo Re, a Cremona, la Messa d’insediamento del nuovo parroco don Giulio Brambilla. Per il sacerdote originario di Cassano d’Adda un nuovo incarico sempre nel capoluogo, dopo dieci anni come parroco alla Beata Vergine di Caravaggio, la parrocchia accanto all’Ospedale. Prende il testimone da mons. Enrico Trevisi, diventato vescovo di Trieste.

Insieme a don Giulio Brambilla la comunità di Cristo Re accoglie anche il nuovo collaboratore parrocchiale don Giovanni Battista Aresi. A completare il gruppo di sacerdoti il vicario don Pierluigi Fontana, in parrocchia dal 2017 e che in questi mesi ha ricoperto l’incarico di amministratore parrocchiale.

La celebrazione, che sarà presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, sarà caratterizzata dai gesti tipici della celebrazione di ingresso del nuovo parroco che, all’inizio della liturgia, dopo la lettura del decreto di nomina, aspergerà l’assemblea e incenserà la mensa eucaristica, ricevendo poi il benvenuto della comunità parrocchiale. Al termine della celebrazione il nuovo parroco prenderà la parola per i ringraziamenti e i saluti, che continueranno poi nel momento di festa organizzato in oratorio, dove si terrà un rinfresco di benvenuto.

In preparazione all’insediamento del nuovo parroco la comunità di Cristo Re vivrà un’occasione di intensa spiritualità venerdì 15 settembre: alle 8.30 la Messa cui seguirà l’adorazione eucaristica fino alle 10, e poi ancora dalle 17 alle 18, con a seguire Vespro e Messa; l’adorazione guidata proseguirà quindi in serata dalle ore 21.

 

Biografia dei nuovi sacerdoti

Don Giulio Brambilla, classe 1957, originario di Cassano d’Adda, è stato ordinato sacerdote il 20 giugno 1981. È stato vicario a Fornovo san Giovanni (1981-1985) e Calcio (1985-1994). Successivamente è stato parroco di Agoiolo (1994-2003) e parroco in solido e moderatore dell’unità pastorale formata dalle parrocchie di Isola Dovarese, Pessina Cremonese, Stilo de’ Mariani e Villarocca (2003-2013). Dal 2006 era delegato episcopale per la Vita consacrata (incarico al quale dal 1° settembre gli è succeduto don Enrico Maggie) e dal 2013 era parroco della parrocchia “Beata Vergine di Caravaggio” in Cremona.

Don Giovanni Battista Aresi, classe 1960, originario di Fornovo San Giovanni, è stato ordinato sacerdote il 23 giugno 1984. Prete novello è stato inviato a Roma per continuare gli studi in Filosofia, di cui ha conseguito la licenza e la laurea magistrale. Rientrato in diocesi nel 1987 ha iniziato la docenza presso il Seminario Vescovile di Cremona (sino al 2005). È stato parroco di Romprezzagno e Tornata (1994-2005) e successivamente collaboratore parrocchiale a Pandino (2005-2006) e Misano Gera d’Adda (2013-2021). Dal 2009 docente dell’Istituto superiore di Scienze religiose “S. Agostino” e dal 2013 degli Studi teologici riuniti dei Seminari di Crema-Cremona-Lodi-Vigevano. Nel 2021 è stato nominato collaboratore parrocchiale della parrocchia “Beata Vergine di Caravaggio” in Cremona.

 

Il saluto del nuovo parroco sul bollettino parrocchiale

“Tra pochi giorni sarò in mezzo a voi”

Care Amiche e cari Amici, attraverso questa lettera mi presento a Voi per esprimerVi i sentimenti di gioia e di affetto che sono presenti nel mio animo. Tra pochi giorni sarò in mezzo
a Voi per iniziare – con l’aiuto del Signore – il ministero di Padre e Pastore. Il primo irresistibile sentimento che provo in questo momento è quello della riconoscenza a Dio, perché, nonostante le mie mancanze e la povertà dei miei limiti, mi ha voluto Prete nella Chiesa di Cristo.

La Chiesa non nasce dal nostro fare ma dal nostro contemplare Cristo, risposta all’uomo moderno, spesso confuso e smarrito, eppure sempre bisognoso, non solo delle nostre parole, ma della Parola di Verità e di Vita. Unicamente questa Parola, infatti, è in grado di illuminare il mistero della sua perenne inquietudine. Anche nel nostro tempo, segnato da una mobilità che nessun secolo ha mai conosciuto prima, la parrocchia costituisce ancora, con la S. Messa domenicale, con la preparazione ai Sacramenti dell’Iniziazione cristiana, con la vita dell’Oratorio, uno strumento fondamentale per vivere concretamente la realtà ecclesiale.

E oggi la Chiesa sta vivendo una stagione promettente: la stagione del Sinodo. Il Sinodo è il Tempo delle parole incoraggianti; il Tempo delle parole pronunciate per costruire; il Tempo in cui resistere alla tentazione della parola amara, dei luoghi comuni che seminano tristezza; il Tempo della Grazia, proprio perché vogliamo camminare assieme sulla strada di Gesù che incontra, ascolta, consola, discerne e chiama a seguirlo.

Grazie di cuore a don Pierluigi, a don Giovanni [il collaboratore, ndr], al diacono Flavio, ai fedeli laici impegnati nella vita della comunità parrocchiale, negli organismi di partecipazione, nella catechesi, nella pastorale familiare, nelle diverse espressioni della carità, nel volontariato agli anziani, ai malati, alle persone sole, ai poveri. Una preghiera particolare per il prezioso ministero di don Enrico nella Chiesa di Trieste ed un sincero ringraziamento per ciò che ha fatto per questa parrocchia.

Chiediamo alla Vergine Maria che suggerisca parole di cui abbiamo bisogno per la nostra vita, per sostenere la nostra speranza, per alimentare la nostra devozione e così crescere nella fede
in Gesù ed essere forti nella carità. Diventeremo, allora, una benedizione per quelli che incontriamo. Care Amiche e cari Amici, essere padre e fratello di TUTTI è il mio desiderio, la mia speranza! Ci dia, il Signore, la gioia di riuscire, con l’aiuto della Vostra preghiera.

Il Parroco don Giulio Brambilla

 

Nuovi parroci, dal 16 settembre al 15 ottobre gli ingressi




“La pace. Adesso o mai più”, il 15 settembre la presentazione a San Giovanni in Croce

Già presentato lo scorso luglio presso la Sala conferenze della biblioteca statale di Cremona, il libro La pace. “Adesso o mai più” sarà presentato anche a San Giovanni in Croce, venerdì 15 settembre, alle 21, presso il salone polifunzionale. Il volume, che raccoglie una serie di scritti sul tema della pace elaborati don Primo Mazzolari e pubblicati sul quindicinale Adesso dal 1949 al 1959, è stato curato da don Bruno Bignami, postulatore della causa di beatificazione del Prete d’Italia, e dal vicepostulatore, don Umberto Zanaboni. I due curatori offriranno il proprio contributo durante la serata di presentazione.

Il libro è introdotto dalla prefazione del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, che già nel 2019 aveva presieduto a Bozzolo la Messa per il 60° anniversario della morte di don Primo Mazzolari. Una prefazione che nasce dalla stima che il cardinale ha sempre dimostrato nei confronti di Mazzolari e delle sue opere. Una condivisione di idee evidente nelle parole utilizzate da Zuppi proprio nelle pagine della prefazione: «In un tempo drammatico è un dono potere rileggere e meditare il pensiero del parroco di Bozzolo sulla pace. Le sue affermazioni possono apparire perentorie, quasi eccessive. In realtà nascono sempre da attenta riflessione e da analisi approfondite, che non limitano affatto la consapevolezza della radicale necessità della pace. La pace va costruita: “adesso o mai più”. I ritardi, gli aggiustamenti, un eccesso di tattica e di convenienze di parte, allontanano la pace e lasciano sempre, al di là delle intenzioni, il campo a conseguenze imprevedibili e lacerazioni profonde. L’indifferenza, lo sappiamo bene, è alleata della violenza. È vero: la pace “Adesso o mai più!”».

L’evento è organizzato dall’unità pastorale “Mons. Antonio Barosi”, formata dalle parrocchie di San Giovanni in Croce, Casteldidone, San Lorenzo Aroldo, Solarolo Rainerio e Voltido, in collaborazione con la cooperativa “A passo d’uomo” di Sabbioneta, che ha finanziato la pubblicazione del volume. La serata sarà aperta a tutti, con ingresso libero e gratuito.

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Iniziato il percorso verso la 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia

È già iniziato il periodo di avvicinamento alla 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia, organizzata dalla Conferenza episcopale italiana sul tema della partecipazione “Al cuore della democrazia” e che si svolgerà a Trieste dal 3 al 7 luglio prossimi. Il documento preparatorio (Scarica il documento integrale) è stato presentato il 15 settembre all’Università Cattolica di Milano in un evento, proposto anche online, al quale ha preso parte anche Eugenio Bignardi, incaricato per la Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Cremona.

Inizia ora una fase preparatoria «immaginata proprio – si legge sul sito ufficiale – come un’indagine sulla partecipazione, che ciascun gruppo, comunità, équipe di lavoro, può realizzare, consultando la propria esperienza di impegno sociale e politico»; un cammino propedeutico per il quale le Diocesi lombarde si stanno già predisponendo attraverso gruppi di lavoro che si riuniranno il 28 ottobre a Milano per una giornata interlocutoria di presentazione e di laboratori, promossa dalla Consulta regionale di Pastorale sociale e del lavoro. Poi di nuovo un evento di confronto nel periodo primaverile, quando i percorsi diocesani saranno già strutturati e prossimi all’ultimazione.

Proprio in vista dell’incontro a Milano del 28 ottobre, in cui saranno definiti i temi e i percorsi che le varie Diocesi sceglieranno di seguire, la Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Cremona organizzerà a un momento preparatorio che sarà calendarizzato a breve.

Nella presentazione del 15 settembre la profesoressa Elena Granata, docente del Politecnico di Milano e vicepresidente del Comitato organizzatore, ha voluto sottolineare l’esigenza – utile al coinvolgimento e a una migliore efficacia – di una maggiore fruibilità: «La prima forma di partecipazione è farsi capire, magari da quei mondi che sono lontani dai nostri linguaggi, dai nostri frasari, dalle nostre perifrasi, che dicono tanto a noi che veniamo da questa storia ma dicono poco a quelle persone che devono essere rialfabetizzate, riappassionate alla partecipazione».

«Nel Cammino sinodale – ha spiegato l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, intervenuto alla presentazione del Documento preparatorio – i temi di carattere sociale sono emersi costantemente nei 50mila cantieri, segno che i credenti si sentono corresponsabili della vita del Paese». E ha aggiunto: «Le Settimane non sono un evento o una serie di eventi, ma un popolo che da più di cento anni cerca di vivere la cittadinanza, la presenza, la ricchezza dei valori che lo caratterizzano nel nostro Pese e nell’Europa, con lo sguardo aperto sul mondo».

Tanti, dunque, i temi trasversali che vanno a integrarsi a quello principale. Sei parole, sottolineate dalla Granata, che sintetizzano al meglio il modo di essere nella società: “potere”, non il sostantivo, ma il verbo, che indica la responsabilità; “educare”, che tiene insieme sentimento, ragione e azione; “attivazione”; “dialogo”, per tornare alla Parola e all’ascolto; “Riabilitare i luoghi” abitati dall’uomo, affinché siano esperienza concreta di partecipazione; “immaginazione”, che è capacità solo umana di pensare che la realtà non è data una volta per sempre.

È tempo quindi di mettersi in moto, per percorrere quei cinque step che sono stati delineati durante l’evento settembrino. Le comunità si trovano ora nel mezzo del periodo di lancio, che sarà dunque seguito dal periodo di lettura nei territori, previsto da novembre a maggio. La Settimana sociale del prossimo luglio farà da spartiacque, introducendo i passaggi realizzativi: da settembre 2024 ad aprile 2025 si vivrà il periodo di generazione nelle diocesi, in cui si vedranno i primi effettivi risultati; a maggio 2025, infine, l’evento nazionale di sintesi del percorso, con l’ufficiale conclusione del processo.

Le tappe, illustrate da Sebastiano Nerozzi, segretario del Comitato scientifico e organizzatore, rappresentano la strada da percorrere, toccando temi, quali giovani e formazione, welfare, convivenza, lavoro, ambiente, pace, cultura e informazione. Un sentiero da calcare insieme, alla ricerca un modo nuovo di stare insieme, di nuove alleanze sui territori e di nuove tematiche su cui convergere l’attenzione delle opinioni pubbliche.