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Sabato 30 dicembre “Veglia per la pace” a Bozzolo con la comunità di Sant’Egidio

La “Veglia per la Pace” della Zona pastorale 5 – tradizionalmente tenuta presso il Santuario della Madonna della Fontana, a Casalmaggiore – si svolgerà quest’anno sabato 30 dicembre, alle 21, nella Chiesa Arcipretale di Bozzolo, che ospita la tomba di don Primo Mazzolari sulla quale si è recato in visita  Papa Francesco il 20 giugno scorso.

La scelta di celebrare la Veglia proprio in questa sede riveste molteplici significati: durante la Veglia sarà letto e commentato il Messaggio del Papa per la 51 ^ Giornata Mondiale della Pace del 1 gennaio 2018, dedicato ai migranti in fuga dalle guerre e don Primo Mazzolari è stato l’autore del testo “Tu non uccidere”, che si rivela sempre più profetico ed attuale ed in perfetta consonanza con l’attualità e con la teologia di papa Bergoglio.
 
Il Testimone di Pace che interverrà quest’anno alla Veglia è il prof. Alberto Quattrucci, Segretario generale di Uomini e Religioni, il Dipartimento internazionale della Comunità di Sant’Egidio che si occupa del dialogo tra le religioni e tra le culture in oltre 60 Paesi dei diversi continenti, sviluppando una capacità specifica di intervento nel campo del dialogo interreligioso e interculturale, sia nella promozione e nell’organizzazione annuale – dal 1986 ad oggi – dei cosiddetti Incontri Mondiali per la Pace nello “spirito di Assisi”, sia in una serie di interventi specifici nel campo dei diritti umani e delle mediazioni per la pace (ad esempio col Mozambico e nelle Filippine).
 
Più recentemente, accompagnando Papa Francesco nel suo viaggio a Myanmar ed in Bangladesh, si è occupato in particolare della situazione riguardante la violazione dei diritti umani nei confronti della popolazione dei Rohingya, vittime di una reale pulizia etnica in Myanmar e rifugiati oggi per la maggior parte nei territori di confine in Bangladesh.
La Veglia sarà animata dalle Corali di tutta la zona pastorale 5 dirette dal maestro Donato Morselli.
Per informazioni, rivolgersi al parroco di Bozzolo, don Luigi Pisani (cell335 5226466).



Don Aldo Grechi è tornato al Padre

Dopo alcune settimane di ricovero, per le preoccupanti condizioni generali di salute, ha concluso la sua vicenda terrena e sacerdotale don Aldo Grechi, dal 1962 parroco della piccola comunità di Brancere (Stagno Lombardo).

Nato a Soresina nel 1927 e ordinato presbitero nel 1952,  ha voluto che a sua esistenza di pastore si legasse stabilmente alla sua gente, nell’unica parrocchia che – dopo la decennale esperienza come Vicario parrocchiale a Genivolta – ha guidato con fedeltà e dedizione.

La camera ardente sarà allestita presso la Casa di cura San Camillo, a Cremona, dalle ore 14 di domenica 10 dicembre fino alla sera di lunedì 11 dicembre.

Domenica 10 dicembre, alle 20,30, la comunità cristiana di Brancere si riunirà nella chiesa parrocchiale per la preghiera del S. Rosario in suffragio del suo pastore.

Il mattino di martedì 12 dicembre la salma sarà traslata nella chiesa dell’Ascensione di Nostro Signore a Brancere dove – dalle ore 8,30 – sarà possibile sostare in preghiera e porgere un ultimo omaggio.

Seguirà, alle ore 10, le celebrazione delle esequie nell’Eucaristia presieduta dal Vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni. La salma di don Aldo sarà quindi accompagnata al cimitero di Brancere, ove riposerà.

La prevista giornata di fraternità per i sacerdoti, in calendario nella stessa data di martedì, viene sospesa.

 

L’ultima intervista a don Aldo Grechi




Mons. Erio Castellucci nello spirito dell’Avvento guida il ritiro di sacerdoti e diaconi

Mattinata di silenzio e meditazione per i nostri Vescovi, per sacerdoti, religiosi e diaconi della diocesi, giovedì 7 dicembre in Seminario, all’inizio del “tempo forte” dell’Avvento. L’apprezzato intervento di mons. Erio Castellucci, Vescovo di Modena – Nonantola, ha suggerito – con la lucida pacatezza che da sempre sa imprimere al suo tratto – utili stimoli per la verifica personale e pastorale.

L’orizzonte della missione ha segnato i passaggi della riflessione biblica proposta ai presenti, a partire dall’invito che S. Giovanni Paolo II aveva rivolto alla Chiesa tutta – “Prendi il largo!” – nella sua Enciclica “Novo millennio ineunte”.  Una missione che non attende la perfezione dell’evangelizzatore o le condizioni apparentemente favorevoli della comunità per sprigionare la sua energia.

“Gesù invia in missione perché cresca la comunione – ha affermato mons. Castellucci – la scuola è proprio il cammino”. E nel cammino, che sa affrontare anche la fragilità e l’incertezza, la comunità diviene protagonista. Non il sacerdote, da eroe solitario.

Il richiamo alla particolare vocazione ricevuta dai pastori della Chiesa ad essere “formatori di formatori” si è concretizzato in una rilettura del servizio dei sacerdoti: educatori appassionati di una comunità strutturata “a cerchi concentrici”, e destinata ad irradiare il Vangelo sino alla dimensione civile della convivenza.

Con lo stile della “minoranza creativa” (Benedetto XVI) la comunità cristiana, e i suoi pastori, sono provocati ad essere sale, luce lievito…: immagini evangeliche che inducono ad evitare ogni aggressivo assalto o strenua difesa dinanzi al mondo. Fermezza e mitezza, in un dosaggio sapiente e illuminato, faranno la differenza.

Al termine della proposta del Vescovo Erio ciascuno dei presenti ha scelto di proseguire, personalmente oppure in un confronto di gruppo, la riflessione e la preghiera.




Domenica 12 novembre: Giornata diocesana di “Avvenire”

Una domenica in cui parlare ai fedeli del ruolo decisivo della comunicazione nella formazione delle coscienze, cogliendo lo spunto offerto dall’appuntamento annuale col quotidiano “Avvenire”.

Questo è il senso dell’annuale “Giornata del quotidiano” dedicata ad uno strumento qualificato e professionale, che sa offrire un’informazione equilibrata e plurale, senza nascondere la propria identità, col coraggio di ragionare sulla realtà senza usarla per fini strumentali.

“Avvenire” ha scelto un suo stile di comunicazione: non enfatizzata, non gridata o scandalistica, ma tentando di fare cronaca senza rinunciare ad andare oltre la superficie. Svolge il suo ruolo con credibilità riconosciuta nell’ambiente professionale, e gode di una tenuta invidiabile nel panorama di contrazione delle vendite che segna tutti i quotidiani nazionali.

Per ogni pastore di comunità cristiane, per ogni laico che si senta impegnato ad una presenza attiva e attenta nella vita ecclesiale, il riferimento al quotidiano dei cattolici può essere una utile scelta di campo. Sempre più consapevole e motivata.

Su “Avvenire” della domenica la Diocesi di Cremona ha da molti anni una sua pagina ecclesiale: ogni settimana la Diocesi ha a disposizione, insieme al quotidiano nazionale, anche il secondo dorso che racconta la vita delle comunità ecclesiali in Lombardia.

Nella nostra Diocesi nel 2016 ha registrato una sensibile flessione della diffusione rispetto all’anno precedente; così come l’attuale Giornata 2017 registra una sensibile flessione di prenotazioni di copie per le nostre parrocchie rispetto all’anno precedente. Sono segnali che non semplicemente rinviano ad un utilizzo alternativo di moderne tecnologie per l’informazione… Indicano un presumibile  disinteresse. Una mancanza di stima e di investimento pastorale nel settore.

“Avvenire” merita di essere letto e conosciuto, chiedendo alle edicole del territorio di proporlo in modo evidente tra i quotidiani (e magari acquistandolo appositamente in edicola…).

Merita di essere regalato dalla Parrocchia a qualche esercizio pubblico così che, tra un caffè e l’altro, ci sia modo di conoscerlo anche per i non praticanti.

Merita di affacciarsi nei nostri oratori, o dove gli anziani si ritrovano in parrocchia. E merita che ogni domenica qualche copia si possa trovare regolarmente in chiesa. Se gli adulti non leggono mai un quotidiano… potrebbe essere un interessante tema per una riflessione parrocchiale.

Grazie a chi ha ritenuto di “investire” anche quest’anno diffondendo domenica prossima tra i propri collaboratori una semplice e proficua occasione di informazione e di cultura cristiana.

don Enrico Maggi – Direttore Ufficio diocesano Comunicazioni Sociali




“Un cantiere per quale Chiesa?” La riflessione del Consiglio Pastorale diocesano

Preceduta dall’invocazione dello Spirito e dall’ascolto condiviso della Parola e del magistero di Papa Francesco nella Evangelii gaudium, si è tenuta sabato 14 ottobre la prima convocazione dei membri del Consiglio Pastorale diocesano. Il Seminario ha accolto il gruppo di laici, religiosi e sacerdoti eletti dalle Zone e dalle realtà associative della Chiesa cremonese

nell’ambiente che conserva i cimeli e le memorie dei tanti missionari partiti dal Seminario diocesano o dalle nostre realtà parrocchiali: una significativa coincidenza che il Vescovo Antonio – che ha presieduto la riunione – non ha mancato di cogliere.

Oggetti e ricordi dei missionari cremonesi

All’inizio di un anno pastorale che trova la sua ispirazione nell’anelito missionario raccolto da Matteo nel suo Vangelo, anche la viva eredità di “partenze” e di slanci rivolti all’annuncio della fede ha fatto da degna cornice al momento di verifica richiesto al Consiglio circa il processo di rinnovamento avviato in Diocesi.

Raccogliendo l’invito ad operare “discernimento, purificazione e riforma” (EG 30) auspicati da Francesco per ogni realtà ecclesiale.

Il Vescovo Antonio ha brevemente richiamato ai presenti i molti fronti sui quali la Chiesa locale ha iniziato a misurarsi: la cura della vita del presbiterio e la formazione offerta ai sacerdoti chiamati ad essere moderatori di Unità pastorali; il discernimento circa la struttura di Zone e gruppi di parrocchie; la conferma del sostanziale impianto della iniziazione cristiana e la qualificante proposta di un ritorno alla Parola di Dio, accolta e meditata comunitariamente; l’accento sulle provocazioni da approfondire nella pastorale familiare (anche nella Amoris laetitia, tutt’altro che archiviata); la prospettiva sempre più vicina del Sinodo dei giovani; le scelte operate per un riordino degli strumenti di comunicazione in Diocesi. Un “cantiere” impegnativo che richiede di essere monitorato con attenzione.

Il Vescovo e il vicario per la Pastorale ed il clero don Maccagni hanno chiesto al Consiglio di esprimere in sintesi la percezione personale e del territorio circa il lavoro sin qui condotto, e sulle eventuali correzioni di rotta attuabili.

 

Dopo una breve fase di elaborazione personale, il dibattito è tornato in gruppo. Il Consiglio ha evidenziato di sentirsi partecipe di una lenta ma decisa conversione pastorale, a vari livelli. Il cammino ecclesiale appare non sempre chiaro nei suoi esiti immediati, ma percepito come necessario. Forte e univoca la richiesta di una maggiore cura spirituale che sostenga la comunione tra laici e presbiteri, e liberi dalla illusione che sia sufficiente il “fare molto” (da tutti riconosciuto).

E, a proposito di missionarietà, un richiamo è stato avanzato a non dimenticarsi dei più deboli (anche tra i giovani) cosicché le proposte – oltre che qualitativamente buone – siano anche realmente accessibili e la Chiesa non perda mai la sua identità di comunità aperta e accogliente.

Il Vescovo ha accolto con attenzione osservazioni e proposte, rimandando alla prossima convocazione l’approfondimento degli stessi temi emersi.




Giovedì 5 il ritiro del clero diocesano con Mons. Brambilla

Mons. Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara, conduce giovedì 5 ottobre, in Seminario, il primo dei quattro incontri plenari del presbiterio diocesano programmati nell’anno pastorale 2017/18.

La sua conversazione avrà come tema: “La questione missionaria, la messe e gli operai” (Mt 9, 35-38).

L’inizio è previsto con la preghiera di Ora Media alle 9,30. Seguirà l’intervento dello stimato relatore. La mattinata proseguirà lasciando ai presenti la possibilità di scegliere se proseguire il confronto in dialogo con il Vescovo di Novara oppure prendersi tempo personale per il silenzio, l’adorazione eucaristica o la celebrazione del Sacramento della Riconciliazione.

Si concluderà insieme con alcune comunicazioni sui prossimi appuntamenti dell’anno pastorale.

Per chi lo desidera sarà poi possibile condividere il pranzo fraterno in Seminario.

 

Biografia

Franco Giulio Brambilla è nato a Missaglia (Lc) nel 1949. Ordinato sacerdote nel 1975, ha perfezionato i suoi studi alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, prima ottenendo la Licenza (1977) e poi conseguendo nel 1985 la Laurea con un lavoro su “La cristologia di Schillebeeckx”.

Ha insegnato S. Scrittura, Teologia spirituale e Antropologia Teologica nel Seminario di Seveso fino al 1985. Nella Sezione Parallela del Seminario di Venegono Inf. (Va), ha insegnato Cristologia e Antropologia Teologica. È stato vicedirettore della stessa Sezione del Seminario dal 1986 al 1993 e poi Direttore dal 1993 al 2003.

In seguito è diventato Direttore del Ciclo Istituzionale della Facoltà Teologica fino al 2006. È stato professore ordinario di Cristologia e Antropologia Teologica alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e Preside della stessa Facoltà dal 2006 al 2012. Dal 2007 è stato Vescovo ausiliare di Milano e Vicario per la cultura della stessa Diocesi.

Il 24 novembre 2011 è nominato Vescovo di Novara e ha fatto l’ingresso in Diocesi il 5 febbraio 2012. È stato membro della Commissione episcopale per la Dottrina della fede e la Catechesi della CEI (fino al 2015) e Presidente del Comitato per gli Studi superiori di teologia e Scienze religiose (fino al 2014).

Nel 2015 è eletto Vicepresidente della CEI per il Nord e nominato tra i membri del Sinodo ordinario sulla Famiglia dell’ottobre 2015.




Don Attilio Berta, “fidei donum” in Brasile, è tornato al Padre

La notizia della morte di don Attilio Berta ci giunge da Mogi Das Cruzes, in Brasile, dove il sacerdote di origini bresciane viveva il suo ministero dal 1971.

Nato a Visano nel 1931, è stato ordinato nel 1958 quando risiedeva nella parrocchia cremonese di Soncino. Dal 1959 al 1965 è stato vicario parrocchiale a Pandino, e successivamente sino al 1971 a Castelleone.

Nella vasto Paese sudamericano ha scelto di restare ad annunciare il Vangelo, costruendo anche un santuario e fondando una Società di vita apostolica intitolata a “Maria Madre del Divino Amore”. A Mogi Das Cruzes aveva ricevuto la visita della delegazione cremonese guidata dal Vescovo Antonio nello scorso luglio.

Ricoverato in ospedale per continuare la sua lotta con la grave malattia che lo affliggeva, è mancato domenica 3 settembre alle 15 ora locale.

Seguiranno ulteriori informazioni.

La cronaca della visita a don Berta

le foto della recente visita del Vescovo Antonio all’opera di don Berta




“Sportello famiglia”: a Casalmorano nuovo servizio alla Zona e al territorio

«Quando ci mostriamo attenti verso le famiglie e i loro bisogni, quando comprendiamo le loro difficoltà e le loro speranze (…) il vostro impegno non aiuta soltanto la Chiesa ma la società nel suo insieme».

Partendo da questa convinzione, espressa da Papa Francesco in un suo intervento nel 2014, il Parroco di Casalmorano don Antonio Bandirali – ormai quasi alla vigilia del suo trasferimento in altra comunità – ha aperto la serata di presentazione dello “Sportello famiglia”, da settembre attivato presso il Centro Futuro Salute, in Piazza IV Novembre.

E’ frutto di una visione convergente e di un paziente lavoro progettuale che intende valorizzare – per tutte le parrocchie della Zona Pastorale II della Diocesi e per il territorio – la competenza maturata ad Orzinuovi dalla Coop. Sociale “Per la famiglia”.

Attiva dal 2005 in territorio bresciano, di ispirazione cattolica e nata in un contesto parrocchiale, la cooperativa annovera ad oggi 13 specialisti ed ha al suo attivo circa 40mila colloqui ed interventi a sostegno di famiglie, coppie, contesti educativi e fragilità sociali. Grazie alla collaborazione di BCC Credito Padano e Centro Futuro Salute, l’offerta oggi si estende anche nel territorio cremonese.

«E’ uno strumento che possiamo definire pastorale a partire dal versante parrocchiale – ha affermato don Bandirali – ma è rivolto a tutti, senza distinzione di lingua, religione ed etnia nel rispetto della legislazione italiana». Consulenza, terapia e formazione saranno le direttrici della proposta del nuovo sportello – hanno spiegato lo psicologo Ettore Botti, Presidente della struttura bresciana, e Elisa Fabemoli, coordinatrice dell’équipe psicopedagogica del Centro – con una metodologia di lavoro strutturata in équipe di esperti, con una supervisione condivisa tra le differenti professionalità: psicologica, pedagogica, psicomotoria, di consulenza e mediazione familiare, negli ambiti della sessualità, dell’affettività, nei risvolti educativi e della devianza.

 

Credito Padano BCC – istituto di credito che ha sostenuto economicamente la fase di avvio del servizio – ha espresso il suo compiacimento tramite il vicepresidente Andrea Zerbi, e il presidente del Centro Futuro Salute, Virgilio Galli, ne ha sottolineato la preziosità auspicando che possa realmente dare un contributo, anche nella prevenzione, alla tante povertà e fragilità relazionali che spesso convivono con l’apparente normalità della vita famigliare e sociale.

Alla presentazione hanno partecipato i Sindaci di Casalmorano ed Annicco, gli amministratori di Trigolo e Romanengo, assessori ai servizi sociali, operatori e alcuni parroci della Zona II, accanto a rappresentanti di Associazioni del territorio. Avis, Aido, Fa.Re. Nei loro interventi il plauso per l’iniziativa e l’auspicio che agisca non solo sulle problematicità, ma possa stimolare nella comunità e nel territorio una condivisa presa di coscienza.

L’attività dello “Sportello famiglia” inizialmente vedrà la presenza di operatori a Casalmorano ogni venerdì. Per informazioni o appuntamenti è necessario telefonare allo 030.944.49.86 o scrivere a info@perlafamiglia-orzinuovi.it

Per le prestazioni professionali sarà richiesto un contributo economico, ma con la precisa volontà di reperire risorse che possano sostenere eventuali difficoltà. Mercoledì 6 settembre alle 20,30 presso il Centro Futuro Salute a Casalmorano si replica la presentazione del progetto invitando la popolazione.

La brochure di “Sportello Famiglia” a Casalmorano




E’ mancato don Giovanni Romanini

Un altro lutto nel clero cremonese. Don Giovanni Romanini, classe 1926, è mancato in seguito ad improvvisa emorragia cerebrale accusata sabato 26 agosto durante la celebrazione della Messa nella Parrocchia di Acquanegra Cremonese, ove dimorava come prete residente dal 2004.

Nato a Vicoboneghisio, è stato ordinato sacerdote nel 1950. Per due anni vicario parrocchiale a Pozzo Baronzio, ha svolto il suo ministero sempre come vicario a Misano Gera d’Adda, dal 1951 al 1956, e successivamente a Sesto Cremonese fino al 1963.

Il suo lungo servizio ecclesiale come parroco lo ha visto legare la sua vita alla comunità dei Ss. Cosma e Damiano in Acquanegra Cremonese, dal 1963 al 2004.

Ricoverato sabato 26 agosto presso l’Unità di Terapia Intensiva dell’Ospedale Maggiore di Cremona in seguito al malore, è spirato nel pomeriggio di domenica 27 agosto.

La camera ardente sarà allestita dal mattino di lunedì 28 agosto presso la casa di riposo di Fengo.

Nella chiesa parrocchiale di Acquanegra Cremonese, alle 20.30, si terrà la veglia di preghiera della comunità cristiana che don Giovanni ha servito per tanti anni. E nella stessa chiesa, martedì 29 agosto alle 10, il vescovo Napolioni presiederà la celebrazione delle esequie.




Il congedo cristiano di don Giovanni Romanini

Nella mattinata di martedì 29 agosto la comunità cristiana di Acquanegra Cremonese si è stretta in un  ultimo abbraccio per affidare a Dio  don Giovanni Romanini, 90 anni, che per lungo tempo le ha annunciato il Vangelo condividendone la vita.

È il vescovo Antonio che nella liturgia delle esequie ha benedetto il Signore per il suo fedele servizio, attorniato da un gruppo di confratelli sacerdoti tra cui il vicario episcopale per la pastorale d il clero don Giampaolo Maccagni. Non è mancato anche il ricordo e la preghiera di suffragio che il vescovo emerito, mons. Lafranconi, ha voluto trasmettere alla comunità parrocchiale e ai congiunti.

Nella chiesa parrocchiale, che proprio don Giovanni ha costruito e abbellito con passione, si sono raccolti i familiari, i rappresentanti dell’Amministrazione comunale e delle associazioni del territorio e tanti amici che hanno “custodito” con affetto gli ultimi anni della vita del loro ex parroco – dal 2004 qui sacerdote residente – e che mons. Napolioni non ha mancato di ringraziare.

L’improvviso ed inatteso ritorno al Signore di don Romanini, dopo il malore che l’ha colto all’altare qualche giorno fa, ha richiamato tutta la comunità alla consapevolezza del rapido volgere della vita, e alla necessità di viverla come testimonianza credibile della speranza che sostiene i credenti.

Nella sua riflessione dopo l’ascolto della Parola – nella memoria del martirio di Giovanni Battista che la liturgia ha celebrato il 29 agosto – il Vescovo ha inserito alcuni brevi cenni al testamento spirituale di don Giovanni: un saluto “leggero” – così l’aveva pensato don Giovanni – pieno di affetto alla sua gente, un richiamo all’essenziale nel ministero di un prete.

Dopo il commiato ed il canto in latino dei confratelli, il parroco don Giovanni Nava ha accompagnato la salma al cimitero di Acquanegra Cremonese, ove riposerà.

E dove la comunità cristiana potrà ricordare il suo anziano parroco, come ci si ritrova con gli amici di famiglia.

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Profilo di don Romanini

Nato a Vicoboneghisio, è stato ordinato sacerdote nel 1950. Per due anni vicario parrocchiale a Pozzo Baronzio, ha svolto il suo ministero sempre come vicario a Misano Gera d’Adda, dal 1951 al 1956, e successivamente a Sesto Cremonese fino al 1963.

Il suo lungo servizio ecclesiale come parroco lo ha visto legare la sua vita alla comunità dei Ss. Cosma e Damiano in Acquanegra Cremonese, dal 1963 al 2004.