Welfare e inclusione cuore della democrazia: in Seminario il convegno per operatori sociali e volontari della carità

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Si è tenuto nella mattinata di sabato 8 novembre presso il Seminario vescovile di Cremona il convegno rivolto agli operatori sociali e ai volontari della carità dal titolo «Al cuore della democrazia: welfare e inclusione», promosso da Caritas Cremonese e dalla Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Cremona in preparazione alla festa patronale di sant’Omobono, il padre dei poveri, e alla IX Giornata mondiale dei poveri (Sei tu, mio Signore, la mia speranza), tema centrale della giornata in Seminario.

In apertura don Pierluigi Codazzi, direttore di Caritas Cremonese, ha spiegato il senso del convegno: «Siamo qui – ha detto – per riflettere insieme con queste due anime pastorali: il tema della carità e quello sociale, che non possono mai essere disgiunti, per nessun motivo». Don Antonio Bandirali, vicario episcopale per la Pastorale, ha quindi portato i saluti del vescovo e condotto la preghiera iniziale.

È poi intervenuto Eugenio Bignardi, responsabile in diocesi della Pastorale sociale e del lavoro, spiegando che «l’incontro è nato dal desiderio di proseguire il cammino avviato con la Settimana sociale di Trieste. Ogni diocesi lombarda ha scelto un tema da approfondire localmente (in questo caso welfare e inclusione sociale), per poi condividere una sintesi a livello regionale, in vista dell’incontro con la Conferenza episcopale lombarda». Pastorale sociale e Caritas diocesana hanno così deciso di unire le forze e promuovere un metodo di lavoro condiviso e partecipativo. L’obiettivo è rendere stabile questa collaborazione tra chi opera nel sociale, collegando le esperienze concrete alla Dottrina sociale della Chiesa, così da costruire insieme percorsi di partecipazione e corresponsabilità sul territorio.

Giusy Biaggi ha quindi introdotto l’ospite del convegno, Valeria Negrini, portavoce del Forum del Terzo Settore della Lombardia, la cui presenza ha rappresentato simbolicamente l’importanza del Terzo settore come fondamentale «terzo pilastro» della società. Biaggi ha sottolineato la necessità che le diverse realtà del mondo sociale (cooperazione, volontariato, associazionismo, fondazioni) si riconoscano e si valorizzino reciprocamente, senza competizioni, ma con stima e spirito di collaborazione, perché solo così si rafforza l’intero sistema.

Nel suo ispirato intervento – dal titolo «Partecipare insieme per costruire il futuro» – Negrini ha spinto i presenti a riflettere sul ruolo del Terzo settore e della cittadinanza attiva di fronte alle profonde contraddizioni e disuguaglianze della società contemporanea, dalla povertà crescente alla solitudine, dal calo demografico (che nella “ricca” Lombardia ha numeri impressionanti) alla crisi dei legami sociali. Ha rimarcato poi l’assurda condizione delle molte persone «che lavorano e che però sono povere e in quanto tali non possono garantire alla propria famiglia e ai propri figli una vita dignitosa. Che non è solo poter mangiare o avere un tetto sulla testa, ma anche la possibilità di avere, ad esempio, accesso alla cultura. Molte famiglie oggi si privano di tutto questo».

In questo contesto ha poi denunciato l’indifferenza e la rassegnazione come mali della società e ha richiamato gli articoli 2 e 3 della Costituzione come fondamento etico e politico dell’impegno sociale. Operare nel Terzo Settore «significa agire politicamente, nel senso più nobile, per costruire una società più giusta e solidale». Valeria Negrini ha poi sottolineato la necessità di costruire nuove competenze: capacità di leggere la complessità, di ricomporre conflitti, di collaborare e connettere risorse superando la frammentazione del Terzo settore e la gerarchia dei saperi, ma «serve anche la capacità di riconnettere le risorse a disposizione, non solo quelle economiche».

Ha posto poi l’accento sul «rischio che ci chiudiamo troppo in noi stessi e che coltiviamo sentimenti di rivalsa o di indifferenza. Ciò che dobbiamo fare, invece, è riaccendere il desiderio nelle persone. Il desiderio è una forza potentissima, perché è quello che ci muove a cambiare le cose, è quello che riesce a trasformare anche le condizioni di vita delle persone. E riesce a trasformare se diventa una una modalità di azione collettiva. Riesce allora a trasformare la realtà e anche le persone che vivono in condizione di disagio, perché anche loro, ve lo assicuro, hanno dei desideri».

Infine ha sottolineato l’urgenza di coltivare una responsabilità educativa diffusa verso i giovani e di affrontare con consapevolezza le sfide della tecnologia e dell’intelligenza artificiale, per essere comunità capaci di orientare e accompagnare le nuove generazioni.

Dopo un break, i lavori sono proseguiti con la costituzione tavoli di lavoro tematici. Tre laboratori focalizzati su “salute mentale”, “invecchiamento attivo” e “famiglia sostiene famiglia”, in cui i partecipanti hanno potuto condividere riflessioni ed esperienze di inclusione.

Alla fine di questa sessione i partecipanti si sono riuniti di nuovo per le conclusioni del convegno.

 

 

Materiali e strumenti pastorali per la Giornata dei poveri

Quest’anno, la Giornata mondiale dei poveri coincide con il Giubileo dei Poveri e diventa per ogni comunità un tempo di grazia per “cercare, conoscere, animare e promuovere i segni di speranza” già presenti nei nostri territori: luoghi e relazioni dove la carità si fa annuncio, educazione, giustizia e possibilità di vera trasformazione sociale.

Per questo, insieme alla partecipazione al convegno diocesano dell’8 novembre, Caritas Cremonese propone alcuni sussidi per vivere la IX la Giornata mondiale dei poveri nel contesto della solennità patronale di sant’Omobono.

Inoltre, ogni comunità parrocchiale può proporre una raccolta alimentare “straordinaria” a sostegno dei poveri che accedono alla Caritas o alla S. Vincenzo.

 

Leone XIV per la Giornata mondiale poveri: “la carità è il più grande comandamento sociale”