1

Verso la gloria degli altari offrendo la vita per gli altri

“Sono degni di speciale considerazione ed onore quei cristiani che, seguendo più da vicino le orme e gli insegnamenti del Signore Gesù, hanno offerto volontariamente e liberamente la vita per gli altri ed hanno perseverato fino alla morte in questo proposito”. È questo uno dei primi passaggi della lettera apostolica in forma di motuproprio “Maiorem hac dilectionem”, resa nota l’11 luglio, con cui Papa Francesco dispone che l’offerta della vita sia una nuova fattispecie dell’iter di beatificazione e canonizzazione.

Il documento pontificio, entrato in vigore il giorno stesso della promulgazione, precisa che “l’eroica offerta della vita, suggerita e sostenuta dalla carità, esprime una vera, piena ed esemplare imitazione di Cristo e, pertanto, è meritevole di quella ammirazione che la comunità dei fedeli è solita riservare a coloro che volontariamente hanno accettato il martirio di sangue o hanno esercitato in grado eroico le virtù cristiane”.

Perciò, con il parere favorevole espresso dalla Congregazione delle Cause dei Santi nella sessione plenaria del 27 settembre 2016, il Pontefice ha stabilito i criteri da seguire nell’iter processuale, modificando alcuni articoli della costituzione apostolica “Divinus perfectionis Magister” e delle “Normae servandae in inquisitionibus ab Episcopi facendis in Causis Sanctorum” risalenti al 1983.
In questo modo — spiega l’arcivescovo segretario del dicastero Marcello Bartolucci — il Papa ha aperto una «quarta via», perché le precedenti non apparivano «sufficienti per interpretare tutti i casi possibili di santità canonizzabile», rendendo «meritevoli di beatificazione quei servi di Dio che, ispirati dall’esempio di Cristo, abbiano liberamente e volutamente offerto e immolato la propria vita per i fratelli in un supremo atto di carità».

Il testo della lettera apostolica in forma di motuproprio