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Venerdì la presentazione del libro La tifosa di “Messi”

Sarà presentato venerdì 28 ottobre, alle 18 presso la sala Spinelli del Centro pastorale diocesano di Cremona, il libro La tifosa di “Messi”. Storia della forza e del coraggio di una donna che, per amore del figlio, si è posta un obiettivo che sembrava impossibile: coronare il sogno del ragazzo di giocare a calcio.

Cosa non così facile per Francesco, nato il 22 novembre 1998 senza la gamba destra. Ma anche senza un rene, un testicolo, con un’emivertebra che gli provocherà una grave scogliosi e un’atresia esofagea, cioè un distacco dell’esofago dallo stomaco. Un bambino destinato a morire e che, invece, ha realizzato il sogno di diventare calciatore, così forte e talentuoso da meritarsi il soprannome di “Messi”, lui che di cognome fa Messori. Giocatore così determinato da creare dal nulla la Nazionale italiana di calcio amputati del CSI, subito amata e apprezzata in Europa.

la-tifosa-di-messiQuesta storia, attraverso le parole della madre, è il cuore del libro La tifosa di “Messi”. E lo sarà anche della presentazione cremonese del volume promossa dal CSI, con il quale madre e figlio sono particolarmente legati.

L’incontro vedrà la presenza dei due autori del testo: il giornalista e scrittore Francesco Zarzana e Francesca Mazzei, mamma e tifosa di “Messi” Messori.

La storia di una famiglia felice, una giovane donna in dolce attesa di un figlio maschio che, verso la fine della gravidanza, si scoprirà avere solo una gamba.

Tra le pagine il ricordo va a quel giorno che, durante la gravidanza, il bambino aveva dato un calcio. «Sarà un calciatore come la mamma», aveva pensato Francesca, che da ragazza giocava a calcio nella Correggese. Francesco calciatore lo è diventato, mancino naturalmente, visto che la sinistra è la sua unica gamba.

Nel libro – con prefazione di Bruno Pizzul e introduzione di Emiliano Mondonico – Francesca Mazzei si racconta a Zarzana tra ricordi, lacrime e anche sorrisi, grazie alla forza e all’ironia di una donna che fino in fondo ha creduto alla possibilità di coronare il sogno di suo figlio. Lo ha fatto senza piangersi addosso: «Da piccolino, gli facevo cose buffe. Quando portava ancora il pannolino, avevo comprato delle letterine e gli avevo incollato nelle mutandine la scritta “Sono un tipo in gamba”». Un approccio alla vita che Francesco ora si è anche tatuato sul collo, con uno slogan che è tutto un programma: “It’s only one leg less”.

Locandina della presentazione