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Veglia delle Palme, i giovani sulle orme di Maria donna del “sì”

“Scommetti il tuo «sì»” è il titolo scelto per la Veglia delle Palme, tradizionale appuntamento per la celebrazione della Giornata della Gioventù in diocesi. È Maria a guidarla dando ragione del suo “sì”. Al centro della scena, a lato del maxi–schermo che segue la narrazione della serata, domina una moderna icona mariana.

Due attori del “TeatroDaccapo” interpretano la Madre di Gesù e Giuda, il discepolo che ha tradito: le parole dei vangeli e le immagini sul video introducono i passaggi della vicenda spirituale di Maria.

Photogallery della preghiera con il Vescovo

Photogallery della consegna delle palme

«Voglio essere silenzio», recita evocando l’annunciazione. Seguono le scene della disputa nel tempio di Gerusalemme, le nozze di Cana, la crocifissione e la Pentecoste. A segnare il cammino è il movimento della croce che accompagna tutta la vita della ragazza di Nazaret attraverso le coreografie create da un gruppo di danzatrici della compagnia “Il Laboratorio” dell’oratorio di Cristo Re in Cremona.

I dialoghi e i canti del Grande coro diocesano compongono la trama della vita di Maria, inframmezzate da due testimonianze.

Sara e Stefano Gusberti portano la testimonianza di una famiglia che si apre all’accoglienza della vita. Parlano dei loro tre «sì»: quello della scelta matrimoniale, «quello di saper accettare i nostri limiti» – spiegano raccontando la sofferenza di non aver ancora ricevuto il dono dei figli – e infine il sì ad un progetto inatteso. «Abbiamo imparato – spiegano – che la maternità e la paternità possono nascere non solo dal ventre, ma anche dal cuore: come famiglia affidataria abbiamo accolto finora otto bambini. Alcuni sono ancora con noi e Tommaso, l’ultimo arrivato, è diventato nostro figlio con l’adozione». Una scelta difficile che non ha risparmiato dubbi e paure. «Ma lui aveva bisogno di qualcuno che lo accogliesse».

Martha Ferrari, giovane insegnante alle scuole medie, parla ai ragazzi del «sì» a una vita di fede nel contesto della quotidianità. Ripercorre le tappe della sua vita in oratorio: le amicizie, la scuola, le scelte che davano una direzione al su percorso. «Quelle amicizie erano il modo in cui Lui aveva deciso di farsi sentire. Dio non è solo a Messa o alle Gmg… è presente quando mi fermo a parlare con le mamme arabe che incontro lungo la strada verso la scuola, quando rispondo alle domande degli alunni, quando discuto, quando non so rispondere ai dubbi di fede delle amiche, quando trovo il tempo per cenare con la mia famiglia». Momenti di «straordinaria normalità» in cui ogni giovane si trova e in cui ogni giovane può riconoscere la «proposta di bene, di felicità e di amore che il Signore ha pensato per me» e dire il suo sì.

I ragazzi – circa un migliaio – dagli spalti seguono il racconto, colgono le provocazioni suggerite da alcune domande a cui gli attori rispondono e via via il silenzio prende il suo spazio, fino al momento dell’adorazione silenziosa della croce.

«Nel cuore della Chiesa risplende Maria, il grande modello per una Chiesa giovane». Nella sua riflessione il vescovo Napolioni richiama i passaggi del discorso che il Papa ha rivolto ai giovani di tutto il mondo a Panama. Mentre parla, sul parquet del palazzetto dello sport sono sparsi i cartoncini su cui i giovani hanno scritto parole e pensieri che la prima parte della Veglia ha suscitato in loro.

«Le vostre parole…» esordisce il Vescovo, richiamando quelle parole scaturite dal sinodo diocesano e da quello dei vescovi. Simbolicamente consegna a due giovani e al diacono Arrigo Duranti la esortazione “Christus Vivit” con cui il Papa ha concluso il Sinodo dei giovani e lo porta nella vita di tutti giorni: “Come il sì di Maria che si prolunga nel tempo”.

«Maria è anzitutto donna, laica, giovane, povera… Dio ha scelto lei e lei si è fatta coinvolgere liberamente, ricevette l’annuncio e non rinunciò a fare domande, perché la sua disponibilità maturasse». E allora un invito ai giovani.

«Non tacete! Parlate, non per un dibattito sterile, ma per un cammino vocazionale fatto di tanti piccoli grandi sì quotidiani».

«Maria era decisa – continua -: il suo è il sì di chi vuole coinvolgersi e rischiare, con la forza della certezza di sentirsi portatrice di una promessa.

Cercate la promessa che Dio ha nascosto nella vostra vita».

«Da Maria davanti alla croce impariamo la pazienza di chi tenacemente lotta, resiste e la creatività: non posso sempre tenere le posizioni di quelli che non si perdono d’animo e ricominciano da capo».

La promessa, la croce e la speranza: è questo il terzo segno che il vescovo propone alla riflessione dei vescovi, segno maturo della fedeltà di quella ragazza diventata madre

«Una chiesa modellata su di lei – aggiunge citando ancora Papa Francesco – non invecchia perché in lei abbiamo la madre della speranza che veglia sui suoi figli».

«Facciamo nostro un sì collettivo». Monsignor Napolioni coinvolge tutti e li invita a ripetere insieme le parole del Santo Padre:

«Questo è ciò che vogliamo, che la luce della speranza non si spenga».

«Vi auguro – conclude il vescovo – e prego perché questa Pasqua intorno alla croce di Gesù ci riempia della promessa di Dio e della Speranza di Maria».

Dopo la preghiera i rappresentanti di ogni parrocchia scendono dagli spalti per ricevere dalle mani di monsignor Napolioni il ramo di palma da portare in ogni comunità come segno della partecipazione della comunità diocesana.

La raccolta fondi proposta durante la veglia quest’anno, prendendo parte alla Quaresima di Carità, destina le offerte dei giovani all’associazione “No Spreco” per il recupero delle eccedenze alimentari e la redistribuzione a chi ne ha bisogno.

 

Il video della veglia (in collaborazione con Cremona1)

 

Dopo la cena al sacco, la serata continua con uno spettacolo che mette al centro una grande figura della Chiesa cremonese: don Primo Mazzolari. Nel 60° della morte del sacerdote nato al Boschetto (Cremona), mentre è in corso la causa di beatificazione, don Paolo Arienti (incaricato di Pastorale giovanile) e don Umberto Zanaboni (vice postulatore) introducono la rappresentazione “Nostro fratello Giuda”, lettura teatrale di una delle più celebri e intense omelie del parroco di Bozzolo pronunciata in occasione del giovedì santo del 1958, nella interpretazione della compagnia bresciana Cieli Vibranti.

Photogallery dello spettacolo “Nostro fratello Giuda”