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Una vita spericolata diventata testimonianza di Dio: l’ex chitarrista di Vasco, Nando Bonini, si racconta

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Il pomeriggio di domenica 1° maggio è stato un’occasione ritrovata di festa e di apertura per l’associazione “Famiglia Buona Novella”: quest’anno è stato ospitato Nando Bonini, chitarrista di Vasco Rossi dal 1991 al 2004. Quella di Bonini è stata una testimonianza di fede, di un grande musicista professionista che fin da bambino, all’età di sei anni, ha iniziato a coltivare il suo talento con la chitarra esprimendolo in diversi modi nella sua vita.

«Questa è una testimonianza che portiamo in giro per l’Italia con altri amici, per raccontare un po’ un cammino di conversione ancora in atto – ha spiegato Bonini nella sua testimonianza – un racconto per spiegare il perché uno di quelli di Vasco Rossi, quindi abbinato alla vita spericolata, a un certo punto va in giro a raccontare di Dio» ha voluto raccontare il chitarrista ai presenti.

Una testimonianza che viene proposta anche tramite le canzoni a tema religioso che Nando ha scritto insieme a diversi musical incentrati su personaggi santi, anche rock, che sta continuando a produrre e portare in tournée.

Il cammino di conversione è iniziato nel 1995 con la proposta di produzione di un musical sulla figura di san Francesco che ha permesso all’artista, all’apice del suo successo professionale, di riprendere in mano la Parola di Dio per ragioni legate alla sceneggiatura dello spettacolo. La lettura delle fonti francescani e dei brani del Vangelo non ha avuto un immediato effetto nella vita del musicista, ma ha lasciato nel suo cuore un seme destinato a fiorire nel tempo.

Il momento di conversione è avvenuto durante un concerto a Napoli anni dopo, nel 2001, presso lo stadio San Paolo, con l’incontro dello sguardo della statua della Madonna di Pompei nell’atrio dell’edificio: «Guardando il volto di quella statua di Maria ho pensato alla mia vita e specialmente a come stessi vivendo il mio rapporto con le persone – ha quindi raccontato il chitarrista nella sua animata testimonianza – la fama aveva ingrassato il mio ego in modo smisurato, più che la vita spericolata in stile rockstar, e da quel momento ho incominciato a riflettere sul modo di vivere la mia vita e sul mio rapporto con Dio».

Un percorso di conversione che l’artista ha percorso anche accompagnato dalla moglie Marina Bonalberti che, dal momento delle nozze a 19 anni sempre, ha sostenuto il marito con la preghiera e la devozione particolare proprio alla Madonna di Pompei.