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«Una vita consacrata al Vangelo significa una vita a servizio di Dio, della Chiesa e degli uomini». A Chiesa di Casa, la testimonianza di due religiosi

 

Il prossimo 2 febbraio si celebrerà la giornata mondiale della vita consacrata. Ed è proprio questo il tema della nuova puntata di Chiesa di Casa, rubrica che accoglie, questa settimana, la presenza in studio di Andrea Cassinelli, frate Minore Cappuccino del convento di via Brescia, a Cremona, e, in collegamento, di suor Valentina Campana, dell’Istituto delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta d’Adda.

«Più che festa, preferirei chiamarla ricorrenza – esordisce fra Andrea – cioè una cosa che ricorre e, soprattutto, va ricordata. Un giorno in cui preghiamo e meditiamo su che cos’è la vita consacrata». In una ricorrenza come questa, però, il dubbio sorge spontaneo: questa giornata riguarda solo i religiosi, frati e suore, oppure, in qualche modo, abbraccia il contesto ben più ampio di Chiesa? A tal proposito, risponde così suor Valentina: «Ogni scelta che noi facciamo non riguarda mai solo noi stessi, ma ha sempre ricadute anche sulla vita degli altri. Di fatto, ogni sì o ogni no riguarda il nostro farci o non farci dono, perché un dono ha sempre chi lo fa e chi lo riceve. Mi piace vedere in questo modo anche la vita religiosa per la Chiesa. È un dono alla Chiesa, ma allo stesso tempo riceve un dono di reciprocità con le altre vocazioni».

«Il Vangelo è Dio, è Gesù Cristo – prosegue fra Andrea –. Una vita consacrata al Vangelo significa una vita a servizio di Dio, della Chiesa e degli uomini. Io sono religioso per Dio, nella Chiesa, a servizio degli uomini. E questo penso sia fondamentale ricordarselo». Essa rappresenta, infatti, un’enorme fonte di collaborazione e aiuto: le suore stesse, ad esempio, traducono il loro carisma dell’adorazione in un vasto panorama di servizi; basta pensare a tutte le attività svolte in oratori, scuole, nelle strutture ospedaliere e di servizio alla persona. Purtroppo negli ultimi cinquant’anni il calo delle vocazioni ha superato in Italia la quota del 60%. Un trend che riguarda anche la diocesi di Cremona stessa, nonostante non manchino ancora giovani ancora affascinati da questo speciale carisma.

«Il segreto è la credibilità – spiega fra Andrea –: la gente può sentirsi attratta quando capisce che colui che hai davanti è davvero convinto di fare ciò che sta facendo. E questo è ciò che affascina in tutti i campi. La chiesa di via Brescia, pur essendo carina, è certo meno bella della Cattedrale, di S. Sigismondo o di S. Abbondio, però secondo me quello che può attirare tanto le persone è proprio questa coerenza».

Il 6 febbraio sarà la festa di san Francesco Spinelli, fondatore della congregazione delle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento, e le religiose dell’istituto di Rivolta d’Adda si stanno preparando per questa importante ricorrenza, sulla strada tracciata dal loro padre fondatore. «Papa Francesco lo ricorda spesso ultimamente, ci esorta all’adorazione e alla sinodalità – sottolinea suor Valentina – Il nostro padre fondatore spesso richiamava le sue suore a camminare nella carità, a ricercare sempre questa comunione le une con le altre, facendo fronte alle fatiche, ai limiti e alle fragilità. Questi aspetti mi sembrano molto attuali, ritrovo il carisma del nostro fondatore presente nella Chiesa di oggi».

Al termine della puntata, il conduttore ha ricordato l’appuntamento per la Messa in occasione della XXVI Giornata della vita consacrata, che sarà presieduta dal vescovo Antonio Napolioni mercoledì 2 febbraio, alle 18, nella Cattedrale di Cremona, e trasmessa in diretta sui canali web diocesani.