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Una “Maria di Sapienza” per il campus di Santa Monica

Una donna dal viso dolce, le mani sul cuore. Cammina, quasi fluttua, con ai piedi un libro. Un’opera lignea, essenziale, “Madre di Sapienza”, il titolo, inaugurata nel pomeriggio di martedì 29 novembre presso la Cappella del Campus di Santa Monica, sede cremonese dell’Università Cattolica. Una statua che, nonostante l’aspetto semplice, parla di un connubio tra spiritualità, bellezza e cultura. Una statua che il vescovo Antonio Napolioni ha benedetto alla presenza dell’autore Sergio Lotta, del direttore della sede di Cremona e Piacenza, Angelo Manfredini, dell’assistente pastorale del campus, don Maurizio Compiani, del committente Virgilio Compiani e di un pubblico fatto da cultori dell’arte e docenti.

Prima della benedizione nella cappella, si è svolta la presentazione dell’opera presso l’aula magna del Campus, dove a moderare è stata la studentessa Annalisa Abellonio della laurea in Food Processing. L’intervento a distanza da Milano di mons Claudio Giuliodori, assistente generale dell’Università Cattolica, ha aperto il pomeriggio ricordando come l’opera sia di fatto “un segno profetico” capace di “illuminare il cammino dell’Università, luogo ricco di sapienza antica”.

Un luogo, come ha fatto notare Abellonio, dove ancora mancava un riferimento alla Vergine. E proprio per colmare questo vuoto da tempo si pensava a un’opera che poi si è rivelata frutto di una riflessione a più voci e che ha preso forma grazie all’impegno non solo dello scultore Sergio Lotta (medico di professione ma appassionato di ebanisteria e figlio d’arte) ma naturalmente del committente Virginio Compiani e di una serie di persone (nipotino dello scultore compreso) che ne hanno ispirato la complessità del simbolismo pur nella semplicità del suo apparire.

L’opera, di 156 cm, è composta dalla figura della Vergine, dal viso dolce e sorridente e dallo sguardo intenso, con le mani incrociate sul cuore, e da un libro aperto ai suoi piedi. È collocata al fianco dell’altare, dal lato dell’ambone, ed è sospesa grazie a un supporto quasi invisibile.

Don Compiani ne ha spiegato la genesi, frutto di discussioni appassionate, ma soprattutto i riferimenti biblici che ne sviscerano la profondità di significato (per approfondire l’argomento è stato pubblicato un opuscoletto dalla stessa università). Il titolo è “Madre di Sapienza” (non “della Sapienza”) ad indicare un “taglio pedagogico: Maria, Madre del Figlio – chiarisce Compiani – Sapienza di Dio, insegna a tutti i suoi figli la via della sapienza, spiegando loro in cosa essa consista, quali beni procuri e la via per ottenerla”.

Nonostante l’essenzialità della statua, nessun particolare è lasciato al caso. Un piede è avanti all’altro perché la sapienza, incontro di sapere e mistero, è in cammino verso la Verità. “L’intelletto – ha spiegato Compiani sulla scorta di Gregorio di Nissa – va avanti con le ali dell’amore”. Lo slancio verticale rimanda alla “sapienza che eleva verso orizzonti più alti di infinito ed eterno” conservando in sé i segni di un cammino umano segnato dal dolore (i nodi del legno). E poi c’è il libro, simbolo della Parola vivente, spazio su cui ciascuno scriverà la sua storia ma anche immagine della ricerca che in università si coltiva.

L’opera ricalca i passi del Libro della Sapienza e invita a una meditazione su questo tema che va affrontata con la consapevolezza che “la fede – ha spiegato don Compiani – non umilia l’intelligenza ma le apre prospettive nuove, la eleva oltre i limiti della certezza”.

Il risultato di pensiero e mani appassionate, la statua della Vergine, è “un’opera inattesa, commovente ed edificante” anche per l’autore stesso, Lotta. Ed è oggi un invito a tutti, in primis la comunità dell’università, ad “affidarsi e consegnarsi alla Sapienza della Madre di Dio” come ha detto il vescovo Napolioni durante la benedizione.