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«Una Chiesa sinodale che valorizzi il vissuto reale»

Riscoprire il «metodo del discernimento», per vivere da cristiani autentici la propria professione e insieme l’appartenenza alla comunità dei discepoli: una «Chiesa non clericale, ma sinodale», senza chiusure, aperta al dialogo e alla collaborazione per valorizzare il vissuto reale, e rendo così visibile la comunità. Questo l’invito che il vescovo Antonio Napolioni ha rivolto alle associazioni dei professionisti cattolici nel tradizionale incontro in vista del Natale, quest’anno vissuto però con alcune inedite caratterizzazioni.

A cominciare dal fatto che il Vescovo abbia voluto incontrare insieme le unioni dei Giuristi, dei Medici e Farma­cisti, degli Imprenditori e Dirigenti dell’Ucid, insieme anche al Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic). L’appuntamento è stato nel pomeriggio di venerdì 14 dicembre presso la sala Bolognini di Palazzo Vescovile. Non per la Messa – e qui un’ulteriore novità – quanto piuttosto per un incontro/confronto nello spirito dell’Avvento.

Lo spunto per la riflessione è stata la figura del lombardo papa Montini, recentemente proclamato santo. “Con san Paolo VI cultori dell’uomo” il titolo dell’intervento del Vescovo che, dopo aver ricordato i tratti salienti della figura di questo santo, ha colto alcuni spunti di meditazione dalla sua enciclica programmatica “Ecclesiam Suam” e dal discorso di chiusura del Concilio. Sino a giungere a tre domande, rivolte ai presenti aprendo il confronto. «Oggi, noi, in questo contesto, ciascuno secondo la sua vocazione sociale e professionale, come possiamo promuovere questo stile di dialogo fiducioso e costruttivo?». E ancora: «Che cosa “coltiviamo” dell’uomo?». E «Che cosa chiediamo alla Chiesa locale perché ci aiuti?».

Nel confronto franco e familiare che ne è seguito è stato ricordato il legame particolare tra Montini e il territorio cremonese: per le estati passate dai parenti a Pieve d’Olmi, per aver chiamato don Mazzolari a predicare a Milano nella Grande Missione del 1957 e per il fatto che tra i maggiori suoi studiosi ci sia il professore cremonese Massimo Marcocchi. Tra i temi emersi quelli del lavoro, dei giovani, della formazione e dell’immigrazione; i bisogni che determinano diritti e la necessità di valorizzare maggiormente le capacità di pensare e vedere. Suggestioni confluite in un semplice ma intenso momento di preghiera.

L’incontro si è concluso con lo scambio degli auguri insieme a un brindisi, con in sottofondo alcune canzoni natalizie proposte dal coro Psallentes di Soresina, che ha accompagnato con il canto anche il precedente momento di preghiera.

Insieme ai professionisti cattolici erano presenti gli assistenti delle rispettive associazioni: don Massimo Calvi, don Maurizio Lucini e mons. Vincenzo Rini.

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