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«Un silenzio denso di volti e nomi». Il vescovo al Cimitero di Cremona per la preghiera in suffragio dei fedeli defunti

Nel pomeriggio di martedì 2 novembre si è tenuta presso il Civico Cimitero di Cremona la preghiera in suffragio per tutti i fedeli defunti, presieduta dal vescovo Napolioni.

Durante il momento di preghiera, come di consueto molto partecipata in particolare dalle comunità cittadine, alla presenza del vescovo emerito Dante Lafranconi, dei parroci della città e delle autorità civili, monsignor Napolioni ha proposto una riflessione sul brano evangelico della casa di Betania, lo stesso scelto dalla Cei e dalla stessa diocesi come “Parola-guida” per il cammino sinodale nell’anno pastorale in corso.

In particolare, si è soffermato sulle parole che Gesù rivolge a Marta: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”. È proprio la figura di Maria ad indicarci «che è l’ascolto orante del Signore nella nostra vita a renderci capaci del bene e che, quindi, possiamo donare agli altri solo il bene ricevuto», ha sottolineato il Vescovo. Che ha quindi aggiunto: «Quando Gesù riceve la notizia che il suo amico è gravemente malato, non va subito a trovarlo, perché è necessario che non ci siano alternative alla fede: viene un momento in cui resta solo la fede, l’abbandono». Monsignor Napolioni ha invitato a soffermarsi sul fatto che oggi siamo una società sempre più anziana; tuttavia, questo significa che «abbiamo tempo per ritrovare l’essenziale! Questo tempo serve per “addomesticarci” vicendevolmente. Gesù si è lasciato “addomesticare” dalla famiglia di Betania e anche da noi, perché noi potessimo a nostra volta imparare ad abitare la casa di Dio». L’auspicio emerso dalle parole del Vescovo di Cremona è quello «che possa accadere a noi quello che è accaduto a Marta» che è arrivata ad affermare “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”. Per questo, secondo il Vescovo: «Serve che fissiamo lo sguardo su Gesù, curiosi di sapere come i nostri cari e i defunti stanno ora nel Mistero di Dio; ma permettiamoci di desiderarLo anche noi, sempre nell’obbedienza a questa vita terrena che ci è posta davanti».

Dopo la benedizione sui defunti, il vescovo ha chiesto di fare un momento di silenzio: «Un silenzio denso di volti e nomi. Pensiamo non solo ai nostri cari, ma anche a chi in questo anno ci ha lasciato nel mondo. Le notizie di guerra sembrano prevalere sulla vita. Diventino ora preghiera e supplica, che non sia solo la pace Eterna a venirci incontro, ma anche la pace terrena».